La necropoli dell`antica Tebe, sulla riva occidentale del Nilo di fronte

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La necropoli dell`antica Tebe, sulla riva occidentale del Nilo di fronte
Barbara Lippi
Nuove tombe vicino alla Valle dei Re – Luxor
Nel corso di questa relazione sono presentati i risultati preliminari della ricerca antropologica (missioni
2005 e 2006) svolta presso le tombe TT14 e MIDAN05 indagate archeologicamente dalla Missione
archeologica dell’Università di Pisa a Dra Abu el Naga – Luxor diretta dalla Prof.ssa Marilina Betrò.
Si tratta di dati attualmente ancora inediti e protetti dal copyright della missione stessa.
I risultati di tale studio saranno pubblicati nel prossimo numero di Egitto e Vicino Oriente, rivista della
sezione di Egittologia e Scienze Storiche del Vicino Oriente Dipartimento di Scienze Storiche del
Mondo Antico Università degli Studi di Pisa.
Introduzione
(dal sito http://www.ricercaitaliana.it/grandi_temi/dettaglio_sezione-60.htm)
La necropoli dell'antica Tebe, sulla riva occidentale del Nilo di fronte a Luxor, è uno dei siti meglio noti
e più visitati dell'Egitto. Le tombe scavate nella roccia si aprono quasi ovunque - inattese - tra le case
color pastello della vecchia Gurna, sui primi pendii del tormentato deserto tebano.
Le scene e le iscrizioni sulle pareti, gli oggetti dei corredi seppelliti con i loro occupanti, le steli e i papiri
rinvenuti in esse raccontano agli egittologi storie di quelle vite lontane, in modo spesso più vivido e più
ricco di informazione di quanto non facciano i resti delle città, quasi sempre seppelliti sotto gli abitati
moderni o in condizioni più deteriorate.
La tomba ramesside di Huy e la scoperta di una nuova tomba
La missione pisana, partita inizialmente dalla concessione di studio e scavo di un primo ipogeo, la
Tomba Tebana 14 (TT 14), appartenuta ad Huy, sacerdote di età ramesside (1292-1069 a.C.), ha
scoperto nella campagna dell'ottobre 2004 una nuova tomba: fino alla scoperta, essa era del tutto ignota
agli studiosi, seppellita com'era, da tempo, sotto un'ingente massa di detriti che ne riempiva anche
l'interno quasi interamente.
Il complesso contesto archeologico rappresentato dalle due strutture ipogee indagate dalla missione
dell'Università di Pisa a Dra Abu el-Naga, è stato affrontato impiegando tecniche di scavo diverse a
seconda delle specifiche situazioni presentate dai vari ambienti esplorati. Il deposito di terreno che
occupa quasi interamente le varie camere delle due tombe appare essere il risultato dalla stratificazione
di numerose attività sia umane che naturali occorse in un lunghissimo arco di tempo - quantificabile
approssimativamente in 3400 anni - dalla realizzazione delle strutture funerarie all’attuale attività di
esplorazione e scavo.
Il materiale osteologico umano
L’interesse del materiale proveniente da queste due tombe risiede non solo nei possibili risultati di
un’indagine antropologica classica (determinazione di sesso ed età, presenza di patologie), ma anche
dalle notizie che è possibile ricavare circa le tecniche di mummificazione ed il deterioramento causato
dai continui saccheggi. Tra i casi maggiormente interessanti sicuramente il possibile trauma da arma a
carico del parietale sinistro di un giovane adulto di sesso maschile (individuo α) ed un probabile caso di
torcicollo congenito riscontrabile sul cranio e sulle prime cervicali dell’individuo ε; entrambi provenienti
da MIDAN.05.
Ringraziamenti
Ringrazio il Rotary Club Marina di Massa Riviera Apuana del Centenario per avermi permesso di
raccontare questa mia esperienza.
Desidero inoltre ringraziare il Prof. Francesco Mallegni e la Professoressa Marilina Betrò.
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