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Il sistema dei mediatori didattici
E. Damiano propone una teoria dell’insegnamento nella quale definisce la scuola spazio sociale separato
dall’esperienza diretta, come luogo protetto ed istituzione secondaria, la dove quella primaria è la realtà
immediata. La funzione della scuola è quella di insegnare a secondarizzare l’esperienza diretta, di sostituire
la realtà con dei “ segni” che consentono di esaminarla e di ricostruirla, quindi di dominarla. Il suo ruolo è
quello di operatore didattico che trasforma i contenuti dell’esperienza socialmente legittimati e accreditati
dalla comunità scientifica in contenuti scolastici accessibili all’apprendimento.
Il processo affidato all’educatore, per ottenere i risultati attesi sui contenuti dell’esperienza privilegiati,
deve assicurare le seguenti condizioni:
· Permettere al soggetto di misurarsi con i cambiamenti previsti in una società complessa e prendere le
distanze dalla realtà.
· Fare in modo che i contenuti dell’esperienza siano ricontestualizzati in termini spaziali e temporali
nell’ambito scolastico. La prima condizione è realizzabile attraverso la simulazione ciò esercitando la
competenza analogica che consiste nel ricostruire, in ambiente protetto, una rappresentazione verosimile
della realtà esterna. La competenza analogica è l’abitudine trattare la realtà costruita “ come se” fosse
quella vera. Nella scuola la simulazione è attuata in queste forme:
· Mediante contingenze organizzative (edifici appositi, spazi fisici appositamente arredati, orari, sussidi e
tecnologie, ruoli professionali).
· Mediante un sistema di regole costitutive e prescrittive (raggruppamenti per anni e per corsi, anni di
frequenza, materie, obiettivi educativi…..)
· Mediante una relazione asimmetrica tra insegnanti ed alunni che assolva la funzione di rispetto delle
regole e di rassicurazione attraverso l’identificazione.
Il secondo tipo di condizioni sono realizzabili attraverso procedure che incidono sui contenuti
dell’esperienza esterna per adattarli all’ambiente scolastico. Si tratta di interventi attivi che sostituiscono la
realtà con una loro rappresentazione attraverso:
· selezione degli elementi principali rispetto a quelli accessori ( riduzione della complessità).
· messa a fuoco ( scelta dell’angolatura da cui guardare il segmento di realtà che è diventato contenuto
della formazione.
L’educatore, allora, effettua azioni di decontestualizzazione e ricontestualizzazione di un elemento della
realtà il quale viene dissociato dal contesto abituale per essere associato ad un altro contesto. L’azione
didattica ricostruisce la realtà mediante sistemi si segni o “linguaggi” adeguati e corrispondenti, pertinenti
agli obiettivi perseguiti di volta in volta. Posto che l’educatore ( la scuola) effettua delle operazioni di
rappresentazione finalizzata del reale, quali sono i mediatori che adopera per la ricostruzione scolastica dei
contenuti socialmente legittimati e scientificamente rilevanti?
I MEDIATORI ATTIVI
Si riferiscono alla possibilità di “fare” cioè di effettuare direttamente le esperienze, fondandosi sul principio
che “se faccio capisco, se capisco imparo”. L’apprendimento diretto si qualifica come la forma di
apprendimento privilegiata, ad alto coefficiente di motivazione e di risultato. A differenza dell’esperienza
selezionata, introdotta nel progetto scolastico in maniera intenzionale. Il problema dei mediatori attivi,
tuttavia, è relativo a come ritagliare l’esperienza scelta dal continuo vitale, quanto tempo assegnare ad
essa, come integrarla all’interno dell’itinerario educativo- scolastico condotto con altri mediatori.
I MEDIATORI ICONICI
Rappresentano le caratteristiche della realtà mediante immagini (nella forma di audiovisivi comprendono
anche suoni e scale) . Modelli iconici sono le fotografie i disegni, le carte geografiche ma anche riprese
filmiche per viedotape (cartoni animati, diapositive….) di esperienze di vita effettiva dei bambini, spontanee
o provocate. arbitrarieta’ (quella della scala) e convenzioni (quelle percettive come il colore e la
prospettiva) sono i modi in cui il modello ricostruisce la realtà. Tale mediatore rappresenta il massimo
livello di fedeltà e di vicinanza rispetto al reale; infatti mantiene con esso un rapporto fisico percettivo: in
alcuni casi la realtà si “vede” in altri si “sente”, in altri ancora si “ tocca”. Il problema legato ai modelli
iconici à relativo al legame col contesto da cui sono stati ricavati: questo restringe il potenziale formativo
che si realizza pienamente sole se otteniamo trasferimenti e generalizzazione a partire dai casi
rappresentati. Vi è inoltre un altro limite, quello dell’apprendimento mediante immagini, fondati cioè
sull’attività percettiva: “ vedere” o “sentire” sono cosa diversa “dall’operare” sulla realtà, manipolarla e
organizzarla. I modelli iconici, allora, pur avendo una loro autosufficienza, si considerano complementari ad
altri, da usare in maniera integrata rispetto agli altri.
MEDIATORI ANALOGICI
Si rifanno alle possibilità di apprendimento insite nel gioco e nella simulazione. Quest’ultima è un ‘attività
ludica di gruppo in cui i partecipanti ricercano particolari situazioni “ed interpretano” personaggi. Essa
consente ai partecipanti di:

Assumere ruoli analoghi a quelli del mondo reale e prendere quindi decisioni rispondenti alla loro
valutazione del contesto ricostruito.

Sperimentare le conseguenze simulate connesse alle loro decisioni.

Verificare i risultati delle loro decisioni ed essere indotti a riflettere sulle relazioni fra decisioni
prese e conseguenze che ne possono derivare.
Si distinguono tre tecniche principale di simulazione:

Role – play ( assunzione di un ruolo): si fonda sull’azione spontanea di partecipanti inseriti
preventivamente in una situazione ipotetica. E’ la forma più semplice di simulazione perché non ha
una struttura formale predeterminata. Consiste nell’accettazione da parte dei partecipanti di un’
identità provvisoria e non prevedono restrizioni formali.

Gioco: si basa su una maggiore strutturazione dei rapporti reciproci. Prevede un ambiente vincolato
da sistemi di regole e l’interazione dei giocatori può generare comportamento collaborativi e
antagonistici, rivalità e anche collusioni ma ciò è comunque limitato nel tempo e nell’intensità.
All’inizio si precisa una situazione di partenza e si forniscono le informazioni utili perché “ il gioco”
possa cominciare; le regole stabiliscono i limiti da non superare e sono un dispositivo semplificatore
e restrittivo. L’obiettivo primario è capire il processo simulato presentato dal gioco in forma
semplificata.

Simulazione strumentale: è quella affidata al computer e consiste nell’inserire fattori forniti in
sequenza casuale nella simulazione di attività professionali. L’obiettivo è quello di insegnare trovare
risposte tempestive ed adeguate rispetto a situazioni impreviste o a variazioni casuali di situazioni
tipiche.
I MEDIATORI SIMBOLICI
Sono lettere numeri ed altri tipi di simboli sono facili a maneggiarsi. Sono i mediatori che si allontanano di
più dalla realtà e per questo l’uso non integrato di tali modelli può essere poco idoneo per i soggetti con
difficoltà di apprendimento: infatti, oltre alla distanza dalla realtà, presuppongono un’esperienza ed un
codice comune tra chi parla e chi ascolta e l’efficacia della comunicazione tra il mittente e il ricevente,
aspetti questi per nulla scontati. Un esempio di mediatore simbolico è la lezione che, i sostenitori del
principio dell’apprendimento diretto, rifiutano fermamente. Tuttavia, quando è ben articolata e condotta e
quando non si sottovalutano gli aspetti legati al codice e alla comunicazione, è un modello garantito di
trasferimento ed estensione dei concetti.
IL SISTEMA INTEGRATO
Un buon insegnamento si avvale dell’ integrazione dei quattro tipi di mediatori individuati; ciascun
mediatore, infatti, ha dei limiti e opera delle riduzioni ma gli altri intervengono recuperando e
compensando tali limiti. Inoltre la flessibilita’ dell’azione didattica determinata dall’uso integrato dei
modelli consente di adeguarsi agli stili cognitivi degli alunni andando contemporaneamente a stimolare
quelli in cui sono più carenti (ad esempio se un bambino ha uno stile prevalentemente visivo, si muove da
quello ma lo si sollecita anche all’uso di altri, lo stile verbale o quello analitico). Inoltre il sistema integrato
dei mediatori è utilizzabile, trasversalmente, per tutte le discipline il che è importante ai fini
dell’unificazione delle pratiche di insegnamento. Va detto per concludere che, quali che siano i contenuti, i
destinatari i contesti istituzionali il sistema di insegnamento deve procedere verso i mediatori simbolici che
garantiscono la padronanza della conoscenza e l’umanizzazione dei soggetti in apprendimento.