Lo stato in Africa - Università degli Studi di Milano

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Lo stato in Africa - Università degli Studi di Milano
Lo stato in Africa
Giovanni Carbone
Università degli Studi di Milano
[email protected]
Gli stati falliti
uno “stato fallito” è un’entità di tipo statuale che non è in grado di
utilizzare la coercizione e di controllare con successo gli abitanti di un
determinato territorio
e.g. Afghanistan, Somalia, Libia, Iraq, Congo, etc.
Fragile States Index 2015 (Fund For Peace)
Fonte: BBC News
La Somalia come «stato fallito»
“nel 1993 ho svolto un’attività di soccorso presso Baidoa, in Somalia. Era un
periodo in cui lo stato somalo era davvero crollato: non c’era nessun esercito,
nessuna burocrazia statale, nessuna forza di polizia, nessuna magistratura e
nessuno stato a fornire l’energia elettrica, l’acqua, la manutenzione delle
strade, delle scuole o dei servizi sanitari. Il mio passaporto era pieno di timbri
d’uscita e d’ingresso dal Wilson Airport di Nairobi [Kenya], il punto di
partenza per Baidoa, ma non vi era alcuna prova che io fossi mai stato in
Somalia, perché non c’era alcun controllo all’immigrazione che potesse
timbrare il mio passaporto. Scendevo dall’aereo e, semplicemente, superavo i
cancelli dell’aeroporto per andare in città. … [In] Somalia durante questo
periodo … i pozzi d’acqua erano sorvegliati da bande armate, il gasolio era il
bene più prezioso e i “technicals” – gli onnipresenti veicoli pick-up con
pesanti mitragliatrici montate sui vani posteriori – girovagavano per le strade
in cerca di guai” (Nest 2002, VI).
«Living in a recovering failed state like Somalia means being innovative … At The Village
Restaurant … a charcoal-powered Italian espresso machine brews Somalia's best cappuccino»
(BBC News 23 ottobre 2012)
1960 indipendenza (unificazione Somalia Italiana e Somalia Britannica)
1969 golpe del Generale Mohamed Siad Barre
1977-78 Guerra dell’Ogaden con l'Etiopia
proxy war: ‘guerra per procura’ durante la Guerra fredda?
passa dall’Unione Sovietica agli Stati Uniti
Dall’instabilità interna al crollo dello stato:
1991 Siad Barre (detto il «Sindaco di Mogadiscio») è cacciato da Aidid
1990s guerra civile, con milizie e c.d. “signori della guerra” + carestia
1992 missione umanitaria ONU (Operazione Restore Hope, sotto
controllo USA, con partecipazione italiana)
1993 (ottobre) Battaglia di Mogadiscio: fallisce raid truppe US volto a
catturare vertici della fazione di Aidid (Black Hawk Down)
1993-1994 ritiro e cambiamento politica estera degli Stati Uniti
2002 trattative di pace di Arta (Gibuti) e governo di transizione: in Kenya!
2004 pace di Nairobi (Kenya) e nuovo Governo Federale di Transizione (GFT)
2006 il Consiglio Supremo delle Corti Islamiche (CSCI/UIC)
assume il controllo di Mogadiscio
US pro-alcuni «signori della guerra» (secolari) contro CSCI/UIC
2006 (giugno) CSCI/UIC sconfigge i signori della guerra e li espelle da Mogadiscio
2006 (dicembre) l’Etiopia invade la Somalia in sostegno al GFT e appoggiata da
attacchi aerei degli Stati Uniti: CSCI/UIC espulse da Mogadiscio
2007 AMISOM: mandato UN e truppe AU da Uganda/Burundi (Kenya 2012)
scontro con milizie fondamentaliste (al-Shabaab e Hizbul-Islam) nel centro-sud
2009-10 al-Shabaab sconfigge e assorbe Hizbul-Islam
2011: picco 237 attacchi pirateria (poi calo: 75 2012, 15 2013); carestia in parte del sud
2011-12 al-Shabaab perde terreno (incluse Mogadiscio e Kisimayo) contro truppe di
Kenya (intervenuto nel sud in reazione a rapimenti), AMISOM (AU) e governative
2012: costituzione provvisoria e nuovo Governo Federale (fine transizione) con
presidente Hassan Sheikh Mohamud eletto da parlamento; elez. 2016?
2013 Westgate Shopping Mall a Nairobi (72 morti), 2015 Garissa University College (148)
2014 truppe Etiopia integrate in AMISOM (attualmente ca. 21.000 soldati)
Fonte: BBC News, 24 Nov. 2015
Le radici della debolezza dello stato
in Africa
Due tipi di sistemi politici in epoca precoloniale:
A.
società di tipo statuale premoderne
ƒ
B.
società “senza stato” (stateless), “acefale”
ƒ
ƒ
ƒ
autorità centralizzata e gerarchie amministrative
società segmentarie: “l’anarchia ordinata” da clan, lignaggi e anziani
elementi egualitari, ma anche differenziazione e gerarchie
innumerevoli forme intermedie e variazioni nel tempo
↓
entità di tipo statuale presenti solo a macchia di leopardo:
un continente non interamente suddiviso in stati
Perché?
ƒ
scarso surplus economico: no risorse per sostenere strutture statali
ƒ
bassa densità di popolazione: scarso controllo centrale e
ambiguità/flessibilità dei confini
Densità di popolazione
variabile e in forte crescita,
ma spesso ancora bassa.
Rwanda Giappone Italia Nigeria Cina Stati Uniti Angola Ciad Centrafrica 464 ab./km2
350 ab./km2
202 ab./km2
185 ab./km2
144 ab./km2
34 ab./km2
17 ab./km2
10 ab./km2
7 ab./km2
(WDI, rif. 2012)
Population density 2010 (Fonte: AEO 2015)
Fortissima espansione demografica in corso
• 950m africani nel 2015 → 2,1 miliardi nel 2050
• aspettative di vita in aumento, ma lento declino della fertilità
Fonte: UN Population Division
(Online database, April 2014)
Lo stato precoloniale africano tipico:
“includeva tre sfere territoriali:
ƒ lo stato vero e proprio,
ƒ la sua periferia composta da principati semi-autonomi
ƒ e, al di là di essi, un ambito generico di influenza …
I confini dello stato non erano chiari, e si conoscono casi di
principati semiautonomi che dipendevano contemporaneamente da
due stati confinanti e che pagavano tributi a entrambi.
Una ragione del carattere indefinito dei confini sta nel fatto che in
molte zone la terra era abbondante e che il fattore che costituiva un
limite alla produzione era il lavoro.
Gli stati esercitavano quindi la loro sovranità sulla popolazione, e
rivendicavano con relativa precisione l’insediamento di certe
popolazioni, ma non facevano altrettanto con il territorio … Il
territorio … lo definiva … la terra che le popolazioni degli
insediamenti soggetti erano in grado di utilizzare” (Vansina 1979:19)
L’imposizione
dello stato coloniale
The British Colossus (1892):
Cecil Rhodes straddling
Britain’s possessions
ƒ
la Conferenza di Berlino (1884-85)
e la spartizione del continente
ƒ
l’occupazione ‘formale’/ ‘giuridica’ e la griglia dei confini:
riduzione dei costi di conflitti e amministrazione
ƒ
modalità di amministrazione: l’indirect rule (governo indiretto),
prevale su “assimilazione”
ƒ
invenzione di tradizioni ed etnicità: l’accentuazione delle divisioni
ƒ
contrapposizione tra due classi dirigenti / elite indigene: tradizionali
e modernizzatrici
La spartizione coloniale
dell’Africa
Guerra e stato in Africa
Le origini degli stati africani contemporanei
• da una spartizione coloniale ‘formale’/‘giuridica’ di fine XIX secolo alla
griglia dei confini dei ‘nuovi stati’ indipendenti negli anni ’60
• il regime internazionale post-coloniale: risoluzioni ONU n.1514 e
n.1541 (1960) e Dichiarazione del Cairo (OUA 1964)
↓
riconoscimento esterno de jure ha:
¾ delegittimato le alterazioni dei confini
¾ contenuto la minaccia di guerre interstatali/secessioni
¾ disincentivato la costruzione di istituzioni statali
¾ preservato stati inefficaci e con debole identità nazionale
La guerra nell’Africa indipendente è stata prevalentemente guerra
interna agli stati, non guerra tra gli stati
• la guerra è stata sintomo e causa della debolezza dello stato in Africa,
e non meccanismo di selezione e rafforzamento degli stati come in Europa
The Economist, 27 settembre 2014.
Sud Sudan:
la nascita di un nuovo stato
Sudan: territorio enorme, in parte desertico,
scarsamente popolato e molto eterogeneo
1955-72 & 1983-2005: guerra civile nord/sud
• nord arabo-musulmano vs. sud cristiano/animista
• divisioni accentuate da amministrazioni coloniali britanniche separate nord/sud
1989 colpo di stato del Brig. Omar Al-Bashir
1998 missili US contro ‘fabbrica armi chimiche’: svolta
2005 pace di Nairobi, dopo negoziati promossi da US
• power-sharing + amministrazione autonoma transitoria Sud Sudan + referendum
• nodi irrisolti (Abyei)
2011 (9 gennaio) referendum (98,8 % i ‘sì’) e indipendenza «Sudan del Sud»
• conflitto Sudan vs. South Sudan
• conflitto interno dal 2013: presid. Salva Kiir vs. ex-VP Riek Machar (in parte dinka vs.
nuer)

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