Irmã Sally Hodgdon Discurso de Abertura – Capítulo Geral 2015

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Irmã Sally Hodgdon Discurso de Abertura – Capítulo Geral 2015
Suor Hodgdon Discorso di Apertura – Capitolo Generale 2015
Vivere il Dinamismo della Riconciliazione e dell’Unità nelle Periferie del nostro
mondo diviso
Ho la certezza che Dio, che ha iniziato in voi un buon lavoro, lo condurrà a termine per il
ritorno di Gesù Cristo” ( Fil. 1,6)
Good Afternoon! Boa Tarde! Buon Pomeriggio! Bon Aprés Midi!
La Sessione del nostro Capitolo Generale è già cominciata!
Siamo grate al Dio della bontà che ci ha condotto in questo luogo sacro con sicurezza. Spazio in cui
cammineremo sul suolo sacro della condivisione di chi siamo e delle questioni e sogni che vivremo
ogni giorno.
Insieme, durante questi giorni, vedremo come abbiamo vissuto gli impegni assunti nel Capitolo
Generale del 2009, come siamo cresciute in diversi modi, allargando lo spazio delle nostre tende,
creando nuove collaborazioni, accogliendo nuove persone nei nostri cuori e nel vicinato.
Continueremo a ‘spacchettare’ il tema del Capitolo Generale del 2015, Vivere il dinamismo della
Riconciliazione e dell’Unità nelle Periferie den nostro mondo diviso. Questo ‘spacchettare’ esige un
ascolto attento a tutto ciò che questo tema comprende e che lo Spirito ci spinge a vivere per i prossimi
anni. Esploreremo i nuovi appelli che abbiamo udito e che continuano a sfidarci. Faremo
discernimento per capire verso dove Dio ci sta conducendo e dove ci invita ad essere presenza, oggi e
nel futuro. Ma prima, cominciamo a prendere coscienza di dove siamo, guardando il contesto nel
quale abbiamo vissuto negli ultimi sei anni.
Contesto
Il nostro Capitolo Generale non è un momento sacro soltanto per noi, come Suore di San Giuseppe di
Chambéry, ma è un momento sacro per tutta la Chiesa. Come donne, chiamate ad essere profetiche
nelle nostre diverse realtà, la Chiesa, a volte, celebra con noi, altre volte ci questiona e perfino ci
evita, ma dobbiamo rimanere fedeli alla nostra vocazione di vivere e condividere profeticamente il
nostro carisma con gli altri.
In questi ultimi sei anni, come Chiesa Universale, abbiamo vissuto l’anno della Fede; gli scandali di
corruzione e di ambizione dentro la Chiesa istituzionale; il 50° anniversario del Vaticano II; le visite
apostoliche e le investigazioni dottrinali nelle quali sono state coinvolte le Suore degli Stati Uniti; la
storica e sorprendente dimissione di Papa Benedetto XVI; la compassione e la visione di Papa
Francesco; l’anno della Vita Consacrata. Sono molti gli avvenimenti di questi ultimi sei anni! È
importante che ci chiediamo, qual è stato il nostro atteggiamento, la nostra posizione o il nostro
impatto come donne profetiche di riconciliazione e di unità di fronte a tutti questi avvenimenti. Per
esempio, abbiamo potuto aiutare ad amplificare le voci nelle periferie, perché potessero essere udite
dalla Chiesa?
Certamente abbiamo vissuto alcune delle grazie di questi momenti speciali. L’Anno della Fede, per
esempio, ha offerto a tutte noi l’opportunità di riflettere una volta di più sulla nostra fede e percepire
come essa sia maturata e cresciuta nel corso degli anni. Ci ha dato l’opportunità di riconoscere come
noi, donne adulte religiose, siamo cambiate vivendo lo spirito del Vaticano II e a causa della nostra
esperienza di Dio. Ancora, nel mondo in generale, qual è stato l’effetto di questo Anno della Fede? I
Profeti dell’Antico Testamento proclamavano con forza che la qualità della fede di un gruppo di
persone sarà giudicata dalla qualità della giustizia sulla terra, dal modo in cui i poveri sono trattati.
Usando questa misura, come ci sentiamo?
Durante i momenti difficili di alcuni di questi eventi, abbiamo sperato che, fedeli al nostro carisma,
siamo state una presenza di sostegno, una voce che ha invitato alla riflessione, all’onestà, al dialogo e
all’integrità. Questo Anno della Vita Consacrata ci ha permesso di approfondire la nostra identità
come donne religiose, sia all’interno che in diversi ambienti pubblici, celebrando e articolando in un
linguaggio attuale chi siamo e come viviamo la nostra risposta agli appelli di Dio.
Durante questi stessi sei anni abbiamo visto cambiare l’economia globale, con molti paesi orientali in
crescita diventando partner più forti nel mondo degli affari e del commercio; e alcuni paesi
occidentali
diventati più deboli a causa della continua avidità corporativa e decisioni povere. Questa avidità e
crescita hanno avuto come risultato un maggior numero di persone povere e la concentrazione della
ricchezza sempre più solidamente nelle mani di pochi, in molti dei nostri paesi. Guerre civili e
conflitti di frontiera sono molto aumentate durante questi anni, come il sorgere di più gruppi religiosi
ribelli e violenti o gruppi ideologici, come l’ISIS, sono risorti con molta forza. Il pregiudizio,
l’intolleranza e l’influenza religiosa sono galoppanti e si evidenziano attraverso atti di violenza in
molti paesi. Milioni di persone sono morte, paesi interi sono stati distrutti e ora affrontiamo la crisi di
rifugiati e migranti di proporzioni immense. Questa è la nostra realtà globale. Come donne profetiche
di riconciliazione e di comunione, quali prospettive abbiamo offerto a tutte queste situazioni? Quali di
queste grida e clamori hanno urgente bisogno del dinamismo di vita e riconciliazione?
Nella vita della nostra Congregazione, il cammino di questi sei anni ci ha portato vita nuova e alcune
cose in aree insperate, come l’aumento di nuovi membri in Norvegia, venuti dal Vietnam, la fusione
delle nostre Suore di Notre-Dame de la Croix e l’accompagnamento delle Suore di San Giuseppe di
Handam, in Cina. Il Processo Brasile Integrando continua ad offrire sfide e vita. Siamo state anche
invitate a fare sacrifici e a pensare in forma creativa, man mano che, globalmente, il numero delle
suore va diminuendo nelle diverse Province, regioni e missioni. Noi abbiamo avuto la grazia di essere
presenti in modi nuovi nella vita delle nostre suore nel loro processo di invecchiamento, di malattia e
di preparazione al ritorno nella casa del Padre. Le nostre nuove collaborazioni con altre
Congregazioni e laici ci hanno arricchito con nuove prospettive ed energia nell’abbracciare tante
urgenze, bisognose di risposta. Qual è stata la nostra posizione come donne dinamiche nella
riconciliazione e nell’unità nel corso di tutta questa crescita e cambiamento nella Congregazione?
Costruendo sulle grazie di questi si anni.
Sì, le nostre tende si sono allargate per tutti questi avvenimenti della Chiesa, del mondo e per gli
eventi congregazionali, sperimentando non separatamente, ma in una integrazione di vita vissuta nel
quotidiano di tutti i giorni. Dobbiamo continuare a costruire sulle grazie e le vulnerabilità di questi
ultimi sei anni, con un desiderio ardente di appassionarci sempre più profondamente di Dio. Radicate
in questo amore, saremo capaci di offrire un’energia dinamica di riconciliazione, un dinamismo che
testimonia la gioia e la pace di essere disposte ad essere “una con” l’altra persona o situazione. Ma
dobbiamo farci molte domande. Come risponderemo alle fratture del nostro mondo create
dall’enorme intolleranza di altri credo, dal colore della pelle e dai contesti culturali? Come saremo
presenti ai rifugiati, il cui spostamento e sofferenza sono una delle principali fratture del nostro
mondo? Sappiamo che le spaccature e le crepe hanno bisogno di essere riempite con materiale nuovo
o fresco perché le due parti facciano che una cosa sola. La stessa cosa è vera in relazione alle fratture.
Un osso fratturato ha bisogno di essere sanato con la crescita di un osso nuovo, unendo le parti.
Sappiamo che con qualche materiale possiamo spostare l’osso e stenderlo perché diventi di nuovo
uno. Siamo chiamate ad essere presenti in queste aree di fratture del nostro mondo, ma siamo disposte
ad essere questo tessuto o materiale che ha bisogno di essere steso per raggiungere questi luoghi?
Vogliamo essere una presenza rinfrescante che riempirà le crepe e aiuterà a riparare le fessure del
nostro mondo? Come Congregazione, in preparazione di questo Capitolo, abbiamo pregato con Ruth
e Noemi. Loro ci hanno accompagnato questo pomeriggio durante tutto il rito di apertura e resteranno
con noi come presenza in questa sala del Capitolo. Possono essere, per noi, un modello mentre
costruiamo il nostro futuro sulle nostre grazie. Ruth e Noemi, hanno unito con la loro ingegnosità,
gentilezza, amabilità e con l’adattamento alla loro situazione. Hanno letto i segni dei tempi senza
perdere di vista la realtà presente. Il comportamento che ciascuna di loro manifesta va al di là delle
esigenze e dei parametri della loro legge. Hanno dato generosamente, hanno donato il “più” di cui
parla Padre Médaille. L’accettazione del rischio e il loro attaccamento personale l’una all’altra hanno
lastricato una strada verso un nuovo futuro.
Mo hanno dovuto lasciare il loro “dio” e scegliere il “Dio” di Noemi, Adonai, il Dio di Abramo e di
Sara. Sono state capaci di fare ciò, certamente per la grazia di Dio, ma anche perché hanno creato e
vissuto una relazione basata sulla fiducia e la compassione. Nei prossimi giorni, anche noi,
rifletteremo per lasciare ciò che è confortevole per noi e abbandonare ciò che conosciamo. Ciò
richiederà la capacità di assumere dei rischi in modo da lastricare il cammino verso il futuro.
Suor Joan Chittister ha affermato che “La Vita Religiosa deve viaggiare leggera, verso il futuro, non
essere preoccupata per nessuno dei suoi successi passati, non restare legata ad alcun obiettivo del
passato, ma verso una nuova direzione, viva nel suo significato per la gente di oggi.”
Durante questi giorni dovremo ascoltare attentamente e giungere a conoscere quali appelli Continui o
Nuovi hanno bisogno della presenza del nostro Carisma con una nuova prospettiva e un dinamismo
necessario per oggi. Allora, come Noemi e Ruth, contando l’una sull’altra, dobbiamo essere astute e
lavorare in delle strutture culturali o di governo per apportare vita e speranza a coloro che noi
serviamo. Le nostre relazioni come Suore di San Giuseppe sono dinamiche e abbastanza vive per
offrire energia le une alle altre , per poter rispondere ai diversi appelli che sceglieremo? Crediamo
sufficientemente nel desiderio dell’una e dell’altra di vivere la riconciliazione e la compassione tanto
da essere pronte ad andare con un’altra a servire in una nuova periferia? Noi dobbiamo vivere una
generosità che ci spinga lontano da noi stesse e dai nostri bisogni. È una generosità che richiede
sacrificio e sofferenza. Quanto siamo pronte a uscire da noi stesse per vivere un’autentica
riconciliazione nelle più profonde fratture intorno a noi? Possiamo essere delle riconciliatrici creative,
coraggiose, generose e piene di compassione come Dio ci invita ad essere? Desideriamo dare un
nuovo volto a ciò che significa vivere il dinamismo della riconciliazione? Vogliamo, come Gesù, bere
la coppa del vino, il vino fatto con le lacrime e le sofferenze dei rifugiati, delle donne costrette alla
prostituzione, dei malati terminali, dei bambini abbandonati o delle nostre stesse suore? Vogliamo noi
ricevere il vino delle loro sofferenze e berlo con loro? Possiamo permetterci di essere abbastanza
vulnerabili per ricevere la vita e donare la vita in queste fratture? Durante queste settimane insieme
scopriremo a quali forti appelli della Chiesa, del nostro “caro prossimo” attraverso il mondo intero, o
nella nostra Congregazione e nelle nostre comunità locali, dobbiamo rispondere durante i prossimi
sei anni. Sapremo in quali fratture il dinamismo della riconciliazione deve essere vissuto in uno
spirito di gioia e di speranza. La luce e la speranza del nostro futuro saranno prima determinate dalla
qualità della nostra relazione con Dio, dalla qualità delle relazioni tra di noi, relazioni segnate dal
rispetto, dalla fiducia e dalla comunione l’una con l’altra. Possano questi giorni santi vissuti insieme
essere pieni di gratitudine, mentre condividiamo le nostre speranze e i nostri sogni e scopriamo il
disegno di Dio per la prossima tappa del nostro viaggio come donne che vivono e si muovono nella
direzione della comunione.
Per concludere, vorrei condividere alcune frasi di una canzone intitolata “In qualche luogo”, una
canzone del musical West Side Story. (Storia del lato Ovest). É una storia di amore in mezzo a
conflitti violenti tra bande del quartiere.
Cè un posto per noi,
in qualche luogo, un luogo per noi.
Pace e tranquillità e l’aria libera
Ci aspettano. In qualche luogo.
In qualche luogo. Troveremo un nuovo modo di vivere, troveremo un modo di perdonare.
In qualche luogo... Ci sarà un posto per noi, un tempo e un luogo per noi. Tieni la mia mano
E siamo quasi là.
Tieni la mia mano e io ti porto là
In qualche modo, qualche giorno,
In qualche luogo!
Insieme, uniamo le nostre mani e i nostri cuori facendo questo cammino del Capitolo Generale verso
“qualche luogo”, verso il luogo dove Dio continuerà il suo lavoro in noi, aiutandoci a portare la
riconciliazione, la pace e la speranza a quelli che maggiormente ne hanno bisogno.
Grazie, Dio benedica ognuna di voi!