settembre musica

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settembre musica
Città di Torino
Assessorato perla Cultura
SETTEMBRE
MUSICA
I
Nativo dell’Illinois, Sherrill M ilnes si è laureato in Educazione
Musicale e nel 1960 ha intrapreso la carriera concertistica
superando un’audizione alla Boris Goldovsky Opera Company.
Nel 1964 ricopre un ruolo di rilievo alla New York City Opera
e l’anno seguente ha debuttato al Metropolitan. Nel 1970 ha
iniziato quindi l’attività in campo internazionale all’Opera di
Vienna, alla quale seguiranno quelle di Berlino e Parigi, il
Covent Garden, La Scala, il Bolshoj e molti altri teatri. In
possesso di un ampio repertorio, nel quale ha un grosso peso la
musica di Giuseppe Verdi, si dedica parallelamente all’esecu­
zione concertistica, nel cui ambito ha all’attivo oltre 60 registra­
zioni spaziami dalle sinfonie agli oratori e dai Lieder alle
folksong. Impegnato anche nella didattica, tiene regolarmente
corsi di perfezionamento e collabora con conservatori e univer­
sità negli Stati Uniti, in Europa, in Giappone, Russia ed Israele.
Per i suoi meriti artistici ha ricevuto vari riconoscimenti ufficia­
li, tra i quali quello della Città di New York e il Commendatorato della Repubblica Italiana.
Jon Spong ha compiuto gli studi musicali alla Drake University
e gli è stata conferita la laurea ad honorem al Grand View
College. Dal 1964 accompagna regolarmente tutti i recital di
Sherrill Mjlnes, insieme al quale si e esibito in concerto presso
i più prestigiosi centri musicali e anche diverse volte alla Casa
Bianca. Jon Spong si dedica principalmente alla composizione
e all'esecuzione di musica sacra e organistica.
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Giovanni Battista Bononcini
(1670-1747)
“L’esperto nocchiero”
da «Astarto»
(r ie la b o r a z io n e d i P ie tr o F io r id ia )
Alessandro Stradella
(1642-1682)
“Col mio sangue comprerei”
da «Il Floridoro»
(r ie la b o r a z io n e d i P ie tr o F io r id ia )
Georg Friedrich Haendel
(1685-1759)
Un’ombra di pace
André Grétry
(1741-1813)
“O Richard, ò mon roi”
da «Richard, coeur de lion»
Robert Schumann
(1810-1856)
Widmung, op. 25 n. 1
Der Nussbaum, op. 25 n. 3
Schlusslied des Narren, op. 127 n. 5
Erich J. W olff
(1874-1913)
Einsamkeit, op. 22 n. 2
Andacht, op. 11 n. 1
Joseph Marx
(1882-1964)
Hat dich die Liebe berührt?
Der Ton
Giuseppe Verdi
(1813-1901)
“Per me giunto”
“Io morrò”
da «Don Carlo»
Wolfgang Amadeus Mozart
(1756-1791)
“Serenata”
•da «Il Don Giovanni» K. 527
Un bacio di mano, K. 541
“Rivolgete a lui lo sguardo”
da «Così fan tutte» K. 588
Josephine McGill
(1877-1919)
Duna
Vittorio Giannini
(1903-1966)
If I had known
Tell me, oh blue, blue sky
Virgil Thomson
(1896-1989)
The divine image
Albert Hay Malotte
(1895-1964)
David and Goliath
Un ideale cammino, quello di stasera, attraverso quattro filoni:
il Barocco, la liederistica, l’opera italiana e il repertorio contem­
poraneo statunitense.
Si inizia con Bononcini; siamo in epoca barocca e la scelta di un
autore italiano è indicata dal momento che fu proprio la nostra
nazione la culla di quel fenomeno stilistico. I nostri musicisti
furono il modello a cui guardarono anche le più autorevoli
personalità soprattutto tedesche e inglesi, tra cui Haendel, qui
opportunamente inserito.
Bononcini, uomo estremamente indipendente e individualista,
incarnava la figura dell'artista ormai insofferente al condizio­
namento del mecenate. Con questi presupposti va da sé com­
prendere il motivo della sua fortuna in Inghilterra, la cui società
mercantile era di tipo individualistico, e dove il suo arrivo
coincise con la fase di irresistibile successo dell’opera italiana;
è il 1720, anno della prima londinese dell 'Astartus (la prima
esecuzione assoluta era già stata però nel 1715 a Roma) in cui
è evidente l’anticipazione di soluzioni stilistiche che si afferme­
ranno definitivamente nella seconda metà del secolo. Alcuni
eleganti giri melodici precorrono lo stile protoclassico; è data
maggiore attenzione e rilievo alla presenza strumentale, inoltre
vi è un itinerario tonale ricco e articolato.
A questo punto, data la rivalità tra Bononcini ed Haendel, viene
spontaneo rivolgere subito l ’attenzione a quest’ultimo, in par­
ticolare perché è dubbia la sua paternità di “Uri ombra di pace”,
che si propende piuttosto ad attribuire a Bononcini per la
presenza di tratti propri defl’italiano. In epoca di fanatismo per
l’opera italiana - che causava il nascere di fazioni - il contrasto
fra i due traeva origine soprattutto dalla loro provenienza da
diverse culture; autenticamente italiano Bononcini, interprete
soltanto di riflesso della tradizione italiana Haendel.
Egli ad ogni modo con grande capacità di assimilazione assorbì
la cultura del Barocco in ogni sua forma artistica, e divenne il
massimo sintetizzatore delle esperienze degli esponenti del­
l’opera seria, da Scarlatti a Bononcini, Stradella ecc.. La sua
schietta fibra barocca di ascendenza soprattutto scarlattiana si
rileva nel risalto che egli dà aWaria, nella conseguente sepa­
razione netta tra azione (il recitativo secco, che, a causa dell’es­
sere in lingua straniera, quindi per il pubblico inglese, Haendel
rese più svelto e conseguentemente più pregnante) ed effusione
Erica {aria), e nella funzione relativamente secondaria che
attribuisce all’orchestra; insomma, nella concezione che la
musica governa la parola.
Con Stradella (come con Bononcini e d’altra parte durante tutto
il tardo Barocco) il rapporto musica - testo subì una trasforma­
zione determinante: la prima non sottolinea più l’altra, ma
acquista indipendenza e autonomia; il rapporto si inverte, la
parola, non più protagonista da esaltare, diviene pretesto, ispi­
razione per la musica che si fa protagonista; spesso perde
autorità, viene trascurata a favore di una più ampia visione
d ’insieme attenta piuttosto ai contenuti; essa si stempera in
timbro (fenomeno favorito dal primo fulgore belcantistico) il
virtuosismo domina con il fine non di danneggiare la materia
musicale, al contrario di nobilitarla e renderla più lucente.
La figura di Grétry si inserisce ora in maniera naturale, in quanto
rappresenta 1’autonoma cultura francese contemporanea al nostro
Barocco; Grétry inoltre si impegnò a ritrovare la natura comune
di parola e canto, anticamente due componenti di una medesima
maniera espressiva; egli riuscì a ricomporre questo equilibrio
valendosi della natura quantitativa del verso francese e della
oscillante quadratura della frase musicale.
Tenne fede a questi principi, propri della tragédie-Lyrique pure
nella opéra-comique, e proprio con un lavoro come Richard,
coeur-de-lion (insieme a Guillaume Teli) intraprese la trasfor­
mazione in senso drammatico del genere, pur mantenendo al
canto un tono leggero anche nelle situazioni patetiche e dram­
matiche.
Con Schumann si apre la parentesi liederistica. A quelle del
compositore sassone sono affiancate composizioni di Marx e
Wolff entrambi di origine austriaca; il primo ha lasciato una
produzione di Lieder cospicua formata da più di cento, alcuni
dei quali confluirono nelle due raccolte Lieder und Gesänge e
Italienisches Liederbuch aus Gedichten Von P. Heyse. La sua
figura è di musicista intellettuale di prestigio intemazionale,
essendo anche laureato in filosofia e storia dell’arte e avendo
svolto oltre all’insegnamento - formò molti studenti stranieri mansioni direttoriali all’Accademia Musicale di Vienna e alla
Scuola Superiore di Musica ad essa annessa (alla cui fondazione
egli contribuì), di consulente del governo turco per l’organiz­
zazione delle attività musicali ad Ankara, e di critico per il
Neues Wiener Journal.
Wolff fu noto soprattutto come pianista (solista e accompagna­
tore) e svolse la sua attività a Vienna, Berlino e negli Stati Uniti,
dove morì. Molti dei suoi circa sessanta Lieder furono pubblicati
postumi e apprezzati dalla critica, lo mostrano come un epigono
della liederistica romantica.
Schumann si dedicò al Lied quando già aveva composto gran
parte dei suoi capolavori pianistici, perciò la geniale esperienza
unita alla profonda cultura generale influenzò non poco la sua
produzioné; ciò, tuttavia, non avvenne ancora nell’ op. 25,
piuttosto anomala rispetto al seguito. Innanzitutto Myrthen non
è un autentico ciclo, ma una raccolta festosa dedicata a Clara
Wieck come dono per le loro nozze; sono canzoni varie nella
tematica e con diverso sviluppo musicale, alcune più modeste
sebbene sempre di buon livello, altre (tra cui le due incluse
nell’odierno programma) che rasentano la poesia, tuttavia in
generale il rapporto voce-pianoforte non è ancora quello defini­
tivo: lo strumento svolge qui modesta funzione di accompagna­
mento, non ha ancora assunto la posizione di risalto che gli sarà
propria in seguito, quando si avranno due protagonisti: il canto
e il pianoforte. Lo stesso arpeggiare appassionato in Widmung,
tanto pianistico, di ascendenza lisztiana, non ha una fisionomia
propria e si impronta alla melodia vocale.
Con 1 opera italiana in Verdi come in Mozart, ecco l ’occasione
per la voce di baritono di affermarsi in quanto a personalità. Per
Verdi il baritono ha numerose sfaccettature psicologiche, e una
posizione sempre importante; i sentimenti che più gli si addi­
cono sono le passioni forti, l’amor paterno, l’amicizia pronta al
sacrificio, la maestà regale, la sete di giustizia e l’idealismo,
persino la perversione di Jago.
Il baritono può essere, come Rodrigo, figura estremamente
nobile, “gran seigneur”, ed esprimere la propria indole con un
impegno vocale vario, che spazia dal declamato alla cantabilità
ampia di linea morbida, con inflessioni incisive o patetico­
drammatiche (Per me giunto è il dì supremo).
Mozart, con sensibilità moderna, aveva già inaugurato prece­
dentemente questa tipologia vocale in epoca di melodramma
astratto e asessuale; nel Don Giovanni egli ha affidato al basso
(termine allora generico che ne permette l ’interpretazione a
baritoni e tenori) una delle voci a cui si dedicò con più attenzione,
un personaggio, il protagonista, unico anche vocalmente in
quanto delinea la complessità del carattere con vari atteggia­
menti vocali, “dal canto fortemente scandito, quasi sillabato, a
quello dolce, insinuante, a fior di labbro della serenata, per
giungere al declamato drammatico del finale”.
Gli autori americani proposti stasera non sono a noi molto noti
e la loro diffusione è affidata soprattutto agli interpreti conna­
zionali.
Vittorio Giannini, Albert Hay Malotte, Josephine McGill e
Virgil Thomson furono dediti ognuno a un filone diverso,
rispettivamente a quello lirico, leggero, popolare e operistico.
Giannini, di origine italiana, appartenente a una famiglia di
musicisti, si formò in gran parte in Italia. Giovanissimo, vinse
una borsa di studio per il Conservatorio di Milano dove si
trattenne quattro anni a studiare armonia e composizione; vinse
ha l’altro nel 1932 il Grand Prix de Rome dell’Accademia
Americana e si recò nella capitale per quattro anni. La sua
produzione si esprime in forme tradizionali: opere teatrali,
concerti (per pianoforte, organo, violino, ecc...), composizioni
da camera, liriche... a cui, affianca anche esperienze più leggere
(musiche per film).
Autentico rappresentante del genere leggero è Albert Hay
Malotte. La sua formazione di compositore avvenne a Parigi
con Georges Jacob; da ragazzo era stato corista e aveva studiato
pianoforte e organo, e in seguito suonato nelle sale cinemato­
grafiche; si dedicò prevalentemente alla composizione di co­
lonne sonore per film, firmandone quindici durante la sua
collaborazione negli anni ’30 con il Walt Disney’s Studio, del
quale fu anche direttore musicale.
Scrisse inoltre due balletti e lavori di musica sacra per solisti e
coro; famosissima è la sua versione del Padre Nostro.
Josephine McGill contribuì alla riscoperta del patrimonio po­
polare nel momento in cui in America si ricercava una
tradizione propria. Trascorse l’estate del 1914 nelle contee di
Knott e Letcher trascrivendo canzoni popolari e ricercando i
loro legami con le ballate inglesi e scozzesi. La McGill non
seguì studi regolari, e le sue composizioni originali sono ra­
rissime, una di esse è Duna.
La più importante esperienza, eccezionale per certi versi, di
Thomson avvenne nell’ambito operistico; le sue opere Four
Saints in Three Acts e The Mother ofUsAll, entrambe su libretto
di Gertrude Stein furono esperimenti di versificazione musica­
le. Ai testi letterari molto fluenti e liberi, ironici e virtuosistici
egli fece corrispondere un linguaggio musicale in perfetta
sintonia con essi, capace di potenziarli. Lo stile di Thomson è
assolutamente autonomo, di inclinazione neoclassica, stimolato
in tal senso dagli stretti contatti con l’ambiente parigino, il
Gruppo dei Sei, Satie, ecc... vivace e ricco di fantasia, nato
dall’accostamento delle forme e degli stili più differenti, da
quelli popolari a quello Barocco fino a quello innodico.
M
o n ic a
R o s o le n
Giovanni Battista Bononcini
“L’esperto nocchiero”
L'esperto nocchiero
perché torna al lido,
appena partì?
Del vento cangiato,
del flutto turbato
s’accorse e fuggì!
Se il mar lusinghiero
sapea ch’era infido,
perché mai salpò?
Salpò ma ingannato,
al lido lasciato
in breve tornerò!
Alessandro Stradella
“Col mio sangue comprerei”
Col mio sangue comprerei,
quella vita a me si cara?
S’a una perdita si amara,
son due fiumi gli occhi miei!
Georg Friedrich Haendel
Un'ombra di pace
Un'ombra di pace
si mostra al mio cor
affanno che piace
mi viene a bear.
Mi par che si cangi
in gioia il dolor,
c dica tu piangi ma
devi sperar.
André Grétry
O Richard! ô mon roi!
O Richard! ô mon roi!
L’univers t’abandonne;
Sur la terre il n’est donc que moi
Qui m'intéresse à ta personne!
Moi seul dans l’univers,
Vaudrais briser tes fers,
Et tout le rest t’abandonne!
Et sa noble amie!
Hélas! son coeur
Doit être navré de douleur,
Oui, son coeur est navré de douleur,
Monarques, cherchez des amis,
Non sous les lauriers de la gloire,
Mais sous les myrtes favoris
Qu’offrent les filles de Mémoire
Un troubadour,
Est tout amour,
Fidélité, constance,
Et sans espoir de récompense.
O Richard! ô mon roi! '
L ’univers t’abandonne,
Sur la terre il n’est que moi,
Oui c’est Blondel!
Il n’est que moi,
Qui m'intéresse à ta personne!
N’est-il que moi,
Qui m’intéresse à ta personne?
Robert Schumann
Widmung
Du meine Seele, du mein Herz,
du meine Wonn’, o du mein Schmerz,
du meine Welt, in der ich lebe,
mein Himmel du, darein ich schwebe,
o du mein Grab, in das hinab
ich ewig meinen Kummer gab.
Du bist die Ruh, du bist der Frieden,
du bist vom Himmel mir beschieden.
Daß du mich liebst, macht mich mir wert,
dein Blick hat mich vor mir verklärt,
du hebst mich liebend über mich,
mein guter Geist, mein beßresich!
(F rie d ric h R ü c k e rt)
Oh Riccardo! Oh mio re!
Oh Riccardo! oh mio re!
L’universo ti abbandona;
Sulla terra, non ci sono che io dunque
Che mi interesso alla tua persona!
Io solo nell’universo
Vorrei spezzare le tue catene
E tutto t’abbandona
E la sua nobile amica!
Ahimè! il suo cuore
Dev’essere affranto dal dolore,
Si, il suo cuore è affranto dal dolore,
Monarchi, cercate alleati,
Non sotto gli allori della gloria,
Ma sotto i mirti favoriti
Che offrono le Muse
Un trovatore
È tutt’amore,
Fedeltà, costanza,
E senza speme di compenso.
Oh Riccardo! oh mio re!
L’universo ti abbandona:
Sulla terra, non ci sono che io dunque
Si c’è Blondel!
Non ci sono che io
Che m’interesso alla tua persona!
Non ci sono che io
Che m’interessò alla tua persona?
Dedica
Tu mia anima, tu mio cuore,
tu mia estasi, tu mio dolore,
tu mio mondo in cui vivo,
tu mio cielo in cui mi libro,
oh tu mia tomba, in cui giù in fondo
ho riposto eterno il mio affanno.
Tu sei la quiete, tu sei la pace,
tu sei destinato a me dal cielo.
Il fatto che tu mi ami,
pii fa amare me stesso,
il tuo sguardo mi ha trasfigurato,
tu mi sollevi come amante al di sopra di me,
mio buon spirito, mio io migliore!
Der Nussbaum
Es grünet ein Nussbaum vor dem Haus,
duftig, luftig breitet er blättrig die Aste aus.
Viel liebliche Blüten stehen dran;
linde Winde kommen, sie herzlich zu umfahn.
Es flüstern je zwei zu zwei gepaart, .
neigend, beugend zierlich zum Kusse
die Häuptchen zart.
Sie flüstern von einem Mägdlein, das
dächte die Nächte und Tage
lang, wußte, ach, selber nicht was.
Sie flüstern, wer mag verstehn so gar
leise Weise? flüstern von Bräut’ gam und nächstem Jahr.
Das Mägdlein horchet, es rauscht im Baum;
sehnend, wähnend sinkt es lächelnd
in Schlaf und Traum.
(J u liu s M o se n )
Schlusslied des Narren
Und als ich ein winzig Bübchen war,
hopp heißa, hopp heißa,
bei Regen und Wind,
machten zweie nun eben ein Paar;
denn der Regen,
der regnet jeglichen Tag.
Und als ich, ach! ein Weib tat frei’n,
hopp heißa, hopp heißa,
bei Regen und Wind,
da wollte mir Müßiggeh’n nicht gedeih’n;
denn der Regen,
der regnet
jeglichen Tag.
Die Welt steht schon ein hübsche Weil’,
hopp heißa, hopp heißa,
bei Regen und Wind;
doch das Stück ist nun aus,
und ich wünsch’ euch viel Heil
und daß es euch Künftig gefalle!
(tr a d u z io n e d a W illia m S h a k e s p e a re )
Erich J. W olff
Einsamkeit
Ich wollte sie suchen, die Einsamkeit,
und wanderte weit zu Wald und Weiher,
in des dämmrigen Herbsttags Nebelschleier,
Il noce
Verdeggia un noce davanti alla casa,
odoroso, altissimo, estende frondoso i suoi rami.
Molti leggiadri fiori lo adornano;
dolci venti giungono per abbracciarlo cordialmente.
Sussurrano, accoppiati due a due,
inclinando, piegando graziosamente per il bacio,
le testoline delicate.
Sussurrano di una ragazzina che
pensava giorno e notte,
ma non sapeva, ahimè, a che cosa.
Sussurrano, chi può capire una melodia così lieve?
sussurrano del promesso sposo e dei giorni futuri.
La ragazzina ascolta, sale frusciando sull’albero;
desiderosa e fantasiosa, si assopisce sorridendo
nel sonno e nel sogno.
Canzone finale del buffone di corte
E quand’ero un bambinetto
oplà evviva! oplà evviva!
con la pioggia e con il vento,
facevano i due proprio una coppia;
poi solo la pioggia,
che scroscia ogni giorno
E quando, ahimè, chiedevo in sposa una ragazza
oplà evviva! oplà evviva!
con la pioggia e con il vento,
mai che volesse farmi ritrattare
e non proseguire;
poi solo la pioggia,
che scroscia ogni giorno.
Il mondo dura già da un bel pò,
oplà evviva! oplà evviva!
con la pioggia e con il vento;
però il periodo è ora terminato,
e io vi auguro tanta salute
e che vi vada bene in futuro!
Solitudine
Volevo cercarla, la solitudine,
e vagavo lontano per il bosco e lo stagno,
nella fosca cortina di nebbia di una giornata d ’autunno,
in den Schnee, der über die Haide schneit.
Dort war sie nicht, war nicht am Sarg
in nächtlicher Totenkerzen Schwele,
nur unter Menschen Kalt und Karg,
griff sie mir schaudernd in die Seele.
(M a x
G e is s le r)
Andacht
Die Sommernacht ist sanft und milde,
unendlich milde ist die Nacht,
als hättest du vor meinem Bilde
gebetet und an mich gedacht,
als hättest du aus heller Ferne
mir deinen Segen hergesandt.
Die Nacht ist still; und deine Sterne
sehn nieder auf mein weites Land.
Ich fühle glaubend deine Nähe:
Dein Frieden geht so still vorbei.
Und wenn ein Wunder jetzt geschähe,
ich wüßte wohl, warum das sei.
Im Mondlicht stehn die Georginen
und leuchten, und die Winde ruh'n,
die Welt ist ganz von Glanz beschienen,
die Welt ist voll von deinem Tun.
(F ra n z
E v e rs )
Joseph Marx
Hat dich die Liebe berührt
Hat dich die Liebe berührt,
still unter lärmenden Volke,
gehst du in gold’ner Wolke
sicher von Gott geführt.
Nur wie verloren umher
lässest die Blicke du wandern,
gönnst ihre Freuden den andern,
trägst nur nach einem Begehr.
Scheu in dich selbst verzückt,
möchtest du leugnen vergebens,
daß nun die Krone des Lebens
strahlend die Stirn dir schmückt.
(P a u l
H e y s e )
nella neve, che cade sulla brughiera.
Là non c’era, non c’era sulla bara
tra le candele funebri che si consumavano lentamente di notte;
solo fra la freddezza e la meschinità umana
mi ha preso facendomi rabbrividire nell’anima.
Preghiera
La notte d’estate è soave e mite,
infinitamente mite è la notte
come se tu avessi pregato
davanti alla mia effigie, e pensato a me;
come se tu mi avessi inviato
la tua benedizione da una lontananza luminosa.
I La notte è calma, e le stelle
splendono sulla mia vasta terra.
10 sento di credere nella tua vicinanza.
La tua pace prosegue così quieta.
E se ora accadesse un miracolo,
saprei certamente perché avviene.
Al chiar di luna si ergono le dalie
e brillano, e i venti riposano.
11 mondo è tutto illuminato di splendore,
il mondo è pervaso del tuo operato.
Ti ha colpito l'amore
Ti ha colpito l’amore,
silenzioso in mezzo ad una folla chiassosa,
cammini in una nube dorata,
sicuro sotto la guida di Dio.
Come smarrito
lasci vagare lo sguardo intorno,
godi degli amici degli altri,
esprimi ora un desiderio.
Il timore nel tuo intimo trasformato in estasi,
vorresti negare invano,
che ora la corona della vita
sfavillante la fronte ti adorna.
Der Ton
Es singt in tiefem Tone
in mir so schwer und an Gold so reich,
hin einem macht’gen Herren gleich,
ein König in Mantel und Krone.
Lehnt stumm die Nacht an die Scheiben,
dann singt mir der Goldlaut durch Herz
und Hirn,
verschlingt die Gedanken von Firn zu Firn.
Hinaus ins Weltentreiben.
Das trägt mich zu fremden Borden,
wo Sterne im Reigen beisammen stehn,
es will mir das Herz vor Glück
vergehen,
zu lange brausenden Akkorden.
(K n u t H am su n )
Giuseppe Verdi
“Per me giunto”
Convien qui dirci addio!
O mio Carlo!
Per me giunto è il dì supremo,
No, mai più ci rivedrem;
Ci congiunga Iddio nel del,
Ei che premia i suoi fede!.
Sul tuo ciglio il pianto io miro;
Lagrimar così perché?
No, fa cor, l’estremo spiro
Lieto è a chi morrà per te.
“Io morrò”
O Carlo, ascolta, la madre t’aspetta
A San Giusto domani; tutto ella sa...
Ah! la terra mi manca... Carlo mio,
A me porgi la Man!...
lo morrò, ma lieto in core,
Che potei così serbar
Alla Spagna un salvatore!
Ah!... di me... non... ti... scordar!...
Il tono
Canta con note basse
per me così difficili e così ricche d’oro
(io)sono pari a uomini potenti
un re con mantello e corona.
Si appoggia muta la notte sulle pulegge,
poi canta per me la voce d’oro
attraverso cuore e cervello,
inghiotte i pensieri di nevato in nevato
fuori nel brulicare del mondo.
Questo mi porta a confini ignoti
dove le stelle stanno insieme in girotondo,
vuole farmi dimenticare il cuore in vista
della fortuna,
con lunghi scroscianti accordi.
W olfgang Amadeus Mozart
Serenata
D e h ! v ie n i a l la f i n e s t r a , o m io te s o r o .
D e h , v ie n i a c o n s o l a r il p ia n t o m io .
S e n e g h i a m e d i d a r q u a lc h e r i s to r o ,
d a v a n t i a g l i o c c h i tu o i m o r ir v o g l i o .
T u e h ’h a i la b o c c a d o l c e p i ù d e l m ie le ,
tu c h e i l z u c c h e r o p o r t i in m e z z o a l c o r e ,
n o n e s s e r , g i o ia m ia , c o n m e c r u d e le ,
l a s c ia t i a lm e n v e d e r , m io b e l l ’a m o r e !
(Lorenzo Da Ponte)
Un bacio di mano
U n b a c io d i m a n o
v i f a m a r a v ig lia ,
e p o i b e ll a f i g l i a
v o le t e s p o s a r .
V o i s i e te un p o ’ to n d o ,
m io c a r o P o m p e o ,
T u san ze d e l m o n d o
a n d a te a s tu d ia r .
U n uom , che si sp o sa
c o n g io v in v e z z o s a ,
a c e r ti c a p r i c c i,
d e e p r i a r in u n c ia r .
D e e lib e r e v o g li e
l a s c ia r a l la m o g lie
d e e s e m p r e le p o r t e
a p e r t e la s c ia r .
D e e c h iu d e r e g l i o c c h i,
g l i o r e c c h i, la b o c c a ,
s e il r e d e g li s c io c c h i
n o n v u o le s e m b r a r .
(Lorenzo Da Ponte)
■
Josephine McGill
Duna
W h en I w a s a lit t le l a d w ith f o l l y on m y lip s ,
f a i n w a s l f o r j o u r n e y i n g a l l th e s e a s in s h ip s .
B u t n o w a c r o s s th e s o u th e r n s w e l l, e v ’r y d a w n I h e a r
th e l it t le s tr e a m s o f D u n a r u n n in g c le a r ,
th e l it t le s tr e a m s o f D u n a r u n n in g c le a r .
W h em I w a s a y o u n g m a n , b e f o r e m y
b e a rd w as g ra y,
a l l to s h ip s a n d s a ilo r m e n l g a v e m y h e a r t a w a y .
B u t I’m W e a r y o f th e s e a w in d , I ’m w e a r y o f th e f o a m
a n d th e little s t a r s o f D u n a , c a l l m e h o m e .
T h e l it t le s t a r s o f D u n a , c a ll m e h o m e ...
(Margorie Fickthall)
Vittorio Giannini
If I had known
I f I h a d k n o w n , b e lo v e d , i f I h a d k n o w n ,
r e a d in y o u r e y e s th e te n d e r n e s s th a t s h o n e ,
life h e ld th e b e a u ty o f a r o s e f u l l b lo w n ,
i f I h a d k n o w n , b e lo v e d , i f I h a d k n o w n !
I f I h a d k n o w n , b e lo v e d , i f I h a d k n o w n ,
to r e a p th e h a r v e s t w h e r e tr u e lo v e h a d s o w n .
L ife w o u l d h o l d m o r e th a n m e m ’r ie s a lo n e .
I f I h a d k n o w n . A h ! b e lo v e d ,
i f I h a d know n!
(Julius Mosen)
Tell me, oh blue, blue sky
T e ll m e w h a t is le f t in life ,
s in c e lo v e h a s f l e d , s in c e lo v e h a s f l e d ?
T e ll m e , te l l m e ,
t e l l m e , o h b lu e , b lu e sk y
t e l l m e , o h b lu e , b lu e sk y
(Karl Flaster)
Duna
■
j
-
Quando ero un piccolo ragazzetto con la follia sulle labbra,
volentieri avrei percorso tutti i mari in nave,
ma ora attraverso il noto ondeggiante del mare del sud,
ogni alba sento i piccoli torrenti di Duna scorrere limpidi
i piccoli torrenti di Duna scorrere limpidi.
Quando ero un giovane uomo, prima che la mia barba
diventasse grigia,
ho dato il mio cuore a tutte le navi e a tutti i marinai,
ma ora sono stanco del vento del mare, sono stanco della
spuma e le piccole stelle di Duna mi richiamano a casa
le piccole stelle di Duna mi richiamano a casa...
S e a v e s s i s a p u to
Se avessi saputo, mia amata, se avessi saputo
leggere nei tuoi occhi la tenerezza che risplendeva,
la vita possedeva la bellezza di una rosa che è del tutto svanita,
se avessi saputo, mia amata, se avessi saputo!
Se avessi saputo mia amata, se avessi saputo,
raccogliere la messe dove il vero amore avevo seminato
la vita conterrebbe più dei soli ricordi.
Se avessi saputo, ah! mia amata
Se avessi saputo!
D im m i, o a z z u r r o , a z z u r r o c ie lo .
Dimmi cosa rimane della vita,
da quando l’amore è fuggito, da quando l’amore è fuggito?
Dimmi, dimmi,
dimmi, o azzurro, azzurro cielo,
dimmi, o azzurro, azzurro cielo!
Virgil Thomson
The divine imagine
T o M e r c y , P it y , P e a c e , a n d L o v e
a l l p r a y in th e ir d i s t r e s s ;
a n d to th e s e v ir tu e s o f d e li g h t
r e tu r n th e ir th a n k fu ln e ss.
F o r M e r c y , P it y , P e a c e , a n d L o v e
is G o d , o u r F a th e r d e a r ;
a n d M e r c y , P it y , P e a c e , a n d L o v e
is m a n , h is c h ild a n d c a r e .
F o r M e r c y h a s a h u m a n h e a r t.
P it y , a h u m a n f a c e ,
a n d L o v e , th e h u m a n f o r m d iv in e ,
a n d P e a c e , th e h u m a n d r e s s .
T h e n e v ' r y m a n o f e v ’r y c lim e ,
th a t p r a y s in h is d i s t r e s s ,
p r a y s to th e h u m a n f o r m d iv in e ,
L o v e , M e r c y , P it y , P e a c e .
A n d a l l m u s t lo v e th e h u m a n f o r m ,
in h e a th e n ,T u r k , o r J e w ;
w h e r e M e r c y , L o v e , a n d P i t y d w e ll ,
t h e r e G o d is d w e ll i n g to o .
( W illia m B la k e )
L’immagine divina
Alla Misericordia, alla Pietà, alla Pace, e all’Amore
tutti pregano nella loro angoscia;
e a queste virtù di delizia
restituiscono il loro grazie.
Poiché la Misericordia, la Pietà, la Pace, e l’Amore
è Dio, il nostro caro Padre;
e Misericordia, Pietà, Pace, e Amore
è l’uomo, suo figlio e protetto.
Poiché Misericordia ha un cuore umano,
Pietà, un viso umano,
e amore, la divina forma umana,
e Pace, le vesti umane.
Allora ogni uomo di ogni terra,
che prega nella sua angoscia,
prega la divina forma umana,
l’Amore, la Misericordia, la Pietà, la Pace.
E tutti amare la forma umana devono
in terra pagana, Turca, o Ebrea;
dove la Misericordia, l’Amore, e la Pietà dimorano,
anche Dio dimora.
Albert Hay Malotte
David and Goliath
D a v i d w a s a y o u n g b lo o d , D a v id w a s strip lin g ,
lo o k e d lik e th e ju n g le b o y y a r n e d a b o u t b y K ip lin g .
L o o k e d lik e a ju n g le b o y , sa n g lik e a b ird ,
fo u g h t lik e a tig e r w h en h is te m p e r g o t s tirre d !
D a v id w a s a -te n d in g th e sh e e p f o r h is p a ,
s o m e b o d y h o lle r e d to h im (th a t w a s h is m a ),
“R un d o w n to c a m p w ith little b it o f sn a ck ,
g iv e it to y o u r b ro th e r s a n d h u rry r ig h t b a c k !”
D a v id to o k h is lu n ch b o x a n d o f f h e h u rrie d :
then h e s a w th e I s r a e lite s lo o k in g r ig h t w o rr ie d .
A s k e d th em w h a t's th e m a tte r , th e y p o in te d to th e p r a ir ie ,
th ere h e s a w a s ig h t to m a k e a n e le p h a n t sc a ry !
T h ere h e s a w G o lia th , c h a m p io n o f G a th ,
h o w lin g in h is a n g e r, r o a r in g in h is w ra th !
S tr o n g e r th a n a lion ! ta lle r th an a tree!
D a v id h a d to tip to e to re a c h h is knee!
“C o m e o n ,” s a y s th e g ia n t a r a g in g a n d a strid in g ,
“d r a g o u t y o u r c h a m p e e n s f r o m th e h o le s w h e re th e y ’r e h idin g!
d r a g o u t y o u r s tro n g m en f r o m u n d ern e a th th e ir bu n ks,
a n d I ’ll g iv e th em to th e liz a r d s a n d th e b u z z a r d s a n d th e sku nks!?
D a v i d h e a r d him b r a g g in g a n d he s a id : “I d e c la re ,
th e g r e a t b ig lu m m o x g o t th em b u ffa lo e d f o r f a r e ! ”
G o e s to th e b r o o k s a n d h e p ic k s o u t a p e b b le ,
sm o o th a s a g o o s e - e g g a n d h a r d a s d e v il.
S ta rts f o r th e g ia n t, d a n c in g o n h is to e s ,
w h irlin g h is s lig s h o t a n d sin g in g a s h e g o e s .
“B e tte r g e t o r g a n iz e d f o r h e re I c o m e a h o p p in g ,
tim e ’s g e ttin g s h o r t a n d h e ll’s a ’p o p p in g .
H e ll's a 'p o p p in g a n d tr o u b le ’s a 'b re w in g ,
n o th in g ’s g o in g to s a v e y o u f r o m b ig R e d Ruin .
T r o u b le ’s a b r e w in g a n d d e a th ’s d istillin g ,
lo o k o u t y o u P h illistin e ! th e r e ’s g o in g to b e a killing!"
G ia n t lo o k s a t D a v id a n d h e le ts o u t a lau gh ,
a c ts lik e a tig e r b e in g s a s s e d b y a calf.
L a u g h s lik e a h yen a , g rin s
f r o m e a r to e a r,
r a ttle s h is a r m o r w ith a ten f o o t s p e a r!
S ta r ts o u t f o r D a v i d a b a n g in g a n d a c la n k in g ,
“C o m e o n , y o u little in fa n t y o u r e g o in g to g e t a sp a n k in g !”
D a v id ta k e s h is s lin g s h o t a n d sw in g s it a r o u n d h is h e a d ,
l e t s f l y a p e p p le a n d th e g ia n t d r o p s d e a d !
(E d w in M e a d e R o b in s o n )
Davide e Golia
Davide aveva il sangue giovane, Davide era un giovinetto,
sembrava il ragazzo della giungla creato da Kipling.
Sembrava un ragazzo della giungla, cantava come un uccello, lottava
come una tigre quando la sua rabbia veniva risvegliata!
Davide era una pecora da sorvegliare per suo padre,
qualcuno gli aveva urlato (era stata sua madre),
“Corri giù aH’accampamento con questi spuntini,
dalli ai tuoi fratelli e sbrigati a tornare indietro!”
Davide prese gli spuntini e si affrettò:
poi incontrò degli Istraditi che sembravano molto preoccupati.
Chiese loro qual’era l’angoscia che li affliggeva,
essi indicavano la prateria, là egli vide un’immagine che avrebbe
fatto spaventare un elefante! Là vide Golia, campione di Gatli,
urlante nella sua rabbia, ruggente nella sua collera!
Più forte di un leone! più alto di un albero!
Davide dovette camminare in punta di piedi per raggiungere il suo
ginocchio! “Vieni avanti” dice il gigante, furioso e stridulo,
“trascina fuori i tuoi compagni dai buchi in cui si stanno nascondendo!
trascina fuori i tuoi uomini forti dalle loro cuccette sottoterra
e io li darò alle lucertole e alle poiane e alle moffette!”
Davide lo udì vantandosi disse: “Scommetto
che l’enoime stupido li ha intimiditi per sempre!”
Va a un ruscello e raccoglie un ciotolino,
liscio come il guscio di un uovo di un’oca e duro come il diavolo.
Va verso il gigante, ballando sulla punta dei piedi,
facendo girare la sua fionda e cantando mentre avanza.
“Meglio organizzarsi perché fra poco dovrò saltare,
il momento sta per arrivare e l’inferno sta per scoppiare.
L’inferno sta per scoppiare e il disastro sta per essere portato a termine,
niente ti salverà dalla grande rovina rossa.
Il disastro sta per diventare un infuso e la morte lo sta distillando,
state attenti voi Filistei! Ci sarà un assassinio!”
Il Gigante guarda Davide e scoppia a ridere
si comporta come una tigre che è stata importunata da un vitello.
Sogghigna come una iena, con un sorriso
che gli arriva fino alle orecchie,
fa risuonare la sua armatura con una lancia lunga dieci piedi!
Punta verso Davide facendo un gran fracasso,
“Vieni avanti, piccolo fanciullo, stai per essere sculacciato!”
Davide prende la sua fionda e la fa girare intorno alla testa,
lascia volare un ciotolotto e il gigante cade morto!
(T ra d u z io n i d i M o n ic a R o s o le n )
leggere di musica
Visto dall’ “esterno” il programma si offre preliminarmente alle congetture
più diverse, desiderando rinunciare alle quali poco altro s ’ha da dire che non
sia verità lapalissiana. 0 sia: stasera si canta. Come e perché è problema a cui
nessuno s'azzarda a dare risposte univoche, ma che molti s ’ingegnano ad
affrontare in modo non banale: uno di questi -e non si consideri la segnalazione
per quel che non vuol essere - è Reynaldo Hahn, assertore di idee che Marsilio
raccoglie in un volume recente (l)d i lettura gradevole e sottilmente istruttiva.
Sui compositori: Roncaglia (2) perBononcini, in un opuscolo ritenuto ancora
prezioso da un accreditato esegeta odierno (3); su Stradella due lavori
reciprocamente complementari: il catalogo delle opere,fatica recente di una
studiosa (Carolyn Gianturco, 4) che al musicista ha dedicato studi lunghi e
accurati, e 900 (novecento) pagine destinate da Remo Giazotto (5) treni’anni
fa alla narrazione della vita. Haendel: Lang (6) e niente più, vista la necessità
d’essere brevi; Grétry nelle parole di Charlton (7) per la storia di un genere
di cui il R ic h a r d è pietra miliare (cfr. Pestelli, 8). Schumann: Boucorechliev
(9) , ma Bortolotto per un discorso più ampio sul L ie d (10); Marx in Werba
(11), sull’argomento medesimo autorità indiscussa. Budden-Verdi (12) e
Abert-Mozart (13), e pazienza se sembra l’occhiata di Pizzul alle marcature.
Chiudono Thompson, raccontato da se stesso (14), e il quartetto formato loro
malgrado da Wolff, McGill, Giannini e Hay Malotte, autori in attesa di
qualcuno che li degni della sua attenzione.
Alberto Rizzuti
(1 ) R . H A H N , Lezioni di canto, V e n e z ia , M a rs ilio , 1 990,
(2 ) G . R O N C A G L I A , Ludovico Antonio Muratori, la musica e il mag­
gior compositore modenese del suo tempo, M o d e n a , S o c ie tà T ip o ­
g r a f ic a M o d e n e s e , 1 933.
(3 ) M . B A R O N I, Giovanni Bononcini individualismo e razionalismo, in
studi sul dramma in musica dall’Arcadia a Verdi, B o lo g n a , U n iv e r­
s ità d e g li S tu d i, 1 979.
(4) A. STRADELLA, A Thematic Catalogue of His Compositions,
c o m p ile d b y C . G ia n tu rc o a n d E . M e C ric k a rd , S tu y v e s a n t (N .Y .),
P e n d ra g o n P re s s , 199 1 .
M ila n o , C u rc i,
1962
P .H . L A N G , Haendel. M ila n o , R u s c o n i, 1985.
D . C H A R L T O N , Grétry and thè Growth of Opéra-Comique, C a m ­
b rid g e , C a m b rid g e U n iv e rs ity P r e s s , 1986.
G . P E S T E L L I, L’età di Mozart e di Beethoven, v o i. V II d e lla S to ria
d e lla M u s ic a S Id M , T o r in o , E D T , 1991 (n u o v a e d iz io n e a m p lia ta ).
A . B O U C O R E C H L IE V , S c h u m a n n , M ila n o , F e ltr in e lli, 1982.
M . B O R T O L O T T O , Introduzione al Lied romantico, M ila n o , A d e lp h i, 1 9 84.
E . W E R B A , Joseph Marx. Eine Studie, W ie n , ö s te r re ic h is c h e M u s ik ­
z e its c h r if t - ö s te r re ic h is c h e B u n d e s v e rla g , 1964.
J. B U D D E N , Le opere di Verdi, 3 v o ll., T o rin o , E D T , 1 9 8 5 -8 8 .
H . A B E R T , W.A. Mozart, 2 v o ll. + in d ic i, M ila n o , Il S a g g ia to re , 1 985.
V . T H O M S O N , Virgil Thomson by Virgil Thomson, N e w Y o rk , D a
C a p o P a p e rb a c k , 196 7 .
(5) R. GIAZOTTO, Vita di Alessandro Stradella, 2 v o li.,
(6 )
(7 )
(8 )
(9 )
(1 0 )
(11)
(1 2 )
(1 3 )
(14)
La m a g g io r p a rte d elle p u b b lic a zio n i in d icate p u ò essere c o n su ltata presso la C ivica
B ib lio teca M u sicale “A n d re a D ella C o rte ” - V illa T e so riera - C o rso F rancia, 192.
Nell’intento di dare un contributo alla salvaguardia dell’ambiente, i program­
mi di sala di Settembre Musica vengono stampati su carta riciclata.