Vincenzo Ambriola

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Vincenzo Ambriola
E-government e federalismo
Vincenzo Ambriola
Università di Pisa
Dipartimento di Informatica
13 gennaio 2003
Nel racconto di fantascienza “Le fontane del Paradiso” Arthur Clarke riprende
un’idea di Yuri Artsutanov, un ingegnere russo che nel 1960 pubblicò un articolo in
cui descriveva un ascensore spaziale in grado di collegare la Terra con lo spazio e di
abbattere drammaticamente il costo delle missioni spaziali. Partendo da un punto in
orbita geostazionaria, fu questa l’intuizione geniale di Artsutanov, e costruendo
l’ascensore contemporaneamente verso la Terra e verso lo spazio sarebbe stato possibile mantenere in equilibrio l’intera struttura fino al suo completamento. La sfida tecnologica da vincere, secondo Artsutanov, consisterebbe nella creazione di un materiale in grado di reggere il peso di un ascensore lungo più di 40.000 chilometri.
Usando questa storia fantastica come metafora possiamo riconoscere nella Terra il sistema centrale della pubblica amministrazione, nello spazio il sistema periferico degli
enti locali e nell’ascensore spaziale il sistema di e-government che li collega. La metafora è utile anche per caratterizzare l’effetto centrifugo del federalismo e quello centripeto del centralismo, con il ruolo di aggregazione dell’e-government. Così come la
costruzione dell’ascensore richiederebbe un enorme sforzo tecnologico, oltre che organizzativo e finanziario, a fronte del quale i vantaggi sarebbero di pari dimensione,
anche la realizzazione del sistema di e-government sta mostrando tutte le sue difficoltà. Per fortuna, nel nostro caso, la tecnologia necessaria è pienamente disponibile e
idonea allo scopo. Ciò che serve sono le risorse finanziarie e, in misura minore, un
contesto istituzionale al cui interno attuare un progetto così complesso.
Le difficoltà incontrate finora nell’attuazione dell’e-government derivano in larga misura proprio dalla natura e dagli obiettivi ambiziosi dell’e-government. A differenza
delle iniziative di informatizzazione messe in atto dalle singole amministrazione, centrali e periferiche, in cui l’obiettivo principale è la creazione di un sistema informatico
in grado di gestire i procedimenti amministrativi a carico dell’ente, l’e-government si
basa sull’idea di collaborazione e cooperazione applicativa tra amministrazioni diverse. Sfruttando questa forma di collaborazione collegamento diventa infatti possibile
realizzare servizi basati sulla divisione tra attività di sportello virtuale, offerte indistin-
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tamente al cittadino, e di trattamento del procedimento, svolte dall’amministrazione
titolare, in collaborazione con tutte le altre coinvolte nel procedimento stesso. L’egovernment è quindi uno strumento concettuale che facilita il dialogo tra cittadino e
pubblica amministrazione.
La creazione di un’infrastruttura richiede non solo abilità tecniche di progettazione,
come mirabilmente mostrato nel romanzo di Pierre Boulle “Il ponte sul fiume Kwai”,
ma anche di coordinamento. L’attuazione dell’e-government non sfugge a questa regola. Le strutture centrali dello Stato devono stringere accordi con le amministrazioni
locali che, a loro volta, devono aggregarsi per raggiungere la massa critica necessaria
per ottenere i vantaggi che derivano dallo stare insieme. L’aggregazione può essere
spontanea, e questo è il caso della Toscana, o favorita dal centro, sia esso regionale o
nazionale. Con questo spirito è stato predisposto e gestito il primo avviso per i progetti di e-government.
L’esistenza di forze centrali nel processo di aggregazione è stato e continua a essere
uno dei temi dibattuti. Per la loro natura, tradizionalmente statalista e centralista, i ministeri agiscono in un’ottica di aggregazione se non proprio forzata almeno fortemente
guidata. L’esempio della RUPA è significativo anche se ne esistono molti altri che
suffragano questa ipotesi (tra cui pubblica istruzione, ordine pubblico, immigrazione).
L’aspetto negativo sta nella mancanza di coordinamento che porta alla duplicazione
degli sforzi e alla sovrapposizione con le iniziative locali. Inoltre, la visione centrale è
difficilmente applicabile in maniera indiscriminata a tutti i contesti locali.
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Le iniziative di e-government richiedono la partecipazione delle strutture centrali e di
quelle locali per ragioni di efficienza e per ragioni costituzionali (principio di unicità
dell’amministrazione, parità di trattamento). Per aver successo, in termini di funzionalità, economicità ed efficacia, queste iniziative devono essere portate avanti con uno
spirito cooperativo degli attori coinvolti, vincolati al raggiungimento di livelli essenziali delle prestazioni, concernenti i diritti civili e sociale che devono essere garantiti
su tutto il territorio nazionale e stabiliti dallo Stato. Il federalismo, quindi, non deve
essere uno strumento di sperequazione sul territorio nazionale ma di supporto
all’innovazione e al miglioramento.
Un esempio che mostra la natura complessa delle azioni di e-government è la proposta di progetto preparata dal Consiglio Territoriale per l’Immigrazione di Firenze, relativo alla costituzione di uno sportello unico per l’immigrazione. Il progetto vede la
partecipazione di 40 enti, tra cui, in primo luogo, la Prefettura di Firenze, la Regione
Toscana, la Provincia e il Comune di Firenze, l’Università di Firenze, 15 comuni e
così via. L’obiettivo del progetto è la realizzazione di un sistema di erogazione di servizi in linea, per l’assistenza dei cittadini stranieri presenti sul territorio regionale toscano. Il coinvolgimento di numerosi enti di natura centrale e locale mostra la necessità di una stretta collaborazione sotto l’azione di mediazione e di coordinamento svolta, secondo i dettami della legge, dalle prefetture (oggi uffici territoriali del governo)
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L’ascensore spaziale ( ma forse possiamo chiamarlo un ponte per le stelle) non è stato
ancora costruito mentre i progetti di e-government cofinanziati dal primo avviso stanno partendo e, in alcuni casi, stanno già dando i primi risultati tangibili. Anche il federalismo sta muovendo i primi passi spinto dall’esigenza di contrastare la globalizzazione con forti iniziative locali che mirano ad accelerare i processi di innovazione. La
ragione di fondo è infatti il potenziamento del tessuto produttivo e la creazione di distretti locali in grado di competere in Europa e mondiale, senza pagare i costi
dell’inefficienza amministrativa.
La direzione è quella giusta ma la velocità di questi processi e le risorse allocate per la
loro realizzzione non sono ancora sufficienti per competere a pieno titolo nel contesto
mondiale. In questo senso è appropriato riportare una citazione di Lewis Carroll, tratta
da “Alice nel mondo dello specchio”:
“Ecco, nel nostro paese”, disse Alice, ancora ansando un po’, “se si corre
così velocemente per tanto tempo, come abbiamo fatto noi, è per andare in
un altro posto.”
“Che razza di paese!” disse la Regina. “Qui, invece, come vedi, puoi correre per tutto il tempo che vuoi, ma ti ritrovi sempre nello stesso posto. Se
vuoi andare in un altro posto, devi correre almeno due volte più veloce di
così”.
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