Il sale
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Il sale
Autore dell’articolo: Giordano Chiopris, tecnico del Servizio ricerca, sperimentazione, assistenza tecnica e divulgazione dell’ERSA Il sale: un amico per i casari Per quale motivo il formaggio viene salato? I motivi sono diversi: espellere il siero dal formaggio, rallentare lo sviluppo di molti microrganismi anticaseari, rendere la pasta più compatta ed omogenea, favorire la formazione della crosta ed infine, dare al formaggio il gusto desiderato, in quanto la cagliata, di per sé, è insipida. Quali sono le tecniche di salatura che si possono utilizzare? Si possono usare tre diverse modalità di salatura: a secco, in salamoia e nel latte o in pasta. - in quella a secco si procede distribuendo del sale sulle facce e sullo scalzo del formaggio, sale che lentamente si scioglie e penetra all’interno della forma. Questa operazione può durare diversi giorni, dipende dalla grandezza della forma; - quella in salamoia funziona per immersione del formaggio in vasche contenenti salamoia, vale a dire una soluzione di cloruro di sodio in concentrazione variabile dal 15 al 25%. Questo tipo di salatura può richiedere alcune ore per i formaggi a pasta molle o diversi giorni per i formaggi a pasta cotta. Essendo molto praticata, questa tecnica attualmente ha ormai soppiantato quasi del tutto la salatura a secco e quella nel latte o in pasta; - la salatura nel latte o in pasta funziona per aggiunta diretta di sale nella cagliata sminuzzata prima che essa venga raccolta negli stampi oppure, in limitati casi, il sale viene sciolto nel latte prima della coagulazione. Che tipo di sale viene utilizzato? Il sale impiegato può essere di origine marina (sale marino) o di miniera (salgemma). Quest’ultimo è impiegato più frequentemente in quanto ha un costo minore ed una migliore qualità batteriologica. In generale il sale utilizzato per la salatura del formaggio è opportuno che non sia molto ricco di calcio, magnesio e solfati, in quanto questi composti, se sono presenti in grande quantità, possono alterare il gusto del formaggio e conferirgli un sapore amaro oppure provocare un indurimento eccessivo della crosta. Per quanto riguarda l’aspetto batteriologico dipende dalla sua provenienza e dal suo contenuto in acqua. Come opera il meccanismo della salatura? Durante il processo di salatura, a secco o in salamoia, la differente concentrazione tra la fase acquosa del formaggio e la salamoia (o il sale) provoca, per effetto osmotico, una diffusione del sale nell’umidità della pasta e, contemporaneamente, una migrazione della parte acquosa del formaggio verso la salamoia o la superficie del formaggio. Durante questa fase, lo zucchero del latte (lattosio) e l’acido lattico vengono persi dal formaggio La penetrazione del sale è assai lenta. Nel grana, ad esempio, la penetrazione è di soli 2 cm. sottocrosta a 24 ore dalla fine della salatura (che dura circa 20 giorni in salamoia) e il sale raggiunge il centro della forma solo dopo circa 10 mesi. Quali attenzioni si devono prestare alla salamoia? Essendo il metodo in salamoia quello più usato, è importante che la vasca abbia una dimensione adeguata, in modo che la soluzione salina possa circolare tra le forme dei formaggi e che contenga un volume della soluzione di salamoia 4 -5 volte maggiore di quello dei formaggi. Ciò significa che per 100 kg di formaggio da salare sono necessari almeno 400 litri di salamoia. La salamoia deve poi essere collocata in luoghi ombreggiati o comunque riparati dalla luce, la quale può favorire l’irrancidimento dei grassi espulsi dal formaggio. Inoltre non deve essere portata ad una temperatura inferiore a 12-15°C, né superare i 20°C, perché a queste temper ature la diffusione del sale nel formaggio diminuisce. Quando una salamoia si arricchisce di sostanze minerali ed organiche, come calcio, fosforo, lattosio, acido lattico, quando aumenta di acidità (oltre i 15SH/50ml) o si abbassa la concentrazione salina, vuol dire che “invecchia”: In tal caso si possono sviluppare muffe e lieviti, i quali causano cattivi odori, difetti di gusto e alterazioni della crosta con formazione di una patina viscida. In tal caso, come può essere risanata una salamoia? Il metodo più semplice per risanare una salamoia è tramite la bollitura del liquido a circa 100°C per circa 60 mi nuti, cercando di togliere anche la schiuma e i precipitati che si formano durante il riscaldamento. Successivamente si corregge l’acidità e la concentrazione salina. Metodi più moderni di rigenerazione implicano l’impiego di tecniche di microfiltrazione, rigenerazione microbiologica tramite passaggio della salamoia in tubi di vetro bombardati da radiazioni ultraviolette che attraversano la salamoia. Concludendo la salamoia ad immersione è ritenuta complessivamente più vantaggiosa, sia sotto il profilo pratico che da un punto di vista economico. Ciò non esclude la possibilità che, per migliorare la formazione della crosta nei formaggi a pasta cotta o semicotta, si possa praticare anche la salatura a secco.