GABRIELE BALDELLI/ archeologo già Soprintendente Mibac
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GABRIELE BALDELLI/ archeologo già Soprintendente Mibac
GABRIELE BALDELLI/ archeologo già Soprintendente Mibac - VANESSA LANI/ Tecne s.r.l. Via Sestio Calvino 80 00174 Roma/ [email protected] -Via Kennedy 96 61122 Pesaro/ [email protected] GRUPPO DI TOMBE ALTOMEDIEVALI NELLA NECROPOLI PRESSO LA MUTATIO AD OCTAVO (LUCREZIA, FANO, PU) GROUP OF GRAVES IN NECROPOLIS EARLY MEDIEVAL AT THE MUTATIO AD OCTAVO (LUCREZIA, FANO, PU) Fig. 1- Rinvenimenti: 1. scavo soprintendenza del 2009; 2. tomba rinvenuta nel 1953; 3. Villa romana con mosaici / Discoveries: 1. excavation ‘soprintendenza’ 2009; 2. tomb found in 1953; 3. Roman villa with mosaics. In April 2009 he was made an archaeological dig at Lucrezia, along the ancient Flaminia between Forum Semproni and Fanum Fortunae. The investigations have discovered part of a cemetery with 31 graves. The burials are characterized by the same funeral inhumation, even if they are obvious structural differences and guidance. From the diachronic point of view the overlap of some tombs indicates that the tombs belong to at least two successive historical moments, which based on the recovered materials (including fragments of ‘terra sigillata africana’ and ‘medio adriatica’, and numerous 'nummi' double standard weight) should be placed between V and the early VII century. The explored area is a part of the larger necropolis located along the Flaminia, as suggested the walls found in occasional earthworks, the name ‘The Pylon’, and the tomb discovered in 1953. Indeed, a previous use of the site of the tombs is witnessed by two channel intended for agricultural use, filled with late- antique materials, including a follis of Constans (ca 337-340). For the ethnicity of the deceased on the type of deposition and burial objects (armillary and bronze rings, earrings made of bronze and silver, 12 bronze coins, bone comb, bronze fibula, fragment of a lamp ‘africana’ or imitation type carriers of grapes, coin AE4 Johannis 423-425 AD) says nothing. Connecting the necropolis with an unknown aggregate demic of street, probably developed in near the Mutatio ad Octavo, suggests a community originally Roman influenced first by the Goths, then by the Longobards. The presence of these is demonstrated by the abduction of citizens of Fano in the year 591-592, and traces toponym as ‘Sala’, 'castra' Galliola/Gaiola/Caivola and ‘de Gaio’, and ‘plano Gagi or Gagii’ the centuries around a thousand. Nell’aprile del 2009 è stato effettuato uno scavo archeologico a Lucrezia di Cartoceto, lungo il tracciato dell’antica via Flaminia tra Forum Semproni e Fanum Fortunae (ma nel territorio di quest’ultima). Le indagini hanno riportato in luce parte di un sepolcreto, consistente di 31 tombe, 24 delle quali scavate per intero, mentre le altre 7 solo parzialmente in quanto sul limite di scavo. Le sepolture si caratterizzano per lo stesso rito funebre inumatorio, anche se sono evidenti differenze strutturali e di orientamento: 7 sono in semplice fossa terragna, 3 con copertura piana in tegole, 1 con rivestimento di tegole solo in parete, 3 in cassa laterizia di tegole ed infine 16 alla cappuccina. In alcune di queste ultime (tombe 6, 8, 10 e 20) le tegole della copertura a spiovente presentano nel punto di unione un caratteristico sistema ad incastro, ottenuto “dentellando a scalpello” il bordo superiore. Per quanto riguarda l’orientamento: 18 risultano disposte da nord a sud con un leggero disassamento verso nord-ovest/sud-est; 9 da ovest a est con leggero disassamento verso sud-ovest/nordest; le altre 3 sono orientate nord-ovest/sud-est. Gli scheletri, mal conservati e spesso scomposti, sono tutti in posizione supina, senza differenze sostanziali di giacitura ad eccezione dello scheletro della tomba 25, con gli arti inferiori flessi verso destra probabilmente per ragioni di spazio. Per quanto riguarda l’età dei defunti forte si rivela l’incidenza della mortalità infantile: infatti 2 inumazioni appartengono a neonati, uno dei quali deposto in piccola cappuccina e l’altro solo indiziato dal piano di fondo della piccola fossa; 7 sono riferibili a bambini, 2 ad adolescenti e solo 10 ad adulti. Solo in 9 casi è stato possibile determinare il sesso, sia osservando le ossa sia in base agli oggetti di corredo: si sono riconosciuti così 5 maschi e 4 femmine. Non più di 2 le tombe femminili da considerare ricche, probabilmente di madre e figlia: la 1, attribuibile ad una adulta, è la più ricca e presenta un’armilla in bronzo nell’avambraccio sinistro, due anelli a fascia in bronzo nell’anulare della mano sinistra e un paio di orecchini ‘a cestello’ in bronzo con pasta vitrea bianca incastonata (tipo 1 POSSENTI 1994 - inizi VII secolo). Nella tomba 2, legata alla prima per posizione, orientamento e vicinanza, è invece deposta una bambina di 5-6 anni, che porta orecchini ‘a cestello’ in argento (tipo 1 POSSENTI 1994, - 3° quarto VI/ inizi VII secolo) e nella mano destra una moneta in bronzo (‘minimo’ illeggibile), tardo retaggio della tradizione dell’obolo di Caronte presente in altre 11 sepolture del gruppo. La tomba 5, di una bambina di circa 3-6 anni, ha un pettine in osso accanto al cranio e, quindi, forse in origine sistemato sui capelli. Questo tipo, a doppia dentatura di diversa finezza e quasi privo di decorazione, diffuso nell'arco di un lungo periodo (IV-VII secolo e oltre) è largamente attestato e presente in altre tombe infantili sia a Pesaro (PROFUMO 2001, p. 102 ) che a Fano (BALDELLI 2003, p. 26) che a Cagli. Nella tomba 16, dove è deposto un bambino di circa 3 anni, in prossimità del cranio è stata rinvenuta, invece, una fibula in bronzo mal conservata, forse in origine puntata alle vesti e poi scivolata in questa posizione. La tomba a cappuccina 18, infine, è di un bambino di 4-6 anni circa, che sotto il cranio cela una fibbia quadrangolare da cintura in bronzo, apparentemente fuori posto. Da segnalare anche un frammento di lucerna africana o d’imitazione, del tipo con portatori d’uva, dalla tomba 10 e una moneta AE4 di Giovanni (423-425 d.C.) dalla tomba 18. In base alla disposizione e orientamento delle tombe sembrano distinguibili almeno cinque gruppi famigliari, ciascuno con uno o due adulti e alcuni bambini: tombe 6, 8, 9, 14, 21 e 22; tombe 4, 7, 12 e 20; tombe 5, 15 e 29; tombe 16, 27, 28 e, infine, tombe 10, 18 e 19. Dal punto di vista diacronico la sovrapposizione di alcune tombe, talora diverse anche per orientamento e struttura, anche dentro i gruppi famigliari (tombe 5-15, 10-19, 11-29), indica che le sepolture non appartengono tutte alla stessa fase, ma ad almeno due momenti cronologici successivi, che in base ai materiali rinvenuti (oltre ai già menzionati alcuni frammenti di terra sigillata africana e medio-adriatica, e numerosi ‘nummi’ in doppia serie ponderale) vanno collocati tra V e inizi VII secolo. L’area esplorata in questa occasione è solo una parte della più ampia e probabilmente anche più antica necropoli, disposta nella zona sui due lati della Flaminia, come suggeriscono sia le indiscrezioni della gente del posto, relative anche a strutture in muratura incontrate in sterri occasionali, sia il toponimo Il Pilone, forse riferibile a qualche monumento funerario romano (PIETRANGELI 1953, p. 100; UGGERI 1991, p. 34; diversamente PELLEGRINI 1990, p. 227 s.), sia infine la tomba bisoma, fortuitamente rinvenuta nel 1953 (VULLO 1992, p. 404), priva di corredo, ma che al suo fondo recava in frammenti una iscrizione romana della metà del II secolo e la cui cronologia va posta ancora nel periodo tardo-antico. Del resto una frequentazione del sito precedente alle tombe ora rinvenute è testimoniata da due canalette ravvicinate e parallele in leggera pendenza a sud-est, scavate a cielo aperto e forse destinate ad uso agricolo, riempite di materiali tardo-antichi, tra cui un follis di Costante (ca 337-340). Quanto, infine, all’appartenenza etnica degli individui sepolti nelle tombe altomedievali sopra descritte il tipo di deposizione e gli oggetti di corredo nulla dicono, mentre il presumibile collegamento della necropoli con un ignoto aggregato demico di strada, probabilmente sviluppatosi nei pressi della Mutatio ad Octavo segnalata dall’Itinerario Gerosolimitano e anch’essa da collocarsi nelle vicinanze (ASHBY-FELL 1921, p. 133 e indipendentemente BALDELLI 1980, pp. 37, 71, da cui VULLO 1992, p. 386; contra CLUVERIUS 1624, p. 618, HORTELIUS 1666, p. 87 e LUNI 2003, p. 120), induce a pensare ad una comunità originariamente romana sulla cui composizione e cultura stavano avendo il loro effetto, dopo quelle dei Goti, le frequenti incursioni e intrusioni dei Longobardi. Di questi ultimi del resto la presenza in zona non è testimoniata solo dal noto rapimento di ricchi cittadini fanesi per renderli tributari (Greg. M. II, 46 e VII, 13), nel 591-592, ma anche da tracce toponomastiche come il fondo Sala (BERNACCHIA 1997, p. 14) e i ‘castella’ o ‘castra’ Galliola/Gaiola/Caivola e de Gaio, ma anche plano Gagi o Gagii dei secoli attorno al mille. Orecchini a cestello dalle tombe n. 1 e n. 2 / Earrings from the graves no.1 and no.2 . La tomba n. 8/ The tomb no. 8. Pettine in osso dalla tomba n. 5 / Bone comb from the grave no. 5. Bibliografia T. ASHBY, R.A.L. FELL, The via Flaminia, in JRS 11, 1921, pp. 125-190, tavv. I-XVI. L. BALDELLI, La via Flaminia da “Forum Semproni” a “Pisaurum”, tesi di laurea rel. N. Alfieri e corrrel. G. Bonora, Università di Bologna, a.a. 1979-1980. G. BALDELLI,, Fano (PU): il teatro romano, in Adriatica. I luoghi dell’archeologia dalla preistoria al medioevo. Guida alla mostra (Ravenna, 5 luglio - 3 agosto 2003), a c. di F. Boschi, Ravenna, p. 26. R. BERNACCHIA, Politica e società a Fano in età medievale: secoli VI-XIII, in F. MILESI (a cura di), Fano medievale, Fano 1997, pp. 11-40. R. BERNACCHIA, Incastellamento e distretti rurali nella Marca anconitana (secoli X-XII) = Quaderni della Rivista di Bizantinistica 5, 2002, Spoleto. PH. CLUVERIUS, Italia antiqua, Lugduni Batavorum, 1624. L. HORTELIUS, Annotationes in geographiam sacram Caroli a S. Paulo; Italiam antiquam Cluverii ecc., Romae 1666. M. LUNI, Ad Octavo - Fanum Fortunae (Calcinelli - Fano), in Archeologia nelle Marche. Dalla preistoria all’età tardo antica, Firenze 2003, p. 121. G.B. PELLEGRINI, Toponomastica italiana, Milano 1990. PIETRANGELI, Maevania, Roma 1953. E. POSSENTI, Gli orecchini a cestello altomedievali in Italia, Ricerche di Archeologia Altomedievale e Medievale, Firenze 1994. M.C. PROFUMO, Archeologia nelle Marche: ambito medievale (1996-1999), in Scavi medievali in Italia, 1996-1999. Atti della Seconda Conferenza Italiana di Archeologia Medievale (Cassino, 16-18 dicembre 1999), Roma 2001, pp. 83-104. G. UGGERI, Questioni di metodo. 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