D`aria si campa: eccome!

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D`aria si campa: eccome!
Settimanale d’informazione
ANNO LVI- N. 29
euro 1
www.vocedellavallesina.it Jesi, domenica 6 settembre 2009
Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi
Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi
Editoriale
Giovani e società
carabinieri
Trent’anni dopo
la città ricorda il
brig. Diaschi
e il suo sacrificio
L
e calde notti d’estate in molte città
italiane hanno ricordato alcuni effetti indesiderati della “movida”: vetrine rotte o risse, aggressioni o incidenti
stradali. Le intemperanze si attribuiscono sovente all’eccesso di alcol. La
responsabilità immediatamente si attribuisce ai giovani, anche se poi ci si
accorge magari che è un quarantenne
a colpire un ragazzo o sono due padri
di famiglia a litigare per un posto auto.
Certamente, però, sono molti i giovani
che popolano le strade illuminate dei
centri storici. E frequentemente ci si
accorge come abbiano facilmente ecceduto con gli alcolici.
Appare, allora, in tutta la sua gravità
un fenomeno che affligge il mondo
giovanile e che ancora non viene affrontato in modo diretto. Sembra che
i giovani siano senza la minima protezione di fronte al fascino delle bevande
e, a volte, alcuni stessi prodotti sembra
siano ideati proprio per nascondere la
loro gradazione.
Bisogna inoltre dire che le misure
adottate si fermano alla sicurezza stradale. Sono sicuramente azioni importanti per ridurre gli incidenti, ma sono
un’illusione se si pensa di promuovere
un comportamento responsabile di
fronte alle conseguenze dell’abuso di
alcol. Risultano, invece, allarmanti i
dati che erano stati diffusi dal ministero del Lavoro, della Salute e delle
Politiche sociali. Parlano chiaro: “Ogni
anno nell’Unione europea l’alcol è responsabile della morte di 195 mila
persone per un’ampia gamma di patologie e cause, che vanno dagli incidenti stradali, altri incidenti, omicidi,
suicidi, cirrosi epatica, patologie neuropsichiatriche e depressione, cancro.
In particolare, nell’Unione europea è
attribuibile all’alcol il 25% della mortalità giovanile tra i maschi e il 10% tra
le femmine”.
In Italia, tra i giovani di età compresa
tra i 14 e i 17 anni, la percentuale di
bevitori fuori pasto risulta raddoppiata dal 1994 al 2006. Oggi osservando
dei giovani appare come lo facciano
non per gustare un sapore, ma per
consumare, per riempire del tempo,
per mettere alla prova continuamente la loro resistenza, per cercare un
modo di “inebriarsi”. I dati sono indicativi e dimostrano come sia necessario correre ai ripari, iniziando da una
parte a chiarire i veri rischi dell’alcol e
dall’altra parte a lavorare con i giovani per recuperare anche qui il gusto di
vivere.
Andrea Casavecchia
diocesi
san paolo di jesi
foto Vincenzoni
5
Le manifestazioni
di settembre su
agricoltura
e tipicità
di M. Chiara
La Rovere
2
mostre
L’ufficio
Catechistico
presenta il
programma
di don Mariano Piccotti
6
Al Palazzo dei
Convegni le opere
di Giusi
Bellagamba
di Paola Cocola
11
IV Giornata per la custodia del creato: “L’aria” (II)
D’aria si campa: eccome!
P
rima della pausa agostana, avevo inviato un articolo sulla giornata del creato
del 1° settembre 2009 in maniera da non
trovarci del tutto impreparati alla ripresa ma
avevo pure promesso qualche altro intervento: e son qua.
Comincio col citare un detto popolare (fortuna che ci penserà Bossi a recuperare tradizioni e dialetti locali!) un tempo di largo
consumo. Quando per dire che ci vogliono
cose concrete per vivere si affermava: “Ma
mica si campa d’aria!” (una variante dichiarava pure “Mica si campa di Spirito santo!”.
Oppure per dire di uno che parla a vanvera
si esclamava: “Parla di aria fritta!”. Dove “aria”
e “spirito” sono sinonimi (ci sarebbe da dire
tanto al riguardo, specie in merito allo spirito
“santo”). Infatti l’aria, invisibile com’è, appare
lì per lì come qualcosa di così immateriale da
venir quasi confusa col nulla, con l’inconsistente. Eppure non ci vuole il cervello di un
Einstein per renderci conto che l’aria per noi
è come l’acqua per i pesci: ci siamo immersi, e guai quando viene a mancare o viene
inquinata. Prova ne sia che possiamo rimanere alcuni giorni senza mangiare e senza
bere, ma neppure un paio di minuti senza
respirare! E come giustamente ci teniamo a
mangiare e bere cibi e bevande buoni e sani,
così ci teniamo (o dovremmo tenerci!) a respirare aria ossigenata e pulita. E scopriamo
pure che il nostro corpo è fornito di corrispondenti “aperture” (la bocca e il naso) per
immagazzinare questi “alimenti” che ci vengono dall’esterno e da cui dipende la nostra
sopravvivenza. Tanto che non a caso la “vita”
si identifica con l’aria, con il respiro: di uno
che muore si dice “è spirato!”. E dove si smentisce anche (almeno in questo senso), che non
è vero che d’aria non si campa: la vox populi
questa volta non si identifica in tutto con la
vox Dei.
Ce ne siamo resi conto, in dimensioni più piccole, per quanto riguarda il cosìddetto fumo
passivo, con la recente, saggia proibizione di
fumare nei luoghi pubblici (cuose ‘a pazz! fino
a poco tempo fa si fumava tranquillamente
pure dentro gli ospedali!). Per cui nelle terrificanti scritte in nero marcato apposte sulle
scatole delle sigarette (che la gente sfaccia-
tamente continua a gettare
per strada) si legge: “Il fumo
uccide”. E in quella che ho
raccolto proprio oggi si aggiunge: “Proteggi i bambini:
non fare loro respirare il tuo
fumo”.
Ma quello che si verifica nel
piccolo con l’inquinamento da tabacco, si verifica in
grande scala nel delicatissimo e sottilissimo velo atmosferico (appena una decina
di chilometri in confronto
ai quasi 13mila del diametro
terrestre) che ricopre il nostro splendido Pianeta Blu e
che ci consente la vita. Della
sua fragilità ci accorgiamo
soprattutto in certi periodi dell’anno. Ad esempio
negli inverni senza pioggia
e senza vento, quando c’è
“alta pressione”: il cosiddetto
“tempo bello”. Allora i telegiornali ci forniscono quegli
autentici bollettini di guerra che sono gli indici delle
“polveri sottili”: una maniera
elegante per indicare i gas
di scarico delle auto, dei riscaldamenti a tutta birra, delle fabbriche con ciminiere a pieno
regime. Dove le prime vittime sono anziani e
bambini, con relativo aumento delle malattie
polmonari. Addirittura qualcuno si vede costretto a girare con le mascherine in bocca;
dicono pure che in Giappone vendono l’aria
“buona” in lattine: c’è da crederci, specie nelle città altamente inquinate e popolose. In
queste occasioni si organizzano circolazioni
a targhe alterne, oppure negli anni ‘70 le domeniche senza auto (che belle che erano!), e
la proibizione di superare certe temperature
e certe date nei riscaldamenti pubblici e privati. Tutte cose utili ed “educative”, ma un po’
folkloristiche, che non hanno cambiato alla
radice i nostri stili di vita.
Proponiamo quindi alla responsabilità di
tutti due cose. La prima – non originale ma
fondamentale - l’ho indicata già nell’artico-
lo precedente: ridurre l’uso delle macchine
private. Magari pensando alla prossima auto
elettrica: Obama ha promesso in America la
metà di auto senza carburanti fossili entro il
2020. L’altro impegno doveroso per privati
ed enti pubblici: non è possibile pretendere
di abitare in case con le stanze tutte ugualmente riscaldate (e non di rado surriscaldate), pretendendo di girare in canottiera: oltretutto è anche intollerabile spreco e offesa
alle povertà, vicine e lontane. Benedetto XVI,
parlando di queste cose l’anno scorso a Bressanone, con quella calma franchezza che gli è
solita, invitava a praticare pure nel campo di
custodia del creato una “disciplina fatta anche
di rinunce”. Noi aggiungiamo che c’è poco da
scherzare. Perché… (prendiamo dal sintetico
dialogo fra don Abbondio e Perpetua) “Ne
va… ne va la vita!” “La vita?!” “La vita!”
Don Vittorio Magnanelli
Uno sguardo alle notizie che più hanno tenuto banco durante le nostre ferie
Un’Italia che conosce i suoi problemi ma stenta a risolverli
Q
uali sono i problemi che più
hanno interessato l’Italia nel
mese classico delle ferie, quello di
Agosto? Un rapido excursus ci aiuta
a conoscere la nostra società.
Naturalmente la fonte da cui attingere sono i quotidiani, i settimanali, radio e Tv. Un limite non indifferente
(siamo alla mercè dei direttori e dei
giornalisti!), ma chi ha mezzi informativi migliori si faccia avanti.
Mi pare che, trascurata la cronaca, i
gossip e le notizie che, pur importanti, non hanno fatto una rilevante
presa sul dibattito estivo, l’attenzione si è concentrata prevalentemente
su questi contenuti:
1 – Il palcoscenico della politica è
dominato da Bossi e dalla Lega con
le tante provocazioni che amici e alleati hanno voluto interpretare come
semplici “battute”, battute estive che
scivolano via senza lasciare segno
perché i loro contenuti non fanno
parte del programma sottoscritto
da Bossi e da Berlusconi. E questo
è vero. Ma è anche vero che considerare battute le proposte quali l’introduzione del dialetto nelle scuole,
la sostituzione dell’inno nazionale e
della bandiera nonché alcune pesanti espressioni contro la Chiesa, vuol
dire non sforzarsi di capire il disegno della Lega. Un disegno che viene portato avanti, passo dopo passo,
con ferrea volontà e assoluta costanza: scissione del Nord o, almeno, una
sua straordinaria autonomia amministrativa e politica se non proprio
costituzionale. Il federalismo fiscale
è il primo rilevante passo. Darà frutti al Nord, caos al Sud.
2 – Pillola Ru486, quella che provoca
l’aborto. Sbloccata dall’apposita au-
torità sanitaria, è in via di definizione
il regolamento applicativo. Profonde
divergenze e profonde convergenze
sia a destra che a sinistra. La Chiesa
fa quanto può per opporsi (la pillola
non può dirsi una medicina perché
non difende la vita ma porta la morte). Tuttavia non c’è da farsi illusione.
Ormai applicata in mezzo mondo,
si imporrà definitivamente anche in
Italia, come è avvenuto per il divorzio, per la legge sull’aborto ecc.
3 – Il testamento di fine vita, già approvato dal Senato, andrà alla Camera con l’opposizione di un’ampia
fetta del centrosinistra e di una parte
del centrodestra. Il punto di divergenza rimane la interpretazione da
dare all’accanimento terapeutico in
determinate circostanze.
4 – L’ora di religione nelle scuole
è tornata alla ribalta in seguito alla
bocciatura da parte del Tar del Lazio
della sua pari dignità e al conseguente decreto del ministro della pubblica
istruzione che riporta l’ora allo stesso
livello di tutti gli altri insegnamenti.
I critici, entro certi limiti, possono
avere ragione quando denunciano
il fatto che all’insegnamento di religione, con tanto di trattamento di
cattedra, si accede non per concorso ma per nomina del vescovo, ma
hanno torto quando vorrebbero accantonare “il merito” che si acquisisce frequentando volontariamente
una materia opzionale e il diritto di
avere la presenza del docente, a tutti
gli effetti, nel consiglio di classe. Perché l’ora di religione non è sinonimo
di catechismo ma di cultura e se un
alunno la sceglie, va premiato come
va premiato se sceglie qualsiasi altra
materia facoltativa promossa dal suo
istituto.
5 – L’andamento della crisi economico-sociale è stato il lait motive
dell’estate. Né poteva essere altrimenti. L’ulteriore precipitare del
pil e i timori per la perdita di molti
altri posti di lavoro non lasciano
tranquilli. Le parole, animate da un
pizzico di speranza, pronunciate dal
governatore Mario Draghi, offrono
un sollievo tenendo presente la preparazione e l’obbiettività della persona, ma in tante famiglie la situazione
è ancora drammatica. Speriamo che
Draghi veda giusto.
6 - In merito alla pesante polemica
esplosa all’ultimo momento tra Boffo e Feltri rinvio, almeno per ora, al
comunicato presente in altra parte
del settimanale.
Vittorio Massaccesi
[email protected]
4
Attualità
6 settembre 2009
Le frontiere
del non senso
RIflessioni
le idee, le domande, le risposte, le posizioni
Dove si vuole arrivare?...
di Remo Uncini
L’
estate è stata per qualcuno un percorso ad
ostacoli, tra arrivi e partenze, mettendo in conto
lo stress, la noia e la preoccupazione del ritorno ed
evitando i giornali e le televisioni ormai sintonizzate
su una “sola frequenza”, per
non prendersi carico di ciò
che accade. Un’estate in cui
il tema dominante era divertirsi, convincersi che “tanto
il peggio della crisi è ormai
passato” e che tutto dovrà
“ricominciare come prima”.
La crisi ha messo paura e
ancora fa paura. Alcuni ne
stanno vedendo la fine, altri
temono colpi di coda che faranno soffrire l’economia per
la caduta dei consumi e per
un ulteriore calo dell’occupazione. Tra un viaggio, una
spiaggia e una montagna,
sfortuna vuole che sia arrivato un “gommone” in mezzo
al Mediterraneo a rovinare
le “vacanze del potere”.
Proprio adesso questi eritrei dovevano mettersi in
viaggio? Proprio dopo lo
storico accordo con la Libia, con i cancelli legislativi
messi alle porte di entrata
dell’Italia? E ci mancava che
pure il mondo cattolico con
i suoi giornali, cardinali, vescovi, preti si mettessero a
protestare per mettere con
forza al primo posto la solidarietà e l’accoglienza. Ma
come si permettono loro,
dal momento che nello Stato del Vaticano c’è una legge
che vieta la clandestinità?
Si occupino delle vicende
della loro chiesa! Allo Stato
ci pensiamo noi che abbiamo la forza della legge. E la
smettano di alzare la voce,
perché dipendono da noi: le
scuole cattoliche, gli ospedali, i vari contributi che si
sono guadagnati con il Concordato in un attimo si possono mettere in discussione
così come le leggi in via di
approvazione sui problemi
del testamento biologico e
del fine vita. Ecco il ricatto
del “potere” che si materializza con un atteggiamento
da mercante.
Torniamo ai fatti. Una volta
respinti quei poveri clandestini, che importa se vanno
in fondo al mare oppure in
un altro lager della Libia.
L’importante è che non entrino in Italia. Chi paga poi
l’assistenza e l’inserimento
nei centri sociali? Il Vaticano
o lo Stato? Noi accogliamo
chi vogliamo! Il paese è il
nostro. Non fa differenza né
il colore né la provenienza,
anche se il mondo li certifica
come rifugiati politici, a noi
non interessa, sono soltanto
“clandestini”. Vengono lasciati in mezzo al mare come
“un vuoto a perdere”perché
non possiamo farci carico
del “Mondo”. Poi diciamocela tutta… Se in fondo al
mare invece di 70 uomini
o donne ce ne andavano 80
che cosa cambiava? L’importante è che non li abbiamo
fatti arrivare! Il Ministro
dell’Interno certifica che
negli ultimi mesi il 98% in
meno di clandestini è entrato in Italia. Vittoria, abbiamo
di Riccardo Ceccarelli
Salvo complicazioni nel
mese di settembre sarà
commercializzata (stanno
già trovando la ditta che la
distribuirà) ed usata la pillola abortiva Ru486, autorizzata dall’Aifa, l’Agenzia
Italiana per il Farmaco, il 30
luglio scorso. Già in uso in
altri paesi, la pillola fu creata nel 1980 dal medico fran-
dall’agenzia che dovrebbe onnipotenza di noi umani:
tutelare, attraverso farmaci pensiamo di raggiungere la
approvati e messi in circo- felicità a forza di porcate”
lazione, la vita dal suo inizio (Umberto Silva ne “Il Foglio”
alla fine. Siamo alla pari di del 13 agosto). Un panorama
altri paesi, tanto che la deci- poco confortante. Ma tant’è.
sione dell’Aifa “è stata forte- Lo stesso autore si chiede,
mente vincolata dall’Europa, avviandosi alla conclusione:
vale a dire dall’ampio utiliz- “Quando un paese va alla
zo che altri Paesi europei deriva? Quando i suoi go(soprattutto Francia, Gran vernanti – non solo i politici,
Bretagna e Svezia, presso- ma i professori, i giornalisti,
ché inesistente in Germa- gli artisti, gli imprenditori…nia) stanno già facendo della offrono di sé l’immagine di
Ru486”. Una soddisfazione. gente fatua asservita alle
Anche da noi finalmente la abitudini, libertari omertosi,
gravidanza è ridotta ad una immorali moralisti, femmimalattia, da curare per chi nisti misogini, fanatici della
la sente tale, con una pillo- tolleranza, sadici buonisti,
la. Come si suol dire, è una docenti di volgarità. Drogati
conquista di civiltà. Della di mediocrità ma soprattutmorte, non certo della vita. to cretini, incorreggibili e
Questa pillola infatti uccide saccenti cretini, incapaci di
e non risana. Qualcuno ha quel pensiero che è slancio,
definito l’effetto della Ru486 invenzione: pensare è amaun “figlicidio”. Il concepi- re”. Espressioni dure, pesanto “comunque lo si chiami, ti, che fotografano una realchiunque egli davvero sia tà di fronte alla quale spesso
– embrione, bambino, feto, chiudiamo gli occhi o cernonnulla – è pur sempre chiamo ad ogni modo di
un figlio quell’essere che giustificare. Siamo figli del
il bisturi o la pillola R486 nostro tempo, ma ad esso, a
sopprimono. Comunque si quella parte peggiore almechiami il gesto fatale – abor- no che scambia la vita con
to, interruzione di gravidan- la morte, un farmaco con un
za, assunzione di farmaco – veleno, la felicità con la perdi figlicidio sempre si tratta. dita della coscienza o di un
[…] Non solo l’aborto è figli- cervello pensante, la libertà
cidio, ma anche matricidio, con il libertinaggio o con il
parricidio e genocidio. La delirio dell’onnipotenza ordonna che abortisce si ucci- mai diffuso e contagioso ad
de in quanto madre; nell’ir- ogni livello, l’aborto come
responsabilità il genitore si segno di progresso, il nichiuccide come padre e tanto lismo come ultima spiaggia
sfacelo psichico si river- del pensiero, dobbiamo ribera su tutti coloro che gli bellarci ed opporre una forstanno attorno. Un popolo te azione di riflessioni serie
che balla attorno al figlici- e non alienanti. Non si può
dio – tale anche è mandare perdere altro tempo di froni propri figli al macello nelle te alle frontiere del non sendiscoteche della droga – è so. Siamo già in forte ritardo.
un popolo che si vota all’in- Può essere in forse la nostra
felicità. È il solito delirio di stessa “umanità”.
Il fatto
Il 20 agosto sono stati
salvati cinque eritrei superstiti alla traversata in
mare; 73 sarebbero morti
durante il viaggio. Sono
stati soccorsi al largo di
Lampedusa e in precarie
condizioni di salute. La
striscia di mare tra Lampedusa e la Libia è vigilata, giorno e notte, anche
con le motovedette. Christopher Hein, direttore
del Consiglio italiano per
i Rifugiati, si chiede come
sia possibile che un gommone “di 12 metri possa
stare lì per tanto tempo
senza che nessuno se ne
sia reso conto. Vuol dire
che è stato abbandonato
al suo destino.” Il gommone con le cinque persone
è stato segnalato da Malta alle autorità italiane
impegnate nella missione
Frontex quando si trovava a 19 miglia da Lampedusa, al confine con
le acque di competenza
italiana per le operazioni
di ricerca e soccorso in
mare. L’allarme è stato
raccolto dalla centrale
operativa di Messina del
Gruppo Aeronavale della
Guardia di Finanza.
L’Arcivescovo Cesare Nosiglia interviene sulla
tragedia del canale di
Sicilia: “Tutti dobbiamo
sentirci coinvolti, ne va di
mezzo la civiltà europea.
La chiesa non può e non
deve tacere, ma non deve
neanche essere strumentalizzata”
Sarà presentato il 2 settembre a Bruxelles il
piano della commissione
europea per dare soluzione al problema dei profughi e rifugiati politici con
l’impegno degli Stati Europei di darsi un codice
di comportamento.
sconfitto lo straniero! Se poi
in fondo al mare ci vanno i
giovani, i bambini, le donne
incinta, non è colpa dell’Italia, ma addirittura di Malta
che, poveretta, fa quello che
può, essendo alquanto piccolina, ma dato che questa
tesi non può bastare, allora
diventa l’Europa colei che
deve prendersi carico di
Un popolo
questa emigrazione biblica. Era necessario dare un
che balla attorno
primo soccorso, accorgersi
che in quella barca vi sono
al figlicidio
uomini e donne moribondi
e vietare alle barche di pe- tale anche è
scatori di soccorrere, perché
incorrerebbero nel reato di
mandare i propri figli
aiuto alla clandestinità. Già il
lavoro di pescatore è duro, ci
al macello nelle
si mette pure lo Stato a metdiscoteche della droga
tere paura ai pescatori, forse
loro hanno pensato che sarà
- è un popolo che si
meglio farsi i “fatti propri”.
Al più lanciare a quei povevota all’infelicità
retti una busta di plastica
con una bottiglia d’acqua e
un pezzo di pane da divider- cese Etienne-Emile Baulieu
si in 15, oppure 10, o 5 se nel ed introdotta sul mercato
francese nel 1988. L’autorizfrattempo sono morti.
Bisogna saper aspettare con zazione avuta in Italia, dopo
una avvertenza: “non bere qualche sperimentazione in
per la sete l’acqua del mare alcuni ospedali, ha suscitaperché si muore” in un mare to un’ampia discussione. La
che è un immenso cimitero. pillola, che fu definita un
Si arriva solo quando è ne- “pesticida umano” dal grancessario, quando non si può de genetista Jérôme Lejeune
fare a meno, quando i riflet- (1926-1994), non è affatto
tori si accendono, perché un farmaco. I farmaci sono
non possiamo fare figurac- fatti per guarire, la Ru486
ce in Europa, quando non è invece, assunta entro setpossibile nel silenzio ripor- te settimane di gravidanza,
provoca l’aborto, uccide fartarli indietro.
Solo l’imbarazzo delle no- macologicamente il concetizie ha scosso il potere che pito: la Ru486 è un farmaco
subito cerca il colpevole, che uccide, un veleno inma non può colpevolizzarsi, somma, per dirla senza tanti
deve cercarlo nell’Europa o giri di parole, autorizzato
nel moralismo della chiesa;
loro hanno la sicurezza che
il popolo sia con loro. Dei 78
RE L’Eucaristia come autostrada verso il cielo
uomini e donne che erano
FRA
nella barca si sono salvati in
cinque, con la beffa di esseTTA
re vivi per essere indagati
RIO Il 3 maggio 1991, a to tempo alla preghiera
come clandestini, ma anche
Londra, dove i suoi davanti al Tabernacolo
rifocillati e medicati. Ecco
genitori si trova- e adora Gesù realmente
allora che l’aiuto si materializza insieme alla condanna vano per motivi di lavoro, nasce Car- presente nel Santissimo
all’Europa e a Malta, sono lo Acutis. Nel settembre dello stesso Sacramento. Vuole farloro i cattivi, noi che li ri- anno, rientrano tutti e tre a Milano, la si santo e non si limita a
pregare, ma parla spesso
mandiamo indietro siamo loro città.
buoni pensando che nei Ben presto Carlo si rivela un bimbo di di Gesù, della Madonna,
loro paesi devastati devo- straordinaria intelligenza e dotato di dei Novissimi e del rino ritornare per costruire il una grande capacità di usare i com- schio di potersi perdere
loro avvenire. Se coloro che puter e i programmi informatici. E’ nella dannazione eterna,
oggi ci governano pensano affettuoso e solare, ama i suoi genitori con il peccato (quanti
di poter tacitare le coscien- e trascorre del tempo con i nonni. Fre- preti oggi lo fanno con tanto fervore?). Rosario. Insomma, Carlo Acutis diquenta con brillanti risultati le scuole Carlo cerca di convertire i lontani e gli venta nel mondo testimone dell’Eterze si sbagliano.
Non importa né il colore né elementari, medie e il Liceo classico indifferenti a Cristo e ripara le offese nità, vivendo puro come un angelo,
la tessera a cui apparten- e, pur appartenendo ad una famiglia compiute contro l’amore di Dio. Tra i difendendo la santità della famiglia e
gono. Costoro non hanno altolocata, non ha alcuna difficoltà a suoi scritti, l’affermazione più bella è della vita, contro il divorzio, l’aborto
il rispetto di chi con la sua parlare con i mendicanti che incontra forse questa: “L’Eucaristia? E’ la mia e l’eutanasia. Non conosce compromessi. E’ umile, ardente, contagioso
sensibilità religiosa e laica per la strada. Ama i viaggi, il mare, le autostrada per il Cielo”.
si scandalizza di vivere in discussioni e fa amicizia con i domesti- Carlo è apprezzato e stimato dai suoi nella fede e percorre in breve tempo
compagni di scuola, anche se talvolta un cammino di ascesa verso la perfeun paese che esclude invece ci di casa.
di accogliere. Perché sono C’è però in questo ragazzo qualcosa viene deriso per la sua fede. Ma non è zione.
loro che non rispettano i o, meglio, Qualcuno, che lo distingue mai un alieno. E’ solo consapevole di All’inizio dell’ottobre 2006, Carlo è colprincipi della Costituzione. dai suoi coetanei. Carlo trova in Gesù essere nella Verità, quindi non teme pito da leucemia fulminante, gravissiAnticostituzionalisti,
xe- l’Amico, il Maestro, il Salvatore, la Ra- le critiche. Addirittura vi sono dei non ma, incurabile. Ricoverato in ospedale,
nofobi, paventano la seces- gione stessa della sua esistenza. Senza cristiani che, dopo averlo conosciuto e egli offre tutte le sue sofferenze per il
sione, dividono l’Italia tra il Gesù nel suo vivere quotidiano, non parlato con lui, hanno chiesto il Batte- Papa, per la Chiesa e per non fare il
ricco nord e il pezzente sud. si comprende nulla di questo giovane, simo e sono diventati cattolici.
Purgatorio e andare diritto in ParadiLa politica dell’esclusione è in tutto simile ai suoi amici, ma che Essendo un piccolo genio del computer, so. Dopo aver ricevuto l’Unzione defuori dai principi Costitu- custodisce in sé questo Segreto invin- Carlo offre spesso il suo aiuto ai suoi gli infermi e Gesù-Ostia come Viatico,
zionali che pongono dei va- cibile. Cresciuto in un ambiente pro- compagni in tale campo e, al contem- sorridendo e dimostrando un grande
lori di solidarietà inaliena- fondamente cristiano, Carlo sceglie li- po, approfitta di queste occasioni per coraggio, va incontro a Dio alle 6,45
bili, per questo dobbiamo beramente di seguire Gesù con grande evangelizzare. Emana un fascino ed un del 12 ottobre 2006. Un piccolo, grandifendere la “Costituzio- entusiasmo, senza aver paura di pre- ascendente singolari. Offre penitenze e de, meraviglioso, intimo, testimone di
ne” e lo “Stato di diritto”. sentarsi agli occhi del mondo come un’ preghiere per il Papa, approfondendo Gesù Cristo, sulla scia dei pastorelli
L’accoglienza all’altro che eccezione e di andare controcorrente, il suo Magistero. Prega, fa penitenze di Fatima, di San Domenico Savio, di
disperato in quella barca contro la mentalità imperante, basata e si comunica in suffragio delle anime San Luigi Gonzaga, di San Tarcisio, di
di 8 metri sfida il mare per sull’effimero e sulla volgarità.
del Purgatorio. Chi lo avvicina, torna a Sant’Agata e Sant’Agnese. Solo da giotrovare un posto per vivere La vita di Carlo Acutis è interamente casa cambiato.
vani come Carlo Acutis rinascerà la
senza guerre e genocidi è eucaristica. Partecipa alla Messa e alla Altro pilastro della sua vita è la Madon- primavera della Chiesa.
fondamentale.
Comunione tutti i giorni, dedica mol- na, alla quale offre tutti i giorni il Santo
Federico Catani
IL
Carlo Acutis