Mediatori e strumenti didattici - Università degli Studi di San Marino
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Mediatori e strumenti didattici - Università degli Studi di San Marino
San Marino 14 marzo 2008 Gruppo mediatori MEDIATORI E STRUMENTI DIDATTICI Approfondimenti I mediatori didattici Mentre esiste una ampia letteratura critica sia sulla motivazione sia sui media in senso lato sia sul rapporto tra questi e lo sviluppo mentale, non si riscontra una altrettanto ampia discussione sul rapporto tra motivazione, apprendimento e mediatori didattici. La difficoltà consiste nella ambiguità del termine mediatore didattico, che da un lato sporge sul versante comunicativo (la spiegazione ad esempio è una forma di comunicazione), dall’altro lato sul versante propriamente didattico, giacché non ogni mediatore è finalizzato direttamente al raggiungimento di un obiettivo di apprendimento. Per un verso, risulterebbe troppo ampia e dispersiva la presa in esame dei possibili effetti sull’ apprendimento delle varie forme della comunicazione, per l’altro verso risulterebbe troppo angusta la identificazione dei mediatori didattici con le tecnologie dell’istruzione. Si può perciò definire mediatore didattico ogni “congegno” che è collocato al centro della relazione tra insegnamento e apprendimento, in qualità di operatore del rapporto formativo: la lezione frontale come quella dialogata o interattiva, il lavoro per gruppi (omogenei o eterogenei), l'uso di particolari mezzi come disegni, diapositive, filmati, brani musicali, l'uso o la costruzione di ipertesti o Cd-rom, e così via. Una delle più efficaci classificazioni dei mediatori didattici è quella proposta da Elio Damiano (I mediatori didattici. Un sistema d’analisi dell’insegnamento, IRRSAE Lombardia, Milano 1989), che ha il merito di essere strutturata non secondo un ordine semplicemente descrittivo, bensì come sistema operativo derivato da una teoria dell’azione di insegnamento. Si tratta di una tavola organizzata per assi cartesiani: quello orizzontale, della rappresentazione, rimanda alla successione dei mediatori – attivi, iconici, analogici, simbolici - in corrispondenza del tipo di ricostruzione della realtà operata – attraverso l’esperienza “diretta”, le immagini, i giochi di simulazione, i concetti e le teorie - quindi secondo l’ordine di distanziamento dalla realtà; l’asse verticale (della integrazione) è ordinato tassonomicamente su cinque gradi per ciascuna classe di mediatori identificata e corrisponde a due modalità di elaborazione dell’esperienza: quella relativa all’uso dei mediatori e quella relativa alla riflessione sull’uso. I San Marino 14 marzo 2008 Gruppo mediatori ASSE DELLA RAPPRESENTAZIONE (= ordine di distanziamento dalla realtà) → ATTIVI a) Esplorazioni “per vedere”, esercitazioni “per presa di contatto” ICONICI ANALOGICI a) Disegno a) Drammatizzazione “spontaneo”, materiale nel role play (soggetti) visivo per documentare SIMBOLICI a) Discussione finalizzata a sintetizzare/omologare informazioni raccolte, narrazione dell’insegnante b) Esplorazione secondo piano d’osservazione, esercitazione per realizzare organi a partire da semilavorati, montaggi etc. b) Disegno preordinato b) Giochi di secondo piano simulazione contenutistico/codice (canovaccio) prescelto, analisi e interpretazione di immagini selezionate b) Narrazione (ascolto, lettura, scritti) di eventi più o meno complessi, sintesi scritta, narrazione dell’alunno c)Ricostruzione (mimo,conversazione.) di un’esperienza per metterla a fuoco ed esaminarla c) Codificazione grafico-figurativa di eventi più o meno complessi (a partire da altri linguaggi, verbali e non) c) Esecuzione di copioni (soggetti a canovaccio) c) Definizione di concetti, formulazione di giudizi d) Esperimento (a fattori selezionati e alternati), esercitazione per ideare, progettare, realizzare oggetti d) Schematizzazione di concetti, mappe, percorsi, eventi…. secondo connettivi grafici (organizzatori percettivi) d) Analisi e discussione di un gioco, finalizzate all’identificazione delle regole d) Riflessione sul linguaggio, sulle pratiche discorsive, sulle procedure, finalizzata all’individuazione di regole e) Esplorazione per controllo di conoscenze predefinite, esercitazioni per applicare/controllare e) Schematizzazione e controllo di conoscenze ed esperienze apprese in precedenza e) Simulazione finalizzata all’applicazione e controllo di conoscenze e esperienze precedenti e) Applicazione e controllo di regole (metaconoscenze) apprese in precedenza Riguardo all’asse dell’integrazione, va specificato che la modalità di uso dei mediatori comprende i primi tre gradi (dall’uso primario all’uso preordinato all’uso compiuto); quella relativa alla riflessione sull’uso comprende i due gradi successivi (dall’esplicitazione delle regole che sostengono l’uso, all’applicazione e al controllo delle regole medesime). Tale gerarchizzazione traccia un itinerario dei processi di apprendimento dal livello della conoscenza (uso, fare per conoscere) al livello della meta-conoscenza (riflessione sull’uso, conoscere come si conosce). II San Marino 14 marzo 2008 Gruppo mediatori “L’uno e l’altro ‘asse’, nella loro composizione incrociata - osserva Damiano - costituiscono una tavola progressiva, orientata da sinistra a destra, dall’alto in basso, capace di esporre, in forma ordinata e sintetica, i compiti di insegnamento, il sistema strutturato delle operazioni che l’insegnante è chiamato a sviluppare, quale che sia la disciplina di studio – ovvero il contenuto da insegnare -, il traguardo formativo che si pone, i soggetti in apprendimento, il contesto istituzionale in cui si colloca” (Damiano 1989, p. 60). Per approfondire Il sistema dei mediatori didattici è stato ricavato dal Repertorio ORM elaborato dallo stesso Damiano a partire da uno schema di Becker, Thomas e Taylor. Il Repertorio - strutturato, a differenza della tavola dei mediatori, secondo un ordine descrittivo - si presenta diviso in tre voci: 1) raggruppamenti degli alunni (lavoro individuale, a due, in piccoli gruppi, in grandi gruppi, in classe); 2) metodi (escursioni, esercitazioni, lezioni, conversazioni); 3) mezzi e strumenti (sussidi visivi, uditivi, audiovisivi, supporti, giochi didattici, materiali strutturati, risorse umane, ausili occasionali). Per saperne di più Sulla scala dei mediatori proposta da Damiano, oltre al volume già citato (I mediatori didattici. Un sistema d’analisi dell’insegnamento, IRRSAE Lombardia, Milano 1989), si può consultare anche E. Damiano (a cura di), Insegnare con i concetti, Sei, Torino 1994, in particolare alle pp. 104-109. Questo stesso volume contiene una chiara esposizione del metodo di programmazione per concetti elaborato dallo studioso con gran copia di esempi e, in Appendice (pp. 317-319), il Repertorio ORM. Una ricerca su motivazione e mediatori: i primi risultati I mediatori didattici giocano un ruolo strategico nello sviluppo e nel mantenimento della motivazione ad apprendere: tuttavia, su questo particolare argomento finora non si sono svolti studi approfonditi. Per questo, nell’ambito delle attività del Centro di Eccellenza dell’Università degli Studi di Salerno, è stata avviata una ricerca tesa sia ad accertare il grado di consapevolezza da parte degli insegnanti delle modalità d’uso dei mediatori didattici, sia a definire una gerarchia dei mediatori stessi in base al tipo e al grado di motivazione suscitata. Per la rilevazione, è stato approntato un questionario - comprendente sia domande a risposta aperta sia quesiti a risposta chiusa - che, dopo la validazione tramite pre-test, è stato somministrato ad insegnanti di istituti scolastici della Campania, rappresentativi delle scuole di vario ordine e grado (materna, elementare, media, superiore: per quest'ultima tipologia sono stati selezionati istituti con offerte formative differenti e diverse tipologie di indirizzi di studio). Il campione comprendeva 1000 soggetti, ma sono stati restituiti 685 questionari compilati, così distribuiti: 58 di insegnanti scuola materna, 143 di scuola elementare, 214 di scuola superiore di I grado, 270 di scuola superiore di II grado. Una discreta percentuale dei questionari non appare compilata in tutte le sue parti, in particolare per quanto concerne le domande a risposta aperta, cui molti insegnanti hanno scelto di non rispondere: questo sembrerebbe lasciar intravedere una complessiva diffidenza verso la ricerca scientifica e una certa sfiducia nei confronti della possibilità di un reale ed effettivo cambiamento del sistema scolastico. Relativamente al primo obiettivo della ricerca (accertamento del grado e del tipo di consapevolezza da parte degli insegnanti dell’esistenza e delle modalità d’uso dei mediatori didattici), l'analisi delle risposte agli ite a scelta multipla, integrata con l'analisi delle risposte alle domande aperte, conduce alle seguenti conclusioni che si riportano sinteticamente: III San Marino 14 marzo 2008 Gruppo mediatori a) la strategia prevalente resta quella tradizionale della lezione “miliare” o frontale, a volte accompagnata da discussione; discreta la percentuale di insegnanti che dichiarano di fare uso di lettura del testo in adozione o di dettatura di appunti. L'uso di mediatori “freddi” (simbolici, secondo la classificazione di Elio Damiano) è diffuso in particolare nelle scuole superiori, mentre i mediatori “caldi” (attivi ed analogici in particolare) risultano più ampiamente utilizzati nelle scuole di ordine inferiore il risultato conferma le ipotesi già avanzate in proposito dallo stesso Damiano; b) gli insegnanti del campione appaiono nel complesso poco propensi a credere che l'uso di strategie “non tradizionali” possa suscitare nell'allievo motivazione all'apprendimento, a meno che il soggetto non sia spinto da naturale curiosità; la motivazione appare considerata dall’85% circa dei soggetti come dote innata e non come atteggiamento/orientamento che si può stimolare e sviluppare; alla domanda se esista un rapporto tra motivazione all'insegnamento ed uso di determinati mediatori, bisogna rispondere negativamente; l'insegnante, piuttosto, tende a proiettare sugli alunni le proprie personali convinzioni su ciò che è motivante e ciò che non lo è. Relativamente al secondo obiettivo della ricerca (definizione di una gerarchia dei mediatori didattici in base al tipo e al grado di motivazione suscitata), un’analisi ancora incompleta delle risposte conduce ad ipotizzare una classificazione dei mediatori in due gruppi, che vanno concepiti come complementari: 1) strategie orientate alla cognitività, 2) strategie orientate alla relazionalità, Le strategie orientate alla cognitività possono essere distinte, sulla scorta della modellizzazione di Damiano, in attive, iconiche, analogiche e simboliche. In ciascun gruppo è possibile collocare due tipi differenti di attività, corrispondenti rispettivamente ad un apprendimento per così dire diretto (fare, dialogare, narrare per conoscere), il secondo ad un apprendimento più raffinato sul piano dell'astrazione e che implica rielaborazione, applicazione e controllo di regole, metacognizione. ATTIVE Esperienza Esperimento ICONICHE Disegno Schematizzazione ANALOGICHE Simulazione Gioco SIMBOLICHE Esposizione,narrazione Discussione Le strategie orientate alla relazionalità riguardano invece le modalità di raggruppamento degli allievi, da un massimo di "solitudine" (lavoro individuale) ad un massimo di coinvolgimento nelle attività e nei progetti della comunità. E' naturale che il lavoro strettamente individuale (esercitazioni e compiti a casa, interrogazione individuale) possa apparire in astratto meno “motivante” rispetto al lavoro in classe, specialmente se condotto in forma di lezione dialogata e interattiva, di costruzione collettiva di mappe concettuali o schematizzazioni, di studio di casi concreti attraverso un processo di ricerca-scoperta, o rispetto al lavoro nel piccolo gruppo, particolarmente se organizzato in forma laboratoriale e sostenuto da modalità di insegnamento reciproco tra alunni e peer tutoring; tuttavia, anche in quel caso la motivazione appare sostenuta se l'allievo ha la consapevolezza di continuare a lavorare per proprio conto ad un progetto messo a punto, negoziato e condiviso dalla comunità di cui fa parte, a cui può portare un contributo in ragione delle sue particolari abilità e se non si ragiona in termini di “premi” e “punizioni”. Spetta all'insegnante incrociare le strategie orientate alla cognitività con quelle orientate alla relazionalità, in riferimento ai ritmi e agli stili di apprendimento degli allievi. Il criterio guida resta quello di far compiere esperienze diverse, giacché le recenti acquisizioni teoriche hanno dimostrato che ciascun soggetto tende a privilegiare una particolare modalità di rappresentazione ed organizzazione della conoscenza. IV