Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti della Provincia di Salerno

Transcript

Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti della Provincia di Salerno
FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 24/07/2014
La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o
parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue;
MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto
specificato nei contratti di adesione al servizio.
INDICE
IN PRIMO PIANO
Il capitolo non contiene articoli
SANITÀ NAZIONALE
24/07/2014 Corriere della Sera - Nazionale
Galan, i sospetti dei pm sulle dimissioni dall'ospedale
7
24/07/2014 Il Sole 24 Ore
Maxi-polo della salute in Toscana
8
24/07/2014 Il Sole 24 Ore
La Toscana unisce ricerca e buona sanità
10
24/07/2014 La Repubblica - Nazionale
"Tumori, ecco i reparti della speranza"
11
24/07/2014 La Stampa - Nazionale
Fecondazione eterologa, in arrivo le novità
13
24/07/2014 Avvenire - Nazionale
Lorenzin: obbligatorio il sì della Regione
14
24/07/2014 Avvenire - Nazionale
Nuovo codice dei medici Milano ora chiama il Tar
15
24/07/2014 Avvenire - Nazionale
«Stamina, il ministero non ha poteri»
16
24/07/2014 ItaliaOggi
Enpaf, i conti dei farmacisti godono di buona salute
17
24/07/2014 L Unita - Nazionale
Caso Stamina è ora di agire
18
24/07/2014 L Unita - Nazionale
«Il Governo risolva la questione Stamina»
19
24/07/2014 Il Salvagente
ROMANO MARABELLI SI È AUTOSOSPESO
20
24/07/2014 Il Salvagente
Minaccia invisibile Le NANOPARTICELLE a nostra insaputa sono già nel piatto
21
24/07/2014 Il Salvagente
"Oggi in troppi fanno finta di non sapere Non ripetiamo gli errori fatti sull'amianto"
24
24/07/2014 Il Salvagente
La COPPIA ha problemi di letto? c'è il pronto soccorso del sesso
26
24/07/2014 Il Salvagente
Problema più diffuso di quanto si ammetta che mina l'equilibrio dei due partner
28
24/07/2014 Medico e Paziente
Serve maggiore coinvolgimento dei MMG nella gestione del PAZIENTE
CEFALALGICO
30
24/07/2014 Panorama della Sanita
Nel 2013 oltre 40 studi clinici
31
24/07/2014 Panorama della Sanita
Elette le cariche direttive
32
24/07/2014 Panorama della Sanita
«Pronti ad investire almeno un miliardo e mezzo di euro nei prossimi tre anni»
33
24/07/2014 Panorama della Sanita
Mettere mano al Titolo V
37
24/07/2014 Panorama della Sanita
Per l'empowerment dei pazienti
40
24/07/2014 Panorama della Sanita
«Senza un intervento del legislatore ogni mese milioni di euro di mancati risparmi»
41
24/07/2014 Panorama della Sanita
Condivise le proposte per la sanità elaborate dall'Antitrust
43
VITA IN FARMACIA
24/07/2014 Corriere della Sera - Roma
Medici e pediatri studi aperti sette giorni su sette
45
24/07/2014 La Repubblica - Roma
Sanità, gli ambulatori aperti anche nel fine settimana Intesa Regione-medici di base
46
24/07/2014 La Repubblica - Roma
Arrestato dopo 13 colpi a negozi e farmacie
48
24/07/2014 La Repubblica - Roma
La lotta al cancro passa per i media Incontro al ministero
49
24/07/2014 La Repubblica - Torino
Ospedale di Rivoli, la terapia intensiva invasa dalle mosche
50
24/07/2014 La Repubblica - Torino
Quell'erba che cresce solo a metà strada tra il Polo e l'Equatore
51
24/07/2014 Il Messaggero - Roma
Allarme dell'ordine dei medici «Potenziare i controlli sanitari»
53
24/07/2014 Il Messaggero - Roma
Sanità, studi medici aperti 12 ore
54
24/07/2014 Il Messaggero - Abruzzo
Tra Afm e Comune è scontro aperto
55
24/07/2014 QN - Il Resto del Carlino - Bologna
Inaugura il centro clinico dell'istituto Ramazzini
56
24/07/2014 QN - Il Resto del Carlino - Bologna
Rapina in taxi alla farmacia «E' il sesto colpo, ora basta»
57
24/07/2014 QN - Il Resto del Carlino - Ancona
«Chirurgia da completare e pioggia dal tetto della chiesa»
58
24/07/2014 Il Gazzettino - Belluno
La Corte europea di giustizia riconosce le farmacie locali
59
24/07/2014 Il Gazzettino - Pordenone
Test precoci, Fvg campione d’Italia
60
24/07/2014 QN - Il Giorno - Milano
Audizione Maugeri al Pirellone: dalla commissione arriva stop bipartisan Rizzi
(Lega): «Bloccare subito la delibera e monitorare la situazione»
61
24/07/2014 Il Secolo XIX - Imperia
Entro l'autunno Roverino avrà finalmente la farmacia
62
24/07/2014 Il Tempo - Roma
Studi medici aperti anche nel fine settimana
63
24/07/2014 Il Tempo - Roma
Palozzi: «Chiarire i rapporti con Ares 118»
64
24/07/2014 Il Tempo - Roma
Scatta la centralina Anffas senza corrente saltano le riabilitazioni
65
PROFESSIONI
24/07/2014 ItaliaOggi
BREVI
67
24/07/2014 Panorama della Sanita
Ricetta elettronica: intesa tra Regione e medici di medicina generale
68
PERSONAGGI
Il capitolo non contiene articoli
SANITÀ NAZIONALE
24 articoli
24/07/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 9
(diffusione:619980, tiratura:779916)
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Inchiesta Mose Sequestrata la cartella clinica. Nordio: la sua patologia era compatibile con un trasporto in
Parlamento
Galan, i sospetti dei pm sulle dimissioni dall'ospedale
La replica «Noi agiamo da medici, se fosse uscito il giorno prima cosa si sarebbe detto?»
MILANO - Ha trascorso la notte in una cella singola del centro clinico del carcere di Opera Giancarlo Galan. I
suoi legali hanno presentato richiesta di scarcerazione al Tribunale del riesame di Venezia, ma i giudici
hanno a disposizione una settimana per decidere. Il primo appuntamento all'orizzonte per l'ex ministro è
previsto venerdì prossimo, quando sarà sentito per rogatoria dal gip di Milano Cristina Di Censo, per
conoscere il suo immediato futuro giudiziario (oggi dovrebbe ricevere la visita in carcere del suo avvocato
Niccolò Ghedini). A tenere banco è ancora l'esito della giornata di martedì, quando Galan nel giro di poche
ore è passato dalle dimissioni dall'ospedale dove era ricoverato da 12 giorni come paziente a indagato
raggiunto dall'ordinanza di custodia cautelare per corruzione che lo inseguiva da un mese e mezzo. Nel
mezzo, il voto della Camera, che ha votato sì al suo arresto. Ora i magistrati della Procura di Venezia
vogliono capire perché un paziente ritenuto fino a una settimana prima «intrasportabile», per i problemi
circolatori connessi all'ingessatura alla gamba, sia stato così velocemente mandato a casa dai medici
dell'ospedale di Este. Per questo hanno inviato la Guardia di Finanza a porre sotto sequestro nel nosocomio
la cartella clinica di Galan. «Il paziente - ha spiegato il direttore medico, Enrico Agnoletto - è stato dimesso
quando si è avuta conferma che il quadro degli esami e quello clinico si erano stabilizzati, e poteva andare a
domicilio». E ha puntualizzato: «Noi agiamo come medici non valutiamo altre ragioni. Se Galan fosse stato
dimesso "proprio" il giorno prima del voto che cosa si sarebbe detto? La polemica ci sarebbe stata
comunque». Il procuratore aggiunto, Carlo Nordio, invece ha sottolineato come dalla lettera di dimissioni, «poi
acquisita agli atti», «emerge una patologia perfettamente compatibile con un trasporto in Parlamento per
difendersi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
7
24/07/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 7.10
(diffusione:334076, tiratura:405061)
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Sanità . La Regione punta a sviluppare un cluster biomedico per attrarre nuovi investimenti TOSCANA
Maxi-polo della salute in Toscana
Via al piano in settembre, sinergie tra privati e Servizio sanitario LA STRATEGIA Marroni: potenzieremo le
strutture per la ricerca e l'attrazione di attività di tipo produttivo in un'area già all'avanguardia
Roberto Turno
ROMA
L'appuntamento è per fine settembre. Un workshop tra imprese e istituzioni locali per definire in tempi brevi
linee d'azione e un preciso cronoprogramma di interventi. Con un obiettivo ambizioso, la classica sfida nella
sfida: creare in Toscana una Pharma Valley e un Polo biomedico che ricalchi esperienza e successi di
Biopolis a Singapore. Per attrarre investimenti, fare ricerca di altissimo livello, sviluppare innovazione, creare
occupazione. E coniugare tutto questo col governo della spesa farmaceutica, aiutando i cittadini ad avere
sempre più accesso ai farmaci innovativi e sicuri. Impresa al top e assistenza sanitaria più sicura garantita.
La sfida nella sfida.
Terzo cluster farmaceutico d'Italia dopo Lombardia e Lazio, la Toscana punta sempre più in alto. Per fare del
suo polo farmaceutico un serbatoio sempre più importante, non solo per l'economia locale. È così la prima
regione che - appena varato il «Patto per la salute 2014-2016» - accende i motori e si prepara a scrivere una
pagina nuova di zecca nei rapporti tra istituzioni locali e industrie del Pharma e del biomedicale, rari comparti
in cui il made in Italy riesce a reggere l'onda della concorrenza e i colpi della crisi. A cominciare dai record
dell'export.
Le lettere d'invito del governatore Enrico Rossi stanno per partire. E la regione punta forte sul successo
dell'iniziativa, consapevole che con le imprese, anche dopo l'endorsement pro farmaceutico di Matteo Renzi,
il terreno è stato da tempo dissodato e che sono pronte a fare per intero la loro parte. Spiega Luigi Marroni,
l'assessore toscano al diritto alla salute al quale Rossi, dopo il «Patto», ha affidato un ruolo di primo piano
anche in questa scommessa: «È strategia della Toscana potenziare le infrastrutture per la ricerca e
l'attrazione dell'industria con azioni concrete e di sviluppo. Nel farmaceutico ora vogliamo fare di più. È
possibile, abbiamo tutte le carte in regola. Noi e le industrie che già operano da noi, ma anche quelle che
possiamo, e vogliamo, attrarre con i nostri progetti». D'altra parte nomi e numeri in gioco sono già
d'eccellenza: Menarini, Eli Lilly, Novartis e Gsk, Baxter, Msd, Kedrion, Biomiereux per citare solo alcune
aziende. Nazionali e multinazionali. Che significano 6 miliardi di fatturato col 63% di export verso la Ue,
12mila occupati (2mila in R&S), sperimentazioni cliniche in crescita, tre poli universitari, 187 imprese del
biomedicale, istituti di alta specializzazione dalla Normale di Pisa alla scuola superiore Sant'Anna fino all'Imt
di Lucca, forte presenza di start up nate nei parchi scientifici almeno quattro incubatori d'impresa. Perché
questi saranno i punti di partenza del Pharma Valley e del Polo biomedico toscano.
I fondamentali ci sarebbero per tentare di scalare posizioni nella farmaceutica made in Italy. Ma bisogna
passare dalle parole ai fatti già entro l'autunno, per iniziare dal 2015 quel decollo che dovrebbe essere
garantito dal cronoprogramma d'azione sul Pharma e sul biomedicale che sarà scritto da settembre in avanti.
L'ambizione della Pharma Valley toscana va dunque riempita di contenuti. A partire dal potenziamento del
sistema dei DipInt, i dipartimenti interistituzionali, vere e proprie task force dedicate al supporto della ricerca
che coinvolgono Università e aziende ospedaliere universitarie nella gestione dei processi di ricerca e
innovazione. O ancora, chiarisce Marroni, «il distretto toscano di scienza della vita, cluster per il pubblico e il
privato dal biotech al farmaco, dai dispositivi medici fino alla nutraceutica e alla cosmetica». Si partirà dalle
sinergie Ssn-industria, condividendo sviluppo tecnologico, analisi d'impiego dei risultati dell'innovazione, una
rete solida per la ricerca tra strutture pubbliche e industria. Anche puntando a un coordinamento nazionale tra
regioni e ministeri. Con incentivi per favorire il radicamento industriale e la localizzazione della ricerca per
stimolare il rilancio del mercato farmaceutico nel medio e lungo periodo.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
8
24/07/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 7.10
(diffusione:334076, tiratura:405061)
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Senza disdegnare i risparmi per il Ssn. Per tenere unite buona spesa (con nuove forme d'acquisto) e
sviluppo del sistema industriale. Ma in una logica di condivisione. «Non si può andare avanti come in un tiro
alla fune - aggiunge Marroni - con il Ssn contrapposto alle industrie. Dobbiamo remare tutti dalla stessa parte.
Per lo sviluppo e la buona sanità. In questo senso la prossima riforma dell'Aifa promossa dal ministro
Lorenzin potrà essere una svolta».
© RIPRODUZIONE RISERVATA LA PAROLA CHIAVE DipInt 7I cosiddetti DipInt (dipartimenti
interistituzionali) sono, in Toscana, un pool d'intervento,una vera e propria task force, che ha il compito di
supportare quelle attività di ricerca che coinvolgono le Università e gli ospedali universitari nella gestione dei
progetti diR&Se di innovazione. Sono3 i DipInt in Toscana, e costuiscono una piattaforma decisiva al servizio
delle aziende e delle attività di ricerca privata FIRENZE PISA SIENA LUCCA Occupati (con l'indotto) 12.000
In R&S 2.000 I tre poli universitari Istituti di alta specialità: Scuola Normale di Pisa, Scuola Superiore
Sant'Anna, IMT di Lucca Le città tra le prime 20 per valore di export Le città tra le prime 20 italiane per export
Terzo cluster farmaceutico d'Italia (dopo Lombardia e Lazio) Il valore esportato verso l'UE 63% Fatturato in
miliardi 6 Laureati e 510 studenti PhD in discipline scientifiche correlate alle scienze della vita (2013) 5.800
Sperimentazioni cliniche (2006-2010) 1.300 Prima regione per spinoff universitari (18 nelle scienze della vita).
Sesta regione per start-up innovative (823 brevetti fino al 2013 generati localmente) Sperimentazioni in corso
su 24 strutture attive (nel 2013) Francia 216 Germania 13% 26% LaPharma Valley toscana
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
9
24/07/2014
Il Sole 24 Ore
Pag. 20
(diffusione:334076, tiratura:405061)
La Toscana unisce ricerca e buona sanità
Metti una regione che vuole attrarre investimenti, puntare sulla ricerca e l'innovazione e al tempo stesso
salvare i servizi sanitari ai cittadini e i conti della salute pubblica. E metti un'intero settore industriale, il
farmaceutico, che cerca sicurezza per i propri programmi e vuole scommettere sull'Italia, garantire R&S di
qualità, creare occupazione di alto livello. Un'impresa troppo spesso nell'impresa nel Paese delle mille
burocrazie e delle idee che mancano. Ma che invece talvolta può essere un'impresa vincente, una
scommessa vinta.
La sfida che la Toscana vuole mettere in campo da settembre con le imprese del farmaco ma anche con
quelle del biomedicale - una Pharma Valley del farmaceutico, addirittura un Polo biomedico sulle orme della
mitica Biopolis di Singapore - non è un passo qualsiasi in un'Italia che soprattutto dalla cintola in giù continua
a vivere nei suoi guai antichi, proprio mentre la crisi non la smette di picchiare duro. Da una parte il dirittodovere delle istituzioni di preservare il proprio ruolo e di salvare la qualità e l'universalità possibile dei suoi
servizi. Dall'altro quello dell'impresa di crescere, di essere motore dello sviluppo e di avere certezza dei suoi
investimenti. Che poi diventano una calamita e a loro volta un motore per la crescita e l'occupazione.
Due ruoli non in antitesi, anzi. Due parti nella stessa commedia. Per fare rete e comunità insieme, ma di farla
davvero, una volta per tutte. Una rete robusta e sicura, non piena di strappi da cui poi il pescato (la ripresa e il
lavoro) inesorabilmente se ne scappa.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
10
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
PIANO DELLA REGIONE PER IL FARMACEUTICO
24/07/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 21
(diffusione:556325, tiratura:710716)
"Tumori, ecco i reparti della speranza"
Indagine Ieo: meno di cento interventi l'anno in oltre la metà delle strutture di chirurgia toracica "Così i medici
fanno poca esperienza e i rischi aumentano. L'unica soluzione è accorpare" In 130 centri il numero delle
operazioni più delicate è talmente basso che le Regioni potrebbero decidere di chiuderle "I pazienti
andrebbero sempre informati se la loro scelta è caduta su una équipe che lavora meno di altre"
MICHELE BOCCI
VI FARESTE operare in un reparto di chirurgia toracica dove si fanno appena 25 interventi di tumore al
polmone l'anno o anche meno? La risposta probabilmente è no, eppure in Italia ogni anno mille malati
finiscono sotto i ferri di medici poco allenati, che entrano in sala in media una volta ogni due settimane. Sono
130 gli ospedali dove l'attività sul polmone è così bassa da giustificare una immediata chiusura da parte delle
Regioni, che però non hanno abbastanza coraggio per dire basta. Se si alza la soglia a 50 interventi,
comunque pochi, le strutture diventano 160. I dati sono quelli del ministero, rielaborati in una ricerca sul 2011
e il 2012 dall'Istituto oncologico europeo di Umberto Veronesi a Milano, l'ospedale dove si fanno più
operazioni per tumore al polmone nel nostro Paese, 326 in un anno.
La ricerca spiega come per le società scientifiche internazionali, il numero minimo degli interventi più
impegnativi di una chirurgia toracica è di 100. Ma da noi già prendere in considerazione chi sta sotto i 25 può
servire a migliorare l'assistenza ai pazienti. Il lavoro di Massimo Monturano, risk manager dello Ieo, entra nel
vivo di uno dei temi più caldi della razionalizzazione sanitaria. La lotta a sprechi e inefficienza, più che dalla
chiusura dei piccoli ospedali, che possono essere riconvertiti e trovare nuove strade di assistenza, passa
dallo stop ai reparti dove si lavora poco oppure male. Se c'è la prima condizione, comunque, la seconda è
una conseguenza quasi certa. La letteratura scientifica su questo punto è concorde: i chirurghi devono
entrare spesso in sala per lavorare bene. «Dobbiamo operare molto - spiega Lorenzo Spaggiari, responsabile
della chirurgia toracica Ieo - il nostro è un mestiere manuale ripetitivo: più fai, migliore è il servizio che dai al
paziente. Se fai solo una lobectomia al mese, magari con intelligenzae sensibilità la concludi bene, ma il
paziente ha rischiato».
Di recente un regolamento allegato al Patto per la salute tra ministero alla Sanità e Regioni ha ribadito
questo principio, anche se attende l'approvazione. Prevede soglie di attività minima a seconda della
specialità e anche, per le strutture che fanno comunque un numero sufficiente di interventi, una valutazione in
base all'esito dell'assistenza per il malato. Di chirurgie toraciche, se si seguissero quegli standard, in Italia ne
basterebbero 80, contro le attuali 215. Tagliando le 130 che fanno meno di 25 interventi si arriverebbe più o
meno a quel numero.
I dati Ieo indicano anche la diffusione delle strutture troppo piccole nel nostro paese.
La Lombardia, dove nel tempo è proliferata l'assistenza ospedaliera specialistica, ne ha la bellezza di 35 che
fanno sotto i 25 interventi l'anno, contro le 19 che ne fanno di più.
In Veneto sono 19 contro 6, in Lazio 20 e 6, in Sardegna 6 e 1, in Calabria 3 e 0. «Bisogna tenere conto
delle differenze geografiche - aggiunge Spaggiari - a Milano non ha davvero senso una struttura piccola,
perché ci sono vari ospedali che lavorano molto. Magari in una zona del Paese dove ci sono meno servizi
specialistici, può servire una toracica piccola. La cosa importante è informare i pazienti, devono sapere che
rischiano di più dove si lavora meno. Così possono scegliere consapevolmente dove farsi operare». L'offerta
di chirurgia toracica in Italia è molto frammentata. Solo ventuno ospedali, circa il 10%, superano i cento
interventi l'anno- scrivonoi ricercatori Ieo- Oltre la metà delle regioni (undici) non ha nessun ospedale che
raggiunge la soglia, sette di queste non hanno nessun ospedale che supera la metà.
132 GLI OSPEDALI Sono 132 su un totale di 215 gli ospedali italiani dove ogni anno si fanno da zero a 25
interventi al polmone 80 LE STRUTTURE Secondo ministero e Regioni, le strutture sufficienti per operare i
casi di tumore al polmone in Italia sarebbero 80 7.800 GLI INTERVENTI Sono 7.800 gli interventi chirurgici
per rimuovere i tumori al polmone svolti ogni anno in Italia 100 I NUMERI LO STANDARD Secondo le società
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
11
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
La ricerca
24/07/2014
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 21
(diffusione:556325, tiratura:710716)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
12
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
scientifiche un centro di chirurgia toracica dovrebbe svolgere almeno 100 interventi "maggiori" ogni anno PER
SAPERNE DI PIÙ www.ieo.it www.repubblica.it
Foto: Sono dieci le regioni dove sono presenti centri che vanno oltre: Lombardia (sei centri), Lazio (quattro),
Toscana (tre), Emilia (due). Campania, Veneto, Puglia, Piemonte, Liguria e Abruzzo (uno).
Foto: L'ONCOLOGO Il chirurgo Umberto Veronesi è fondatore e direttore scientifico dell'Istituto europeo di
oncologia
24/07/2014
La Stampa - Ed. nazionale
Pag. 1
(diffusione:309253, tiratura:418328)
Fecondazione eterologa, in arrivo le novità
I dati del donatore sono segreti: l'Italia pensa a deroghe all'anonimato
GIACOMO GALEAZZI ROMA
Fecondazione eterologa, in arrivo le novità/ A PAGINA 16 Giubilei e Russo AA.A. papà biologi cocercasi.
Nelle Linee-guida con cui il consiglio dei ministri si appresta a regolamentare la fecondazione eterologa, la
questione più spinosa riguarda le deroghe all'anonimato dei donatori. Insomma, l'effetto a lungo termine della
provetta libera potrà essere un esercito di bebè che una volta cresciuti vorranno conoscere il loro vero padre.
In base alle norme italiane, i dati dei donatori sono conservati con l'anonimato per 30 anni in appositi registri
e di fatto c'è la possibilità di risalire ai propri dati genetici, tutto allo scopo di garanzia sanitaria ma non per
una identità biologica che non è alla base di rapporti familiari, come sentenzia la Corte Costituzionale. Le
regole in vigore riguardano le donazioni di cellule, le modalità con cui prestare il consenso informato da parte
del donatore, l'anonimato del donatore e del ricevente, e le modalità di selezione del donatore. Sia il ministro
Lorenzin sia - su "Avvenire" - il giurista cattolico Francesco D'Agostino, concordano che occorre risolvere il
problema dell'anonimato o meno di chi cede i propri gameti alla coppia e il diritto a conoscere le proprie
origini e la rete parentale più prossima (fratelli e sorelle) da parte dei nati con queste procedure. «Non c'è
esigenza di intervenire nuovamente sulla questione dell'anonimato perché è già tutto previsto dalla normativa
vigente; alle centinaia di coppie sterili e infertili che si rivolgono a noi consigliamo di consultare il Registro
Nazionale della Procreazione Medicalmente Assistita - spiega Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione
Luca Coscioni-. Da quell'elenco scelgono in quale struttura andare. La necessità per il nato di poter risalire
alla propria identità biologica entra in contrasto con la stessa legge 40 che prevede che i bambini nati dalla
donazione di uno o due gameti sono figli legittimi della coppia e non hanno rapporti giuridici con i donatori». È
una tabella di marcia precisa quella indicata dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, per arrivare
all'applicazione, a pieno regime, delle tecniche di fecondazione eterologa in Italia dopo la sentenza della
Consulta che ne ha bocciato il divieto contenuto nella legge 40: il 28 luglio le linee guida in materia, ha
annunciato, verranno presentate alla Camera e subito dopo ci sarà un decreto. Dopo l'annuncio delle prime
gravidanze ottenute in Italia da fecondazione eterologa, il ministero della Salute ha pronte le linee guida da
presentare alla Camera. L'associazione Coscioni, soprattutto in questo periodo, sta ricevendo molte
telefonate da coppie che in tutta Italia vogliono sapere a chi rivolgersi per accedere alla fecondazione
assistita. «Indichiamo sempre di consultare il registro nazionale in cui sono forniti i nome e le prestazioni di
tutti i centri accreditati sul territorio - afferma Gallo -. Anche le coppie che hanno in corso le gravidanze da
eterologa hanno preso contatti tramite l'elenco dei centri autorizzati ad applicare tutte le tecniche di
procreazione medicalmente assistita». Il ministero della Salute, attraverso una Authority, vigilerà sulle banche
del seme e sul registro dei donatori. L'anonimato sarà garantito per i donatori, con eccezioni per particolari
esigenze di tipo sanitario e medico o su richiesta del soggetto nato da fecondazione eterologa. Sono previste
forme di rimborso per i donatori e l'opportunità di rendere possibile l'eterologa sia nei centri pubblici sia in
quelli privati.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
13
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
I SERVIZI
24/07/2014
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 10
(diffusione:105812, tiratura:151233)
Lorenzin : obbligatorio il sì della Regione
Chiunque fornisca servizi di fecondazione eterologa «lo può fare solo se ha un'autorizzazione regionale». Lo
ha ribadito il ministro della Salute Beatrice Lorenzin nel presentare a Bruxelles le priorità del semestre
italiano. L'autorizzazione rientra nell'ambito delle norme che servono a garantire «le persone in modo tale che
tutti possano avere accesso alla procreazione medicalmente assistita in piena sicurezza». Lorenzin non ha
risposto alle accuse di "estremismo cattolico" ritenendole «totalmente prive di fondamento». Intanto,
dall'Inghilterra, arriva la notizia del piano per la legalizzazione dell'inseminazione in vitro da tre genitori e,
contestualmente, si certifica l'aumento del 20% delle coppie che volano negli Usa per accedere alla
"selezione del genere": la determinazione del sesso del nascituro al momento della fecondazione artificiale a
seconda dei desideri.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
14
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
ETEROLOGA
24/07/2014
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 10
(diffusione:105812, tiratura:151233)
L'ordine del capoluogo lombardo si oppone: «Non possiamo essere costretti ad adottarlo» I dissidenti dalle
nuove norme deontologiche considerano inaccettabile tra l'altro la subordinazione del medico alle aziende
sanitarie. Il presidente Bianco (Fnomceo) replica alle critiche: un'interpretazione capziosa o quantomeno
inesatta
EMANUELA VINAI
L'Ordine dei medici di Milano ricorre al Tar del Lazio contro il nuovo codice deontologico. L'annuncio è stato
dato da Roberto Carlo Rossi, presidente Omceo Milano che ha reso nota la decisione unanime dell'ordine
meneghino di opporsi al «tentativo della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) di imporre
a tutti gli ordini provinciali un nuovo giuramento e un nuovo codice deontologico». Il ricorso si focalizza sulla
parte conclusiva del nuovo codice, laddove nelle disposizioni finali si stabilisce che gli ordini sono vincolati ad
adottare il nuovo codice. «Questo obbligo non può esserci, perché a norma di legge la proposta non può
essere vincolante» - spiega Roberto Carlo Rossi - «e abbiamo fatto ricorso al Tar per tutelarci ed evitare che
si aprano contenziosi». Non condividendo alcune delle innovazioni presenti nel testo infatti, il consiglio
direttivo della Omceo Milano ha deciso di non uniformarsi alle nuove disposizioni e di continuare a mantenere
il "vecchio" codice del 2006. A giugno, subito dopo la presentazione del codice 2014, anche altri ordini
provinciali come Bologna, Massa Carrara e Latina, avevano dato vita a una fronda di contestazione. In
particolare, Giancarlo Pizza, presidente Omceo di Bologna, tra i primi a voler ricorrere al Tar, aveva rilevato
come non fosse mai accaduto che «un codice deontologico non venisse votato all'unanimità».
Preoccupazione condivisa anche da Rossi, che rimarca la necessità di una concertazione condivisa «quando
si cambiano le regole del gioco». Ben dieci ordini provinciali, più due astenuti, avevano votato contro
l'approvazione del testo novellato. Bocciatura arrivata dopo un intenso dibattito incentrato sulle contraddizioni
di alcuni articoli. Secondo quanto rilevato dai dissidenti, nel nuovo codice non solo viene eliminato il concetto
di alleanza terapeutica su cui si fonda la relazione di cura, ma sono stati inseriti argomenti estranei al
perimetro della deontologia professionale, come il rispetto delle modifiche organizzative decise dai Servizi
sanitari regionali o dalle aziende. In questo modo, spiega ancora il presidente di Milano «il medico che si
opponesse agli ordini palesemente sbagliati di un giudice o di un funzionario amministrativo sarebbe
sanzionabile». Critiche «infondate» per Amedeo Bianco, presidente della Fnomceo che risponde alle
contestazioni in una lunga intervista affidata al sito della federazione. «Un'interpretazione capziosa o
quantomeno inesatta del testo che in realtà fa precedere all'individuazione dei doveri generali del medico
quella della sue competenze tecnico professionali».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
15
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Nuovo codice dei medici Milano ora chiama il Tar
24/07/2014
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 10
(diffusione:105812, tiratura:151233)
«Stamina, il ministero non ha poteri»
Il titolare della Giustizia ammette: «La magistratura ha supplito alla politica» Ieri in Senato anche il Garante
della privacy: sfruttata l'immagine dei bambini
VIVIANA DALOISO
Continuano le infusioni ordinate dai tribunali, continuano le accuse e i richiami al governo e così anche
Stamina continua a infiammare il dibattito pubblico e politico del Paese. Ieri a intervenire per la prima volta
sulla spinosa vicenda è stato il ministro della Giustizia Andrea Orlando, più volte chiamato nelle scorse
settimane a fare chiarezza proprio in merito alle ordinanze dei vari giudici che impongono agli Spedali Civili di
Brescia di impartire la terapia ai pazienti di Vannoni. «Gli accertamenti degli uffici del ministero sono ancora
in corso», ha detto nel corso dell'audizione in Commissione Igiene e Sanità del Senato, per poi spiegare che
in ogni caso il ministro non ha potere sui giudici, che questi ultimi «pur tenendo pr esente il bilanciamento
degli interessi di tutti gli soggetti coinvolti, hanno ritenuto prevalente il tema del diritto alla salute», che si tratta
di «pronunce cautelari» e «molti dei provvedimenti sono assunti sulla base del principio di evitare danni
maggiori». Ancora, che «ciascuna autorità giudiziaria può interpretare le leggi autonomamente, ed è quindi
possibile che le singole autorità giudiziarie diano diverse interpretazioni». Insomma, «neppure se l'attuale
vuoto normativo venisse colmato si potrebbero evitare le ordinanze». Ma sono soprattutto le ammissioni di
Orlando a fare notizia: gli interventi da parte dei giudici nell'ambito della vicenda Stamina per il ministro hanno
rappresentato «un caso di supplenza della magistratura sulla politica», anche se dovuto non a una «latitanza
di quest'ultima ma dalla necessità della politica di rispettare i tempi per la validazione scientifica del metodo».
E così si torna all'altrettanto annosa questione del Comitato scientifico del ministero della Salute, chiamato a
dire una parola definitiva sulla terapia proposta da Vannoni e alle cui conclusioni «è auspicabile si arrivi il più
presto possibile», ha detto lo stesso Orlando. Ai lavori e al giudizio definitivo di quel Comitato (il terzo, lo
ricordiamo, visto l'azzeramento dei due precedenti) è appeso anche l'ospedale di Brescia, i cui medici hanno
optato per l'obiezione di coscienza e dunque per non proseguire con le infusioni di Stamina. Che poi è il
motivo per cui le famiglie dei pazienti si rivolgono ai tribunali. Su Stamina ieri è intervenuto anche il Garante
della privacy, Antonello Soro, secondo cui nella vicenda «l'informazione ha più di una volta ceduto alla
tentazione del sensazionalismo, sfruttando l'immagine di bambini malati». Soro ha anche fatto riferimento alla
richiesta del Movimento vite sospese di pubblicare le cartelle cliniche dei pazienti trattati con Stamina
depositate sul sito del Senato. In questo caso, ha sottolineato, «bisogna valutare se il principio della
pubblicità dei lavori parlamentari imponga la pubblicazione di tali dati ed in tal caso - ha concluso - sarebbe
comunque preferibile eliminare quelli identificativi».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
16
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Orlando.
24/07/2014
ItaliaOggi
Pag. 25
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Antonio G. Paladino
L'ente di previdenza dei farmacisti (Enpaf) gode di buona salute. I risultati della gestione 2013, infatti,
confermano il trend sostanzialmente positivo dei principali indicatori economico-patrimoniali. È quanto ha
messo nero su bianco la sezione centrale di controllo sugli enti della Corte dei conti, nel testo della
deliberazione n. 67/2014, con cui è stato reso noto l'esito del controllo sulla gestione 2013 dell'ente oggi
guidato da Emilio Croce. Da rilevare, scrive la Corte, il saldo della gestione previdenziale e assistenziale che
chiude con un segno positivo di 1,7 sul 2012, grazie, soprattutto, alle entrate da contributi. Sulla gestione
caratteristica, poi, la magistratura contabile ha rilevato che il numero degli iscritti si incrementa di quasi 3 mila
unità e che, come sopra riportato, aumenta il relativo saldo, ovvero la differenza tra il totale delle entrate
contributive e quello degli oneri per le prestazioni previdenziali e assistenziali. In dettaglio, l'incremento è
dovuto alla differenza tra l'aumento del gettito derivante da contributi (+5,45 mln) e l'aumento della spesa per
prestazioni (+,3,78 mln). Qualche piccola perplessità riveste ancora la massa dei crediti che l'Enpaf vanta nei
confronti dei iscritti e contribuenti. A chiusura dello scorso anno, tali risorse ammontano a 53,24 milioni di
euro, di cui quasi 29 milioni afferenti al debito delle Asl e 26 milioni per contributi ordinari, molti dei quali
rappresentati da debiti pregressi, così da far ribadire alla Corte l'esigenza di porre in essere utili iniziative per
la loro riscossione, soprattutto per i crediti risalenti ad esercizi remoti, previa verifi ca della loro attuale
esigibilità. Infi ne, in merito alla tenuta della gestione nel medio-lungo periodo, la Corte ha rilevato che lo
scorso anno sono entrate in vigore le nuove modifi che al sistema pensionistico, consistenti nell'innalzamento
dell'età pensionabile da 65 a 68 anni e nel diritto all'acquisizione della pensione di anzianità con 42 anni di
effettiva iscrizione e contribuzione (rispetto agli attuali 40) e, comunque, nella soppressione di tale istituto a
partire dal 2016. In questo quadro, la Corte ribadisce che nella relazione riferita al 2012 la situazione della
cassa non desta preoccupazione per l'intero arco temporale 2011-2060 e che ulteriori valutazioni saranno
disponibili solo alla luce del prossimo bilancio tecnico di cui l'Enpaf si doterà. Antonio G. Paladino
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
17
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Enpaf, i conti dei farmacisti godono di buona salute
24/07/2014
L Unita - Ed. nazionale
Pag. 1
(diffusione:54625, tiratura:359000)
Caso Stamina è ora di agire
PIETRO GRECO
Finalmente, verrebbe da dire. Finalmente anche la politica si assume le sue responsabilità e decide di
intervenire nella «vicenda Stamina», che da anni ormai versa in un insopportabile stato di confusione. Stiamo
parlando di Luigi Zanda e di Donata Lenzi, entrambi del Partito democratico. SEGUE A PAG.13 Il primo
capogruppo al Senato, la seconda capogruppo presso la commissione Affari sociali della Camera, si stanno
impegnando per spingere il governo a definire un decreto che impedisca ai magistrati «di disapplicare
l'ordinanza dell'Aifa che vieta le infusioni» messe a punto dal gruppo che fa capo a Davide Vannoni. Finora la
partita è stata giocata in buona sostanza tra due sole comunità: la magistratura e quella medico-scientifica.
Essendo entrambe divise al loro interno vi sono magistrati che accusano Vannoni e i suoi collaboratori di
gravi reati e altri che impongono le infusioni dei loro preparati segreti; vi sono scienziati che hanno
limpidamente dimostrato la mancanza di presupposti per considerare quei preparati uno strumento
terapeutico e medici che invece li somministrano la confusione è grande e molte le sofferenze, attuali e
potenziali, dei malati e delle loro famiglie. Nella confusione, tre dati sono chiari. Il primo è che la comunità
scientifica internazionale considera il «metodo Stamina» del tutto privo delle condizioni minime indispensabili
per essere utilizzato, in qualsiasi modo anche come terapia compassionevole nella pratica clinica. Il secondo
dato è che la massima autorità sanitaria in materia, l'Agenzia italiana del farmaco, ha vietato l'uso del metodo
proposto da Davide Vannoni. Molti magistrati si sono assunti la responsabilità di ignorare le indicazioni della
comunità scientifica e delle autorità sanitarie e hanno, addirittura, ordinato l'infusione di un preparato che non
solo non è di provata efficacia, ma è addirittura di composizione segreta. A questo punto sarebbe dovuta
intervenire la politica a mettere la parola fine all'imbarazzante (tutto il mondo ci guarda) situazione. E non lo
ha fatto. Certo, non è esatto dire che se ne è tenuta fuori del tutto. Intanto perché il Parlamento ha autorizzato
una sperimentazione tanto costosa quanto poco definita. Infatti, anche intorno alla sperimentazione, peraltro
non ancora iniziata, regna un discreto caos. Certo, ci sono state prese di posizione, per lo più chiare e
condivisibili, del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Ma la giovane esponente di centrodestra si è trovata
più volte con le mani legate in mancanza di norme inoppugnabili. Ecco, dunque, dove è mancata la politica.
Nel definire, con leggi sintetiche e chiare, valide (è persino ovvio ricordarlo) per tutti come si governa
l'innovazione sanitaria in una moderna democrazia. Avremmo dovuto farlo da tempo. Almeno a valle del caso
Di Bella. Ma neppure quella vicenda, evidentemente, non ci ha insegnato abbastanza. Avremmo dovuto
certamente nel momento in cui è iniziati il caso Vannoni. Ma ancora una volta non siamo stati capaci. Ben
venga, dunque, l'iniziativa di Luigi Zanda e Donata Lenzi. Nella speranza che raggiunga due obiettivi: uno più
importante dell'altro. In primo luogo, porre fine all'emergenza Stamina. Riconoscendo che il diritto, la politica
e la scienza sono tre dimensioni autonome, che devono stabilire in continuazione i limiti di un delicato
equilibrio, senza che mai l'una invada pesantemente il campo dell'altra. Ma c'è un secondo obiettivo che il
Parlamento deve raggiungere. Stabilire, appunto, come si governa l'innovazione medica in una società
democratica. Se occorre difendere, in primo luogo, la salute dei cittadini conservando e, semmai, rafforzando
le regole che sovrintendono oggi alla introduzione di nuovi farmaci e di nuove tecnologie. O se invece occorre
garantire la libertà del mercato, con una pericolosa deregulation , che alcuni teorici del neoliberismo
propongono ormai in maniera esplicita, considerando la salute non un diritto universale da tutelare, ma un
bene da acquistare. Magari a proprio rischio e pericolo. È questa la posta in gioco del caso Stamina. Ed è per
questo che il decreto di cui Luigi Zanda e Donata Lenzi avvertono giustamente la necessità non è e non sarà
solo una faccenda italiana. Ma farà rumore e forse scuola nel mondo intero.
Foto: Maramotti
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
18
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
IL COMMENTO
24/07/2014
L Unita - Ed. nazionale
Pag. 11
(diffusione:54625, tiratura:359000)
«Il Governo risolva la questione Stamina»
Il Senato è "intasato", la Camera ha bocciato l'emendamento: «Tocca all'esecutivo, con un decreto Non
sappiamo ancora cosa sia questa terapia...»
ADRIANA COMASCHI BOLOGNA
In Italia c'è un'emergenza, e non è solo quella delle riforme. I fatti di cronaca degli ultimi giorni segnalano al
governo che c'è un altro fronte su cui solo l'esecutivo può e deve intervenire con celerità. È quello evidenziato
dall'intera vicenda Stamina, e che però va molto al di là del destino di Davide Vannoni e dei suoi pazienti.
Questa la sollecitazione della deputata Pd Donata Lenzi, capogruppo in commissione Affari sociali e dunque
al lavoro proprio sui nodi della sanità, oltre che autrice (con la collega dell'Unità Paola Benedetta Manca) del
volume «Stamina. Una storia italiana». Onorevole, con il rinvio a giudizio di Vannoni e la ripresa delle
infusioni agli Spedali di Brescia il "metodo" Stamina torna a dividere. «Siamo davanti a un paradosso, nato
dall'azione dei tribunali per obbligare i sanitari ad applicare il "metodo" Stamina a chi ne aveva fatto richiesta.
O i medici danno applicazione alle ordinanze, rischiando così di venire indagati dal Pm Raffaele Guariniello
insieme a Vannoni. Oppure si rifiutano, e in questo caso rischiano di essere perseguiti per non avere
ottemperato alle indicazioni dei magistrati che hanno accolto le richieste dei pazienti di Vannoni. Si deve fare
chiarezza sulla difficile posizione dei sanitari». Lei ha presentato un emendamento a partire dal dibattito su
Stamina. Di che si tratta? «Insieme ad alcune colleghe mi sono mossa alla Camera per dire basta a terapie
secretate in laboratori pubblici. Non ci può essere la somministrazione in ospedali pubblici di sostanze, in
parte derivate da cellule staminali manipolate, che non siano completamente tracciabili, in modo segreto nei
confronti rispetto ad altri operatori del laboratorio pubblico. Questo il senso del nostro emendamento». La
proposta però non è passata, è così? «La bocciatura è arrivata lunedì, il veicolo del decreto sulla pubblica
amministrazione è stato giudicato inadatto. Altre volte avevamo provato a intervenire su questo problema, ma
non è mai andata a buon fine». Il tema esiste, come rilanciare? «Penso che non sia il Parlamento a poterlo
affrontare, ora come ora, al di là dell'indagine conoscitiva in corso da sei mesi al Senato sulla nascita del
fenomeno Stamina. Palazzo Madama mi sembra impegnato con le riforme, alla Camera è andata come ho
detto: questo mi fa dire che abbiamo bisogno che sia il governo a prendere in mano la situazione. In caso
contrario dovremmo fare una proposta di legge, che ha tempi più lunghi. Per avere un "treno veloce" serve un
decreto, e dunque un'iniziativa dell'esecutivo». È una prospettiva plausibile? «Quello che mi preoccupa è il
silenzio che si è steso sulla questione Stamina: nessuno ha voglia di affrontarla, perché certo è un tema
delicato, che chiama in causa aspetti etici e tocca la sofferenza delle famiglie. Così però il problema rimane lì:
in Italia si sta chiamando "terapia" una pratica che non sappiamo bene in cosa consista, perché una sua
parte è secretata, non autorizzata ma disposta in base a ordinanze della magistratura, ormai siamo a ben
530. In altri paesi europei, quando c'è un'ordinanza dell'autorità sanitaria di controllo (nel nostro caso l'Aifa)
nessuno la mette in discussione, da noi partono proteste e ordinanze». Il ministro Lorenzin ha detto che «c'è
un problema nel rapporto tra giustizia e scienza, dopo che si sarà espresso il Comitato potremo cercare di
capire se ci può essere un codice deontologico diverso». Non basta? «Ci sono stati la nostra sollecitazione e
i fatti di questi giorni, in generale ciclicamente se ne torna a parlare ma manca la riflessione che la questione
meriterebbe. E intanto si accumulano brutti precedenti: i magistrati si spingono a fare vere e proprie
prescrizioni mediche, oltre a intervenire pesantemente nell'organizzazione dell'ospedale nominando
commissari degli esterni che possono arrivare lì e dare ordini. In questo momento agli Spedali di Brescia c'è
Andolina (vicepresidente Stamina Foundation ndr), nominato dal tribunale di Pesaro, la biologa Molino e il
presidente dell'ordine dei medici di Trapani nominato da Trapani. È il caos. Di questo devono discutere
governo e Parlamento, non della cura Stamina: ovvero di come evitare in futuro che la magistratura prenda
decisioni sanitarie, tecnico scientifiche che in altri paesi europei sono deputate esclusivamente a organismi
tecnico scientifici».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
19
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'INTERVISTA Donata Lenzi
24/07/2014
Il Salvagente - N.30 - 24 luglio 2014
Pag. 17
(diffusione:49000, tiratura:70000)
ROMANO MARABELLI SI È AUTOSOSPESO
Alla fine Romano Marabelli, segretario generale del ministero della Salute, ha gettato la spugna e ha deciso
di fare un passo indietro. Insieme ad altre 40 persone tra le quali l'illustre virologa nonché deputata montiana
Ilaria Capua - per lo scandalo dei vaccini Aviaria e Lingua blu, Marabelli, all'epoca dei fatti direttore generale
del dipartimento Alimenti e Sanità veterinaria del ministero della Salute, sarebbe al centro dell'indagine
avviata dalla Procura di Roma. Marabelli, e con lui altri quattro dirigenti del ministero della Salute e tre
manager di aziende farmaceutiche, è accusato di corruzione, rivelazione del segreto d'ufficio e falsità
ideologica per aver imposto "attraverso una gestione dispotica e monopolistica dell'emergenza 'Lingua blu' si legge nel capo d'imputazione - la vaccinazione contro il virus della febbre catarrale su tutto il territorio
nazionale" e per aver disposto, in assenza di un'effettiva emergenza sanitaria, "l'acquisto in esubero da parte
del ministero della Salute di 3.578.800 dosi di vaccino non utilizzate per le campagne 2006-2009". Il tutto con
un ingente danno per l'Erario. Secondo il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, Marabelli sarebbe
l'organizzatore dell'associazione per delinquere.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
20
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Informa Web Scandalo vaccini
24/07/2014
Il Salvagente - N.30 - 24 luglio 2014
Pag. 19
(diffusione:49000, tiratura:70000)
Minaccia invisibile Le NANOPARTICELLE a nostra insaputa sono già nel
piatto
L'industria accelera sul nanotech, la ricerca fatica a stabilirne i rischi. E chi lo ha studiato denuncia un pericolo
senza precedenti per la salute.
Marta Strinati
Sono molto più piccoli dei microbi e dei virus. E meglio di questi nemici, penetrano nell'organismo umano.
Sono i nanomateriali, l'ultima frontiera della ricerca, che nell'industria muove centinaia di miliardi di euro
l'anno. Queste particelle hanno dimensioni nell'ordine di un miliardesimo di metro, un milionesimo di
millimetro, sono "grandi" quanto la doppia elica del Dna. Sono apprezzate per le loro prestazioni strabilianti,
ma ancora poco studiate sotto il profilo della sicurezza, e in quei pochi casi sono considerate molto
pericolose. Si trovano già in tantissimi oggetti di uso quotidiano, oltre che nei farmaci, nei mangimi per
animali. E a nostra insaputa finiscono anche negli alimenti e nelle bevande. Cibi nano Almeno per i cibi, in
teoria, tra meno di cinque mesi saremo informati sull'eventuale presenza di nanoparticelle aggiunte
volontariamente. Come già avviene per i cosmetici, dal 13 dicembre 2014 la nuova etichetta alimentare dovrà
infatti riferirne l'eventuale presenza indicando (NANO), in lettere maiuscole e tra parentesi, dopo il nome
dell'ingrediente. Saranno davvero elencati in modo trasparente? E i controlli pubblici saranno in grado di
verificarlo? A suscitare qualche dubbio è la doppia velocità con cui procedono l'industria e la ricerca a tutela
della salute pubblica. Mentre la prima corre sfrenata, senza curarsi degli "effetti indesiderati", le istituzioni
sanitarie arrancano, con finanziamenti all'osso. Un copione già visto. Aspettando la nuova etichetta (e
confidando che davvero svelerà i nanomateriali presenti nei cibi) si può cominciare da subito a scartarne due,
ampiamente presenti nei prodotti alimentari. Il primo è il diossido di titanio ( E171 ), un colorante noto ai lettori
del Salvagente, vi sto che da alcuni anni avvertiamo dell'assai dubbio profilo di sicurezza del composto. È
presente nei prodotti alimentari preferiti daibambini , gomme, caramelle, praline (quasi tutte quelle con
rivestimento bianco), e in numerosi altri alimenti confezionati. L'altro additivo nanometrico da mettere
all'indice è l' antiagglomerante silice colloidale o diossido di silicio ( E551 ). Viene aggiunto in molti alimenti,
specie quelli in polvere, per inibire la formazione di grumi. Entrambi sono oggetto di diversi studi, volti ad
accertare gli effetti della sorprendente facilità di assorbimento delle nanoparticelle introdotte nell'organismo
umano, dove persistono anche in organi diversi da fegato e milza, deputati al bioaccumulo, come polmoni e
reni. Pericoli macro Finora meno studiato, ma fortemente sospettato di citotossicità (distruzione delle cellule),
l'antiagglomerante E551 sta ora catalizzando l'attenzione dei ricercatori. L'Istituto superiore di sanità ha
concluso un esperimento sui ratti con la somministrazione orale dell'additivo nano per 90 giorni. I dati emersi
sono ora oggetto di elaborazione, e daranno nuovi spunti all'Efsa in vista della rivalutazione della sicurezza
tossicologica di questo additivo, attesa entro il 2016. Molto più noto alla comunità scientifica è invece il
colorante E171, diossido di titanio. È correlato al morbo di Crohn , grave patologia dell'intestino, e a effetti
perturbatori del sistema riproduttivo e immunitario. La sua particolarità è di non essere un nanomateriale con
tutte le carte in regola. Solo il 36% delle particelle che lo compongono ha dimensione nano, vale a dire
inferiore a 100 nanometri, misura di riferimento in uso nelle nanoscienze e sposata nel 2011 dalla
Commissione europea (che entro il 2014 dovrà ridiscuterla). Spiega Francesco Cubadda , ricercatore dell'
Istituto superiore di sanità esperto in nanomateriali e autore di numerosi studi sul tema: "Il diossido di titanio
ha una componente nanometrica meno rilevante, ma ha dimostrato di avere effetti biologici importanti. Ciò
può indicare che quelle poche nanoparticelle sono molto reattive, oppure che la dimensione di riferimento non
è sufficientemente indicativa". Proprio sulla definizione di nanoparticelle, al di là dell'oceano l'associazione
ambientalista statunitense Friends of the Heart invoca una revisione delle dimensioni di riferimento e chiede
che siano considerate nanomate riali tutte le particelle fino a 1.000 nm (nanometri), così da includere nel
grande calderone quelle sostanze border line, come il colorante bianco, che potrebbero sottrarsi a una
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
21
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Consumi L'inchiesta
24/07/2014
Il Salvagente - N.30 - 24 luglio 2014
Pag. 19
(diffusione:49000, tiratura:70000)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
22
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
auspicata regolamentazione sulla sicurezza. L'associazione nel maggio scorso ha pubblicato un nuovo
rapporto sulla diffusione dei nanomateriali negli Stati Uniti, aggiornando il primo lavoro del 2008. E ha
quantificato una presenza in commercio di prodotti alimentari contenenti nanomateriali decuplicata rispetto a
sei anni fa. Anche in Europa l'attenzione dei consumatori cresce. In Francia , come di consueto, l'attenzione
cade in prima battuta sui cosmetici. In particolare sulle creme solari e gli altri prodotti contenenti diossido di
titanio nano. L'Anses, l'Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria, invita i francesi a usare con cautela
alcuni nanomateriali per i loro effetti tossici sugli organismi viventi e l'ambiente. E sembra dare il là a una
nuova battaglia per la eliminazione dei componenti a rischio.E171
IL DIOSSIDO DI TITANIO ( o biossido di titanio ) è un col orante bianco. Largamente presente in gomme e
carame ll e, è impiegato anche come antiagg l omerante in y ogurt, l atte disidratato, panna aromatizzata,
formaggi aromatizzati, anche fusi, e crosta di formaggio, ge l ati, mostarda, cerea l i da co l azione, prodotti
da forno, qua l i biscotti e merendine, integratori a l imentari. Si compone per o l tre un terzo di nanopartice ll
e. H a mostrato effetti nocivi a ll 'intestino e a l sistema riproduttivo.Nano di fatto ma non di nome
Nell'Unione europea non sono ancora autorizzati nanomateriali negli alimenti. Eppure i due additivi
nanometrici, E171 ed E551, arricchiscono quotidianamente la nostra dieta. In particolare quella dei bambini.
Senza violare alcuna normativa. Lo strano fenomeno si deve a una sorta di salvacondotto. Nella frastagliata
normativa comunitaria, i nanomateriali a uso alimentare sono soggetti al regolamento 258 de l 199 7 sui Nove
l Food . La loro autorizzazione al commercio come alimenti o ingredienti destinati all'alimentazione umana è
soggetta al vaglio dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare, Efsa. Lo stesso regolamento, tuttavia,
non si applica alle categorie già normate e quindi oggetto di procedure di approvazione ad hoc. È il caso degli
aromi, degli enzimi e degli additivi , tra i quali si collocano i temuti E171 ed E551. Per questi due ingredienti
nanometrici "in incognito" è quindi prevista una rivalutazione della sicurezza da parte dell'Efsa, nell'ambito
della revisione in corso per tutti gli additivi alimentari. Il colorante E171 sarà rivalutato entro il 2015; l'anno
successivo sarà la volta dell'antiagglomeran te E551. Autorizzati e in commercio sono invece altri tre
nanomateriali destinati ai materia l i idonei al contatto con gli alimenti. Valutato negativamente il rischio di
rilascio delle nanoparticelle ai cibi, l'Efsa ha dato il via libera a nitruro di titanio, diossido di silicio e carbon
black.E551
IL DIOSSIDO DI SILICIO ( o si l ice co ll oida l e ) è un antiagg l omerante. È ammesso in sa l e da cucina,
snac k sa l ati, condimenti, integratori a l imentari, cibi secchi, erbe e spezie. È prodotto in forma micronizzata
da 30 anni. Uno studio in vitro su ce ll u l e intestina l i ha evidenziato un effetto citotossico. È ora oggetto di
nuovi studi. Ne ll a forma nanometrica, l 'Efsa l o ha autorizzato so l tanto nei materia l i a contatto con g l i a l
imenti.La ricerca IL COLORANTE BIANCO CHE ATTACCA IL SISTEMA RIPRODUTTIVO
Un recente lavoro dell'Istituto superiore di sanità ha valutato con nuovi criteri gli effetti tossicologici del
diossido di titanio (TiO Abbandonando il criterio delle dosi massicce, possibile fonte di confusione, i ricercatori
hanno somministrato alle cavie (ratti adulti) diossido di titanio in forma nano in piccole dosi - comparabili con
l'esposizione umana - per via orale per soli 5 giorni. Il colorante ha lasciato il segno sul sistema riproduttivo,
endocrino e immunitario dei ratti, in particolare in quello delle femmine. In assenza di tossicità generale e
senza evidenti depositi nei tessuti, sono stati rilevati effetti "genere-specifici" sui sistemi endocrino e
riproduttivo; vale a dire alterazione del tessuto delle ovaie e del metabolismo del testosterone. Lo studio è
stato pubblicato nel luglio 2013 su "Nanotoxicology Early Online".
COME ARRIVANO A NOI LE MICROPARTICELLE fossero fluorescenti e visibili a occhio nu do saremmo in
grado di vederle, s p esso di evitarle. Ma rischieremmo di essere accecati, tanto diffuse sono le micro p
articelle nell'am biente circostante. Per vederle, invece, occorrono strumenti sofisticati. Come il microsco p io
elettro nico con il quale il ricercatore Stefano Montanari ha già analizzato oltre 600 alimenti, individuandovi mi
cro p articelle estranee e in molti casi nocive. L a loro ori gine è di diversa natura. Casuali Rientrano nella
contaminazione casuale le p articelle emesse dalle varie forme di inquinamento ambientale. È il caso delle
emissioni dei veicoli a motore (le p olveri sottili o ultrasottili), dei cementifici o degli inceneritori, p er esem p
24/07/2014
Il Salvagente - N.30 - 24 luglio 2014
Pag. 19
(diffusione:49000, tiratura:70000)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
23
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
io. L a loro diffusione ambientale non è limitata a p ochi chilometri di raggio dalla fonte. Per intenderci, un p
olline vola dall' E uro p a al Polo Sud, la sab bia del Sahara arriva negli Stati U niti. E le p articelle di cui sono
com p oste p esano milioni, p ersino miliardi di volte p iù delle na no p articelle. De p ositandosi sui cam p i, p
er esem p io, arrivano nei nostri p iatti. Residui di processo U n'altra via di contaminazione è il p rocesso p
roduttivo dell'in dustria alimentare. I l caso p iù comune è la cessione degli im p ian ti usati p er tagliare od
omogeneizzare: macchine con com p onen ti metalliche che cedono micro p articelle all'alimento.
Particolarmente soggette alla cessione di nano p articelle sono le macchine da taglio con lame autoaffilanti. L
e analisi condotte su commissione hanno rivelato un'am p ia p resenza di micro p articelle. I p roduttori con
cam p ioni " p uliti" hanno p er ò p referi to tacere p er non rovinare l'intero mercato di categoria, dice Mon
tanari. U n silenzio che trova conforto nella assenza di controlli. Aggiunte intenzionalmente Altre nano p
articelle finiscono nella nostra alimentazione p erché aggiunte nei cibi. I due additivi am p iamente descrit ti in
queste p agine dovrebbero, in teoria, essere l'unica for ma utilizzata.
24/07/2014
Il Salvagente - N.30 - 24 luglio 2014
Pag. 23
(diffusione:49000, tiratura:70000)
"Oggi in troppi fanno finta di non sapere Non ripetiamo gli errori fatti
sull'amianto"
Per l'esperto si tratta del più grande investi men to industriale della storia ma nessuno ne prevede gli effetti
Basterebbe riflettere su quanto è accaduto con l'amianto per comprendere la portata offensiva dei
nanomateriali. E adottare provvedimenti utili a sventare l'ennesimo attentato alla salute. "L'amianto è una
nanoparticella, un suo filamento può avere 5 nm di diametro. La sua nocività è nota da duemila anni. Ma
abbiamo fatto finta di niente fino al 1992, quando dopo una strage mondiale è stato vietato. Ora rischiamo di
ripetere la storia con i nanomateriali". La spaventosa profezia è di Stefano Montanari , il ricercatore che assieme alla moglie e collega Antonietta Gatti - ha individuato le nanopatologie , vale a dire le malattie
correlate all'esposizione prolungata alle minuscole particelle (micro e nano) tossiche per l'organismo. Infarto,
ictus, cancro, aborti, malformazioni fetali, diabete (da malfunzionamento del pancreas). Una minaccia difficile
da arrestare, tanto diffusa - e crescente - è la diffusione dei materiali di dimensioni microscopiche. Dottor
Montanari, qual è il vantaggio industriale dell'impiego di nanoparticelle? La loro utilità è indubbia, ma in molti
casi vi si dovrebbe rinunciare. Sono una grande attrazione. Pensiamo all'oro, in forma nanometrica fonde a
300 gradi invece degli oltre 1.000, e il risparmio energetico è enorme. O al ferro, che in forma nanometrica
diventa così duttile da permettere la realizzazione di fili sottili e resistenti. Oggi i nanomateriali sono il più
grande investimento industriale della storia, ma pongono rischi simili a quelli dell'amianto o dei gas
refrigeranti Cfc, ormai vietati perché altamente dannosi. In molti casi si ricorre ai nanomateriali a sproposito,
oppure con considerazioni mi o pi, senza prevederne gli effetti. Per esempio? È esemplare il caso di un
trattamento anticancro apparentemente miracoloso e invece molto nocivo. Per superare la chemioterapia,
con la quale viene iniettata una molecola che distrugge tutte le cellule, anche quelle sane, è stato messo a
punto un metodo basato sui nanomateriali per colpire le sole cellule cancerose. Si tratta di microparticelle di
ossido di ferro rivestite di materiale con affinità a certi tessuti. Nei casi di cancro metastatico al fegato, queste
particelle raggiungono solo le metastasi e con una potente macchina magnetica consentono di cuocere solo
le cellule cancerogene. Il problema è che poi non c'era modo di eliminarle. Ora questa terapia non si usa più,
ma ce ne sono altre in uso, molto pericolose. Escludendo farmaci e terapie mediche, in quali beni di largo
consumo sono impiegate le nanoparticelle? Sono negli alimenti, nelle gomme da masticare, in alcuni
dentifrici, nei cosmetici, nelle piastrelle e ceramiche con cui si fanno per esempio i piani di lavoro della cucina.
Vengono anche introdotte negli indumenti, per esempio nei calzini "antiodore", dove le microparticelle di
argento inibiscono lo sviluppo dei batteri responsabili del cattivo odore del sudore dei piedi. Poi però quei
calzini vanno in lavatrice e le microparticelle si disperdono nello scarico fino a tornare nella nostra
alimentazione. Le stesse particelle di argento in quanto antimicrobiche sono usate per le caraffe filtranti.
Certo, uccidono i batteri ma alla lunga fanno lo stesso con noi. Più di tutti è però l'industria degli indumenti e
degli strumenti per lo sport a farne uso. Sci, mazze da golf, racchette da tennis. Sono impiegate per
alleggerire lo strumento e renderlo più resistente, più elastico o più scorrevole. Qui si pone il problema dello
smaltimento. Quando questi oggetti finiscono nell'inceneritore le microparticelle si disperdono in aria, e da lì
arrivano nel miglior filtro, i nostri polmoni, oltre che nelle pareti delle nostre case aggiunte al cemento per fare
sparire le ceneri. Nessuno chiude mai il cerchio. Si guarda ai miracoli che realizzano - e ne fanno - ma non a
come va a finire.
E ANCHE TRA LE PARETI DI CASA È SEMPRE PIÙDIFFICILE EVITARLE I l l argo uso de ll e micropartice
ll e nei prodotti destinati ag l i ambienti interni è considerato un potente fattore di rischio ne ll a "sindrome da
edificio ma l ato" ( Sic k Bui l ding S y ndrome, SBS ) , un comp l esso di sintomi ( irritazione ag l i occhi, a l
naso, a ll e vie respiratorie, nonché ma l di testa e stanchezza ) corre l ati a ll a insa l ubrità de ll 'ambiente di l
avoro o di residenza. Raramente l a presenza di partice l l e nanometriche è comunicata a l consumatore. Per
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
24
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Consumi L'inchiesta STEFANO MONTANARI È IL RICERCATORE CHE HA INDIVIDUATO LE
NAPATOLOGIE
24/07/2014
Il Salvagente - N.30 - 24 luglio 2014
Pag. 23
(diffusione:49000, tiratura:70000)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
25
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
evitar l e è quindi opportuno chiedere informazioni a l produttore. Tra i prodotti che faci l mente veico l ano ne
ll e abitazioni l e micropartice ll e indesiderate ci sono l e vernicie l e tintureantibatteriche, l e piastre ll ee i
piani di l avoro in ceramica, i l pento l ameantiaderente. Stesso discorso per i tessuti: l e nanopartice ll e sono
impiegate per render l i antimacchia o antimicrobici, per inibire i cattivi odori. Più diffusi neg l i edifici adibiti a
ufficio sono invece i trattamenti per rendere i vetriautopu l enti. Una sorta di pe ll ico l a destinata a cedere
frammenti tanto picco l i da essere invisibi l i e faci l mente ina l ati.
24/07/2014
Il Salvagente - N.30 - 24 luglio 2014
Pag. 40
(diffusione:49000, tiratura:70000)
La COPPIA ha problemi di letto? c'è il pronto soccorso del sesso
Quando la sanità pubblica prova a dare risposte anche a questo tipo di problemi
Daniela Molina
Una coppia con problemi di sesso? Primo passo, per nulla scontato, riconoscerne e accettarne l'esistenza.
Dopo di che non è detto che ci sia bisogno di cercare specialisti, magari a caro prezzo, per essere seguiti.
Ora però ci si può recare tranquillamente in ospedale. Avete capito bene: per questo tipo di problemi,
generalmente ignorati dal pubblico, si muove anche il Sistema sanitario nazionale. E parliamo di quello
italiano, non di quello di qualche paese nordico. Basta prenotare telefonicamente al Cup la visita e pagare un
ticket unico per essere visitati contemporaneamente dai due specialisti delle vie genitali femminili e maschili:
ginecologo e urologo. Questa è l'idea avuta dal professor Vincenzo Mirone , segretario generale Siu (Società
italiana di urologia), che ora è diventata realtà. "Si tratta di un'idea che ho avuto un po' di anni fa e ora
finalmente l'ho realizzata e ne sono estremamente orgoglioso", dice al Salvagente. "E credo che questo sia
un nuovo modo, diverso, più avanzato, di fare medicina, cioè affrontare i problemi della coppia in quanto
coppia". Proprio questo fanno i dipartimenti del Benessere di Coppia, il primo dei quali è stato aperto l'8 luglio
a Napoli , presso l'Azienda ospedaliera universitaria Federico II, mentre a breve apriranno anche quelli
dell'ospedale Niguarda Ca' Granda di Milano e dei policlinici di Modena e Bari . Di questa novità, che alcuni
hanno già soprannominato "Pronto soccorso del sesso", il professor Mirone spiega: "C'è davanti a noi una
realtà nuova patologica, che è appunto la coppia con i suoi problemi di sessualità, che ovviamente sono
integrati, quindi: infertilità della coppia, malattie sessualmente trasmissibili della coppia, lui eiaculatore
precoce e lei anosgarmica (impossibilitata a raggiungere l'orgasmo, ndr), lui con disfunzione erettile e lei con
calo della libido, ossia del desiderio". Una coppia che abbia uno o più di questi problemi può quindi prenotare
una visita con una semplice telefonata, "una telefonata che arriva al nostro Cup dove c'è un canale dedicato
al dipartimento Benessere di Coppia, che prende l'appuntamento. Ogni martedì ci sono 10 appuntamenti e
l'urologo e il ginecologo insieme visitano la coppia. Alla Federico II abbiamo due urologi e due ginecologi che
visitano insieme la coppia. E questa paga un solo ticket . Il problema è uno e abbiamo ottenuto che venga
pagato un ticket unico". Per avere informazioni al riguardo basta collegarsi al sito
www.dipartimentibenesserecoppia.it .Lo staff medico "UN'INIZIATIVA FORTE, ACCOLTA CON
ENTUSIASMO"
primo dipartimento del Benessere di Coppia italiano è stato aperto da pochi giorni, l'8 luglio, e ha già avuto un
grande successo. Abbiamo chiesto, a una settimana dall'apertura, allo staff medico di rispondere a qualche
domanda al riguardo. Sono state molte le richieste di appuntamento? Sì, ne abbiamo ricevute molte. In
occasione della prima data di appuntamenti abbiamo chiuso la lista di prenotazioni in poche ore. Il centro di
prenotazione aggiorna il conteggio quotidianamente e la richiesta per un consulto sale costantemente. In
questi primi giorni le coppie visitate si sono mostrate soddisfatte dell'iniziativa? In questo primo rush di
appuntamenti ci siamo resi conto dell'esigenza e della sinergia che si crea quando due specialisti di settore
visitano i membri della coppia separatamente e poi di concerto. Il feedback ricevuto è entusiasmante e
dimostra la forza dell'iniziativa. C'è stata una patologia principale per la quale hanno chiesto maggiormente
aiuto? Sicuramente le patologie più spesso riferite dal paziente e molto spesso dal partner femmina sono la
disfunzione erettile e l'eiaculazione precoce. Tuttavia la prima ha un vissuto più importante e coinvolgente. Il
paziente maschio si sente defraudato e destituito del suo ruolo. Oggi esistono terapie mediche efficaci e
accessibili ed è quindi bene rassicurare le persone affette da questa, frequentissima, patologia e invitarle a
consultare lo specialista, o meglio, gli specialisti della coppia. Il team medico congiunto ha lavorato subito
insieme con facilità o ci sono state problematiche che hanno richiesto qualche "aggiustamento
organizzativo"? Urologi e ginecologi lavorano spesso insieme, inoltre la medicina d'oggi prevede sempre un
approccio multidisciplinare al paziente e sempre più spesso anche un singolo quesito diagnostico prevede
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
26
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Diritti Salute GIÀ APERTO A NAPOLI, PRESTO ANCHE A MILANO, MODENA E BARI
24/07/2014
Il Salvagente - N.30 - 24 luglio 2014
Pag. 40
(diffusione:49000, tiratura:70000)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
27
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
l'interrogazione di più specialisti. Urologi e ginecologi insieme sono un team già rodato, tuttavia ogni coppia
rappresenta un interrogativo singolare e la squadra deve avere una caratteristica plastica e prestarsi a un
eventuale "aggiustamento organizzativo". Da questo primo impatto, cosa si può prevedere per il futuro?
L'iniziativa potrebbe aprire la strada alla fondazione di dipartimenti multidisciplinari ma soprattutto potrebbe
sensibilizzare la comunità di pazienti a favorire un approccio congiunto.
24/07/2014
Il Salvagente - N.30 - 24 luglio 2014
Pag. 42
(diffusione:49000, tiratura:70000)
Problema più diffuso di quanto si ammetta che mina l'equilibrio dei due
partner
800mila, secondo i medici, le coppie a rischio infedeltà e rottura per disturbi sessuali che inevitabil mente
finiscono per contagiare entrambi
Idipartimenti del Benessere di Coppia sono promossi dalla Società Italiana di urologia e dall'Associazione
ostetrici ginecologi ospedalieri italiani (Aogoi), e sono nati con lo scopo di trattare i disturbi sessuali, che
minano il benessere di ben 16 milioni di italiani. I numeri infatti parlano chiaro: 800mila sono le coppie a
rischio di infedeltà e rottura del rapporto a causa di problemi sessuali, problemi che sono la causa del 20%
delle separazioni, mentre in Italia sono ben 20mila i cosiddetti matrimoni bianchi , in cui i coniugi non riescono
a "consumare". I problemi possono essere per l'uomo quelli di erezione (oltre 3 milioni di casi), di "eccessiva
velocità" ( eiaculazione precoce , 4 milioni di casi) o di calo del desiderio (1 milione di casi); quelli femminili di
solito sono mancanza di orgasmo (4,5 milioni di casi), disturbi del desiderio (2,5 milioni di casi), doloridurante
il rapporto (2 milioni di casi); per entrambi invece esistono problemi dovuti a semplici infezioni batteriche o
banali malattie dell'apparato genitale. Ma i disturbi sessuali vanno "a braccetto" e i due partner possono
contagiarsi, sia fisicamente sia psicologicamente. Il dottor Mirone spiega infatti: "Se lui ha una disfunzione
erettile, non è difficile che lei lamenti vaginismo o dolore durante la penetrazione; se lui è infertile, anche per
lei la sterilità diventerà il centro dei pensieri; se lui soffre di eiaculazione precoce, lei quasi sempre avrà
problemi di anosgarmia". Si può insomma parlare di "coppie di danni e danni di coppia". A questo si aggiunge
un'altra circostanza che non si può certo definire attenuante, ovvero il fatto che parlare di queste difficoltà
rappresenta un tabù per molte coppie. Il 90% degli uomini con disfunzione erettile o di eiaculazione precoce (i
due disturbi più diffusi) non affronta il problema e nemmeno sa che oggi ci sono cure efficaci e rapide che lo
risolvono. Si tratta probabilmente di una questione culturale che si riflette sulla psiche umana e per questo
chiediamo al professor Mirone se è previsto, nei dipartimenti, anche il supporto di uno psicologo.
"Sicuramente non ora - ci risponde - perché già è stato difficile mettere insieme l'urologo e il ginecologo, ma è
evidente che poi, essendo tutte strutture portanti, se ci sono problemi poi può intervenire anche lo
psicosessuologo, certamente". Il professor Antonio Chiantera , segretario nazionale di Aogoi, aggiunge che
anche per le donne affrontare i problemi sessuali non è semplice, nonostante "una buona salute sessuale sia
riconosciuta come base fondante nella qualità di vita delle persone anche dall'Organizzazione mondiale della
sanità e le donne - sempre più consapevoli e realizzate - vorrebbero una vita sessuale sempre più piena e
appagante. Ma quasi in un caso su due devono fare i conti con la difficoltà o l'impossibilità nel raggiungere
l'orgasmo, con dolori durante i rapporti, con un calo del desiderio che spesso peraltro riguarda entrambi i
partner nei sempre più diffusi 'matrimoni bianchi' in cui il sesso è il grande assente". Occorre dunque
superare la barriera delle emozioni negative che ostacolano la consapevolezza di avere un problema, come
l'imbarazzo, il senso di colpa, la paura di essere giudicati e di doversi mettere in discussione. "Proprio perché
i problemi sono di coppia", conclude il professor Chiantera, "per essere adeguatamente risolti devono essere
affrontati considerando entrambi i partner, cercando di stabilire un dialogo profondo, empatico, e senza
reticenze". Per curarsi bisogna dunque superare ogni paura e preconcetto culturale e comportarsi da vera
coppia, recandosi insieme presso uno dei nuovi dipartimenti dove si trovano riuniti gli specialisti della salute
sessuale maschile e femminile. Urologi e ginecologi saranno a disposizione anche per attività educazionali,
come la distribuzione di brochure informative, e per colloqui approfonditi, necessari a individuare la radice dei
problemi prima di eseguire gli esami diagnostici eventualmente necessari. È proprio questa, sottolinea il
professor Mirone, la cosa più importante da evidenziare: "Abbiamo una realtà diversa, una patologia diversa
che è la coppia, quindi non abbiamo più o l'uomo o la donna, ma la coppia trattata come un tutt'uno, e i due
specialisti del settore che la visitano; e questo mi sembra il dettaglio più forte da ribadire".
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
28
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Diritti Salute QUASI IN UN CASO SU DUE C'È DIFFICOLT À A RAGGIUNGERE L'ORGASMO
24/07/2014
Il Salvagente - N.30 - 24 luglio 2014
Pag. 42
(diffusione:49000, tiratura:70000)
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
16 milioni gli italiani che soffrono di disturbi sessuali
4milioni gli uomini che soffrono di eiaculazione precoce
4milioni le donne che hanno problemi di anorgasmia
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
29
24/07/2014
Medico e Paziente - N.3 - giugno 2014
Pag. 36
(diffusione:39903, tiratura:40255)
Serve maggiore coinvolgimento dei MMG nella gestione del PAZIENTE
CEFALALGICO
Cesare Peccatisi
Anche quest'anno è tornato l'appuntamento del congresso nazionale dell'Associazione dei neurologi italiani
che si dedicano alle cefalee che si sono dati appuntamento nell'ottocentesco teatro Vittorio Alfieri di Asti,
coinvolgendo anche neurochirurghi, Medici di medicina generale (MMG) e farmacisti. Di particolare interesse
pratico per il MMG la presentazione di un algoritmo diagnostico e terapeutico messo a punto dai neurologi
dell'Università di Parma diretti dal prof. Gian Camillo Manzoni appositamente studiato per non addetti ai lavori
che dovrebbe consentire una gestione più agile e corretta dei pazienti a tutto vantaggio non solo del malato,
ma anche del SSN che vedrà così sfoltirsi le liste d'attesa, sftando peraltro l'annoso problema forse fin troppo
enfatizzato della minor competenza dei medici di famiglia nella gestione di questi pazienti per i quali il MMG
rappresenta in ogni caso il primo step ed è proprio dalla sua corretta impostazione del trattamento che può
derivare la soluzione poi portata a termine dei centri cefalee. Esistevano finora molti strumenti come quello
ideato a Parma, ma erano solo per super-specialisti: adesso invece con 5 semplici domande il MMG potrà
curare meglio i suoi pazienti. Secondo uno studio del San Raffaele di Milano e dal centro di riabilitazione
neurologica Hildebrand di Brissago in Svizzera, i medici non si sono ancora pienamente resi conto del fatto
che ultimamente nelle cefalee il ricorso alla medicina alternativa è molto aumentato, soprattutto fra i giovani
pazienti (4-16 anni), raggiungendo punte dell'80 per cento per il trattamento preventivo degli attacchi. I
principali motivi di tale comportamento sono il non voler assumere troppo a lungo farmaci in modo da evitare i
loro effetti collaterali, l'inefficacia delle terapie convenzionali, la voglia di tentare un approccio integrato alla
malattia, un'innata tendenza dei più giovani a usare queste sostanze al posto dei farmaci. Oltre ai prodotti
omeopatici, le sostanze più usate sono risultate valeriana, Ginko biloba, Boswellia serratici, agnocasto, fiori
della passione, tiglio, vitamine (B6 e B12), supplementi minerali, magnesio, complessi multivitaminici ecc. Il
45 per cento ricorre anche a trattamenti fisici, il 33 per cento allo yoga, 1' 11 per cento all'agopuntura. Altro
dato di rilievo è che 30 per cento dei pazienti si autoprescrive terapie alternative, nel 22 per cento dei casi su
suggerimento di figure non mediche, e riguardo l'aspetto prescritivo sono stati chiamati sul banco degli
imputati anche i MMG risultati responsabili nel 24 per cento dei casi insieme al pediatra di famiglia. Tutti i
medici, a partire dallo specialista, dovrebbero indagare meglio sull'uso delle terapie alternative da parte dei
loro pazienti. Riguardo efficacia e sicurezza di Gammacore ha colpito il dato riportato da Alan Rapoport della
Ucla University: lo stimolatore vagale esterno che aveva finora dimostrato di ridurre oltre la metà degli
attacchi di emicrania, è ancor più efficace nella terribile cefalea a grappolo, dove già dopo 13 settimane di
utilizzo si ottiene la riduzione o addirittura l'abbandono dei vecchi farmaci di soccorso. Anche se dopo
adeguate istruzioni viene usato direttamente dal paziente, la prescrizione di questo device portatile è per ora
prerogativa dello specialista, ma non è detto che i suoi risultati di efficacia e praticità non portino presto a
coinvolgere in prima persona anche il MMG. Uno studio fuori dal coro è quello presentato dai neurologi
dell'Università Federico II di Napoli diretti da Roberto De Simone che sembra aver trovato una soluzione
rapida e tutto sommato poco invasiva all'emicrania cronica ed episodica: la rapida risoluzione nel 77,3 per
cento dei casi cronici e nel 54,6 per cento di quelli episodici tramite una puntura lombare praticata una tantum
che, normalizzando la pressione intracranica, ottiene una remissione che perdura fino a 4 mesi nel 38,6 per
cento dei casi, fino a 3 mesi nel 45,4 e fino a 2 nel 54,6: in media con una sola visita dello specialista per
almeno tre mesi oltre la metà dei pazienti che non riuscivano da anni a liberarsi della loro emicrania non
presenteranno attacchi.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
30
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
VI Congresso Nazionale ANIRCEF, 29 - 31 maggio 2014, Asti CONGRESSI
24/07/2014
Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014
Pag. 13
Nel 2013 oltre 40 studi clinici
Far conoscere il valore delle sperimentazioni, quale insostituibile canale di conoscenza e di formazione sia
per l'organizzazione che per il professionista, i metodi con cui si sviluppa, nonché le misure di tutela per chi
decide di prendervi parte al fine di informare i pazienti sull'importanza della ricerca clinica e sul suo significato
per l'assistenza sanitaria. E stato questo l'obiettivo della XII edizione della Giornata della Sanità Versiliese
dedicata alla sperimentazione clinica, alla quale hanno partecipato Brunero Baldacchini Direttore Generale
dell'Azienda Usi 12, Grazia Luchini Direttore Sanitario, Domenico Lombardi sindaco del comune di
Pietrasanta, Umberto Buratti sindaco di Forte dei Marmi, Laura Canavacci della Commissione di Bioetica
della Regione Toscana, i medici, i farmacisti, gli infermieri ed il personale amministrativo dell'Azienda Usi 12.
Durante l'incontro è emerso come l'assidua attività sperimentale presente all'interno dell'Usll2, sia in continuo
aumento, portando all'attivazione nell'anno 2013 di oltre 40 studi clinici. I vantaggi della sperimentazione
clinica sono molteplici e coinvolgono tutti: i pazienti, i professionisti del settore e l'intera comunità. Per i
pazienti significa accedere alla possibilità di ricevere il trattamento più moderno e appropriato, ed avere le
stesse opportunità terapeutiche di qualsiasi altro paziente del Mondo. Per i medici e i professionisti è
un'opportunità di aggiornamento e partecipazione alla Comunità Scientifica Internazionale, contribuendo
all'innovazione e al perfezionamento dei trattamenti terapeutici. C'è infine un vantaggio di tipo economico per
la comunità, in fatti con la ricerca scientifica si assiste ad un cospicuo risparmio della spesa farmaceutica
poiché i farmaci vengono forniti dalle case farmaceutiche che sponsorizzano lo studio. La partecipazione alla
sperimentazione clinica ha portato, dal 2008 al 2014, alla pubblicazione di oltre 400 articoli scientifici aventi
come autori i professionisti dell'USL12 sulle più prestigiose riviste internazionali, con il contributo delle unità
operative di Neurologia, Cardiologia, Radiologia, Oncologia, Nefrologia, Gastroenterologia, Pediatria,
Psichiatria, Ostretricia e Ginecologia.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
31
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
NOTIZIARIO / Ausi 12 Viareggio
24/07/2014
Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014
Pag. 13
Elette le cariche direttive
Si è svolta l'8 luglio scorso a Roma la riunione del Direttivo dell'Associazione Farmacisti rica Bianchi,
presidente dell'Ordine dei Farmacisti di Cuneo, alla vicepresidenza Ermanno Serra, consigliere
dell'Associazione farmacisti volontari di Cagliari e segretario è stata nominataSilvia Nocera, presidente
dell'Associazione farmacisti volontari di Agrigento. L'Associazione venne costituita nel 2009, su impulso della
Fofi, dopo che i farmacisti si erano distinti nelle attività di soccorso alle popolazioni colpite dal sisma
dell'Aquila. Da allora l'Associazione ha ripefutamente dato Emilia Romagna e Sardegna.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
32
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
NOTIZIARIO / Associazione Farmacisti Volontari per la Protezione civile
24/07/2014
Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014
Pag. 24
«Pronti ad investire almeno un miliardo e mezzo di euro nei prossimi tre
anni»
U' n'inversione di tendenza che fa bene all'Italia e alla sua economia. Farmindustria ha annunciato nel corso
dell'Assemblea pubblica svoltasi a Roma lo scorso 3 luglio che le imprese del farmaco sono pronte a investire
almeno un miliardo e mezzo di euro nei prossimi tre anni, di cui 470 milioni già dichiarati. E a creare 2.000
nuove opportunità di lavoro peri giovani. Aziende competitive a livello internazionale, come dimostrano quelle
a capitale italiano con 50 acquisizioni e 300 insediamenti fuori dai confini nazionali, negli ultimi 15 anni. E
quelle a capitale estero che hanno una forte presenza in Italia con poli mondiali per la produzione e la
Ricerca. Cambiare il trend è possibile. "La parola d'ordine" sostiene Farmindustria "è crescere con il
contributo delle produzioni di qualità e di grande contenuto innovativo. Caratteristiche tipiche del settore
farmaceutico che mette così in risalto il suo valore manifatturiero. Un'industria che può essere considerata
ormai una nuova specializzazione del made in Italy. Nella classifica Uè per produzione, infatti, solo la
Germania precede il nostro Paese, che però è il primo tra i big europei in termini procapite. L'Italia può
diventare Yhub farmaceutico d'Europa, grazie ad un ampio numero di imprese e di fabbriche, una solida base
produttiva resa competitiva da risorse umane di grande qualità, vera eccellenza del nostro Paese, con il 90%
di laureati e diplomati. E all'export di medicinali che ha permesso all'Italia di conquistare, negli ultimi tre anni,
il titolo di "campione del mondo". Senza dimenticare il ruolo fondamentale dell'indotto e l'eccellenza del
mondo scientifico e clinico, confermata dal numero straordinario di pubblicazioni e studi scientifici su riviste
internazionali. Le aziende farmaceutiche hanno dimostrato di saper produrre ed esportare. E vogliono
costruire il futuro. Senza il continuo timore di ostacoli o blocchi. Bisogna perciò" sottolinea Farmindustria
"velocizzare le procedure burocratiche riferite ai nuovi investimenti; accelerare l'accesso all'innovazione
frenato da troppi vincoli nazionali e regionali; aiutare le imprese a utilizzare i Fondi europei per produzione e
R&S; individuare sistemi premiali per i prodotti che contribuiscono agli investimenti; rendere più veloci le
ispezioni ai siti produttivi. Interventi da accompagnare a una revisione del Titolo V della Costituzione, per
riportare "al centro" - e quindi al Ministero della Salute e all'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) - la politica
farmaceutica oggi suddivisa in 21 realtà territoriali. Con pesanti conseguenze per i pazienti che sperimentano
sulla pelle la prova tragica della "lotteria della nascita", per cui chi vive in una regione può contare su elevati
livelli di assistenza, mentre chi risiede in un'altra è costretto a migrare altrove per ottenere la terapia
innovativa. Si genera così un pesante 'spread sociale': un farmaco innovativo, che arriva in Italia con 12-15
mesi di ritardo può essere disponibile nelle singole regioni con differenze di tempo rilevanti. E dopo almeno
350 giorni rispetto alla Germania". «Oggi - afferma Massimo Scaccabarozzi, Presidente Farmindustria - ci
sono le condizioni per ricreare lavoro. Servono però stabilità del quadro normativo e certezza delle regole. Il
Premier, Matteo Renzi, il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin e i Governatori di Lombardia e Lazio,
Roberto Maroni e Nicola Zingaretti, hanno dimostrato ripetutamente di credere nel settore e di considerarlo
un importante asset industriale ad alta tecnologia». «L'Italia ha necessità di una governance farmaceutica più
efficiente - spiega Scaccabarozzi - così come è opportuno semplificare la burocrazia e sviluppare un contesto
più attrattivo per l'innovazione, cuore pulsante dell'attività delle imprese e impegno verso i pazienti. E appena
iniziato il semestre di presidenza italiano in Europa. Un'ottima occasione per dimostrare quanto vale l'Italia e
quanto valgono le industrie. Le imprese del farmaco, consapevoli della loro eccellenza a livello internazionale,
sono pronte a raccogliere la sfida». Ai primi posti in Italia per export, produttività e innovazione Nel 2013
l'export farmaceutico in Italia è cresciuto del 14% (gli altri comparti sono stabili) e negli ultimi 5 anni del 64%
(+7% la media manifatturiera). Le aziende hanno determinato il 34% dell'aumento complessivo delle
esportazioni manifatturiere in Italia dal 2008 al 2013. Secondo i dati della Banca d'Italia dal 2001 al 2013 la
farmaceutica ha aumentato la produttività: + 55% rispetto al +1% della media nazionale. E il rapporto
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
33
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
DOSSIER / A Roma l'Assemblea pubblica di Farmindustria
24/07/2014
Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014
Pag. 24
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
34
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
"Scenari Industriali 2014" di Confindustria evidenzia come sia l'unica che negli ultimi 5 anni ha visto crescere
la competitivita del fattore lavoro (+12% contro il -20% della media). L'Istat mostra poi come anche nel 2014 il
settore farmaceutico stia dando un forte contributo alla tenuta industriale, con una crescita manifatturiera del
2,6%, ossìa oltre 3 volte superiore alla media, pari allo 0,8%. L'innovazione poi è nel core dell'industria
farmaceutica e si concretizza in elevati investimenti materiali e immateriali, qualità dell'occupazione e
propensione all'export. Un'indagine Farmindustria: vantaggi e svantaggi competitivi per gli investimenti in
Italia Da uno studio di Farmindustria risulta che l'eccellenza delle Risorse Umane rappresenta il principale
fattore competitivo. Altri segni positivi sono l'indotto, che crea importanti sinergie, e la qualità delle strutture
cliniche. Tra i fattori di svantaggio, l'inefficienza della burocrazia, la tassazione, la complessità della normativa
del lavoro e l'instabilità del quadro regolatorio. Industria Farmaceutica: produzione di valore per l'intero Paese
I numeri dell'industria farmaceutica mostrano la sua importanza per l'intero Sistema Paese: 174 fabbriche;
62.300 addetti (90% laureati o diplomati); 5.950 alla R&S, 28 miliardi di produzione (71% destinato all'export);
2,3 miliardi di investimenti (1,2 in R&S e 1,1 in produzione). Produzione ed export In Europa, l'Italia è
seconda solo alla Germania per valore della produzione farmaceutica in Uè con 28 miliardi, il 71% destinato
all'export. Un vero e proprio fiore all'occhiello per il settore, basti pensare che solo negli ultimi 5 anni è
cresciuto del 64% rispetto al 7% della media manifatturiera. I medicinali hanno chiuso il 2013 al quarto posto
nella classifica dei 119 settori esportatori, dopo quelli della meccanica, e nel primo trimestre 2014 sono saliti
sul terzo gradino del podio. II comparto è inoltre primo tra i big Uè per produzione procapite e per contributo
al PIL. Considerando le imprese del farmaco e il loro indotto, il valore complessivo di investimenti, stipendi e
tasse pagate (13,7 miliardi di euro) supera il ricavo dell'industria derivante dalla spesa pubblica per medicinali
(12,1 miliardi). Ricerca e Sviluppo: innovazione continua In Italia sono impiegati 5.950 Ricercatori che nel
2013 hanno potuto contare su investimenti pari a 1.220 milioni di euro. Le imprese del farmaco finanziano
oltre il 90% della Ricerca svolta in Italia. Nella R&S, l'industria farmaceutica rappresenta l'll% degli
investimenti e il 7,2% degli addetti del totale manifatturiero. Insieme alle piccole imprese biotech del farmaco
il comparto genera investimenti pari a 1.385 milioni, il 7% del totale della Ricerca svolta in Italia. Risorse
umane qualificate e occupazione femminile II settore si caratterizza anche per risorse umane altamente
qualificate e per la forte presenza femminile (44% del totale rispetto a 25% dell'industria), con ruoli importanti
specie nella R&S (il 53% dei Ricercatori è donna). E per rispondere alle esigenze del mondo femminile,
spesso le aziende farmaceutiche mettono in atto misure per favorire il bilanciamento tra carriera, famiglia e
vita privata. Asili nido aziendali, mense con take away per la cena o servizi di lavanderia e calzoleria sono a
disposizione delle mamme-dipendenti per offrire il giusto equilibrio tra vita familiare e lavoro. Relazioni
Industriali La farmaceutica si distingue per un modello partecipativo e collaborativo di Relazioni Industriali
innovative, che si concretizza in un rapporto moderno e aperto, tra imprese e Sindacati. Come dimostrano,
per fare alcuni esempi, strumenti integrativi sanitari come Faschim, previdenziali come Fonchim, o strumenti
come Welfarma per il ricollocamento dei lavoratori in esubero. Biotech Un futuro già presente. La maggior
parte dei nuovi farmaci e vaccini proviene dalle biotecnologie, che rappresentano la frontiera dell'innovazione
farmaceutica per la loro capacità di dare risposte a esigenze di salute non ancora soddisfatte e per le
potenzialità di sviluppo nell'industria e nella Ricerca pubblica. Sono 110 i farmaci biotecnologici disponibili,
relativi a 12 aree terapeutiche. La più rilevante è l'infettivologia con 35 medicinali, seguita da quella
oncologica (23) e dalle malattie metaboliche, epatiche ed endocrine (21). I farmaci e i vaccini biotech in
sviluppo nel mondo sono 907, con possibili benefici per più di 100 patologie. In Italia sono attualmente in
sviluppo 403 molecole. In molti casi i trattamenti di origine biotech sono l'unica possibilità di cura per
patologie rilevanti e diffuse; sono poi tra le principali risposte alle malattie rare. In Italia il settore si identifica
essenzialmente con quello del farmaco: le imprese sono 176, con investimenti in R&S di oltre 1 miliardo e
4.658 addetti in R&S. Conto Terzi La produzione farmaceutica in Italia si sviluppa anche e sempre di più con
il contributo di imprese produttrici "conto terzi", che rappresentano ormai una realtà consolidata e in costante
crescita, per fatturato, export e occupazione. Nel 2013 gli addetti sono stati 6.000 (67,2% laureati o
24/07/2014
Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014
Pag. 24
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
35
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
diplomati), con 1,2 miliardi di fatturato e 852 milioni di export (71% del valore della produzione). Fatturato e
numero di occupati hanno avuto una forte crescita tra il 2005 e il 2013, superiore al 100%. Nel 2013 le
imprese hanno investito complessivamente (produzione, ricerca e attività innovative) circa 73 milioni di euro
di cui il 41% in Ricerca e Sviluppo. Una quota crescente è destinata a Salute, Sicurezza e Ambiente (HSE).
Spesa farmaceutica pubblica e prezzi dei medicinali Lo Stato spende, in tutti i canali di distribuzione, 16
miliardi di euro l'anno, 74 centesimi procapite al giorno, pari al 15% della spesa sanitaria effettiva nel 2013.
Considerando sia quella territoriale sia quella ospedaliera, la spesa pubblica per medicinali in Italia è: più
bassa che nella media dei grandi Paesi Uè del 27% (270 euro prò capite rispetto ai 370); diminuita dal 2006
al 2013 del 4%, mentre il totale della spesa sanitaria è aumentato del 7%, con punte di oltre +21% per altri
beni e servizi acquistati dal Ssn; diminuita in percentuale sul PIL, in controtendenza rispetto alle altre voci di
spesa sanitaria, che in ogni caso sono cresciute meno delle altre voci di spesa pubblica. Analisi del Cergas
Bocconi mostrano ormai da diversi anni come i prezzi in Italia siano più bassi che nei Paesi europei, sia per i
prodotti con copertura brevettuale sia per quelli a brevetto scaduto. Anche un report del Parlamento Uè lo ha
confermato. Dal 2001 al 2013 i prezzi dei medicinali rimborsabili sono scesi del 44% (-3,2% nel 2013).
Farmaci innovativi: i ritardi in Italia L'Italia detiene il "record" Uè di vincoli nazionali e regionali per l'accesso ai
nuovi farmaci con implicazioni sui tempi, più lunghi rispetto ai big Uè. Medicinali che vengono resi disponibili
due anni dopo l'approvazione a livello europeo. Le vendite procapite dei medicinali innovativi autorizzati dalla
European Medicines Agency (Ema), tra il 2008 e il 2013, sono più basse del 40% rispetto ai big Uè e i
consumi del 20%. Con un ricavo medio inferiore in Italia rispetto agli altri Paesi. Indotto e filiera L'industria
farmaceutica può contare su un indotto hi-tech molto competitivo, con 64.000 addetti, che genera sul territorio
14,7 miliardi di produzione, 4,6 miliardi di valore aggiunto, 1,8 miliardi di stipendi e circa un miliardo di
investimenti, che si sommano al contributo diretto della farmaceutica all'economia nazionale. Se si considera
anche la filiera, cioè il segmento a valle della farmaceutica, emerge che nella distribuzione intermedia
(compreso il suo indotto) lavorano oltre 12 mila addetti e nelle farmacie 83 mila. La somma di occupati diretti,
indotto e filiera è pari a 222 mila. La farmaceutica sul territorio L'Italia vanta a livello regionale dei veri e propri
cluster d'eccellenza nel settore farmaceutico, come la Lombardia, il Lazio, la Toscana, l'Emilia Romagna e il
Veneto. Lombardia: prima regione farmaceutica e biotech in Italia, con metà circa di addetti, produzione,
Ricerca e studi clinici rispetto al totale nazionale. Conta 28 mila occupati diretti, ai quali si aggiungono i 14
mila dell'indotto. • Lazio: seconda regione farmaceutica per numero di occupati e prima per export, a
testimonianza di una forte specializzazione produttiva. Gli addetti sono 14 mila e oltre 6 mila sono nell'indotto.
È il primo settore esportatore, con un peso del 42% sul totale della Regione. Risultati resi possibili dalla
presenza di importanti aziende a capitale italiano e a capitale estero, attive nella produzione, nella Ricerca
(1.075 addetti in R&S). Toscana: terza regione in Italia con 6 mila addetti diretti e 4 mila nell'indotto. Firenze,
Siena e Pisa sono tra le prime 10 province farmaceutiche in Italia. La Toscana si caratterizza per la
specializzazione nei vaccini, negli emoderivati e nel biotech. Emilia Romagna: conta 3.300 addetti, con una
presenza produttiva e di Ricerca legata a importanti aziende italiane, sempre più intemazionalizzate, e a
grandi imprese a capitale estero. I lavoratori dell'indotto sono 5.600. Veneto: conta circa 2.700 occupati. Agli
addetti diretti nel settore, si aggiungono i 6.000 nell'indotto. Tra le Regioni del Nord si segnalano Piemonte e
Liguria, con 2.200 addetti diretti e 7.000 nell'indotto. Insediamenti significativi si trovano anche in Abruzzo,
Marche, Sicilia, Puglia e Campania. Farmaci e vaccini per la sostenibilità del Ssn L'uso corretto dei farmaci e
dei vaccini genera significativi risparmi: con la prevenzione (1 euro speso per la vaccinazione può equivalere
a 24 euro per curare chi si ammala); rendendo non necessari interventi chirurgici; accorciando i tempi di
ospedalizzazione o evitando il ricovero ospedaliero (un giorno in ospedale costa oltre 1.000 euro, pari a 4
anni di assistenza farmaceutica procapite); rallentando la degenerazione o attenuando la sintomatologia di
alcune malattie tipiche dell'invecchiamento o riducendo il rischio di malattie invalidanti. Vaccini La
vaccinazione oltre ad essere un'arma fondamentale contro le malattie infettive consente anche una riduzione
della spesa sanitaria pubblica. Basti pensare che vaccinando i cittadini tra i 50 e i 64 anni contro l'influenza,
24/07/2014
Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014
Pag. 24
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
36
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
con un investimento di 76 milioni ci sarebbe un risparmio di 746 milioni. I vaccini oggi in sviluppo nel mondo
sono 300, di cui 250 di origine biotech. Emoderivati Gli emoderivati sono farmaci salvavita, spesso utilizzati
per il trattamento delle malattie rare (emofilia, angioedema ereditario, immunodeficienze primarie, etc) e nei
trapianti. Ogni anno si investono 35-40 milioni in R&S e gli addetti nel settore sono 2.000. fonte: farmindustria
Le Risorse Umane attraggono gli investimenti, l'inefficienza della burocrazia li allontana (indagine sui fattori di
benchmarking indicati dalle Aziende) Maggiori vantaggi competitivi 1. Qualità delle Risorse Umane 2. Qualità
dell'indotto 3. Qualità della vita e dell'ambiente 4. Ampiezza del mercato 5. Qualità delle strutture
cliniche/accesso a competenze Principali svantaggi competitivi 1. Inefficienza della burocrazia 2. Pressione
fiscale 3. Complessità normativa del lavoro 4. Instabilità del quadro regolatorio 5. Complessità della
normativa fiscale Fonte: indagine Farmindustria
Necessario migliorare le condizioni di accesso per i nuovi prodotti Tempi di accesso per i nuovi prodotti
(giorni tra autorizzazione EMA e prima vendita nel Paese) Ulteriori tempi per l'accesso regionale Oltre 2 anni
per l'accesso a un nuovo farmaco dopo autorizzazioni nazionalieregionali. E dopo l'accesso una serie di
vincoli che ne limitano l'uso Differenza tra Italia e Big Uè per le vendite di nuovi medicinali autorizzati EMA tra
il 2008 e il 2013 -40% in euro procapite -20% in consumi procapite Fonte: elaborazioni Varmindutria sii dati
ÌMS
All'Italia il "record europeo" di vincoli per l'accesso nazionale e regionale ai nuovi farmaci Condizioni di
accesso Tetto di Spesa Nazionale Def. Prezzi e Rimborsi (HTA) -i . Prima Linee Guida Nazionali r| del
Accordi di RiskSharing 1 lancio Immissione nel PTO -i § Linee Guida Regionali -' S Monitoraggio Web Quote
farmaci Me-too Dopo il Tetto di Spesa per Categoria lancio Tetto di Spesa per Prodotto - Budget Ospedaliero
Registri di Prodotto Quote farmaci Me-too 0 Condiz oni generali 0 Condizion applicate solo in casi specific
Fonte: BCG
Presenza regionale dell'industria farmaceutica e del suo indotto LOMBARDIA 28 mila addetti h.prima regione
fornirli : TOSCANA (chimica, ^ - - i . . PIEMONTE £ LIGURIA 2.200 addetti farmaceusici e 7.000 nell'indotto
{meccanica, chimicd. imbailaggi; 6 mila addetti diretti, 4 mila addetti nell'indotto (vetro.chimicaj LAZIO 14 mila
addetti,42% dell'export regionale (82% dell'export hi-tech;. 6.600 addetti nell'indotto (chimica, imballaggi; •
126 mila addetti • 6,7 miliardi di stipendi e contributi • 42,3 miliardi di produzione • 3,3 miliardi di investimenti
in R&S e produzione Fonie: FarminduUTid, Osservatorio Phdimintech, Istat VENETO ; 700 riddeUi. 6.000
nell'indotto (meccanica, chimica, imballaggi) EMILIA ROMAGNA 3_3fìO addetti diretti e 6.000 nell'indotto
(meccanica, chimica, vetro). A Parma 3" settore per export MARCHE 2.S00 addetti direni e nell'indotto. Ad
vW:oii Piceno 62% dell'export manifatturiero ABRUZZO Pili di 1.100 addotti! 100 in R&S), altrettanti
nell'indono CAMPANIA 900 addetti totali e 4 mila con l'indotto . UGLIA Centri di eccellenza di grandi gruppi
ìnlenwionali (3.000 addetti diretti e nell'indotto). A Bari e Brindisi il 31% dell'export manifatturiero totali SICILIA
Circa 1.000 addetti diretti e 4 mila nell'indotto, lell'export manifatturiero ' ovincia di Catania
24/07/2014
Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014
Pag. 30
Mettere mano al Titolo V
Massimo Scaccabarozzi*
Sappiamo che la sostenibilità del sistema della salute è fragile. Eppure la spesa farmaceutica, solo il 15% di
quella sanitaria, è sotto controllo da tempo a differenza di altre voci del Servizio Sanitario Nazionale, pari al
restante 85%, cresciute di più in questi anni. Ed è su questo 85% che c'è ancora da lavorare. E molto. E
proprio l'Italia che lavora e produce con flessibilità e creatività ad attirare gli investimenti delle imprese
internazionali. E non la burocrazia opprimente, non la tassazione a livelli record, non un quadro regolatorio
che cambia continuamente. Fa piacere che il Governo abbia preso la strada giusta. Negli ultimi mesi
qualcosa sta accadendo, si lavora sulle riforme e la speranza si rimette in moto. Gli annunci di nuovi
investimenti da parte di multinazionali si sono susseguiti negli ultimi mesi a Verona, a Parma, a Firenze, a
Latina, a Bari, a Brindisi, ad Ascoli, a Frosinone e potrei continuare. Oltre 470 milioni sul territorio. I dati Istat
mostrano che l'industria farmaceutica è il primo settore manifatturiero per investimenti esteri nel Paese. Non
sono da meno le aziende a capitale italiano che, dimostrando capacità imprenditoriali straordinarie, hanno
realizzato 50 acquisizioni all'estero dal 1999 a oggi negli Stati Uniti, in Cina, in Francia, Spagna, Turchia,
Tunisia e altrove. E lo hanno fatto nella produzione, nella ricerca, anche biotech, e nelle malattie rare. In un
contesto di forte competitivita l'industria farmaceutica c'è da Nord a Sud. E grazie a questo dinamismo
diffuso, accompagnato da un quadro regolatorio non ostile l'Italia può davvero diventare l'hub farmaceutico
d'Europa, come ha rilevato l'economista Marco Fortis su II Sole 24 Ore. 28 miliardi di euro di produzione, 19
miliardi di export (71%), 174 fabbriche, 2,3 miliardi annualmente investiti in produzione e ricerca, 62 mila
addetti che raggiungono i 126 mila con l'indotto. Questi risultati non sono frutto del caso. La verità è che
siamo bravi a produrre e a esportare, e lo siamo almeno quanto i più bravi al mondo. Non ci vergogniamo di
proclamarlo a voce alta contro quanti all'estero, invece delle tante eccellenze, esportano i più frusti luoghi
comuni sugli Italiani. I fattori negativi e positivi di competitivita in Italia Dalla nostra abbiamo le Risorse
umane, che si caratterizzano per flessibilità e capacità di soluzione dei problemi, e la qualità delle Relazioni
industriali sempre innovative. E l'indotto fatto di tante imprese ad alto contenuto tecnologico, che producono
materie prime, semilavorati, macchine e tecnologie per il processo e il confezionamento, componenti e servizi
industriali. Una rete di eccellenze con 64.000 addetti e 15 miliardi di fatturato, rivolta anche all'estero con
imprese che arrivano ad esportare fino al 90% della produzione. Positività riconosciute con l'attivazione di un
Tavolo, insieme con i Sindacati, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, di cui siamo grati al Vice
Ministro Claudio De Vincenti. Rappresentiamo inoltre un modello nella qualità della filiera, con la distribuzione
intermedia e con quella finale delle farmacie, che garantisce quotidianamente assistenza su tutto il territorio
nazionale. E questo lo dobbiamo anche ai medici e ai molti operatori sanitari che ringraziamo di cuore. E
naturalmente in Italia possiamo vantare l'eccellenza del mondo scientifico e clinico, confermata dal numero
straordinario di pubblicazioni e studi su riviste internazionali e dal forte aumento delle citazioni a livello
mondiale. Risultati di cui essere fieri. La relazione annuale della Banca d'Italia evidenzia infatti come
l'industria farmaceutica sia, tra tutti i settori dell'economia, quello che ha aumentato di più la produttività tra il
2001 e il 2013. E la produttività si traduce in ricchezza da reinvestire e da distribuire ai lavoratori e, a livello
macroeconomico, nella crescita del PIL. È l'unico modo per non "morire" di carenza d'ossigeno in una
rincorsa affannosa all'equilibrio di bilancio pubblico. La produzione dell'industria farmaceutica in Italia si
sviluppa anche grazie al contributo di imprese conto terzi, la cui attività negli ultimi anni ha registrato una
continua crescita. L'Italia è infine il Paese nel quale l'export di medicinali è aumentato di più al mondo dal
2010 a oggiNel farmaceutico il futuro è già presente, soprattutto nel biotech, una risorsa che fa bene alla
salute dei Pazienti, con 110 medicinali già disponibili e 403 progetti in sviluppo solo in Italia. E che offre
maggiori speranze nell'oncologia e nella neurologia. Il biotech nella farmaceutica da risposte anche alle
malattie rare e apre nuovi approcci, ricchi di potenziali sviluppi rivoluzionari. Oltre a migliorare le terapie già
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
37
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
DOSSIER / Farmindustria, Assemblea Pubblica 2014: La sintesi della Relazione del Presidente
24/07/2014
Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014
Pag. 30
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
38
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
disponibili, curare l'incurabile è l'obiettivo dei prossimi anni. E fa bene all'economia con 176 imprese, 4.658
ricercatori e una fitta rete di sinergie con le piccole aziende biotech, che grazie alla loro flessibilità in Italia
hanno pipeline di ricerca così innovative da attrarre gli investimenti delle grandi farmaceutiche. Una ricerca
sostenuta per 1*85% dalle imprese del farmaco. La frontiera dell'innovazione si identifica sempre più con il
biotech. L'industria farmaceutica convive però con un paradosso. Siamo una potenza manifatturiera hi tech.
Eppure non ci è stato riconosciuto per molto tempo. I prezzi dei farmaci sono in calo da oltre dieci anni e la
spesa farmaceutica, unica nella sanità pubblica, si è ridotta del 4% dal 2006 al 2013, per ì mille tagli effettuati
negli scorsi anni. I medicinali sono poi gli unici prodotti all'interno del Servizio Sanitario Nazionale ai quali
vengono già applicati costi standard per effetto delle negoziazioni svolte dall'Agenzia Italiana del Farmaco (
AIFA), che fissa prezzi a livello nazionale più bassi di quelli negli altri Paesi delPUe. Rappresentano inoltre la
voce di spesa più controllata, sotto il profilo economico oltre che regolatorio, nelle diverse fasi di vita,
dall'autorizzazione, alla produzione, alla distribuzione. I farmaci sono infine i soli ad avere nella sanità un tetto
che prevede il ripiano a carico delle imprese in caso di sfondamento. Una spesa che si caratterizza per un
valore procapite inferiore del 25-30% rispetto agli altri Big Uè. "La spesa farmaceutica è stata il bancomat del
sistema salute. Ora bisogna consentire all'industria di rimanere in Italia a produrre e a fare innovazione.
Abbiamo delle specificità enormi da giocarci per restare competitivi con i Paesi del Bric e con gli Stati Uniti".
Lo ha detto di recente il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che si sta impegnando per dare stabilità e
regole certe, consentendo così alle imprese, per la prima volta dopo molti anni, di programmare la propria
attività e gli investimenti. E noi gliene siamo davvero grati nell'interesse del Paese. Il futuro II settore
farmaceutico vuole realizzare nei prossimi tre anni nuovi investimenti per almeno un miliardo e mezzo di
euro, parte dei quali già annunciati. E offrire, già nei prossimi dodici mesi, 2.000 nuove opportunità di lavoro
per i giovani. Su questo punto siamo pronti ad aderire immediatamente all'iniziativa del Ministro Poletti con le
categorie. Uno scenario positivo che mostra però fragilità crescenti, come la diminuzione degli investimenti in
Italia negli ultimi due anni per l'inefficienza della burocrazia, la tassazione, la complessità della normativa sul
lavoro e l'instabilità del quadro regolatorio. La burocrazia divora la crescita con una fame che non si sazia mai
di autorizzazioni, licenze e controlli di ogni genere che si duplicano o triplicano sul territorio. L'Italia detiene il
record europeo di vincoli nazionali e regionali per l'accesso all'innovazione. Sciogliendo questi nodi le
imprese del farmaco potrebbero investire ancora di più. In un'Europa che cambia e tenta di riemergere dalla
crisi, il Semestre di Presidenza italiana appena avviato è davvero fondamentale. E ciò è possibile solo
lavorando insieme per un'Europa forte che affronti le sfide per la salute e la competitivita dell'Unione Europea
e collochi l'industria del farmaco al centro della riforma economica globale. L'Italia sa produrre e l'Europa
deve fare delle scelte e difendere con vigore quanto ha di meglio. Se ciò non avvenisse questo asset si
perderebbe in altri continenti portando via occupazione di alta qualità. C'è bisogno di un mercato del lavoro
regolato da poche norme di facile comprensione che tenga conto della necessità avvertita dalle imprese di
maggiore flessibilità organizzativa. Il recente decreto "Poletti" sembra andare nella giusta direzione ma non
basta. Cosa chiediamo quindi in concreto? Chiediamo condizioni di mercato stabili e competitive e quindi
diciamo no a 21 "Italie" diverse e alla frammentazione della politica farmaceutica, origine degli ostacoli agli
investimenti e della disomogeneità nell'accesso dei Pazienti all'innovazione e alle cure. Una disomogeneità
che sancisce l'esistenza di una tragica "lotteria della nascita", che fa sì che se vivi in una regione puoi contare
su elevati livelli di assistenza, se vivi in un'altra non ti resta che migrare altrove per ottenere la terapia
innovativa. Un farmaco innovativo arriva in Italia almeno con 210 giorni di ritardo rispetto alla media Uè, un
tempo che può crescere esponenzialmente a seconda delle regioni. Ritardi che raggiungono i 350 giorni
rispetto alla Germania, uno spread sociale non meno grave di quello finanziario. Chi è malato ha diritto ai
farmaci innovativi. E il budget complessivo per la sanità va gestito azzerando sprechi e inefficienze in tutte le
voci di spesa. L'Italia deve decidere dove porre le proprie risorse e dove no, se non vuole cadere nella
trappola dell'economia austera e triste. Che rischia anche di fare male i conti, perché non considera quante
prestazioni sanitarie possano essere evitate con le nuove terapie. Né tiene conto delle altre spese di welfare
24/07/2014
Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014
Pag. 30
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
39
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
necessarie per assistere i Pazienti, che se curati in maniera appropriata potrebbero condurre una vita attiva.
C'è una grande attenzione sui costi dei farmaci innovativi, occorre però domandarsi se la malattia non costi di
più, in termini economici. E umani per i Pazienti e per quanti sono loro vicini. Chiediamo anche la revisione
del Titolo V della Costituzione perché la politica farmaceutica ritorni "al centro", e quindi al Ministero della
Salute e all'AIFA. Il settore farmaceutico è l'unico comparto della sanità che ha un'Agenzia regolatoria, con
compiti delicati e importanti per i Pazienti e la stessa industria. L'efficienza e la velocità di risposta sono un
fattore determinante di competitivita. Lo ha, d'altra parte, riconosciuto anche il Ministro Lorenzin, che intende
potenziarne gli organici, dandole un ruolo simile a quello dell'FDA. Un obiettivo possibile, destinando
all'Agenzia una quota più alta delle tariffe pagate dalle aziende farmaceutiche per le autorizzazioni
all'immissione in commercio dei medicinali. L'AIFA ha dimostrato un impegno davvero notevole per colmare
le lacune esistenti anche in questo caso avviando con noi un dialogo positivo. Dunque grazie e avanti così.
Manca ancora poi, oltre al rapido accesso, anche il giusto riconoscimento e la remunerazione adeguata per i
nuovi farmaci e vaccini.
Foto: Massimo Scaccabarozzi
Foto: Presidente di Farmindustrìa
24/07/2014
Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014
Pag. 34
Per l'empowerment dei pazienti
Investire sull'empowerment e l'educazione del paziente per promuoverne la partecipazione qualificata nei
percorsi di sperimentazione, sviluppo e monitoraggio dei farmaci. E lo scopo del protocollo d'intesa firmato il 3
luglio a Roma dall'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) e dall'Europea» Patients' Academy on Therapeutic
lnnovation (Accademia Europea dei pazienti sull'Innovazione Terapeutica, Eupati), il Consorzio di
associazioni di pazienti, mondo accademico e organizzazioni no profit, che si occupa di accrescere le
competenze e la consapevolezza dei pazienti in materia di sviluppo di nuovi trattamenti. L'iniziativa si
inserisce nella politica da tempo avviata dall'Aifa volta a riconoscere il ruolo da protagonisti dei pazienti e dei
loro familiari nelle decisioni regolatone al fine di promuoverne il coinvolgimento qualificato nelle diverse fasi
del processo di sviluppo del farmaco. L'Aifa parteciperà attivamente e direttamente, con la propria esperienza
e competenza, alle attività di formazione certificate, nazionali e internazionali, che verranno organizzate in
Italia sulle scienze regolatone e sui processi di ricerca che riguardano i medicinali ad uso umano. La
collaborazione tra Aifa e Eupati consentirà di potenziare l'efficacia del processo formativo per i cittadini.
L'obiettivo a lungo termine è realizzare un sistema educativo in progress in grado di fornire un contributo
solido e qualificato dei pazienti e dei loro familiari al processo regolatorio del farmaco, dalla fase della
sperimentazione clinica a quella della vigilanza dopo l'immissione in commercio, integrando e rendendo
omogenee le migliori prassi a livello europeo. european patient's academy, therapeutic innovation, aifaeupati,
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
40
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
FARMACI / Protocollo d'intesa Aifa -Eupati
24/07/2014
Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014
Pag. 35
«Senza un intervento del legislatore ogni mese milioni di euro di mancati
risparmi»
Le ripetute pronunce della giustizia amministrativa, e ora la relazione del Garante della concorrenza rendono
evidente che occorre rivedere la normativa che regge il settore.«Serve un rapido riordino della materia, in
linea con la legislazione europea ma soprattutto in linea con i bisogni dell'economia del paese» dice il
presidente di Assogenerici Enrique Hàusermann
Ormai non è più possibile rimandare un intervento sulla disciplina di generici e biosimilari che metta fine a
una serie di incongruenze che non sono questioni formali, ma costano ogni mese milioni di euro al Servizio
sanitario nazionale» dice il presidente di AssoGenerici Enrique Hausermann. «Dopo i moniti della
Commissione europea, le ripetute pronunce dei giudici amministrativi i costanti richiami dell'Autorità garante
della concorrenza e del mercato in merito alle condizioni di accesso al mercato da parte di imprese produttrici
di farmaci generici o bio similari, non è più possibile mantenere l'attuale assetto normativo». Il presidente di
AssoGenerici commenta con queste parole gli interventi registrati negli ultimi giorni su un aspetto cruciale per
lo sviluppo del generico: il cosiddetto patent linkage, cioè le norme che vincolano l'ammissione al rimborso di
un nuovo generico alla scadenza del brevetto del farmaco originale. «A questo proposito, la sentenza
emessa dal Tar del Lazio lo scorso 26 giugno è esemplare: non spetta all'Aifa controllare se un brevetto è
scaduto o meno, quindi una volta che ha ottenuto l'autorizzazione all'immissione in commercio, deve essere
inserito nelle liste di trasparenza" prosegue Hausermann La sentenza, peraltro, interviene anche su un altro
aspetto e cioè la natura stessa della copertura brevettuale, che riguarda soltanto il principio attivo, cioè
l'elemento innovativo, e non per esempio l'associazione tra un principio attivo in scadenza e un altro scaduto
da tempo, come nel caso esaminato dal Tar del Lazio, che verteva sui generici dell'associazione di un
sartano, a brevetto scaduto dal 2013, e di un diuretico introdotto addirittura negli anni 60. Se si fossero
applicati da subito i principi stabiliti nella sentenza,si sarebbero risparmiati da gennaio a giugno di quest'anno
18 milioni di euro. Per inciso, la pratica di prolungare la durata dei brevetti attraverso operazioni per così dire
cosmetiche era stata da tempo denunciata dalla Commissione Europea. In questo quadro va però apprezzata
la rapidità dell'Aifa che ha immediatamente inserito nelle liste di trasparenza i farmaci equivalenti in questione
che erano stati "parcheggiati" nella classe C (nn)». Anche sul fronte dei biosimilari c'è stato un intervento
fondamentale, questa volta del Consiglio di Stato che, intervenendo su un ricorso, ha sancito che un farmaco
biotech originatore e i suoi biosimilari hanno il medesimo mercato di riferimento e quindi lo stesso prezzo di
riferimento. «Non è la prima pronuncia in questo senso del giudice amministrativo, anche se il Consiglio di
Stato pone davvero con questa pronuncia, un punto fermo. Originatore e biosimilare hanno le stesse
indicazioni, efficacia e sicurezza sovrapponibili e, di conseguenza, un medesimo mercato e un medesimo
prezzo di riferimento. Viene così a cadere il presupposto per quei meccanismi di gara che tendono a chiudere
il biosimilare in una Segue da pagina 41 Segue da pagina 35 sorta di riserva indiana, impedendogli di
competere con il medicinale di marca. Fatte salve le ovvie garanzie di continuità laddove il medico
prescrittore ne ravvisi la necessità sia che per chi abbia iniziato la terapia con l'originatore che con il
biosimilare, non c'è ragione per impedire che la competizione sia a tutto campo» chiarisce il vicepresidente di
Asso Generici Francesco Colantuoni. La stessa Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nella sua
relazione annuale, ha espresso la medesima posizione. «L'Autorità ha ribadito infine un principio su cui
AssoGenerici si batte da anni» prosegue Colantuoni «al fine di stimolare la concorrenza nelle gare per
l'acquisto di farmaci, quando il farmaco oggetto della procedura perde a breve la copertura brevettuale,
sarebbe auspicabile prevedere la riapertura della gara per permettere la più ampia concorrenza».
AssoGenerici chiede dunque con forza che, di fronte a questa lunga serie di interventi correttivi, il Governo
metta mano a un rapido riordino della materia, in linea con la legislazione europea ma «soprattutto in linea
con i bisogni dell'economia del paese, che non può permettersi di perdere milioni di euro ogni mese su un
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
41
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
FARMACI / Equivalenti e biosimilari
24/07/2014
Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014
Pag. 35
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
42
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
singolo farmaco e di deprimere le prospettive economiche di un settore come quello dell'equivalente che in
Italia garantisce produzione, occupazione e risparmio» conclude Hausermann.
24/07/2014
Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014
Pag. 4
Condivise le proposte per la sanità elaborate dall' Antitrust
«c•oncordiamo con la proposta del Garante di separare, con nettezza, il ruolo di regolamentazione e quello di
produzione dei servizi. Riteniamo, infatti, oltremodo urgente che le istituzioni del Servizio sanitario escano dal
modello di governo amministrativo del sistema, che affida tutto (la strategia, la committenza e la produzione
dei servizi) ad apparati burocratici, largamente, inadeguati e comincino a ri-pensare, concretamente, lo
sviluppo del proprio ruolo di programmatore e regolatore a tutela dei diritti della cittadinanza». Lo dice
Giuseppe Milanese, presidente di FederazioneSanità Confcooperative condividendo le proposte per la sanità
elaborate dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. «Siamo convinti, e tutti i dati ufficiali diffusi in
questo periodo lo confermano, che i maggiori problemi del nostro sistema sanitario nazionale non risiedano
nel suo finanziamento, ma nei modelli organizzativi esistenti e nella obsoleta prassi amministrativa di governo
della sanità». «Aggiungiamo al riguardo che il ruolo della responsabilità della "produzione" dei servizi debba
essere affidata a soggetti del privato non profit selezionati sulla base di rigorosi requisiti professionali, tecnici
ed organizzativi tali da garantire la qualità dei servizi integrati. È questa la strada maestra per risanare e
rivitalizzare il tessuto organizzativo del nostro Ssn - e lo abbiamo ampiamente argomentato nel volume
Cooperazione e Nuovo Welfare - e per costruire nuovi modelli di governo e di gestione più aperti all'azione
sussidiaria dell'economia sociale a tutto vantaggio anche del rafforzamento delle capacità di governare da
parte pubblica la domanda e l'offerta di servizi di tutela della salute». «L'auspicio è che Governo e
Parlamento tengano in debito conto le proposte dell'Autorità garante e che il Servizio sanitario nazionale sia
messo in condizione di potersi riorganizzare, fa Commenta positivamente la Legge Annuale per il Mercato e
la Concorrenza cendo leva sulla capacità e l'esperienza maturata negli anni dalle nostre imprese. L'obiettivo
è quello di contrastare i drammatici fenomeni emergenti di inaccessibilità alle cure, di frammentazione dei
servizi, di diseguaglianza e di inappropriatezza delle cure che ricadono sui nostri cittadini». «Si tratterebbe a
tal fine, come indicato dallo stesso Garante, di incentivare altresì lo sviluppo di strutture sanitarie efficienti e di
consentire l'accesso al mercato anche a nuovi operatori, prevedendo criteri oggettivi e non discriminatori per
l'accreditamento al Ssn di strutture private». «Piena condivisione, infine, sulla proposta circa la garanzia per i
cittadini di poter accedere alle informazioni sui dati riguardanti l'attività medica svolta e sulla qualità del
servizio erogato dalle strutture sanitarie pubbliche e private. A questo aggiungiamo anche la richiesta di dare
ai cittadini la possibilità di esprimere un gradimento rispetto al servizio ricevuto, come già succede, ad
esempio, in Inghilterra».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 24/07/2014
43
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
TRIBUNA / FederazioneSanità - Confcooperative
VITA IN FARMACIA
19 articoli
24/07/2014
Corriere della Sera - Roma
Pag. 3
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Medici e pediatri studi aperti sette giorni su sette
C'è l'accordo, si parte entro l'anno Il protocollo Zingaretti: «È uno dei pilastri dell'ultimo modello di diritto alla
salute»
Claudia Voltattorni
Dice: «È un protocollo storico, uno dei pilastri del nuovo modello di diritto alla salute». In effetti riuscire
finalmente a trovare un medico di base o un pediatra anche nel fine settimana e nei giorni festivi non è cosa
da poco. Non solo. Trovare lo studio aperto sette giorni su sette per 12 ore filate non sarà più un sogno.
«Entro ottobre», promette. E deciso annuncia: «Cambierà davvero la sanità nel Lazio, la nostra regione non
sarà più la Cenerentola dei sistemi sanitari, ma diventerà una delle più virtuose». E poi il presidente del Lazio
Nicola Zingaretti nella sede della Regione di viale Cristoforo Colombo ha firmato. E lo stesso hanno fatto le
organizzazioni sindacali di medicina generale (Fimmg, Snami, Smi, Intesa sindacale). Tutti d'accordo per
quella che sarà una vera e propria rivoluzione per la sanità laziale.
Tre giorni dopo i 628 milioni di euro per rilanciare gli ospedali, dopo l'approvazione dei piani operativi per la
rete ospedaliera, arriva il protocollo per riorganizzare tutto il sistema. Cinque i punti, dice Zingaretti: gli studi
medici aperti 12 ore al giorno; l'accessibilità anche la domenica e nei giorni festivi; l'assistenza del paziente
anche per le malattie croniche con nuove forme di sperimentazione; la riduzione delle liste d'attesa per le
prestazioni diagnostiche; un sistema informatico unico «che possa essere la porta di ingresso per migliorare
la qualità dei servizi». L'obiettivo principale resta quello di alleggerire gli ospedali. «Vogliamo ampliare l'offerta
sanitaria - dice Zingaretti - evitando che per qualsiasi cosa le persone vadano nei pronto soccorso: l'apertura
degli studi medici il sabato e nei giorni festivi mira proprio a non lasciar soli gli ospedali».
I tempi? Rapidi, promette il presidente della Regione: entro ottobre si arriverà alla firma dell'accordo, entro la
fine dell'anno verrà attuato. Perciò ringrazia le organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale: «Ora
lavoriamo insieme per una rete territoriale più efficiente, per nuovo modello di sanità nel Lazio». Importante
però, sottolinea il sindacato Smi, «far funzionare bene la rete: tutti i medici devono poter comunicare tra loro e
con l'ospedale, è un punto indispensabile». E Rodolfo Lena, presidente della Commissione Politiche sociali e
salute del Consiglio regionale: «La nave è in movimento, non bisogna più bloccarla, ma lavorare per dare
risposte al territorio: ripartiamo per non fermarci mai più». Speriamo, dice Pierluigi Bartoletti della Fimmg, «di
non avere il destino della nave Concordia, però».
La promessa di ambulatori aperti 7 giorni su 7 nell'arco di 12 ore, inclusi sabato e domenica non è nuova. Già
Renata Polverini aveva annunciato la rivoluzione. E nel 2012 erano partiti anche gli «amb-med», ambulatori
negli ospedali guidati da 374 medici di famiglia per decongestionare i pronto soccorsi spesso affollati di
pazienti in attesa solo di una semplice visita. La sperimentazione poi fu sospesa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: Fimmg Pierluigi Bartoletti
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014
45
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Sanità Riorganizzazione della rete di assistenza
24/07/2014
La Repubblica - Roma
Pag. 2
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Sanità , gli ambulatori aperti anche nel fine settimana Intesa Regionemedici di base
Patto di Zingaretti con i sindacati: 51 centri, assistenza per 12 ore al giorno "Cureranno anche i malati
cronici". Obiettivo, ridurre le presenze in ospedale
MAURO FAVALE
IL MODELLO è il poliambulatorio di piazza Istria: aperto dal 2010, soltanto nei weekend e nei festivi,
nell'ultimo anno ha accolto mediamente 70 persone ogni sabato e domenica. Ora il tentativo è quello di
replicare l'esempio per tutto il Lazio. In attesa dell'apertura delle altre Case della salute, ieri la Regione ha
firmato un protocollo con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei medici generali, Fimmg, Snami,
Smie Intesa sindacale che, nel giro di alcuni mesi, potrebbe rivoluzionare la sanità nel Lazio: l'accordo
prevede che gli studi medici restino aperti 12 ore al giorno, compresi i festivi, garantendo una copertura
dell'assistenza e assorbendo il servizio di quella che un tempo era "la guardia medica".
A essere coinvolti saranno specialistici, alleggerendo contemporaneamente gli ospedali e sfrondando le liste
d'attesa. A permettere tutto ciò, sarà anche l'utilizzo di un sistema informatico unico.
Questa è la cornice del protocollo che Nicola Zingaretti ha definito «storico» e che dovrebbe portare, a
partire da ottobre, ai primi risultati. Nel frattempo, però, bisognerà definire i costi medici di medicina generale
e pediatri. Ma, oltre all'apertura prolungata, una delle novità sostanziali è la cosiddetta "presa in carico" dei
pazienti con patologie croniche: tradotto significa che chi è affetto da diabete, da ipertensione, da
insufficienza respiratoria, o chi è cardiopatico, sarà assistito in queste strutture che gestiranno anche le
prenotazioni per gli esami del servizio che si ipotizza possano aggirarsi attorno ai 10 milioni di euro. Entro la
fine di settembre dovrebbe essere siglato il contratto integrativo dei medici di base che dovrebbe completare
il passaggio siglato ieri.
Il risultato finale saranno 15 ambulatori aperti a Roma, 17 in Provincia, 51 in tutto il Lazio, uno per ogni
distretto, che effettueranno orari e prestazioni di questo tipo. L'obiettivo è quella "medicina di territorio" che
anche in Regione si sta provando a realizzare soprattutto per decongestionare gli ospedali. «Il
raggiungimento dei traguardi di questo protocollo cambieranno tutto della sanità del Lazio: non siamo più la
Cenerentola dei sistemi sanitari», annuncia Zingaretti.
Positivi anche i commenti dei rappresentanti dei medici: «È un documento pesante, un atto che smuove la
nave», sottolinea Pier Luigi Bartoletti della Fimmg. «Da qui parta una vera riorganizzazione della medicina
generale», suggeriscono dalla Snami. A favore del protocollo anche l'opposizione alla Pisana: «Recepisce le
istanze che portiamo avanti da tempo - spiega Fabio De Lillo, consigliere Ncd - l'accordo va nella direzione
che tante volte abbiamo indicato in commissione sanità, chiedendo di creare alternative all'ospedale, ancora
oggi unico riferimento per i cittadini, che dovrebbe limitarsi alle urgenze e alle emergenze. L'auspicio è che si
rispettino i tempi annunciati per l'attuazione».
«Potenziare la rete sanitaria del territorio rappresentava un nostro preciso impegno programmatico», ricorda
il capogruppo Pd in Consiglio, Marco Vincenzi. Di «svolta importante», parla anche il suo collega Riccardo
Agostini: «Ora la burocrazia non rallenti questo processo». Soddisfatta anche Teresa Petrangolini che
approva il protocollo: «Facilita l'accesso alle cure da parte dei cittadini».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I PUNTI GLI AMBULATORI L'obiettivo del protocollo firmato ieri tra la Regione e i sindacati l'apertura di 51
ambulatori, uno per distretto che restino aperti 12 ore al giorno anche nei festivi MALATI CRONICI
Rivoluzione anche per i malati cronici come diabetici cardiopatici e ipertesi che verranno "presi in carico" dai
medici di base in queste strutture MEDICI E PEDIATRI A garantire l'assistenza ai malati, a partire
dall'autunno saranno i medici di base e i pediatri che saranno presenti nelle strutture anche nei weekend GLI
ESAMI Le strutture gestiranno le prenotazioni per gli esami specialistici alleggerendo contemporaneamente
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014
46
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Il piano
24/07/2014
La Repubblica - Roma
Pag. 2
(diffusione:556325, tiratura:710716)
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014
47
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
gli ospedali e sfrondando le liste d'attesa
PER SAPERNE DI PIÙ www.regione.lazio.it www.regione.lombardia.it
Foto: IN CORSIA L'obiettivo dell'intesa è ridurre le presenze in ospedale (sopra). A destra, l'incontro fra
Maroni e Zingaretti
24/07/2014
La Repubblica - Roma
Pag. 5
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Arrestato dopo 13 colpi a negozi e farmacie
EMILIO ORLANDO
TRA SAN PAOLO E MAGLIANA AVEVANO commesso tredici rapine in profumerie, farmacie, fast food
negozi di elettronica e bar nel giro di pochi mesi. Gli investigatori del commissariato San Paolo diretti da
Filiberto Mastrapasqua dopo mesi di indagine, hanno arrestato anche il secondo rapinatore seriale che - con
un complice finito in cella a febbraio - aveva terrorizzato molti commercianti che erano rimasti vittime di rapine
a mano armata. Le indagini, però, non si sono fermate. Nel prendere in esame i numerosi colpi degli tempi
recenti, era emersa la possibilità che l'arrestato fosse responsabile non solo dell'ultimo episodio ma anche di
molti altri, spesso portati a termine in collaborazione con un complice. Le indagini proseguirono con l'ascolto
di testimoni oculari con l'acquisizione delle immagini riprese dalle telecamere a circuito chiuso degli esercizi
commerciali. Il risultato è stato possibile anche grazie ai dispositivi di controllo del territorio voluti dal questore
della capitale Massimo Maria Mazza.
Il primo rapinatore era stato arrestato dopo che alcuni testimoni lo avevano visto rincasare con uno scooter
rubato. Infatti il modello del mezzo a due ruote coincideva con quello descritto dai rapinati. Dalle immagini
delle telecamere di alcune attività « visitate» dai rapinatori i poliziotti hanno riconosciuto un altro pregiudicato
che faceva da palo durante i colpi. Da qui i riconoscimenti con alcune testimonianze hanno permesso alla
procura di emettere il secondo mandato di arresto nei confronti del malvivente che fino a ieri mattina pensava
di averla fatta franca.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: IN FARMACIA Fra gli esercizi rapinati dal malvivente arrestato anche alcune farmacie e profumerie fra
San Paolo e Magliana
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014
48
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
CON UN COMPLICE GIÀ IN CELLA ERA IL TERRORE DEGLI ESERCENTI DI SAN PAOLO E MAGLIANA
24/07/2014
La Repubblica - Roma
Pag. 8
(diffusione:556325, tiratura:710716)
La lotta al cancro passa per i media Incontro al ministero
stefano petrella
COMUNICARE il cancro senza considerarlo un tabù, in tempi in cui i pazienti che hanno battuto la malattia
diventano sempre di più, grazie all'aumento delle guarigioni e l'allungarsi delle aspettative di vita. Oggi in
Italia sono oltre tre milioni di pazienti con vittoriosi sul tumore, nel 2020 saranno 4 milioni e mezzo. Restituire
loro una vita normale, facendo crescere la consapevolezza tra i cittadini, è l'obiettivo del volume Il male
incurabile,i progressi della lotta contro il cancroe il nuovo ruolo della comunicazione , che sarà presentato
stamattina all'Auditorium del ministero della Salute, in un convegno nazionale con inizio alle ore 10. Oltre
all'analisi dei passi avanti compiuti dalla ricerca nella lotta contro il cancro, il testo approfondisce il rapporto
tra media e malattia, tentando di scardinare pregiudizi e tabù. Il libro celebra il primo anno d'attività della
fondazione "Insieme contro il cancro", presieduta da Francesco Cognetti, direttore del dipartimento di
Oncologia medica del Regina Elena. L'incontro vedrà la partecipazione del ministro Lorenzine di diversi
direttori di giornali, ma anche le testimonianze di pazienti d'eccezione, come il tennista Nicola Pietrangeli e lo
scrittore Roberto Gervaso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014
49
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
IL CONVEGNO
24/07/2014
La Repubblica - Torino
Pag. 6
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Ospedale di Rivoli, la terapia intensiva invasa dalle mosche
La denuncia della parente dell'unica paziente ricoverata nella struttura Per riportare la normalità ci vorranno
mesi, l'intervento costerà 75 mila euro
c. roc.
MOSCHE in terapia intensiva all'ospedale di Rivoli: da qualche giorno all'ottavo piano dell'edificio gli insetti
erano diventati un problema tanto che ieri la direzione sanitaria ha disposto una bonifica d'urgenza e chiuso il
reparto per 48 ore.
L'allarme era partito dalla segnalazione di una parente dell'unico paziente della rianimazione, un uomo di 80
anni, ricoverato dal 9 giugno. La donna, che nella vita lavora proprio in un reparto simile, ma in un altro
ospedale, si è allarmata quando ha visto aumentare il numero degli insetti. "Ne ho ammazzati decine racconta - Le prime mosche sono comparse venerdì, poi è stato un continuo. Le ho falcidiate con una rivista
che mi ero portata e che poi ho lasciato sotto il letto per tre giorni in modo da averla pronta". La donna ha
anche fotografato i "cadaveri", frutto della sua battuta di caccia quotidiana durante l'orario di visita. "Si
posavano ovunque, sulle apparecchiature, sugli oggetti e anche su mio padre. Mi sembra incredibile una
situazione del genere in un repartoa rischio e in un ambiente che dovrebbe essere sterile e dove chiunque
entri deve indossare calzari, cuffia e camice".
Dopo aver provato con la carta moschicida anche l'ospedale ha alzato bandiera bianca ricorrendo ad
un'operazione di bonifica massiccia. Ieri, spostato il paziente al Martini, è iniziata la disinfezione. Ma il
problema più costoso è a monte: nello stato del tetto dell'edificio. Nelle ultime settimane, infatti, la pioggia e la
grandine avevano fatto crollare alcuni pannelli del controsoffitto. "C'erano state infiltrazioni", spiegano
dall'ospedale. Edè probabile che quello sia stato il varco usato dalle mosche per arrivare in rianimazione. Ora
la direzione sanitaria dell'Asl To3 ha dato il via alla bonifica di tutto il tetto. Da lunedì una gru alta 60 metri
inizierà a rimuovere i 650 metri quadrati di ghiaia che rivestono il tetto: "Un materiale ormai vecchio e dove si
possono annidare insetti e altri animali".
L'intera copertura sarà sostituita: un intervento da 75mila euro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: INSETTI Un'immagine delle mosche sul davanzale della stanza della rianimazione la foto è stata
scattata da una parente dell'unico paziente
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014
50
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
LA POLEMICA /IL REPARTO È STATO CHIUSO PER ESSERE BONIFICATO, GLI INSETTI ENTRAVANO
DAL TETTO
24/07/2014
La Repubblica - Torino
Pag. 9
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Quell'erba che cresce solo a metà strada tra il Polo e l'Equatore
Ferrero "Dobbiamo ringraziare la Ferrero che la usa nei Tic Tac" Negli anni Sessanta si distillavano 130
tonnellate di olio grezzo oggi la produzione è calata a quindici circa un decimo di allora
MEO PONTE
TUTTO iniziò grazie al farmacista. Correva l'anno di grazia 1862 quando Alfredo Gamba, titolare
dell'omonima farmacia, tornò da Digne, in Francia, a Pancalieri con le prime piante di menta piperita e le
impiantò nei terreni di famiglia. «Distillò i primi oli con un alambicco da 100 litri» ricordano gli storici,
sottolineando che probabilmente Gamba alla menta aveva pensato per le esigenze della sua farmacia. Quel
pioniere di certo non pensava che da quel suo breve viaggio in Francia a Pancalieri sarebbe nata una vera e
propria economia basata sulla coltivazione della menta. E in particolare della più pregiata: la menta piperita
nera (quella che gli inglesi chiamano Black Minth), nota anche come menta Mitcham (dalla località del Surrey
dove fu coltivata in origine) che dopo l'introduzione a Pancalieri è diventata la Italo-Mictcham. In realtà il vero
e proprio impulso alla coltivazione della menta (e soprattutto della Mictham) su base industriale fu dato
qualche anno dopo il viaggio di Gamba in Francia. E per una di quelle ironie che permeano la storia (piccola
o grande che sia) fu un francese a trasformare Pancalieri nella capitale mondiale della menta. Coltivazioni di
menta piperita (ma di varietà diversa dalla Italo Mitcham) in realtà esistevano in Piemonte prima del 1865: in
quell'anno, ricordano gli storici, a Cavour, il confettiere Primo Pietro già distillava la menta coltivata nei prati
del paese. La rivoluzione destinata a trasformare Pancalieri (ma anche molti centri della zona) però accadde
più tardi. Honorè Carles arrivò nel piccolo centro a 243 metri sul livello del mare all'inizio del '900. Nel 1901
era già socio di Giovanni Varino che nel 1870 aveva fondato l'omonima distilleria. Sette anni dopo però
Carles era in affari da solo mentre la coltivazione della Mitcham si diffondeva ai centri limitrofi. «Ben presto le
coltivazioni di menta coinvolsero ben ventisette comuni - spiega Piero Ferrero, 58 anni, presidente della
Cooperativa delle Erbe Aromatiche nata nel 1985 che alla menta ha dedicato, riconoscente, un museo- da
Pancalieri si estendevano sinoa Buriasco, Saluzzo, Carmagnola e Cavallermaggiore...». Merito dell'aria e del
terreno e di chissà che cosa altro. D'altronde a Pancalieri, ieri come oggi, mica cresceva solo la menta.
Anche la canapa ci veniva su forte e rigogliosa tanto che il paese era il principale fornitore di cordame del
Regno Sabaudo e i marinai certe sartie a quel tempo le chiamavano «pancalere».
«Dicono gli esperti - sottolinea Ferrero - che la menta migliore si coltivi al 45mo parallelo, a metà strada tra il
Polo e l'Equatore. E Pancalieri si trova proprio lì. Ed è forse la sua posizione, insieme alle caratteristiche del
terreno, prevalentemente alluvionale con una superficie argilloso-silicea che mantiene sempre umido il
sottosuolo, a dare alla menta che vi viene coltivata la finezza del profumo e soprattutto la gradevolezza che la
contraddistinguono». Oggia Pancalierie dintorni solo trecento ettari di terreno sono riservati alla menta, negli
anni Sessanta erano venti volte di più . «Colpa della crisi dei dentifrici - spiegano i coltivatori - che hanno
iniziato a usare il mentolo sintetico o mente di altre varietà meno costose e naturalmente meno pregiate. La
menta pura non la usa quasi più nessuno. Qualche grossista la mescola con altre mente. Lo sanno tutti che il
mercato nonè poi così trasparente come pretende di essere».
Franco Chialva, 64 anni, può vantarsi di gestire la distilleria di menta più longeva del paese . «E' in piedi dal
1926 - ricorda - ce n'erano altre messe su in quel periodo, ma noi siamo gli unici ad aver resistito sino ad
oggi». E anche Chialva pensa spesso con nostalgia agli anni Sessanta («Ricorda la pubblicità del dentifricio?
Ti spunta un fiore in bocca?»)e il tempo in cui si distillavano 130 tonnellate di olio grezzo di menta. «Ora- dice
con malcelata malinconia - se ne distillano 15 tonnellate e dobbiamo ringraziare la Ferrero che la menta la
usa ancora per i Tic Tac, i confetti».
Nonostante il ridimensionamento la qualità della menta di Pancalieri resta altae il paese che oggi stentaa
raggiungerei duemila abitantiè ancora la capitale della Mitcham anche se molti si sono messi a coltivare le
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014
51
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Un luogo, un prodotto / La menta di Pancalieri Un piccolo paese del Piemonte è diventato la capitale
mondiale per la produzione della Black Minth Originaria del Surrey la portò in Italia un farmacista a metà
Ottocento e iniziò a coltivarla nei suoi terreni
24/07/2014
La Repubblica - Torino
Pag. 9
(diffusione:556325, tiratura:710716)
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014
52
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
erbe officinali. «Assenzio, melissa e altre erbe - spiega Piero Ferrero . che vengono impiegate per la
confezione dei liquori, tra cui il vermouh».
La coltivazione della menta avviene comunque con i metodi di un tempo anche se i distillatori, una volta in
rame o in ferro, dagli anni '70 sono in acciaio inox. «Gli agricoltori l'esperienza se la sono fatta sulla loro pelle
confrontandosi con le difficoltà di una pianta che è ibrida, non ha semi che germinano e che quindi richiede
un tipo particolare di coltivazione» aggiungono alla Cooperativa delle Erbe. La semina o meglio il trapianto
avviene in autunno, la raccolta inizia in questi giorni d'estate. La pianta una volta raccolta viene portata agli
impianti di distillazione dove l'attendono gli alambicchi dove il vapore attraversa direttamente «la massa
verde» a 100 gradi. Un chilo di olio essenziale oggi costa 85 euro. «E se ne producono circa 50 chili per
ettaro» spiegano i coltivatori. Non si diventa ricchi con la menta. Almeno di questi tempi. Persino la
Cooperativa delle Erbe alla coltivazione della menta ha riservato infine 25 ettari.
«Centoventicinque ettari - precisa Ferrero sono invece dedicati a venti specie di erbe diverse». Anche il
numero delle aziende si è drasticamente ridotto. «Le distillerie in tutta la zona sono una dozzina - spiega
Chialva - bisogna però distinguerle dalle aziende concentrate a Pancalieri che sono una ventina, contando
anche la cooperativa». E come in passato si tratta di imprese familiari.
Su internet www.essenzialmenta.it www.provincia.torino.gov.it www.comune.pancalieri.to.it
torino.repubblica.it www.ferrero.it
La mappa TORINO PANCALIERI Savigliano Carmagnola Moncalieri Chivasso Rivoli Bra A21 A6
Foto: COOPERATIVA Piero Ferrero presidente della Cooperativa delle erbe aromatiche
Foto: SCIROPPI La menta è usata per produrre sciroppi, dolciumi e anche dentifrici
24/07/2014
Il Messaggero - Roma
Pag. 35.37
(diffusione:210842, tiratura:295190)
I sindacati di polizia: «Le mascherine non sono adeguate per la prevenzione» Il presidente: «Spesso arrivano
in Italia senza le vaccinazioni documentabili»
Lorenzo De Cicco
I PERICOLI Potenziare subito la «vigilanza sanitaria» sui 6mila immigrati che da qui ad agosto sbarcheranno
nella Capitale per evitare «il rischio contagio». A lanciare l'allarme Tubercolosi è l'Ordine dei Medici di Roma,
che chiede a Regione e Comune di «mettere in campo tutti i controlli necessari per tutelare la salute dei
romani e degli stranieri a cui si darà accoglienza». Gli operatori sanitari che verranno mobilitati dalla Croce
Rossa sono oltre 200, ma il presidente dell'organizzazione dei camici bianchi, Roberto Lala si dice
«fortemente preoccupato». Spiega: «Quando si tratta di clandestini e non di immigrati regolari, bisogna
considerare che arrivano in Italia senza avere alle spalle un check up di vaccinazioni regolare e
documentabile. Per questo devono essere sottoposti ad accertamenti sanitari rigorosi». Secondo l'Ordine dei
medici «tutte le statistiche indicano negli ultimi mesi un incremento dei casi di tubercolosi e il ritorno di alcune
malattie infettive che in Europa erano quasi del tutto debellate». Ecco perché la prossima settimana l'Ordine
approverà una risoluzione per chiedere alla Regione «di potenziare la vigilanza sanitaria». «Solo in questo
modo - dice Lala - sarà possibile tutelare la salute dei romani e dei migranti. Altrimenti si rischia il contagio».
E proprio la gestione sanitaria dell'emergenza per l'immigrazione sarà oggetto del vertice di stamattina al
Ministero dell'Interno a cui prenderà parte il sindaco Marino. Intanto restano in allerta anche i sindacati di
polizia, che guardano con preoccupazione a quanto successo in Sicilia, dove due agenti impegnati in servizi
su sbarchi di migranti, sono risultati positivi al test Mantoux, un esame propedeutico a verificare la
tubercolosi. TUTELE RIDOTTE ` Secondo il sindacato di polizia Sap «le mascherine che ci vengono fornite
non sono adeguate per la prevenzione di malattie a trasmissione aerea». Per Nicodemo De Franco,
segretario generale del sindacato della Polizia di Stato Aspil, «fino a oggi siamo stati mandati allo sbaraglio,
non tutti gli agenti si sentono adeguatamente tutelati. I rischi sono tanti, considerando i paesi da dove
provengono i migranti, dove le verifiche sanitarie sono scarse o quasi del tutto inesistenti». Secondo l'Aspil
«vista la situazione emergenziale, la presenza delle forze dell'ordine sarà rafforzata e il rischio è che non tutti
gli uomini siano protetti sufficientemente». DUE MORTI Un mese fa due immigrati arrivati nella Capitale dalla
Sicilia erano morti ieri a distanza di poche ore l'uno dall'altro in due edifici occupati da anni da centinaia di
profughi. L'autopsia disposta per entrambi i decessi ha rivelato nel secondo caso la contaminazione da Tbc.
E pochi giorni prima lo stesso sindaco Marino in una lettera al ministro dell'Interno Alfano e quello della
Salute, Lorenzin, aveva espresso preoccupazione per l'arrivo «senza alcun preavviso di numerosi immigrati
da paesi «dove vi è una presenza elevata di ceppi di Tbc multiresistenti oltre che di casi Hiv e di altre malattie
infettive». In allerta anche la Croce Rossa. Secondo Flavio Ronzi, presidente della federazione romana della
Cri «ci sono difficoltà a monitorare la situazione sanitaria dei migranti in transito a Roma. C'è un rischio
generale di malattie».
I numeri
200 Gli operatori sanitari della Croce Rossa di Roma che saranno in campo per assistere i circa 6mila
immigrati che entro agosto arriveranno nelle strutture d'accoglienza della Capitale
48 I centri d'accoglienza per immigrati presenti a Roma e inseriti dal Ministero dell'Interno nella rete del
progetto Sprar ( Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati)
500 Gli immigrati che vivono nella struttura occupata di via Collatina 385, dove un mese fa è morto un etiope
di 27 anni. Poche ore dopo un altro decesso, per Tbc, al Salam Palace di Tor Vergata
Foto: Un agente con la mascherina
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014
53
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Allarme dell'ordine dei medici «Potenziare i controlli sanitari»
24/07/2014
Il Messaggero - Roma
Pag. 40
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Accordo in Regione, da ottobre il servizio sarà prolungato Poliambulatori e case della salute operativi nei fine
settimana L'obiettivo è ridurre l'affollamento dei pronto soccorso Zingaretti: «Interventi anche per limitare le
liste d'attesa» IERI PRESENTATO IL NUMERO UNICO DELLE EMERGENZE: TRA SEI MESI TUTTE LE
CHIAMATE ARRIVERANNO AL 112
Mauro Evangelisti
IL PIANO Da ottobre gli studi medici di Roma e del Lazio saranno aperti 12 ore al giorno. E un servizio di
medicina sul territorio sarà disponibile anche al sabato e la domenica. Questa è la promessa spesa ieri dal
presidente della Regione, Nicola Zingaretti. Se sarà mantenuta, per la sanità del Lazio sarà una rivoluzione
epocale: offrirà alternative ai cittadini e dunque alleggerirà il peso dei pronto soccorso. Mai come in questo
caso però va sottolineato quel «se», perché ci furono altri tentativi in questa direzione non andati a buon fine.
Pierluigi Bartoletti, segretario della Fimmg (medici di medicina generale): «Abbiamo firmato un protocollo
d'intesa, un documento molto serio, con delle date definite. Ce la possiamo fare». LE NOVITÀ Zingaretti:
«Vogliamo andare a una svolta per ampliare l'offerta sanitaria non ospedaliera. Insieme ai medici,
dimostreremo che il Lazio non è più la cenerentola dei sistemi sanitari». Cosa dice il protocollo? Il primo
punto vuole garantire, 24 ore su 24, al cittadino «una copertura dell'assistenza territoriale», mediante
«l'accessibilità alle cure primarie per 12 ore e il servizio di continuità assistenziale (l'ex guardia medica)».
Cosa vuole dire? Un cittadino che ha un piccolo problema di salute non deve per forza affollare il pronto
soccorso ma vicino a casa e trova un dottore con cui parlare. Può essere il medico di base (di qui l'apertura
per 12 ore) o un'altra struttura nei fine settimana, come una casa della salute o un poliambulatorio. I tempi? Il
protocollo parla di una chiusura dei lavori di preparazione entro il 30 settembre. Tra l'altro, il testo dell'accordo
tra la Regione e i medici ipotizza anche «un piano regionale del governo delle liste di attesa». Cosa può
bloccare questo nuovo sistema? Riccardo Agostini, consigliere regionale del Pd: «Bisogna fare attenzione
perché la burocrazia non rallenti questo processo». Zingaretti: «Ci sarà una piena presa in carico per del
paziente anche per le malattie croniche in modo che venga seguito con nuove forme di sperimentazione. Ma
chiediamo anche l'aiuto di tutti per ridurre le liste d'attesa. Vogliamo costruire un sistema informatico più
idoneo». Ieri pomeriggio, infine, Zingaretti con il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, ha presentato
il numero unico per le emergenze che partirà tra sei mesi. Come vuole l'Unione europea, sarà il 112 (vi
convergeranno le chiamate al 113, al 115, al 118). Si farà tesoro dell'esperienza della Lombardia, dove è già
partita la sperimentazione. Zingaretti: «Oggi nel Lazio ci sono ancora 4-5 centrali operative che non si
parlano».
Il caso
Rifiuti, stop alle norme sui poteri speciali Congelato l'emendamento al decreto sulla competitività che prevede
poteri speciali per sindaco di Roma e Regione Lazio sul tema dei rifiuti. Sono emerse opinioni divergenti nelle
Commissione Industria e Ambiente e quell'emendamento, insieme ad altri, è stato accantonato
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014
54
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Sanità , studi medici aperti 12 ore
24/07/2014
Il Messaggero - Abruzzo
Pag. 37
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Tra Afm e Comune è scontro aperto
La richiesta della somma al socio unico dell'azienda aveva creato imbarazzo REVOCATO IL DECRETO
INGIUNTIVO CON CUI UN ANNO FA ERA STATO RICONOSCIUTO UN CREDITO DI QUASI DUE MILIONI
È stato revocato il decreto ingiuntivo con cui, un anno fa, era stato riconosciuto all'Afm (Azienda
Farmaceutica Municipale) un credito nei confronti del comune dell'Aquila di 1 milione e 859 mila euro,
maturati dal 2000 al 2013. La revoca, arrivata in seguito al ricorso del Comune, non nega il debito versa
l'azienda, ma solleva un'eccezione di competenza del Tribunale che aveva giudicato. Nella sentenza,
depositata lo scorso 1 luglio, il giudice solleva un'eccezione preliminare di incompetenza. A giudicare la
controversia tra Comune e Afm, secondo un orientamento recente della Cassazione, sarebbe dovuto essere
un arbitrato, come previsto anche dal contratto quadro che disciplina i rapporti tra azienda e Comune. Quindi
tutto annullato, compreso il decreto ingiuntivo esecutivo, ad agosto dello scorso anno, anche a danno delle
cifre aggiuntive, circa 3.700 euro, di spese e oneri legali. La richiesta della somma, al socio unico
dell'azienda, il comune dell'Aquila appunto, aveva creato non poco imbarazzo politico. Ma il presidente
dell'azienda, Giorgio Masciocchi, era andato dignitosamente avanti per la sua strada con l'obiettivo del
risanamento aziendale. Con la determinazione di compiere l'incarico, fronteggiando le perturbazioni politiche
e contemperando le carenza amministrative, il lavoro di Masciocchi ha dato i suoi frutti. Il fatturato delle
farmacie comunali (Pettino, Santanza, Coppito, Torrione, Strinella, Civita di Bagno, Avezzano e Castel di Ieri,
quest'ultima in chiusura) ha avuto un incremento, nel 2013, di 715 mila euro. Riportando il fatturato aziendale
ai livelli pre sisma. Nel 2013 si registrano, infatti, 9 milioni e 710 mila euro, una cifra leggermente superiore ai
9 milioni 666 mila del 2008. Una crescita del mercato del settore farmaceutico del 8,48 per cento, rispetto al
2012. Un risultato eccellente se si compara al dato nazionale che registra una crescita dell'1,3 per cento. «È
stato un lavoro corale - dice Giorgio Masciocchi con tutte le farmacie. La nuova politica commerciale e il
servizio di riguardo al cliente, unita all'estensione degli orari, ha dato evidenti risultati». È attivo da pochi
giorni, infatti, anche il servizio h24 della farmacia comunale di Pettino. L'apertura anche nella pausa pranzo,
h12, è già prassi aziendale. Sarà attivato a breve, anche, il servizio di consegna dei medicinali a domicilio
attraverso l'uso di droni. Il bilancio 2013 dell'Afm ha una chiusura complessivamente positiva, per quanto
riguarda la crescita. Porta una perdita di 236 mila euro, dipesa soprattutto dalla ricollocazione del personale
dopo la fine della convenzione per i servizi cimiteriali (dicembre 2012). «L'Azienda punta al pareggio di
bilancio per fine 2014 - conclude Masciocchi -. Ora stiamo valutando la decisione da prendere verso il
Comune, per riscattare il credito dovutoci». Germana D'Orazio
Foto: L'interno della farmacia comunale di Pettino e, nella foto tonda in alto, Pierluigi Biondi
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014
55
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
LA VERTENZA
24/07/2014
QN - Il Resto del Carlino - Bologna
Pag. 23
(diffusione:165207, tiratura:206221)
Inaugura il centro clinico dell'istituto Ramazzini
- OZZANO - TAGLIO del nastro questa sera alle 19 per il nuovo Centro Clinico di Prevenzione Oncologica di
Ozzano, che sorge in via Emilia 79. Saranno presenti alla cerimonia il presidente dell'Istituto Ramazzini
Simone Gamberini, il direttore dell'Istituto Ramazzini Pier Paolo Busi e il primo cittadino di Ozzano Luca Lelli,
che inaugurerà a tutti gli effetti la nuova struttura. Le prime aree che saranno attivate sono oncologia,
urologia, ginecologia e dermatologia. Nei mesi successivi saranno avviate ulteriori specialistiche, in modo da
rendere sempre più ampio il servizio offerto al cittadino. Seguirà un breve rinfresco con musica.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014
56
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
OZZANO
24/07/2014
QN - Il Resto del Carlino - Bologna
Pag. 6
(diffusione:165207, tiratura:206221)
La titolare: «Ormai via Saffi è come il Bronx»
SIMONE ARMINIO
di SIMONE ARMINIO UNA TRANQUILLA coppietta e un percorso in taxi, da via Rizzoli fino all'ospedale
Maggiore, qualche chiacchiera fatta con il tassista e un piano ben congegnato in testa. Arrivati in via
Marzabotto attorno alle 19,30 di mercoledì, infatti, i due hanno chiesto una breve sosta. Lei è rimasta sul taxi,
lui è sceso, ha girato l'angolo, si è travisato la faccia con cappello e foulard e, armato di un cutter, è entrato a
derubare la farmacia Busacchi di via Saffi. È ancora sconvolta Maria Pia Busacchi, quando racconta
l'accaduto: «Quell'uomo - spiega -, un europeo, forse dell'est, si è subito rivelato nervoso e violento. E io
sinceramemente non ne posso più di trovarmi in pericolo mentre lavoro». È la sesta volta che le accade,
racconta. «Settima, se ci aggiungiamo il salasso delle tasse, un mese fa». E nel frattempo «grazie al
disinteresse da parte dell'Amministrazione nei confronti questa strada, gli altri negozi qui attorno hanno
chiuso e io sono rimasta sola». QUELLA che descrive Busacchi - che è anche consigliera di Quartiere di
Forza Italia - è una terra di nessuno: cinquecento metri stretti tra la parte alta di via Saffi e l'asse attrezzato,
«dove si concentrano il via vai continuo di immigrati ai Prati di Caprara, i parcheggiatori abusivi del
parcheggio dell'ospedale, i vari questuanti sempre più violenti e i balordi che bivaccano e fanno la pipì sulle
nostre serrande». E il Comune cosa fa? «Costruisce piste ciclabili - s'indigna la farmacista -.Un'altra,
l'ennesima, la faranno proprio qui davanti, anziché spendere quei soldi per alleviare i nostri disagi in questo
'Bronx'». Fatto di «tensioni continue e rischi come quelli di ieri». QUANDO l'uomo è entrato, a ridosso della
chiusura, ricorda Busacchi, «ho capito subito dal suo modo di coprirsi la faccia che si trattasse di un
rapinatore. Ho fatto in tempo a suonare l'allarme prima che mi arrivasse davanti con il suo coltello,
intimandomi di consegnargli il contenuto della cassa. L'ho fatto e lui, tranquillo, come avesse fatto bancomat,
si è avviato verso la porta. Allora ho ripensato a tutte le tasse che pago e ai sacrifici che faccio per resistere,
e non abbandonare questa strada. Mi è salita la rabbia e l'ho inseguito urlando». L'uomo, racconta la
farmacista, nel frattempo aveva raggiunto il taxi, dando l' ordine di ripartire. «Sono state le mie urla a
insospettire il tassista. Che ha bloccato l'auto. I due hanno fatto per scappare, il tassista ha bloccato lei, ma
nel frattempo lui ha preso a minacciarmi di nuovo con il cutter, spingendo il tassista a mollare la presa per
venirmi in aiuto. Quanto è bastato per farli dileguare. Spero che li prendano. Ma tanto è uguale: qualche
giorno di fermo e sarebbero di nuovo liberi. Per questo la soluzione non può che essere una maggiore
presenza e controllo da parte del Comune». Image: 20140724/foto/1145.jpg
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014
57
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Rapina in taxi alla farmacia «E' il sesto colpo, ora basta»
24/07/2014
QN - Il Resto del Carlino - Ancona
Pag. 26
(diffusione:165207, tiratura:206221)
«Chirurgia da completare e pioggia dal tetto della chiesa»
- SENIGALLIA - SANITA' senigalliese ancora tra luci ed ombre. Dopo il Tribunale del malato, è il consigliere
comunale Maurizio Perini (UdC) a sollevare alcune questioni dopo aver effettuato riscontri diretti.
«Innanzitutto ho verificato che la sede preventivata del reparto Chirurgia, al primo piano sopra l'Unità
operativa di Chirurgia deve essere ancora completata - osserva Perini -. E questo essendo stato un preciso
impegno assunto da politici e dirigenti regionali deve essere portato a compimento in breve tempo. Con un pò
di stupore ho poi notato che la guardia medica è stata , spero temporaneamente, collocata al sesto piano del
nuovo Monoblocco. Una ubicazione questa che ritengo, da non addetto ai lavori, comunque non adeguata».
Altro problema sollevato dal consigliere su segnalazione di alcuni cittadini, il non perfetto funzionamento
dell'aria condizionata, a volte eccessiva a volte troppo bassa. «Questo - aggiunge Perini - con disagio
evidente degli operatori e soprattutto dei pazienti. Ci sono poi segni evidenti della necessità di interventi di
ripristino; come ad esempio sul tetto della chiesa interna, che lascia passare l'acqua danneggiando le
strutture interne. La campagna elettorale di alcuni politici regionali e locali è già iniziata, o forse non è mai
finita, io chiedo che gli impegni presi vengano rispettati ora e non diventino oggetto di ulteriori promesse sine
die». Il meetup Movimento 5 Stelle Senigallia punta l'attenzione invece sugli esami strumentali, accertamenti
e prenotazioni varie che allungano i tempi di attesa, anche con giornate lavorative perse: «La
disorganizzazione comporta alti costi non solo per i pazienti ma anche per tutto il sistema sanitario. Eppure
basterebbe così poco per ridurre le inefficienze e le liste d'attesa». Image: 20140724/foto/322.jpg
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014
58
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
SANITA' NEL MIRINO DOPO IL TRIBUNALE DEL MALATO IL CONSIGLIERE PERINI (UDC) E I GRILLINI:
«LA DISORGANIZZAZIONE COSTA TROPPO»
24/07/2014
Il Gazzettino - Belluno
Pag. 2
(diffusione:86966, tiratura:114104)
La Corte europea di giustizia riconosce le farmacie locali
BELLUNO - I farmaci con ricetta restano in farmacia. Dopo la Corte di giustizia europea, anche la Corte
costituzionale tutela le farmacie del territorio, confermando le garanzie offerte dalla distribuzione privata dei
farmaci e la qualità del servizio svolto. Per Federfarma Belluno la notizia porta una boccata d'ossigeno in un
momento in cui i punti vendita, soprattutto nella parte alta della provincia, sono messi in difficoltà anche dalla
concorrenza degli stessi ospedali. «Ora si è fatta chiarezza - spiega Roberto Grubissa, presidente di
Federfarma Belluno - i farmaci di fascia C dispensati con ricetta medica, infatti, sono un'esclusiva della
farmacia, che assicura presenza nel territorio, turni di apertura continui, controlli e professionalità. Purtroppo
a livello regionale e locale non sembra ci sia ancora piena consapevolezza del prezioso ruolo della farmacia.
Qui le aziende sanitarie si pongono come in concorrenza e varano piani che hanno l'effetto di indebolire la
farmaceutica territoriale così come la conosciamo oggi».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014
59
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
LA SENTENZA
24/07/2014
Il Gazzettino - Pordenone
Pag. 8
(diffusione:86966, tiratura:114104)
Test precoci, Fvg campione d’Italia
TRIESTE - Presenta i migliori risultati d'Italia in termini di partecipazione la campagna da anni messa in
campo dalla Regione per eseguire screening preventivi sull'insorgenza di tumori alla cervice uterina, alla
mammella e al colon-retto. Si tratta dei test diagnostici gratuiti, non invasivi, mirati ad ampie fasce della
popolazione allo scopo di individuare per tempo e in assenza di sintomi l'insorgenza di una forma tumorale.
Gli screening riguardano per il tumore alla cervice uterina le donne di età fra i 25 e i 64 anni (con ripetizione
dell'esame ogni tre anni), il tumore alla mammella (donne fra i 50 e i 69 anni) con ripetizione ogni due anni e il
cancro al colon-retto (uomini e donne fra i 50 e i 69 anni) con ripetizione, anche in questo caso, ogni due
anni. Ebbene quanto alla cervice uterina, la partecipazione del "target" di popolazione ai test nel 2012 (ultimo
dato ufficiale disponibile) è risultata pari al 59,2%, quanto alla mammella è invece pari al 61,2% e quanto al
colon-retto al 54,2%. Risultati buoni, che però non inducono a sedersi sugli allori l'assessore regionale alla
Salute, Maria Sandra Telesca: «Intanto sul fronte del colon-retto abbiamo registrato un certo calo delle
adesioni ai test, anche se rimaniamo a livelli elevati». Da una parte l'assessore sottolinea che «questa
operazione ha consentito negli anni di praticare numerose diagnosi precoci e scoprire in tal modo per tempo
molte patologie, che hanno consentito di abbattere i numeri della mortalità nel Friuli Venezia Giulia». Tuttavia
«non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia, ma anzi potenziare queste iniziative». Ecco perché
«con i medici di medicina generale e con i farmacisti metteremo presto in campo una campagna
d'informazione ai cittadini che vada oltre la semplice lettera recapitata a casa del cittadino, che da sola non
può bastare». In altre parole «occorre spiegare alla popolazione che i test sono semplici, gratuiti e preziosi».
Per arrivarci, in particolare per migliorare le perfomance dei test sul colon-retto, Telesca conta molto sulla
prossima sottoscrizione di un accordo con le farmacie che definisca modalità di collaborazione operativa:
informazione prima di tutto, ma anche ruoli specifici nell'attuazione pratica dei test». Fra le iniziative di
miglioramento messe in preventivo dall'Area prevenzione della Direzione centrale Salute, figura
l'interoperabilità dei sistemi informativi. In pratica si tratta di continuare a garantire i massimi standard di
sicurezza dei dati e rendere più agevole alle persone la gestione del consenso al trattamento dei propri dati.
La Regione punta a dematerializzare i referti firmati digitalmente, rendendoli disponibili a tutti gli operatori del
percorso degli screening. Una disponibilità da estendere ai medici di famiglia solo previo consenso del
cittadino interessato. © riproduzione riservata
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014
60
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Maurizio Bait
24/07/2014
QN - Il Giorno - Milano
Pag. 11
(diffusione:69063, tiratura:107480)
Bloccare la delibera del consiglio di amministrazione della Fondazione Maugeri che trasformerà i contratti dei
lavoratori da sanità pubblica a privata a partire dal 1 ottobre prossimo, con riduzioni di stipendio: posizione
bipartisan assunta dalla commissione Sanità del Consiglio regionale che ha incontrato prima lavoratori e ieri il
direttore generale della Fondazione, Fabrizio De Matthaeis, e il rappresentante del cda, Luigi Migliavacca. I
vertici della Maugeri hanno spiegato ai commissari che il motivo del cambiamento è «l'insostenibilità
economica dell'attuale contratto» e hanno ricordato che la Fondazione, coinvolta in una inchiesta giudiziaria
sulla sanità lombarda, nel 2013 ha subito una perdita finale di esercizio di 15 milioni di euro. Il presidente
della commissione, Fabio Rizzi (Lega) ha chiesto, oltre al blocco della delibera, di «monitorare la situazione e
coinvolgere fortemente la Regione Lombardia (quale garante dei 1700 lavoratori lombardi coinvolti) in quella
che è una partita strategica dal punto di vista sociosanitario». Anche le opposizioni sono d'accordo nella
richiesta di fermare il cambio di contratto. Per il consigliere del M5S Iolanda Nanni la richiesta di bloccare la
delibera è motivata «dall'incongruità fra le perdite contingenti del bilancio, dovute principalmente agli esiti
giudiziari e all'inasprimento degli oneri finanziari stipulati con le banche, rispetto al carattere strutturale e
irreversibile» del cambiamento di contratto.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014
61
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Audizione Maugeri al Pirellone: dalla commissione arriva stop bipartisan
Rizzi (Lega): «Bloccare subito la delibera e monitorare la situazione»
24/07/2014
Il Secolo XIX - Imperia
Pag. 19
(diffusione:103223, tiratura:127026)
Entro l'autunno Roverino avrà finalmente la farmacia
Gli abitanti della frazione si battono per il servizio fin dagli anni '90
PATRIZIA MAZZARELLO
VENTIMIGLIA. Entro fine mese sarà finalmente pubblicata la graduatoria regionale per l'apertura delle nuove
farmacie. Tra queste vi è anche quella, attesissima, di Roverino: un servizio del quale si parla invano da anni
e che è considerato preziosissimo dai residenti, e tutt'altro che a torto. Già richiesta dagli abitanti all'epoca
dell'ex amministrazione Berlengiero, annunciata durante l'amministrazione commissariale che ha retto
Ventimiglia negli ultimi due anni, salvo intoppi, la nuova farmacia della frazione, per la quale si batte da tempo
il Comitato di quartiere, potrà aprire i battenti entro l'autunno. La graduatoria dei farmacisti interessati, che tra
l'altro apre le porte anche ai giovani laureati nei confronti di un mestiere che troppo spesso si tramanda di
padre in figlio, sarà su scala nazionale. Occorrerà dunque vedere se i farmacisti in graduatoria accetteranno
la sede assegnata. In caso contrario si proseguirà nella lista. Il passo successivo, comunque in discesa, sarà
l'individuazione dei locali necessari allo scopo. La prima sede individuata, nei pressi del centro commerciale,
è infatti stata bocciata: in quanto non rispetta la necessaria distanza dalle farmacie del centro, già aperte da
tempo. Ad annunciare la svolta tanto attesa, ieri mattina, è stato il consigliere regionale del Partito
democratico Sergio Scibilia, che da anni segue passo passo la pratica per l'apertura della farmacia, ormai
indispensabile in quartiere che conta migliaia di persone, tra le quali bambini e tanti anziani che rimangono
soli per gran parte della giornata, e può ormai essere paragonato ad una piccola cittadina. Anche se, spesso,
con i servizi ancora non adeguati a questo sviluppo. «Finalmente la situazione si è sbloccata. A fine mese
sarà pubblicata la graduatoria ufficiale. E quindi sapremo quale farmacista si sarà aggiudicato la sede di
Roverino. Ad oggi non è possibile sapere quante persone sono interessate. Ma io sono fiducioso, si tratta
infatti di una zona appetibile anche per chi apre l'attività: dove il servizio è molto atteso e con una
popolazione in gran parte composta da anziani con difficoltà a spostarsi in centro anche per i piccoli acquisti .
Senza contare gli utenti potenziali che potranno arrivare in futuro, quando decollerà anche il vicino Parco
Roia», ha sottolineato il consigliere regionale democratico. A battersi, sino ad oggi invano, per ottenere una
nuova farmacia presso la popolosa frazione ventimigliese, zona di operai e frontalieri, è stato in primo luogo il
Comitato di quartiere di Roverino. Il quale aveva infine ottenuto il via libera dalla commissione straordinaria,
che si era impegnata anche a far aprire, almeno part time, anche un ufficio postale. Lo stesso Comitato aveva
poi manifestato il suo malumore, visto che entrambe le proposte almeno sino ad ora sono rimaste solo sulla
carta: «Vorrei tranquillizzarli - aggiunge Scibilia - in quanto stiamo seguendo la pratica. I ritardi che ci sono
stati non sono dovuti a nostre carenze o lassismo ma semplicemente a motivi di ordine burocratico».
[email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: Il quartiere di Roverino attende l'apertura della farmacia ormai da molti anni
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014
62
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
A FINE LUGLIO SARÀ PUBBLICATA LA NUOVA GRADUATORIA REGIONALE
24/07/2014
Il Tempo - Roma
Pag. 4
(diffusione:50651, tiratura:76264)
Studi medici aperti anche nel fine settimana
Dottori di fiducia e pediatri garantiranno assistenza per 12 ore al giorno, compresi i festivi
Francesca Mariani
Garantire l'assistenza territoriale da parte dei medici di medicina generale e pediatri nell'arco di 12 ore ogni
giorno, garantire l'apertura degli studi medici anche nei week end e festivi e trasferire la cura delle patologie
croniche dall'ospedale alle strutture del territorio. Questi gli obbiettivi del protocollo d'intesa firmato ieri dal
presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e dai rappresentanti delle sigle sindacali della medicina
generale Fimmg, Snami, Smi e Intesa Sindacale. Il documento intende avviare già dal prossimo autunno una
serie di azioni nell'ambito della riorganizzazione del sistema regionale riassumibili in cinque punti: garantire
alla cittadinanza una copertura dell'assistenza territoriale per 24h al giorno mediante l'apertura di strutture
delle cure primarie; rendere pienamente disponibile la copertura assistenziale della rete territoriale delle cure
primarie anche nelle giornate di sabato, domenica e festivi; dare la piena operatività ai processi di presa in
carico di pazienti con patologie croniche (diabete, bcpco, scompenso cardiaco) secondo appositi protocolli
operativi e la condivisione delle informazioni cliniche tra i medici delle cure primarie e presidi sanitari;
intervenire sui tempi di attesa per le prestazioni diagnostiche, sulla base di quanto previste dal «Piano
regionale sul governo delle liste di attesa». E infine definire un sistema di rendicontazione degli interventi
eseguiti attraverso la predisposizione di indicatori di processo e di esito acquisibili acquisibili attaverso
l'adozione di idonee procedure informatiche. «Nella sanità del Lazio sta cambiando tutto. Dopo
l'approvazione dei piani operativi per la rete ospedaliera, tre giorni fa abbiamo iniziato gli investimenti nel
settore sanitario ed oggi abbiamo siglato un protocollo storico - ha commentato Nicola Zingaretti che
consente l'entrata in campo dei medici di medicina generale. Ci siamo dati tempo fino a settembre su cinque
grandi obiettivi che rappresenteranno una svolta, tra cui l'obiettivo dell'apertura degli studi medici aperti 12
ore al giorno per ampliare la domanda di offerta sanitaria non ospedaliera, l'apertura il sabato, la domenica e i
festivi e lavorare insieme sul sistema informatico unico. Inoltre dati l'obiettivo per ottobre di chiudere gli
obiettivi posti nel protocollo - conclude - dico grazie alle organizzazioni sindacali dei medici di medicina
generale e ora lavoriamo e dimostriamo che il Lazio non è piu la Cenerentola dei sistemi sanitari ma sta
diventando tra i sistemi sanitari potenzialmente più virtuosi». Il protocollo siglato con i medici di medicina
generale «recepisce istanze che portiamo avanti da tempo - ha commentato Fabio De Lillo, consigliere
regionale Ncd - finalmente anche la Giunta Zingaretti ha capito che la riorganizzazione dell'assistenza
sanitaria deve necessariamente passare per lo sviluppo dell'assistenza territoriale. I medici di medicina
generale rappresentano un tassello importante del sistema sanitario e in più occasioni ho sollecitato il
coinvolgimento dei medici di famiglia per garantire ai cittadini quella sanità di prossimità che può aiutare a
ridurre gli accessi ai presidi ospedalieri. L'auspicio conclude - è che si rispettino i tempi annunciati da
Zingaretti per l'attuazione dell'accordo. Non vorremmo trovarci, tra qualche mese, di fronte all'ennesima
rivoluzione a parole».
INFO Nicola Zingaretti Il presidente della Regione ha avviato la riforma del sistema sanitario regionale
Foto: Sanità In arrivo misure eccezionali per evitare il sovraffollamento degli ospedali
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014
63
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Regione Accordo siglato dal presidente Zingaretti con i sindacati di medicina generale. Si parte a settembre
24/07/2014
Il Tempo - Roma
Pag. 4
(diffusione:50651, tiratura:76264)
«Sarebbe il caso che il presidente e commissario ad acta Zingaretti monitorasse i rapporti tra l'azienda
regionale di emergenza e le ambulanze delle cosiddette croci private. L'Ares, infatti, è nato con lo scopo di
rispondere in modo compiuto e omogeneo ai bisogni di coloro che si trovano in una situazione di urgenza
sanitaria, assicurando il trasporto e il ricovero di pazienti critici nei presidi ospedalieri idonei. E prevedendo al
contempo l'intervento dei privati laddove si presentasse la necessità per carenza di mezzi o personale Ares».
Così in una nota il consigliere regionale FI, Adriano Palozzi. «Per tale ragione appare necessario e subitaneo
che la direzione generale dell'azienda regionale fornisca rassicurazioni in merito ai rapporti con le croci
private».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014
64
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Palozzi: «Chiarire i rapporti con Ares 118»
24/07/2014
Il Tempo - Roma
Pag. 5
(diffusione:50651, tiratura:76264)
Scatta la centralina Anffas senza corrente saltano le riabilitazioni
In X Municipio nessuno interviene a spingere il pulsante della cabina Rabbia Lasciata senza terapia anche
una bimba ipovedente Sos Lo staff medico ha scritto a tutti Nessuna risposta
Massimiliano Vitelli
Un interruttore abbassato spegne le terapie riabilitative all'Anffas di Ostia. Dal 17 luglio tutti i servizi erogati
dalla struttura, fondamentali per le cure destinate a centinaia di pazienti, sono sospese a causa di un piccolo
problema tecnico di facile risoluzione ma che, per un evidente problema di responsabilità, sta tenendo in
ostaggio un Centro di così elevata importanza. A lanciare l'allarme è il direttore Stefano Galloni che, insieme
al suo staff, è costretto da giorni a rimandare a casa i tanti pazienti che all'Anffas si affidano per migliorare il
loro stato di salute. «Siamo davvero sbigottiti. - dichiara - Da una settimana siamo bloccati perché dall'Ufficio
Tecnico del X Municipio di Roma nessuno si prende la briga di alzare un interruttore dell'energia scattato
all'interno della cabina elettrica di competenza dell'ex XIII Circoscrizione. Siamo arrivati ad inviare tre
raccomandate al giorno chiedendo semplicemente di inviarci del personale con urgenza per alzare un
interruttore, operazione banale che permetterebbe di far ripartire le attrezzature. Purtroppo però, nonostante i
nostri ripetuti ed incessanti solleciti, non abbiamo ricevuto risposta». Oltre all'Ufficio Tecnico, la dirigenza di
Anfas ha informato il Consiglio Municipale, la giunta e il presidente del X Municipio Andrea Tassone. Anche in
questo caso senza ottenere alcun riscontro. «Stanno paralizzando l'unico centro articolo 26 del litorale di
Roma Capitale».- attacca Galloni. «Sono arrabbiatissimo. - dichiara invece Marco Schinigoi, papà di una
bimba frequentatrice del Centro - Da una settimana mia figlia ipovedente non può svolgere le terapie
riabilitative. Capisco tutto, capisco la lentezza degli enti pubblici ma non posso comprendere né accettare che
ci vogliano tempi così lunghi per alzare la leva della corrente posta all'interno di una cabina elettrica. Qui si è
fermato un centro riabilitativo che dà assistenza a centinaia di ragazzi e bambini ogni giorno. Qualcuno
intervenga al più presto». Anche Alberto Ziotti, un altro papà, fatica a mantenere la calma. ìSono giorni che
mio figlio viene rimandato a casa perché, a causa di uno stupido problema tecnico che nessuno vuole
risolvere, non è possibile svolgere le terapie. Hanno spento un servizio fondamentale per i nostri bambini
bloccando terapie che servono al loro sviluppo psico-fisico. Tutto perché nessuno si prende la briga effettuare
un intervento semplicissimo. Siamo alla follia. Continuiamo a sentire parlare dell'inefficienze della Pubblica
Amministrazione, ma queste le supera di gran lunga tutte. La solita storia all'italiana». Da segnalare che,
ormai da due anni, l'Anffas provvede già autonomamente al riscaldamento della struttura, pur non essendo di
propria competenza, poiché la caldaia in dotazione nell'inverno del 2012 ha subìto un guasto e da allora
attende ancora un intervento riparatore. «Abbiamo speso ventimila euro in manutenzione, per i pavimenti, gli
infissi, i tubi scoppiati, - dichiarano i vertici dell'Associazione - tutti costi che non spetterebbe a noi
sostenere». Il Centro con sede tra il lungomare di ponente e via del Sommergibile attualmente dà risposte
concrete a più di quattrocentocinquanta persone con disabilità ogni giorno.
INFO Storia del centro Il Centro con sede tra il lungomare di ponente e via del Sommergibile attualmente dà
risposte concrete a più di 450 persone con disabilità ogni giorno
Foto: Lungomare di Ponente La cabina elettrica da far ripartire
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 24/07/2014
65
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Ostia Da giorni pazienti rimandati indietro
PROFESSIONI
2 articoli
24/07/2014
ItaliaOggi
Pag. 2
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Marzolla lascia Vodafone Italia. Geraldina Marzolla lascia la società di tlc di cui è direttore brand & advertising
per occuparsi di nuovi progetti professionali. Dopo un'esperienza in Saiwa, la manager è entrata in Omnitel
(poi diventata Vodafone) nel 1997 ricoprendo tra gli altri il ruolo di responsabile media e strategic planning e fi
no a diventare direttore brand& advertising. Havaianas sbarca a Firenze. Dopo Milano e Roma, il brand
brasiliano di infradito in gomma Havaianas apre il terzo monobrand store.A due passi dal centro (in via della
Vigna Nuova 43/r), disposto su un unico piano di 74 mq, il negozio rientra nel progetto di espansione retail del
marchio. A l e x a n d e r Dr Fleming in finale al World Retail Awards. Alexander Dr Fleming, network in
franchising specializzato nello sviluppo di farmacie, parafarmacie e corner ideato da Wm Capital, è tra i fi
nalisti del World Retail Awards, per la categoria Best new retail concept. Il premio è un riconoscimento rivolto
alle eccellenze che hanno saputo sviluppare con successo nuove idee di retail. Il vincitore sarà premiato il 30
settembre prossimo a Parigi. M a n p o w e r Group al fi anco della Roma. ManpowerGroup Italia e A.S.
Roma hanno siglato un accordo biennale di sponsorship e fornitura di servizi che legherà l'azienda che opera
nell'ambito delle risorse umane in qualità di offi cial supplier del club capitolino.
Foto: Geraldina Marzolla
Foto: Lo store Havaianas di Firenze
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 24/07/2014
67
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
BREVI
24/07/2014
Panorama della Sanita - N.27 - 14 luglio 2014
Pag. 13
Ricetta elettronica: intesa tra Regione e medici di medicina generale
Nuovo impulso al processo che porterà in Emilia-Romagna alla piena digitalizzazione della ricetta medica. E
stata infatti firmata nei giorni scorsi una nuova intesa tra la Regione e le sigle sindacali più rappresentative
per la medicina generale che permette di perfezionare ulteriormente i contenuti della collaborazione già in
atto con questi professionisti per arrivare alla cosiddetta "dematerializzazione" della ricetta rossa entro il
2015. "Nell'intesa appena siglata, la Regione si impegna a potenziare i supporti tecnici attualmente
disposizione dei medici di medicina generale e a garantire loro la necessaria assistenza informatica e la
fornitura dei relativi materiali tecnici. Alle Aziende sanitarie" precisa la Regione "invece, spetta l'attivazione
della prescrizione dematerializzata da parte dei medici specialisti ospedalieri, dipendenti e convenzionati.
Nell'intesa si ribadisce, inoltre, l'esclusione dal processo di dematerializzazione per le ricette che contengono
la prescrizione di farmaci erogati dalle farmacie per conto della Regione, quelli soggetti alla disciplina degli
stupefacenti e delle sostanze psicotrope e tutti quei farmaci il cui elenco è disponibile sul portale della rete
SOLE".
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 24/07/2014
68
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
NOTIZIARIO / Emilia Romagna