Sguardi d`autore sui vizi capitali!

Transcript

Sguardi d`autore sui vizi capitali!
Soul
area Vision events
Sguardi d’autore
sui vizi capitali!
“Sguardi d’autore sui vizi capitali“ è l’occhio sul mondo che crea la purezza di una visione, che si genera
in ognuno di noi per restituire ad una emozione o una intuizione, la sua vera anima e dar vita ad un
progetto perché lo sguardo è vita, rapporto con la realtà, occasione di osservazione attraverso l’interazione
tra le sensazioni generate da occhi, mente e cuore.
Aprirsi alla visione attraverso i “vizi capitali” è lo stimolo emotivo di creare un “magnetismo” tra la propria
capacità di analisi l’intuizione, la sensibilità, e trasformarla in un progetto attraverso la nobiltà delle “Arti
Performative” e delle “Capacità Artistiche” in generale.
Il progetto si articola attraverso le seguenti sezioni:
- cultura
- musica;
- teatro;
- cinema;
- danza;
- circo;
- creatività ;
- eventi;
- festival;
- arte;
- happening;
- performance art;
- spettacolo
- televisione
- fotografia;
- video produzioni;
- multimedialità;
- web;
- reportage e cronaca;
- giornalismo;
- lavoro;
- people e società;
- viaggi e paesi;
- natura;
- paesaggio;
- architettura;
- vedute;
- cucina;
- fede e tradizioni.
Soul
events
Le sezioni sono intese come “anime del progetto a cui ispirarsi per rappresentare una idea attraverso
le suggestione dei “sette vizi capitali”.
“Sette” rappresenta un numero simbolicamente molto stimolante, si pensi ai giorni della settimana, ai re
di roma, ai sette nani, alle sette anime, al sette in condotta alle sette meraviglie del mondo, alla programmazione televisiva, alla cucina d’essei e così via.
“Sguardi d’autore sui vizi capitali“ è l’intuizione, la visione di dedicare un “luogo di osservazione” a sguardi
diversi per raccontare la vita, quella “la vita dietro la vita”, che nessuno meglio di chi la vive quotidianamente riesce a rapportare alla realtà per farla vivere oltre la semplice conoscenza del fatto.
L’incosciente leggerezza dell’essere protagonista di questo sguardo, l’assenza della dietrologia e la presenza
di una “radice magnetica” che attira l’occhio verso lo sguardo, suscita quella tenerezza, che fa sorridere, ma
ci fa anche acquistare fiducia nell’essere umano.
OBIETTIVI
La proposta progettuale della rassegna mira a creare un cartellone di iniziative culturali per ripercorre
nelle sezioni proposte, ed attraverso i vizi capitali, i momenti più significativi della nostra società dal
dopoguerra ai nostri giorni. Dalla nostra storia recente, ai cambiamenti dei costumi, il passaggio da una
cultura ancora contadina alla società dei consumi, le trasformazioni indotte dall’irrompere della motorizzazione, dalla televisione, dalle nuove tecnologie.
La modalità di restituzione delle proposte sarà aperta a tutte le forme di comunicazione conosciute,
sia moderne che classiche, purchè legate ad una esperienza trasferibile e replicabile, che possa essere
presentata nei termini previsti dal codice convenzionale degli allestimenti specifici di mostre, visioni, proiezioni, organizzazioni di eventi culturali e rassegne espositive o festival in generale.
A CHI SI RIVOLGE
Gli interessati che intendono partecipare dovranno produrre una manifestazione di interesse e preparare
una presentazione dell’idea progettuale in formato cartaceo e digitale (su cd).
Eventuale altro materiale (foto, cd , dvd, ecc.) sarà utile al fine di arricchire l’analisi delle sezioni.
Alla fine delle fasi rilevazione dell’interesse alla costruzione di un percorso metodologico e tematico, si
creeranno delle attività di programmazione incontri, mostre, spettacoli, laboratori per allestire il cartellone
degli eventi presentato in un apposito festival programmato per l’anno 2010 in cui saranno presentati
tutti i prodotti di questo “magnetismo culturale”, per poi essere prodotti singolarmente come eventi culturali sul territorio nazionale, in collaborazione con i proponenti.
Anche in questo caso l’area “proposte“ e “adozioni” mira a sviluppare una opportunità reciproca che
deve portare sia chi ha fatto una esperienza, che chi crede nella comunicazione a far sviluppare un incontro mirato a rendere questa anima della manifestazione, un prodotto di qualità, una eccellenza che
aiuta a capire come le generazioni sviluppano la conoscenza,apprendendo dalle informazioni, che è un
alterego reale dello studio e del sapere, che al contrario ha alle spalle una disciplina e rigore, spesso non
misurabili in contesti dove l’informazione passa attraverso linguaggi di impatto mediatico e poco tarati
sugli effetti collaterali.
Andare in questa direzione aiuta tutti a comprender e il valore del “patto di lealtà” tra contenuti e attese di
una iniziativa e al contrario l’aiuto sociale che genera una informazione di qualità, contenuto e linguaggio
diretto e mirato ai target.
Per iniziare il viaggio può essere utile ricordare una citazione di Italo Calvino “Viaggiare serve per riattivare
l’uso degli occhi, la lettura visiva del mondo” e la filosofia del “concept” dei “Soul Events “, riprendendone
una seconda di Albert Einstein “La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre” .
events
Questo per rileggere i vizi capitali nella loro essenza simbolica e tradurli rispetto alle sezioni del progetto,
che ci insegnano quanto sia vera l’affermazione di Gide ovvero che “l’importanza sia nel tuo sguardo, non
nella cosa guardata”.
Guardare ai vizi capitali, oltre il loro significato simbolico, genera il “magnetismo culturale” precedentemente richiamato.
Soul
Le descrizioni seguenti, con le citazioni proposte,sono una presentazione del viaggio, “Guardare”attraverso
lo sguardo, provare a chiudere gli occhi per lasciarsi guidare dalla musicalità delle suggestioni e delle
emozioni indotte, per dimenticarne la fisicità e lasciare posto alle immagini visive della propria anima, che
risolve in sé una duplicità che è nata con l’uomo, il linguaggio e la comunicazione.
Si comunica così con l’anima, ma allo stesso tempo la si nasconde, rivelandone la difficoltà di espressione.
Ma se il suo ruolo è sempre stato quello di fornire emozioni, allora dobbiamo solo fermarci un attimo e
tendere l’orecchio per ascoltare la sua voce,vedere la sua pelle che, sebbene lontanissima, o meglio proprio
perché lontanissima dal ritmo incalzante della società tecnologica che corre e ci rincorre, ci permette di
prendere coscienza di quello che siamo e di quello che abbiamo intorno.
L’immaginare la società attraverso i vizi capitali è l’idea di creazione di un luogo dove maggiormente si
possa esprime se stessi, in gruppi, comunità, società, città, e lo si costruisce a sua misura, creando “a sua
immagine” la visione di un contesto che apre ad un linguaggio di comunicazione.
I sette Vizi capitali descritti in simbologia:
>> Ira, una passione fuori controllo o moderata passione repressa...
Identificarsi solitamente con la parte educata e razionale di sè e rifiutare di riconoscere come propria la
parte passionale, della cui attivazione è responsabile proprio l’anima moderata che è in noi, ci porta a non
riconoscere che la rabbia è una passione che fa parte di noi e che dovrebbe indurci a guardarci dentro
con più attenzione. E’ evidente che abbiamo delle intolleranze, delle debolezze o qualche vecchia ferita
non completamente rimarginata. Spesso infatti quando ci arrabbiamo non è per il fatto contingente, ma
per qualche cosa d’altro, di più “antico”, dimenticato forse. E così, la classica “goccia che fa traboccare il
vaso” ci fa esplodere. E allora cosa fare? Reprimere la rabbia? No. La rabbia, come le altre passioni, è una
dinamica del corpo che lo danneggia sia quando è eccessivamente compressa, sia quando è scatenata
senza limiti,genera. Tutti i filosofi hanno sempre pensato che la salute del corpo e l’equilibrio della mente
non si mantengono con la repressione delle passioni o con la loro rimozione, ma con la loro “misurata
espressione”.
“Bisogna saper arrabbiarsi con la persona giusta, nella misura giusta, nel modo giusto, nel momento giusto
e per la giusta causa.” (Socrate)
“Se siamo irritati senza motivo, lo siamo sempre perchè il motivo è nascosto in noi e ci è molto scomodo
scoprirlo.“ (Paul Bourget )
“Sono sempre più sincere le cose che diciamo quando l’animo è irato che quando è tranquillo” (Marco Tullio Cicerone)
“Attenzione alla furia di un uomo paziente.” (John Dryden )
“La collera è uno di quei stramaledetti lussi che uno non si può permettere.“ (Ernest Emingway )
“ L’ira rende brillanti gli uomini ottusi, ma li fa restare poveri.” (Francesco Bacone)
>> Superbia, l’irresistibile necessità di concentrazione su se stessi…
Soul
events
Una persona innamorata della propria superiorità, vera o presunta, per la quale si aspetta un riconoscimento, è sempre tesa alla ricerca e all’affermazione della sua identità. L’identità si negozia nel rapporto con
gli altri, da cui si attende il riconoscimento,Il bisogno fortissimo di avere un ruolo, anche oltre il valore di
altri bisogni più esistenziali.
In una società in cui vengono apprezzate le differenze, diventa sempre più importante che le persone possono essere orgogliose, nella accezione positiva del termine. L’orgoglio sano è quello che ci porta a difendere la nostra dignità di esseri umani, a rifiutare compromessi, a non farci calpestare, e ad essere soddisfatti
di noi stessi quando ci realizziamo.
Nulla di buono potremmo fare senza una adeguata stima di noi, stima che dipende dalla consapevolezza
delle nostre doti e dei nostri limiti. Ma quando l’orgoglio travalica, si trasforma in vanità, boria, e superbia, si
crea un vortice di debolezze che tendono a render vano ogni positiva interazione tra identità e dignità.
“La vita è una lunga lezione di umiltà” (J.M.Barrie)
“Non ho pietà per i presuntuosi, perchè credo che portano con se il loro conforto.”( George Eliot )
“Si è orgogliosi quando si ha qualcosa da perdere e umili quando c’è qualcosa da guadagnarci.” (Herny
James)
“ La superbia è il cavallo dei ricchi; per la povera gente è fin troppo onore quando va a piedi.” (Emilio de
Marchi)
“L’umile spegne la superbia.” (Santa Caterina)
>> Accidia , la capacità di interessarsi del tempo che trascorre senza dar valore al futuro, alla vita, il
culto dell’oziare di sè…
Evidenzia la negligenza, l’indifferenza, la mancanza di cure e di interesse per una cosa. Designa inoltre
l’abbattimento, lo scoraggiamento, la prostrazione, la stanchezza, la noia e la depressione dell’uomo di
fronte alla vita. É lo smarrimento estremo: si produce uno stato d’animo che intacca e rischia di disorientare
tutto ciò che raggiunge.
Conseguenze tipiche sono l’instabilità e il disprezzo per gli impegni, per il valore delle emozioni positive e
del mistero che è dentro la vita, il dono che in se rappresenta.
È spesso sinonimo di noia,vita depressa,scoraggiamento, l’abbattimento tipico di personalità particolarmente incline all’ozio, che è considerato un peccato capitale, in quanto il soggetto che ne è colpito produce
e consuma meno di quanto “dovrebbe”, e si configura, da questo punto di vista, come un individuo socialmente pericoloso, in quanto attore ed esempio di disordine.
“Il lavoro mi piace, mi affascina. Potrei starmene seduto per ore a guardarlo.” (Jerome K. Jerome)
“La cosa più deliziosa non è non aver nulla da fare: è aver qualcosa da fare, e non farla!” (Marcel Achard )
“Un pigro è un uomo che non fa finta di lavorare.” (Nicolas de Chamforet)
“I momenti d’ozio sono intervalli di lucidità nei disordini della vita.” (Ambrose Bierce)
>> Invidia, il desiderio asfissiante di avere ogni altrui virtù e di sperare nella sventura per ottenere la
condizione auspicata….
Soul
events
L’invidia è un sentimento nei confronti di un’altra persona o gruppo di persone che possiedono qualcosa
(concretamente o metaforicamente) che l’invidioso non possiede (o che gli manca).
Essa si caratterizza come desiderio ambivalente: di possedere ciò che gli altri possiedono, oppure che gli
altri perdano quello che possiedono. L’enfasi è, quindi, sul confronto della propria situazione con quella
delle persone invidiate, e non sul valore intrinseco dell’oggetto posseduto da tali persone.
Si può considerare l’invidia come il peccato “opposto” alla superbia: mentre la superbia consiste in
un’eccessiva considerazione di sé, l’invidia è caratterizzata da una bassa autostima e da una concezione
esagerata degli ostacoli e delle difficoltà. Spesso, infatti, il soggetto invidioso possiede delle buone qualità
che possono anche essere riconosciute, ma non le considera sufficienti e si ritiene un incapace.
L’invidia può avere radici molto profonde nella personalità di un soggetto. Può essere stata causata da una
mancanza di affetto in passato, da un’eccessiva competitività o da dei desideri che sono stati frustrati.
Essendo le cause così rilevanti, spesso è difficile per un soggetto riuscire a risolvere il proprio problema.
Alla base dell’invidia c’è, generalmente, la disistima e l’incapacità di vedere le cose e gli altri prescindendo
da sé stessi: in questo senso, si può affermare che l’invidioso è generalmente frustrato, ossessivo, manipolatore, con pochi scrupoli e talvolta ipocrita.
L’invidioso assume spesso atteggiamenti e comportamenti ben precisi e, quindi, riconoscibili. Tra i più tipici
comportamenti dell’invidioso c’è il disprezzo dell’oggetto invidiato “questa cosa, che io non ho, non vorrei
comunque averla perché non mi piace”.
L’invidioso può rivolgere la propria invidia non solo verso oggetti materiali, ma anche verso presunte doti
possedute dall’invidiato: per esempio, una particolare avvenenza, intelligenza o capacità, uno spiccato
fascino; in tali casi, l’invidioso reagisce tentando di disprezzare o di sminuire l’invidiato, perché ai suoi occhi questo è colpevole di evidenziare ciò che l’invidioso non ha. In un certo senso, è come se si sentisse
sminuito dall’esistenza dell’invidiato e, in qualche modo, danneggiato da questo.
Se sono pur vere le varie affermazioni che si fanno intorno all’invidia, è altrettanto vero che ultimamente
si fa di questo termine un abuso strettamente politico. Infatti, a questo sentimento del tutto personale ed
individuale, è spesso associato il normale ed umanissimo bisogno di giustizia tra le varie classi ed i vari ceti
sociali, come si definisce spesso l’ “ Invidia Sociale”.
E così diventa facile associare a cosa più comunemente si associa l’invidia.
Tra uomini l’invidia verte su aspetti economici, politici, patrimoniali, professionali, culturali, intellettivi, sessuali e, in generale, su tutto ciò che rende un uomo “più potente di un altro”. Dal lato femminile, l’invidia,
che per i secoli addietro verteva quasi esclusivamente sull’avvenenza e sulla capacità di seduzione, da qual-
che decennio a questa parte, con il cambiamento del ruolo che la donna riveste nella società, ha cominciato ad “accostarsi”, per molti aspetti, a quella degli uomini.
L’invidia viene talvolta confusa con l’avidità, ovvero il desiderio di possedere beni materiali (a prescindere
che questi appartengano o meno ad altri). Soprattutto in campo sentimentale, l’invidia spesso viene anche
descritta come gelosia, sebbene quest’ultima sia generalmente intesa come ostilità nei confronti di chi
potrebbe sottrarre al geloso qualcosa che questi già possiede.
“Essere nati senza invidia è indizio di essere nati con grandi qualità.” (François De La Rochefoucauld)
“Il malumore deriva da un’intima coscienza della nostra inferiorità, da una scontentezza di noi stessi unita
all’invidia derivante da una nostra sciocca vanità. Vediamo intorno a noi degli esseri felici che non debbono
a noi la loro felicità e non riusciamo a sopportarlo.” (Johann Wolfgang Göethe)
“L’indignazione morale è in molti casi al 2 per cento morale, al 48 per cento indignazione, e al 50 per cento
invidia.” (Vittorio De Sica)
Soul
events
“L’invidia è come una palla di gomma che più la spingi sotto e più torna a galla.” (Alberto Moravia)
“L’invidia è così magra e pallida perché morde e non mangia.” (Francisco de Quevedo)
“La critica è un’imposta che l’invidia percepisce sul merito.” (Duca di Lévis)
“La nostra invidia dura sempre più a lungo della felicità di quelli che invidiamo.” (François De La Rochefoucauld)
“ Solo la miseria è senza invidia.” (Giovanni Boccaccio)
“Una delle principali caratteristiche della virtù è di suscitare invidia.” (Anonimo)
“Ho troppa superbia per invidiare gli altri e troppo poca per pensare d’essere, dagli altri, invidiato.“ (Anonimo)
“L’invidioso non riesce a sopportare che tu faccia il passo più lungo della sua gamba.” (Julien De Valckenaere)
“L’invidia è la base della democrazia.” (Bertrand Russell)
“Il complimento è la veste elegante dell’invidia.” (Ambrose Bierce)
“Il silenzio dell’invidioso fa troppo rumore.” (Khalil Gibran )
>> Gola, il richiamo ai nostri istinti, l’appagamento immediato del corpo, la sconfitta dell’anima…
E’ il mezzo attraverso il quale ogni cosa materiale genera compiacimento,l’incapacità a moderarsi
nell’assunzione di cibo, alcol, fumo, droghe, etc..
Il rapporto col cibo è un problema serio che investe degli aspetti legati all’esistenza. Infatti, siccome il cibo è
la prima condizione di esistenza, spetta al cibo e alla gola mettere in scena un tema che non è alimentare,
ma profondamente esistenziale, perché va alla radice dell’accettazione o del rifiuto di sé.
Le forme di squilibrio collegate al cibo sono spesso l’anticamera dell’’obesità, dell’anoressia, della bulimia,
ogni comportamento che poco ha a che fare con la salute del corpo.
“Più che la ragione è lo stomaco che ci guida.” (Arsene Ancelot)
“Chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere.” (Charles Baudelaire)
“Il miglior condimento del cibo è la fame.” (Marco Tullio Cicerone)
“L’ingordigia è un rifiuto emotivo: è il segno che qualcosa ci sta divorando.” (P.De Vries)
“L’alcol è una sostanza che uccide ciò che è vivo e conserva ciò che è morto.” (Miguel Zamacois)
“I medici lavorano per conservarci la salute, i cuochi per distruggerla; ma questi ultimi sono più sicuri del
fatto loro.” (Denis Diderot)
“I golosi si scavano la fossa coi denti.” (Henri Estienne)
“All’inizio tu ti bevi un bicchiere, poi il bicchiere si beve un bicchiere, poi il bicchiere si beve te.” (Francis
Scott Fitzgerald)
Soul
events
“Che chi ne l’acqua sta fin alla gola, ben è ostinato se mercè non grida.” (Ludovico Ariosto)
“Gola sazia disprezza il miele; per chi ha fame anche l’amaro è dolce.” (Salomone)
“La gola ha ucciso più uomini che la fame.”
>> Avarizia,il senso precario di benessere associato agli impulsi dei beni materiali,la perdita della
misura della felicità…
Nozione talvolta confusa con “avidità”, o usata indifferentemente, ma con significato diverso,perché l’avido
che desidera accrescere il proprio “possesso”, l’avaro è concentrato nella conservazione meticolosa di ciò
che già ha.
L’avarizia può essere ritenuta dannosa per la società, poiché appare ignorare il benessere degli altri a favore
del proprio. È diventata più accettabile (e il termine meno frequente) nella cultura occidentale, dove il desiderio di acquisire ricchezze è componente costituente del capitalismo. Quando l’avarizia comprende la
cupidigia nei confronti delle proprietà di un’altra persona, viene usato il termine invidia. Quando l’avarizia
viene applicata al soggetto di un eccessivo consumo di cibo, si usa spesso il termine gola, un altro dei sette
vizi capitali.I Buddisti credono che l’avarizia sia basata su una scorretta associazione tra benessere materiale e felicità. Essa è provocata da una visione illusoria che esagera gli aspetti positivi di un oggetto.
“Alla povertà mancano molte cose, all’avarizia tutte.” (Publilio Siro)
“Che cos’è l’avarizia? Un continuo vivere in miseria per paura della miseria.” (San Bernardo)
“L’assurdità dell’avarizia sta nel fatto che l’avaro vive da povero e muore ricco.” (Vittorio Buttafava)
“L’avarizia comincia dove finisce la povertà.” (Honorè De Balzac)
“L’avarizia in età avanzata è insensata: cosa c’è di più assurdo che accumulare provviste per il viaggio
quando siamo prossimi alla meta?” (Cicerone)
“L’avarizia è un vizio che può trarre in inganno perchè all’inizio assume l’aspetto di una virtù.” (Giovenale)
“La parsimonia conduce all’avarizia.”(Confucio)
“Se vuoi eliminare l’avarizia, devi eliminare sua madre: la prodigalità.” (Cicerone)
“Uno dei primi effetti della bellezza femminile su di un uomo è quello di levargli l’avarizia.” (Italo Svevo)
>> Lussuria, toglietemi tutto ma non il desiderio di desiderare…
La parola lussuria “designa e disegna” qualche cosa di esagerato e di parziale. Il lussurioso cioè è portato a
concentrarsi solo su alcuni aspetti ,il corpo viene oggettivato e la persona spersonalizzata: le vesti, gli accessori, i gesti, la musica, le luci arrivano ad assumere un’importanza fondamentale poiché devono supplire
alla mancanza di un altro tipo di seduzione che scaturisce da un’intesa psicologica e affettiva, oltre che
fisica.
La lussuria è quindi una conseguenza di un certo tipo di paura: la paura del confronto con un altro essere
umano nel quale è possibile rispecchiarsi. Il lussurioso non si vuole specchiare, non si vuole vedere, non si
vuole confrontare…La lussuria è anche una delle manifestazioni più comuni del disagio proprio della nostra
società, dove siamo alla continua ricerca di nuove esperienze e nuove emozioni che ci facciano sentire
“vivi”.
Soul
events
Ma è una ricerca irrequieta che spesso ci porta a sentire il vuoto dietro le cose, e a sentire che la vita non
trova un suo compimento. Si cerca l’assoluto… ma si rimane inevitabilmente delusi.
“Rendimi casto, ma non subito.” (Sant’Agostino)
“Il sesso è la cosa più divertente che ho fatto senza ridere.” (Woody Allen)
“Il sesso è l’ultima importante attività umana non soggetta a tassazione.” (Russel Baker )
“Il piacere è come certe droghe medicinali: per ottenere sempre lo stesso risultato bisogna raddoppiare la
dose.” (Honorè de Balzac )
“Bambini? Preferisco cominciarne cento che finirne uno.” (Paolina Bonaparte)
“Le donne troppo virtuose hanno in se qualcosa che non è mai casto.” (Denis Diderot )
“Il pudore inventò il vestito per godere maglio della nudità.” (Carlo Dossi)
“La più triste delle cose che posso immaginare è essere abituati alla lussuria.” (Charlie Chaplin)
Le citazioni dei 7 vizi capitali descritte simbolicamente e con aforismi sono tratte da:
- Wikipedia l’enciclopedia libera
- www.aforismieaforismi.it