La Campagna uniti per i bambini, uniti contro l`hiv
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La Campagna uniti per i bambini, uniti contro l`hiv
La Campagna uniti per i bambini, uniti contro l’hiv Nel 2008 circa 1.4 milioni di bambini sono nati da donne sieropositive. In assenza di interventi di prevenzione la percentuale di rischio che il bambino contragga l’HIV durante la gravidanza, al momento del parto o attraverso l’allattamento al seno oscilla tra il 25 e il 45 per cento. Attualmente la conoscenza scientifica ed un pacchetto di interventi di provata efficacia possono ridurre tale percentuale di rischio sotto la soglia del 2 per cento. Tanto che nei paesi ad alto reddito, dove sono disponibili su larga scala gli interventi di prevenzione, si è arrivati alla eliminazione virtuale della trasmissione da madre a figlio dell’HIV. La prevenzione della trasmissione da madre a figlio dell’HIV è una delle priorità della Campagna Uniti per i bambini, Uniti contro l’AIDS lanciata dall’UNICEF e da UNAIDS nel 2005 per far sì che il problema dell’AIDS pediatrico fosse posto al centro dell’agenda internazionale e che i bambini non fossero più il volto nascosto della pandemia. Dalla fine degli anni ’90 l’UNICEF gioca un ruolo di primo piano nella prevenzione della trasmissione da madre a figlio del virus ed è stato in prima linea nella promozione del primo progetto pilota di prevenzione da madre a figlio dell’HIV, così come è in prima linea nel promuovere la conoscenza e nel fornire il supporto tecnico affinché le strategie di prevenzione e di cura dell’HIV pediatrico siano integrate nei programmi che promuovono la salute delle madri e dei neonati. Dalle prime iniziative pilota nel 1998, in una sola decade di realizzazione dei programmi di prevenzione della trasmissione da madre a figlio dell’HIV nei paesi a basso e medio reddito si sono ottenuti risultati positivi, tra i quali: • • la percentuale di donne incinte che effettuano il test per l’HIV è passata dal 7 per cento del 2005 al 21 per cento del 2008; questo significa che nei paesi a basso e medio reddito un numero maggiore di donne è consapevole del proprio stato di salute e di conseguenza può intraprendere le cure necessarie; nel 2008, il 45 per cento delle donne incinte sieropositive, nei paesi a basso e medio reddito, ha ricevuto i farmaci antiretrovirali per prevenire la trasmissione da madre a figlio dell’HIV ai propri figli rispetto al 15 per cento del 2005. Nonostante questi progressi, molto rimane ancora da fare. Nel corso del 2008, 430.000 bambini hanno contratto l’HIV prevalentemente attraverso la trasmissione verticale da madre a figlio. Il 91 per cento di questi contagi è avvenuto in Africa subsahariana. Senza appropriate cure e trattamenti più della metà dei bambini sieropositivi muore prima del compimento del secondo anno di vita. Per vincere la partita più importante nella lotta all’HIV/AIDS occorre garantire l’accesso universale ai servizi di prevenzione della trasmissione da madre a figlio dell’HIV. Chiedi al Governo italiano di aumentare il proprio sostegno per la lotta all’HIV/AIDS e che assicuri che la cooperazione internazionale sia adeguatamente finanziata sia per gli interventi di risposta umanitaria sia in materia di cooperazione allo sviluppo.