Intervista con Yvan Perrin, Consigliere nazionale e ispettore di polizia
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Intervista con Yvan Perrin, Consigliere nazionale e ispettore di polizia
federazione Intervista con Yvan Perrin, Consigliere nazionale e ispettore di polizia Yvan Perrin Per quali ragioni si può asserire che la violenza contro la polizia corrisponde a una violenza contro lo Stato? Nella misura in cui il poliziotto riceve dallo Stato il mandato per l’esercizio del potere pubblico, diventa di conseguenza il rappresentante dell’entità che gli affida tale missione. A tale riguardo ci si attende da lui un comportamento irreprensibile, nel quale egli trasmette l’immagine della collettività pubblica che gli ha conferito queste prerogative. Stato e polizia sono quindi intimamente legati, essendo la seconda il braccio armato del primo. Da ciò si evince che prendersela con un poliziotto significa de facto attaccare lo Stato. In qualità di uomo politico, come percepisce questa problematica? Costato un notevole divario fra la protezione che la società garantisce ai delinquenti, in particolare nell’interventistica della polizia che deve seguire procedure precise e vincolanti quando fa uso della forza per esempio, e ciò che si può aspettare il poliziotto in caso di aggressione, feri- mento o peggio. In qualità di rappresentante dello Stato, il poliziotto dovrebbe poter contare su un sostegno che sia almeno equivalente alle aspettative di cui deve farsi carico nell’espletamento del proprio lavoro. Purtroppo l’esperienza dimostra che siamo molto lontani da questo, e si può anzi parlare d’inversione dell’onere della prova. Accade nella maggior parte dei casi che sia il poliziotto a essere considerato responsabile fintantoché egli non abbia provato ad avere agito conformemente alle leggi e alle direttive. Quali potrebbero essere le soluzioni politiche per combattere la violenza contro la polizia? Occorre innanzitutto perseguire d’ufficio ogni aggressione nei confronti della polizia, in qualunque forma essa sia. Nella pratica, è il poliziotto che deve avviare un’eventuale procedura, cosa cui spesso rinuncia per amor di pace oppure per mancanza di sostegno della propria gerarchia. La conseguenza è che molto spesso gli autori [dell’aggressione] sfuggono a qualsiasi sanzione e sono quindi pronti a ricominciare sentendosi, in linea di massima, un po’ più forti. Poi, naturalmente, le aggressioni ai rappresentanti dello Stato dovrebbero essere sanzionate in maniera adeguata tenendo conto che l’autore non offende solo una persona, ma anche la collettività pubblica che tale persona rappresenta nel suo insieme. Lo Stato deve dare un messaggio chiaro: chiunque lo ■ attacchi non resterà impunito. ✂ Tagliando di denuncia per il 11o Forum «Sicurezza interna» Venerdì 6 novembre 2009 Cognome/Nome: Strada/No: CAP/Luogo: Sezione: Data: Firma: Inviare a: Segretariato federativo FSFP, Villenstrasse 2, 6005 Lucerna o per fax al 041 367 21 22, o per mail all’indirizzo [email protected] Visitate pure la nostro sito: www.fsfp.org 30 · police