Inserto di Biolcalenda

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Inserto di Biolcalenda
Inserto di Biolcalenda
Aprile 2010
C
Nonostante il no
dei cittadini europei
al cibo Ogm
i padroni del biotech
tornano all’attacco
Il Consiglio di Stato
strizza l’occhio
a Futuragra
mentre Bruxelles
autorizza la coltivazione
della patata Amflora (Basf)
e di tre mais Monsanto
Perchè vogliono
farceli mangiare?
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erto che il 2010 è iniziato
proprio bene. A fine gennaio è arrivata la sentenza
del Consiglio di Stato. Ai primi di
marzo la Commissione europea ha
fatto cadere la moratoria. Sentenza e moratoria su che? Su uno degli attacchi più pericolosi e insidiosi
per la salute umana: gli OGM, organismi geneticamente modificati.
Sì, avete indovinato: ci stanno riprovando. Ma andiamo per ordine.
Il 19 gennaio scorso, il più alto organo della giustizia amministrativa
italiana, ha segnato, almeno sulla
carta, un punto a favore (e palla al
centro) dei colossi biotech. In pratica, i giudici hanno accolto il ricorso
di Silvano Dalla Libera, vicepresidente dell’associazione agricoltori
Futuragra1, un’associazione «culturale» di Vivaro a Pordenone,
composta da circa 500 imprendito-
ri agricoli che vogliono a tutti i costi
coltivare gli OGM, in particolare il
mais Mon 810 della Monsanto.
Un mese e mezzo dopo, il 2 marzo, la Commissione europea ha
dato definitivamente il via libera
alla coltura della patata transgenica Amflora della multinazionale
chimica-farmaceutica BASF (ex
I.G. Farben)2, rompendo così di
fatto una moratoria che durava da
oltre 12 anni. La decisione della
Commissione, oltre alla patata Amflora, riguarda la messa sul mercato europeo di ben tre tipi di mais
geneticamente modificati destinati
ad essere utilizzati nell’alimentazione sia umana che animale3.
Un colpo di mano vero e proprio,
opera del commissario capo della
UE, lo spagnolo Josè Manuel Barroso, appena riconfermato (non
dagli elettori ovviamente, visto che
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la sua è una nomina e non un’elezione) nel suo secondo mandato, e
dal commissario alla Salute e Politica dei Consumatori, il maltese
John Dalli.
PORTE GIREVOLI
Barroso e Dalli si sono fatti forti del
consiglio della EFSA, cioè l’Agenzia
Europea della Sicurezza Alimentare (la stessa del Codex Alimentarius) che ha decretato che gli OGM
non pongono alcun problema alla
salute umana. Ora, sulla indipendenza e libertà di questo ente soprannazionale, è indicativo sapere
che la direttrice per gli OGM, Suzy
Reckens, cioè proprio la persona
che li ha fatti convalidare, si è poi
licenziata dall’EFSA per andare a
lavorare alla Syngenta. Sì, uno dei
colossi biotech. Non male come
conflitto d’interessi, vero? Ma il discorso delle «porte girevoli» non è
una cosa strana negli ambienti che
contano: sempre più spesso infatti, alti dirigenti di enti di controllo
(l’FDA statunitense e gli europei
EFSA per gli alimenti ed EMEA per
i farmaci, eccetera), una volta finito
il loro mandato, vanno a lavorare
per le multinazionali della chimica
e farmaceutica, le stesse che dovevano controllare, e viceversa.
L’ARMA IN CODICE
Per completare il quadro è importante sapere che da gennaio
è entrato in vigore pure il Codex
Alimentarius: un insieme di regole
e normative internazionali sull’alimentazione. Si tratta di un codice
(Codex, appunto) per facilitare gli
scambi tra 173 paesi del mondo,
Italia compresa. Ovviamente il Codex è l’arma segreta delle multinazionali. Con la sua applicazione in
nome del «libero mercato», difatti,
si può costringere un paese membro, il nostro per esempio, ad aprire le porte agli alimenti OGM, alla
carne agli ormoni, eccetera. E queII
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UN ANNO
INIZIATO MALE
Da gennaio
è entrato in vigore
anche il Codex
Alimentarius:
173 nazioni
nel mondo
tra cui l’Italia
obbligate a dire sì
su Ogm e ormoni
in nome
del libero mercato
sto, nonostante la maggioranza
degli italiani (il 74%) sia contraria
al cibo frankenstein, e nonostante
sempre più evidenze scientifiche
tenute ovviamente nascoste dimostrino che gli OGM non sono la panacea per la fame nel mondo, ma
creano problemi anzi seri di salute
a terreni e consumatori. Perché
allora vogliono a tutti i costi farceli
mangiare?
Certamente le pressioni economiche sono incommensurabili, ma è
solo questione di soldi? Come ricorda Marina Mariani, agronoma,
esperta in OGM e docente di legislazione e sicurezza alimentare al
Politecnico del Commercio di Milano, nel mondo a tirare le fila del
mercato sono in pochi: cinque colossi multinazionali quali Monsanto, DuPont, Syngenta, Bayer Crop
Science e Dow. Da soli gestiscono
gli alimenti base per il 50% della
popolazione mondiale4. Un business e un potere da capogiro.
Le aziende interessate all’affaire
OGM non sono piccole società, ma
i più potenti gruppi della chimica
e farmaceutica planetaria, i quali
speculano e guadagnano miliardi
di dollari ogni anno non solo nelle
sementi brevettate o nei pesticidi
cancerogeni, ma soprattutto nella creazione di malati e malattie.
Anche se è poco considerato, il
«mercato della malattia», a livello
mondiale, surclassa quello delle
armi e del petrolio. Questo è uno
dei motivi per cui questi signori ci
mettono a disposizione:
1) sistemi di coltivazione velenosi e
tossici per l’ambiente e per l’uomo
che a lungo andare indeboliscono la salute dei terreni e la salute
dell’uomo stesso, predisponendoci
alle malattie;
2) sementi che muoiono ogni anno
costringendo i coltivatori a comperarli a fine raccolto, rendendoli
sempre più schiavi al sistema monopolistico.
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EFFERVESCIENZA
CONTROLLO DEL CIBO
I «coltivatori progressisti», cioè
quelli che credono nella propaganda ufficiale sulla resa straordinaria
e la facilità delle coltivazioni OGM
- dati smentiti da qualsiasi ricerca
governativa o indipendente - dovrebbero informarsi meglio e soprattutto chiedersi come mai 220
mila coltivatori indiani che usavano
il cotone della Monsanto, si sono
suicidati negli ultimi anni? Ovviamente queste notizie non possono
essere divulgate dai media allineati al sistema.
Una volta che la popolazione è
sempre più ammalata, le stesse
corporation stenderanno gentilmente le mani offrendoci pillole,
vaccini, esami, operazioni, farmaci contro quelle malattie da loro
stesse create e incrementate a
tavolino. Dall’altra, quando saranno strozzati tutti i coltivatori «progressisti» e anche quelli restii agli
OGM, a causa dell’infestazione e
diffusione a distanza delle spore,
le corporation avranno nelle loro
mani l’intera produzione di alimenti
globale.
Controllando la produzione alimentare avranno ovviamente il
controllo della vita di miliardi di
persone.
Forse non tutti sanno che nel desolato arcipelago delle Spitzbergen
(o Svalbard), il gruppo di isole del
Mar Glaciale Artico appartenente
alla Norvegia, è stata costruita una
superbanca delle sementi, destinata a conservare ben 3 milioni di
varietà di piante di tutto il mondo.
Una banca scavata nel granito, con
chiusure a prova di bomba, sensori di movimento e una muraglia di
cemento armato spessa un metro.
É stata definita non a caso «l’Arca
dell’Apocalisse». Costruita da chi?
Il finanziatore principale del progetto è la Fondazione Rockefeller,
assieme a Monsanto e Syngenta, la Pioneer Hi-Bred che studia
C
he fare davanti all’ennesimo tentativo delle multinazionali che
vogliono mettere a tutti i costi sulle nostre tavole i loro alimenti
biotech e farceli mangiare? Parlarne, intanto. Fare chiarezza d’informazione, ascoltare esperti qualificati in materia e intraprendere
azioni comuni. É quello che si propone di fare il convegno nazionale
dal titolo «Sementi dementi» che si terrà domenica 9 maggio all’Alta Forum di Campodarsego, in provincia di Padova. Il convegno
(sottotitolo: «Ogm, ecco perché bisogna dire no») è organizzato
da Radio Gamma 5. Tra i relatori, al momento di andare in stampa,
sono confermate le presenze di Giuseppe Altieri, Pietro Perrino,
Marina Mariani e Paolo Pistis, più l’avvocato Laura Migliorini e
i giornalisti Paolo Barnard e Maurizio Blondet. Il convegno avrà
inizio alle 10 e si concluderà alle 18. L’ingresso è gratuito.
QUELLE CIFRE
INQUIETANTI
Circa 220 mila
i coltivatori in India
che si sono suicidati
negli ultimi anni:
erano falliti
dopo aver usato
il cotone Monsanto
É del 74%
la percentuale
di italiani contraria
al cibo Frankenstein
OGM per la chimica DuPont e la
Fondazione «Bill & Melissa Gates»
di William III Gates, il patron della
Microsoft.
Banche di sementi, dunque. Secondo la FAO ne esistono circa
1400 in giro per le università del
mondo: perché proprio questa? Tornano a fagiolo le profetiche parole
pronunciate da Henry Kissinger negli anni ’70: «Chi controlla il petrolio controlla il paese, chi controlla il
cibo, controlla la popolazione».
CONTROLLO DEL CLIMA
Già, il petrolio lo controllano dall’inizio del secolo scorso e oggi
si stanno organizzando per controllare il cibo... stiamo parlando
di un progetto occulto di controllo
globale e non è quindi un problema solamente economico. A tutto
questo vanno aggiunti i fenomeni
meteorologici che si stanno sempre più estremizzando, con prolungati periodi di siccità e di piovosità,
alcuni dei quali sospettati anche di
essere stati studiati a tavolino (vedi
HAARP e scie chimiche) per causare massimi danni alle colture e
spingere agricoltori e ministeri dei
vari paesi verso colture apparentemente più resistenti e produttive5.
Il mondo sarà costretto a ricorrere ai sistemi OGM brevettati appositamente per noi dalle lobby,
strada senza ritorno che porterà
III
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alla scomparsa delle sementi autoctone riproducibili, in cambio di
sementi penosamente sterili e alla
dipendenza totale e schiavistica
nei riguardi dei nuovi monopolisti.
Cosa possiamo fare?
SCELTE OBBLIGATE
É arrivato il momento di svegliarci
da questo sonno profondo, di muoverci per evitare l’inevitabile, anche perché, se dovessero entrare
gli OGM nelle coltivazioni tradizionali, difficilmente potremo tornare
indietro, proprio a causa della loro
enorme e veloce infestazione. Importante è organizzare convegni e
congressi per sensibilizzare le popolazioni e i coltivatori ignari dell’importanza di una alimentazione
sana e quindi del pericolo di una
alimentazione basata su organismi
geneticamente modificati, soprattutto nella dieta dei bambini. Sfruttare le capacità che hanno i territori (regioni, province e comuni) di
bandire gli OGM sul modello delle
«GMO’s free region» europee. Incoraggiare la nascita e la diffusione dei Gruppi di Acquisto Solidale
(GAS) e dei seedsavers, cioè dei
gruppi di scambio sementi biologiche, perché se scompariranno le
sementi autoctone, originarie, per
colpa dell’invasione degli OGM,
un domani dovremmo chiedere il
permesso al David Rockefeller di
turno.
E ancora: spingere anche per
l’unica valida alternativa agli OGM,
e cioè le coltivazioni biodinamiche.
Tale metodica agricola (codificata
dal filosofo e scienziato austriaco
Rudolf Steiner) esiste da più di 90
anni e la sua base è l’uso di sostanze che madre natura mette da
sempre a disposizione. La sua essenza consiste nel rendere sano il
terreno, in quanto un terreno sano,
proprio come nell’uomo, farà crescere piante sane capaci di difendersi dagli attacchi esterni (parasIV
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L’ARCA DELL’
APOCALISSE
Nel gelido
arcipelago
delle Svalbard
nel Mare Artico
è stata costruita
una superbanca
delle sementi
finanziata dalla
fondazione Rockfeller
assieme a Monsanto
Syngenta e Microsoft
Con quali scopi?
siti, clima, carenza di acqua, ecc.).
Altra scelta obbligata: nei piccoli
supermercati o dal negoziante di
fiducia, chiedere e pretendere solo
alimenti biologici o meglio ancora
biodinamici, evitando al contempo di fare acquisti nei grossi centri
commerciali, discount, eccetera,
tutti a capitale straniero. Quindi,
il minimo risparmio che apparentemente pensiamo di avere fatto
comprando i prodotti-spazzatura,
sarà cancellato quando i soldi di
queste grandi catene straniere
usciranno dall’Italia, sottraendo
ricchezza locale. Parteciperemo
inconsciamente all’impoverimento.
Ultima ma non per importanza,
la scelta vegetariana biologica e/
o biodinamica. Un primo passo,
o come diceva il grande Leone
Tolstoi: «Il primo gradino di un progresso spirituale». Progresso spirituale, ma anche etico e morale,
nei confronti della Natura e degli
animali, importante e attualmente
impellente.
Marcello Pamio
([email protected])
NOTE
1) Sito ufficiale di Futuragra www.futuragra.
it/index.php
2) I.G. Farben fu un conglomerato di aziende tedesche formato nel 1925 che ricevette finanziamenti statunitensi da parte dei
Rockefeller. Ebbe il monopolio totale sulla
produzione chimica durante la Germania
nazista, producendo il micidiale gas nervino
Zyklon-B. Fu anche il più grande finanziatore del partito nazionalsocialista. Senza il
colosso della I.G. Farben, Adolf Hitler non
sarebbe mai diventato quello che purtroppo
è diventato. Nonostante la compagnia sia
stata ufficialmente liquidata nel 1952, nel
1967 la Monsanto entrò in una joint venture
con la I.G. Farben.
Ecco la lista delle aziende facenti parte:
AGFA, Cassella, BASF, Bayer, Hoechst,
Huels, Kalle
3) Ansa del 2 marzo 2010
4) «Gli ogm? Il colpo di grazia per la nostra
agricoltura», Marina Mariani www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=30446
5) «La Terza guerra alla salute e al clima»,
Valdo Vaccaio, www.disinformazione.it/terza_guerra_alla_salute.htm
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