Sii geloso… come Gesù

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Sii geloso… come Gesù
CHIESA DI MILANO VIA F. ARMATE 338
incontri
amo
la Parola
SOLO LA VERITA’ CI RENDE LIBERI
Sii geloso… come Gesù
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“Non avere altri dèi oltre a me. Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono
lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a
loro e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso…” (Esodo
20:3-5);
“…il SIGNORE, il tuo Dio, è un fuoco che divora, un Dio geloso” (Deuteronomio 4:24);
“…tu non adorerai altro dio, perché il SIGNORE, che si chiama il Geloso, è un Dio
geloso” (Esodo 34:14).
“Oppure pensate che la Scrittura dichiari invano che: «Lo Spirito che egli ha fatto abitare
in noi ci brama fino alla gelosia»?” (Giacomo 4:5)
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La gelosia, un sentimento umano
Cominciamo subito col dire che quando c’è gelosia di solito c’è (o si immagina che ci sia)
un rivale. Infatti “geloso” viene dal tardo latino “zelòsus” (persona piena di zelo) e dal
greco “zelotòs” (emulo o antagonista, rivale). Vuol dire che il geloso è colui che possiede
un bene (l’amore di una persona, o anche una cosa) e – normalmente per timore di
perderlo – si trova in competizione con altri per il relativo possesso. La gelosia non va
confusa con l’invidia, che è il desiderio di avere ciò che possiede un’altra persona, che può
diventare perfino un cruccio per la felicità o il benessere dell’altro.
Approfondendo il significato delle parole, scopriamo che tra i derivati di zelo vi è
“ebollizione, fervido, veemenza…”, e quindi il bollore della passione amorosa che rende
gelosi… La gelosia è una delle passioni più potenti della natura umana. Quando diventa
morbosa, rischia di sfociare in ossessività ed egoismo, di far perdere il controllo della
ragione, il più delle volte senza giustificazioni fondate. Una gelosia così intesa rischia di
opprimere i sentimenti sinceri e di minare la fiducia reciproca. Infatti, la gelosia si muove
ansiosamente nelle emozioni fino a diventare un vero e proprio tormento, sia quando ce
n’è una giusta ragione sia quando questa non c’è. È un sentimento che fa soffrire, corrode,
produce un travaglio dell’animo. Porta a reazioni esagerate (le famose scenate di gelosia).
In fondo tutto deriva dal timore che qualcun altro possa beneficiare della persona o cosa
amata.
Inoltre c’è un altro genere di gelosia, menzionata tra le opere infruttuose della carne in
Galati 5:20: una passione disastrosa, che produce tormenti, invidia, rancore, rivalità verso
gli altri, o desiderio smodato di possesso dell’altro. Ai veri credenti, però, francamente non
dovrebbe interessare.
Al suo opposto, però, la totale mancanza di gelosia può essere letta come sintomo di
indifferenza e disinteresse. Come in tutte le cose, abbiamo bisogno di equilibrio: da un lato
non sospettando il male quando non ve n’è motivo, dall’altro dimostrando concretamente il
nostro interesse.
Nota:
“Gelosia” è anche il nome dato ai serramenti delle finestre che consentono a chi è dentro
di guardare fuori senza essere visto. Si chiama così facendone risalire l’origine a motivi di
gelosia, per far sì che le donne di casa potessero guardar fuori senza però essere viste
dagli estranei. Si racconta che nacquero in Persia, da cui il nome “persiane”.
La gelosia di Dio
Nella Bibbia, parlando di Dio e della Sua relazione d’amore con noi, il termine gelosia è
molto impiegato. In numerosi passi, il Signore si presenta come un Dio geloso, che si
rattrista delle infedeltà del Suo popolo, tanto che talvolta la Sua mano è mossa dall’ira. Tra
i più noti ed espliciti indichiamo Esodo 20:3-5, Deuteronomio 4:24 ed Esodo 34:14, riportati
all’inizio di questa dispensa, ma anche Zaccaria 8:2 “…Io provo per Sion una grande
gelosia, sono geloso di lei con grande ardore” e Isaia 59:17 “Egli si è rivestito di giustizia
come di una corazza, si è messo in capo l’elmo della salvezza, ha indossato gli abiti della
vendetta, si è avvolto di gelosia come in un mantello”.
La gelosia di Dio è un sentimento puro e legittimo che aleggia sull’uomo sin dalle origini.
Per il Suo amore senza eguali, giorno per giorno Egli ci osserva, ci guida e veglia su di noi.
È geloso per ogni singola persona che desideri avere una relazione profonda con Lui,
perché sa che c’è qualcun altro interessato alla nostra anima, non per amore ma per
desiderio di distruzione. Dio è geloso, dunque, perché non vuole che nessuno si perda,
come il pastore disposto a rischiare la sua vita per le pecore. Dio è geloso perché desidera
che la Chiesa si conservi pura fino al giorno delle nozze col suo Sposo.
La gelosia nel Cantico dei Cantici
Nella Bibbia il Cantico dei Cantici è “un ottimo pulpito” per parlare dell’amore di Dio per il
Suo popolo e dell’amore di Gesù per la Sua Sposa, la Chiesa (vedi libro “Dichiarazione
d’amore” – ADI Milano, dal quale prenderemo alcuni spunti).
Nel Cantico dei Cantici la parola gelosia è citata solo una volta e in stretta relazione alla
fedeltà: “…la gelosia è dura come il soggiorno dei morti…” (8:6).
Ciò mostra come il desiderio di essere gli unici destinatari dell’amore provochi una gelosia
talmente forte da essere paragonata agli inferi, così ardente da bruciar nell’anima di chi
ama.
Il soggiorno dei morti (She’ol in ebraico, Ades in greco), è il luogo dove – prima della
risurrezione di Cristo – andavano tutti i morti, e si distingueva in una parte riservata agli
empi, tormentati in modo insopportabile, e un’altra, riservata ai beati (seno di Abramo o
paradiso). Almeno due aspetti avvicinano gelosia e soggiorno dei morti. Innanzitutto sono
duri per la loro ampiezza nel tempo; infatti, nel soggiorno dei morti condanna e beatitudine
sono senza fine. Così i momenti di gelosia, per quanto possano essere brevi, sembrano
non finire mai. Poi, sono come un materiale duro, che non si può scalfire, tagliare,
modificare, così come la condizione dopo la morte non è più mutabile.
Nel Cantico, però, la gelosia non è intesa negativamente, ma come la passione che spinge
e conferma la ricerca l’uno dell’altro.
Nel Cantico dei Cantici 8:5,6 leggiamo:
“Chi è colei che sale dal deserto appoggiata all’amico suo? Io ti ho svegliata sotto il melo,
dove tua madre ti ha partorito, dove quella che ti ha partorito si è sgravata di te. Mettimi
come un sigillo sul tuo cuore, come un sigillo sul tuo braccio; perché l’amore è forte come
la morte, la gelosia è dura come il soggiorno dei morti. I suoi ardori sono ardori di fuoco,
fiamma potente”.
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Questa storia d’amore comincia nel deserto di questo mondo dal quale lo Sposo-Gesù
vuole tirare fuori la Sposa-Chiesa. Molti non sono interessati e non sentiranno neppure
questo invito, che invece è riservato a chi “sale dal deserto”.
Qui vediamo i due sposi a distanza ravvicinata. Lei si appoggia con confidenza a lui.
Stando vicini ci si accorge quanto l’altro sia innamorato. Naturalmente chi tiene le
distanze da Gesù non potrà capire che Lui ama ogni uomo ed è “innamorato” della Sua
Chiesa… di te…
Però Gesù non è “perdutamente innamorato”. Quando un ragazzo lo è, si vede… Quante
volte le sue facoltà perdono la capacità di discernere chi ha davanti! Tanti matrimoni sono
nati così, da infatuazioni, apparivano perdutamente innamorati ma purtroppo si sono
persi. Quanti consigli restano inascoltati…
Gesù, invece, è “perfettamente innamorato” della Chiesa. Così, proprio perché ci ama di
un amore perfetto, è anche “perfettamente geloso”.
E ci conosce perfettamente. Sa quanto variabili possano essere i sentimenti di noi umani.
Pertanto ci capisce, e come!
Lui, che è il Dio d’amore, ci parla del vero amore, “forte come la morte” (duraturo, che
giunge in fondo, che solo la morte può separare…), e aggiunge: “Perciò l’uomo lascerà il
padre e la madre, e si unirà con sua moglie, e i due saranno una sola carne. Così non
sono più due, ma una sola carne; quello dunque che Dio ha unito, l’uomo non lo separi”.
(Matteo 19:6).
Dice che “le grandi acque non potrebbero spegnere l’amore” (perché il vero amore “brucia
di più” e non c’è prova che lo possa spegnere); che “i fiumi non potrebbero sommergerlo”
(quanti naufragi dell’amore avvengono alle prime tempeste o incomprensioni… Il vero
amore, invece, resta sempre a galla).
Gesù, che è il Dio geloso fatto carne, ci parla di gelosia. Ci fa comprendere che ci vuole
completamente per Sé, ben più di quanto vorrebbe un uomo per la sua amata (che non
condividerebbe con alcuno!). Domandiamoci, nel caso di Dio è forse strano?
“Dio è geloso della Sua Sposa. Quando il Suo popolo dirotta e volge
le sue attenzioni, il suo amore, a cose o a persone che non siano Lui,
ecco che allora si scatena la gelosia di Dio”.
(da un messaggio del pastore Germano Giuliani, Milano, 1983)
Nella Sua perfetta gelosia, Dio ci vuole come proprietà privata
Gesù, che ha dato tutto Se stesso e ha comprato l’umanità al Padre, non è amato da tutti,
ma a chi “è salito dal deserto” oggi dice: “Se vuoi stare con me, io ti voglio interamente,
come una proprietà privata!” Desidera una Sposa che ricambi il Suo amore, e le pone
davanti un patto, un patto d’amore.
“Mettimi come un sigillo sul tuo cuore”. Gesù vuole tutto il nostro cuore. Perché non entri
nessun altro al Suo posto, dice: “Metti tu” un sigillo. Per togliere un sigillo, ad esempio
una ceralacca, occorre romperlo, e sappiamo bene che Gesù non lo romperà mai. Infatti,
“Quand’anche noi fossimo infedeli lui rimarrà fedele, perché non può rinnegare se stesso”
(2 Timoteo 2:13). Il Suo patto d’amore con noi è infinito!
“Mettimi come un sigillo sul tuo braccio”. Gesù desidera che anche tutto il nostro corpo sia
conservato in santità.
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Il braccio… dai sentimenti alle azioni. Ma diciamo la verità, sulle cose di cuore spesso
comanda la mente. Che anche i nostri pensieri siano sottomessi a Gesù, tanto da
realizzare quel “Ora noi abbiamo la mente di Cristo!” (1 Corinzi 2:16).
Solo quando in noi comanda la mente di Cristo il nostro operato sarà degno di Gesù!
Concludiamo sulla “proprietà privata” lasciando parlare un verso dell’ultimo libro
dell’Antico Testamento, nel quale Dio dice al Suo popolo: “Essi saranno, nel giorno che io
preparo, la mia proprietà particolare” (Malachia 3:17). C’è ampio spazio di riflessione!
Sii geloso… come Gesù
Da una parte c’è la gelosia di Dio, dall’altra parte, però, anche la Chiesa dovrebbe essere
gelosa “delle cose del suo Dio”. L’attaccamento e l’amore della Sposa si manifestano
anche in questo. Ovviamente non per mancanza di fiducia o per timore che l’amore dello
Sposo-Gesù possa finire o dirigersi altrove. È piuttosto una gelosia che si accende in
favore del nome del Signore e della Sua Opera. Del resto, proprio come nella vita
coniugale, rimanere indifferenti di fronte ai problemi che circondano la Chiesa
dimostrerebbe scarso attaccamento verso l’Amato e il Suo regno.
Allora, coraggio, e con forza! Impariamo da Dio e da Gesù ad essere gelosi… santamente
gelosi, così come lo ha imparato a sue spese l’apostolo Paolo, pur a riguardo di una
Chiesa che tanto non lo ha davvero amato:
“Infatti sono geloso di voi della gelosia di Dio, perché vi ho fidanzati a un unico
sposo, per presentarvi come una casta vergine a Cristo.” (2 Corinzi 11:2)
Quanta passione traspare da queste parole! Che ognuno possa dire di no all’apatia
spirituale e diventare geloso del Suo Signore e della Sua Chiesa.
Come sentinelle piene di “fuoco-zelo”, disposti a vegliare su noi stessi, sulla nostra
famiglia naturale e anche sulla famiglia spirituale perché il nemico di Dio non semini
con facilità zizzanie moleste e malefiche nelle nostre Comunità.
Gelosi al fine che i nostri fratelli di fede siano pienamente discepoli del Maestro,
perché nella Sua intelligenza Gesù dice che “Nessuno può servire due padroni; perché o
odierà l’uno e amerà l’altro, o avrà riguardo per l’uno e disprezzo per l’altro. Voi non potete
servire Dio e Mammona (aramaico = ricchezza).” (Matteo 6:24).
Gelosi della Parola di Dio, pura così come l’abbiamo ricevuta, efficace ed eterna, non
attualizzabile a piacimento in base al vento dell’opportunismo del nostro tempo così
secolarizzato.
Gelosi del ruolo di ambasciatori che Dio ci ha affidato, perché… “tutto questo viene da
Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della
riconciliazione.” (2 Corinzi 5:18).
Spazio per impegni personali
Sii geloso…
come Gesù.
Elio Varricchione
giovedì 20 novembre 2014
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