auto lesionisti latini biotech contro tutti allergie e
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auto lesionisti latini biotech contro tutti allergie e
BIOTECH BIODYN CONTRO BIOTECH A l grido di “difendiamo la natura dagli ogm!” i sostenitori della biodinamica hanno organizzato una semina simbolica per protestare contro gli ogm. L’iniziativa “Seminare il futuro!” è stata promossa da “EcoNaturaSì”, un’azienda commerciale di prodotti biologici e biodinamici che si è in tal modo fatta una discreta pubblicità sparando contro ogm e multinazionali. Fra i sostenitori dell’iniziativa Matteo Giannattasio, docente di Qualità degli alimenti all’Università di Padova. I semi sono un bene comune, sostiene in sintesi, e vanno difesi analogamente all’acqua, alla terra, all’aria e al sole. Non andrebbe permesso che vengano brevettati da alcuno. Aria, terra, acqua e Sole non sono in effetti sottoposti a brevetto, ma la terra è sempre di proprietà, demaniale o privata. Piacerebbe sapere cosa direbbe il signor Giannattasio se qualcuno entrasse in casa sua al grido di “la terra è un bene comune”. Forse andrebbero difese meglio le cattedre universitarie dall’invasione di ideologi palesemente integralisti. POCA RICERCA MA BUONA Secondo “Assobiotec”, associazione italiana delle aziend e biotecnologiche, nel 2011 l’Italia è giunta solo ventiquattresima in Europa quanto a investimenti in ricerca rispetto al Pil. Con meno di 100 mila addetti occupa peraltro l’undicesima piazza, mentre il numero di brevetti sono stati soltanto 109 rispetto ai 922 della Germania e ai 390 della Francia. La qualità della ricerca Italiana sembra però compensare la scarsa quantità. Le ricerche italiane sono infatti menzionate nel tre per cento delle pubblicazioni mondiali. In questa classifica il Belpaese giunge infatti ottavo, mentre il primo posto spetta alla Gran Bretagna con il sette per cento. Pochi soldi quindi, ma tanti cervelli. 20 M BIOTECH CONTRO TUTTI entre i sostenitori dell’agricoltura biodinamica spargevano semi biologici di frumento tenero dal Friuli alla Calabria, si preparava uno scontro duro sul fronte degli ogm. Da un lato la “Fondazione Diritti Genetici” diretta da tale Mario Capanna, sostenitore del proletariato nel ‘68, ma poi convertitosi in un agiato parlamentare con tanto di vitalizio. Dall’altro il “Movimento Libertario”, il quale spinge da anni a favore della possibilità di utilizzare anche in Italia dei semi geneticamente modificati. Il guanto di sfida lo lancia quest’ultimo, facendo arrivare in Italia oltre 50 mila sacchi di sementi di mais “Mon810”, il tanto vituperato ibrido di Monsanto, sufficienti a seminare oltre 30 mila ettari. Gli agricoltori pro-ogm si dichiarano pronti a seminarlo la prossima primavera. Una protesta molto forte quindi, che rischia di aprire anche serie conseguenze di tipo legale. L’iniziativa pro-ogm nasce dalla volontà di Leonardo Facco, titolare di “Movimento Libertario”. I semi transgenici saranno consegnati a chi ne farà richiesta, ovviamente in forma anonima. Tuona Capanna, ride Monsanto. ALLERGIE E PREGIUDIZI U na delle accuse più antiche a danno degli ogm è che produrrebbero allergie. Ora alcuni ricercatori dell’Indian Institute of Toxicology Research hanno messo sotto la lente alcune varietà di senape “naturale” con altre di tipo geneticamente modificato. Il fine era quello di comparare il potenziale allergenico dei due blocchi colturali. La senape infatti causa forme di allergia già note e quindi si presta ottimamente come banco di prova. In entrambi i casi, le cavie hanno mostrato sintomi di shock anafilattico ed eruzioni cutanee con danni istopatologici ai tessuti. Sulla base dei risultati, quindi, la senape genera reazioni allergiche sostanzialmente equivalenti sia che si tratti di varietà ogm, sia che si tratti di senape “naturale”. Si dimostra quindi che una coltura non diventa allergenica solo perché ogm, ma che lo diventa solo se i geni trasferiti provocano già allergie anche quando presenti nelle piante originarie. NIENTE ASSENZE IN ETICHETTA T roneggiano in bella vista su molti, troppi alimenti esposti nei supermercati. Sono le etichette che riportano la fatidica frase “Non contiene ogm” oppure, per dirla all’inglese, “Ogm free”. Frasi sulle quali si basa da anni molta della comunicazione di marketing di un’infinità di marchi commerciali. Ora l’Ukraina ha colto appieno l’inutilità di scrivere sulle etichette dei cibi ciò che non vi è e ha abolito l’obbligo di legge di apporre queste scritte sulle confezioni. Forse sarebbe meglio riportarvi i contenuti in micotossine, altamente cancerogene, anziché vantarsi di non contenere tracce di ogm, la cui pericolosità per la salute è ancora tutta da dimostrare. AUTO LESIONISTI LATINI Il costo di un brevetto biotecnologico europeo è pari a circa 50 mila euro, dovuti soprattutto alle forti spese di validazione. Investimenti spesso impossibili per le molte piccole aziende biotech italiane. La Ue sta accelerando il processo per l’attivazione di un brevetto comunitario, valido in tutti i Paesi, da redigersi in una delle tre lingue ufficiali dell’Unione, cioè Inglese, Francese e Tedesco. Ben 25 Paesi su 27 sarebbero d’accordo, perché ciò eliminerebbe il 70 per cento dei costi dovuti alla doppia domanda, in lingua nel proprio Paese e in Inglese a livello europeo. Italia e Spagna hanno però presentato ricorso, chiedendo come unica lingua l’Inglese. Ciò potrebbe escludere i due Paesi dal nuovo sistema comportando per le relative aziende oneri molto più alti e disincentivando le imprese straniere dall’investire. A farsi male da soli, a quanto pare, Italiani e Spagnoli sono bravissimi. dicembre 2012