Scarica - E. Montale

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Scarica - E. Montale
Giornale studentesco del Liceo Ginnasio E. Montale
Redazione autogestita e divulgazione ad uso interno agli Istituti scolastici
anno XVI
Terzo numero
Giugno 2010
T itolo br ano pr incipale
Editoriale
Salve Bella Gente!!!!!
Come promesso, ci siamo tutti impegnati per creare
questo terzo ed ultimo numero per allietarvi e per rendere ancora più piacevoli le vacanze estive, vista la
presenza di numerosi “Ipse Dixit”, uno più divertente
dell’altro!!!
Quindi speriamo quest’estate di vedervi distesi in
spiaggia, sotto un ombrellone, con il nostro caro giornale in mano...
Buone vacanze a tutti!!!
Gaia Mazzon e Gianmarco Zamuner
TIPOLITOGRAFIA COLORAMA s.n.c.
Di Fani Fabio e Pelizzon Gianluca
30027 SAN DONA’ DI PIAVE (VE) Via Garda 13– tel. 042140225
fax 0421 224749
www.tipografiacolorama.com - e mail: [email protected]
Sommario
U
L
t
I
m
O
L’attualità
L’acqua: diritto o bene di consumo?
di Alice Puppin
…………………………………………
pag. 4-5
Violenza negli stadi: fenomeno da evitare
di Letizia Babbo
…………………………………………..
pag. 6
..…………………………………………
pag. 7
Campioni d’Europa
di Giorgia Lunardelli
Il messaggio subliminale
di Pietro Vallese
…………………………………………
pag. 8
Il pericolo sta nelle nostre tasche
di Elena Degan
………………………………………..
pag. 9
………………………………………..
pag. 10
I wanna rock
di Vera Buffolo
Lo stato delle ragazze madri
di Giulia Callino
………………………………………...
pag. 11
Il Montale e dintorni.
Il coro: vivere la musica
di Cristina Cavarra
……………………..
pag. 12
Itaca, il viaggio dei viaggi…
di Veronica Teso
B
A
n
C
O
……………………
pag. 13
“Ultimo Banco” è il giornale studentesco del Liceo Ginnasio “E.Montale”, e della scuola fa parte la
redazione. L’attività è autogestita dagli studenti. La divulgazione di questo giornale è ad uso interno
agli istituti scolastici.
La redazione
Direttori responsabili
Gaia Mazzon & Gianmarco Zamuner
Resp. comunicazioni succursale
Debora Gloria Gnes
Collaboratori Michela Bortolotto, Riccardo Manzato, Andrea Ceolin, Senny, Paolo Colosso, Chiara Perer, Sara Prestera, Alice Ferrazzo, Alessia Cicogna, Luisa Lanzetta, Federica
Vecchies, Andrea Vendramini, Nicolò Striuli, Michele Di Gesù, Pietro Vallese, Letizia Babbo, Stefano Battiva, Majda Elofairi, Giorgia Lunardelli, Matteo Manesso, Diego Scantamburlo, Richard Puppin, Enrico Maria Sebastiano Davanzo, Giulia Callino, Elena Degan, Veronica
Teso
Sede legale
Stampa
Liceo Ginnasio “E. Montale”
Viale Libertà, 18
30027 San Donà di Piave (VE)
Tipolitografia Colorama s.n.c.
Via Garda, 13
30027 San Donà di Piave (VE)
Per ottenere informazioni, [email protected]
Oppure, contattare [email protected] (mail Gianmarco Zamuner)
Chiuso in redazione il giorno Maggio 2010
Per le eventuali involontarie violazioni della proprietà letteraria ed artistica siamo sin da ora disponibili ad una equa transazione (legge 662/96)
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ULTIMO BANCO- anno XVI
Terzo numero. Giugno 2010
Momenti di creatività.
Favoleggiando la vita
di Elena Degan
……………………………
pag. 14
Lentamente muore
a cura di Chiara Perer
……………………………
pag. 15
……………………………
pag. 16
Un’allegoria
di Michele Di Gesù
Giochi.
Ipse Dixit
.…………………………………...…...
Un rimedio per le calde giornate d’esate
pag. 16-17
di Gaia Mazzon
pag. 18
.……………………………………………
Aspettando l’estate…
di Gianmarco Zamuner
...…………………………………………..
pag. 19
………………………………………..
pag. 20
Cruciverba& rebus
a cura di Paolo Furlan
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Attualità
ULTIMO BANCO – anno XVI
Attualità.
L’acqua: diritto o bene di consumo?
di Alice Puppin II D
La compagnia milanese Itineraria porta a San Dona’ il suo
spettacolo, premiato con targa
d’argento dal Presidente della
Repubblica nel 2006, a proposito del “valore” dell’acqua, che
sembra destinata a diventare il
nuovo “oro blu”.
Lo scorso 8 maggio il centro culturale Leonardo Da Vinci ha ospitato la rappresentazione dello
spettacolo teatrale “H2Oro”, destando l’attenzione nei confronti
di un problema, quello della gestione dell’acqua, di estremo interesse per ogni cittadino, eppure
trattato poco dall’informazione.
“Uno spettacolo”, scrive il direttore della compagnia Roberto
Carusi, “di teatro-documento per
sostenere il diritto all’acqua per
tutti, per riflettere sui paradossi e
gli sprechi del “Bel Paese”, per
passare dalla presa di coscienza a
nuovi comportamenti”.
“È ormai tempo di considerare
l'accesso all'acqua potabile e ai
servizi sanitari nel novero dei
diritti umani, definito come il
diritto uguale per tutti, senza di-
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scriminazioni, all'accesso ad una
sufficiente quantità di acqua potabile per uso personale e domestico…”, così recita il rapporto del
consiglio dell’ONU sui Diritti
Umani del settembre 2007.
L’accessibilità dell’acqua, un bene necessario alla vita, un fondamentale elemento costituente della natura, dovrebbe essere
garantita a tutti, deve essere
riconosciuta come un diritto
fondamentale di ogni uomo;
eppure ogni giorno 30.000
persone nel mondo muoiono
a causa della mancanza d’acqua o della sua cattiva igiene.
La consapevolezza dell’importanza di questi temi dovrebbe ormai essere radicata
nell’opinione pubblica, ma le
politiche di gestione dell’acqua in Europa oggi sembrano
muoversi in una direzione che in
linea di principio si contrappone
al suo riconoscimento come diritto: la privatizzazione. In Italia in
particolare un altro passo verso la
privatizzazione dell’acqua potabile è stato mosso nel novembre
dello scorso anno, in seguito all’
approvazione del cosiddetto Decreto Ronchi. Questa legge modifica ed integra la norma precedente che già consentiva la presenza di gestioni private, ma agisce in modo più restrittivo a favore dell’aumento di queste ultime.
L’affidamento del servizio pubblico avverrà o mediante concorso a società private o a partecipazione mista pubblica e privata a
condizione però che la componente privata possieda azioni non
inferiori al 30-40%, ottenendo
così di fatto il controllo della società.
Lo spettacolo, fatto di diversi monologhi recitati dall’attore Fabrizio de Giovanni, di letture e di
filmati, verte proprio sul riconoscimento dell’acqua come diritto
dell’umanità e sui pericoli e le
contraddizioni che la sua privatizzazione comporterebbe o ha già
comportato.
Nel corso dello spettacolo questi
temi sono supportati da efficaci
esempi concreti quali conflitti
nati tra le nazioni a causa dei loro
interessi nei confronti di sorgenti,
laghi o fiumi, le situazioni spesso
problematiche di alcune realtà in
cui si è proceduto alla privatizzazione (la rivolta della popolazione a Cochabamba-Bolivia, preoccupata dall’esorbitante levitazione delle tariffe per il consumo
dell’acqua), l’esempio negativo
delle multinazionali che già controllano la distribuzione dell’acqua. Le acque in bottiglia, ci rivelano all’interno di uno dei monologhi, sono in molti casi meno
“pure” dell’acqua del rubinetto
perché i parametri di controllo
sono meno restrittivi nei loro confronti, eppure l’informazione,
probabilmente a causa di interessi
economici, non fa nulla per sfatare la convinzione apparentemente
diffusa tra la gente che l’acqua
del rubinetto non sia “buona”.
Coloro che sostengono la validità della legge affermano che la
liberalizzazione della gestione
dell’acqua, attraverso il meccanismo di competizione proprio del
mercato, porterebbe ad un
Attualità
ULTIMO BANCO – anno XVI
miglioramento delle strutture,
della qualità e della distribuzione
idrica. La gestione pubblica del
sistema idrico in Italia non è certo
un esempio di efficienza e sicurezza ed è indubbio che, comunque vadano le cose, sarà necessario uno sforzo verso il miglioramento. Tuttavia i sostenitori dell’
“acqua pubblica” portano a sostegno della loro tesi non solo le
motivazioni di principio, ma sostengono anche che le realtà dove
la privatizzazione è già in atto,
non hanno di fatto migliorato le
condizioni di gestione ed affermano che non nemmeno ci sarà
alcun vantaggio economico per le
famiglie (Adusbef e Federconsumatori prevedono un aumento del
prezzo dell’acqua per le famiglie
del 16%).
Secondo Vandana Shiva, fisica
quantistica ed economista, attivista ed ambientalista, “La privatizzazione dell’acqua è la ricetta per
creare la sete,… i doni della natura devono essere di tutti, devono
essere condivisi da tutti, la privatizzazione, qualsiasi essa sia, è un
furto”.
Il numero di coloro che si oppongono alla privatizzazione dell’acqua in Italia è davvero notevole,
tanto che il 31 marzo sono stati
depositati presso la Corte di Cassazione di Roma i quesiti per i tre
referendum che chiedono l’abrogazione di tutte le norme “che
hanno aperto le porte della gestione dell’acqua ai privati e fatto
della risorsa bene comune per
eccellenza una merce”. La raccolta di firme necessaria all’accettazione della richiesta iniziata ad
aprile, stando a quanto scrive il
sito ufficiale della raccolta referendaria, ha già raccolto più di
600.000 (quando la soglia minima è di 500.000), e resterà aperta
ancora fino a luglio.
Insomma sembra che l’opinione
pubblica stia riconoscendo i rischi di questa privatizzazione che
potrebbe trasformare l’acqua da
diritto fondamentale dell’uomo in
merce, in nuovo”oro”, “oro blu”.
a.l.
Lunardelli Angelo s.n.c.
Via delle Industrie, 5
30020 Fossalta di Piave
Tel +39 042167222
Fax +39 0421679642
www.lunardelli.net - e-mail: [email protected]
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Attualità
ULTIMO BANCO – anno XVI
Violenza negli stadi: fenomeno da evitare
di Letizia Babbo IVB
Domenica 9 Maggio; Genoa –
Milan 1 – 0: partita disputata a
porte chiuse.
“L’estetica è la grande sconfitta
della giornata”, scrive la Gazzetta. Il Milan infatti, si è guadagnato il terzo posto in classifica
nonostante il ko al Marassi, e vola dritto dritto ai preliminari dell’Europa dei Grandi del prossimo
anno: Sarebbe stata piena festa se
non avessero disputato la partita
tra tribune e spalti completamente
vuoti. Così, giocatori ed allenatori, sono tornati sotto la doccia con
l’amaro in bocca per non essersi
gustati i cori d’incitamento dei
loro supporters. I tifosi sono
infatti il cuore pulsante della
squadra al giorno d’oggi, ma il
rischio di eventuali scontri tra
tifoserie durante un match è troppo alto per garantire una domenica di sano calcio allo stadio. Sì,
perché cori volgari, striscioni che
inneggiano al razzismo e alla violenza, bombe-carta e fumogeni
possono rovinare il bello di 90
minuti di svago, trasformandoli in
un vero e proprio incubo.
Gli animi dei tifosi sono troppo
accesi, e le forze dell'ordine sono
costrette a scendere in campo per
sedarli, spesso arrivando troppo
tardi tra gli spalti a placare la vera
e propria guerriglia che si crea tra
le due fazioni di ultrà, una volta
messa in atto la malefica coreografia della discriminazione.
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Un episodio fresco di Gazzetta da
mettere in risalto è, sempre domenica 9, quello scatenato da
alcuni tifosi juventini, che, con un
grande striscione, hanno appoggiato il capitano della Roma
Francesco Totti nel suo gesto, il
famoso “calcione” sullo stinco
dell’interista Mario Balotelli,
scrivendo “Totti
uno di noi”.
Chi è alla bandierina per battere il
corner è a meno di un metro di
distanza dal pubblico.
Perché allora, il nostro tifo diventa una sorta di minaccia nei confronti di altre persone, una volta
toccato l’argomento “calcio”?
Perché da noi ci si accoltella per
un gol in fuorigioco?
Ma da dove nasce
questa voglia di
comunicare le proprie idee usando la
violenza, anche
solo manifestata a
parole?
Come impareranno
qui in Italia i nostri
figli a non associare la parola
“calcio” a “paura”
e “violenza”?
Ormai siamo riconosciuti anche
al di fuori del nostro Paese in fatto di tifosi troppo, come dire…
accesi.
Nei nostri stadi, tra i seggiolini ed
il campo, tra curve ed anelli vari,
sono oramai di norma le recinzioni di sicurezza, il filo spinato e
lastre di plexiglas invalicabile.
Allo Stamford Bridge di Londra,
per esempio, il Chelsea o l’Arsenal giocano a stretto contatto con
gli spettatori:
Cari tifosi, sappiamo tutti che le
partite di calcio settimanali sono
come le ciliegie estive: una tira
l’altra, tra campionato da Oscar e
Champions fatale. Ma bisogna
per forza macchiare la bellezza di
questo sport con atti rozzi e vandalici? Bisogna per forza rovinarsi la vita per sostenere che l’Arbitro era da circo??
l.b.
Attualità
ULTIMO BANCO – anno XVI
Campioni d’Europa
di Giorgia Lunardelli IV B
Il tempio del calcio "Santiago
Bernabeu" si illumina d'immenso
per l'apoteosi nerazzurra.
Una vittoria agrodolce per
Massimo Moratti e José Mourinho:
trovarsi, innamorarsi, dirsi addio fra le lacrime…
Il cielo torna nuovamente a tingersi di nerazzurro, milioni di
tifosi vedono realizzarsi il sogno
fino a poco tempo fa solo una
semplice illusione e l'Inter torna
finalmente a volare…
Dopo ogni lumnga attesa la corazzata interista, capitanata dal
grande allenatore portoghese José
Mourinho, conquista a Madrid la
terza Coppa dei Campioni, dopo i
due successi consecutivi nel 1963-1964 e 1964-1965. ottenuti dalla leggendaria coppia costituita
da Angelo Moratti e dal "mago"
Helenio Herrera. Quando capitani
coraggiosi, come Armando Picchi, alzavano al cielo il trofeo più
ambito d'Europa.
Proprio a Madrid la grande Inter,
la formazione "vincitutto" degli
anni sessanta, otteneva uno splendido, indimenticabile successo.
Oggi, però, quarantacinque anni
dopo. l'eroe della serata spagnola
è lui, il latin lover Diego Milito,
nato in Argentina il 12 giugno
1979. Un principe del sogno, come viene appellato, affascinante,
sicuro di sé statuario sul suo cavallo bianco, come il grande Napoleone Bonaparte.
Il Bayern Monaco, che di Coppe
dei Campioni ne ha vintequattro,
esibisce il suo wrestling. Ma
Robsen, Olic, Klose, Gomez,
Muller, Altintop, non sono di certo John Cena, the Undertaker,
Rey Mysterio, Eddie Guerrero,
Batista, Big Show& Company.
La mossa finale "frog splash"non
si è vista. Legnosi, arcigni, cercano in qualunque modo di tenere
sotto controllo la fame dei giocatori dell'Inter, riuscendoci nei
primi dieci minuti. Ma poi franano nel pantano artificiale costruito dal mago della panchina, , José
Mourinho.
Una palude dalla quale non se ne
viene fuori. Le sabbie mobili, col
passare del tempo, inghiottono
fameliche tutti i sogni di riscatto.
L'astronave bavarese va a sfracellarsi sulle rocce aguzze di un pianeta sconosciuto, quando milito
"divino piede rapido" riceve palla, invita l'incolpevole Butt all'uscita e lo trafigge per due volte
nell'angolo più lontano. Fine delle
trasmissioni.
Sono davvero di pessimo umore i
migliaia di tifosi tedeschi accorsi
per assistere all'evento… Stizziti,
con gli occhi impastati di sonno,
fanno capolino sugli spalti.
Mister Van Gaal non ci sta a perdere così e ordina la carica dei
101.
La pressione sale di tono e sembra che possa creare problemi
all'Inter con una magia di Robben, che comunque viene salutata
con scroscianti applausi.
Sono i tedeschi ora i padroni del
gioco.
Ma la retroguardia vigila e non
succede più nulla.
C'è spazio per l'unico giocatore
italiano: Materazzi. entrato durante gli ultimi minuti della ripre-
sa che riesce a toccare qualche
palla prima della fine del match.
Poi gli applausi, gli abbracci, i
baci, le pacche sulla spalla, le
sportive strette di mano ed ancora
le corse con la coppa che Michel
Platini ha consegnato nelle mani
di Capitan Zanetti.
Poi le interviste, sempre da decifrare. Ognuno capisce che gli fa
comodo.
Ma il grande Mister dei "tres tituli" resta o se ne va al Real Madrid?
«Sono l'uomo più felice del mondo, abbiamo realizzato un sogno.
L'Inter è la squadra famiglia, ho
vissuto questo giorno nel modo
più equilibrato possibile… io cerco di essere il più freddo possibile, cerco le motivazioni, il lavoro
a Milanoè stato fatto, sono entrato nella storia dell'Inter, ma non
voglio parlare molto perché poi
se piango dio pià di quello che
vorrei…»
Ovvero che lascerà l'Inter eche
cercherà di vincere la Champions
con tre squadre diverse. Queste le
dichiarazioni de CT dell'Iner, José Mourinho, davanti alle telecamere della Rai, dove ha fatto capire che il prossimo anno sarà a
Madrid. Nelle prossime settimane
i giornali torneranno ancora sull'argomento per un paio di giorni.
Poi si tufferanno sui campionati
mondiali sudafricani. Sul calcio
mercato, sul chiacchiericcio sotto
l'ombrellone, sulle brevi vacanze
in attesa della ripresa della monotona quotidianità.
Ma d'altronde, come mi ha insegnato un grande uomo, «questo è
il calcio, questa è la vita.»
g.l.
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Attualità
ULTIMO BANCO – anno XVI
Il messaggio subliminale
di Pietro Vallese IV A
Cos’è un messaggio subliminale?
Il messaggio subliminale è un’informazione(un suono,un’immagine,una scirtta)
“nascosta”in una traccia audio, in
un video oppure in un testo,che il
nostro cervello riuscirebbe ad
assimilare solamente a livello
inconscio.Molti sostengono che
questi messaggi rimangano impressi incospevolmente nella nostra memoria.Infatti l’aggettivo
“subliminale” ,formato dalla preposizione “sub”(sotto) e dal sostantivo “limen”(soglia),significa
sotto la soglia della nostra consapevolezza.
La sua efficacia è sostenuta fin
dal 1957 da Vance Packard con il
suo libro:”i persuasori occulti”.E
solo qualche anno dopo James
Vicary provò mediante degli esperimenti effettuati in un cinema
l’effettivo “potere persuasivo”del
metodo.Infatti tra le varie scene
dei film in programmazione nel
cinema vennero inseriti brevi spot
contenenti messaggi subliminali,cioè fotogrammi che scorrevano così velocemente da non poter
essere percepiti dall’occhio umano,raffiguranti per esempio uomini che bevevano la bibita coca
cola o che magiavano pop
corn.Al termine della visione è
stato constato che buona parte
degli spettatori andava a comprare i prodotti in questione.Il messaggio subliminale venne però
condannato dalla opinione pubblica e reso illegale poiché come
si poteva condizionare il compartamento d’acquisto si potevano
anche imporre convinzioni politiche e orientamenti religiosi osta-
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colando la libertà degli spettatori.Bisogna ricordare però che il messaggio subliminale non è ancora stato bandito dal campo musicale e
letterario anche a causa della difficoltà nell’identificarlo,infatti un artista non può
essere accusato per un messaggio subliminale contenuto in
una sua opera anche in caso di
suicidio da parte dell’ascoltatore
o del lettore(vari artisti furono per
questo motivo portati in tribunale
ma mai condannati).
Casi famosi quanto discussi di
utilizzo
Molti sostengono che messaggi
subliminali si trovino nei volantini pubblicitari della bibita coca –
cola,in confenzioni di sigarette
come Camel e perfino nei cartoni
della Disney.Molte segnalazioni
di questi messaggi sono frutto
dell’ossessione dei cosiddetti
“cacciatori del subliminale” ma
in alcuni casi i messaggi ci sono
veramente. Vediamo alcuni casi
famosi:
Nel famoso film Matrix,in una
delle scene finali del film ,mentre
il protagonista (Neo) combatte
contro il capo dei robot,sullo
sfondo è visibile per circa 30 frames un cartellone pubblicitario
della nota multinazionale produttrice di hardware per computer
Hewlett Packard.Vi faccio presente che il film è stato girato in
uno studio cinematografico costruitogli appositamente e non in
una reale stazione della metro.Quindi il cartellone è stato
messo lì di proposito.
Queste magliette, sfoggianti un
“ambiguo” motivo floreale, furono disegnate da un avvocato di
San Francisco e vendute nei supermercati di San Francisco,New
Jersey e Georgia per parecchio
tempo.
Qui,rispetto alla figura precedente,l’identificazione del messaggio
risulta più difficile.Riuscite a trovarlo?(In base ad una statistica si
è scoperto che solo il 5% delle
persone che guardano l’immagine
riescono immediatamente a trovare il messaggio).Chi volesse la
soluzione aspetti il prossimo articolo.
p.v.
Attualità
ULTIMO BANCO – anno XVI
Il pericolo sta nelle nostre tasche
di Elena Degan V D
3 agosto 2000: Chris Newman,
noto medico statunitense, sporge
denuncia alla famosa azienda di
elettronica della Motorola, chiedendo un risarcimento di 800 milioni di dollari. Motivo? Gli è
stato riscontrato un tumore al cervello, proprio dietro l'orecchio
destro, dove appoggiava sempre
il telefonino, e sia lui che il suo
avvocato hanno la limpida certezza che esso sia stato causato dall'apparecchio portatile.
Ma la cosa più stupefacente, è
che inizialmente un portavoce
della Motorola si è arrampicato
sugli specchi affermando:
“Diciamo da anni che tali affermazioni non hanno fondamento”.
Fatto sta, che Newman ha vinto la
causa.
Di sicuro tutti noi lo sappiamo,
ma fingiamo indifferenza: le microonde dei cellulari sono altamente pericolose, perché interferiscono con il DNA delle cellule,
aumentando il rischio di tumori.
L'effetto maggiore delle radiazioni avviene sul cervello, dove esse
si accumulano ogni volta che avviciniamo il telefono all'orecchio.
Nei primi tempi, infatti, la Motorola raccomandava di non puntare
l'antenna del telefonino vicino a
cuore e addome in genere: praticamente, sulle zone delicate del
corpo.
Dettaglio rilevante: da anni, l'antenna è incorporata nel cellulare
stesso, che noi teniamo tranquillamente in tasca ogni giorno, appresso agli organi vitali del bacino, o vicino al cervello, quando
telefoniamo. E va sottolineato,
che i danni che causano le radiazioni al nostro corpo, sono irreversibili.
Inoltre, alcune ricerche inglesi,
dimostrano che, con l'uso del cellulare in auto, l'intensità di campo
risulta moltiplicata, così come, di
conseguenza, anche il pericolo:
gli effetti sono, oltre alla maggiore esposizione alle microonde,
anche uno stato di squilibrio mentale e un rallentamento delle reazioni, peggiori di quelli che provoca l'alcool.
Già nel 1993, l'industria delle
telecomunicazioni ha investito 25
milioni di dollari in una serie di
ricerche, al fine di dimostrare che
i cellulari non sono dannosi.
In seguito non si sentì più parlare
di quest'indagine, per il semplice
fatto che non riuscirono nel loro
intento, anzi: arrivarono, volenti
o dolenti, a dimostrare il contrario.
I danni che causano le radiazioni
dei cellulari sono notevoli, e si
potrebbero evitare decine di migliaia di tumori all'anno; una cifra
notevole, considerando che stiamo parlando di vite umane.
Ma sopra a tutto ciò, c'è un imponente giro di denaro e di affari, e
si sa, al giorno d'oggi, pur di avere fama e ricchezza, si sotterra la
verità.
Detto così può sembrare crudele,
e lo è: neppure le leggi sulla salute e la propaganda -purtroppo
molto scarsa- riescono ad imporsi
a tutto questo, tanto che persino
noi stessi -dobbiamo ammetterlosottovalutiamo questo problema,
che ha un peso consistente nella
società. Forse, in parte, non è solamente colpa nostra, per il semplice fatto che manca l'informazione. Quando mai i mass media
parlano di tutto ciò? Ormai sembra che i telegiornali si stiano
trasformando in film gialli, a furia di parlare ogni giorno di omicidi e processi.
Dobbiamo essere noi stessi i primi a prendere provvedimenti, e
per farlo, basterebbero piccoli
gesti abituali. Ad esempio, mentre studiamo al pomeriggio, anziché tenere ostinatamente il cellulare in tasca, potremmo appoggiarlo sul tavolo; oppure, quando
siamo fuori casa e ne abbiamo la
possibilità, metterlo in una borsa.
Altre ottime regole, secondo gli
studi, consistono nel non telefonare mai per più di cinque minuti
al giorno, e non usare il cellulare
in auto. Ma la cosa più importante da fare, e che ormai nessuno
rispetta, è tenere i cellulari lontani dai bambini, i quali sono senza
dubbio più vulnerabili di chiunque altro alle microonde dei telefonini.
e.d.
9
Attualità
ULTIMO BANCO – anno XVI
Lo stato delle ragazze madri
di Giulia Callino VD
Ultimamente si è molto parlato
del fenomeno delle ragazze madri
in relazione all’aborto, e nel contesto è emersa sulle altre la nazione inglese con la sua elevatissima
percentuale di pregnant mothers,
la più alta d’Europa – nel 2007 le
ragazze madri costituivano il 4,8
% delle gravidanze totali, con un
totale di 43 000 ragazze, tutte
sotto i 18 anni -.
Questa realtà è molto più evidente di quanto si creda e non è difficile entrarci a contatto anche durante brevi vacanze o soggiorni
studio. Qui la testimonianza di
V., un abitante di un paese rurale
nell’Oxfordshire, con la quale ho
avuto modo di parlare durante
quest’estate: “Vedi quella donna
laggiù? Ha vent’anni e alle spalle
già un divorzio e tre figli, che
vengono mantenuti dallo Stato.
Qui in Inghilterra ogni madre
riceve mensilmente il corrispettivo di circa 100 € al mese per il
primo figlio e un’altra somma
piuttosto ridotta per gli altri, indipendentemente dalla sua situazione. Ma nel caso delle ragazze
madri lo Stato le mantiene totalmente, con sussidi economici per
la casa, il cibo, la spesa, i vestiti.”
L’unico presupposto è che la ragazza riesca a dimostrare di fronte ad un tribunale di essere stata
cacciata di casa o di non potervi
più vivere per minacce perpetrate
nei suoi confronti da parte di
qualche familiare con lei residente. Da lì, scatta il meccanismo di
aiuto dello Stato, concretizzato in
sussidi economici e materiali:
inizialmente alla giovane fanciulla viene consegnata una casa popolare e un assegno iniziale per
l’acquisto di quanto necessario al
neonato, dopodiché ogni settimana la ragazza riceve un assegno di
40 £ per la spesa e di 180 £ per
l’acquisto di alimenti necessari al
bambino.
Non è raro che, se la ragazza è
disoccupata, sia sempre lo Stato a
pagare le bollette della casa e le
spese sanitarie o scolastiche del
figlio, anche se questa parte della
legge è stata recentemente discussa perché il Governo ha notato che per molte di loro questa
Agente Bergamo Luca
Via Vittorio 11, San Donà di Piave
tel. 042155755
10
norma non è che un incentivo a
vivere da mantenute, senza studiare o lavorare. La situazione
inglese è fortemente in contrasto
con quella italiana, dove la media
di figli per donna è di 1,2 e la
panoramica generale è decisamente differente.
“ Credo che in Italia la cosa sia
differente perché lì di solito una
donna conclusi gli studi superiori
sceglie di fare l’università, raramente di mettere subito in piedi
una famiglia, anche perché non
potrebbe contare sullo stesso tipo
di appoggio statale che c’è qui.”
“ Secondo molti dietro non ci sta
un interesse vero, quanto piuttosto una strategia per ingraziarsi i
voti di quella che è comunque
una fetta nutrita di popolazione.
Un po’ una sorta di scambio, io ti
aiuto, tu aiuti me.”
Se così sia non possiamo dirlo.
Intanto, se ci troviamo nella nazione anglosassone, non stupiamoci più vedendo in un parco
inglese tante giovani che spingono, assorte, un passeggino. g.c.
ULTIMO BANCO – anno XVI
Attualità
I wanna rock
di Vera Buffolo VD
Da parecchio tempo ognuno di
voi avrà sicuramente sentito parlare del cosiddetto “Effetto Mozart”, ovvero il potere che la musica dei grandi compositori classici come Beethoven e Chopin
esercita sulle nostre menti, sollecitandone le potenzialità cognitive.
Dopo un semplice esperimento
però, i ricercatori della Glasgow
Caledonian University sostengono che questo sorprendente fenomeno raggiunga anche il nostro
amato Rock. Questi esperti hanno
infatti riunito 16 volontari, e monitorato le differenze nelle loro
attività cerebrali durante un test
di memoria nel quale venivano
fatti ascoltare diversi generi musicali.
L’esito è stato sorprendente: anche il Rock più duro è in grado di
incrementare la capacità di concentrazione del nostro cervello, e
non solo!
Una vera buona notizia dunque
per gli amanti del suddetto genere
e in particolare per gli adolescenti
che -a scapito delle lamentele dei
genitori- vivono praticamente al
ritmo delle canzoni di Jimi Hen-
drix, James Dio (che ci
ha lasciati poche settimane fa), Led Zeppelin
e AC/DC.
Si tenga presente che il
risultato positivo si è
riscontrato nei soggetti
fans di quel genere musicale, portando a pensare che giovi soltanto
a chi piace. Per tutti gli
altri rimangono gli effetti sul sistema nervoso.
Ora la scusa è validissima: ascoltare questa musica tutto il giorno
ci rende più intelligenti, come
negarlo?
Ma questo non ci avrebbe stupito
più di tanto se avessimo saputo
quanto la musica influenzi non
solo la nostra mente, ma anche la
nostra quotidianità, il nostro umore, il nostro temperamento e perfino il nostro corpo.
A sentire un recente studio del
neuroscienziato Dott. Daniel J.
Levitin infatti, mentre ascoltiamo
la nostra musica preferita nell’organismo avviene un’alterazione
della dopamina, il cosiddetto ormone “del benessere” nel cervello.
Questo stimolante chimico rilascia sensazioni amplificate di piacere, eccitazione o soddisfazione,
portandoci allo stato umorale
“Sex, Drugs and Rock and Roll”,
così definito poiché le sensazioni
provate sono paragonabili a quelle fornite da sesso e droga.
Possiamo infine quindi affermare
che un’attività astratta come la
musica oltre ad intensificare le
attività mentali e ad attivare alcuni centri del piacere nel cervello
umano, agisce sulla fisiologia del
corpo alterando in modo quasi
impercettibile il battito cardiaco e
il tono muscolare.
v.b.
11
Montale
ULTIMO BANCO – anno XVI
Montale e dintorni.
Il coro: vivere la musica
di Cristina Cavarra IVB
La musica: una magia senza limiti né confini, che si rinnova di
giorno in giorno e dolcemente
riesce a sfiorare la nostra anima.
Le emozioni si trasformano in
melodia, le note, cullandoci, ci
trascinano in vortici infiniti, dai
quali è assai ardua l’impresa di
riemergere.
Probabilmente si
riuscirebbe a descrivere la musica
solo con dell’altra musica, perché
è un linguaggio particolare, un
mondo capace di attrarre a sé
gente di ogni età, di comunicare
sensazioni altrimenti inesprimibili.
Così e successo anche all’interno
del liceo classico E. Montale di
San Donà di Piave. Tutto è cominciato ad ottobre con una circolare che invitava chiunque avesse desiderio di cantare o suonare, a far parte del coro dell’Istituto. All’inizio si erano
presentati solo coristi.
Durante il primo incontro
alcuni sguardi timidi seguivano il contorno dei
tasti del pianoforte; tra i
pensieri, la curiosità che
accompagna ogni nuova
esperienza, la voglia di
confrontarsi e stare con
altri giovani. L’ostacolo
maggiore è stato proprio
quello di cantare; la paura
di sbagliare, o semplicemente di far sentire la
propria voce, bloccava il
suono delle note ancor prima che
riuscissero a librarsi nell’aria.
Il professor Francesco Rossi, che
dirige il coro, è riuscito a sciogliere la barriera tra noi e gli altri,
e la musica. Questo, probabilmente, grazie ai suoi modi ami-
12
chevoli e scherzosi che riscaldano
l’atmosfera e ci fanno sempre
sentire a nostro agio.
Per cominciare a prendere confidenza con le note abbiamo iniziato con esercizi di preparazione
prestando soprattutto maggiore
attenzione alla respirazione e all’impostazione della nostra voce;
poi ci siamo concentrati sull’interpretazione di brani cantati di
diverso stile musicale. Fanno parte del nostro repertorio l’Ave Maria di Jakob Arcadelt, due canzoni della fine del ‘500, inoltre una
lirica di Saffo musicata per coro a
cappella ed una versione della
prima bucolica di Virgilio musicata per coro e orchestra sinfonica, uno spiritual e altre canzoni,
tutti brani composti o riarrangiati
dal nostro maestro.
In occasione della festa classica,
per la speciale esibizione di Tityre, che prevedeva un accompagnamento sinfonico, sono entrati
a far parte del corso altri studenti
con i loro strumenti: due flautisti,
tre violinisti, due chitarristi, un
carinettista e due tastieristi. Un’esperienza straordinaria, che offre
l’opportunità a giovani musicisti
di conoscersi fra loro, di esibirsi e
di capire quanto la musica possa
unire, facendoci assaporare il gusto di condividere le stesse forti
emozioni.
Ora possiamo definirci un vero e
proprio coro. Siamo diventati un
gruppo unito, le prove sono delle
occasioni uniche in cui ci si diverte, tanto accomunati dalla stessa passione quanto diversi per
personalità ed inventiva.
Durante queste ultime settimane
di scuola abbiamo partecipato a
due concerti, il primo presso il
teatro “Vivaldi” di Jesolo, assieme ai ragazzi del coro delle scuole medie dell’Istituto “Italo Calvino”, il secondo in un’occasione
che ha visto l’esibizione di altre
realtà corali del territorio,
oltre alla nostra, tra cui il
coro gospel diretto dal nostro maestro. Per fine d’anno è prevista la nostra partecipazione allo spettacolo
teatrale curato dalla professoressa Ronzani, con musica e canzoni scritte appositamente per questa messa
in scena.
L’anno scolastico è ormai
giunto al suo termine; è
però certo che il ricordo di
questa esperienza rimarrà
indelebile.
c.v
Montale
ULTIMO BANCO – anno XVI
Itaca, il viaggio dei viaggi…
di Veronica Teso VD
Itaca è una piccola isola greca
che emerge dalle acque cristalline
del Mar Ionio, ad ovest della costa greca e a soli tre chilometri
dalla vicina isola di Cefalonia.
Solitaria e selvaggia, coperta di
ulivi e cipressi, è una delle meno
frequentate tra le sette isole che
compongono l'arcipelago delle
Ionie. Non offre locali notturni
aperti tutta la notte e sulle sue
coste non approdano traghetti o
navi da crociera.. Per questo Itaca
ha conservato la sua immagine
autentica e paesaggi intatti, ma
soprattutto un mare pulitissimo e
spiagge vergini.
L'isola è caratterizzata da una
costa selvaggia e ripida ad est,
più dolce ad ovest, ovunque ricca
di incantevoli baie segrete.
L'interno, aspro e selvaggio, cela
piccoli villaggi tutti da scoprire, a
partire da Vathi, il capoluogo e
porto principale dell'isola, luogo
pittoresco costruito ad anfiteatro
romano intorno ad una baia ai cui
lati si trovano le rovine di un forte. Parlando di Itaca la mente corre ad Ulisse, il cui mito ha affascinato e continua ad affascinare
sognatori e avventurieri. Il suo
splendore resta nella sfera del
mito più che in quello della realtà
storica.
Rimane soprattutto un'aura mistica, un'atmosfera particolare, l'idea del percorso che gli essere umani compiono per giungere alle
loro mete.
Quando ti metterai in viaggio per
Itaca
devi augurarti che la strada sia
lunga
fertile in avvenire e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi o la furia
di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere d'incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento fermo guida il tuo spirito
e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo
né nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia
lunga.
Che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente, e
conche gioia - toccherai terra tu
per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista madreperle coralli ebano e
ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d'ogni sorta, più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai
dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca
- raggiungerla sia il pensiero
costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio: fa che duri a lungo, per anni,
e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos'altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la
tua esperienza addosso
giù tu avrai capito ciò che Itaca
vuole significare.
(Itaca, Costantinos Kavafis)
Itaca è la vita stessa. Non è luogo
da raggiungere, è un lungo percorso da fare. Itaca è il senso della nostra esistenza, è il ritrovarci
dopo esserci perduti, è il ritorno
alla radici dopo averle smarrite.
Itaca è la ricerca della meta passando per conflitti, scelte difficili,
angosce, illusioni e speranze. E' il
viaggio verso la verità, pieno di
lotte e tentazioni, coraggio e viltà,
ma anche ricco di stupore e novità, limpidi mattini d'estate.
Itaca è la nostra terra promessa, è
ricerca e memoria insieme. E'
l'andare oltre…
Non ricorderemmo Itaca se non
l'avessimo lasciata, non la cercheremmo se non l'avessimo persa.
Itaca è il paradiso perduto… Il
cercarla per ritrovarla…
Itaca è la nostra vita.
Solo noi possiamo decidere come
vogliamo viverla se in continua
lotta con i Lestrigoni e i Cicolpi,
oppure affrontando con gioia e
ottimismo tutte le sfumature che
ci presenta il percorso.
v.t.
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Creatività
ULTIMO BANCO – anno XVI
Momenti di creatività.
Favoleggiando la vita
di Elena Degan V D
Cielo, hai evocato le nuvole.
Ognuna di esse si contorce al vento,
si sforma. L' un l' altra decidono di unirsi,
di crescere in intensità,
e mutano colore. Erano bianche,
ali nella volta,
lana nell'azzurro terso e limpido
intrecciato al mare nel suo orizzonte.
Ora si macchiano,
divengono sempre più scure;
gli alberi scuotono le loro fronde in trepidazione,
le acque volgono in alabastro liquido.
Cielo, perché piangi?
Le tue nuvole stillano gocce cristalline,
innumerevoli,
picchiano sui tetti delle case,
scivolano lungo le foglie,
s' insinuano nella terra arida,
inzuppano le vesti della gente che corre verso il riparo.
Cielo, ora urli.
Trema il mondo al cospetto della tua ira,
la pioggia diventa una cascata di lame
che trafigge l' aria greve senza pietà.
Le nuvole litigano,
scalpitano in preda alla pazzia,
si scontrano. Lampi e saette
fendono l' atmosfera,
sorge paura sulla terra.
Un boato scatena e si espande,
un tuono assordante.
Esterna il tuo rancore, piangi il tuo odio.
Cielo, dona la luce.
Le nuvole si dissolvono,
non hai più lacrime,
provi pietà di fronte al mondo.
Lo avvolgi col tuo calore affettuoso,
apri a lui il tuo cuore, confortante,
aureo,
che coi suoi raggi colora la natura.
Cielo, dona la notte.
Il tuo sole si rifugia dietro l' orizzonte,
regalando il tramonto rosato che saluterà il giorno.
Nasce la luna,
trascina con sé le sue stelle.
Una trama di lucciole impreziosisce il cielo
sconfinato di tenebre,
e cala una coltre di silenzio incantato.
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ULTIMO BANCO – anno XVI
Giochi
Lentamente muore
di Chiara Perer II E
Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno
gli stessi percorsi. Chi non cambia la marca, chi non rischia e non cambia colore
dei vestiti, chi non parla chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero
su bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni, proprio
quelle che fanno brillare gli occhi, quelli che fanno di uno sbaglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per
l’incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una
volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore
chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova
grazia in sé stesso. Muore lentamente chi distrugge l’amor
proprio, chi non si lascia aiutare: chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incssante.
Lentamente muore chi Abbandona un progetto prima di
iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non
risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede
uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità
Pablo Neruda
15
Giochi
ULTIMO BANCO – anno XVI
Un’allegoria
di Michele Di Gesù IV A
un foglio bianco, una penna, una boccia
d’inchiostro, della polvere assorbente;
ed ecco espandersi lenta la scena:
una scrivania piena di fogli,
piena di libri; come il pan toscano
manca di sale, questa stanza manca
di vita; come d’incanto la scena
si allarga, mi accorgo del gran
disordine che regna tal tiranno
e la polvere, a confronto sembra
regina sottomessa da invasori;
la stanza è chiusa a chiave, in tempi
remoti qualcun vi entrò e cercò
di scoprire i suoi celati segreti
ma invano, invano, invano, invano...
Giochi.
Prof. di Italiano-Latino: “A Nadàl un pìe de gal,
a Pasqueta 'na mezoreta”.
Prof. di Scienze: “HCOOH è l'acido formico,
quello delle formichine”.
Alunna: “Quale, quello per ucciderle?”.
Prof. di Inglese: “The most important topic,
which is...tuo nonno in carriola!!”.
Prof. di Italiano-Latino: “Non ripetermi PAPPAGALLESCAMENTE!”.
Prof. di Matematica: “Eeetcciuuu!”
Classe: “Salute!”
Prof. : “Ecco! Vedete, sono anche allergico a
voi”.
Alunno durante una versione di latino: “Non so
più come andare avanti...”
Compagna di banco, con una pungente ironia:
“Basta che metti un piede davanti all'altro!”.
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Prof. di Inglese: “Lo sapete che da un pisello
tatuato e una pisella tatuata nascono dei pisellini
tatuati?!?” (nuova legge genetica di Mendel)
Prof. di Italiano-Latino: “ Pollock versa 'na mastea di colore, disemo”.
Prof. di Italiano-Latino: “Oggi si parla tanto di
amore, in tutte le salse: con la salsa verde, la
salsa rosa, la salsa piccante, la salsa alla panna...ma soprattutto con la salsa piccante; si usa il
peperoncino, mi sembra!”.
Prof. di Matematica, il giorno di San Patrizio:
“Quand'è San Plebeo?”.
Prof. di Matematica, riferendosi agli interrogati:
“Uno o due al giorno toglie il recupero di torno!”.
Alunna, mentre si sta parlando di una tipologia
di discoteca inglese per famiglie: “Ma loro vanno lì solo per ballare?”
ULTIMO BANCO – anno XVI
-Prof. di Matematica: “Dopo 3 VOLTE, l'hai
capito SUBITO!”.
-Prof. di Italiano-Latino, durante un'interrogazione, controllando un quaderno di autori latini
in cui trova una scritta rosa shocking dicente
TVB: “Ma questo T.V.B. è rivolto a Virgilio?”.
Alunna, con una nota di imbarazzo: “Nooo!”.
Prof.: “Aaah, altrimenti ti avrei dato un voto in
più!”.
-Prof. di Italiano-Latino, leggendo una circolare: “Vista la normativa bla bla bla...”.
Giochi
-Prof. di Matematica, il primo giorno in succursale (nuova sede, nuova aula, nuovo banco), ad
un alunno solitamente seduto in ultima fila:
“Massimiliano, perché sei seduto in primo banco?”.
Alunna: “Perché è arrivato per ultimo!”.
Prof. di Matematica: “Eh, va beh, gli ultimi saranno i primi!”.
-Prof. di Italiano-Latino: “Dobbiamo fare tutti e
5 i primi 6”.
-Prof. di Italiano-Latino: “Nel chiudere il libro,
vorrei sollecitarvi a studiare!”.
-Prof. di Inglese, dopo una domanda, mentre si
sta parlando dei pellegrini di “The Canterbury
Tales”: “Sì, beh, non è proprio una domanda
pellegrina...PELLEGRINA...”.
Classe (risata generale)
Prof. di Inglese: “Debora! Non scriverti anche
questa...”.
Alunna: “Sì, sì, non si preoccupi...”.
-Prof. di Storia dell'Arte, riferendosi alla cupa
visione religiosa e alle necropoli etrusche:
“Secondo te, se un archeologo deve andare a
cercare testimonianze etrusche, va a scavare in
una “città dei vivi” o in una “città dei morti”?”.
Alunno: “Beh, probabilmente in una città dei
morti, visto che gli Etruschi sono tutti morti!”.
-Alunna, prima di un'interrogazione: “Or dunque suvvia, buonino buonino, finché non mi
interroga in inglese”.
-Prof. di Italiano-Latino: “Ma Francesco, questa
-bianca neve scender senza venti- è quella dei
sette nani?”.
-Prof. di Matematica: “E adesso vi interrogo
tutti, finché non arrivano tutti all'insufficienza”.
-Prof. di Italiano-Latino: “Allora, hai capito dove sta la differenza tra Guido Guinizzelli e Guido Cavalcanti?”.
Alunno: “Sì, sono due persone diverse”.
-Prof. di Italiano-Latino: “Bisogna che ve lo
ricordiate, perché lo ritroverete ad ogni piè sospinto”.
-Prof. di Italiano-Latino: “Secondo me, riguardo a questo, quello che potevano dire gli elefanti è influenzato dall'Era Glaciale 1, 2 e 3”.
-Prof. di Inglese: “ Sir Francis Drake era un
sant'uomo che allietava in modo biblico la regina Elisabetta...”.
Alunna: “Ma perché? Cosa faceva? Il prete??”.
-Alunna: “Prof., quante applicazioni vuole fare?”.
Prof. di Matematica: “7, come i 7 comandamenti”.
Prof. di Italiano-Latino: “Nella mia Divina
Commedia adesso si gira la pagina, nella vostra non lo so!”.
-Prof. di Matematica: “Appena finisce il quadrimestre faccio una verifica sulle equazioni”.
Alunna: “Ma prof! Lei non può! Non è ancora
arrivato Carnevale...non può fare gli scherzi!”.
-Prof. di Italiano-Latino: “Scipione l'Africano
assomigliava un po' a coso là...sì...a Mussolini!”.
-Prof. di Italiano-Latino, riflettendo sul significato poetico di alcuni versi della Divina Commedia: “Qual è il nesso logico fra lago e cuore?”.
Alunno: “Che tutti e due contengono qualcosa di
liquido!”.
-Prof. di Italiano-Latino: “Ma con queste cose
mi fai perdere sempre un sacco di tempo...sei un
pericolo per le mie lezioni!”.
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Cucina
ULTIMO BANCO – anno XVI
Un rimedio per le calde giornate d’estate
di Gaia Mazzon ID
Se la temperatura sale oltre i 20 °C all'ombra, la vista si annebbia ed una perenne voglia di far niente si scaglia su di te, cosa fare?
Uno dei metodi migliori per placare gli effetti della tanto attesa estate è senza
dubbio una gustosissima granita alla frutta.
La sua origine precisa è sconosciuta, ma è risaputo che già nell'antichità si usasse conservare la neve, compattandola e coprendola di sterco e terra; è inoltre
opinione comune che in Italia la granita abbia raggiunto la perfezione in Sicilia.
Ma come vedremo ora, preparare una granita può essere facile e veloce!
Dal punto di vista chimico-fisico i principali componenti sono il saccarosio
(C6H12O6 ), cioè normale zucchero da cucina, e acqua.
La percentuale di zucchero può variare tra il 15 e il 20% ricordandoci di tener
conto anche degli zuccheri contenuti nella frutta che si usa.
Lo zucchero, oltre a dolcificare la nostra bevanda, è fondamentale per ottenere
la consistenza desiderata per la nostra granita; infatti se abbassiamo la temperatura di un bicchiere di acqua pura a 0 °C, questa si trasforma in un unico blocco di ghiaccio, se invece vi abbiamo disciolto dello zucchero creando uno sciroppo, le molecole di acqua trovano più difficoltà a formare il reticolo cristallino del ghiaccio perché le molecole di zucchero interagiscono con il processo di
congelamento.
Più zucchero è presente, più dobbiamo raffreddare la nostra bevanda per ottenere del ghiaccio. Quando raffreddiamo lo sciroppo con cui vogliamo fare la
granita, iniziano a formarsi cristalli di ghiaccio puro lubrificati dallo sciroppo
di zucchero che rimane in soluzione e li mantiene distanti impedendo che crescano troppo, donando così alla granita la sua consistenza caratteristica.
Raffreddando ulteriormente, continua a formarsi ghiaccio fino ad arrivare ad
un punto speciale, il punto eutettico, che corrisponde a -13,9 °C (ca).
INGREDIENTI:
•
Acqua
• 15-20% di saccarosio, il comune zucchero da
cucina
•
Frutta frullata
PROCEDIMENTO:
Per prepararla a casa, sciogliete lo zucchero in acqua e
aggiungete la frutta frullata.
Riponetela in freezer mescolando ogni mezzora per evitare la formazione di cristalli troppo grossi. Servite la vostra granita quando raggiunge la consistenza desiderata.
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ULTIMO BANCO – anno XVI
Giochi
GZ
GZ
Aspettando l’estate...
19
Giochi
ULTIMO BANCO – anno XVI
Cruciverba & rebus
a cura di Paolo Furlan V B
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