qui

Transcript

qui
MAROCCO
AREA
446.600 km2
MAROCCO
APPARTENENZA RELIGIOSA
Musulmani 99,9%
POPOLAZIONE RIFUGIATI (interni*) RIFUGIATI (esterni**) SFOLLATI
32.273.000
874
1.093
-----
*Rifugiati stranieri che vivono in questo Paese **Cittadini di questo Paese rifugiati all’estero
L’art. 3 della Costituzione, adottata nel luglio 2011, indica che «l’islam è la religione di Stato, il quale garantisce a tutti il libero esercizio del culto». Per quanto riguarda i cristiani, tale diritto è limitato da due condizioni: quella di non essere marocchini e quella di non svolgere attività che promuovano la propria religione.
L’art. 220 del Codice penale prevede pene che vanno dai sei mesi ai tre anni di
carcere, oltre a una sanzione che va dai 100 ai 500 dirham, per chi adoperi «mezzi di seduzione allo scopo di convertire un musulmano a un’altra religione, sia
sfruttandone debolezze o bisogni, sia utilizzando a tal fine istituti educativi, strutture sanitarie, case di riposo oppure orfanotrofi». Da segnalare che, nel 2010, il
Governo ha espulso numerosi cristiani stranieri accusati di proselitismo.
Tra le disposizioni in materia religiosa, spicca quella secondo cui, qualora la moglie cristiana di un marocchino avesse conservato la propria fede cristiana, la legge non le consente di ricevere o trasmettere un lascito ereditario che provenga o
sia a beneficio di un musulmano; ne deriva che, in caso di vedovanza, la donna
cristiana non convertitasi dopo il matrimonio, non potrà lasciare alcunché ai propri figli, in quanto costoro sono automaticamente musulmani.
Da segnalare che un inasprimento dei Regolamenti kefala – relativi alle cure agli orfani – si è registrato dopo l’ascesa al potere, nel 2011, del Partito islamista Giustizia
e sviluppo. Il 19 settembre 2012, una Circolare firmata dal Ministro della Giustizia,
Mustapha Ramid, è stata inoltrata a ogni Ministero del Regno per diffidarli da un’applicazione troppo benevola della legislazione in materia, la quale richiede «che la
famiglia in cui gli orfani vengono collocati deve essere musulmana o, almeno, includere una donna musulmana». Secondo il Ministro della Giustizia, il non corretto
controllo della religione della famiglia, implicherebbe il rischio, nei prossimi vent’anni, che 20-30.000 bambini marocchini, abbandonino l’islam divenendo cristiani1.
Il 28 agosto 2013, un bracciante trentenne che si era convertito al cristianesimo
sette anni prima, è stato arrestato con l’accusa di proselitismo ad Aïn-Aïcha, nella regione di Taounate. Gli investigatori avevano rinvenuto nella sua abitazione al1 Akhbar Alyoum, 30 ottobre 2013, ripubblicato sul sito Panoramaroc
320
MAROCCO
cune copie della Bibbia2, un ritrovamento al quale è seguita una condanna a 18
mesi di reclusione e una multa di 1.500 dirham3.
Il 6 febbraio 2014, la Corte d’appello ha annullato – per mancanza di prove – la
condanna per proselitismo inflitta a un cristiano convertito dall’islam, il 31enne
Mohamed El Baladi. Il 28 agosto dell’anno prima, nella città di Aïn Aïcha, provincia di Taounate, ufficiali della sicurezza avevano arrestato El Baladi con l’accusa di aver tentato di convertire due musulmani. Mentre lo arrestava, la polizia
aveva peraltro insultato El Baladi per aver egli stesso abbandonato l’islam, tentando anche di farsi rivelare l’identità di altri convertiti al cristianesimo4. Nella
prima sentenza emessa il 3 settembre 2013, El Baladi era stato condannato a
due anni e mezzo di prigione e multato con 5.000 dirham, per aver «sconvolto
la fede di un musulmano»5.
Nel luglio 2013 un 18enne è stato arrestato e incarcerato per aver fumato in pubblico, a Rabat, durante il Ramadan; la condanna emessa dal tribunale a Salé è
stata di tre mesi di prigione senza la condizionale6.
Nel dicembre 2013, Re Mohammed VI, in qualità di Presidente del Comitato per
Gerusalemme dell’Organizzazione per la cooperazione islamica, ha scritto a Papa Francesco e al Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, manifestando preoccupazione per un emendamento all’Accordo firmato tra Santa Sede
e Israele sul patrimonio della Chiesa cattolica a Gerusalemme. Il sovrano ha evidenziato come «questa iniziativa probabilmente ostacolerà gli sforzi per mantenere un clima propizio per il successo dei colloqui di pace [israelo-palestinesi]»;
Mohammed VI ha insistito affinché i due leader a cui si è rivolto, non sottoscrivano un accordo che «legittimerebbe l’occupazione israeliana di Gerusalemme,
sconvolgendo un miliardo di musulmani in tutto il mondo»7.
Telquel, Casablanca, 6-12 settembre 2013
yabiladi.com, 4 settembre 2013
4 Christian Post, 9 febbraio 2014 (da Morning Star news)
5 World Watch Monitor; cf. www.worldwatchmonitor.org/2013/09/2693395/ (9 settembre 2013)
6 Agenzia EFE, ripubblicato sul sito Panoramaroc
7 Globalpost.com, 5 dicembre 2013 (da Xinhua News Agency e MAP News Agency)
2 3 321