26 - Marinai d`Italia

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26 - Marinai d`Italia
Navi Scuola
Brevi imbarchi estivi
su Nave Palinuro
di Cosimo Latte
Socio di Statte
La proposta mi rese super felice, non esitai ad accettare la proposta. Telefonai subito a mia madre per far preparare i documenti necessari per prolungare il periodo del breve imbarco.
Ho trascorso giorni fantastici. Da Napoli partimmo per Augusta
dove alcuni Marinai svolsero il concorso per Sergente per poi risalire la costa calabra, passando da Crotone, sino ad arrivare a
Gallipoli la mattinata del giorno 6 luglio dove ad attendermi c’erano i miei genitori.
Alle ore 11 circa del giorno 6 luglio, il Comandante CF Schiavoni,
riunì tutti i partecipanti al breve imbarco per la consegna degli
attestati di partecipazione.
Per me, la consegna degli attestati fu il momento più emozionante; essere incoraggiati e stimolati ad affrontare la vita con impegno e dedizione da un Saggio Marinaio come il Comandante di
Unità Navale della Marina Militare, è la cosa che più entusiasma
e gratifica, per l’esempio che trasmette e per la capacità di tenere, con autorevolezza e discrezione, il governo dell’equipaggio in porto e in mare.
Dopo il rituale saluto e il ringraziamento a tutti coloro che mi
hanno sostenuto e incoraggiato ad affrontare la splendida esperienza di vita a bordo, che è fatta di solidarietà tra tutti i componenti l’equipaggio e rispetto reciproco, sono sbarcato riabbracciando i miei genitori in attesa sotto bordo, ma avvertendo, da
subito dopo, la nostalgia di aver lasciato a bordo di Nave Palinuro, persone splendide che, nel rispetto delle tradizioni Marinare,
mi hanno fatto sentire tutto il loro affetto.
A Voi tutti l’augurio di buon vento”.
“A
rrivammo al porto di Civitavecchia il pomeriggio del giorno
24 giugno e mi ritrovai di fronte il Palinuro, fu davvero strabiliante, enorme e spettacolare al punto da farmi proiettare il pensiero alla navigazione a vele spiegate.
Fummo ricevuti dall’Ufficiale di bordo incaricato all’accoglienza, il
quale, dopo l’appello ci fece salire a bordo per visitare la Nave. Dopo circa un’ora, salutammo i genitori e così iniziò la mia avventura.
Fatto il contrappello, ci fecero scendere sotto coperta per consegnarci gli effetti personali e la branda.
Ognuno di noi fu assegnato ad una squadra con i rispettivi turni di
guardia.
I miei compiti principali furono tre: timoniere, vedetta e collaboratore del tecnico di macchina.
Ho fraternizzato fin da subito con tutto l’equipaggio, in particolare
con i tecnici di macchina.
Sono stato l’unico, della squadra del breve imbarco, a frequentare
la sala macchine, poiché i miei riferimenti di bordo, avevano notato il mio interesse per la tecnica e per le funzioni degli organi meccanici, dal motore, il moto riduttore e l’albero collegato all’elica.
Interessante è stato anche il mio servizio al timone; mi hanno insegnato come dare i gradi di barra e come si leggono i gradi della
prora sulla girobussola.
Con il servizio di vedetta ho imparato se un bersaglio guadagnava
o scadeva, il posizionamento e le funzioni dei fanali di via e del fanale in testa d’albero.
Nel mio tempo libero dal servizio collaboravo con i nocchieri ad
abbisciare le cime, ad allungare le manovre, a fare i nodi per gli ormeggi e per alzare le vele.
Trascorsi i primi cinque giorni, il Comandante in seconda, visto il mio
entusiasmo e l’impegno nell’assolvere i compiti assegnatomi, mi offrì la possibilità di proseguire l’imbarco fino al porto di Gallipoli.
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Daniele Perelli
Classe 4a i-ITIS A.Righi Corsico
“G
razie ad un concorso scolastico ho avuto l’opportunità
di trascorrere un breve periodo a bordo della Nave
scuola Palinuro, a bordo della quale avrei vissuto realmente la
vita militare.
Il programma prevedeva di imbarcarmi a Civitavecchia sul Vespucci per sbarcare a Venezia, ma a causa del tragico incidente a
bordo che ha causato la morte di un nocchiere ciò non è stato possibile. Per cui il mio imbarco avvenne a Civitavecchia sul Palinuro
con sbarco previsto a Napoli.
All'inizio sono rimasto un po’ deluso dal fatto che il periodo d’imbarco era notevolmente diminuito e per di più su una nave più piccola.
Una volta imbarcato ho fatto amicizia gli altri ragazzi imbarcati ed
il nostro accompagnatore ci ha fatto visitare la nave, dato i primi
rudimenti marinareschi ed assegnato le dotazioni di bordo.
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Ci hanno spiegato come montare, nel locale allievi, le amache dove avremmo dovuto trascorrere la notte.
La mattina seguente è iniziata la vita di bordo: la sezione allievi
è stata divisa in tre gruppi per assegnare i turni di lavoro e di
guardia.
Lasciato il porto, cominciammo a considerarci quasi a tutti gli effetti membri dell'equipaggio: i nocchieri e coloro che si occupano della parte marinaresca, hanno da subito cercato di coinvolgerci insegnandoci nodi, aneddoti, nomi delle vele e delle parti
della nave.
Le giornate di navigazione iniziavano con l’assemblea generale
a cui seguivano il posto di lavaggio e poi i turni di guardia (stare
al timone e seguire la rotta di navigazione e di vedetta segnalando eventuali imbarcazioni ed ostacoli agli ufficiali di guardia).
All’arrivo in un porto la prima cosa da fare era lucidare gli ottoni
della nave e riordinarla. Nelle giornate di vento navigavamo a vela: uno spettacolo che vale tutta la fatica compiuta. A bordo abbiamo subito familiarizzato, specialmente i nocchieri che sono generalmente persone fantastiche: il tempo libero che avevo cercavo di
trascorrerlo con loro entrando in sintonia con molti di loro.
Nonostante fossimo arrivati a Napoli, dove abbiamo avuto l'occasione di partecipare ad una regata di vele d'epoca, la meta successiva era ancora incerta. Amareggiato per l'imminente fine del
viaggio, speravo solo di sbarcare a La Spezia ma ahimè scelsero
Gallipoli con tappa ad Augusta. La mia felicità tornò quando i miei
genitori acconsentirono a farmi proseguire il viaggio fino a Gallipoli. Le emozioni maggiori sono state l’aver visto i delfini in mare
aperto, che a tratti seguivano la nave e la simulazione di un ammaraggio con il recupero del finto "uomo a mare"e la foto che un sergente nocchiere mi ha fatto con indosso il suo cappello.
Le mie aspettative iniziali sono state più che superate: mi sono
divertito imparando a lavorare in gruppo e in un ambiente diverso. Auguro a tutti di poter vivere esperienze del genere, In ricordo di quest'esperienza di vita ho appeso in camera mia il crest
della nave firmato da tutti i nocchieri con davanti la firma del
nostromo (il capo dei nocchieri) accompagnata dalla frase “Sei
un grande”.
Lucrezia Palazzo
S
i è imbarcata a Taranto sul Palinuro per dirigersi a La Spezia
– navigando principalmente a vela – con altri venti ragazzi e
ragazze provenienti da tutta Italia.
A bordo hanno svolto le normali attività previste per il personale
imbarcato: turni al timone, manovra delle vele, servizio di vedetta,
e lucidatura degli ottoni.
Il 13 ottobre, alla Spezia, il comandante, CF Mauro Panarello, ha
congedato Lucrezia e gli altri giovani augurandosi di rivederli nel
prossimo anno.
nnn
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