Il Malawi, piccolo paese incastonato tra il Mozambico, la Tanzania e
Transcript
Il Malawi, piccolo paese incastonato tra il Mozambico, la Tanzania e
©UNICEF/NYHQ05-1396/Nesbitt Il Malawi, piccolo paese incastonato tra il Mozambico, la Tanzania e lo Zambia, è uno degli Stati più poveri al mondo. Il 62 per cento della popolazione vive con meno di 1.20 franchi al giorno. La speranza di vita si arresta ai 55 anni e ogni anno 68 bambini su mille muoiono prima di aver compiuto cinque anni. Il paese è devastato da inondazioni e siccità, dalle conseguenti crisi alimentari e dalla diffusione a macchia d’olio dell’HIV/Aids. Si calcola che in Malawi sia contagiato fino a un milione di persone, uno dei dati maggiori su scala mondiale. Questo triste primato si riflette anche sulla struttura della popolazione: quasi la metà ha meno di 18 anni. Questa affermazione è più valida che mai in un paese giovane come il Malawi, poiché per promuovere lo sviluppo economico e sociale occorrono persone ben formate. L’istruzione dà ai bambini l’opportunità di prendere in mano la propria vita e di sottrarsi al circolo vizioso della povertà. Il governo ha riconosciuto questa evidenza e dichiarato l’istruzione un compito prioritario. Dal 1994, l’accesso alla scuola primaria è gratuito, il che ha comportato un forte aumento del numero di bambini scolarizzati. A questa rallegrante evoluzione si contrappone però la carenza di maestri, che pregiudica la qualità dell’insegnamento. Si calcola che attualmente manchino 30 000 docenti. La situazione è particolarmente grave nelle zone rurali, dove un solo insegnante deve spesso gestire pluriclassi con anche più di cento allievi. Con un numero tanto elevato di scolari, è difficile proporre un insegnamento di buona qualità. L’inadeguatezza di molte aule e la mancanza di materiale scolastico non fanno altro che accentuare i disagi. Poi, c’è anche il problema dell’HIV/Aids che esige il suo tributo soprattutto tra i giovani, limitandone le capacità lavorative. Nemmeno gli insegnanti sfuggono ai tentacoli del contagio: le assenze dovute a malattia o all’assistenza di congiunti infermi trasformano la scuola in una serie di lezioni a singhiozzo e ne minano la qualità. L’irregolarità dell’insegnamento e la sua qualità insoddisfacente inducono i genitori a impiegare i bambini come aiuto nei lavori agricoli invece di mandarli a scuola, che di conseguenza molti abbandonano precocemente. In Malawi, l’84 per cento dei bambini e l’86 per cento delle bambine in età scolastica incomincia la scuola primaria. A causa delle difficili condizioni di vita, la percentuale è però nettamente più bassa nelle regioni rurali. Soltanto un misero 10 per cento continua poi il ciclo superiore. L’UNICEF, in stretta collaborazione con governo, organizzazioni alleate e non governative, sostiene un programma di formazione del corpo insegnante e nelle zone rurali finanzia la realizzazione di centri di formazione con infrastrutture adeguate alle esigenze delle persone con handicap e nel rispetto degli standard della non discriminazione. Ognuno di questi centri può accogliere 540 studenti e comprende aule, una sala multiuso, una biblioteca, un laboratorio di lingua e informatica, un atelier di cucito e uno stabile amministrativo. È inoltre integrato un convitto con un orto proprio in cui alloggiano gli studenti che vengono dalle regioni discoste. Soltanto in questo modo è possibile assicurare la presenza di insegnanti qualificati in ogni parte del paese. La formazione dei futuri docenti dura due anni e mezzo e affronta in particolare le difficili condizioni di insegnamento nelle zone rurali. Gli studenti devono imparare anche a fungere da iniziatori nelle collettività dove saranno chiamati a lavorare e a farsi promotori di misure atte a migliorare la situazione alimentare e sanitaria, compresa la prevenzione dell’HIV/Aids. Ogni anno, usciranno 180 maestri con queste attitudini, un primo, importante passo per il miglioramento della qualità dell’insegnamento, la diminuzione degli allievi per classe e una solida istruzione delle generazioni a venire. Stato: marzo 2016