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ANAAO TOSCANA Venerdì, 22 aprile 2016 ANAAO TOSCANA Venerdì, 22 aprile 2016 Anaao Toscana 22/04/2016 Corriere della Sera Pagina 19 FABRIZIO CACCIA Fiori e solidarietà per l' infermiera La Regione: «È... 22/04/2016 Il Tirreno (ed. Grosseto) Pagina 13 3 Morti sospette, indagati otto medici 22/04/2016 Il Tirreno (ed. MassaCarrara) Pagina 27 5 Il Comitato: potenziare ginecologia e pediatria 22/04/2016 Il Tirreno (ed. Pisa) Pagina 13 PIETRO BARGHIGIANI Ospiziopollaio, indagati anche i medici 22/04/2016 Il Tirreno (ed. Pisa) Pagina 17 FABIO CALAMATI Asl, 41 gli stipendi oltre i centomila euro 22/04/2016 Il Tirreno (ed. PistoiaMontecatini) Pagina 13 LUCA SIGNORINI Casa della Salute, a Pieve sarà pronta entro l' autunno 22/04/2016 Il Tirreno (ed. PistoiaMontecatini) Pagina 31 FEDERICO LAZZOTTI La Procura rilancia: «L'indagine va avanti» 22/04/2016 Il Tirreno (ed. Pontedera) Pagina 2 DONATELLA FRANCESCONI Morì al Pronto soccorso, processo a fine maggio 22/04/2016 La Nazione (ed. Grosseto) Pagina 8 22/04/2016 La Nazione (ed. Lucca) Pagina 5 23 Scoperta una maxitruffa all' Asl sulle forniture di apparecchi acustici 22/04/2016 La Nazione (ed. Pisa) Pagina 12 24 Pediatri, la procura chiede il processo LAURA NATOLI Il processo si apre con un rinvio E l' Asl si costituirà parte... 22/04/2016 La Nazione (ed. Viareggio) Pagina 3 I buchi dell' inchiesta sui morti in ospedale i pm: andiamo avanti 25 27 Apparecchi acustici per un morto E fatturati doppi alla Asl: inchiesta 22/04/2016 La Repubblica Pagina 24 21 22 Morti in corsia, dopo le denunce sette i medici sotto inchiesta 22/04/2016 La Nazione (ed. Prato) Pagina 6 17 19 L' Asl impone le ferie d' ufficio 22/04/2016 Il Tirreno (ed. Viareggio) Pagina 21 13 15 Maltrattamenti a Narnali Il processo parte piano 22/04/2016 Il Tirreno (ed. Pontedera) Pagina 2 10 12 Un anno di magra per Abati all' ex direttore 88.000 euro 22/04/2016 Il Tirreno (ed. PistoiaMontecatini) Pagina 20 6 8 L' Ordine degli infermieri: «Stop agli extra in corsia» 22/04/2016 Il Tirreno (ed. PistoiaMontecatini) Pagina 13 1 MICHELE BOCCI 28 22 aprile 2016 Pagina 19 Corriere della Sera Anaao Toscana Fiori e solidarietà per l' infermiera La Regione: «È sospesa dal servizio» Livorno, i pm: le indagini sui 13 morti vanno avanti. L' assessore: difficilmente tornerà PIOMBINO «Non abbiamo mai smesso di svolgere le indagini su questa vicenda e non lo faremo adesso che è intervenuta la decisione del Riesame», dice il procuratore capo di Livorno, Ettore Squillace Greco. «Senza verità preconcette, aperti a ogni ipotesi», aggiunge. Il fatto che Fausta Bonino, l' infermiera dell' ospedale di Piombino, sia stata scarcerata mercoledì, dunque, non taglia le gambe agli inquirenti. Si continua a indagare senza tregua e la strada maestra, al momento, rimane quella che porta a lei: «La decisione del Riesame rientra nella fisiologia del procedimento», stoppa ogni polemica il procuratore. Nessun mea culpa, almeno ufficialmente, ma in quegli uffici è anche l' ora di qualche maldipancia. Perché i dubbi sulla colpevolezza della Bonino, fanno capire a Palazzo di Giustizia, la Procura comunque li ha sempre avuti. Non è un caso che nonostante la gravissima accusa nei suoi riguardi, quella di aver ucciso tra il gennaio 2014 e il settembre 2015 tredici pazienti della Rianimazione con iniezioni dolose di eparina, un farmaco anticoagulante, i magistrati a suo tempo non disposero il fermo immediato della donna, ma chiesero al Gip, Antonio Pirato, di firmare l' ordinanza di custodia cautelare. «È un processo indiziario», ripetono all' unisono il pm Massimo Mannucci e il procuratore Squillace Greco e la sensazione, infatti, è che i giudici fiorentini del Riesame abbiano ritenuto insufficienti proprio gli indizi presentati dalla Procura. Le motivazioni saranno rese pubbliche la prossima settimana. Nel fascicolo però balzano all' occhio indizi assai deboli, come la telefonata intercettata nella quale l' infermiera fingeva con un' amica di aver bevuto del vino, ma in realtà scherzava, mai stata un' alcolista lei, anzi sempre «professionale», «scrupolosa», «precisa», «pulita», «sgobbona», gli aggettivi si sprecano nel suo ex reparto al «Villamarina» di Piombino, dov' è chiaro che i colleghi convinti della sua innocenza dall' inizio oggi più che mai fanno il tifo per lei affinché ritorni. Anche nel suo quartiere, il Desco di Piombino, la gente è tutta con Fausta: al civico 47 di via Primo Maggio è comparso anche un mazzo di fiori mandato da un' amica. Sembrano tutti convinti, qui, della sua innocenza. L' assessore regionale alla Salute, Stefania Saccardi, però, alla vigilia della decisione della Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 1 22 aprile 2016 Pagina 19 < Segue Corriere della Sera Anaao Toscana commissione disciplinare della Asl di Livorno sembra escludere categoricamente che possa riprendere il lavoro di prima: «Le misure che abbiamo adottato non cambiano alla luce dei provvedimenti della magistratura e l' infermiera è sospesa attualmente dal servizio. Difficilmente potrà tornare in reparto, per la serenità sua e di tutto il sistema». Oggi la commissione si riunirà: se pure dovesse decadere la sospensione, probabilmente la Bonino verrà messa in ferie d' ufficio o trasferita altrove, lontano dal «Villamarina», dove comunque resta il mistero di quelle 13 morti. «Se l' hanno scarcerata vuol dire che non è stata lei accusano, in coro, Loretta e Rosy, le mogli di Marco Fantozzi e Angelo Ceccanti, due delle vittime . Ma qualcuno dev' essere stato, qualcuno ha preso una siringa e l' ha usata sui nostri cari». Da segnalare, infine, il parere espresso da uno dei periti della difesa dell' infermiera, l' ematologo Andrea Artoni, specialista di diagnosi e terapie delle coagulopatie al Centro emofilia e trombosi di Milano: «L' impressione è che in almeno 4 o 5 casi dei tredici presi in esame non sia stata usata proprio l' eparina. E quelle morti possono avere spiegazioni alternative. Pazienti così gravi, ricoverati in Rianimazione, hanno spesso problemi di coagulazione, come avviene nello shock settico. Per questo consiglierei di non fermarsi a un' ipotesi precostituita. Purtroppo neppure le riesumazioni dei corpi servirebbero a fare luce, perché le analisi non riuscirebbero a trovare le tracce dell' eparina». Rimangono tredici morti e un buio fitto. Fabrizio Caccia Marco Gasperetti. FABRIZIO CACCIA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 2 22 aprile 2016 Pagina 13 Il Tirreno (ed. Grosseto) Anaao Toscana Morti sospette, indagati otto medici La Procura apre i fascicoli per far luce sui decessi di Alessandro Maisto e Anna Del Sordo. Ieri mattina l' autopsiaSANITÀ » INCHIESTE di Ivana Agostini wGROSSETO Sono otto i medici indagati dalla Procura di Grosseto per due persone morte a distanza di due giorni l' una dall' altra a Grosseto e Orbetello. In entrambi i casi le famiglie hanno presentato un esposto chiedendo l' autopsia. L' esame è stato disposto e affidato, ieri mattina a Grosseto, al dottor Matteo Benvenuti del D i p a r t i m e n t o d i Medicina l e g a l e d e l l ' Università di Siena. Per la morte del quarantaquattrenne Alessandro Maisto, nato nel dicembre 1971 a Caserta, abitante a Magliano e scomparso sabato all' ospedale Misericordia di Grosseto, la Procura ha aperto il fascicolo a carico di cinque medici. Si tratta di Roberto Dottori (oncologo), Luca Felicioni (chirurgo), Giovanna Morelli (radiologa Tac), Marco Corsetti (gastroenterologo) e Carmelo Bengala (oncologo). Felicioni e Morelli sono assistiti dagli avvocati Luciano Giorgi e Carlo Valle, mentre gli altri hanno difensori d' ufficio. Maisto era ricoverato da alcune settimane al Misericordia. Era sposato e aveva una bambina piccola; è stata la moglie a presentare l' esposto per chiedere chiarezza su un quadro clinico comunque complicato. L' uomo era malato da tempo, aveva una piccola impresa edile. Già in passato la sua famiglia aveva subito eventi tragici come la morte del padre e del fratello di Alessandro Rino morto in un incidente stradale vicino alla Barca del Grazi. Il padre invece era stato investito da un' auto nel giorno della comunione di uno dei due figli davanti al ristorante dove la famiglia aveva scelto di festeggiare l' evento. Una famiglia molto conosciuta e che aveva gestito per alcuni anni anche una pasticceria proprio nella frazione lagunare. L' esame autoptico potrà aiutare a far chiarezza sulle cause del decesso di Alessandro, come chiesto dalla famiglia. Per l' albiniese Anna Del Sordo, 72 anni, morta a Orbetello lunedì, la Procura ha aperto un' inchiesta su altri tre medici della sanità maremmana. Si tratta di Giacomo Venturini (difeso dall' avvocato Matteo Mittica di Orbetello), Valeria Tammi (difesa dall' avvocato Stefano Tovani di Pisa) e del medico di famiglia Antonio Barrasso (difesa Luciano Giorgi). Anche in questo caso sono stati i familiari a presentare un esposto e chiedere accertamenti per far luce Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 3 22 aprile 2016 Pagina 13 < Segue Il Tirreno (ed. Grosseto) Anaao Toscana sul decesso. Pare che l' anziana si sia sentita male nella sua casa di Albinia: presentava una serie di patologie e la sera di lunedì sarebbe subentrata una complicazione alla donna, la quale sarebbe arrivata praticamente in fin di vita al nosocomio lagunare. All' ospedale di Orbetello, a quanto pare, sarebbe sorto un diverbio fra un medico del presidio ospedaliero e un operatore del 118. Una discussione che sarebbe avvenuta davanti ai familiari, nei quali si è insinuato il dubbio che nei soccorsi qualcosa non fosse andato nel verso giusto. Da qui la volontà di presentare un esposto per fare chiarezza. La donna, che aveva le gambe amputate e cercava comunque di vivere la sua disabilità nel miglior modo possibile, frequentava l' Università della terza età di Orbetello e andava in palestra per potenziare le braccia, proprio perché costretta sulla sedia a rotelle. Per i risultati delle autopsie si dovranno aspettare almeno 60 giorni. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 4 22 aprile 2016 Pagina 27 Il Tirreno (ed. Massa Carrara) Anaao Toscana la sanitÀ Il Comitato: potenziare ginecologia e pediatria FIVIZZANO Anche il Comitato in difesa del diritto alla salute in Lunigiana ha presentato le proprie istanze alla III commissione Sanità a Firenze. Il Comitato ha voluto segnalare «ancora una volta con forza, l' esigenza per il nostro territorio di attivare una reperibilità ginecologicoostetrica, di non lasciare, come oggi accade, le future mamme lunigianesi abbandonate a se stesse e la reperibilità nei notturni e nei festivi e dopo le 14 dei giorni feriali di un pediatra per i nostri bambini che hanno lo stesso diritto di assistenza sanitaria dei bambini che vivono in costa o in città». Il Comitato nelle sue richieste ha chiesto poi «la presenza di un anestesista rianimatore all' interno della struttura ospedaliera di Fivizzano 24 h su 24, per evitare che durante un' urgenza, come è già capitato in più di un' occasione, si debba attendere l' intervento del medico reperibile per più di due ore». Tra le richieste anche un numero di posti letto «adeguato a soddisfare le esigenze di un territorio periferico e disagiato come il nostro con una popolazione sempre più anziana» . Quindi anche la possibilità di riconsiderare la chiusura dell' area chirurgica dell' ospedale di Fivizzano, il sabato e la domenica «avallata dai sindaci lunigianesi che hanno firmato i patti territoriali e che attualmente preclude la possibilità di usufruire di posti letto preziosi». Per il Comitato è poi «imbarazzante assistere alle lunghe attese dei pazienti al pronto soccorso, che sperano in un ricovero in area medica, che con i pochi posti letto rimasti, dopo i tagli subiti, non riesce a dare risposte adeguate, quindi o vengono dimessi o trasferiti altrove». Infine l' amara considerazione: «Ci si è resi conto durante l' audizione in Regione con la Commissione Sanità, che i consiglieri conoscono ben poco le realtà periferiche, non sanno o fanno finta di non sapere». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 5 22 aprile 2016 Pagina 13 Il Tirreno (ed. Pisa) Anaao Toscana Ospiziopollaio, indagati anche i medici L' indagine si estende ai dottori di famiglia accusati di omissione di referto: non segnalate le condizioni delle anzianeL' INCHIESTA»RESIDENZA SANITARIA ABUSIVA PISA Sapevano, ma non hanno segnalato la situazione di precarietà in cui vivevano le loro assistite. È l' ipotesi investigativa portata avanti dai carabinieri che, coordinati dal sostituto procuratore Lydia Pagnini, hanno esteso le verifiche sull' attività dei medici d i famiglia delle nove anziane trovate venerdì 15 aprile in una villetta sulla via Emilia a Ospedaletto trasformata in residenza sanitaria priva di autorizzazioni. Alcuni medici sono già stati iscritti sul registro degli indagati per il reato di omissione di referto dopo essere stati sentiti come persone informate sui fatti. Per il legislatore con l' omissione di referto «si intende l' atto tipico del medico, che è tenuto a redigerlo e trasmetterlo ogni volta che, nell' esercizio della sua professione, viene a contatto con la conoscenza di fatti che potrebbero integrare gli estremi di un reato perseguibile d' ufficio». P e r l ' a c c u s a i dottori s a p e v a n o , p e r esperienza diretta, o avrebbero dovuto sapere in quali condizioni si trovavano le anziane. E la conseguenza di queste informazioni avrebbe dovuto essere la segnalazione alle forze dell' ordine di un ambiente che poco aveva a che vedere con una residenza sanitaria assistita. Nel blitz di Nas e militari del nucleo operativo sono state trovate donne in età avanzata, dagli 80 ai 95 anni, nei letti in spazi angusti e, comunque, non ritenuti idonei per l' ospitalità di persone non autosufficienti o con problemi di deambulazione. Che non fossero locali adeguati doveva apparire nell' evidenza della scena con la disposizione di arredi e metri quadrati a disposizione. Nel soggiorno una parete divisoria in cartongesso aveva definito l' area per due anziane allettate e il resto dell' ambiente. In una stanza di 20 mq vivevano sei donne. Secondo le prime informazioni raccolte, le ospiti uscivano raramente e le tapparelle alle finestre spesso erano abbassate. I carabinieri hanno trovato sei anziane in una stanza di venti metri quadrati, due in un soggiorno con un divisorio in cartongesso e una, da sola, in una stanza. Nessun maltrattamento viene contestato alle due denunciate, ma l' assenza di autorizzazioni a gestire un centro dove i margini di movimento per le ospiti dire che erano scarsi sarebbe un eufemismo. L' inchiesta non è chiusa e altre persone saranno sentite dai carabinieri. La 63enne denunciata in una conversazione con il Tirreno ha risposto che, su consiglio Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 6 22 aprile 2016 Pagina 13 < Segue Il Tirreno (ed. Pisa) Anaao Toscana dell' avvocato, al momento non vuole dire niente, «poi ne riparleremo». Pietro Barghigiani ©RIPRODUZIONE RISERVATA. PIETRO BARGHIGIANI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 7 22 aprile 2016 Pagina 17 Il Tirreno (ed. Pisa) Anaao Toscana L' Ordine degli infermieri: «Stop agli extra in corsia» La sezione pisana si ribella alla Federazione nazionale per cambiare la carta dei doveri «Legittima il demansionamento sistematico dei nostri professionisti, la riscriveremo» PISA Mentre infermieri e sanitari attendono lo sciopero del 3 maggio indetto dai sindacati confederali (Cgil, Cisl e Uil) per convincere il governo a far ripartire i negoziati sul contratto nazionale bloccato ormai da sei anni e la Regione ad aumentare gli organici in ospedale, parte da Pisa la battaglia per riscrivere il codice deontologico. Una guerra tutta interna all' Ipasvi, la federazione degli infermieri professionali. La sezione locale infatti ieri ha invitato gli infermieri a «non applicare l' articolo 49» della carta dei doveri. Un punto chiave per l' etica dei sanitari perché li impegna a sopperire a carenze del sistema in caso di emergenza. Un richiamo etico che per Emiliano Carlotti, presidente del consiglio provinciale del' Ipasvi, starebbe «legittimando di fatto il demansionamento continuativo degli infermieri, prescrivendo loro di coprire qualsiasi tipo di disservizio o lacuna nell' assistenza sanitaria attraverso il meccanismo della compensanzione». Tradotto: sarebbe la federazione stessa a consentire ad Asl e ospedali come Cisanello di utilizzarli per mansioni tipiche degli operatori sanitari p e r s o p p e r i r e a l l a m a n c a n z a d i personale. Uno scontro frontale con i vertici nazionali, dunque. «Non ci fanno paura le minacce di sanzioni disciplinari aggiunge Carlotti e rivendichiamo il diritto di esprimere la nostra opinione su un codice deontologico ormai datato che rischia di produrre pesanti storture». Per questo annuncia che gli infermieri pisani scriveranno «un nuovo codice e lo porteremo all' attenzione dell' Ipasvi nazionale», perché gli effetti dell' articolo 49 «si ripercuotono sui pazienti» a causa di «un meccanismo che legittima lo sfruttamento indiscriminato». Quella dell' Ipasvi pisana è però soprattutto una battaglia del Nursind. Il sindacato circa un anno fa è riuscito a conquistare il consiglio provinciale e a farne un megafono per le proprie rivendicazioni. «Be' dice Leonardo Fagiolini, responsabile sanità della Cgil di Pisa se facessimo un sondaggio sui problemi più importanti per gli infermieri, credo che il codice deontologico non starebbe nelle prime posizioni. Parliamo piuttosto di contratto, assunzioni per i giovani e carichi di lavoro esorbitanti per chi sta in corsia». Approvato nel 2009, il codice all' articolo 49 recita: «L' infermiere, nell' interesse primario degli assistiti, compensa le carenze e i disservizi che possono eccezionalmente verificarsi nella struttura in cui opera. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 8 22 aprile 2016 Pagina 17 < Segue Il Tirreno (ed. Pisa) Anaao Toscana Rifiuta la compensazione, documentandone le ragioni, quando sia abituale o ricorrente o comunque pregiudichi sistematicamente il suo mandato professionale». Insomma, se ci sono emergenze che potrebbero causare inefficienze in un reparto, un infermiere deve impegnarsi per evitarle. Solo nel caso in cui l' emergenza si cronicizzi può ribellarsi. Ma per l' Ipasvi pisano non basta. «Il collegio Ipasvi e la Federazione nazionale conclude Carlotti sono la nostra casa professionale, il luogo dove discutere, confrontarsi e prendere decisioni. Non è più il tempo di ristrettissime commissioni nominate dall' alto che mettono tutti di fronte a un fatto compiuto». (m.n. ) ©RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 9 22 aprile 2016 Pagina 13 Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) Anaao Toscana Asl, 41 gli stipendi oltre i centomila euro I compensi lordi a Pistoia: più di tutti prende il responsabile di oculistica Valentini, grazie all' attività intramoeniaLE BUSTE PAGA DELLA SANITÁ di Fabio Calamati wPISTOIA Sono 36, due in più rispetto al 2014, gli stipendi da più di centomila euro lordi che ha erogato l' Asl 3 ai suoi dirigenti medici. Se poi ci si aggiungono gli organici della dirigenza professionale, tecnica e amministrativa, i superstipendi salgono a 41. L' elenco dettagliato è stato pubblicato nei giorni scorsi dal sito web della vecchia Asl 3, in base alle norme sulla amministrazione trasparente. Le cifre, che distinguono tra compensi fissi, retribuzione variabile, retribuzione di risultato e compensi per l' attività intramuraria, si riferiscono all' anno 2015. E proprio grazie all' ammontare record dei compensi per l' atttività intramoenia (quella cioé svolta in proprio ma con strutture fornite dall' Asl e a tariffe concordate) il direttore dell' unità operativa di oculistica dell' ospedale di Pistoia, Giuseppe Valentini, si conferma anche quest' anno il medico con la busta paga più pesante: 228.057 euro totali, comprensivi di 126.307 euro di compensi per l' attività intramoenia. Valentini, 64 anni, dal 2000 responsabile dell' oculistica pistoiese, è anche l' unico medico che supera il tetto dei 200.000 euro lordi l' anno. Dopo di lui (per tutti i nomi si veda la tabella in questa stessa pagina) c' è il gastroenterologo Alessandro Natali, 178.582 euro di compensi totali e un' attività intramoenia che vale 58.860 euro. Viene quindi Gino Volpi, responsabile della neurologia (a pieno titolo dal 1° luglio 2015) con 164.777 euro lordi di stipendio (e un' intramoenia di 70.095 euro). Tutti e tre questi medici hanno visto lievitare i propri compensi nel 2015, ma concludere da questo che l' anno scorso sia stato caratterizzato da stipendi crescenti per tutti, sarebbe un errore. Solo rimanendo ai 41 stipendi da oltre centomila euro, il 25% è aumentato nel 2015 rispetto all' anno precedente, ma il 41% è diminuito e il resto è rimasto grosso modo stabile. "Stabilità" è in effetti il termine che fotografa meglio l' andamento del monte salari dell' Asl 3 . Rifacendosi all' ultimo bilancio disponibile, quello del 2014, approvato nel marzo di quest' anno con la firma del direttore generale dell' Asl Toscana Nord Paolo Morello Marchese, il costo totale del personale del ruolo sanitario è stato di 117,4 milioni di euro, contro i 116,9 dell' anno precedente: una variazione positiva, dunque, di 448.947 euro, pari allo 0,4% del totale. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 10 22 aprile 2016 Pagina 13 < Segue Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) Anaao Toscana Se questo è l' ammontare complessivo della torta, i dirigenti ruolo sanitario ne hanno ricevuta per 53,4 milioni (lo 0,7% in più del 2013), i dirigenti non medici per 3,7 milioni (1,2%), il personale ruolo sanitario per 63,9 milioni (sostanzialmente la stessa cifra dell' anno precedente). Ma quanto prendono i dirigenti medici di stipendio "normale" e quanto per le altre voci? Facendo i conti solo su quelli assunti a tempo indeterminato, cioè la grande maggioranza dell' organico, il bilancio dice che dei 48,3 milioni complessivi, 31,4 arrivano dallo stipendio ordinario, 2 milioni 134.000 dalla "retribuzione di posizione" (cioè quella parte di stipendio che premia la complessità dei settori che si è chiamati a coordinare); 1 milione 376.000 dalla "indennità di risultato", quella parte cioè della busta paga che si riempie o meno a seconda del grado di raggiungimento degli obiettivi fissati all' inizio dell' anno. Può essere interessante notare che tra le componenti di cui sopra, l' unica che si è mossa vistosamente (verso l' alto) tra 2013 e 2014 è l' indennità di risultato, cresciuta del 13,7% in un anno. FABIO CALAMATI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 11 22 aprile 2016 Pagina 13 Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) Anaao Toscana I COMPENSI 2015 DEL VERTICE Un anno di magra per Abati all' ex direttore 88.000 euro PISTOIA Le norme sulla trasparenza amministrativa obbligano a rendere pubbliche le buste paga non solo di primari e affini, ma anche dei dirigenti apicali della sanità. E nei resoconti da poco pubblicati, che riguardano l' anno 2015, ci sono ancora i direttori dell' Asl 3 pistoiese, che solo dal primo gennaio 2016 è confluita nella più ampia Asl Toscana Centro, insieme a Firenze, Prato ed Empoli. Vediamo così per l' ultima volta quali sono i dati economici relativi al vertice aziendale pistoiese. Direttore generale (e nella fase preparatoria della riforma, anche vicecommissario) per tutto il 2015 è rimasto Roberto Abati, che figura con un compenso di 87.649 euro. Il direttore amministrativo Luca Cei ha ricevuto invece dall' Asl 3 54.788 euro; stessa identica cifra intestata al direttore sanitario, Lucia Turco. Rispetto al 2014, per tutto il terzetto risulta un calo netto degli emolumenti: Abati, tanto per dire, nel 2014 aveva ricevuto 142.135 euro; Luca Cei era arrivato a 113.192 euro; infine Lucia Turco aveva portato a casa 109.576 euro. Per la cronaca, il massimo dirigente dell' Asl Toscana Nord, Paolo Morello Marchese, nel 2015 ha ricevuto dall' Asl 10 di Firenze 142.905 euro. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 12 22 aprile 2016 Pagina 20 Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) Anaao Toscana Casa della Salute, a Pieve sarà pronta entro l' autunno Siglata la convenzione con la Misericordia che ospiterà nella sua nuova sede ambulatori, punto prelievi e Cup PIEVE A NIEVOLE Sempre più assistenza sociosanitaria d i f f u s a i n V a l d i n i e v o l e ( e sempre meno ospedale?): dopo le strutture di Pescia e Lamporecchio (che sono già attive da tempo), e quella di prossima realizzazione a Larciano (prevista al posto dell' ex scuola elementare di via Gramsci, a San Rocco), anche Pieve a Nievole avrà la sua Casa della Salute. Sorgerà nell' edificio della Misericordia di via Donatori del Sangue, inaugurato nell' estate 2014. L' associazione metterà a disposizione dieci locali in 450 metri quadrati di superficie (su 1.300 complessivi), dove saranno allestiti ambulatori di medicina generale, di pediatria, infermieristici, spazi per attività specialistiche, di diagnostica e telemedicina, oltre al punto prelievi del sangue. La struttura sarà dotata delle necessarie attrezzature elettromedicali, come elettrocardiografo, spirometro ed ecografo. L' Asl Toscana Centro, la Società della Salute della Valdinievole, il Comune di Pieve, la Confraternita di Misericordia e i Medici d i assistenza primaria hanno firmato nei giorni scorsi l' accordo che annuncia l' apertura della Casa della Salute entro il prossimo autunno. «È stato un percorso lungo e tortuoso che ha portato a questo importante centro sanitario pubblico che accorcerà le distanze tra i cittadini e i servizi sociosanitari commenta il sindaco, Gilda Diolaiuti ora la Misericordia potrà dare il via a quei piccoli interventi strutturali necessari a rendere operativa la Casa della Salute. Il nostro impegno ha puntato a dare risposte moderne ed efficaci ai bisogni di salute nel territorio, in una logica di prossimità ai luoghi di vita e di lavoro, integrando le politiche per la salute fra le diverse istituzioni». All' interno della struttura sarà inoltre garantito anche il servizio Cup (Centro unico prenotazioni), che verrà gestito dagli operatori della Misericordia, il quale nel tempo sarà integrato con altre attività amministrative, come la scelta e la revoca del medico di famiglia, oppure le esenzioni dai ticket sanitari. «Ora dobbiamo andare avanti con la medesima determinazione per le Case della Salute di Monsummano (che dovrebbe aprire negli ex macelli di via Mameli, la cosiddetta "astronave" di proprietà Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 13 22 aprile 2016 Pagina 20 < Segue Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) Anaao Toscana della locale Pubblica assistenza, ndr) e di Ponte Buggianese (nell' edificio di via della Libertà che ospita il centro prelievo, ndr) dice il consigliere regionale Pd, Marco Niccolai in questi spazi i cittadini possono trovare risposte a vari bisogni di salute, senza doversi rivolgere necessariamente agli ospedali o al pronto soccorso, che rischiano altrimenti di ingolfarsi di prestazioni che possono essere erogate anche in strutture extraospedaliere. Valorizzare la sanità territoriale è l' impostazione della riforma sanitaria regionale. Il percorso delineato con la Conferenza dei sindaci e l' Asl sta andando avanti concretamente per garantire risposte appropriate e puntuali ai cittadini. La Regione, sostenendo finanziariamente la realizzazione delle Case della Salute, sta dimostrando di riconoscere questo lavoro che va avanti da anni». Luca Signorini. LUCA SIGNORINI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 14 22 aprile 2016 Pagina 31 Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) Anaao Toscana Maltrattamenti a Narnali Il processo parte piano L' udienza preliminare slitta a settembre per alcuni difetti di notifica L' Asl si costituirà parte civile, ma i parenti chiederanno comunque i danniIL CASONell' auto 5 spinelli Via la patentepolizia Un cinese di 27 anni è stato fermato mercoledì sera dalla polizia in via Arezzo mentre era al volante di una Audi A3. Il giovane è stato trovato in possesso di cinque spinelli e per questo gli è stata tolta la patente. Un albanese di 32 anni è stato invece fermato nella periferia ovest e trovato in possesso di un coltello a serramanico che nascondeva nell' auto. Per questo è stato denunciato per porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere. PRATO Non arriveranno prima di ottobre le eventuali condanne o assoluzioni nel procedimento a carico di 13 infermieri e operatori già in servizio alla casa di riposo di Narnali che sono accusati a vario titolo di maltrattamenti, abbandono di persona incapace e in certi casi di furto ai danni degli ospiti della Residenza sanitaria assistenziale di via del Guado. L' udienza preliminare iniziata ieri davanti al giudice Angela Fantechi è stata infatti rinviata al 9 settembre a causa di alcuni difetti di notifica: uno nei confronti del secondo difensore della principale imputata, Daniela Lascialfari, altri nei confronti di alcune parti lese che non sono state rintracciate. In teoria il rinvio avrebbe potuto essere molto più ravvicinato, ma il giudice ha deciso di prendere più tempo per essere sicura che tutte le notifiche vadano a buon fine. In aula erano presenti molti parenti di anziani che sono stati o sono tuttora ospiti della casa di riposo di Narnali, la struttura che nel luglio dell' anno scorso finì al centro delle cronache a causa dell' inchiesta del sostituto procuratore Egidio Celano che ipotizza ripetuti maltrattamenti ai danni degli anziani. All' orizzonte si profila la questione della costituzione di parte civile dell' Azienda sanitaria, che figura tra le parti lese e ha mandato in aula l' avvocato Massimiliano Tesi per costituirsi contro gli imputati, tra cui tre ex dipendenti Asl (Maria Latessa, Biagio Carta e Fiorella Parlanti) per danno erariale e di immagine. Se alla prossima udienza il giudice ammetterà l' Asl tra le parti civili, questo non escluderà che i familiari degli anziani maltrattati, molti dei quali assistiti dall' avvocato Alberto Rocca, possano comunque citare altri eventuali responsabili civili, per chiedere i danni. Alcuni familiari infatti pensano che quanto accaduto a Narnali sia colpa anche dell' Asl, che non avrebbe controllato a sufficienza. Quasi scontata anche la richiesta danni nei confronti del Consorzio Astir, dal quale dipendevano gran parte dei 13 indagati per i quali il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 15 22 aprile 2016 Pagina 31 < Segue Il Tirreno (ed. Pistoia Montecatini) Anaao Toscana Nel corso dell' udienza alcuni avvocati difensori hanno preannunciato la richiesta di riti alternativi: Alessandra Pozzato, Fiorella Parlanti, Biagio Carta e Maria Grazia Carenzi chiederanno il patteggiamento, mentre Chantal Abi, Fatime Hysembeliu e Cristina Cianella chiederanno il rito abbreviato. Gli altri indagati che rischiano il rinvio a giudizio, difesi tra gli altri dagli avvocati Denaro, Cambi e Meucci, sono Lidia Del Medico, Daniela Lascialfari, Halim Khadija, Liviana Pastorelli e Filomena De Lillo. Oltre all' udienza del prossimo 9 settembre il giudice Fantechi ha già fissato udienze per il 13, il 20 e il 27 ottobre, ma l' udienza preliminare potrebbe concludersi anche prima se verranno risolti gli intoppi procedurali e non ci saranno altre sorprese. (p.n.) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 16 22 aprile 2016 Pagina 2 Il Tirreno (ed. Pontedera) Anaao Toscana La Procura rilancia: «L'indagine va avanti» di Federico Lazzotti wLIVORNO «L' indagine sulle morti sospette all' ospedale di Piombino non si è mai fermata, ecco perché anche oggi non farà altro che andare avanti per chiarire una vicenda difficile. Da parte nostra, è bene ricordarlo, non abbiamo mai sostenuto di avere in mano prove certe, e nemmeno che le indagini fossero concluse con l' arresto dell' infermiera. Insomma, non riteniamo di essere i migliori, ma stiamo facendo nel modo migliore». Il procuratore capo Ettore Squillace Greco pesa le parole una a una dentro al suo ufficio, al secondo piano del Palazzo di giustizia, incastrato nel quartiere storico della Venezia: canali medicei e magazzini di vecchi mercanti trasformati in pub della movida. Prima di arrivare al timone della procura livornese è stato nominato l' inverno scorso si è occupato di mafie da sostituto procuratore della Dda. E in tanti anni in prima linea ne ha viste e sentite di tutti i colori. Così oggi, nonostante sia un appassionato di calcio sulla scrivania campeggia un orologio nerazzurro capisce come da un lato l' inchiesta sulle morti in corsia divida l' opinione pubblica tra colpevolisti e innocentisti come accade per tutti i grandi fatti di nera e come per la più banale delle partite di calcio. Ma non accetta che il lavoro dei suoi investigatori venga messo in discussione, nemmeno dopo la decisione del Riesame di liberare Fausta Bonino dopo ventuno giorni trascorsi nel carcere di Pisa. Un colpo che in tanti, a cominciare dalla difesa della donna, hanno visto proprio come una bocciatura dell' accusa. «Non direi va avanti escludendo di fare appello in Cassazione è una decisione che rientra nella fisiologia del processo. Mi spiego meglio: noi abbiamo raccolto degli indizi e abbiamo prospettato un quadro indiziario chiedendo l' arresto: un giudice ha ritenuto che questi indizi gravi ci fossero, un altro giudice forse la pensa diversamente. Siamo nella normalità fisiologica. Certo è che la decisione del Riesame andrà letta con attenzione per capire qual è stata la motivazione. E adesso? Adesso faremo con grande umiltà il meglio possibile e metteremo sul campo il massimo impegno, perché c' è una serie di morti che va ancora spiegata...». IL PM IN AULA Per incontrare il pubblico ministero Massimo Mannucci, titolare dell' inchiesta, basta scendere le scale di un piano ed entrare nell' aula A del Tribunale penale dov' è in programma l' udienza dibattimentale su alcuni presunti casi di concussione nel carcere di Porto Azzurro. E per sapere che la decisione del Riesame non se l' aspettava non importa nemmeno chiederglielo. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 17 22 aprile 2016 Pagina 2 < Segue Il Tirreno (ed. Pontedera) Anaao Toscana «La scelta dei giudici è l' unica frase che si lascia scappare è fatta di valutazioni, loro non hanno visto i testimoni in faccia, si sono visti arrivare questo malloppo e hanno deciso. Ora prima di aggiungere qualsiasi cosa aspettiamo di leggere le motivazioni». FUORI DALLA PROCURA Basta uscire dalla Procura e parlare a microfoni spenti con gli investigatori per rendersi conto che la decisione del Riesame è stata una brutta sorpresa, un pugno in faccia freddo e inaspettato come un tuffo in mare in questa stagione. «Nessuno si lascia andare chi ha indagato può capire quanto e come abbiamo lavorato a questo caso. E lo abbiamo fatto sempre in scienza e coscienza, questo lo scriva. Nel momento in cui siamo partiti dopo la prima segnalazione di morte inspiegabile, c' erano cento sospettati, tra infermieri e medici. In dieci mesi abbiamo depennato dalla lista un nome alla volta. L' infermiera che quel giorno era in ferie: via; la collega che ha fatto un turno diverso da quello compatibile con la somministrazione letale di eparina: via. E così, fino ad arrivare al nome della Bonino. Sa cosa insiste nessuno a parte chi ha indagato ha guardato questa storia nel suo complesso. Se analizziamo un decesso per volta, come forse hanno fatto i giudici fiorentini, è possibile non trovare prove evidenti su ognuno della colpevolezza. Ma qui siamo di fronte a una assassina seriale, non a un caso isolato. Ecco perché serve un altro approccio». LE TELECAMERE Tra i vari punti oscuri dell' indagine ce n' è uno che ogni giorno riemerge e mette in dubbio il lavoro di carabinieri e procura: non aver messo le telecamere nel reparto di Rianimazione dell' ospedale. «Parliamo di questo ribatte la nostra fonte ci abbiamo pensato a mettere le telecamere, ma quello di Villamarina è un ospedale, non un asilo o una residenza per anziani dove ci sono ore del giorno in cui non c' è nessuno. Quel reparto è aperto 24 ore su 24. Se avessimo messo le telecamere qualcuno se ne sarebbe potuto accorgere e a quel punto l' indagine sarebbe stata rovinata. In ogni caso a qualcuno avremmo dovuto dirlo e chi ci assicurava che non ci sarebbe stato un depistaggio?». Un attimo di pausa poi ripensa a quello che ha detto e alle telecamere: «E poi cosa avremmo ripreso? Infermiere che somministrano farmaci ai pazienti, mica le botte ai bambini come negli asili che sono prove evidenti. Il vero problema con il quale ci siamo trovati a combattere è quello delle tracciabilità dei farmaci in ospedale: entrano in reparto e non se ne sa più niente fino a che non finiscono». I NUOVI CASI All' indomani dell' arresto di Fausta Bonino ai carabinieri del Nas sono arrivate una quarantina di segnalazioni di decessi sospetti all' ospedale Villamarina. «Di queste molte le abbiamo scartate, ma su quattro stiamo facendo accertamenti, ora le cartelle sono in mano a un ematologo che ci dirà se sono compatibili con i decessi contestati alla Bonino». Nel frattempo è sempre in piedi anche il piano della riesumazione di sette dei tredici pazienti morti a Piombino tra il gennaio 2014 e il settembre dell' anno successivo (quelli non cremati) per verificare il grado di eparinemia. «La cosa davvero importante conclude l' investigatore guardando in alto e incrociando con gli occhi la finestra della stanza del procuratore è che i decessi siano finiti. Ecco perché mi sono detto che forse il Riesame ha ragionato in questo modo: inutile tenerla dentro, ormai il peggio è passato. E che importa a loro se noi ci facciamo la figura degli scemi...». FEDERICO LAZZOTTI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 18 22 aprile 2016 Pagina 2 Il Tirreno (ed. Pontedera) Anaao Toscana L' Asl impone le ferie d' ufficio L' eventuale reintegro della dipendente sarà comunque al poliambulatorio LIVORNO Fausta Bonino non ha ancora c h i e s t o a l l ' a z i e n d a sanitaria d i e s s e r e reintegrata al lavoro. L' Asl Toscana Nord Ovest, di cui fa parte l' ospedale di Piombino, però pensa a che cosa vorrà fare la dipendente (al momento sospesa), ora che è stata scarcerata. E ha già mandato una richiesta ufficiale al suo legale: avere una copia del provvedimento con cui il tribunale del Riesame ha annullato l' ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere l' infermiera con l' accusa di aver ucciso 13 pazienti in terapia intensiva. In attesa di definire, la situazione complessa della dipendente, metterà d' ufficio l' infermiera in ferie. Fausta Bonino, infatti, deve smaltire ancora una dozzina di giorni di ferie arretrate del 2015: questo dovrebbe essere un tempo sufficiente per l' azienda per capire come comportarsi. Per capire se dover ritirare la sospensione dal servizio dell' infermiera e reintegrarla in ruolo. In ogni caso, non nel reparto di terapia intensiva «ma al poliambulatorio, dove era stata trasferita su richiesta dei Nas e della Procura durante l' inchiesta». Appena scarcerata, dunque, l' Asl Toscana Nord Ovest ha inviato per posta certificata la richiesta all' avvocato Cesarina Barghini la richiesta di copia del provvedimento del Tribunale della Libertà. La sospensione dal lavoro, infatti, è stato motivato con l' ordinanza di carcerazione; l' eventuale reintegro deve essere motivato con l' atto che lo annulla. Sempre che contenga motivazioni tali da giustificare la revoca della sospensione dal lavoro. «In attesa di valutare il provvedimento del Riesame conferma Maria Teresa De Lauretis, direttore generale dell' Asl Toscana Nord l' azienda può ricorrere alle ferie d' ufficio. La dipendente ne deve smaltire ancora 1012 giorni dell' anno passato. Questo sarà il primo provvedimento che adotteremo». In questo modo ci sarà, appunto, il tempo di valutare il diritto dell' infermiera a tornare al lavoro. «In ogni caso, non nel reparto di terapia intensiva, dal quale era già stata trasferita». Con un provvedimento amministrativo che Fausta Bonino ha già impugnato davanti al giudice del lavoro, promuovendo un' azione legale contro l''Asl e la Regione per «trasferimento immotivato». Tuttavia, secondo l' Asl, anche l' annullamento dell' ordinanza di scarcerazione non incide sulla precedente decisione di trasferire l' infermiera dalla terapia intensiva. «Sul ritorno in quel riparto spiega l' azienda può decidere solo il tribunale nel caso in cui riconosca come immotivato il nostro provvedimento». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 19 22 aprile 2016 Pagina 2 < Segue Il Tirreno (ed. Pontedera) Anaao Toscana Netta su questo anche l' assessore regionale alla Sanità, Stefania Saccardi: «Ritengo difficile che Fausta Bonino possa tornare in reparto, sia per la serenità della persona indagata che per la serenità del sistema. Comunque, vedremo il giudice del lavoro come valuterà i fatti». (i.b. ) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 20 22 aprile 2016 Pagina 21 Il Tirreno (ed. Viareggio) Anaao Toscana Morì al Pronto soccorso, processo a fine maggio Doretta Ricci era stata appena dimessa dopo gli accertamenti per un disturbo respiratorio CAMAIORE I suoi figli non si sono mai arresi. E a distanza di cinque anni, a fine maggio, si apre il processo per la morte di Annamaria Doretta Ricci, 67 anni nel maggio 2011 quando spirò dopo aver accusato un malore, mentre attraversava la sala d' attesa del Pronto soccorso dal quale era stata appena dimessa dopo avervi trascorso otto ore. Il sostituto Procuratore Salvatore Giannino iscrisse nel registro degli indagati due medici del Pronto soccorso ed i carabinieri della compagnia di Viareggio e dei Nas di Livorno sequestrarono le cartelle cliniche e tutta la documentazione medica. Fu inoltre disposta l' autopsia, eseguita dal medico legale Stefano Pierotti. L' allora assessore regionale alla sanità, Daniela Scaramuccia, inviò gli ispettori all' ospedale Versilia, la cui direzione sanitaria aprì un' inchiesta interna. « I l q u a d r o clinico s i è s v i l u p p a t o insidiosamente scrisse la commissione regionale e l' apparente miglioramento delle condizioni della donna non lasciava prevedere l' evoluzione infausta». Così che dopo gli esami cui era stata sottoposta per aver accusato una difficoltà respiratoria, la signora fu dimessa. Il tempo di mormore ad una delle figlie un «sono stanca», appoggiarsi su una sedia del Pronto soccorso ed entrare in un attimo nell' ultima ora di vita. Tutto questo arriva anche all' attenzione dei mezzi di informazione nazionale: martedì mattina alle 10 su Rai Uno nella trasmissione "Storie vere", infatti, due dei quattro figli di Doretta Ricci, moglie di Giovanni Vecoli (la famiglia è molto nota in Versilia per la gestione del lago di pesca sportiva Teneri) racconteranno la storia della madre e di come sono arrivati al processo, assistiti racconta al "Tirreno" Valeria Vecoli dallo studio legale di Torino "Ambrosio&Commodo", specializzato in questo tipo di vicende giudiziarie. Con loro, in pochi mesi, abbiamo risolto quello che in anni non eravamo riusciti a sbloccare». L' intento della famiglia della signora Ricci la figlia Valeria torna a ripeterlo «è stato ed è quello di tenere viva l' attenzione sul caso, non solo per noi ma per tutti coloro che in versilia hanno vissuto esperienza analoghe». Donatella Francesconi ©RIPRODUZIONE RISERVATA. DONATELLA FRANCESCONI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 21 22 aprile 2016 Pagina 8 La Nazione (ed. Grosseto) Anaao Toscana Morti in corsia, dopo le denunce sette i medici sotto inchiesta Ieri le autopsie sui corpi di un quarantenne e di un' anziana SI TRATTA di vicende complesse. Che richiedono ulteriori approfondimenti prima di poter capire le reali cause della morte di un artigiano quarantaquattrenne di Magliano e di un' anziana di Albinia. Le autopsie sui loro corpi sono state eseguite ieri all' obitorio dell' ospedale Misericordia di Grosseto, dall' e q u i p e d i medicina legale di Siena. Due decessi su cui i familiari delle vittime hanno chiesto di andare oltre. Di capire. Per l' artigiano di quarantaquattro anni, morto sabato mattina nel reparto di Rianimazione del Misericordia, dopo un lungo ricovero, sono finiti nel registro degli indagati cinque medici, due invece per la morte della settantaduenne di Albinia che è morta lunedì scorso al pronto soccorso di Orbetello. PER L' UOMO la decisione di presentare un esposto è partita dalla moglie. E' stata lei, la madre della loro bambina di otto anni, a chiedere ulteriori accertamenti. Per questo la procura ricevuta la segnalazione, ha disposto l' esecuzione dell' autopsia. Ma è troppo presto per avere risposte. Per capire perché dopo così tanti giorni di ricovero, le condizioni dell' uomo si siano aggravate fino al decesso. Ora c' è da attendere che il magistrato che sta coordinando le indagini firmi il nullaosta alla sepoltura, per permettere che venga celebrato il funerale. Anche per l' anziana di Albinia, disabile, la decisione di vederci chiaro è scattata dai parenti. LA donna, già minata da alcuni problemi di salute, si era sentita male nell' appartamento di Albinia dove vive. Una grave crisi respiratoria. Quando il medico dell' ambulanza del 118 è arrivato nell' appartamento si è subito accorto delle difficoltà e delle condizioni molto gravi. L' ANZIANA è stata trasferita al pronto soccorso dell' ospedale San Giovanni di Dio di Orbetello, ma quando è arrivata al pronto soccorso le sue condizioni erano ormai disperati. Non c' è stato niente da fare. A quel punto i parenti che avevano raggiunto il nosocomio, hanno deciso di sporegre denuncia ai carabinieri per fare in modo che venisse eseguita l' autopsia. Non è escluso che a uccidere la settantaduenne sia stato un edema polmonare acuto che in un fisico già debilitato non ha lasciato scampo. Per questa vicenda dovrebbero essere due i medici indagati. In entrambi i casi l' ipotesi di reato, come sempre, è quella di omicidio colposo. C' è però da attendere i risultati delle due autopsie fra sessanta giorni per avere qualche dettaglio in più. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 22 22 aprile 2016 Pagina 5 La Nazione (ed. Lucca) Anaao Toscana Scoperta una maxitruffa all' Asl sulle forniture di apparecchi acustici Indagato il titolare di una ditta. Ma nel mirino ci sono anche 100 clienti CLAMOROSO esito di un' inchiesta della Procura di Lucca, delegata al Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza. Un' indagine di polizia giudiziaria per i reati di falso ideologico in atto pubblico e truffa aggravata ai danni del Servizio Sanitario Nazionale. Nei guai una ditta fornitrice di apparecchi acustici. L' INDAGINE, diretta dal sostituto procuratore Antonio Mariotti, si è concentrata su un centro di impianti acustici lucchese ed ha avuto in prima battuta una proiezione in territorio versiliese per poi estendersi, in una seconda fase, al restante territorio della provincia di Lucca. Indagato il titolare del centro, una ditta individuale classificata nella categoria delle aziende fornitrici ed installatrici di apparecchi acustici. Questi impianti sono gratuiti per i pazienti non udenti o colpiti da gravi deficit uditivi ed il loro c o s t o è a c a r i c o d e l Servizio Sanitario Nazionale s o l o i n p r e s e n z a d i i n v a l i d i t à accertata da un' apposita commissione medicoospedaliera. Il ramo versiliese dell' indagine ha riguardato le forniture di ausili acustici nei confronti di cittadini residenti in Versilia e ha permesso di accertare numerosi rimborsi indebiti che del centro acustico aveva richiesto all' Azienda Sanitaria. IL TITOLARE del centro, infatti, pur installando una sola protesi a ciascun cliente, provvedeva, ed in questo consiste la truffa, a fatturarne due all' Asl competente. Addirittura, in una circostanza, il centro ha ottenuto un rimborso di ausili per un cliente risultato poi deceduto in data antecedente a quella in cui sarebbero state installate le protesi. A questa prima fase di accertamenti, conclusasi con una sentenza di patteggiamento a carico del titolare, sono così seguite nuove indagini, questa volta effettuate sul conto di circa 800 soggetti clienti del centro residenti in Lucchesia, Media Valle e Garfagnana. SONO così state eseguite nei giorni scorsi undici perquisizioni presso alcune abitazioni private, come pure presso alcuni ambulatori medici di Lucca e infine all' interno del centro e delle sue sedi secondarie di Fornaci di Barga e di Castelnuovo Garfagnana. Sotto la lente di ingrandimento sono anche finite le procedure interne alla ASL di fornitura e rimborso degli apparecchi acustici. Allo stato oltre 100 soggetti avrebbero ricevuto gratuitamente ed indebitamente le protesi senza i previsti requisiti di legge, in quanto non in possesso di invalidità o patologie esimenti. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 23 22 aprile 2016 Pagina 12 La Nazione (ed. Pisa) Anaao Toscana PONTEDERA LATTE IN POLVERE, IL PM PORPORA HA CHIUSO LE INDAGINI Pediatri, la procura chiede il processo L' INCHIESTA « Medici low cost» è arrivata ad una tappa strategica. Il sostituto procuratore di Pisa, Giovanni Porpora, ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti e 23 i destinatari dell' avviso di chiusura delle indagini. Tutto cominciò quando partì l' inchiesta dei Nas di Livorno e il pm della procura di Pisa aveva chiesto anche misure cautelari poi attenute dal gip. Secondo la Procura per anni alcune aziende produttrici di latte in polvere avrebbero pagato viaggi o spese per convegni ai pediatri che, per ricambiare i favori, si dimostravano più sensibili nell' indicare alle neo mamme i prodotti commercializzati da chi finanziava le loro vacanze o l' acquisto di tv e computer. Sono stati, appunto, i carabinieri del Nas di Livorno a portare avanti le indagini partite nel giugno 2013 dopo alcune segnalazioni anonime. Un' attività complessa che ha fatto emergere come sarebbero funzionate le cose. Nel sistema, secondo la Procura, era centrale il ruolo di due agenzie di viaggi che fatturavano, stando all' accusa, false spese per la partecipazione dei medici a congressi e corsi di aggiornamento anche internazionali. L' impianto accusatorio del pubblico ministero ruota intorno alla ricostruzione secondo cui gli informatori medici garantivano regali sotto forma di viaggi, o altri oggetti come prodotti hitec per i pediatri o per loro familiari e il personale medico nello svolgimento delle proprie funzioni in cambio consigliava i prodotti di alcune aziende inducendo i pazienti o chi per lo ad acquistarli. Una circostanza che avrebbe creato un meccanismo corruttivo tale da generare concorrenza sleale. Nel frattempo, però, alcuni dei pediatri inizialmente coinvolti nell' inchiesta sarebbero usciti di scena o perché hanno accettato di avvalersi di riti speciali o perché estranei ai fatti. Per informatori e medici l' accusa è corruzione. Ecco i nomi: Michele Masini, Dario Boldrini e Valter Gandini, Gianni Panessa, Vincenzo Ruotolo, Giuliano Biagi. Medici: Maurizio Petri, Fabio Moretti, Marco Granchi, Claudio Ghionzoli, Renato Cicchiello, Gian Piero Cassano, Marco Marsili, Luca Burchi, Amerigo Celandroni, Alessandro Costagliola, Alberto Colombini, Giovanni Lenzi, Donella Prosperi e Alessandro Marini. Sono accusati di emissione di false fatture i responsabili delle agenzie di viaggio Roberto Pasqui e Patrizia Ulivieri e l' impiegata Elena Bacciardi. Ancora da fissare l' udienza davanti al Gup. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 24 22 aprile 2016 Pagina 6 La Nazione (ed. Prato) Anaao Toscana Il processo si apre con un rinvio E l' Asl si costituirà parte civile Rsa di Narnali, udienza super affollata. Annunciati riti alternativi di LAURA NATOLI PRATO NEMMENO il tempo di iniziare che subito è stata rinviata l' udienza preliminare per i maltrattamenti nella Rsa di Narnali. E' cominciato con un nulla di fatto il processo che vede imputati tre ex i n f e r m i e r i d e l l ' Asl e d i e c i o p e r a t o r i sociosanitari che facevano capo al Consorzio Astir accusati a vario titolo di maltrattamenti, abbandono di incapace, percosse, ingiurie e in alcuni casi anche di furto nei confronti degli a n z i a n i o s p i t i d e l l a r e s i d e n z a sanitaria assistenziale di via del Guado. L' udienza è stata particolarmente partecipata perché erano presenti molti dei familiari degli anziani che hanno intenzione di costituirsi parte civile, assistiti dall' avvocato Alberto Rocca. Presente anche l' avvocato dell' Asl, Massimiliano Tesi, che farà richiesta di costituirsi parte civile nei confronti non solo dei tre suoi ex dipendenti ma anche degli altri imputati che facevano capo al consorzio Astir. Una costituzione che, comunque, non esclude la possibilità di citare la stessa Asl come responsabile civile come hanno intenzione i parenti delle vittime. L' Asl si potrebbe trovare nella doppia veste di soggetto danneggiato e soggetto che dovrà risarcire le eventuali parti lese, come accaduto, ad esempio, alla Costa Crociere nel procedimento contro Francesco Schettino per il naufragio della Costa Concordia all' isola del Giglio. La richiesta, però, potrà essere formalizzata solo nelle prossime udienze a settembre perché ieri, a causa di otto difetti di notifica tra cui quello al secondo difensore dell' imputata principale Daniela Lascialfari, il giudice Angela Fantechi è stata costretta a rinviare tutto. Al centro del processo ci sono i presunti maltrattamenti portati alla luce dalle indagini della squadra mobile, diretta dal vicequestore Francesco Nannucci, e coordinate dal sostituti procuratore Egidio Celano, ieri presente in aula. Il pm, nella chiusura indagini, ha ipotizzato nei confronti dei tredici indagati (per quattro degli originari diciassette è stata chiesta l' archiviazione) i maltrattamenti ripetuti nel tempo. NEL CORSO della breve udienza di ieri (giusto il tempo di fare l' appello) alcuni difensori hanno annunciato la richiesta di riti alternativi. Ad esempio, il patteggiamento per Biagio Carta, Alessandra Pozzato, Fiorella Parlanti e Maria Grazia Carenzi, mentre il rito abbreviato per Chantal Abi, Fatime Hysembeliu e Cristina Cianella. Gli altri imputati per i quali il pm ha chiesto il rinvio a giudizio sono Daniela Lascialfari, Lidia Del Medico, Halim Khadija, Liviana Pastorelli e Filomena De Lillo, difesi tra gli Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 25 22 aprile 2016 Pagina 6 < Segue La Nazione (ed. Prato) Anaao Toscana altri dagli avvocati Antonio Denaro, Francesca Meucci e Stefano Cambi. Il giudice ha fissato un fitto calendario con altre quattro udienze entro ottobre che dovrebbero essere sufficienti per concludere l' udienza preliminare. LAURA NATOLI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 26 22 aprile 2016 Pagina 3 La Nazione (ed. Viareggio) Anaao Toscana Apparecchi acustici per un morto E fatturati doppi alla Asl: inchiesta Titolare azienda indagato, un patteggiamento. Undici perquisizioni I CAPI di imputazioni contestati sono pesanti: falso ideologico in atto pubblico e truffa a g g r a v a t a a i d a n n i d e l servizio sanitario nazionale. L' indagine è stata diretta dal pm Antonio Mariotti per conto della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lucca che ha delegato il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza. Si è concentrata su un centro di impianti acustici lucchese ed ha avuto in prima battuta una proiezione sul territorio di Viareggio e della Versilia per poi estendersi, in una seconda fase, al restante territorio della provincia di Lucca. La persona indagata è il titolare del centro, una ditta individuale classificata nella categoria delle aziende fornitrici ed installatrici di apparecchi acustici. Queste apparecchiature sono gratuite per i pazienti non udenti o colpiti da gravi deficit uditivi ed il loro costo è a carico del servizio sanitario nazionale solo in presenza di invalidità accertata da apposita commissione medicoospedaliera. I l r a m o v i a r e g g i n o versiliese dell' indagine ha riguardato le forniture di questi apparecchi acustici nei confronti di cittadini residenti siù in città che nel resto della nostra zona ed ha permesso di accertare numerosi rimborsi indebiti che il centro acustico aveva richiesto all' Azienda sanitaria della Versilia. I titolari del centro, infatti, pur installando una sola protesi a ciascun cliente, provvedevano (ed in questo consiste la truffa), a fatturarne due all' Asl competente. Addirittura, in una circostanza, il centro ha ottenuto un rimborso di apparecchi acustici a favore di un cliente risultato poi deceduto in data antecedente a quella in cui sarebbero state installate le protesi. A questa prima fase di accertamenti, conclusasi con una sentenza di patteggiamento a carico del titolare, sono così seguite nuove indagini, questa volta effettuate sul conto di circa 800 soggetti clienti del centro residenti a Viareggio, in Versilia, Lucchesia, Media Valle e Garfagnana. Sono così state eseguite nei giorni scorsi undici perquisizioni presso alcune abitazioni private, come pure presso alcuni ambulatori medici ed infine all' interno del centro e delle sue sedi secondarie di Fornaci di Barga e di Castelnuovo Garfagnana. Sotto la lente di ingrandimento sono anche finite le procedure interne alla Asl di fornitura e rimborso degli apparecchi acustici. Allo stato oltre 100 soggetti avrebbero ricevuto gratuitamente ed indebitamente le protesi senza i previsti requisiti di legge, in quanto non in possesso di invalidità o patologie esimenti. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 27 22 aprile 2016 Pagina 24 La Repubblica Anaao Toscana I buchi dell' inchiesta sui morti in ospedale i pm: andiamo avanti Piombino, niente testimoni e telecamere: per questo Fausta Bonino è stata scarcerata. E la Asl la mette in ferie DAL NOSTRO INVIATO PIOMBINO. Non sono bastate tredici persone uccise per far meritare alla donna ritenuta responsabile da procura e Nas il carcere o i domiciliari. Così, quella successiva alla scarcerazione di Fausta Bonino è la giornata dei dubbi. Uno su tutti: cosa non funziona nell' ordinanza del gip di Livorno annullata mercoledì dal Tribunale del riesame? Il procuratore capo Ettore Squillace Greco aspetta le motivazioni e spiega che l' indagine non si è mai fermata, anzi andrà ancora avanti: «Per noi questa non è una battuta d' arresto, non era un caso in cui avevamo prospettato certezze». Sono passate tre settimane dal giorno del fermo dell' infermiera. Nel frattempo i Nas hanno sentito una settantina di persone. Contemporaneamente, altri familiari hanno richiesto quaranta cartelle cliniche di loro cari morti nella struttura, ipotizzando che quei decessi siano legati al caso. Gli investigatori valutano se ampliare il fascicolo. Per ora dentro ci sono dodici casi di pazienti morti perché il loro sangue non si coagulava a causa dell' eparina e un decesso provocato da un altro farmaco. In aiuto alla tesi del dolo è arrivata la relazione della commissione di esperti della regione Toscana che parla di «casi compatibili con somministrazioni di eparina non prescritta a dosaggi inappropriatamente elevati». L' annullamento dell' ordinanza del gip fa pensare a una carenza del quadro indiziario, segnalata nel suo ricorso dall' avvocato dell' infermiera, Cesarina Barghini. La misura che ha portato all' arresto si regge sul dato cronologico, cioè sul fatto che Bonino fosse in reparto prima della morte delle tredici persone: è l' unica tra le sue colleghe ad essere stata di turno in orari compatibili con le iniezioni. E quando l' hanno trasferita, nell' ottobre 2015, non è deceduto più nessuno per emorragie. Solo indizi, insomma, nessuna prova. E nessun testimone ha visto Bonino iniettare l' eparina. L' unico ad averla osservata mentre faceva un' iniezione è il figlio della sola paziente che anche per l' accusa non è deceduta a causa dell' eparina. «Perché non sono state usate telecamere? », chiede il legale. Inoltre, ha segnalato la difesa, manca una perizia che spieghi come mai per certi pazienti la morte sarebbe arrivata poche ore dopo la fine del turno dell' accusata e per altri quando erano passati alcuni giorni. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 28 22 aprile 2016 Pagina 24 < Segue La Repubblica Anaao Toscana «Dipende dalla patologia del singolo malato», hanno spiegato gli investigatori, perché il medicinale agirebbe in tempi diversi a seconda dello stato di salute di chi lo riceve. Dei tredici casi, otto sono avvenuti nel 2014 e sono stati ricostruiti a posteriori, visto che le analisi del sangue per trovare l' eparina sono state fatte da gennaio 2015. Dei morti di due anni fa si sa solo che hanno avuto emorragie per problemi di coagulazione. Si pensa da giorni di riesumare alcune salme, ma in molti casi i cadaveri sono stati cremati. «Non c' è stata autopsia e non hanno sentito un ematologo», ha sottolineato l' avvocato. Poi c' è il tema intercettazioni, che rivelano l' agitazione dell' infermiera, ben consapevole che ci fosse un' indagine perché era anche stata ascoltata. In nessuna conversazione con le colleghe ammette niente, Bonino è più che altro agitata, sembra voler allontanare da lei alcuni indizi (dice «mi fregano, mi mandano in galera»). Si sarebbe trattato di un atteggiamento apprensivo, secondo la difesa, e la stessa infermiera ha detto, riascoltandosi, di non riconoscere la sua voce in alcune telefonate. Tutto questo non vuol dire che Bonino sia innocente, ma che forse sono necessari nuovi elementi di prova. L' infermiera non rientrerà subito al lavoro. Ieri l' Asl l' ha messa in ferie e presto potrebbe scattare una nuova sospensione. «Mia moglie è innocente», ha detto suo marito ai cronisti davanti alla casa di Piombino. È uscito a fare la spesa, poi è tornato dalla moglie . «Lasciateci tranquilli, basta. Fausta sta bene, ora che è a casa sta bene». ©RIPRODUZIONE RISERVATA Lo sfogo del marito davanti ai cronisti: "E adesso dovete solo lasciarci in pace" INDAGATA Fausta Bonino è stata scarcerata mercoledì dal Tribunale del Riesame: è accusata della morte di tredici pazienti FOTO: © FABIO MUZZI / IL TIRRENO. MICHELE BOCCI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 29