Le prime comunità fondate da M. Gérine

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Le prime comunità fondate da M. Gérine
Le prime comunità
fondate da M. Gérine
ALLE
NOSTRE RADICI: STUDI E RICERCHE
Sr. Jeanine ha ricostruito un documentato e ideale viaggio nel cuore delle prime case
francesi, nate su impulso diretto della fondatrice. Infermiere ed insegnanti. Povertà
e prove, sorrette dallo spirito di una fede tenace e dal coraggio della loro Priora.
È
difficile imprigionare la vita
nei racconti storici sulle prime comunità fondate da Madre
Gérine, poiché gli archivi della Congregazione sono poveri di documentazione su quegli anni della fondazione. Tuttavia, siamo fortunate di
possedere un resoconto dettagliato
della nascita delle comunità in Francia, in Italia e in America Latina, grazie al libro dell’abate Gabriel Bondominicaines
homme “Les
d’Albi” pubblicato nel 1913. Questo libro è una prima fonte di informazioni. A partire da esso ed integrandolo con altri dati storici, possiamo cercare di tratteggiare il viso
di queste prime comunità.
Utilizzeremo l’ordine cronologico
della loro fondazione.
Negli anni trascorsi nel Terz’Ordine
secolare o.p. di Chaudesaigues, Sr.
Marguerite-Gérine riceve, in nuce,
la missione di fondare la Congregazione delle Suore Domenicane di
Santa Caterina. La strada del dedicarsi alla causa e al dono di sé a
Dio, si apre in lei e Dio potrà investire la sua vita per utilizzarla al servizio del prossimo e al vivere con
carità secondo lo spirito di San
Domenico.
Da Chaudesaigues a Tolosa
1842: primo tentativo di vita
comunitaria.
A Chaudesaigues, mentre lavora
nelle “opere di misericordia”
accanto a persone sofferenti, viene
notata da alcune dame della borghesia di Tolosa, che si trovano alle
cure termali. La sua carità attira
l’attenzione, la sua devozione al
fianco degli ammalati, la distingue.
In più, l’abito da Terziaria sottolinea
il suo status.
Nacque allora nei pensieri di Madame de Cerci, una nobildonna tolosana, il desiderio di dotare Tolosa
di una analoga iniziativa caritativa.
Nel corso del 1842, le due sorelle
Gérine e Marie-Louise Fabre, arrivarono a Tolosa con la famiglia di
Bourrassol, in attesa che fosse loro
trovata una stanza. Ben presto sei
nuove terziarie arrivarono dal Cantal, al loro numero si aggiunsero
una terza, poi una quarta sorella di
Gérine e Marie-Louise, esse prenderanno più tardi i nomi di Sr.
Dominique e Sr. Vincent.
Nella “Settimana cattolica della
diocesi di Tolosa 1873” (p. 707- 708)
leggiamo “Domenicane o suore di
San Domenico. Sono venute a vivere a Tolosa verso il 1842: dapprima
si sono riunite in via Vieux-Raisin n.
3, in una dipendenza del Convento
di Notre Dame. Nel 1856 hanno trasferito la loro residenza nelle vecchie costruzioni del Seminario dio-
Un disegno che riproduce le fattezze
di Madre Gérine Fabre
cesano, in via Lavinguerie n. 4 vicino alle Hauts Marats. La loro opera
era di vegliare e curare malati a
domicilio”.
Va segnalato, nel frattempo, il breve passaggio di Madre Gérine a
Gramond (Aveyron). Ecco quanto
l’abate Claubel, segretario del
vescovo di Rodez, le scrive il 3 febbraio 1843: “Contiamo su di voi per
fondare questa interessante comunità. Avrete il merito di aver gettato
le fondamenta della vostra prima
casa nella diocesi di Rodez (…)
potrete nello stesso tempo occuparvi della vostra casa di Tolosa”
(Bonhomme p. 18-19).
Dal 1842 al 1852, è il periodo
dell’espansione comunitaria.
La comunità di Tolosa si sviluppa
sotto la direzione di Madre Gérine,
che permette di fondare nuove
comunità.
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La casa della comunità di Carcassonne, vista dal giardino
1848: una piccola colonia si stabilisce a Tarbes. Non disponiamo di
informazioni su questa comunità,
se non quella che visse in modo
indipendente fino al momento in
cui reputò di ricollegarsi ad un’altra
casa madre: attualmente quella
delle domenicane di Auch.
1849: Monsignor di Bonnechose,
vescovo di Carcassonne, chiama
nella sua diocesi le suore del Terz’Ordine di San Domenico: Sr.
Marie-Louise Fabre arriva per prima, da Tolosa. Altre due suore la
raggiungeranno ben presto. Il 21
novembre di quello stesso anno,
Padre Lacordaire scrive a Sr. MarieLouise:
“Signora e carissima sorella in San
Domenico, ho manifestato all’abate Vidal la forte soddisfazione che
ho provato nel sapere da lui dello
stabilirsi di una casa del nostro
Ordine a Carcassonne, sulle rovine,
per così dire, della celebre e pia
casa di Prouilhe, la prima che venne
fondata dal nostro Santo Patriarca.
Oggi voi mi confermate questa
notizia, aggiungendovi dettagli che
si aggiungono alla mia gioia”.
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La cura degli ammalati a domicilio
permette a malapena alla comunità
di sopravvivere, perché le suore si
occupano per maggior parte del
tempo degli indigenti. Una suora
scrive: “Il personale della nostra
modesta comunità era diventato
più numeroso e siccome le nostre
suore non avevano una dote, le
nostre risorse economiche divennero insufficienti. Allora, appoggiate dall’autorizzazione verbale di
Monsignor di Bonnechose, ritenemmo, nel 1858, di darci da fare e
ci impegnammo nell’insegnamento
e nel realizzare il nostro modesto
pensionato. Allora abbiamo rimandato le suore infermiere nelle
nostre case votate a quest’opera e
noi abbiamo accolto suore munite
di diploma per l’insegnamento”.
Sr. Marie-Louise ottenne, verbalmente, l’autorizzazione di indirizzarsi verso le opere di educazione
ed insegnamento. Per la precisione, il 15 settembre 1850, il Consiglio Municipale della città di Carcassonne delibera l’apertura di una
Sala d’Asilo nella parrocchia di St.
Michel:
“Per essere in regola con le dispo-
sizioni della nuova legge sull’istruzione pubblica (legge Falloux) il
Consiglio deve nominare persone
che saranno incaricate della direzione di questa classe pubblica (...).
Il Consiglio, vista la legge del 15
marzo 1850, sull’Istruzione pubblica, vista la lista di presentazione,
nomina, previa approvazione del
Consiglio Accademico, alle funzioni
di direttrice suor Antoinette Sauby,
di 22 anni, appartenente alla Congregazione delle suore di San
Domenico e alle funzioni di vice
direttrice la signorina Marie Combes, di 25 anni, postulante nella
stessa Congregazione”.
Nel 1858 alla Sala d’Asilo si
aggiungeva una scuola materna
mista. Nel 1860, a queste due prime scuole, si aggiungerà un pensionato per ragazze, la cui direzione
fu affidata a Sr. Marie-Augustin Delrieu.
Madre Gérine inviava a Carcassonne, per ottenere il diploma per
l’insegnamento, le suore che essa
destinava alle scuole che fondava.
Tra le suore più conosciute, citiamo
Sr. Hyacinthe Guiraud, originaria di
Carcassonne e che sarà chiamata
Carcassonne, la cappella costruita per le
domenicane nel 1860; ora appartenente a
privati e trasformata in sala di esposizioni
Un gruppo di suore in visita alla casa di Gramond
alla Direzione della scuola di
Lavaur; Sr. Stanislas Garrigue, aveyronnese, che sarà, di volta in volta,
direttrice della piccola scuola di St.
Etienne di Valdonnez, di Gaillac e
di Pau; Sr. Marie du Rédempteur,
istitutrice a Servières, infine Sr. Ste.
Croix Gayda, che sarà nominata
Priora generale delle suore d’Italia,
dopo la separazione.
Le prime suore istitutrici di Carcassonne si erano formate alla Scuola
di Mme. Pape-Carpentier a Parigi.
Aggiungiamo una parola sull’abito
di queste Terziarie. L’abate Bonhomme le descrive così (p. 22): un
abito “molto semplice, un vestito
nero, con un rosario appeso alla
cintura, una mantellina dello stesso
colore copre le spalle e ricade fino
al petto, dove è attaccata una croce d’argento; sul capo hanno una
cuffia bianca i cui bordi sono finemente pieghettati, come le portano le donne modeste del popolo;
infine, sopra la cuffia, un velo nero,
che le distingue dal resto delle persone”.
Il 10 maggio 1856, nella piccola
cappella di Albi, Madre Gérine e le
sue figlie si presentarono ai piedi di
Monsignor di Jerphanion, che
benedisse gli abiti bianchi, da
distribuire a ciascuna delle suore.
Nel 1857 si adotterà definitivamente l’abito domenicano: vestito bianco e scapolare.
Verso la fine del 1849, un piccolo
gruppo di suore si stabilisce a Pau.
Della loro vita sappiamo poco fino
al 1861, quando Madre Gérine
intraprese un viaggio nei Pirenei
per rivitalizzare questa comunità.
Sappiamo che Sr. Marie viveva con
un piccolo gruppo di suore presso
Melle de Sauvaginte, in via Jeanne
d’Albret.
Riprendiamo la storia di questa
comunità dal 1861, data della sua
rifondazione e punto di partenza di
una lunga e ricca storia.
Albi 1852: Madre Gérine ha 42
anni. L’esperienza di Tolosa ha rafforzato la sua vocazione domenicana, anche perché la comunità ha
vissuto relazioni difficili con
l’arcivescovo Monsignor D’Astros.
La fondazione di Albi si annuncia
sotto i migliori auspici. È il frutto di
un desiderio comune tra Monsignor di Jerphanion arcivescovo di
Albi, e Ippolito Crozes, sindaco di
questa città. Quest’ultimo ha mobilitato la popolazione per organizzare una buona accoglienza alle suore e procurare loro oggetti di prima
necessità (tavoli, sedie, stoviglie).
Va segnalato il genere di vita molto
modesta delle comunità, spesso
migliorato grazie alla pubblica carità.
Durante questi primi 10 anni, il ritmo sostenuto di fondazioni obbligava Madre Gérine a spostarsi tra
Chaudesaigues-Toulouse-Albi-Carcassonne-Pau. A quell’epoca non
c’era altro che la diligenza, come
mezzo di trasporto, spesso incerto,
soprattutto lento e poco confortevole. Ma le ragioni apostoliche che
li motivavano rendevano sopportabili tutti questi disagi.
Madre Gérine era una forza, le cui
risorse erano la fede, la bontà e
l’audacia. Il suo profilo di fondatrice
corrisponde bene a quello che Claude Laglois ha descritto nel suo libro
“Il cattolicesimo al femminile”:
“È sorprendente vedere tra le fondatrici una porzione non indifferente di donne di origine campagnola,
artigiana, dal mondo delle domestiche: queste donne si affermano
come donne forti, dal carattere ben
temperato, dotate di una salute
robusta, di una fede intrepida, e
delle qualità indispensabili per far
fronte a tutte le specie di difficoltà”.
La fondazione di Albi ferma Madre
Gérine per un certo periodo nella
capitale albigese, un tempo necessario per organizzare la vita di questa comunità, chiamata, più tardi,
ad assumere il ruolo di Casa Madre.
Questa breve storia dei primi 10
anni di fondazione, lascia trasparire
il lavoro dello Spirito Santo nel cuore di Madre Gérine e delle sue prime suore e la forza della loro fede
per corrispondervi.
Sr. Jeanine Raynal o.p.
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