MIRANDOLINA verifica SOMMaTiva TeaTrO 1.2

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MIRANDOLINA verifica SOMMaTiva TeaTrO 1.2
Teatro
1
volume B/F sezione 1 unità 2
verifica SOMMATIVa teatro 1.2
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . competenze di lettura
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data
Carlo Goldoni
MIRANDOLINA
La locandiera, 1753
La locandiera è una delle opere più famose di Carlo Goldoni, autore nel Settecento di una significativa
riforma del teatro, che segnò il passaggio dalla Commedia dell’Arte alla commedia moderna. I due cardini
della riforma goldoniana sono l’importanza del testo scritto, che sostituiva il canovaccio, e l’interesse
per la vita reale e concreta. Le vicende e i personaggi delle commedie di Goldoni sono tratti dal mondo
settecentesco in cui Goldoni viveva, e di cui egli coglie, con un sorriso, pregi e difetti, vizi e virtù. I testi
di Goldoni costruiscono personaggi vivaci e ricchi di sfumature: ne è un esempio Mirandolina, proprietaria
di una locanda di Firenze, un personaggio la cui modernità continua a suscitare l’interesse di attrici e
spettatori. La locandiera è una donna pratica, laboriosa, fiera della sua indipendenza e non certo priva
di vanità femminile; riesce a tenere a bada i suoi clienti, nobili e non nobili, che si illudono di poterla
conquistare, e a far breccia nel cuore del Cavaliere, che disprezza le donne e gli uomini che le corteggiano.
Mirandolina gli farà cambiare idea sulle donne, senza peraltro concedergli nulla; quanto a lei, sposerà il
ragazzo di cui è innamorata.
SCENA IX
10
Mirandolina sola.
Mirandolina Uh, che mai ha detto! L’eccellentissimo signor Marchese
Arsura1 mi sposerebbe? Eppure, se mi volesse sposare, vi sarebbe una piccola difficoltà. Io non lo vorrei. Mi piace l’arrosto, e del fumo non so che
farne2 . Se avessi sposati tutti quelli che hanno detto volermi, oh, avrei pure
tanti mariti! Quanti arrivano a questa locanda, tutti di me s’innamorano,
tutti mi fanno i cascamorti3; e tanti e tanti mi esibiscono4 di sposarmi a
dirittura. E questo signor Cavaliere, rustico come un orso, mi tratta sì bruscamente? Questi è il primo forestiere capitato alla mia locanda, il quale
non abbia avuto piacere di trattare con me. Non dico che tutti in un salto
s’abbiano a innamorare; ma disprezzarmi così? È una cosa che mi muove
la bile5 terribilmente. È nemico delle donne? Non le può vedere? Povero
pazzo! Non avrà ancora trovato quella che sappia fare. Ma la troverà. La
troverà. E chi sa che non l’abbia trovata? Con questi per l’appunto mi ci
metto di picca6. Quei che mi corrono dietro, presto presto m’annoiano. La
nobiltà non fa per me. La ricchezza la stimo e non la stimo. Tutto il mio
piacere consiste in vedermi servita, vagheggiata7, adorata. Questa è la mia
debolezza, e questa è la debolezza di quasi tutte le donne. A maritarmi non
ci penso nemmeno; non ho bisogno di nessuno; vivo onestamente, e godo
1. Marchese Arsura: il nome che Mirandolina
dà a uno degli ospiti della locanda, il Marchese
di Forlipopoli, alludendo alla sua spilorceria.
2. Mi piace … farne: espressione figurata che
significa: «mi interessa quel che è concreto
(l’arrosto) e non so che farmene delle belle parole (il fumo)».
3. mi fanno i cascamorti: mi fanno la corte in
modo insistente e stucchevole.
4. mi esibiscono: mi offrono.
5. mi muove la bile: mi irrita, mi fa arrabbiare.
6. mi ci metto di picca: mi ci impunto, mi metto
d’impegno per spuntarla.
7. vagheggiata: ammirata, desiderata.
4-7 Mirandolina sa di
piacere a tutti gli uomini
che sostano nella sua
locanda e non se ne
dispiace, ma è fiera della
propria indipendenza.
10-14 Uno dei clienti,
il Cavaliere di Ripafratta,
disprezza le donne e, a
differenza degli altri,
è scostante anche
con Mirandolina.