Rapporto annuale 2012 - amnesty :: Rapporto annuale

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Africa Subsahariana
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DUEMILA
Malawi
2_AFRICA SUBSAHARIANA_amnesty 2012 10/05/12 13.55 Pagina 116
RAPPORTO 2012
MALAWI
REPUBBLICA DEL MALAWI
Capo di stato e di governo: Bingu wa Mutharika
Pena di morte: abolizionista de facto
Popolazione: 15,4 milioni
Aspettativa di vita: 54,2 anni
Mortalità infantile sotto i 5 anni (m/f): 110‰
Alfabetizzazione adulti: 73,7%
Difensori dei diritti umani e altre persone critiche nei confronti del governo hanno subito
vessazioni e intimidazioni. Diversi esponenti della società civile sono stati costretti a entrare in clandestinità, a causa dell’aumento delle aggressioni contro chi criticava il governo. Proteste antigovernative sono state represse brutalmente e la polizia ha aperto il
fuoco sui manifestanti. Un emendamento al codice penale ha limitato ulteriormente la
libertà di stampa. Persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (Lgbt) hanno continuato a subire persecuzioni.
CONTESTO
Sono cresciute le tensioni durante l’anno, mentre la società civile continuava a esprimere
preoccupazione riguardo alle violazioni dei diritti umani, al deterioramento della situazione economica e alla cattiva gestione del governo.
L’Alto commissario britannico per il Malawi è stato espulso ad aprile, a seguito della diffusione pubblica di un dispaccio diplomatico, in cui descriveva il governo del presidente Mutharika come “autocratico e intollerante nei confronti delle critiche”. Il governo britannico
ha risposto espellendo il rappresentante del Malawi nel Regno Unito e congelando gli aiuti.
A luglio, il Regno Unito ha sospeso a tempo indefinito gli aiuti stanziati a bilancio generale
al Malawi, pari all’importo di 19 milioni di sterline, in linea con altri donatori internazionali
che avevano in precedenza sospeso o annullato i loro finanziamenti generali, adducendo
preoccupazioni riguardo alla gestione economica, la governance e i diritti umani. A seguito
della morte a luglio di 19 persone, dopo che la polizia aveva aperto il fuoco per disperdere
alcune proteste, gli Usa hanno ritirato i loro 350 milioni di dollari di aiuti.
In violazione del proprio obbligo giuridico verso la Corte penale internazionale, il Malawi
non ha provveduto ad arrestare il presidente del Sudan Omar Al Bashir, durante la sua
visita a ottobre in occasione di un summit sul commercio regionale.
REPRESSIONE DEL DISSENSO
Difensori dei diritti umani e altre persone critiche nei confronti del governo hanno subito
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vessazioni e intimidazioni come minacce di morte, effrazioni in casa e ufficio, attentati
con bombe incendiarie e altre aggressioni. Si sono verificate sospette irruzioni negli uffici
di Ngo. Minacce e aggressioni sono state compiute sia da persone identificate come vicine al Partito progressista democratico (Democratic Progressive Party – Dpp), al governo,
sia da uomini non identificati, ritenuti agenti della sicurezza di stato. Difensori dei diritti
umani intervenuti in forum internazionali e persone coinvolte nell’organizzazione di manifestazioni antigovernative hanno ricevuto pubblicamente critiche e minacce di violenza
e d’arresto da parte delle autorità di governo, compreso il presidente Mutharika.
A marzo, il presidente, rivolgendosi ai sostenitori del Dpp a un raduno trasmesso alla televisione e alla
radio, ha affermato che coloro che criticavano il governo sarebbero stati “lasciati nelle vostre mani [per]
garantire la disciplina in Malawi”.
Sempre a marzo, uomini non identificati armati di coltelli e machete hanno fatto irruzione di notte nell’ufficio
del Centro per i diritti umani e la riabilitazione e hanno costretto la guardia a condurli alla casa del direttore,
Undule Mwakasungura. La guardia è stata poi rapita, percossa e scaricata nell’area 18 di Lilongwe.
A luglio, il presidente ha minacciato pubblicamente di voler “stanare” i leader delle proteste antigovernative
che avevano avuto luogo in tutto il paese il 20 e 21 luglio.
Tra marzo e settembre, numerosi esponenti della società civile e accademici hanno denunciato di aver ricevuto minacce di morte. Tra questi c’erano Benedicto Kondowe della Coalizione della società civile per
un’istruzione di base qualificata; Dorothy Ngoma dell’Organizzazione nazionale delle infermiere e ostetriche
e la dottoressa Jessie Kwabila Kapasula, presidente del sindacato del personale accademico del Chancellor
College.
A settembre, uomini non identificati sono entrati con la forza nell’ufficio del Centro per lo sviluppo delle
persone cercando il direttore, Gift Trapence. Lo stesso mese, attentati con bombe incendiarie hanno colpito
le abitazioni o gli uffici di diverse persone critiche nei confronti del governo, tra cui il politico dell’opposizione Salim Bagus e gli attivisti Rafiq Hajat e il reverendo Macdonald Sembereka.
LIBERTÀ DI RIUNIONE ED ESPRESSIONE
A gennaio, è stato emendato l’art. 46 del codice penale per conferire al ministro dell’Informazione il potere arbitrario di vietare una pubblicazione, “nel caso in cui il ministro
abbia fondati motivi per ritenere che la pubblicazione o l’importazione di qualsiasi pubblicazione siano contrarie al pubblico interesse”.
Il 20 e 21 luglio in alcuni centri urbani, tra cui Blantyre, Lilongwe, Mzuzu e Zomba, si
sono svolte manifestazioni di protesta contro la cattiva gestione del governo, la carenza
di carburante e le violazioni dei diritti umani. Almeno 19 persone sono rimaste uccise e
diverse altre, tra cui bambini, sono state ferite dopo che la polizia ha aperto il fuoco per
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disperdere le proteste. Nella città settentrionale di Mzuzu, nove persone sono rimaste
uccise e decine di altre, tra cui bambini, hanno riportato ferite d’arma da fuoco. Circa
500 persone sono state arrestate in relazione alle proteste, compresi diversi attivisti per
i diritti umani, detenuti per brevi periodi il 20 luglio e rilasciati senza accusa.
Ventidue giornalisti hanno denunciato di essere stati percossi dalla polizia durante le
proteste. Almeno otto hanno riportato ferite gravi, dopo essere stati colpiti con calci di
pistola. A molti giornalisti che coprivano le proteste è stata distrutta l’attrezzatura, comprese macchine fotografiche e il materiale scritto, confiscato, distrutto o buttato via dalla
polizia. Due giornalisti, Collins Mtika e Vitima Ndovi, sono stati arrestati e trattenuti per
diversi giorni; entrambi hanno affermato di essere stati percossi dalla polizia. È stata
temporaneamente sospesa la messa in onda di quattro stazioni radiofoniche indipendenti
che coprivano le manifestazioni.
Il 14 ottobre, cinque attivisti: Billy Mayaya, del sinodo presbiteriano Nkhoma, e Habiba
Osman, un’avvocatessa dell’Ngo norvegese Church Aid, assieme a Brian Nyasulu, Ben
Chiza Mkandawire e Comfort Chitseko, sono stati arrestati dopo aver partecipato a una
manifestazione per chiedere al presidente Mutharika di indire un referendum per le elezioni anticipate.
DIRITTI DELLE PERSONE LESBICHE, GAY, BISESSUALI E TRANSGENDER
A gennaio, il Malawi ha emanato una legge che rende reato le relazioni sessuali tra donne.
Ad aprile due uomini, Stanley Kanthunkako e Stephano Kalimbakatha, sono stati incriminati per sodomia e grave indecenza ed erano in attesa di processo presso il tribunale
di prima istanza di Zomba. A maggio, a un raduno del Dpp a Lilongwe, il presidente Mutharika ha definito gli uomini gay “peggio dei cani”.
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