Bankia - 20 mld per il suo salvataggio

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Bankia - 20 mld per il suo salvataggio
20 MILIARDI per salvare la banca spagnola BANKIA
Bankia è nata nel 2010 dalla fusione di sette casse di risparmio spagnole in
difficoltà ed è oggi la più a rischio tra le banche spagnole per l'esposizione nei
confronti dell'immobiliare: si stima che l'attivo classificato come come
«potenzialmente problematico» del Banco Financiero y de Ahorros, al quale
Bankia fa capo, raggiunga i 31,8 miliardi di euro tra finanziamenti al settore
delle costruzioni, crediti sempre più difficili da recuperare e asset di dubbio
valore. Sarebbe quindi a rischio il 17,2% dei prestiti totali di 185 miliardi di
euro.
Il risanamento di Bankia costerà alla
Spagna altri 19 miliardi di euro. E questa la
richiesta di capitale avanzata al Governo dal
Consiglio di amministrazione della banca, la
terza del Paese per dimensione con in cassa
il 10% dei depositi spagnoli.
Solo
due
giorni
fa
il
ministro
dell'Economia, Luis de Guindos, aveva
diffuso una stima sul fabbisogno di 9 miliardi di euro avvertendo comunque che
lo Stato avrebbe garantito «tutto il capitale necessario al risanamento».
Anche gli analisti di mercato erano rimasti su valori più contenuti: secondo
Jp Morgan la banca poteva avere necessità di risorse fresche per 8,6 miliardi di
euro, mentre per Goldman Sachs il fabbisogno di capitale si aggirava intorno ai
13,5 miliardi.
Ma per il nuovo presidente, José Ignacio Goirigolzarri che da due settimane
ha sostituito Rodrigo Rato, ha dichiarato che la situazione dei conti dell'istituto
già nazionalizzato è peggiore di quanto si immaginasse.
L'iniezione di capitali pubblici servirà a Bankia per mettersi in regola con i
requisiti di capitale richiesti anche dalle istituzioni internazionali e con gli
accantonamenti imposti dal Governo in vista di possibili perdite future.
I 19 miliardi di euro chiesti la scorsa settimana da Bankia si andranno a
sommare ai 4,5 miliardi con i quali il Governo ha già versato a sostegno del
capitale dell'istituto: al termine dell' operazione di salvataggio, la più costosa
nella storia della finanza iberica, lo Stato controllerà oltre il 90% della società.
L'allarme su Bankia coinvolge tutto il sistema bancario nazionale.
Per i mercati è difficile distinguere tra banche sull'orlo del default e banche
sane, lo provano le performance in borsa dei titoli di gruppi solidi come
Santander e Bbva.
La scorsa settimana Standard & Poor's ha tagliato il rating di cinque banche
iberiche e ha confermato il giudizio su altre nove: oltre a Bankia, il downgrade ha
coinvolto Banco Popular, Bankinter, Banca Civica e Banco Financiero de Ahorros.
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Il rating di Bankia, quello del Banco Popular e Bankinter passano da BBB- a
BB+, scendono così a livello di “titoli spazzatura”.
La decisione, come quella di Moody's della settimana scorsa, segue il
declassamento del giudizio sul debito sovrano da parte delle stesse agenzie di
rating.
Standard&Poor's ha invece confermato il giudizio su Banco Santander, Bbva,
Caixa- Bank, Banco Sabadell, Kutxa- bank, Banco Espanol de Credito e
Confederaciòn espanola de Cajas de Ahorros.
Di seguito i crediti incagliati delle banche spagnole:
Miliardi di euro
% su crediti
totali
Bankia
31,80
17,2%
Banco Santander
20,59
10%
La Caixa
15,71
9,1%
Bbva
13,51
7,7%
Banco Cam
13,19
29,4%
Banco Popular
12,42
14,2%
Catalunya Banc
12,14
24,6%
Caixabank
10,57
5,8%
Liberbank
9,21
26,4%
Banco Sabadell
8,29
12,4%
Banche
Dopo tre riforme del sistema finanziario in due anni e dopo che il premier
Mariano Rajoy aveva negato con decisione «qualsiasi nuovo esborso di denaro
pubblico a favore delle banche», il salvataggio di Bankia rende ancora più difficile
per Madrid rispettare gli obiettivi di deficit concordati con l'Unione europea: il
5.3% di disavanzo in rapporto al PiI quest'armo e il 3% nel 2013 sembrano ormai
quasi impossibili da ottenere con il Paese già entrato in recessione,
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Tanto più che dalle Regioni, che controllano oltre un terzo della spesa
pubblica nazionale, arrivano ulteriori segnali di tensione per le difficoltà di
rifinanziare il debito: «Non ci interessa come faranno, ma alla fine di questo mese
dobbiamo fare dei pagamenti. Un'economia non può riprendersi se non paga i
debiti», ha detto ieri il presidente della Catalogna Artur Mas per poi ritrattare in
parte l'affermazione senza però eliminare il problema dei bilanci delle
amministrazioni autonome.
Nella vicenda Bankia finisce inoltre sotto attacco anche il Banco de Espana. Il
governatore Miguel Angel Fernandez Ordonez vorrebbe riferire in Parlamento
sull'emergenza bancaria ma è in forte contrasto proprio con il Partito Popolare di
Rajoy. E deve incassare le accuse del Fondo monetario per un sistema finanziario
che ha accumulato una esposizione sull'immobiliare di oltre 300 miliardi di
euro, pari a un terzo del Pil, con perdite che potrebbero raggiungere tra il
2012 e il 2013 i 260 miliardi di euro.
Roma, 28 maggio 2012
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