Ottobre
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Ottobre
In questo numero della nostra Newsletter ci occupiamo della Somalia: il Paese, già sconvolto da molteplici problemi politici e sociali, è entrato nel mirino dell'azione aggressiva degli attentati terroristici di matrice islamica. Le conseguenze peggiori di questo inasprimento delle azioni antigovernative ricade sulle parti deboli della popolazione, ovvero donne e bambini. Il prossimo appuntamento è previsto come di consueto per il mese di novembre. |BOLLETTINO DALL'AFRICA| AFRICA Somalia: attentati kamikaze e applicazione ortodossa della sharia Una situazione di giorno in giorno sempre più difficile quella della Somalia: il paese, già sconvolto dalle crisi politiche, sociali, economiche, dai pirati che ne minacciano le coste e dalle avversità con l’Etiopia, è ora al centro del mirino di una recrudescenza di attentati kamikaze che hanno colpito l’ambasciata etiopica, la sede Onu, il palazzo Presidenziale ad Hargeisa e il centro di polizia a Bosasso. Al momento della pubblicazione della nostra newsletter non è ancora possibile stimare un bilancio preciso delle vittime, che comunque superano le decine di unità e il cui numero aumenta di ora in ora. La matrice islamica degli attentati sembra certa, anche se non sono state fatte rivendicazioni ufficiali: tutti gli obiettivi colpiti sono considerati nemici storici degli islamici. Certo è, inoltre, che questi attentati sono stati mirati a distogliere l’attenzione anche dai lavori del vertice dell’IGAD, l'organizzazione sub-regionale di sviluppo dell'Africa orientale, fondato nel 1986 e composto da sette Paesi dell'Africa orientale (Eritrea, Etiopia, Gibuti, Kenya, Somalia, Sudan, Uganda), che proprio in questi giorni, a Nairobi, sta affrontando il tema della questione somala, con l’obiettivo di ricercare una possibile soluzione interna. E, infine, gli attentati possono essere anche la risposta all’intesa tra governo di transizione di Mogadiscio e i gruppi dell’opposizione dell’Alleanza per la ri-liberazione della Somalia, firmata in questi giorni, con la quale è stato stabilito il cessate il fuoco e il progressivo ritiro delle truppe etiopiche che occupano il paese ormai dal 2006. Come sempre, quando un paese soffre, sono le componenti più deboli della popolazione che per prime ne pagano le conseguenze: è di pochi giorni fa, la terribile notizia dell’avvenuta lapidazione di una donna somala per adulterio. E’ successo a Chisimaio, città portuale della Somalia meridionale a pochi chilometri da Mogadiscio. Asha Ibrahim Dhuhulow aveva solo 23 anni. Un tribunale fondamentalista delle deposte Corti islamiche ne ha ordinato l’efferata esecuzione dopo un processo sommario che, secondo la testimonianza dei parenti della vittima, non si è svolto secondo le regole coraniche: una donna non può essere condannata a morte per adulterio, infatti, se al processo non si sono presentati l’uomo con cui ha avuto rapporti sessuali e quattro testimoni del fatto. Asha è stata coperta di un velo verde, è stata legata mani e piedi e così imprigionata è stata buttata in una buca, dove ha subito la terribile morte per lapidazione alla presenza di centinaia di persone. Per ben tre volte i militari l’hanno tirata fuori per verificarne l’effettivo decesso. Ma la tragedia si è macchiata di un ulteriore dramma: ad un tratto, straziati dalle urla della donna, alcuni parenti si sono scagliati sul luogo del delitto per cercare di soccorrerla, ma le guardie hanno reagito sparando all’impazzata sulla folla e nel caos un bambino è stato ucciso. Questo è il primo episodio del genere di cui si abbia notizia in Somalia da due anni a questa parte: da prima cioè che, alla fine del 2006, le truppe del governo transitorio di Mogadiscio sconfiggessero le Corti islamiche con il determinante appoggio militare dell'Etiopia. I ribelli hanno intrapreso una guerriglia difficile da contrastare, e lo scorso agosto si sono rimpadroniti di Chisimaio, imponendovi leggi ispirate alla piu' sorpassata concezione dell'Islam: in città, per esempio, e' proibita qualsiasi forma di svago perché considerata blasfema. E così, mentre grazie alla “Carta di Arta”, voluta dal movimento femminista somalo, per la prima volta nella storia è stato possibile istituire una “quota rosa” che ha permesso a 25 donne di entrare nel Parlamento transitorio, risultato davvero sorprendente in un Paese che prima vedeva limitata a uno o due casi la propria rappresentanza politica femminile, in Somalia la condizione delle donne sembra ancora lontana dal potersi considerare sulla via dell’emancipazione. "Sesto clan", la rete di donne somale nata perchè le donne si riappropriassero del processo di pace in Somalia e partecipassero ai processi decisionali a livello locale e nazionale ha lavorato assiduamente in questi ultimi anni per dar voce e risonanza al movimento femminista. Ma in Somalia "C'è ancora una crisi di sicurezza politica e umanitaria in Somalia” come dice Asha Elmi, parlamentare somala, una delle ideatrici di “Sesto clan” che così conclude “L'unico modo per uscire da questo disordine è attraverso la riconciliazione e il dialogo. Penso che solo attraverso il colloquio e le azioni nonviolente si possa ottenere una pace duratura. La Somalia ha bisogno di una soluzione politica a lungo termine, durevole e concreta: una soluzione politica che può essere creata solo attraverso una riconciliazione inclusiva per tutti". |PROGETTI DELL' ASSOCIAZIONE E VIAGGI| Africa - Repubblica Democratica del Congo L'Associazione continua il suo impegno per la realizzazione dei progetti in questo paese anche grazie al partenariato con il Comune di Siena. Il nostro cooperatore Carlo è appena rientarto dal Congo dove ha seguito da vicino i seguenti progetti: • Il Progetto di sviluppo agricolo, nella periferia di Kinshasa, che ha lo scopo di dare autosostentamento ad un centro di accoglienza per minori e di promuovere lo sviluppo agricolo locale, aiutando i contadini autoctoni a incrementare il proprio reddito familiare. • Il Progetto sociale per bambini rinchiusi con le proprie madri nel carcere di Kinshasa, che prevede l'avvio di un centro di accoglienza nel carcere di Makala, a Kinshasa, che provveda all'educazione, all'istruzione e al mantenimento dei bambini le cui madri sono rinchiuse in carcere, per tutto il periodo di detenzione delle stesse. · Il Progetto sanitario a Kindu, nella provincia di Bas-Congo, che si propone di costruire e allestire un dispensario medico in una zona del paese in cui il centro sanitario più vicino si trova a 50 Km ed è raggiungibile solo a piedi. Il progetto prevede la costruzione del centro e l'acquisto dei materiali sanitari. Africa- Burkina Faso Il progetto per il Centro di Recupero ed Educazione Nutrizionale di Tougouri, nel Burkina Faso, propostoci dall'associazione Bhalobasa (www.bhalobasa.it), prevede la ristrutturazione e l'ampliamento del Centro per accogliere e curare bambini fortemente malnutriti e dare una formazione alle madri su una giusta e corretta alimentazione per i propri figli. Il nostro cooperatore Carlo si è recato anche in Burkina per monitorare il proseguimento dei lavori. India - Morapai West Bengala Continua la collaborazione con l'Associazione Bhalobasa, per proseguire gli interventi nel villaggio di Morapai. Si sta valutando la possibilità di un intervento integrato in favore delle seguenti strutture: dispensario medico già attivo (equipaggiamento di apparechiature mediche e arredi), dormitorio per ragazzi, che ospita studenti che abitano in luoghi lontani dalle strutture scolastiche, al fine di favorirne l'istruzione e scoraggiare l'abbandono scolastico (ampliamento della struttura già esistente), laboratorio tessile del villaggio (riattivazione dello stesso al fine di incrementare l'occupazione delle donne di Morapai). Prosegue la fase di verifica d'intervento e il costante contatto fra i membri delle associazioni coinvolte. |COMUNICAZIONI| • Se avete voglia di riempire con delle vostre idee lo spazio "SPUNTI DI RIFLESSIONE", inviateci il materiale al nostro indirizzo email: [email protected] |COME AIUTARCI| Chiunque voglia sostenere uno dei progetti che l'associazione "Il Fuoco del Futuro" onlus sta portando avanti, può farlo precisando nella causale per quale progetto è stata fatta la donazione. Per le donazioni le nostre coordinate sono: BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA c/c n. 7669.41 abi 01030 cab 14203 cin F CONTO CORRENTE POSTALE intestato a: "Il Fuoco del Futuro - Onlus" n. 84156892 |LINK| http://www.ilfuocodelfuturo.it Associazione Bhalobasa http://www.bhalobasa. Se non vuoi ricevere più le nostre newsletter invia una email a [email protected] Associazione "Il Fuoco del Futuro", via Achille Sclavo n. 9/a Siena.