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Giornale studentesco del Liceo Ginnasio E. Montale Redazione autogestita e divulgazione ad uso interno agli Istituti scolastici anno XVI Terzo numero Giugno 2010 T itolo br ano pr incipale Editoriale Salve Bella Gente!!!!! Come promesso, ci siamo tutti impegnati per creare questo terzo ed ultimo numero per allietarvi e per rendere ancora più piacevoli le vacanze estive, vista la presenza di numerosi “Ipse Dixit”, uno più divertente dell’altro!!! Quindi speriamo quest’estate di vedervi distesi in spiaggia, sotto un ombrellone, con il nostro caro giornale in mano... Buone vacanze a tutti!!! Gaia Mazzon e Gianmarco Zamuner TIPOLITOGRAFIA COLORAMA s.n.c. Di Fani Fabio e Pelizzon Gianluca 30027 SAN DONA’ DI PIAVE (VE) Via Garda 13– tel. 042140225 fax 0421 224749 www.tipografiacolorama.com - e mail: [email protected] Sommario U L t I m O L’attualità L’acqua: diritto o bene di consumo? di Alice Puppin ………………………………………… pag. 4-5 Violenza negli stadi: fenomeno da evitare di Letizia Babbo ………………………………………….. pag. 6 ..………………………………………… pag. 7 Campioni d’Europa di Giorgia Lunardelli Il messaggio subliminale di Pietro Vallese ………………………………………… pag. 8 Il pericolo sta nelle nostre tasche di Elena Degan ……………………………………….. pag. 9 ……………………………………….. pag. 10 I wanna rock di Vera Buffolo Lo stato delle ragazze madri di Giulia Callino ………………………………………... pag. 11 Il Montale e dintorni. Il coro: vivere la musica di Cristina Cavarra …………………….. pag. 12 Itaca, il viaggio dei viaggi… di Veronica Teso B A n C O …………………… pag. 13 “Ultimo Banco” è il giornale studentesco del Liceo Ginnasio “E.Montale”, e della scuola fa parte la redazione. L’attività è autogestita dagli studenti. La divulgazione di questo giornale è ad uso interno agli istituti scolastici. La redazione Direttori responsabili Gaia Mazzon & Gianmarco Zamuner Resp. comunicazioni succursale Debora Gloria Gnes Collaboratori Michela Bortolotto, Riccardo Manzato, Andrea Ceolin, Senny, Paolo Colosso, Chiara Perer, Sara Prestera, Alice Ferrazzo, Alessia Cicogna, Luisa Lanzetta, Federica Vecchies, Andrea Vendramini, Nicolò Striuli, Michele Di Gesù, Pietro Vallese, Letizia Babbo, Stefano Battiva, Majda Elofairi, Giorgia Lunardelli, Matteo Manesso, Diego Scantamburlo, Richard Puppin, Enrico Maria Sebastiano Davanzo, Giulia Callino, Elena Degan, Veronica Teso Sede legale Stampa Liceo Ginnasio “E. Montale” Viale Libertà, 18 30027 San Donà di Piave (VE) Tipolitografia Colorama s.n.c. Via Garda, 13 30027 San Donà di Piave (VE) Per ottenere informazioni, [email protected] Oppure, contattare [email protected] (mail Gianmarco Zamuner) Chiuso in redazione il giorno Maggio 2010 Per le eventuali involontarie violazioni della proprietà letteraria ed artistica siamo sin da ora disponibili ad una equa transazione (legge 662/96) 2 ULTIMO BANCO- anno XVI Terzo numero. Giugno 2010 Momenti di creatività. Favoleggiando la vita di Elena Degan …………………………… pag. 14 Lentamente muore a cura di Chiara Perer …………………………… pag. 15 …………………………… pag. 16 Un’allegoria di Michele Di Gesù Giochi. Ipse Dixit .…………………………………...…... Un rimedio per le calde giornate d’esate pag. 16-17 di Gaia Mazzon pag. 18 .…………………………………………… Aspettando l’estate… di Gianmarco Zamuner ...………………………………………….. pag. 19 ……………………………………….. pag. 20 Cruciverba& rebus a cura di Paolo Furlan 3 Attualità ULTIMO BANCO – anno XVI Attualità. L’acqua: diritto o bene di consumo? di Alice Puppin II D La compagnia milanese Itineraria porta a San Dona’ il suo spettacolo, premiato con targa d’argento dal Presidente della Repubblica nel 2006, a proposito del “valore” dell’acqua, che sembra destinata a diventare il nuovo “oro blu”. Lo scorso 8 maggio il centro culturale Leonardo Da Vinci ha ospitato la rappresentazione dello spettacolo teatrale “H2Oro”, destando l’attenzione nei confronti di un problema, quello della gestione dell’acqua, di estremo interesse per ogni cittadino, eppure trattato poco dall’informazione. “Uno spettacolo”, scrive il direttore della compagnia Roberto Carusi, “di teatro-documento per sostenere il diritto all’acqua per tutti, per riflettere sui paradossi e gli sprechi del “Bel Paese”, per passare dalla presa di coscienza a nuovi comportamenti”. “È ormai tempo di considerare l'accesso all'acqua potabile e ai servizi sanitari nel novero dei diritti umani, definito come il diritto uguale per tutti, senza di- 4 scriminazioni, all'accesso ad una sufficiente quantità di acqua potabile per uso personale e domestico…”, così recita il rapporto del consiglio dell’ONU sui Diritti Umani del settembre 2007. L’accessibilità dell’acqua, un bene necessario alla vita, un fondamentale elemento costituente della natura, dovrebbe essere garantita a tutti, deve essere riconosciuta come un diritto fondamentale di ogni uomo; eppure ogni giorno 30.000 persone nel mondo muoiono a causa della mancanza d’acqua o della sua cattiva igiene. La consapevolezza dell’importanza di questi temi dovrebbe ormai essere radicata nell’opinione pubblica, ma le politiche di gestione dell’acqua in Europa oggi sembrano muoversi in una direzione che in linea di principio si contrappone al suo riconoscimento come diritto: la privatizzazione. In Italia in particolare un altro passo verso la privatizzazione dell’acqua potabile è stato mosso nel novembre dello scorso anno, in seguito all’ approvazione del cosiddetto Decreto Ronchi. Questa legge modifica ed integra la norma precedente che già consentiva la presenza di gestioni private, ma agisce in modo più restrittivo a favore dell’aumento di queste ultime. L’affidamento del servizio pubblico avverrà o mediante concorso a società private o a partecipazione mista pubblica e privata a condizione però che la componente privata possieda azioni non inferiori al 30-40%, ottenendo così di fatto il controllo della società. Lo spettacolo, fatto di diversi monologhi recitati dall’attore Fabrizio de Giovanni, di letture e di filmati, verte proprio sul riconoscimento dell’acqua come diritto dell’umanità e sui pericoli e le contraddizioni che la sua privatizzazione comporterebbe o ha già comportato. Nel corso dello spettacolo questi temi sono supportati da efficaci esempi concreti quali conflitti nati tra le nazioni a causa dei loro interessi nei confronti di sorgenti, laghi o fiumi, le situazioni spesso problematiche di alcune realtà in cui si è proceduto alla privatizzazione (la rivolta della popolazione a Cochabamba-Bolivia, preoccupata dall’esorbitante levitazione delle tariffe per il consumo dell’acqua), l’esempio negativo delle multinazionali che già controllano la distribuzione dell’acqua. Le acque in bottiglia, ci rivelano all’interno di uno dei monologhi, sono in molti casi meno “pure” dell’acqua del rubinetto perché i parametri di controllo sono meno restrittivi nei loro confronti, eppure l’informazione, probabilmente a causa di interessi economici, non fa nulla per sfatare la convinzione apparentemente diffusa tra la gente che l’acqua del rubinetto non sia “buona”. Coloro che sostengono la validità della legge affermano che la liberalizzazione della gestione dell’acqua, attraverso il meccanismo di competizione proprio del mercato, porterebbe ad un Attualità ULTIMO BANCO – anno XVI miglioramento delle strutture, della qualità e della distribuzione idrica. La gestione pubblica del sistema idrico in Italia non è certo un esempio di efficienza e sicurezza ed è indubbio che, comunque vadano le cose, sarà necessario uno sforzo verso il miglioramento. Tuttavia i sostenitori dell’ “acqua pubblica” portano a sostegno della loro tesi non solo le motivazioni di principio, ma sostengono anche che le realtà dove la privatizzazione è già in atto, non hanno di fatto migliorato le condizioni di gestione ed affermano che non nemmeno ci sarà alcun vantaggio economico per le famiglie (Adusbef e Federconsumatori prevedono un aumento del prezzo dell’acqua per le famiglie del 16%). Secondo Vandana Shiva, fisica quantistica ed economista, attivista ed ambientalista, “La privatizzazione dell’acqua è la ricetta per creare la sete,… i doni della natura devono essere di tutti, devono essere condivisi da tutti, la privatizzazione, qualsiasi essa sia, è un furto”. Il numero di coloro che si oppongono alla privatizzazione dell’acqua in Italia è davvero notevole, tanto che il 31 marzo sono stati depositati presso la Corte di Cassazione di Roma i quesiti per i tre referendum che chiedono l’abrogazione di tutte le norme “che hanno aperto le porte della gestione dell’acqua ai privati e fatto della risorsa bene comune per eccellenza una merce”. La raccolta di firme necessaria all’accettazione della richiesta iniziata ad aprile, stando a quanto scrive il sito ufficiale della raccolta referendaria, ha già raccolto più di 600.000 (quando la soglia minima è di 500.000), e resterà aperta ancora fino a luglio. Insomma sembra che l’opinione pubblica stia riconoscendo i rischi di questa privatizzazione che potrebbe trasformare l’acqua da diritto fondamentale dell’uomo in merce, in nuovo”oro”, “oro blu”. a.l. Lunardelli Angelo s.n.c. Via delle Industrie, 5 30020 Fossalta di Piave Tel +39 042167222 Fax +39 0421679642 www.lunardelli.net - e-mail: [email protected] 5 Attualità ULTIMO BANCO – anno XVI Violenza negli stadi: fenomeno da evitare di Letizia Babbo IVB Domenica 9 Maggio; Genoa – Milan 1 – 0: partita disputata a porte chiuse. “L’estetica è la grande sconfitta della giornata”, scrive la Gazzetta. Il Milan infatti, si è guadagnato il terzo posto in classifica nonostante il ko al Marassi, e vola dritto dritto ai preliminari dell’Europa dei Grandi del prossimo anno: Sarebbe stata piena festa se non avessero disputato la partita tra tribune e spalti completamente vuoti. Così, giocatori ed allenatori, sono tornati sotto la doccia con l’amaro in bocca per non essersi gustati i cori d’incitamento dei loro supporters. I tifosi sono infatti il cuore pulsante della squadra al giorno d’oggi, ma il rischio di eventuali scontri tra tifoserie durante un match è troppo alto per garantire una domenica di sano calcio allo stadio. Sì, perché cori volgari, striscioni che inneggiano al razzismo e alla violenza, bombe-carta e fumogeni possono rovinare il bello di 90 minuti di svago, trasformandoli in un vero e proprio incubo. Gli animi dei tifosi sono troppo accesi, e le forze dell'ordine sono costrette a scendere in campo per sedarli, spesso arrivando troppo tardi tra gli spalti a placare la vera e propria guerriglia che si crea tra le due fazioni di ultrà, una volta messa in atto la malefica coreografia della discriminazione. 6 Un episodio fresco di Gazzetta da mettere in risalto è, sempre domenica 9, quello scatenato da alcuni tifosi juventini, che, con un grande striscione, hanno appoggiato il capitano della Roma Francesco Totti nel suo gesto, il famoso “calcione” sullo stinco dell’interista Mario Balotelli, scrivendo “Totti uno di noi”. Chi è alla bandierina per battere il corner è a meno di un metro di distanza dal pubblico. Perché allora, il nostro tifo diventa una sorta di minaccia nei confronti di altre persone, una volta toccato l’argomento “calcio”? Perché da noi ci si accoltella per un gol in fuorigioco? Ma da dove nasce questa voglia di comunicare le proprie idee usando la violenza, anche solo manifestata a parole? Come impareranno qui in Italia i nostri figli a non associare la parola “calcio” a “paura” e “violenza”? Ormai siamo riconosciuti anche al di fuori del nostro Paese in fatto di tifosi troppo, come dire… accesi. Nei nostri stadi, tra i seggiolini ed il campo, tra curve ed anelli vari, sono oramai di norma le recinzioni di sicurezza, il filo spinato e lastre di plexiglas invalicabile. Allo Stamford Bridge di Londra, per esempio, il Chelsea o l’Arsenal giocano a stretto contatto con gli spettatori: Cari tifosi, sappiamo tutti che le partite di calcio settimanali sono come le ciliegie estive: una tira l’altra, tra campionato da Oscar e Champions fatale. Ma bisogna per forza macchiare la bellezza di questo sport con atti rozzi e vandalici? Bisogna per forza rovinarsi la vita per sostenere che l’Arbitro era da circo?? l.b. Attualità ULTIMO BANCO – anno XVI Campioni d’Europa di Giorgia Lunardelli IV B Il tempio del calcio "Santiago Bernabeu" si illumina d'immenso per l'apoteosi nerazzurra. Una vittoria agrodolce per Massimo Moratti e José Mourinho: trovarsi, innamorarsi, dirsi addio fra le lacrime… Il cielo torna nuovamente a tingersi di nerazzurro, milioni di tifosi vedono realizzarsi il sogno fino a poco tempo fa solo una semplice illusione e l'Inter torna finalmente a volare… Dopo ogni lumnga attesa la corazzata interista, capitanata dal grande allenatore portoghese José Mourinho, conquista a Madrid la terza Coppa dei Campioni, dopo i due successi consecutivi nel 1963-1964 e 1964-1965. ottenuti dalla leggendaria coppia costituita da Angelo Moratti e dal "mago" Helenio Herrera. Quando capitani coraggiosi, come Armando Picchi, alzavano al cielo il trofeo più ambito d'Europa. Proprio a Madrid la grande Inter, la formazione "vincitutto" degli anni sessanta, otteneva uno splendido, indimenticabile successo. Oggi, però, quarantacinque anni dopo. l'eroe della serata spagnola è lui, il latin lover Diego Milito, nato in Argentina il 12 giugno 1979. Un principe del sogno, come viene appellato, affascinante, sicuro di sé statuario sul suo cavallo bianco, come il grande Napoleone Bonaparte. Il Bayern Monaco, che di Coppe dei Campioni ne ha vintequattro, esibisce il suo wrestling. Ma Robsen, Olic, Klose, Gomez, Muller, Altintop, non sono di certo John Cena, the Undertaker, Rey Mysterio, Eddie Guerrero, Batista, Big Show& Company. La mossa finale "frog splash"non si è vista. Legnosi, arcigni, cercano in qualunque modo di tenere sotto controllo la fame dei giocatori dell'Inter, riuscendoci nei primi dieci minuti. Ma poi franano nel pantano artificiale costruito dal mago della panchina, , José Mourinho. Una palude dalla quale non se ne viene fuori. Le sabbie mobili, col passare del tempo, inghiottono fameliche tutti i sogni di riscatto. L'astronave bavarese va a sfracellarsi sulle rocce aguzze di un pianeta sconosciuto, quando milito "divino piede rapido" riceve palla, invita l'incolpevole Butt all'uscita e lo trafigge per due volte nell'angolo più lontano. Fine delle trasmissioni. Sono davvero di pessimo umore i migliaia di tifosi tedeschi accorsi per assistere all'evento… Stizziti, con gli occhi impastati di sonno, fanno capolino sugli spalti. Mister Van Gaal non ci sta a perdere così e ordina la carica dei 101. La pressione sale di tono e sembra che possa creare problemi all'Inter con una magia di Robben, che comunque viene salutata con scroscianti applausi. Sono i tedeschi ora i padroni del gioco. Ma la retroguardia vigila e non succede più nulla. C'è spazio per l'unico giocatore italiano: Materazzi. entrato durante gli ultimi minuti della ripre- sa che riesce a toccare qualche palla prima della fine del match. Poi gli applausi, gli abbracci, i baci, le pacche sulla spalla, le sportive strette di mano ed ancora le corse con la coppa che Michel Platini ha consegnato nelle mani di Capitan Zanetti. Poi le interviste, sempre da decifrare. Ognuno capisce che gli fa comodo. Ma il grande Mister dei "tres tituli" resta o se ne va al Real Madrid? «Sono l'uomo più felice del mondo, abbiamo realizzato un sogno. L'Inter è la squadra famiglia, ho vissuto questo giorno nel modo più equilibrato possibile… io cerco di essere il più freddo possibile, cerco le motivazioni, il lavoro a Milanoè stato fatto, sono entrato nella storia dell'Inter, ma non voglio parlare molto perché poi se piango dio pià di quello che vorrei…» Ovvero che lascerà l'Inter eche cercherà di vincere la Champions con tre squadre diverse. Queste le dichiarazioni de CT dell'Iner, José Mourinho, davanti alle telecamere della Rai, dove ha fatto capire che il prossimo anno sarà a Madrid. Nelle prossime settimane i giornali torneranno ancora sull'argomento per un paio di giorni. Poi si tufferanno sui campionati mondiali sudafricani. Sul calcio mercato, sul chiacchiericcio sotto l'ombrellone, sulle brevi vacanze in attesa della ripresa della monotona quotidianità. Ma d'altronde, come mi ha insegnato un grande uomo, «questo è il calcio, questa è la vita.» g.l. 7 Attualità ULTIMO BANCO – anno XVI Il messaggio subliminale di Pietro Vallese IV A Cos’è un messaggio subliminale? Il messaggio subliminale è un’informazione(un suono,un’immagine,una scirtta) “nascosta”in una traccia audio, in un video oppure in un testo,che il nostro cervello riuscirebbe ad assimilare solamente a livello inconscio.Molti sostengono che questi messaggi rimangano impressi incospevolmente nella nostra memoria.Infatti l’aggettivo “subliminale” ,formato dalla preposizione “sub”(sotto) e dal sostantivo “limen”(soglia),significa sotto la soglia della nostra consapevolezza. La sua efficacia è sostenuta fin dal 1957 da Vance Packard con il suo libro:”i persuasori occulti”.E solo qualche anno dopo James Vicary provò mediante degli esperimenti effettuati in un cinema l’effettivo “potere persuasivo”del metodo.Infatti tra le varie scene dei film in programmazione nel cinema vennero inseriti brevi spot contenenti messaggi subliminali,cioè fotogrammi che scorrevano così velocemente da non poter essere percepiti dall’occhio umano,raffiguranti per esempio uomini che bevevano la bibita coca cola o che magiavano pop corn.Al termine della visione è stato constato che buona parte degli spettatori andava a comprare i prodotti in questione.Il messaggio subliminale venne però condannato dalla opinione pubblica e reso illegale poiché come si poteva condizionare il compartamento d’acquisto si potevano anche imporre convinzioni politiche e orientamenti religiosi osta- 8 colando la libertà degli spettatori.Bisogna ricordare però che il messaggio subliminale non è ancora stato bandito dal campo musicale e letterario anche a causa della difficoltà nell’identificarlo,infatti un artista non può essere accusato per un messaggio subliminale contenuto in una sua opera anche in caso di suicidio da parte dell’ascoltatore o del lettore(vari artisti furono per questo motivo portati in tribunale ma mai condannati). Casi famosi quanto discussi di utilizzo Molti sostengono che messaggi subliminali si trovino nei volantini pubblicitari della bibita coca – cola,in confenzioni di sigarette come Camel e perfino nei cartoni della Disney.Molte segnalazioni di questi messaggi sono frutto dell’ossessione dei cosiddetti “cacciatori del subliminale” ma in alcuni casi i messaggi ci sono veramente. Vediamo alcuni casi famosi: Nel famoso film Matrix,in una delle scene finali del film ,mentre il protagonista (Neo) combatte contro il capo dei robot,sullo sfondo è visibile per circa 30 frames un cartellone pubblicitario della nota multinazionale produttrice di hardware per computer Hewlett Packard.Vi faccio presente che il film è stato girato in uno studio cinematografico costruitogli appositamente e non in una reale stazione della metro.Quindi il cartellone è stato messo lì di proposito. Queste magliette, sfoggianti un “ambiguo” motivo floreale, furono disegnate da un avvocato di San Francisco e vendute nei supermercati di San Francisco,New Jersey e Georgia per parecchio tempo. Qui,rispetto alla figura precedente,l’identificazione del messaggio risulta più difficile.Riuscite a trovarlo?(In base ad una statistica si è scoperto che solo il 5% delle persone che guardano l’immagine riescono immediatamente a trovare il messaggio).Chi volesse la soluzione aspetti il prossimo articolo. p.v. Attualità ULTIMO BANCO – anno XVI Il pericolo sta nelle nostre tasche di Elena Degan V D 3 agosto 2000: Chris Newman, noto medico statunitense, sporge denuncia alla famosa azienda di elettronica della Motorola, chiedendo un risarcimento di 800 milioni di dollari. Motivo? Gli è stato riscontrato un tumore al cervello, proprio dietro l'orecchio destro, dove appoggiava sempre il telefonino, e sia lui che il suo avvocato hanno la limpida certezza che esso sia stato causato dall'apparecchio portatile. Ma la cosa più stupefacente, è che inizialmente un portavoce della Motorola si è arrampicato sugli specchi affermando: “Diciamo da anni che tali affermazioni non hanno fondamento”. Fatto sta, che Newman ha vinto la causa. Di sicuro tutti noi lo sappiamo, ma fingiamo indifferenza: le microonde dei cellulari sono altamente pericolose, perché interferiscono con il DNA delle cellule, aumentando il rischio di tumori. L'effetto maggiore delle radiazioni avviene sul cervello, dove esse si accumulano ogni volta che avviciniamo il telefono all'orecchio. Nei primi tempi, infatti, la Motorola raccomandava di non puntare l'antenna del telefonino vicino a cuore e addome in genere: praticamente, sulle zone delicate del corpo. Dettaglio rilevante: da anni, l'antenna è incorporata nel cellulare stesso, che noi teniamo tranquillamente in tasca ogni giorno, appresso agli organi vitali del bacino, o vicino al cervello, quando telefoniamo. E va sottolineato, che i danni che causano le radiazioni al nostro corpo, sono irreversibili. Inoltre, alcune ricerche inglesi, dimostrano che, con l'uso del cellulare in auto, l'intensità di campo risulta moltiplicata, così come, di conseguenza, anche il pericolo: gli effetti sono, oltre alla maggiore esposizione alle microonde, anche uno stato di squilibrio mentale e un rallentamento delle reazioni, peggiori di quelli che provoca l'alcool. Già nel 1993, l'industria delle telecomunicazioni ha investito 25 milioni di dollari in una serie di ricerche, al fine di dimostrare che i cellulari non sono dannosi. In seguito non si sentì più parlare di quest'indagine, per il semplice fatto che non riuscirono nel loro intento, anzi: arrivarono, volenti o dolenti, a dimostrare il contrario. I danni che causano le radiazioni dei cellulari sono notevoli, e si potrebbero evitare decine di migliaia di tumori all'anno; una cifra notevole, considerando che stiamo parlando di vite umane. Ma sopra a tutto ciò, c'è un imponente giro di denaro e di affari, e si sa, al giorno d'oggi, pur di avere fama e ricchezza, si sotterra la verità. Detto così può sembrare crudele, e lo è: neppure le leggi sulla salute e la propaganda -purtroppo molto scarsa- riescono ad imporsi a tutto questo, tanto che persino noi stessi -dobbiamo ammetterlosottovalutiamo questo problema, che ha un peso consistente nella società. Forse, in parte, non è solamente colpa nostra, per il semplice fatto che manca l'informazione. Quando mai i mass media parlano di tutto ciò? Ormai sembra che i telegiornali si stiano trasformando in film gialli, a furia di parlare ogni giorno di omicidi e processi. Dobbiamo essere noi stessi i primi a prendere provvedimenti, e per farlo, basterebbero piccoli gesti abituali. Ad esempio, mentre studiamo al pomeriggio, anziché tenere ostinatamente il cellulare in tasca, potremmo appoggiarlo sul tavolo; oppure, quando siamo fuori casa e ne abbiamo la possibilità, metterlo in una borsa. Altre ottime regole, secondo gli studi, consistono nel non telefonare mai per più di cinque minuti al giorno, e non usare il cellulare in auto. Ma la cosa più importante da fare, e che ormai nessuno rispetta, è tenere i cellulari lontani dai bambini, i quali sono senza dubbio più vulnerabili di chiunque altro alle microonde dei telefonini. e.d. 9 Attualità ULTIMO BANCO – anno XVI Lo stato delle ragazze madri di Giulia Callino VD Ultimamente si è molto parlato del fenomeno delle ragazze madri in relazione all’aborto, e nel contesto è emersa sulle altre la nazione inglese con la sua elevatissima percentuale di pregnant mothers, la più alta d’Europa – nel 2007 le ragazze madri costituivano il 4,8 % delle gravidanze totali, con un totale di 43 000 ragazze, tutte sotto i 18 anni -. Questa realtà è molto più evidente di quanto si creda e non è difficile entrarci a contatto anche durante brevi vacanze o soggiorni studio. Qui la testimonianza di V., un abitante di un paese rurale nell’Oxfordshire, con la quale ho avuto modo di parlare durante quest’estate: “Vedi quella donna laggiù? Ha vent’anni e alle spalle già un divorzio e tre figli, che vengono mantenuti dallo Stato. Qui in Inghilterra ogni madre riceve mensilmente il corrispettivo di circa 100 € al mese per il primo figlio e un’altra somma piuttosto ridotta per gli altri, indipendentemente dalla sua situazione. Ma nel caso delle ragazze madri lo Stato le mantiene totalmente, con sussidi economici per la casa, il cibo, la spesa, i vestiti.” L’unico presupposto è che la ragazza riesca a dimostrare di fronte ad un tribunale di essere stata cacciata di casa o di non potervi più vivere per minacce perpetrate nei suoi confronti da parte di qualche familiare con lei residente. Da lì, scatta il meccanismo di aiuto dello Stato, concretizzato in sussidi economici e materiali: inizialmente alla giovane fanciulla viene consegnata una casa popolare e un assegno iniziale per l’acquisto di quanto necessario al neonato, dopodiché ogni settimana la ragazza riceve un assegno di 40 £ per la spesa e di 180 £ per l’acquisto di alimenti necessari al bambino. Non è raro che, se la ragazza è disoccupata, sia sempre lo Stato a pagare le bollette della casa e le spese sanitarie o scolastiche del figlio, anche se questa parte della legge è stata recentemente discussa perché il Governo ha notato che per molte di loro questa Agente Bergamo Luca Via Vittorio 11, San Donà di Piave tel. 042155755 10 norma non è che un incentivo a vivere da mantenute, senza studiare o lavorare. La situazione inglese è fortemente in contrasto con quella italiana, dove la media di figli per donna è di 1,2 e la panoramica generale è decisamente differente. “ Credo che in Italia la cosa sia differente perché lì di solito una donna conclusi gli studi superiori sceglie di fare l’università, raramente di mettere subito in piedi una famiglia, anche perché non potrebbe contare sullo stesso tipo di appoggio statale che c’è qui.” “ Secondo molti dietro non ci sta un interesse vero, quanto piuttosto una strategia per ingraziarsi i voti di quella che è comunque una fetta nutrita di popolazione. Un po’ una sorta di scambio, io ti aiuto, tu aiuti me.” Se così sia non possiamo dirlo. Intanto, se ci troviamo nella nazione anglosassone, non stupiamoci più vedendo in un parco inglese tante giovani che spingono, assorte, un passeggino. g.c. ULTIMO BANCO – anno XVI Attualità I wanna rock di Vera Buffolo VD Da parecchio tempo ognuno di voi avrà sicuramente sentito parlare del cosiddetto “Effetto Mozart”, ovvero il potere che la musica dei grandi compositori classici come Beethoven e Chopin esercita sulle nostre menti, sollecitandone le potenzialità cognitive. Dopo un semplice esperimento però, i ricercatori della Glasgow Caledonian University sostengono che questo sorprendente fenomeno raggiunga anche il nostro amato Rock. Questi esperti hanno infatti riunito 16 volontari, e monitorato le differenze nelle loro attività cerebrali durante un test di memoria nel quale venivano fatti ascoltare diversi generi musicali. L’esito è stato sorprendente: anche il Rock più duro è in grado di incrementare la capacità di concentrazione del nostro cervello, e non solo! Una vera buona notizia dunque per gli amanti del suddetto genere e in particolare per gli adolescenti che -a scapito delle lamentele dei genitori- vivono praticamente al ritmo delle canzoni di Jimi Hen- drix, James Dio (che ci ha lasciati poche settimane fa), Led Zeppelin e AC/DC. Si tenga presente che il risultato positivo si è riscontrato nei soggetti fans di quel genere musicale, portando a pensare che giovi soltanto a chi piace. Per tutti gli altri rimangono gli effetti sul sistema nervoso. Ora la scusa è validissima: ascoltare questa musica tutto il giorno ci rende più intelligenti, come negarlo? Ma questo non ci avrebbe stupito più di tanto se avessimo saputo quanto la musica influenzi non solo la nostra mente, ma anche la nostra quotidianità, il nostro umore, il nostro temperamento e perfino il nostro corpo. A sentire un recente studio del neuroscienziato Dott. Daniel J. Levitin infatti, mentre ascoltiamo la nostra musica preferita nell’organismo avviene un’alterazione della dopamina, il cosiddetto ormone “del benessere” nel cervello. Questo stimolante chimico rilascia sensazioni amplificate di piacere, eccitazione o soddisfazione, portandoci allo stato umorale “Sex, Drugs and Rock and Roll”, così definito poiché le sensazioni provate sono paragonabili a quelle fornite da sesso e droga. Possiamo infine quindi affermare che un’attività astratta come la musica oltre ad intensificare le attività mentali e ad attivare alcuni centri del piacere nel cervello umano, agisce sulla fisiologia del corpo alterando in modo quasi impercettibile il battito cardiaco e il tono muscolare. v.b. 11 Montale ULTIMO BANCO – anno XVI Montale e dintorni. Il coro: vivere la musica di Cristina Cavarra IVB La musica: una magia senza limiti né confini, che si rinnova di giorno in giorno e dolcemente riesce a sfiorare la nostra anima. Le emozioni si trasformano in melodia, le note, cullandoci, ci trascinano in vortici infiniti, dai quali è assai ardua l’impresa di riemergere. Probabilmente si riuscirebbe a descrivere la musica solo con dell’altra musica, perché è un linguaggio particolare, un mondo capace di attrarre a sé gente di ogni età, di comunicare sensazioni altrimenti inesprimibili. Così e successo anche all’interno del liceo classico E. Montale di San Donà di Piave. Tutto è cominciato ad ottobre con una circolare che invitava chiunque avesse desiderio di cantare o suonare, a far parte del coro dell’Istituto. All’inizio si erano presentati solo coristi. Durante il primo incontro alcuni sguardi timidi seguivano il contorno dei tasti del pianoforte; tra i pensieri, la curiosità che accompagna ogni nuova esperienza, la voglia di confrontarsi e stare con altri giovani. L’ostacolo maggiore è stato proprio quello di cantare; la paura di sbagliare, o semplicemente di far sentire la propria voce, bloccava il suono delle note ancor prima che riuscissero a librarsi nell’aria. Il professor Francesco Rossi, che dirige il coro, è riuscito a sciogliere la barriera tra noi e gli altri, e la musica. Questo, probabilmente, grazie ai suoi modi ami- 12 chevoli e scherzosi che riscaldano l’atmosfera e ci fanno sempre sentire a nostro agio. Per cominciare a prendere confidenza con le note abbiamo iniziato con esercizi di preparazione prestando soprattutto maggiore attenzione alla respirazione e all’impostazione della nostra voce; poi ci siamo concentrati sull’interpretazione di brani cantati di diverso stile musicale. Fanno parte del nostro repertorio l’Ave Maria di Jakob Arcadelt, due canzoni della fine del ‘500, inoltre una lirica di Saffo musicata per coro a cappella ed una versione della prima bucolica di Virgilio musicata per coro e orchestra sinfonica, uno spiritual e altre canzoni, tutti brani composti o riarrangiati dal nostro maestro. In occasione della festa classica, per la speciale esibizione di Tityre, che prevedeva un accompagnamento sinfonico, sono entrati a far parte del corso altri studenti con i loro strumenti: due flautisti, tre violinisti, due chitarristi, un carinettista e due tastieristi. Un’esperienza straordinaria, che offre l’opportunità a giovani musicisti di conoscersi fra loro, di esibirsi e di capire quanto la musica possa unire, facendoci assaporare il gusto di condividere le stesse forti emozioni. Ora possiamo definirci un vero e proprio coro. Siamo diventati un gruppo unito, le prove sono delle occasioni uniche in cui ci si diverte, tanto accomunati dalla stessa passione quanto diversi per personalità ed inventiva. Durante queste ultime settimane di scuola abbiamo partecipato a due concerti, il primo presso il teatro “Vivaldi” di Jesolo, assieme ai ragazzi del coro delle scuole medie dell’Istituto “Italo Calvino”, il secondo in un’occasione che ha visto l’esibizione di altre realtà corali del territorio, oltre alla nostra, tra cui il coro gospel diretto dal nostro maestro. Per fine d’anno è prevista la nostra partecipazione allo spettacolo teatrale curato dalla professoressa Ronzani, con musica e canzoni scritte appositamente per questa messa in scena. L’anno scolastico è ormai giunto al suo termine; è però certo che il ricordo di questa esperienza rimarrà indelebile. c.v Montale ULTIMO BANCO – anno XVI Itaca, il viaggio dei viaggi… di Veronica Teso VD Itaca è una piccola isola greca che emerge dalle acque cristalline del Mar Ionio, ad ovest della costa greca e a soli tre chilometri dalla vicina isola di Cefalonia. Solitaria e selvaggia, coperta di ulivi e cipressi, è una delle meno frequentate tra le sette isole che compongono l'arcipelago delle Ionie. Non offre locali notturni aperti tutta la notte e sulle sue coste non approdano traghetti o navi da crociera.. Per questo Itaca ha conservato la sua immagine autentica e paesaggi intatti, ma soprattutto un mare pulitissimo e spiagge vergini. L'isola è caratterizzata da una costa selvaggia e ripida ad est, più dolce ad ovest, ovunque ricca di incantevoli baie segrete. L'interno, aspro e selvaggio, cela piccoli villaggi tutti da scoprire, a partire da Vathi, il capoluogo e porto principale dell'isola, luogo pittoresco costruito ad anfiteatro romano intorno ad una baia ai cui lati si trovano le rovine di un forte. Parlando di Itaca la mente corre ad Ulisse, il cui mito ha affascinato e continua ad affascinare sognatori e avventurieri. Il suo splendore resta nella sfera del mito più che in quello della realtà storica. Rimane soprattutto un'aura mistica, un'atmosfera particolare, l'idea del percorso che gli essere umani compiono per giungere alle loro mete. Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga fertile in avvenire e in esperienze. I Lestrigoni e i Ciclopi o la furia di Nettuno non temere, non sarà questo il genere d'incontri se il pensiero resta alto e un sentimento fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo. In Ciclopi e Lestrigoni, no certo né nell'irato Nettuno incapperai se non li porti dentro se l'anima non te li mette contro. Devi augurarti che la strada sia lunga. Che i mattini d'estate siano tanti quando nei porti - finalmente, e conche gioia - toccherai terra tu per la prima volta: negli empori fenici indugia e acquista madreperle coralli ebano e ambre tutta merce fina, anche profumi penetranti d'ogni sorta, più profumi inebrianti che puoi, va in molte città egizie impara una quantità di cose dai dotti. Sempre devi avere in mente Itaca - raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio: fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull'isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca. Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo in viaggio: che cos'altro ti aspetti? E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso giù tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare. (Itaca, Costantinos Kavafis) Itaca è la vita stessa. Non è luogo da raggiungere, è un lungo percorso da fare. Itaca è il senso della nostra esistenza, è il ritrovarci dopo esserci perduti, è il ritorno alla radici dopo averle smarrite. Itaca è la ricerca della meta passando per conflitti, scelte difficili, angosce, illusioni e speranze. E' il viaggio verso la verità, pieno di lotte e tentazioni, coraggio e viltà, ma anche ricco di stupore e novità, limpidi mattini d'estate. Itaca è la nostra terra promessa, è ricerca e memoria insieme. E' l'andare oltre… Non ricorderemmo Itaca se non l'avessimo lasciata, non la cercheremmo se non l'avessimo persa. Itaca è il paradiso perduto… Il cercarla per ritrovarla… Itaca è la nostra vita. Solo noi possiamo decidere come vogliamo viverla se in continua lotta con i Lestrigoni e i Cicolpi, oppure affrontando con gioia e ottimismo tutte le sfumature che ci presenta il percorso. v.t. 13 Creatività ULTIMO BANCO – anno XVI Momenti di creatività. Favoleggiando la vita di Elena Degan V D Cielo, hai evocato le nuvole. Ognuna di esse si contorce al vento, si sforma. L' un l' altra decidono di unirsi, di crescere in intensità, e mutano colore. Erano bianche, ali nella volta, lana nell'azzurro terso e limpido intrecciato al mare nel suo orizzonte. Ora si macchiano, divengono sempre più scure; gli alberi scuotono le loro fronde in trepidazione, le acque volgono in alabastro liquido. Cielo, perché piangi? Le tue nuvole stillano gocce cristalline, innumerevoli, picchiano sui tetti delle case, scivolano lungo le foglie, s' insinuano nella terra arida, inzuppano le vesti della gente che corre verso il riparo. Cielo, ora urli. Trema il mondo al cospetto della tua ira, la pioggia diventa una cascata di lame che trafigge l' aria greve senza pietà. Le nuvole litigano, scalpitano in preda alla pazzia, si scontrano. Lampi e saette fendono l' atmosfera, sorge paura sulla terra. Un boato scatena e si espande, un tuono assordante. Esterna il tuo rancore, piangi il tuo odio. Cielo, dona la luce. Le nuvole si dissolvono, non hai più lacrime, provi pietà di fronte al mondo. Lo avvolgi col tuo calore affettuoso, apri a lui il tuo cuore, confortante, aureo, che coi suoi raggi colora la natura. Cielo, dona la notte. Il tuo sole si rifugia dietro l' orizzonte, regalando il tramonto rosato che saluterà il giorno. Nasce la luna, trascina con sé le sue stelle. Una trama di lucciole impreziosisce il cielo sconfinato di tenebre, e cala una coltre di silenzio incantato. 14 ULTIMO BANCO – anno XVI Giochi Lentamente muore di Chiara Perer II E Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi. Chi non cambia la marca, chi non rischia e non cambia colore dei vestiti, chi non parla chi non conosce. Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelli che fanno di uno sbaglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti. Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in sé stesso. Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare: chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incssante. Lentamente muore chi Abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità Pablo Neruda 15 Giochi ULTIMO BANCO – anno XVI Un’allegoria di Michele Di Gesù IV A un foglio bianco, una penna, una boccia d’inchiostro, della polvere assorbente; ed ecco espandersi lenta la scena: una scrivania piena di fogli, piena di libri; come il pan toscano manca di sale, questa stanza manca di vita; come d’incanto la scena si allarga, mi accorgo del gran disordine che regna tal tiranno e la polvere, a confronto sembra regina sottomessa da invasori; la stanza è chiusa a chiave, in tempi remoti qualcun vi entrò e cercò di scoprire i suoi celati segreti ma invano, invano, invano, invano... Giochi. Prof. di Italiano-Latino: “A Nadàl un pìe de gal, a Pasqueta 'na mezoreta”. Prof. di Scienze: “HCOOH è l'acido formico, quello delle formichine”. Alunna: “Quale, quello per ucciderle?”. Prof. di Inglese: “The most important topic, which is...tuo nonno in carriola!!”. Prof. di Italiano-Latino: “Non ripetermi PAPPAGALLESCAMENTE!”. Prof. di Matematica: “Eeetcciuuu!” Classe: “Salute!” Prof. : “Ecco! Vedete, sono anche allergico a voi”. Alunno durante una versione di latino: “Non so più come andare avanti...” Compagna di banco, con una pungente ironia: “Basta che metti un piede davanti all'altro!”. 16 Prof. di Inglese: “Lo sapete che da un pisello tatuato e una pisella tatuata nascono dei pisellini tatuati?!?” (nuova legge genetica di Mendel) Prof. di Italiano-Latino: “ Pollock versa 'na mastea di colore, disemo”. Prof. di Italiano-Latino: “Oggi si parla tanto di amore, in tutte le salse: con la salsa verde, la salsa rosa, la salsa piccante, la salsa alla panna...ma soprattutto con la salsa piccante; si usa il peperoncino, mi sembra!”. Prof. di Matematica, il giorno di San Patrizio: “Quand'è San Plebeo?”. Prof. di Matematica, riferendosi agli interrogati: “Uno o due al giorno toglie il recupero di torno!”. Alunna, mentre si sta parlando di una tipologia di discoteca inglese per famiglie: “Ma loro vanno lì solo per ballare?” ULTIMO BANCO – anno XVI -Prof. di Matematica: “Dopo 3 VOLTE, l'hai capito SUBITO!”. -Prof. di Italiano-Latino, durante un'interrogazione, controllando un quaderno di autori latini in cui trova una scritta rosa shocking dicente TVB: “Ma questo T.V.B. è rivolto a Virgilio?”. Alunna, con una nota di imbarazzo: “Nooo!”. Prof.: “Aaah, altrimenti ti avrei dato un voto in più!”. -Prof. di Italiano-Latino, leggendo una circolare: “Vista la normativa bla bla bla...”. Giochi -Prof. di Matematica, il primo giorno in succursale (nuova sede, nuova aula, nuovo banco), ad un alunno solitamente seduto in ultima fila: “Massimiliano, perché sei seduto in primo banco?”. Alunna: “Perché è arrivato per ultimo!”. Prof. di Matematica: “Eh, va beh, gli ultimi saranno i primi!”. -Prof. di Italiano-Latino: “Dobbiamo fare tutti e 5 i primi 6”. -Prof. di Italiano-Latino: “Nel chiudere il libro, vorrei sollecitarvi a studiare!”. -Prof. di Inglese, dopo una domanda, mentre si sta parlando dei pellegrini di “The Canterbury Tales”: “Sì, beh, non è proprio una domanda pellegrina...PELLEGRINA...”. Classe (risata generale) Prof. di Inglese: “Debora! Non scriverti anche questa...”. Alunna: “Sì, sì, non si preoccupi...”. -Prof. di Storia dell'Arte, riferendosi alla cupa visione religiosa e alle necropoli etrusche: “Secondo te, se un archeologo deve andare a cercare testimonianze etrusche, va a scavare in una “città dei vivi” o in una “città dei morti”?”. Alunno: “Beh, probabilmente in una città dei morti, visto che gli Etruschi sono tutti morti!”. -Alunna, prima di un'interrogazione: “Or dunque suvvia, buonino buonino, finché non mi interroga in inglese”. -Prof. di Italiano-Latino: “Ma Francesco, questa -bianca neve scender senza venti- è quella dei sette nani?”. -Prof. di Matematica: “E adesso vi interrogo tutti, finché non arrivano tutti all'insufficienza”. -Prof. di Italiano-Latino: “Allora, hai capito dove sta la differenza tra Guido Guinizzelli e Guido Cavalcanti?”. Alunno: “Sì, sono due persone diverse”. -Prof. di Italiano-Latino: “Bisogna che ve lo ricordiate, perché lo ritroverete ad ogni piè sospinto”. -Prof. di Italiano-Latino: “Secondo me, riguardo a questo, quello che potevano dire gli elefanti è influenzato dall'Era Glaciale 1, 2 e 3”. -Prof. di Inglese: “ Sir Francis Drake era un sant'uomo che allietava in modo biblico la regina Elisabetta...”. Alunna: “Ma perché? Cosa faceva? Il prete??”. -Alunna: “Prof., quante applicazioni vuole fare?”. Prof. di Matematica: “7, come i 7 comandamenti”. Prof. di Italiano-Latino: “Nella mia Divina Commedia adesso si gira la pagina, nella vostra non lo so!”. -Prof. di Matematica: “Appena finisce il quadrimestre faccio una verifica sulle equazioni”. Alunna: “Ma prof! Lei non può! Non è ancora arrivato Carnevale...non può fare gli scherzi!”. -Prof. di Italiano-Latino: “Scipione l'Africano assomigliava un po' a coso là...sì...a Mussolini!”. -Prof. di Italiano-Latino, riflettendo sul significato poetico di alcuni versi della Divina Commedia: “Qual è il nesso logico fra lago e cuore?”. Alunno: “Che tutti e due contengono qualcosa di liquido!”. -Prof. di Italiano-Latino: “Ma con queste cose mi fai perdere sempre un sacco di tempo...sei un pericolo per le mie lezioni!”. 17 Cucina ULTIMO BANCO – anno XVI Un rimedio per le calde giornate d’estate di Gaia Mazzon ID Se la temperatura sale oltre i 20 °C all'ombra, la vista si annebbia ed una perenne voglia di far niente si scaglia su di te, cosa fare? Uno dei metodi migliori per placare gli effetti della tanto attesa estate è senza dubbio una gustosissima granita alla frutta. La sua origine precisa è sconosciuta, ma è risaputo che già nell'antichità si usasse conservare la neve, compattandola e coprendola di sterco e terra; è inoltre opinione comune che in Italia la granita abbia raggiunto la perfezione in Sicilia. Ma come vedremo ora, preparare una granita può essere facile e veloce! Dal punto di vista chimico-fisico i principali componenti sono il saccarosio (C6H12O6 ), cioè normale zucchero da cucina, e acqua. La percentuale di zucchero può variare tra il 15 e il 20% ricordandoci di tener conto anche degli zuccheri contenuti nella frutta che si usa. Lo zucchero, oltre a dolcificare la nostra bevanda, è fondamentale per ottenere la consistenza desiderata per la nostra granita; infatti se abbassiamo la temperatura di un bicchiere di acqua pura a 0 °C, questa si trasforma in un unico blocco di ghiaccio, se invece vi abbiamo disciolto dello zucchero creando uno sciroppo, le molecole di acqua trovano più difficoltà a formare il reticolo cristallino del ghiaccio perché le molecole di zucchero interagiscono con il processo di congelamento. Più zucchero è presente, più dobbiamo raffreddare la nostra bevanda per ottenere del ghiaccio. Quando raffreddiamo lo sciroppo con cui vogliamo fare la granita, iniziano a formarsi cristalli di ghiaccio puro lubrificati dallo sciroppo di zucchero che rimane in soluzione e li mantiene distanti impedendo che crescano troppo, donando così alla granita la sua consistenza caratteristica. Raffreddando ulteriormente, continua a formarsi ghiaccio fino ad arrivare ad un punto speciale, il punto eutettico, che corrisponde a -13,9 °C (ca). INGREDIENTI: • Acqua • 15-20% di saccarosio, il comune zucchero da cucina • Frutta frullata PROCEDIMENTO: Per prepararla a casa, sciogliete lo zucchero in acqua e aggiungete la frutta frullata. Riponetela in freezer mescolando ogni mezzora per evitare la formazione di cristalli troppo grossi. Servite la vostra granita quando raggiunge la consistenza desiderata. 18 ULTIMO BANCO – anno XVI Giochi GZ GZ Aspettando l’estate... 19 Giochi ULTIMO BANCO – anno XVI Cruciverba & rebus a cura di Paolo Furlan V B 20