L`ALTRO CANONE. ANTOLOGIA DELLA POESIA ITALIANA DEL

Transcript

L`ALTRO CANONE. ANTOLOGIA DELLA POESIA ITALIANA DEL
L’ALTRO CANONE.
ANTOLOGIA DELLA POESIA ITALIANA DEL
SECONDO NOVECENTO
TESTI
RENZO RICCHI
(Nettuno, Roma, 1936-)
G
iornalista, scrittore e drammaturgo, critico letterario.
Principali pubblicazioni: Mozione di sfiducia (1969), Uomo dentro
la prova (1971), La storia ha tempi lunghi (1973), Itinerari della
coscienza (1977), Dal deserto (1977), Notizie dal mondo scomparso (1979),
Un evento tra i fatti (1983), Poesie d’amore (1985), Le radici dello spirito,
antologia (1986 e 1992), Nel sabato dell’eternità (1993), La pietà della
mente (2001), Perché fiorisce la rosa (2005), La cetra d’oro (2007).
Traduzioni in volume in Jugoslavia, Grecia, Turchia, Giappone, Irlanda,
Stati Uniti, Slovacchia, Ucraina; su rivista in tedesco e in francese.
466
RENZO RICCHI
DIO NON VOLA PIÙ
Tubano coppie nei giardini sulle panchine
in attesa che suoni la sirena della fabbrica
i piedi nel fango. Il fango è una nuvola rosa.
Incrociamo ragazze dagli orecchini rossi blu
grandi come conchiglie. L’anima
cerca i suoi surrogati. Per le strade
solo sospetto. A un uomo, a una donna soli,
non crediamo. Chi sogna più le ciliege per tutto
l’inverno? Chi vede la tristezza
dei vecchi e dei fanciulli? Il grigio dei palazzi antichi
contrasta con l’alluminio e il cemento
di quelli moderni. Vasi di fiori ai balconi
mancano. Dio insegue i jet a mille l’ora. Dio
non vola più negli aquiloni nei palloni colorati
dei ragazzi. Ogni Dio possibile l’hanno compromesso
in tutti i continenti. Resta il jet.
Veloce, fantastico. Se ogni uomo
vorrà averne uno
ogni uomo l’avrà.
(1969)
467
L’ALTRO CANONE.
ANTOLOGIA DELLA POESIA ITALIANA DEL
SECONDO NOVECENTO
INFANZIA
Le mimose nei campi era torve
come l’occhio del gufo
la solitudine era avventura
di un passo nel silenzio.
Le torri bianche le case gli animali
erano sempre sollievo
ad oscure paure.
Quante volte gremimmo le sponde del mare
a guardare salpar farfalle: velette frementi
che non giungevano mai alla prima secca
che facevamo bersaglio alle pietre
per un cieco rancore contro l’impotenza.
L’infanzia è un’età visionaria
una follia.
(1971)
468
RENZO RICCHI
ULTIMI GIORNI DI SCUOLA
Nella luce sommessa del mattino
i corpi nudi dei fanciulli
sulle rive del lago
addolciti da tiepidi venti
tra spighe dorate e accesi papaveri
sono forme instabili e fugaci
di deità campestri.
I mietitori d’erba
scalfiscono i bianchi mattini
fronde frusciano lievi
risalendo colline misteriose
dove sgusciano a notte
nella luna che scende per discinte pianure
le volpi fulve dagli occhi lucenti.
(1971)
469
L’ALTRO CANONE.
ANTOLOGIA DELLA POESIA ITALIANA DEL
SECONDO NOVECENTO
IL GRIDO
Il tetto di un magazzino
scorre come un drago
tra le case
santificato dall’aureola di un arcobaleno.
Città che dobbiamo vivere e pagare
fino in fondo.
Il profumo dei tigli
è rimasto
nella quiete vittoriosa della sera
quando i gas di scarico
salgono ad avvelenare le stelle
e gli alberi di nuovo
appartengono agli uomini.
(1973)
470
RENZO RICCHI
AMBULANZA
Un presentimento d’apocalisse
sugli ori
i nobili cuoi
gli eleganti tessuti
delle vetrine.
Una vecchia
con l’aria inoffensiva dei vecchi
fa il segno della croce.
Avrà avuto il tempo di pensare
a quando
da bambina
disegnava margherite sul vetro appannato
della cucina
lavagna inesistente?
Il grido di sventura
si perde in lontananza.
Di nuovo alla cieca gli uni sugli altri
– solo il corpo in fondo resta umano.
(1973)
471
L’ALTRO CANONE.
ANTOLOGIA DELLA POESIA ITALIANA DEL
SECONDO NOVECENTO
AL TRAMONTO
Al tramonto c’è un’ora che incendia
le case e mette un geranio di fuoco
nei vetri. Ogni ombra è una vela che salpa.
Domani
appena domani
sarò anch’io
come tutti
un povero vecchio attento al tocco vigile
della campana
dolce ma inflessibile.
Domani
come ieri
come oggi.
Non c’è che un tempo.
Siamo un uomo solo.
(1977)
472
RENZO RICCHI
IL LUOGO
Ogni sera
ad ora esatta
vi accorrono i gabbiani
in formazioni perfette.
Coltre tiepida e bianca
sullo scoglio corroso dai marosi
per antica memoria
o per presagio.
A vertice sul mare
il sonno fa pace con le stelle.
E’ il luogo della morte e della vita
- rosa le piume all’alba
nel balenare di luce e sangue –
né gioia né dolore hanno più senso
c’è solo l’orologio del destino.
A un giro d’orizzonte
ride la buganvillea tra i rami d’oleandro
l’agave sterile dopo il primo fiore
tende al sole i suoi tentacoli
è un guardarsi di rami rive animali
senza un grido
nel cerchio lucido del cielo.
(Isola d’Elba, S.Andrea, 1975)
(1977)
473
L’ALTRO CANONE.
ANTOLOGIA DELLA POESIA ITALIANA DEL
SECONDO NOVECENTO
PER QUESTE ULTIME SERE
Per queste ultime sere
in cui il silenzio si annida con pudore
e ogni uomo o pensiero
suscita echi lontani
che rimbalzano
da una costa all’altra dell’anima
e dà voce a tutti i rimpianti
e dice
che ogni storia d’uomo
è storia segreta di privazioni…
Per queste ultime sere…
(1979)
474
RENZO RICCHI
ASCOLTATE
Ssst. Ascoltate questo canto
che viene da lontano.
Lo sentite?
Cantilena d’una madre per il suo bambino?
Malinconica nenia di un vecchio solitario?
Canzone d’amore di una fanciulla in fiore?
Oppure è il fruscio delle querce in estate
o la fontana di un paese antico…
Potrebbe venire dalle stelle.
Ssst.
Da dove
Per chi
quel canto lontano?
Mio Dio!
Non lo sento più.
(1979)
475
L’ALTRO CANONE.
ANTOLOGIA DELLA POESIA ITALIANA DEL
SECONDO NOVECENTO
SE NON SAPREMO MAI?
Se non sapremo mai?
Da dove
verso cosa
perché…
Il ripetersi delle stagioni
delle albe
dei tramonti
il messaggio delle costellazioni
l’origine stessa
della speranza…
E avremo trascorso
così poco tempo
insieme.
(1983)
476
RENZO RICCHI
NEL VENTO DEI LIMONI
Nel vento dei limoni
ti sento
sparso nei mille luoghi della terra e del cosmo
carico di tenerezza e verità
polline che mi cerca
senza trovare un varco
speranza estrema di armonia
sull’orlo delle tenebre.
Oh vibrazione
che m’inquieti e mi tenti
e giri come una falena
a bruciarti all’incendio dei ricordi.
(1983)
477
L’ALTRO CANONE.
ANTOLOGIA DELLA POESIA ITALIANA DEL
SECONDO NOVECENTO
NEVE
Come in un libro di scuola
è venuto a trovarmi l’inverno.
Bianche di neve le tegole
fumano i camini
raggomitolati i piccioni
per farsi calore
sotto le grondaie.
Penso ai boschetti di alloro
di mirto e di bosso d’Europa
alle folte di faggi e di querce
spruzzate di bianco foreste
alla musica dei rami
crepitanti di gelo.
Penso: questo bisogno di magia…
La vita
- il più tenero
e inquieto dei dolori…
Ma perché
stasera:
perché strepitano i passeri
fame freddo o allegria?
(1983-1985)
478
RENZO RICCHI
LUNGOMARE DI SABAUDIA
Palpitava il cielo tra il monte e il mare.
Sul promontorio fanali si confondevano alle stelle.
“Messaggi” disse fra le tenebre
mentre l’aria fremeva al profumo delle ginestre.
“Non prove – risposi e mi sentivo avvolto
dal buio delle foreste e dai suoi misteri –
Sono soltanto indizi – aggiunsi – tutto è incerto”.
Mi afferrò per il braccio e: “Guarda! – mormorò –
Ti sembra incerto tutto questo?”
Nella boscaglia il gufo zufolò.
La luna ebbe un guizzo. Tremò il firmamento
mentre il cuore meccanico di un aereo disegnava
una costellazione di sistole e diastole. “Indizi – ripetei –
indizi!” “Perchè non li cancelli allora? – disse –
E non ci avresti assolti: sarebbe una condanna. Vedi?
Difficile è interpretare il mondo
con le regole nostre”.
Continuammo a camminare
nel buio della notte
tra acqua e cielo
rassicurati dal biancheggiare delle torri
che custodivano case e affetti
in cuor nostro
benedicendole.
(1983-1985)
479
L’ALTRO CANONE.
ANTOLOGIA DELLA POESIA ITALIANA DEL
SECONDO NOVECENTO
FIAMMEGGIANO LE STELLE
Fiammeggiano le stelle
– l’incantesimo è in atto.
Riposa
anima mia
riposa.
Sprofonda nei tuoi sogni.
Anche Dio sta sognando.
Il nostro tempo è questo
– il nostro tempo sta passando.
Tra poco il firmamento scintillante
svanirà nella luce dell’alba.
Ma domani
col buio
tornerà.
Per poco dunque si scompare.
Per poco si appare.
Tra una costa e l’altra del tempo.
(1993)
480
RENZO RICCHI
IN AEREO
Pomeriggio
In silenzio
attraversiamo l’infinito.
Il rischio
è non raggiungere la meta.
Notte
Scintilla
la brace dei paesi
devozione della terra.
Mattino
L’eternità si riverbera nell’alba.
(1993)
481
L’ALTRO CANONE.
ANTOLOGIA DELLA POESIA ITALIANA DEL
SECONDO NOVECENTO
VERITÀ
Sei inafferrabile
Verità
ma dappertutto mormori
e la più piccola fonte
reca il tuo gorgoglio.
L’appuntamento è ovunque.
Ma segreto.
(1993)
482
RENZO RICCHI
FIGLIO MERAVIGLIOSO E DEGENERE
Tempo
figlio meraviglioso e degenere
tu ci fai intravedere
le distese infinite e sempre inquiete
il perenne movimento.
Segni l’alba e la speranza
il tramonto e il tradimento.
Sei la misura della nostra debolezza
del nostro dramma
di ciò che non abbiamo
veramente.
(1993)
483
L’ALTRO CANONE.
ANTOLOGIA DELLA POESIA ITALIANA DEL
SECONDO NOVECENTO
RISVEGLIO
Ride la luce sulle colline.
In un sussurro di brezze e foglie
risorge il mondo
per l’irrevocabile cammino.
Miliardi di molecole
unite da un mistero
si fanno montagne isole
melograne canneti.
Forse persino pietà.
Sacro istante dell’alba
risveglio di Dio che ricorda
il primo vagito della vita.
(1993)
484
RENZO RICCHI
IL VANILOQUIO DEL VENTO
Il vaniloquio del vento
disperde le foglie
come lacrime.
Attorno alla luna
si avvicendano le cavallerie delle nubi
spinte dal soffio
del mistero.
Ecco
salpano i sogni della sera
tenebroso oceano
che incombe.
(2001)
485
L’ALTRO CANONE.
ANTOLOGIA DELLA POESIA ITALIANA DEL
SECONDO NOVECENTO
FARFALLA
Farfalla che passi come un angelo
incurante dei rischi del mondo
bambino che gridi di gioia
ignaro dei mostri della storia
felicità antica delle sorgenti…
Un’idea
un’idea stabile
che sconfigga per sempre
la minaccia del Nulla!
Creato fu l’universo
solo per darci un luogo
in cui morire?
(2001)
486
RENZO RICCHI
IL NULLA NON SPIEGA
Il Nulla non spiega
il principio del mondo
– può spiegarne la fine?
È il Nulla la vera eternità?
Intanto
da ogni più piccola molecola
inizia l’universo
ogni rivelazione è un miracolo
tutto si compie
al di là di noi
noi presenti.
(2001)
487
L’ALTRO CANONE.
ANTOLOGIA DELLA POESIA ITALIANA DEL
SECONDO NOVECENTO
MUSICA
Scesi sono gli angeli tra noi
– vibrazioni d’aria
sussurri:
l’Assenza
ha sempre l’ultima parola
nell’ineffabile ha radici
la speranza.
Tacciono gli strumenti
e tace l’angelo.
Gli uomini
ignari
applaudono.
(2005)
488
RENZO RICCHI
FOTOGRAFIE
È il mio papà
quel piccolo bambino serio serio
in braccio alla sua balia
– perciò è vero
è esistito
quell’uomo buono e triste
che ricordo.
Ma in quale mondo?
Quanto tempo fa?
E quei bambini
tutti sorridenti
vestiti a festa
una domenica mattina
siamo io e te
sorellina tormentata
dai mali dell’età?
Erano i miei compagni
quegli scolaretti col grembiule nero
allegri e un po’ spavaldi
– molti lo so
altrove sono già?
Com’è antico il passato
inafferrabile
vanità e grandezza dei momenti
epigrafi impresse in fondo ai cuori.
(2005)
489
L’ALTRO CANONE.
ANTOLOGIA DELLA POESIA ITALIANA DEL
SECONDO NOVECENTO
GRILLI
Dio quanti grilli cantano stasera
mareggiata tremante senza tregua
piccoli cuori dolci e senza pace
inno trepidante dell’estate
che una folata di vento arresterà.
(2005)
490
RENZO RICCHI
FRA TERRORISMO E GUERRE
Dimmi: dov’è tuo fratello?
Dove sono – ditemi – i nostri fratelli?
Sì
tutti quelli nati
dal nobile impulso dell’amore
l’unico istante
in cui non si è soli veramente.
Dov’è Abele?
Un lampo – come un’ala –
solca il cielo.
Un lamento?
Una bestemmia?
Ci sono state vittime.
Dovremo espiare
anche queste pene
(2005)
491