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Regolazione
martedì 28 giugno 2016
Efficienza nel settore idrico, uno sguardo alla letteratura
Laboratorio servizi pubblici locali di Ref Ricerche: rassegna delle principali pubblicazioni sul tema in
collaborazione con Dipartimento di studi per l'economia e l'impresa dell'Università del Piemonte;
possibili recuperi di efficienza del 10-30%, costi standard migliore strumento per regolazione
incentivante
Sin dall'approvazione della legge Galli, nel 1994, l'efficienza è
uno degli obiettivi primari posti dinanzi al settore idrico, la sua
promozione è ancora oggi un obiettivo della regolazione indipendente
del settore affidata all'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema
idrico (Aeegsi). È l'efficienza che persegue la logica delle
aggregazioni, incoraggiata dalla più recente legislazione in materia di
servizio idrico e di servizi pubblici locali in generale; misurando il
grado di efficienza delle gestioni si identificano le realtà alle quali
gioverebbe inserirsi in un processo di aggregazione, quelle di
dimensioni più ridotte che da sole non riescono a offrire un servizio di
qualità a un costo congruo e che possono conseguire risparmi realizzando economie di scala. Con
tali premesse, a fronte dell'avvio di iniziative regolatorie quali il benchmarking per incentivare la
riduzione dei costi operativi e l'unbundling contabile del settore idrico (premessa fondamentale per la
definizione di costi standard e la conseguente applicazione di più incisivi meccanismi di
efficientamento), il Laboratorio servizi pubblici locali di Ref Ricerche – in collaborazione con il
Dipartimento di studi per l'economia e l'impresa dell'Università del Piemonte Orientale – ha
passato in rassegna i principali esiti della letteratura scientifica sull'argomento dell'efficienza del
settore idrico in Italia. I risultati di questo lavoro sono presentati nel contributo “L'efficienza del settore
idrico italiano: punti fermi e questioni aperte”, pubblicato per la collana Acqua.
Cinque le pubblicazioni analizzate; diverse le metodologie e i dati utilizzati, tanto che non
emergono dal corpus esaminato evidenze univoche. Al centro degli studi vi è però l'esigenza di
individuare le determinanti dell'efficienza , un passaggio che – spiegano gli autori del contributo di
analisi – serve a “fornire migliori basi conoscitive ai fini dell'applicazione della regolazione
incentivante, da tempo indicata dalla teoria economica come lo strumento per promuovere
l'efficienza”. Molta attenzione è dedicata alla scala gestionale ottimale , diversamente da quanto
avviene per il tema della scala finanziaria efficiente , che – sebbene esuli dal campo dell'analisi
dell'efficienza in senso stretto – ha la sua importanza in un settore ad alta intensità di investimenti.
Secondo gli analisti di Ref Ricerche, sono i costi standard – definiti sulla base di frontiere efficienti –
a rappresentare il miglio strumento di una regolazione incentivante.
Ciò che emerge dalla letteratura analizzata, in sintesi, è che appaiono determinanti per
l'efficienza nel settore idrico le dimensioni del bacino servito (una crescita dimensionale, con
conseguenti economie di scala, genera effetti benefici per i piccoli operatori) e le sue caratteristiche
, così come le economie di densità (che impattano in modo significativo sui costi operativi). Non vi
sono invece evidenze univoche della proprietà delle gestioni o della loro localizzazione
geografica come determinanti dell'efficienza. Dalla maggior parte degli studi, evidenziano gli autori,
emerge la presenza di guadagni di efficienza potenziali del 10-30% . “Sono indicazioni che
appaiono coerenti con i divari di costo operativo documentati anche da Aeegsi – commenta il
Laboratorio – e che sembrano suggerire che l'efficientamento deve rappresentare uno degli
ingredienti per conciliare l'ingente volume di investimenti necessari con la sostenibilità degli sviluppi
tariffari”. Sul piano della regolazione incentivante, l'esperienza internazionale (Ofwat in primis)
suggerisce la possibilità di affiancare all'attenzione per i costi operativi quella per i costi di capitale,
“con meccanismi che permettono alle aziende più efficienti di trattenere i guadagni nei periodi infra-
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regolatori, trasferendone una parte agli utenti finali, in concomitanza delle revisioni tariffarie, sotto
forma di minori tariffe”.
La rassegna delle pubblicazioni analizzate, con relativa analisi metodologica, è riportata in un
paragrafo a cura della ricercatrice Clementina Bruno , del Dipartimento di studi per l'economia e
l'impresa dell'Università del Piemonte Orientale. In estrema sintesi, vi figurano: Romano e Guerrini
(2011) , campione di 43 imprese italiane attive nel solo settore idrico (periodo di riferimento: 2007);
Cruz, Marques, Romano, Guerrini (2012) , campione di 88 imprese, 33 italiane e 55 portoghesi
(periodo di riferimento: 2007); Lo Storto (2013) , campione di 53 imprese; Lo Storto (2014) ,
campione di 38 Ato; Abrate, Erbetta, Fraquelli (2011) , campione di 46 Ato, analisi incentrata sui
Piano d'Ambito (periodo di riferimento: 12-30 anni sulla base dei Piani d'Ambito disponibili al
dicembre 2007).
Il contributo redatto dal Laboratorio servizi pubblici locali di Ref Ricerche (n. 63, giugno 2016) è
consultabile all'indirizzo www.refricerche.it/it/laboratorio-spl-futuro/contributi-di-analisi/.
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