Il fallimento delle società di persone

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Il fallimento delle società di persone
COLLANA FINANZAE DIRITTO
Sonia Delli Santi
IL FALLIMENTO
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SOCIETA’ DI PERSONE
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Sonia Delli Santi Il fallimento delle società di persone Editore Le Fonti ‐ Milano Tutti i diritti sono riservati. E’ vietata la riproduzione e la distribuzione anche parziale e con qualsiasi strumento del presente prodotto editoriale senza previo consenso scritto dell’Editore. Tutte le informazioni riportate sono state verificate nel migliore dei modi dall’autore e dall’editore. Tuttavia entrambi declinano la responsabilità per eventuali ed involontari errori. Le opinioni ed i punti di vista non necessariamente coincidono e rispecchiano quelli dell’autore e/o dell’editore. ISBN 978‐88‐6109‐052‐1 Seconda Edizione aggiornata: aprile 2008 Copyright © 2008 Editrice Le Fonti S.r.l. Via Olindo Guerrini, 14 20133 Milano Tel. 02.87386110 r.a. Fax 02.70635839 Email [email protected] Stampa: Digital Print Service S.r.l., Segrate (MI) Indice INTRODUZIONE Capitolo 1 INDIVIDUAZIONE DELLE SOCIETA’ ESPOSTE AL FALLIMENTO 1. Nozione delle società di persone 2. L’autonomia patrimoniale 3. Il fallimento della società 4. Il piccolo imprenditore 5. Il problema dimensionale dell’artigiano e delle società di persone Sentenza della Corte Costituzionale del 21 dicembre 2002 n. 18235 Riferimenti normativi Capitolo 2 LIMITI TEMPORALI ALL’ASSOGGETTABILITA’ AL FALLIMENTO 1. L’inizio dell’impresa 2. La fine dell’impresa 3. La perdita della qualità di imprenditore e l’art. 10 L. Fall 4. Sentenza della Corte Costituzionale del 21 luglio 2000 n. 319 Riferimenti normativi 5 7 11 12 13 17 17 20 23 25 27 29 32 3
Indice Capitolo 3 PARTE I I SOCI ILLIMITATAMENTE RESPONSABILI 1. La “qualità di imprenditore” nella società e nei confronti degli altri soci 2. Il fallimento della società in accomandita semplice 3. I soci illimitatamente responsabili 4. Il fallimento dell’azionista unico. 5. Il socio accomandante illimitatamente responsabile 6. Il fallimento dei soci accomandatari di società in accomandita per azioni Riferimenti normativi PARTE II LIMITI TEMPORALI AL FALLIMENTO DEL SOCIO 1. Lo scioglimento del singolo rapporto sociale 2. La morte del socio 3. Il fallimento del socio receduto 4. L’esclusione del socio 5. Il fallimento del socio che ha ceduto la quota sociale. Riferimenti normativi BIBLIOGRAFIA APPENDICE NORMATIVA 4 33 38 40 40 45 45 48 49 49 52 55 57 58 59 61 INTRODUZIONE Le Riforme Legislative avutesi in questi ultimi tempi hanno toccato anche la materia del diritto commerciale e in particola‐
re la Legge Fallimentare (D.P.R. 267/1942). Dopo una chiara e dettagliata descrizione delle società di persone, cogliendo le singole differenze che le caratterizzano, si giunge al punto in comune che è quello di stabilire quando si può accertare con esattezza lo stato d’insolvenza, della società e del singolo so‐
cio, per decretarne il fallimento. Altro tema dibattuto nel corso degli anni, in dottrina e giuri‐
sprudenza, è quello dell’autonomia patrimoniale, disciplinato dall’art. 147. In caso d’insolvenza della società bisognerà stabili‐
re la responsabilità limitata e/o illimitata dei soci nell’ambito della gestione della società. Una delle novità della riforma fallimentare approvata il 7 set‐
tembre 2007 dal Consiglio dei Ministri che aggiorna la Legge Fal‐
limentare è la possibilità per l’imprenditore fallito di iscriversi nuovamente al registro delle imprese con una diversa attività. Sempre in tema di responsabilità della gestione della società verrà presa in esame la posizione del socio occulto e di come è stata interpretata la sua posizione in caso di fallimento. Verran‐
no di seguito riportate le varie teorie e le pronunce giurispru‐
denziali. Ultimo in ordine di esposizione ma non d’importanza è il problema dimensionale dell’artigiano. Nel corso del tempo, la figura dell’artigiano, ha assunto delle caratteristiche che ci portano a considerare la sua attività come una piccola impresa commerciale e si fa fatica a considerarlo “piccolo imprenditore agricolo” come viene descritto nel codice civile. Con il D. Lgs 2006 n. 5 si è avuto una riforma organica delle procedure con‐
corsuali, incidendo in maniera significativa sulla disciplina di riferimento della Legge Fallimentare, abrogando numerose di‐
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Introduzione sposizioni tra cui l’intero Titolo IV relativo all’amministrazione controllata. L’obiettivo a cui tende il legislatore è quello di una accelerazione e semplificazione delle procedure concorsuali; un’estensione del numero degli imprenditori esonerati dall’ap‐
plicabilità dell’istituto del fallimento; la valorizzazione del ruolo e dei poteri del curatore fallimentare e del comitato dei credito‐
ri; il ridimensionamento del ruolo e dei poteri del giudice dele‐
gato. Per ridurre il numero dei soggetti fallibili, il legislatore, aveva ridisegnato i parametri relativi all’attribu‐zione della qua‐
lifica di piccolo imprenditore in quanto tale non soggetto al fal‐
limento. Veniva introdotto nel corpus della Legge Fallimentare, con la sostituzione dell’intero capitolo IX, l’istituto dell’esdebita‐
zione cioè la liberazione per il debitore persona fisica, questa ipotesi però non si estende anche alle società. Questo beneficio era concesso solo al debitore che aveva adottato comportamenti collaborativi dai debiti residui nei confronti dei creditori non soddisfatti. Il beneficio veniva concesso quando ricorrevano le condizioni previste nel novellato art. 142. Tra le ultime novità intervenute nel settore la più impor‐
tante è il D. Lgs 2007 n.169 che, attraverso disposizioni inte‐
grative e correttive, modifica ulteriormenta la precedente Leg‐
ge Fallimentare. La nuova disciplina introduce ulteriori e im‐
portanti modifiche alla disciplina della crisi dell’impresa, avrà applicazione ai procedimenti per dichiarazione di fallimento pendenti alla data della sua entrata in vigore (1° gennaio 2008), nonché alle procedure concorsuali e di concordato fal‐
limentare aperte successivamente a tale data. Teoricamente le riforme vengono approvate e di seguito ap‐
plicate ma a mio modesto avviso c’è bisogno di tempo affinché vengano recepite e interpretate in modo appropriato. Valido aiuto in questa direzione sono state le sentenze giurispruden‐
ziali e il dato normativo a cui mi sono affidata per poter de‐
scrivere in maniera chiara ed esaustiva questa materia, spero di esserci riuscita. Un grazie di cuore al prof. Vincenzo Buono‐
core che mi ha permesso di realizzare questo lavoro..
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