Analisi del testo - Liceo Scientifico XXV Aprile
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Analisi del testo - Liceo Scientifico XXV Aprile
Analisi del testo I a realizzazione dei principi della riforma. Per questa guida alla lettura della Locarudiera è opportuno partire da alcuni rilievi di caratterè g"n"al". lnnanzitut"to si può osserYare come nella commedia (che è del 1753) si siano p".f"ttu*"nte realizzate le di- Le tracce della Commedia dell'Arte I caratteri rettrici della riforma goldoniana. È ,ero che vi .i po..oro àoghere ancora le tracce della vecchia Commedia dell'Arte: a livello dei personàggi, Miraùolina conserva legami con la figura della "servetta" maliziosa e piccante, chÀLra un ruolo tipico di quel teatro (e difatti la parte era recitata da Maddalena Marliani. specializzata appunto nel ruolo di "servetta"); Fabrizio, a sua volta, rimanda alle figure dei servi dela Commedia dell'Arte, in particolare-alla maschera di Brighella (anche"nel suo caso I'attore r, 6;;;; va era specializzaLo a sostenere il ruolo di quella maschera); pure al"rr" livello iell'azione scenica si possono rinvenire espedienti che rimandano alla-Commedia dell 'Arte: ad esempio, come ha notato Guido Davico Bonino, il finto svenimento di Mirandolina (Atto 1I, scen-a XVII), che era uno dei laai ficonenti di quel tipo di spettacolo; ii J.ìJio, "o.iproprio la che vede conl"rapposti il Cavaliere e il Conte (Atto IIl, .""nu XVU;. Tuttavia presenza di questi tenui legami fa risaltare la distanza che separa la scrittura drr--utica goldoniana dagli r""nuri della Commedia dell'Arte. Miranàolina non è pi;;; ;rri, unamaschera fissa e stereotipata. ma un carattere, nella multiforme varietà di sfumalure" che lo connotano come indiv'iduo irriperibiL". l"É"*;"d";;;;ii;;;;;"ggr;h" sono Lutti caratteri perfeilamente individuati e inconfondibili. Caratteri ayliqlre. sociale. La commedia goldoniana non si limira però a deliindividuali in tutta la ncchezza delle loro sfaccettature: le coìloca anche in un preciso contesl-o sociale. La locandiera offre infatti uno spaccato del.la società contemporanea, colta in tutteJe sue articolazioni. La locanda, dove si incontrano personaggi delle più varie classi, si pone dunque come luogo emblematico per eccellàza di queslo campione stratificato di società. ì vari personaggi sono tutti rappresentativi dei fondamentali ceti (il referente, è ovvio. è la società veneta, anche se, per ragioni di opportunità, Coldoni ambienta llazione a Firenze). Ce ne accorgiamo srbito daila d'apertura, in cui il Marchese di For""erà le due varianti lipopoìi e il Conte di Albafiorita esemplificano tipiche della so"i"A 9 neare psicologie Uncampione della società { di sangue ormai decaduta e spiantata e la nobiltà di recente acquisto. La prima resta attaccata solo alle vacue apparenze del suo staLo e pretende aneora, pr. ,o, avendone più i mezzi materiali, di-esercitare le antiche aristocraLica del tempo, Ia nobiltà La nobiltadecaduta e Il paruenu I'alterigia nobtliare Mirandolina Fabrizio Ledue attrici funzioni (la "prolezione, continuamente oflerta a Mlirandolina). di godere degli antichi privilegi (il Marchese ritiene atto dovuto l'amore di Mirandolina per lui), disfoggiare il lusso tradizionalmente connesso alla sua condizione (il misero'dono Jel furriÉtto, Alto l, scena XXI, il "vin di Cipro, che è paragonato da Mirandolina stessa a "ìavature di fraschi", Atto II, scena YI). Per contro il Conte di Albafiorita ha le caratteristiche inconfondibili del paruenu che, non potendo contare sul prestigio del sangue, cerca una rivalsa nell'ostentazione continua e smaccata della ricchezza.Ma anche il Cavaliere di Ripafratta non è solo il tipo psicologico del misogino hurbero e scontroso: il personaggio è socialmente individuato da tutta una serie di clomportamenti che rivelano la sua alterigia nobiliare, il suo disprezzo autoritario per i subalterni, che Yengono da lui brutalmente ridotti al rango di cosè e di strumenti, la sua convinzione che tutto gli sia dovuto in quanto è nobile. Lo rivela subito il suo contegno yerso Ia locandiera a proposito della biancheria (Atto l. scena V): la ruvide rra spr"rrinte e sgarbata è sì una sota di 'olezione" impartita ai due spasimanti di Mirandolina per insegnare loro come Yanno trattate le donne, ma è ancheina "lezione" di contegno'aristocratico, che vuole insegnare a due nobili a non abbassarsi troppo dinanzi ad uiu popolana, ad esigere con durezzaciò che dai subalterni è dovuto («Dove spendo il mio denaro non ho bisogno di far complimenti"). Così, airche quando ha ceduto alla seduzione di Mirandolina ed è disperatamente innamorato, continua a darle ordini, a trattarla ocon imperior. Una fisionomia sociale ben definita possiede anche Mirandolinailu padro.ra di locanda accorta, attenta ai suoi interessi, abile ed energica nella conduzionà del suo esercizio, rimanda al tipo del "mercante", un tipo che, come sappiamo (> to primafase: la celebrazione d.el mercante, p.434), ha un rilievo centrale nella stratificazione iella società veneziana e occupa un posLo egualmente importanLe nelle commedie di Goldoni (ma sulla protagonista dovremo lornare più ampiamente). Tl cameriere Fabrizio, , .ru uoìtu, non è solo una figura di contorno, un mero supporto all'azione, ma ha una sua connolazione sociale ben individuata: è il prolelario inurbatosi dalla campagna (lo apprendiamo dal finale della commedia, in cui Mirandolina minaccia di riràanda.lo al suo paese se non si adatta a sposarla senza porre condizioni, Atto III, scena ultima), che aspira al salto di classe. E innamorato sinceramente della padrona ma, in un impasto di sentimenti autentici e di calcolo, mira anche ai propri interessi. a sistemarsi, sposando la donna amata e passando da servitore * padronà di locanda. Restano urr"oru l" due attrici che, data la loro pro{essioneT non sono collocabili in alcuna classe sociale precisa. Tutavia anche nel loro caso sono resi i tratti della categoria professionale, nel c_ontegno, nelle maniere, persino-nel linguaggio, che riproduce puntualmente il gergo delle compagnie di comici (che Goldoni, conoscendo I'ambiente dall'interno, si coÀpiace manilestamente di citare, fomendo le opportune spiegazioni in nota). Uosservazione pungente della realtà sociale. Questo campione di socierà che si il teatro di Goldoni punti alla fedele riproduzione della realtà sociale contemporanea e tragga il suo alimento vitale soprall"utto dal oMondo,, per usare I'espressione cara Gll" doni stesso (>T1, p.439), cioè dall'osservazione diiretta e attenta della realtà vissuta. Uno schema interpretativo ormai consacrato da una lunga tradizione ha fissato Goldoni neil'immagine dell'uomo sereno e ottimista, che guarda il reale con bonomia un tantino superficiale, delineando nelle sue commedie un mondo tutto grazia e leggerezza "un'immagiil settecentesche. La critica più recente al contrario ha messo in luce meno univoca, più complessa: in effetti la rappresentazione di un campione di ,*àtà offerta da questo testo rivela nel commediografo non solo un occhio aluto ma, al di là della comicità fine e tutta godibile, una ferma disposizione critica nei confronti dei costumi muÒve tra le scene della commedia, ristretto ma esauriente, testimonia come Unanuovaimmagire diGoldoni sociali, animata non tanto da un'indulgente bonarietà, quanto da una capacità di osservazione pungelte, da una notevole "cattiveria" di rappresentazione. Questo discorso ha in primo luogo ragion d'essere.per figure- c-ome il Marchese, il Conte, il Cavaliere, i cui tratti, per quanto suscitino iI riso, sono delineati senza indulgenza. l-linteresse materiale Mirandolina si vende metaforicamente Gliaparteeilverc volto di Mirandolina Mirandolina: I'attaccarnento alltinleresse materiale. Ma se il discorso vale per le oominori", figure in fondo vale a maggior ragione per la protagonista assoluta della "o**"-la dia, Mirandolina. Come si è accennato, la tradizione critica si è compiaciuta a esaltare graziadi questo personaqgio, il suo garbo malizioso tutto "settecentesco". Ma ad una lettura più attenta Mirandolina si rivela ben diversa, come hanno messo in evidenza alcuni interpreti quali Mario Baratto (1979),Guido Davico Bonino (1983) e Roberto Alonge (1991). Innanzitutto ciò che connota Mirandolina è I'attaccamento all'interesse maleriale: lungi dall'essere un'amabile, garbata o'sirena", tutta civetterie e deliziose mossette, è una persona scaltra e calcolatrice. una profittatrice sfrontata sino al cinismo. In questo rivela ie caratteristiche tipiche del suo ceto: la .locandiera, (e si noti come il iitolo insista sulla qualificazione professionale e sociale, non sul nome della protagonista) in quanto "vende" un sewizio appartiene al ceto mercantile, e se di esso presenta le caratteristiche positive, laboriosità, senso pratico, fermezza di carattere, possiede in maggior misura quelle negative. Mirandolina specula sulla sua bellezza e sul suo fascino per attrarre nobili clienti nella sua locanda, ma non solo, con questi mezzi fa anche loro accettare un trattamento alberghiero che si intuisce alquanto scadente (la biancheria piena di buchi, la .carnaccia di bue" imbadita a tavola...), ricavandone così un notevole profitto. Per raggiungere tale obiettivo arriva a vendersi. per così dire, "all'incanto". Si veda la scena in cui il Marchese e il Conte si contendono i suoi favori, ed ella finisce per accettare il ricco dono degli orecchini di brillanti (Atto I, scena V); scena che si ripete con schemi analoghi con il tazzoletto di seta del Marchese (Atto I, scena XXI, con il secondo gioiello del Conte (Atto [, scena XXI| e con la boccetta d'oro del Cavaliere (Atto III, scena II). Però con estrema scaLtrezza, facendo un uso tutto strumentale della sua bellezza, Mirandolina gioca sul limite che sepa.ra l'onorabilità e la reputazione della commerciante piccolo borghese dalla degradazione della prostituta: si fa comperare in pubblico, ma solo metaforicamenle, si vende psicologicamente, non fisicamente (Alonge); e proprio al.lraverso questo ambiguo offrirsi senza concedersi ottiene il massimo del profitto, in quanto i nobili spasimanti a-ffollano Ia sua locanda, stabilendovisi a tempo indeterminal.o. Questo suo cinismo calcolatore si rivela appieno negli a parte: quando parla direttamente ai suoi interlocutori Mirandolina è sempre educata e garbata ed usa un linguaggio di impeccabile, ossequiosa proprietà; rnu qràndo parla fra Ié manifesta Ia sua ,àu iitr.u, la sua sostanziale volgarità di piccola borghese attaccata al denaro ("Che arsura! Non gliene cascano>>, dice ad esempio del Marchese spiantato, nella scena V del primo atto; ma si veda, nella scena IX dello stesso atto, il suo primo monologo, tutto infiorato di espressioni gergali e termini crudi, "Mi piace l'arrosto e del fumo non so che farne,, "tutti mi fanno i eascamorti»). Ciò rivela come tutto il suo contegno si regga sulla finzione e la dissimulazione, accorlamente manovrate per il raggiungimento dèi suoi fini. Narcisismo e smania Le motivazioni dell'impresa La rivalsa sociale di dominio. Mirandolina tuttavia non si riduce a questo cinismo interessato. Non è un personaggio semplice, facilmente catalogabile, come può indurre a pensare la limpida scrittura di Goldoni, è al contrario una f,gura compleisa, ricca di sfumature. Ciò vale innanzituLto per Ie mol"iv azioni dell 'impresa che cosLiLuisce la trama della commedia: che cosa Ia spinge a fare innamorare il Cavaliere? Sembra tutto chiaro, l'orgoglio offeso della donna, la ripicca, la volontà di vendicarsi dello spregiatore delle donne e vendicare così anche il suo sesso ingiuriato. Ma le cose non sono così lineari. Alla rivalsa 'osessis[a" (per usare un vocabolo d'attualità) si associa ooclassistao', sociale. La-donna di umile condizione, la piccolissima anche una rivalsa borghese, è abituata, grazie ai privilegi concessi dal suo fascino, a trattare con familia- rità- alla pari' con inobili. L"alterigia-rracotante del Cavaliere" che la vuole degradare ad una condizione servile (si it .ricordi-l'episodio della triancheJa du "u*Uiu.",li nobile impartisce alla locandiera ordini con brutale ai;r;;irà, come "uì se fosse una sua ser"va), ferisce jl suo orgoglio, stimola iI suo spirito di ;rrhu- i;;. qr"sto p""i* -'--- r*"'^' I - rrài" umiliare pubblicamentà il membro della classe superiore. " Il narcisismo sfrenato Xossessione del dominio sugli altri Un «don Giovanni ingonnella» Ma ci sono implicazioni profonde. Come Miraniolina stessa confessa nel suo primo Ply monologo (Atto I, .cera1X, ri ghe 228-224), *Trtto il mio piacere consiste in veàermi servita, vagheggiala. adorata,: il tratto forse più rilevanleàella sua p"r.orrulitJt-rrro sfrenato narcisismo. che trova soddisfazione nel senlirsi solleticato aà r"" ai i"namorati.adoranti. contegno del misogino la ferisce in questo punto delicato. "rrt" -Il Quindi il-proposito di vendicare tutto il.uo."*.o è una copertrru, ,, Ui.und;ii""';;;" "iilit aflermare essenzialmente se sressa, la propria pr"po,"r," iral"lJ"rliìa. Ma parlare di narcisismo non dice un"om trLto. il af.i"io uomini appaga il suo narcisismo perché in lei c'è una sorta di ossessione d,el "."r"itrù.rgli potere sugli iltri, d"l "o*àrrdo (Alonge). Tlomaggioche strappa ai suoi nobili spasimanti, càn il corollario dei ricchi doni, è l'omaggio rituale al suo potere incontrastato. Lo stesso vale per i subalterni: il legume "o1 il domestico Fabrizio è arrbiguo (probabilmente cela anche un legame ,i può dedurre da alcuni indizi), ma nei suoi confronti Mirandolina è iempre""."rut"] "o*" la padrona, che comanda e lrole essere ubbidita senza discussioni. Fabrizio è uno.,*à""ioir"if" *1"ì ai Mirandolina, che la donla si ripromette di usare u sro "o-odo ";;;;i;.irrìr","sgi". Perciò la molla segreta che laspinge a sedurre il Cavaliere, ,t, À" l'orgoglio f"**ì"f;!, c questa sman,a dell'esercizio del potere, che non tollera cheilcuno vi si"sàttragga. IJemergere di questa zona segreta della personalità di Mirandolina dissoi,Ie rl cliche interpretativo che l'ha fissata nell'immagine di affascinante incarnazione dell,.,etemo femminino". Baratto ha potuto parfare, p"r il *ro caso, di una .frigidità da intellettuale,, di un "puntiglio da don in gonnella, più teso alla coiquista i"t"."r.uto -Giovantri "h" tale: gli al possesso,. In effetti Mirandolina non è interéssata all'altro in quanto uomini sono degradati a puri oggetti dell'esercizirJ"i ;;;i,ri". "".*o Barauo f," ""fl-""rii" lei una segreta awersione p!1gli uomini, che è simmetrica all'odio per le dor,rr" òàvaliere. Ciò riveln in Mirandolina anche una sostanziale aridità sentimentale. Lei".f sressa, nel monologo citato, proclama: «Tratto ;;-di ;;;;;;;; ";;;;;;;;*"; Questa aridità è mascherata con l'alibi della sua "libertà, da dilendere g"l;.u;;.ì;. Ilirandolina 66aJtriee". Un altro tratlo che caratterizza Mirandoli*, La sedueione e la reclta Lafunzione delle commedianti che è uno " degli strumenti principali del suo dominio, è, sua straordinaria "o;;;i;1"*""rr",Ia abilita a fingere. Nella sua impresa di seduzione mette in atto una.""l," ai .",riùJ;" sapienza "teatrale". Per questo da.parle di vari critici si è potuto parlare, p", lu.ru finzione" di una sorta di "teatro nel teatro", di una au ivtirurra"fì"" "o-*".1à-r""itàtu all'inlerno della commedia. In questa luce assume significato I'introduzione delle due commedianti, Ortensia e Dejanira, che potrebb".o."---brure un semplice riempitiuo comico, una presenza marginale. I du^e personaggi hanno invece una iunzione essenziale pr."lé-I4g-o_1o a sottolineare, per affinità e conirasto, il motivo della .,comm"d;;;;"1i, o'recita" di Mirandolina. A un certo punto le due attrici cercano di emulare la locandiera, tentando di sedurre il Cavaliere, ma sono subito "smascherate" (e in questo lt verbo assume un senso davvero pregnante). d;;.i" ; D;j;;; rono infàtti due "u.o pessime commedianti; la loro recitaziàne è forzata e manierata, impiega formule t.ite. g.sti convenzionali, un linguaggio artificioso fiorito di formule e barocche. Sembra quasi che Goldoni abbia voluto con esse presentare in una"o.,""iio." luce critica quella Conrmedia dell'Arte contro cui si indirizza\asuarìfo.*u, che ha dato vita a cornmeclie conre In l2gaydie-ya-stessa. La presenza di questi due personaggi, quindi, vale quasi u.,tirrr"o*" plicita dichiarazione di poetica, calatanella itruttura drammatica. pei contro. llirandolina fornisce }'esempio di un'attrice pedetta. secondo il gusto goldoniano. '.naturale',. spontanea e non a caso le surclassa abbondantemente, riuscendo dor-e esse falliscono.