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ED IA I LIEVITI I lieviti sono un gruppo di funghi di diversa natura utilizzati oggi sia per la fermentazione di bevande alcoliche sia per la lievitazione di prodotti come pane, pizza e brioches. LIEVITO DI BIRRA • • Il lievito fresco è si presenta sotto forma compatta ed è anche conosciuto con il nome di "lievito di birra".Questo tipo di lievito dovrebbe essere sbriciolato in acqua a 30-35 gradi e lasciato riposare per dieci minuti prima di essere mescolato agli altri ingredienti. Il lievito secco, che necessita di riattivazione, è formato da una serie di palline abbastanza grandi che sono rivestite di cellule di lievito inattive che proteggono quelle interne ancora vive.Il prodotto necessita di essere posto in acqua tiepida con dello zucchero per essere riattivato.Dopo circa 10 minuti si sarà formata una schiuma di almeno un paio di centimetri che indicherà che il lievito è pronto per l'uso. Il lievito secco istantaneo, invece, non ha il rivestimento protettivo e viene mescolato direttamente con gli ingredienti asciutti, ma si consiglia di usare acqua a temperatura leggermente più elevata, sui 37 gradi. OI • LE P Il lievito più comunemente usato è il lievito di birra ottenuto da una colonia di saccaromiceti (Saccharomyces cerevisiae) funghi microscopici unicellulari, capaci di moltiplicarsi rapidamente. Il lievito di birra ha un notevole valore nutritivo in quanto è ricco di proteine, aminoacidi essenziali, minerali e costituisce la più completa fonte di vitamine del gruppo B, rapidamente assimilabili e molto utili al nostro organismo. Può essere acquistato fresco o disidratato sotto due forme diverse: quello che necessita di riattivazione e quello che può essere aggiunto direttamente agli ingredienti asciutti. Ecco quello che troviamo in commercio: ET Il lievito di birra svolge un'ottima funzione depurativa per il fegato e per la pelle, soprattutto di quella grassa, impura e opaca, per cui è molto indicato in caso di diete disintossicanti e per combattere l'acne. Oltretutto il lievito grazie alla sua azione trofica (cioè che stimola la crescita) è ottimo per aiutare il rafforzamento di unghie e capelli fragili o che cadono. LIEVITO MADRE LE P ED IA Il lievito madre o madre acida, non è altro che una pastella di acqua e farina inacidita. Dal punto di vista scientifico si tratta di una spuma in cui si trova il lievito e dei lactobacilli che sopravvivono grazie ai carboidrati complessi della farina. Sebbene i lactobacilli non contribuiscano direttamente alla lievitazione, essi producono acido lattico e acetico, i quali, fornendo un ambiente acido, proteggono il lievito stesso da altri organismi che potrebbero ucciderlo. Inoltre questi prodotti acidi consentono una maggiore crescita del prodotto e una maggiore digeribilità e conservabilità. La preparazione classica del lievito naturale comincia dalla formazione di un impasto di acqua e farina che viene lasciato acidificare spontaneamente. Per accelerare la fermentazione si possono aggiungere all'impasto anche altri ingredienti: lieviti, batteri lattici esogeni e zuccheri che sono il cibo dei lieviti, come frutta (es. mela,yogurt,crusca, etc.). In particolare sulla superficie di molti frutti si forma la pruina, che contiene tra l'altro Saccharomyces cerevisiae. Altro metodo di produzione del lievito naturale è quello dell'innesco con colture starter, ossia microorganismi selezionati provenienti dai laboratori o da impasti acidi stabili. Si trovano in commercio nelle forme liquida, congelata, essiccata o liofilizzata. In alternativa è possibile procurarsi la pasta madre chiedendone una parte a chi già la possiede o a un panificatore. Per favorire il ripristino della loro attività si può aggiungere agli impasti una modesta percentuale di lievito di birra. OI A differenza del lievito di birra, la lievitazione acida è molto più lenta e richiede una lavorazione più complessa. Lo svantaggio maggiore dell'utilizzo del lievito naturale a livello industriale è costituito dalla difficoltà di gestione e dai lunghi tempi di lievitazione richiesti. Di contro però, numerose proprietà positive sono riconosciute alla lievitazione naturale: ■ ■ ET ■ ■ la proteolisi operata dai batteri lattici comporta una maggiore digeribilità delle proteine gli aminoacidi rilasciati dalla proteolisi batterica sono molti di più rispetto alla lievitazione con lievito di birra (Saccharomyces è poco proteolitico) migliore lavorabilità dell'impasto colorazione della crosta più scura (gli aminoacidi liberi reagiscono con gli zuccheri nella reazione di Maillard durante la cottura) aroma più intenso, sapore e fragranza particolari, che dipendono soprattutto dal tipo di fermentazione, dalla presenza di acido lattico e acetico e anche dai ceppi di microorganismi che compongono il lievito ■ Gli elementi critici di un corretto processo di fermentazione sono: - la farina; - l’acqua necessaria all’impasto; ED IA - la temperatura di fermentazione; - il pH. Farina: Il tipo di farina impiegata influisce sul tempo di “maturazione” dell’impasto, cioè sul tempo necessario alla formazione dell’acidità dei composti aromatici e della struttura ottimale necessaria per l’ottenimento di un buon prodotto. Ad esempio: le farine ad alto tasso di estrazione richiedono un tempo più lungo rispetto a quelle a basso tenore di estrazione per il raggiungimento di un pH idoneo. Acqua: I tempi di fermentazione dipendono anche dalla quantità di acqua assorbita durante l’operazione di impasto: più elevata è l’idratazione, più rapida è la moltiplicazione microbica e più efficace sarà la fermentazione. ET OI LE P Temperatura: La temperatura dell’impasto è un fattore molto importante in quanto condiziona l’attività microbica e quindi l’andamento della fermentazione e il valore di pH. Il valore critico di pH, per l’attività microbica dell’impasto, è circa 4, raggiunto il quale si ha un rallentamento dell’acidificazione. Questo valore di pH si ottiene in tempi tanto minori quanto più alta è la temperatura. Temperature superiori ai 30 °C favoriscono i batteri lattici, di conseguenza si ha un aumento della produzione di acido lattico, che conferisce al prodotto un aroma indesiderato che permane nel prodotto finito, poiché l’acido lattico non evapora in fase di cottura.Temperature attorno ai 25 °C favoriscono lo sviluppo dei lieviti che producono acido acetico. Il pH: Il valore del pH raggiunto dall’impasto acido è estremamente importante per una buona riuscita del prodotto finale. È proprio dal grado di acidità che dipende l’attività enzimatica e di conseguenza quelle caratteristiche di grana e tessitura della mollica, di colorazione della crosta, di aroma e resistenza al raffermamento che caratterizzano il prodotto finito. Ottimale per i diversi tipi di prodotti da forno (Panettone, Colomba, Pandoro ed altri) è un pH intorno a 4,8. AGENTI LIEVITANTI A BASE CHIMICA Oltre ai lieviti di origine naturale citati prima, esiste un’altra classe di agenti lievitanti,prodotti industrialmente,grazie ai quali è possibile far lievitare un prodotto sfruttando la formazione di elementi gassosi quali l’anidride ED IA carbonica. Questo gas che viene intrappolato all'interno dei prodotti, crea sacche di aria, le quali "gonfiano" letteralmente il prodotto provocandone la lievitazione. Nel caso del lievito naturale i microorganismi che metabolizzano gli zuccheri producono alcool e anidride carbonica, nel caso dei lieviti di tipo chimico lo sviluppo di questo gas è causato da una semplice reazione chimica. BAKING Cocktail composto per lo più da bicarbonato di sodio, cremortartaro e carbonato d'ammonio. Viene utilizzato comunemente in pasticceria per favorire la lievitazione di prodotti da forno come torte e biscotti. I lieviti in polvere in commercio sono leggermente diversi fra loro, ma tutti forniscono il 12% di anidride carbonica. Vi viene aggiunto amido di mais per assorbire l'umidità e prevenire la reazione fra acido e base durante lo stoccaggio.Il baking crea all’interno del prodotto un’alveolatura regolare e fine. LE P BICARBONATO DI SODIO E’ una base che reagisce con gli acidi per produrre anidride carbonica (CO2). Il bicarbonato di per sé non è sufficiente per provocare la lievitazione, ma necessita di un acido per esplicare la sua azione e per questo motivo spesso viene utilizzato insieme ad un altro composto chimico quale il cremortartaro. CREMORTARTARO OI Il cremortartaro o bitartrato di potassio si presenta come un solido bianco, inodore e insapore. In presenza di acqua, la sua lieve acidità provoca l'idrolisi del bicarbonato e sviluppo di anidride carbonica gassosa responsabile del processo di lievitazione. BICARBONATO D’AMMONIO ET Altra polvere chimica lievitante e disgregante avente la particolarità di sottrarre acqua durante la reazione chimica che avviene durante la cottura del prodotto; si usa quando si desidera ottenere oltre alla lievitazione una maggiore durezza, dell’impasto. Questo agente lievitante dona un’alveolatura grossa e irregolare