coldebella si siede al tavolo della crisi

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coldebella si siede al tavolo della crisi
BASKET Ieri l'incontro con la stampa
Coldebella si siede
al tavolo della crisi
M II direttore generale della Pallacanestro Varese Coldebella ha
riunito la stampa intorno a un tavolo per spiegare il momento difficile che attraversa la squadra.
Un incontro che, così, non si era
mai visto nelle ultime stagioni e
in cui il dg ha toccato tutti i punti
della crisi: calma, fiducia e mercato le chiavi per uscirne.
Il dg Claudio
Coldebella
• Gandini a pagina 27
BASKET II dirigente biancorosso ha convocato la stampa: calma, fiducia e mercato gli ingredienti per svoltare
Il dg Coldebella al tavolo della crisi
di Fabio Gandini
H Al tavolo per capire Varese.
La Varese più difficile che esista
da capire, quella involuta, quella fluttuante in una spirale negativa, quella che non soddisfa
ma anzi preoccupa. E pure tanto. Parlare con il direttore generale Claudio Coldebella, però,
vale anche a prendere coscienza che si tratti di una Varese che
non molla, di una Varese che ha
dietro una società compatta che
non intende nascondere i problemi, bensì affrontarli con la
testa sulle spalle.
Nessuna sorpresa in merito:
in piazza Monte Grappa, da quest'estate, alberga un gruppo di
persone che fa della competenza una cifra stilistica, per storia
personale e per carisma, in un
mondo del basket nel quale è
difficile inventarsi. I risultati del
campo non danno ragione, per il
momento, alla rivoluzione della
primavera 2016, né alle scelte
che hanno in seguito portato alla costruzione di una squadra
che non sta rendendo come da
tutti, tifosi in primis, sperato. Le
aperture di credito, però, non sono operazioni puramente aritmetiche, non hanno un tempo limite (e se lo hanno non sono certo due mesi e mezzo...) e scontano una fiducia che si alimenta
anche con "gesti" come quello di
ieri.
Una cosa mai vista
Coldebella ha chiamato a raccolta la stampa sportiva locale,
si è messo a "nudo" di fronte ai
problemi, ha risposto alle domande senza trincerarsi dietro
convenienza e paura. E lo ha fatto una sola volta, davanti a tutti,
senza "figli" né "figliastri", rispettando il ruolo di coloro che
operano nel mondo dell'informazione: una cosa così, a Varese, non si era mai vista, soprattutto nelle due stagioni precedenti a quella attuale.
Certo non sono né l'onesta,
né il savoir fair a migliorare le
percentuali da tre punti o a fa
cambiare rotta a una Openjobmetis da cinque vittorie in sedici partite. Il dg biancorosso in
merito è stato chiaro: le strade
per uscire dalla crisi sono due ed
entrambe verranno Dercorse da
società e staff tecnico. La prima
è quella di cercare di preservare
il gruppo di giocatori attuale,
con l'obiettivo di compattarlo
affinché trovi al suo interno le
risorse per emergere dalla palese insicurezza (e dal nervosismo, emerso anche in Turchia)
che lo sta avvolgendo. La seconda è il costante monitoraggio
del mercato, che Coldebella ha
assicurato essere buona abitudine fin dall'inizio della stagione e non esigenza nata esclusivamente in seguito alle sconfitte.
L'intenzione di cercare, verbo per il momento azzeccato
perché la lenza gettata - lo ha
confermato il dg - per ora non ha
pescato alcun pesce adatto, un
giocatore che possa aumentare
il valore della squadra nel reparto esterni è conclamata. E ha individuato un profilo ben delineato: quello che il mitico coach
slavo Boscia Tanjevic definiva il
"capo giocatore", ovvero un elemento in grado di trainare tecnicamente, ma anche "spiritualmente", i compagni. Un po' quello che è stato Chris Wright nell'annata 2015/2016, cui si arriverà - eventualmente - senza procedere a tentoni come invece
accaduto lo scorso anno (si provò con Ukic, sapendo che non lo
si sarebbe potuto confermare, e
si pagò un mese Kitchen, per poi
decidere che non faceva al caso
di quella Openjobmetis). L'assenza di Campani, tuttavia, obbliga a tenere d'occhio anche lo
"show room" dei lunghi, sebbene le priorità siano state individuate altrove.
Champions, scelta condivisa
Questione Champions League,
partizione di cammino nella
quale si sono manifestati i problemi di competitività più evidenti. Nessuno vuole tirare i remi in barca nella competizione
continentale e, soprattutto, nessuno ha mai considerato la massima coppa Fiba come un fastidio: la decisione presa di parteciparvi - su questo il dg è stato
categorico - è stata collettiva e
senza riserve, pur senza conoscerne il livello (molto alto a
consuntivo) e pur nella piena
consapevolezza che ciò avrebbe
tolto spazio agli allenamenti.
Coldebella, infine, ha voluto
sottolineare la sua piena fiducia
nei confronti di coach Paolo Moretti e dello staff tecnico a sua
disposizione, spiegando come
sia missione condivisa quella di
trovare un'uscita dal tunnel soprattutto grazie al lavoro e all'applicazione. Di tutti. •
Coldebella insieme a Maynoi
nel giorno della presentazione!
del playmaker. Ieri il direttore
generale ha confermato di
voler preservare il gruppo ma
anche che il mercato
monitorato di continuo