Discorso di Jean-Marc Widmer

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Discorso di Jean-Marc Widmer
EMBARGO STAMPA FINO AL 24.11.11 – ORE 11.30
Conferenza stampa del 24 novembre 2011 a Berna
Lancio della campagna di sensibilizzazione
STOP ALLA VIOLENZA CONTRO GLI AGENTI DI POLIZIA
Discorso di Jean-Marc Widmer, Vicepresidente della Federazione Svizzera Funzionari di Polizia FSFP
(Fa stato la versione orale)
POSIZIONE DELLA FSFP
Egregi operatori dei mezzi di comunicazione,
è il 24 novembre 2011 e sono le 10.20.
Esattamente 6 mesi fa, più o meno alla stessa ora, a Schafhausen im Emmental, uno dei nostri
colleghi in servizio veniva ucciso. Il suo assassino si rifiutava di lasciare il suo appartamento,
sparando all’impazzata. Questo poliziotto lascia la moglie disabile e due figli, di 9 e 11 anni.
6 anni fa, il 26 ottobre 2005, un giovane poliziotto vodese fu assassinato a Bex, durante un banale
controllo stradale. Sei mesi prima, l’11 aprile 2005, a Saas, nel Canton Grigioni, un poliziotto era stato
intenzionalmente investito e ucciso. Anche questo collega ha lasciato la moglie e tre figli.
Un anno fa, il 26 novembre 2010, numerosi poliziotti ginevrini furono il bersaglio di malviventi francesi
che, con armi pesanti, stavano assaltando una banca a Thônex. Poco tempo dopo, questi stessi
poliziotti si trovavano sul banco degli imputati per aver osato rispondere alle raffiche di cui essi stessi
erano stati vittime.
Neanche due settimane fa, in occasione di un cosiddetto “Strassenparty”, si sono verificati atti di
violenza che la città di Soletta non aveva mai visto prima. Numerosi sono stati gli agenti di polizia feriti
e ingenti i danni. La polizia cantonale di Soletta ha parlato di “dimostranti professionisti”, che
avrebbero praticamente chiuso gli agenti in una trappola.
L’ultimo caso di violenza contro uno dei nostri colleghi si è verificato una settimana fa, durante un
controllo stradale a Trélex, vicino a Nyon. Quando il conducente dell’auto ha visto la polizia, ha
rallentato. Quindi, il poliziotto si è spostato al centro della strada e ha segnalato all’automobilista di
fermarsi. Ma quest’ultimo, invece di frenare, ha completamente perso la testa, accelerando e
investendo volontariamente il poliziotto 59enne. Il poliziotto è stato molto fortunato, perché si è “solo”
rotto entrambe le gambe.
EMBARGO STAMPA FINO AL 24.11.11 – ORE 11.30
Per me si tratta senza dubbio di tentato omicidio!
Questi sono solo alcuni esempi della violenza esercitata contro poliziotte e poliziotti, violenza che negli
ultimi dieci anni è triplicata.
Gli agenti di polizia durante il loro lavoro sono sempre più spesso vittime di violenza. Criminali,
dimostranti violenti, hooligan, ubriachi chiassosi o semplicemente persone di cattivo umore: sempre
più spesso le poliziotte e i poliziotti finiscono in ospedale dopo il servizio.
I dati delle statistiche della polizia sulla criminalità parlano chiaro: se nel 2000 sul territorio nazionale
erano state rilevate 774 violazioni dell’articolo 285 del CP (Violenza o minaccia contro le autorità e i
funzionari), dal 2008 al 2010 siamo saliti a oltre 2'000 casi, con un picco massimo di 2'350 nel 2009
(nel 2010: 2'258 casi). Nello stesso periodo sono cresciute da circa 600 a oltre 1'400 anche le
condanne passate in giudicato per violazioni dell’articolo 285 del CP emesse nei confronti di adulti, e
le sentenze penali nei confronti di minori sono passate da 34 a 148.
I motivi sono molteplici: tra di essi, l’aumento della violenza nei film e l'accesso incontrollato a
videogiochi che incitano alla violenza. Ma sono anche le cosiddette “conquiste” della società attiva 24
ore su 24 a costituire una causa importante di questo trend negativo. È ora di promuovere
nuovamente il valore tradizionale del rispetto tra le persone, per fermare un’ulteriore deriva verso il “no
limit”.
A ciò si aggiunge una legislazione debole che penalizza le vittime, un codice di procedura penale che
sovraccarica i poliziotti di mansioni amministrative e nel quale è più importante inserire una virgola al
posto giusto anziché dissuadere i delinquenti dal ripetere il reato, e per finire l'interpretazione della
legge, molto aleatoria ma soprattutto troppo blanda per i delinquenti.
Infatti, in molti casi di violenza contro i poliziotti, gli aggressori vengono immediatamente rilasciati
dopo l’arresto. Questo non può che rafforzarli nella convinzione di non aver fatto niente di grave e di
aver compiuto solo un reato minore.
Talvolta accade che le sentenze vengano emesse molti mesi, se non anni, dopo il reato.
Questa situazione non è accettabile.
Per questo motivo, nel novembre del 2009 la FSFP ha presentato al Consiglio federale e al
Parlamento la petizione STOP ALLA VIOLENZA CONTRO LA POLIZIA.
Nella petizione chiediamo:
1.
la reintroduzione nel Codice Penale Svizzero delle pene detentive di breve durata
2.
l’aumento della pena minima per violenza o minaccia contro le autorità e i funzionari
3.
il raddoppio della pena in caso di recidiva, come previsto dalla legislazione francese
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Riteniamo che questi adeguamenti siano necessari per avere successo nella lotta contro la violenza
nei confronti degli agenti di polizia.
In Francia, la violenza contro la polizia è da molto tempo considerata un reato con circostanze
aggravanti, e gli autori di recidive devono aspettarsi un raddoppio della pena.
Anche in Germania la violenza contro gli agenti di polizia è punita severamente. In Spagna e in altri
Paesi europei, i sindacati di polizia sono preoccupati per questo fenomeno e hanno istituito gruppi di
lavoro dedicati.
Le autorità politiche svizzere hanno già intrapreso alcune misure nella giusta direzione:
o
Nel giugno del 2010, la Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale si è
occupata della petizione, ma purtroppo con 9 voti favorevoli e 10 contrari si è deciso di non
darle seguito
o
Nell’ottobre del 2010 il Consiglio nazionale, con 114 voti favorevoli e 62 contrari, ha respinto la
trattazione della petizione alla Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale.
o
Nell’ottobre del 2010 è stata avviata la procedura di consultazione per modificare il diritto delle
sanzioni del CP (reintroduzione delle pene detentive di breve durata)
o
Nel dicembre del 2010 è stata avviata la procedura di consultazione per l’armonizzazione del
CP (pene più severe nell'articolo 285, cpv. 2 - Violenza o minaccia contro i funzionari)
o
In seguito alle procedure di consultazione in corso, la petizione STOP ALLA VIOLENZA
CONTRO LA POLIZIA in un primo momento non era più stata trattata
o
Nel settembre del 2011, la Consigliera federale Simonetta Sommaruga, in occasione di una
sua visita a Lucerna, ha confermato che il rapporto del Consiglio federale sulla procedura di
consultazione 1 (reintroduzione delle pene detentive di breve durata) sta per essere concluso.
Come vedete, ci sono state numerose riunioni e si è discusso molto. Ma questo non ci basta. Ora
devono seguire i fatti. La Federazione Svizzera Funzionari di Polizia si rifiuta di considerare la
violenza come un semplice rischio del mestiere.
Le poliziotte e i poliziotti non sono dei punching ball della società. Sono in primo luogo
persone, con una famiglia, dei figli, preoccupazioni e paure, e hanno anch’esse dei diritti!
Grazie per l’attenzione.