Visita alla nave scuola `Amerigo Vespucci`

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Visita alla nave scuola `Amerigo Vespucci`
Laura Caleri Falcone *
Visita alla nave scuola ‘Amerigo Vespucci’
Il 26 settembre, un gruppo di rotariani del Club Arezzo est, con relative consorti, è partito di buonora per recarsi a Livorno dove era prevista la visita alla nave scuola della Marina Militare Italiana
“Amerigo Vespucci”. Tale evento era stato programmato e fortemente voluto dal Past President
Francesco Farina che si era adoperato per la sua realizzazione fin dai tempi della sua presidenza.
Alle 10,30, puntuali, eravamo a Livorno e già da lontano abbiamo scorto spuntare da dietro la mole di un’enorme nave da crociera i tre alberi del veliero. Ai piedi della scaletta della nave siamo stati ricevuti dall’ammiraglio Rossi che ci ha invitato a salire a bordo - insieme ad altri club rotariani
ed un Lions, come noi smaniosi di vivere questa bella esperienza - e là, sul cassero, ci ha presentato il comandante in seconda, un giovane ufficiale che ci avrebbe fatto gli onori di casa per tutta la
durata della visita.
Trovarsi a bordo della “Vespucci” fa un effetto strano: è come tornare indietro nel tempo, quando
ancora erano solo le forze dell’uomo a lottare contro le forze della natura e la vita del marinaio era
una sfida continua.
La nostra guida ci ha spiegato che il veliero fu progettato nel 1930 insieme alla nave gemella “Cristoforo Colombo” e che fu varato nel 1931 a Castellammare di Stabia. Il suo compito era quello di
affiancare la “Colombo” nell’attività di addestramento degli allievi dell’Accademia Navale.
Purtroppo quest’ultima, al termine della seconda guerra mondiale, fu ceduta all’URSS per effetto
degli accordi internazionali, come risarcimento dei danni di guerra, e se ne sono perdute le tracce.
Le crociere d’istruzione (ne sono state effettuate 71) si svolgono con itinerari ogni volta diversi.
L’equipaggio è composto da 276 persone, fra ufficiali, sottufficiali e truppa ma, nei mesi estivi,
quando la nave ospita circa 140 allievi del primo anno dell’ accademia, il numero delle persone a
bordo raggiunge un totale di circa 400. Fra gli allievi del primo anno ci sono anche alcune donne. Al
momento solo una fa parte dell’equipaggio, una giovane ufficiale di fresca nomina; ma l’ammiraglio ha voluto precisare che per il futuro si prevede una maggioranza al femminile: “Le donne si
impegnano di più!” ha detto scuotendo la testa.
Durante la visita alla nave, la nostra guida, illustrandocene le varie parti e la sistemazione logistica
dell’equipaggio, ci ha descritto il ritmo di lavoro a bordo.
Questa nave è un veliero che mantiene le vecchie tradizioni: le vele non sono di tessuto sintetico,
ma di tela olona, le cime sono di materiale vegetale e tutte le manovre sono eseguite rigorosamente a mano. Ogni ordine del comandante viene impartito all’equipaggio tramite il fischietto del
nostromo.
Fra le cose che più ci hanno colpito non possiamo dimenticare la cabina del timoniere: quattro
ruote enormi per manovrare le quali occorrono otto robusti marinai!
A mezzogiorno ci è stato offerto un ricco pranzo al buffet e, più tardi, col rituale scambio di doni, si
è conclusa la visita.
È stata una bellissima esperienza che ci ha messo in contatto con quello che è un nostro orgoglio
nazionale, che porta in giro per il mondo l’immagine di un’Italia pulita, un’Italia operosa e sicura. In
questo momento di crisi morale la nave scuola “Amerigo Vespucci” è un fiore all’occhiello, un motivo di aggregazione per cui possiamo ancora guardarci negli occhi con speranza. È anche per questo che vengono favoriti questi incontri, auspicati dallo stesso Presidente della Repubblica, fra la
gente comune e questo mondo fatto da giovani che indossano una divisa.
Più tardi, come da programma, ci siamo recati a visitare il Museo Civico “Giovanni Fattori” che ha
sede nella prestigiosa Villa Mimbelli, costruita nella seconda metà dell’ottocento. Una scala decorata con putti di ceramica invetriata ci ha condotto ai piani superiori dove una volta erano situati
gli appartamenti dei proprietari. Abbiamo percorso una fila di stanze riccamente affrescate, con
stili diversi, dai cui soffitti pendono dei magnifici lampadari di Murano e poi siamo saliti al secondo piano dove è allestita la mostra permanente di alcune delle opere del Fattori e di altri macchiaioli e postmacchiaioli come Telemaco Signorini, Cristiano Banchi, Vincenzo Cabianca, Giovanni
Boldini e altri. Una guida molto brava ci ha consentito di apprezzare appieno le opere più significative di Giovanni Fattori quali “La carica di cavalleria a Montebello”, ”Mandrie maremmane”, “Torra
Rossa”, illustrandoci il percorso artistico del maestro e dei suoi allievi, percorso, tutto sommato,
breve, ma che ha segnato una svolta nella storia dell’arte. Il museo ospita anche opere di postmacchiaioli e divisionisti ed offre, nell’insieme, un quadro abbastanza completo di quelli che furono i fermenti che agitarono il periodo che va dalla metà dell’ottocento al primo novecento.
Alle venti eravamo di nuovo ad Arezzo, un po’ stanchi, ma soddisfatti. La giornata non poteva concludersi in modo migliore: anche tutte le fosche previsioni del mattino, che ci avevano promesso
pioggia, si erano rivelate errate e una temperatura ancora estiva ci aveva accompagnato durante
tutto il nostro peregrinare.
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Laura Caleri Falcone. Scrittrice.
Nel 2011 le è stato assegnato il “Fiorino d’oro” del
Comune di Firenze per il racconto “Ritorno al passato”.
Di seguito alcune immagini della gita