Mamma, mamma, a scuola c`è un mosto! Infantesco (o Asilaia, o

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Mamma, mamma, a scuola c`è un mosto! Infantesco (o Asilaia, o
Mamma, mamma, a scuola c’è un mosto! Infantesco (o Asilaia, o Pupazzoso) by Lia Celi
Vino al vino è molto lieto, anzi orgoglioso, di annunciare una new entry, una collaboratrice che
non ho mai incontrato, ma dei cui scritti in forma brevissima mi sono “innamorato” leggendo i
suoi “cinguettii” in forma di fulminante aforismi proposti su quella cosa sempre più interessante,
ben frequentata, civile e, cosa non trascurabile, palestra di scrittura che è
Twitter .
La new entry, cui vi invito a riservare un’accoglienza festosa, è Lia Celi, di cui anche dalla
lettura
del suo sito
Internet
Bendix
apprendiamo ben poco, se non che scrive stupendamente, con fantasia, ironia, arguzia, e che è
autrice di una serie di volumi, Piccole donne rompono (Rizzoli), Cassa dolce Cassa (Giunti),
Guida ai figli unici e Manuale della baby sitter (Adn Kronos), Il cassetto nel racconto (Sperling &
Kupfer), Salvare le modifiche prima di chiudere? Paginatre, dal secolo scorso la satira in rete
(Einaudi), Corso di sopravvivenza per consumisti in crisi (Laterza) e altri ancora, che fanno
capire di non trovarci di fronte ad una dilettante allo sbaraglio, ma ad una professionista e
virtuosa della scrittura.
Qualcosa di più apprendiamo da Wikipedia , ad esempio che sia nata in quella città splendida
che nel cor mi sta che è Parma, che è stata autrice di testi satirici per Cuore, Smemoranda,
Avvenimenti, e come autrice televisiva e radiofonica “ha collaborato ai testi di
Pippo Chennedy Show
e
La Barcaccia
”.
E che c’azzecca la Celi, un’autrice seria, con Vino al vino e con questo strano pazzo mondo del
vino? Probabilmente nulla, si sarà detta lei stessa per prima, eppure incredibilmente ecco il suo
pezzo di esordio per una collaborazione, totalmente a briglie sciolte, deciderà lei se e quando
intervenire, che proseguirà sino a quando Lia avrà voglia di “sporcarsi” le mani e mettere alla
prova la propria inventiva con quel vino di cui confessa di essere solamente una normale
consumatrice. Appassionata soprattutto di “bollicine”. Aspetto che me la rende ancora più
simpatica. Ora la parola a Lia Celi, si alza il sipario, tutti in silenzio ad ascoltarla e pronti con gli
applausi…
Gli manca solo un nome trendy. Uno di quelli da enoteca fighetta, che finiscono in «-esco»,
«-aia» o «-oso». Non so, «Infantesco», «Asilaia», «Pupazzoso». Tanto per ricordare dov’è
stato prodotto questo pregevole vino: una seconda classe di scuola materna, quella di mio
figlio. Che, come tutte le materne moderne, per spiegare ai bambini il ciclo delle stagioni
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propone loro esperienze pratiche a tema.
Siccome l’autunno è il tempo della vendemmia, lo scorso ottobre ogni bimbo ha portato da casa
un grappolo d’uva, l’ha spremuta a mano insieme ai compagni e, con l’aiuto delle maestre, ha
travasato il mosto nelle bottigliette di vetro del succo di frutta. La settimana dopo il piccolo ci ha
portato la sua, orgoglioso come un giovane produttore debuttante a Vinitaly. Ma la boccetta è lì
da mesi, ancora chiusa e la degustazione dell’Asilaia novello (o Infantesco, o Pupazzoso) è
rimandata sine die.
Ci sono moltissime probabilità, diciamo 999.999 su un milione, che quell’acqua rossastra sia il
liquido più disgustoso mai passato per le mie fauci. Pazienza: nelle regole d’ingaggio delle
mamme c’è l’obbligo di ingurgitare col sorriso biscotti immangiabili, lodare disegni pasticciati e
chiedere bis di canzoni stonate. Ma c’è una probabilità su un milione che, per un’incredibile
serie di combinazioni chimico-fisiche, l’Infantesco (o Asilaia, o Pupazzoso) 2012 sia
oggettivamente Il Miglior Vino Che Abbia Mai Assaggiato In Vita Mia.
In quella mattina di ottobre, in quell’aula di scuola materna, sessanta manine quattrenni alle
prese con una certa quantità di uva da tavola alla temperatura di 20 gradi, con un certo tasso di
umidità e in un’aria pregna di effluvi di merendine, succhi di frutta e mensa scolastica,
potrebbero aver creato, contro ogni previsione, il Vino Perfetto. Ipotesi lontanissima, certo, ma
che non possiamo escludere del tutto. Molti alimenti perfetti sono nati per puro caso nella notte
dei tempi. «Non so proprio dove mettere il latte, proviamo a tenerlo in questo stomaco di
pecora» – ed ecco il formaggio. «Uh, un pezzetto di pasta da gallette ammuffita, se la mescolo
con quella fresca non se ne accorgerà nessuno» – e voilà il pane lievitato.
Nemmeno il padre Noè aveva idea di cosa stava facendo quando decise di mettere in un tino
l’uva pesticciata per gioco dai suoi bambini, sperando di salvarne qualche chicco da portare al
mercato ortofrutticolo di Ur; e dopo tremila anni siamo ancora qui a mettere nei tini uva
pesticciata.
E se il Pupazzoso (o Infantesco, o Asilaia) fosse il classico miracolo inatteso? Oggi si
improvvisano produttori di vino attori, cantanti, giornalisti, gente che di vinificazione ne sa
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quanto una classe di bambini di scuola materna, eppure dei loro elisir parlano con ossequio
media e stampa specializzata. Dell’Asilaia novello – che sarà il Miglior Vino Che Abbia Mai
Assaggiato In Vita Mia E Che Non Assaggerò Mai più, perché è impossibile riprodurre le
condizioni in cui è stato prodotto – parlo solo io. Anzi, ne parlerò, quando avrò il coraggio di
stapparlo.
P.S. spero che nel terzo anno di scuola materna l’esperienza pratica in programma non sia la
distillazione della grappa.
Lia Celi
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Attenzione!: non dimenticate di leggere anche Lemillebolleblog
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una cosa mi pare certa, da qui al prossimo 24-25 febbraio: occorre Fare per fermare il
declino
!
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