Untitled - Torrevento

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Sommario
La Puglia vitivinicola e Torrevento
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Le Aree di produzione vitivinicola in Puglia
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I vitigni tipici di Puglia
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Il Nero di Troia
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La Cantina Torrevento
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I Vigneti Torrevento
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I Vini Torrevento
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Certificazioni
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La Puglia vitivinicola e Torrevento
La vitivinicoltura in Puglia: cenni storici e geografici
Cenni storici
In quest’estremo lembo d’Italia, placidamente adagiato nel
Mediterraneo, si sono susseguite nel corso dei millenni le
civiltà più diverse; di questo passato plurisecolare rimangono
tuttora ben conservate le vestigia artistiche e culturali,
sposate, in un connubio perfetto alla bellezza di un paesaggio
senza pari.
Fra le terre del vino, la Puglia è molto antica, ricchissima di
storia e di leggenda.
Tanto remote sono le origini della viticoltura pugliese, che
a volte sembra più giusto parlare di leggenda, là dove non
c’è il conforto di segni e testimonianze certe da ascrivere
alla storia.
Tuttavia le fonti storiche più accreditate attribuiscono ai
Greci il merito di aver portato per primi, nelle terre più
mediterranee della penisola italica, i vitigni, la coltivazione
della vite, il gusto e l’arte del bere vino.
D’altra parte come non ricordare che per la Grecia classica
e forse per l’intero mondo antico, Dionisio, “quella divinità
misteriosa nascosta nelle fibre della vite”, è stato considerato
un dio civilizzatore? E’ intorno al prezioso cratere, dove il
vino è miscelato all’acqua, giacchè pericoloso è per gli
uomini bere il vino puro, che i convitati cercano il giusto
equilibrio non solo di liquidi ma anche di piaceri: il vino è
aggregazione, conoscenza e voluttà.
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E di questo mondo mitico la nostra Puglia non è esente;
tuttavia attraverso i secoli in Puglia l’arte di coltivare la vite
e fare il vino divenne qualcosa che apparteneva, sì, ad un
quadro comune per il mondo classico con i suoi offuscati
confini tra mito e realtà, ma andò acquistando caratteri del
tutto particolari forse per l’impulso espressivo dato dalle
popolazioni autoctone.
Da questa matrice complessa si può pensare che in Puglia,
più che in qualsiasi altra parte della Magna Grecia e poi del
mondo Romano, derivi il gusto e il trionfo del Merum.
Ancora oggi in Puglia questo termine è presente nei dialetti
locali, con diverse sonorità e cadenze, ma dovunque
indicante un vino che abbia caratteri di generosità e
d’integrità.
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Orazio ha a lungo decantato le proprietà del Merum
Tarentinum, il vino schietto, il vino sincero, per distinguerlo
dal più blando “vinum” dei Castelli Romani.
Area geografica
La Puglia per la sua collocazione geografica è la regione più
orientale d’Italia.
La regione si caratterizza come un vasto territorio
pianeggiante dal quale si sopraelevano il Promontorio del
Gargano, l’Altopiano delle Murge e le Serre Salentine.
Estesa su una superficie di quasi 20.000 Km quadrati di cui
il 53% è rappresentato da superficie pianeggiante.
La popolazione pugliese supera di poco i 4 milioni di
abitanti con una densità di 210 abitanti per Km quadrato.
La regione si estende per una lunghezza di 400 Km, circondata da ben 830 Km di coste ed è bagnata dal Mar
Adriatico e dal Mar Ionio; il territorio regionale è suddiviso
in 6 province, partendo da Nord: Foggia, Bat (Barletta
Andria Trani), Bari, Brindisi, Taranto, Lecce.
Clima
Il clima della Puglia è quello tipicamente mediterraneo,
caratterizzato da inverni miti ed estati calde e spesso
siccitose. Le precipitazioni sono scarse.
Nell’area delle Murge le temperature più alte vengono
mitigate, soprattutto nelle ore serali grazie ai venti freschi.
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Natura del terreno
La Puglia è costituita da aree geografiche diverse, con
caratteristiche ben definite, conservando una sua precisa
unità dovuta a costanti fattori litologici e strutturali.
Prevalgono infatti nel paesaggio pugliese le linee orizzontali
(nell’area Salentina) e le forme collinari dolci e riposanti,
che solo raramente assumono aspetti montuosi anche nelle
zone più elevate (area della Valle d’Itria e le Murge dell’area
Castel del Monte).
In particolare nell’area di Castel del Monte e dell’Alta
Murgia tali profili sono dovuti alla grande diffusione di
rocce calcaree mesozoiche e cenozoiche, disposte in potenti
strati.
Come ben noto i suoli calcarei costituiscono il vanto dei
“terroir” vinicoli più famosi del mondo.
Non sarebbe quindi eresia definire il vigneto pugliese “un
paradiso dei terroir”: definizione che segnala un suolo
specifico il quale, quando si riferisce ai vini, indica un gusto
particolare, irripetibile altrove.
Il Parco Rurale dell’Alta Murgia
Quello dell’Alta Murgia non può essere considerato un
semplice ‘Parco naturale’, in quanto tende non solo alla
tutela dell’ecosistema naturale, ma anche alla comprensione,
salvaguardia e valorizzazione di una unità territoriale ben
più complessa.
Il territorio non viene qui considerato infatti esclusivamente
come un fatto fisico, bensì percepito in strettissima
connessione con la storia, il lavoro umano e con una
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possibilità di ‘sviluppo durevole’, coerente con la vocazione
d’uso tradizionale del territorio e nel pieno rispetto
dell’ambiente.
Un Parco in cui prevale un rapporto «di osmosi» fra l’uomo
e ambiente naturale che ha determinato nei secoli un sistema
eccezionale e complesso in cui ogni elemento, naturale e
costruito, appare storicamente e coerentemente inserito.
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Le Aree di produzione vitivinicola in
Puglia
Possiamo dividere la Puglia in 5 diverse aree di produzione
vitivinicola: Area di Castel del Monte che comprendente la
Daunia e le Murge, Area Messapica del Primitivo, Valle
d’Itria, Area del Salento.
Area Castel del Monte
Siamo nelle parte più aspra e selvaggia del territorio. Rocce
calcaree compongono l’altopiano delle Murge, il cui nome
deriva da Murex che vuol dire pietra aguzza.
Dossi e avvallamenti di origine carsica si alternano a tratti
pianeggianti costituiti da superfici spianate, in cui la terra
pietrosa, resa coltivabile dall’ingegno dell’uomo, è diventata
presupposto di tipicità e gusto.
Nella parte più settentrionale della Murgia nasce la nostra
azienda, nei territori della zona DOC pugliese, che prende il
nome dal meraviglioso maniero federiciano “Castel del
Monte”.
Un territorio selvaggio, dal clima tipicamente mediterraneo,
dove estati calde e aride si alternano a inverni lunghi e
freddi spesso accompagnati nella parte più a nord da
precipitazioni nevose.
Le piogge, molto rare in estate, si concentrano alla fine
dell’autunno.
In questa terra a nord vengono coltivati i migliori vitigni
autoctoni: Nero di Troia, Bombino Nero, Bombino Bianco,
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Moscato Reale, Pampanuto e l’Aglianico per ottenere vini
dal bouquet pieno, con sentori speziati, dal gusto corposo.
Le Murge rappresentano un territorio eterogeneo che si
esprime in una pluralità di paesaggi e di sapori che nascono
da una terra generosa.
Ai piedi di Castel del Monte, terreni rocciosi ricchi di
vegetazione spontanea e strisce di campi coltivati
contrastano apparentemente con i boschi di querce e le
pinete dell’Alta Murgia. E’ questo il regno del nero di Troia,
il vitigno che accomuna ben tre Doc del Nord-barese e della
nuova provincia di Barletta-Andria-Trani, dando vita a vini
di buona struttura che si prestano al lungo invecchiamento.
Molto diffusi in questa zona sono anche l’Aglianico, il
Bombino Bianco, il Bombino Nero, il Montepulciano e il
Pampanuto.
Più regolare, invece, il paesaggio della Murgia Adriatica,
nel cui territorio si coltiva il pregiato Moscato di Trani,
detto anche Moscato Reale.
Verdeggiante il panorama della Bassa Murgia, dove i
produttori di Gioia del Colle contendono alla città di
Manduria il primato per il Primitivo.
Sorprendenti architetture - lame, doline, gravine e grotte
naturali frutto del lento scorrere sotterraneo delle acque caratterizzano l’affascinante territorio della Murgia delle
Gravine.
La Daunia è un territorio di antica tradizione vitivinicola,
che si estende dalla Capitanata, l’odierna provincia di
Foggia, al Subappennino dauno, digradando dolcemente
fino al Nord-barese.
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Geometrie perfette composte da piccoli fazzoletti di terra,
disegnano il panorama eccezionale che si può osservare da
Rignano Garganico, la “Terrazza del Gargano”, per cogliere,
con lo scorrere delle stagioni, il mutare dei colori: il verde
delle vigne, l’argento degli uliveti, il giallo del grano, il
marrone della terra dopo l’aratura.
Storia, arte ed enogastronomia convivono in questa terra in
cui il Montepulciano d’Abruzzo domina nei rossi e il
Bombino Bianco nei bianchi e negli spumanti.
Il primo dà vita a rossi corposi, esprimendosi su ottimi
livelli in questa zona della Puglia.
Il secondo, di elegante finezza, notevole struttura e corredo
acido, si accompagna spesso con il Trebbiano Toscano per
dare vita a bianchi particolarmente delicati.
Grande importanza riveste anche il Nero di Troia, di buona
vigoria, che viene vinificato prevalentemente in purezza,
dando vita a rossi che si prestano anche a lungo
invecchiamento. A completare il panorama enologico della
viticoltura dauna ci sono gemme rare come il Somarello,
diffuso soprattutto nella zona di Lucera, il Tuccanese o
l’Uva Zagarese.
Area Messapica del Primitivo
La Messapia, terra ricca di storia e cultura, è la patria del
Primitivo, un antico vitigno autoctono le cui uve maturano
già a fine agosto, (da cui il nome) dando origine a un rosso
corposo, di grande personalità e dalla gradazione alcolica
robusta.
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Distese di ulivi secolari, vaste coltivazioni di fichi e ampi
vigneti disegnano il territorio compreso fra Manduria, Sava
e Lizzano, accarezzato dalla brezza dello Jonio, dove i
caratteristici alberelli di vite del Primitivo, alcuni vecchi
anche 80 anni, trovano il microclima ideale per esprimersi
al meglio dando il nome alla famosa Doc Primitivo di
Manduria.
Dal 2008 anche i produttori dell’area di Castellaneta,
Mottola e Crispiano hanno ottenuto il riconoscimento della
Doc Colline Joniche Tarantine che promuove sia i vitigni
autoctoni della zona, Primitivo e Verdeca, sia due varietà
internazionali, come lo Chardonnay e il Cabernet
Sauvignon.
Il territorio collinare, in cui questi vitigni vengono coltivati
ormai da decenni, dona caratteristiche organolettiche
uniche, di grande riconoscibilità.
Valle d’Itria
Più a sud della Messapia e ancora verso est, incontriamo
una terra più morbida e voluttuosa, arrendevole e dolce,
disseminata di trulli e muretti a secco.
L’asprezza, tipica del paesaggio della Murgia, degrada in
questa zona collinare in cui si alternano poggi ad
avvallamenti, querceti, vegetazione mediterranea a vigneti.
Muretti a secco ben allineati contengono le cosiddette “terre
rosse” a ridotta fertilità e in grado di conferire particolare
pregio alle produzioni viticole.
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Nella Valle d’Itria coltiviamo varietà autoctone a bacca
bianca tra cui il Fiano Minutolo per ottenere un vino dal
colore paglierino e sentori delicatamente fruttati.
La Valle d’Itria, ben nota per i trulli patrimonio dell’Unesco,
è il cuore dei bianchi di Puglia.
Dai filari di bianco d’Alessano e Verdeca si ottengono
piacevolissimi e famosi vini, Locorotondo Doc e Martina
Doc, freschi e profumati grazie alle favorevoli caratteristiche
del clima collinare in cui prospera la vite.
L’ambiente naturale è punteggiato dai bianchi coni
sormontati da pinnacoli, che si possono ammirare
affacciandosi dalle balconate degli affascinanti borghi di
Locorotondo, Martina Franca e Cisternino.
A pochi chilometri si incontra la candida Ostuni, coi suoi
orti a terrazza attorno alla cinta muraria, un fitto sistema di
masserie e casali storici e un prezioso patrimonio
ampelografico in piena rinascita grazie al recupero di
autoctoni rari come l’Impigno e l’Ottavianello per dar vita
all’omonima Doc.
Merita una nota a parte il Susumaniello, vitigno a bacca
nera di origini dalmate, vinificato con ottimi risultati anche
in purezza
Salento
Più a sud della Valle d’Itria, trasportati dal caldo vento di
scirocco, scendiamo sulla costa salentina: profumi salmastri,
paesaggi azzurro mare, riflesso argentato degli ulivi, sagome
di antiche torri.
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Vitigni autoctoni sono il Niuru Maru, Negroamaro, forma
dialettale leccese legata alla colorazione del frutto e al
sapore amaro del vino, e il Primitivo, il cui nome deriva
dalla precocità di maturazione dell’uva.
Le più importanti cittadine viticole dell’Alto Salento hanno
dato origine al Parco del Negroamaro, nel segno comune di
questo vitigno tipico di tutto il territorio salentino e coltivato
quasi esclusivamente in Puglia.
L’origine del nome non lascia dubbi sull’identità di
quest’uva dal colore nero-violaceo; negroamaro
tautologicamente significa “neronero”, dal latino niger e
dal greco maru ed è strettamente legato anche al dialetto
locale: niuru maru evoca con chiarezza il nero delle uve e il
sapore amaro del vino.
La vinificazione in purezza, non più infrequente, dà origine
a vini dal colore impenetrabile e dal profumo intenso.
Il vitigno Negroamaro, fondamentale delle Doc di questo
territorio, contribuisce alla produzione di grandi vini rossi,
ma anche di straordinari rosati, peculiarità dell’intero
territorio salentino.
Molto spesso il Negroamaro è utilizzato insieme alla
Malvasia nera di Brindisi e di Lecce, altra varietà fortemente
identificativa del Tacco d’Italia.
Questo territorio - meglio noto per i panorami rocciosi
mozzafiato dell’Adriatico, le distese sabbiose dello Jonio e
le mirabili architetture barocche di Lecce e Galatina,
custodisce un inestimabile patrimonio di masserie e casali
storici in cui scoprire un legame millenario con la cultura
della terra.
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I vitigni tipici di Puglia
Dopo le distruzioni provocate nell’Ottocento dalla
fillossera, la ricostruzione del “vigneto
Puglia” fu essenzialmente monovarietale
e basata, a seconda delle zone, sui
vitigni Negroamaro, Primitivo e Uva
di Troia, con l’obiettivo di ottenere
vini robusti ed alcolici, ottimali per
rinvigorire le produzioni dei paesi
del Nord.
Un ampio panorama
ampelografico caratterizza il
territorio viticolo pugliese, da
apprezzare innanzitutto nella
grande struttura e nella forte
identità in cui si esprimono i
vitigni autoctoni ma anche i
numerosi vitigni nazionali ed
internazionali che abitano ormai
stabilmente le campagne della
regione e ai quali il sole e la terra di
Puglia donano spiccate doti di unicità e
di riconoscibilità.
Uno dei vitigni che raccontano la vocazione per i vini
bianchi della Murgia e della Valle d’Itria è infatti presente
nelle Doc Gravina, Martina, Locorotondo, ma anche
Ostuni e Lizzano. Di grande interesse, negli ultimi anni,
alcune espressioni del vitigno vinificato in purezza.
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Vitigni a bacca bianca:
Bombino Bianco
Il Bombino Bianco è un vitigno coltivato su tutto il territorio
regionale, è l’attore principale
delle versioni in bianco di
alcune importanti Doc come
Castel del Monte (insieme al
Pampanuto), San Severo (in
uvaggio con il Trebbiano
Toscano), Leverano (con
Malvasia Bianca).
Verdeca
La Verdeca è in primo piano
nella vinificazione delle Doc
Locorotondo
e
Martina
Franca, dove si utilizza in
percentuale fra il 50 e il 65 %,
ma è presente anche nella Doc
Gravina, dove si unisce ad altre
importanti uve a bacca bianca
come Bombino Bianco o
Trebbiano Toscano.
Sauvignon
Il Sauvignon è un’altro esempio di vitigno alloctono
ottimamente integrato nel patrimonio ampelografico
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pugliese. Come lo Chardonnay si ritrova in particolare nelle
Doc Castel del Monte, Lizzano e Salice Salentino.
Pampanuto
La Doc Castel del Monte è quella in
cui il Pampanuto, noto anche come
Pampanino, trova il più ampio
utilizzo, in uvaggio con Chardonnay
o Bombino Bianco.
Moscato Reale
Moscato bianco o Moscato reale sono
i nomi del vitigno autoctono fra i più
noti e rappresentativi di Puglia. Da
uve Moscato nasce il Moscato di
Trani Doc, che abbraccia comuni
della provincia di Bari e di Foggia
e identifica un vino dolce naturale,
prodotto anche nel tipo liquoroso.
Malvasia Bianca
Vitigno
autoctono
presente
prevalentemente in uvaggio in
numerose Doc di Puglia. La Malvasia
Bianca è infatti prevista e largamente
utilizzata nelle Doc Cacc’e Mmitte di
Lucera, San Severo, Locorotondo, Martina Franca, Gravina,
Lizzano, Leverano.
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Fiano
Originario della vicina Campania, il Fiano ha trovato in
Puglia, e in particolare in Valle d’Itria, un suo habitat
privilegiato, tanto da essere contemplato nelle Doc
Locorotondo e Martina Franca.
Chardonnay
Identità internazionale, espressione territoriale;
lo Chardonnay è un vitigno palesemente
alloctono, ma l’incontro con la Puglia è stato
talmente felice da consentirne la massima
diffusione e coltivazione. Castel del Monte,
Lizzano, Salice Salentino sono le Doc che vedono
questo vitigno in primo piano
Greco
Il Greco è presente nella Doc Gravina insieme a
Malvasia Bianca e Bianco d’Alessano, quale
ulteriore esempio di vitigno in grado di esprimere
la personalità di un territorio notevolmente vocato
alla produzione di vini bianchi.
Bianco D’Alessano
È uno dei vitigni a bacca bianca tipici della Murgia
e Valle d’Itria. Il vitigno è presente nelle Doc
Gravina, Martina, Locorotondo, Ostuni e Lizzano.
Di grande interesse, negli ultimi anni, alcune
espressioni del vitigno vinificato in purezza.
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Vitigni a bacca nera
Aglianico
Vitigno storicamente legato alla vicina Basilicata, vanta
un’antica coltivazione anche in Puglia, dove rappresenta un
elemento cardine della Doc Castel del Monte, nel cui
disciplinare sono previste
specificamente le versioni
Aglianico rosso e rosato.
Aleatico
Vitigno autoctono presente
in tutto il territorio regionale
da cui si ottiene un
caratteristico vino dolce
naturale. Aleatico è inoltre il
nome della denominazione di
origine controllata il cui disciplinare
prevede anche l’utilizzo, in
percentuale minore, di Negroamaro,
Malvasia Nera e Primitivo.
Bombino Nero
Noto come “Bambino” o come
“Buonvino”, è un vitigno coltivato da
molto tempo, che si contraddistingue per
la copiosa produzione e l’elevata resa in
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mosto. Viene coltivato prevalentemente in Puglia, nelle
zone di Lizzano e Castel del Monte.
Malvasia nera di Lecce e di Brindisi
Vitigno ampiamente diffuso nel Salento,
a partire dalla provincia di Taranto fino
all’ampio bacino che comprende le
province di Brindisi e Lecce. È presente
infatti nelle Doc Lizzano, Brindisi,
Squinzano, Salice Salentino, Leverano,
Copertino, Nardò, Matino e Alezio.
Merlot
Anche se la sua origine non è pugliese,
il Merlot, come altri vitigni
internazionali, ha trovato idonee
condizioni ambientali nella nostra
regione e può rientrare in minime
quantità nella composizione di molte
Doc di Puglia.
Montepulciano
La sua origine non è pugliese ma in Puglia ha
trovato un territorio ottimale. Il Montepulciano
è molto presente nella zona di Foggia, nelle Doc
San Severo, Cacc’e Mmitte di Lucera, Ortanova,
Rosso di Cerignola e Rosso Canosa, ma si ritrova
anche nelle Doc Castel del Monte, Lizzano e, nel
Salento, nelle Doc Leverano, Copertino e Alezio.
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Negroamaro
È il simbolo del “Salento enologico”, la cui crescente
notorietà è fortemente legata a questo vitigno, sempre più
coltivato anche in altre zone della Puglia. Il Negroamaro è
infatti previsto anche nella Doc Rosso di Cerignola ma è
protagonista delle Doc Lizzano, Brindisi, Squinzano, Salice
Salentino, Leverano, Copertino, Nardò, Galatina, Matino e
Alezio.
Nero di Troia
Il territorio noto come “Terre di Federico”, ovvero l’ampia
area che si estende dal nord barese fino alla provincia di
Foggia, riconosce nel Nero di Troia il suo emblema più
rappresentativo. Il vitigno, in purezza o in uvaggio, è
contemplato nelle Doc Castel del Monte, Cacc’e Mmitte di
Lucera, Ortanova, Rosso di Cerignola, Rosso Canosa.
Ottavianello
Altro esempio di vitigno sopravvissuto grazie alla caparbietà
e alla passione dei viticoltori locali, l’Ottavianello si coltiva
nella provincia di Brindisi ed è un elemento caratterizzante
della Doc Ostuni.
Primitivo di Gioia
Il Primitivo, secondo la tradizione, fu impiantato per la
prima volta nel territorio di Gioia del Colle ad opera dei
Benedettini. Verso la fine del ‘700 il sacerdote primicerio
Don Filippo Francesco Indellicati ne selezionò un clone e
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gli attribuì il nome di “Primativo” proprio in virtù della sua
precoce nella maturazione. Il Primitivo di Gioia è la tipologia
più nota prevista nella Doc Gioia del Colle.
Primitivo di Manduria
Senza dubbio uno degli ambasciatori della Puglia
enologica nel mondo.
Originario del territorio
di Gioia del Colle, ha
trovato proprio nell’area
di Manduria le
condizioni ideali per
proliferare. La Doc
Primitivo di Manduria
comprende infatti numerosi paesi
della provincia di Taranto ed alcuni
della provincia di Brindisi.
Sangiovese
Anche il Sangiovese, pur non
essendo originario della Puglia,
è un vitigno abbondantemente
coltivato nella regione. È
contemplato nelle Doc San Severo,
Cacc’e Mmitte di Lucera, Ortanova,
Rosso di Cerignola e Rosso Canosa, ma anche Gioia del
Colle, Lizzano e, nel Salento, nelle Doc Brindisi,
Squinzano, Leverano, Copertino, Alezio e Matino.
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Susumaniello
Previsto in percentuale minore nelle Doc Ostuni e Brindisi,
negli ultimi anni è stato riscoperto e vinificato anche in
purezza, a conferma dell’amore dei vignaioli pugliesi per la
propria terra e dell’impegno per la sua piena tutela e
valorizzazione
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Il Nero di Troia
Cenni storici
E’ un vitigno che matura ad inizio di Ottobre, dalla buccia
nera e spessa, con polpa carnosa e dolce; dà vini di buona
alcolicità con ottima intensità colorante dai riflessi violacei
di grande personalità.
L’Uva di Troia è un vitigno fra i più antichi e caratteristici
della Puglia centro-settentrionale, molto diffuso, fra l’altro,
in agro di Corato, Andria, Barletta, Canosa, Cerignola, San
Ferdinando di Puglia e Trani.
Vuole la leggenda che il mitico eroe greco Diomede,
conclusasi la guerra di Troia, navigasse per il mare Adriatico
fino a risalire il fiume Ofanto e lì, trovato il luogo ideale, vi
ancorasse la nave con delle pietre delle mura della città di
Troia che aveva portato con sé come zavorra, utilizzandole
come cippi di confine per
delimitare i territori che da
quel
momento
si
chiamarono i Campi
Diomedei.
Sempre la leggenda
aggiunge che, Diomede
aveva portato con
sé, come
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ricordo, quei tralci di vite che, piantati sulle rive dell’Ofanto,
dettero origine all’Uva di Troia.
Fin qui la leggenda che riecheggia anche in lavori di
ampelografi (ad es., S. Del Gaudio e L. Ciasca, “Principali
vitigni da vino coltivati in Italia”, 1960) che descrivono
l’Uva di Troia come “originaria dell’Asia minore (Troia) ed
importata dagli antichi Greci in Puglia”.
Altre ipotesi, riferite ad un tempo più vicino, fanno derivare
il nome dell’Uva di Troia dalla cittadina pugliese di Troia,
appunto, in provincia di Foggia o, ancora, dalla città
albanese di Kruja o Cruja (il cui nome sarebbe poi stato
vernacolizzato in Troia) o, infine, dalla regione
galizio-catalana della Rioja.
Quest’ultima ipotesi fa riferimento agli anni della
dominazione spagnola in Puglia ed in particolare al
Governatorato (iniziato nel 1745) della giurisdizione di
Troia di Don Alfonso d’Avalos, originario di quella regione.
Trovando che i suoi nuovi possedimenti avevano le
caratteristiche idonee alla coltivazione della vite, Don
Alfonso decise di impiantarvi vigneti ed, in particolare, di
impiantarvi una varietà di vite proveniente dal suo paese di
origine e, in breve tempo, ne ottenne un vino prestigioso
che acquistò notorietà e fama con il nome di Nero di Troia.
Che il vitigno trasferito da Don Alfonso fosse l’attuale Uva
di Troia è ipotesi che, per il momento, non trova conferme
nell’attuale panorama ampelografico della Rioja dove i
vitigni a bacca nera coltivati sono, fra l’altro, il Tempranillo,
la Garnacha, il Mazuelo ed il Graciano. Il primo, che più
degli altri ricorda l’Uva di Troia, richiama, peraltro, più il
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Montepulciano che l’Uva di Troia. Ciò non toglie che
un’attenta ricerca sui vitigni citati e sul loro DNA potrebbe
fornire informazioni utili per definire la vera identità del
vitigno in questione.
Risale al 1877 (G. Di Rovasenda, “Varietà coltivate in
Puglia. Saggio di ampelografia universale”, 1877) la prima
descrizione organica dell’Uva di Troia indicata, in agro di
Trani, come Nero di Troia e, nel barese, come Uva di Troja
o di Canosa. Qualche anno più tardi, viene riferito che già
nel 1854 si erano registrati in Capitanata impianti
sperimentali di Uva di Troia “varietà robusta, resistente alla
siccità ed abbastanza produttiva” a “ceppo basso, isolato e
in riga, sistema che i romani dicevano humilis sine
adminiculo e che oggi nella regione si riconosce col nome
di vigna a sistema latino”.
A partire da quegli anni, l’Uva di Troia (o i suoi sinonimi)
trova regolarmente posto nella letteratura specializzata e
viene regolarmente indicata come “uno dei vitigni puliesi
più importanti per la produzione di vini da taglio”. In tempi
più recenti (M. Vitagliano, 1985) se ne osservano, in
particolare, la variabilità della forma del grafico e della
dimensione dell’acino fino a ipotizzare l’esistenza - fino ad
oggi, peraltro, non dimostrata - di due sottovarietà: la
cosiddetta Troia di Canosa o di Corato (a grappoli più grandi
e più tozzi, più o meno spargoli, e i cui acini grossi forniscono
vino abbastanza tannico) e la cosiddetta Troia di Barletta o
Tranese (i cui grappoli sono cilindrici, più piccoli, più o
meno serrati e i cui acini più piccoli danno un prodotto
meno tannico).
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Principali caratteristiche ampelografiche del Nero di
Troia
Sinonimi
Barlettana, Uva di Troia, Tranese, Troiano, Uva di Barletta,
Uva di Canosa, Uva della Marina, Vitigno di Barletta
Principali caratteri ampelografici
Apice del germoglio: espanso, setoloso di colore verde
bronzato
Foglia
Foglia media pentagonale, quinquelobata; seno peziolare
ad U o a lira con bordi a volte sovrapposti; seni laterali sia
superiori che inferiori a lira; pagina superiore glabra,
inferiore lanuginosa, lembo piano e spesso con lobi
leggermente involuti.
Grappolo
Grappolo medio, piramidale, semplice o alato, mediamente
compatto.
Acino
Acino medio, sferoidale, con buccia pruinosa, spessa e
consistente, quasi coriacea, con colore dell’epidermide
violetto; polpa poco carnosa.
Fenologia
Epoca di germogliamento: media
Epoca di fioritura: media
Epoca di invasatura: media
Epoca di maturazione: medio-tardiva
Isoenzimi
GPI: 3; PGM: 1
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Attitudini agronomiche e colturali
Vigoria: buona
Peso medio del grappolo: 210 gr. (min. 130 gr. - max 320
gr.)
Peso medio dell’acino: 2,4 gr. (min. 2,1 gr. - max 2,7 gr.)
Numero di semi per acino: 1-2
Peso medio rachide: 12 gr.
Fertilità delle gemme: generalmente 2
Fertilità potenziale: 1,9
Fertilità reale: 1,6
Esigenze ambientali e colturali
Mediamente produttivo, non presenta nei climi caldi
particolari esigenze di terreno; si adatta ad ogni forma di
allevamento e potatura.
Sensibilità a malattie e avversità
Poco resistente alla peronospora, lo è più all’oidio ed alle
intemperie; è sensibile al vento caldo, il Favonio, tipico
delle zone meridionali.
Caratteristiche chimiche del vino
Grado alcolico: 11-14,5 vol. %
pH: 3,2-3,5
Acidità totale: 4,5-8 g/l
Utilizzazione enologica e caratteristiche sensoriali
La sua uva è esclusivamente utilizzata per la vinificazione;
si ottiene vino dal colore rosso rubino con riflessi aranciati,
di corpo, alcolico, di contenuta acidità fissa, con profumo
vinoso, asciutto ed armonico, di sapore neutro.
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TORREVENTO
La Cantina: cenni storici
L’amore della famiglia Liantonio per la terra e per i suoi
prodotti ha radici lontane; già nella seconda metà dell‘800
Giuseppe Liantonio (1859-1942) era proprietario di un
frantoio. Nei primi anni del ‘900 il figlio di Giuseppe,
Francesco, emigra negli Stati Uniti in cerca di fortuna. In
America, Francesco, avvia una fabbrica di ghiaccio che in
pochi anni gli permette di accumulare una somma di denaro
sufficiente per rientrare nel paese di origine, Palo del Colle
e costruire, con il fratello Domenico, il primo stabilimento
vinicolo della famiglia Liantonio e inoltre, di riprendere
l’attività olivicola paterna.
Nell’arco di un ventennio lo stabilimento e il frantoio
diventano una solida realtà imprenditoriale e
contemporaneamente Francesco mette su una bella famiglia
allietata da due figli, il più piccolo di questi è Gaetano che
continua con passione l’attività paterna insieme a Peppino,
il figlio di Domenico.
Nel 1948 i fratelli Francesco e Domenico decidono di
inseguire il loro bellissimo sogno; si innamorano di una
tenuta particolarissima composta da un monastero, una
cantina e cinquantasette ettari di vigneto circostante sita in
località Torre del Vento detta anche Torrevento. La Tenuta
si trova nel cuore dell’affascinante Murgia Nord Occidentale,
a pochi passi dal magnifico Castel del Monte.
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Il monastero, annesso alla tenuta, è un manufatto di pregio
realizzato nel Seicento e rappresenta, ancora oggi, uno degli
esempi più belli di monastero in pietra. Quando Francesco
e Domenico lo visitarono, conservava ancora integre
l’antica bottaia, le stalle e le maestose mura.
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In poco tempo l’attività di Palo del Colle fu trasferita nella
bellissima tenuta di Torrevento dove si trova ancora oggi.
Nel 1981 l’azienda passa nelle mani dei cugini Gaetano e
Peppino. Gaetano era diventato un esperto assaggiatore di
olio per conto di una grande azienda, Peppino era insegnante
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di matematica al liceo; quest’ultimo non riesce a coniugare
entrambi gli impegni e decide di vendere la sua parte
dell’azienda a Gaetano. Gaetano segue l’impulso
coinvolgente del figlio Francesco che gli dice “Papà sei tu
che devi prendere la quota di zio Peppino!”
Fu così che nel 1989, lasciando quella che sarebbe stata una
sicura carriera universitaria, il giovane Francesco eredita
l’azienda di famiglia.
Con la grande passione di Francesco Liantonio insieme alla
brillante laurea conseguita in economia e commercio, la
cantina vinicola a gestione familiare e di carattere rurale si
trasforma nell’attuale Azienda Vitivinicola Torrevento S.r.l.
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L’azienda Torrevento si estende con i suoi vigneti (quasi
200 ettari di proprietà e ulteriori 200 ettari in conduzione in
differenti zone della Puglia) sulle colline del maestoso e
suggestivo “Castel del Monte”, il famoso monumento dalla
particolare struttura ottagonale, localizzato nel Parco Rurale
dell’Alta Murgia.
Imponenti mura di pietra lavorata a secco, dello spessore di
mt. 1,50, cingono la grande e moderna cantina; gli antichi
sotterranei a 8 mt. di profondità, costituiscono oggi i perfetti
locali per la conservazione dei vini. L’antica stalla,
recentemente ristrutturata, è oggi una splendida sala
interamente in pietra, a disposizione dei clienti, turisti e
appassionati del mondo del vino, per una piacevole visita in
cantina con degustazione di ottimi vini. Per rendere il tutto
ancora più piacevole l’azienda si completa con albergo,
ristorante, agriturismo, maneggio.
Torrevento da sempre porta avanti una politica aziendale
rivolta al recupero della tradizione viticola pugliese, alla
valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti tipici.
Ingenti opere di ristrutturazione, ampliamento e
ammodernamento tecnologico sono state intraprese dalla
Torrevento S.r.l. secondo un preciso piano di sviluppo
aziendale, il tutto nel pieno rispetto della struttura originaria
preesistente, dando origine ad un perfetto connubio tra
“antico” e “moderno” e nel rispetto del territorio delle
Murge e del favoloso scenario della zona Castel del Monte
in cui è inserita.
Torrevento, azienda Certificata ISO 9001 per la Qualità
Aziendale, ISO 14001 per la Qualità Ambientale e di recente
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BRC e IFS, si colloca tra le strutture più attente alla
vinificazione dei vitigni autoctoni, rendendosi una moderna
interprete di antiche tradizioni dell’intero territorio
pugliese.
Grazie alla sapiente combinazione di fattori (quali l’accurata
selezione varietale delle uve, il microclima particolarmente
favorevole, la natura rocciosa del territorio collinare, la
moderna tecnologia di fermentazione, vinificazione e
affinamento, una struttura perfetta per la conservazione e
l’invecchiamento dei vini), le grandi qualità delle uve
autoctone come Nero di Troia, Aglianico, Bombino Nero,
Bombino Bianco, Pampanuto, Moscato Reale e Moscato,
Negroamaro, Malvasia Nera e Negroamaro vengono
ulteriormente esaltate e valorizzate.
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Vigneti Torrevento
L’Azienda Vinicola Torrevento s.r.l. controlla (per quanto
attiene sistemi di impianto, controlli in campo, qualità e
tipologie delle uve prodotte) una superficie vitata
complessiva di circa 400ha di cui circa 197 sono di sua
proprietà (parte in produzione, parte di giovane impianto),
mentre i rimanenti 203 ha sono in conduzione, appartengono
infatti a vari produttori ma sono gestiti da Torrevento per
quanto attiene tutte le operazioni colturali ed i relativi
controlli.
La superficie vitata di proprietà (197ha) è così suddivisa: a. 50.00ha ubicati in agro di Corato (Ba), in contrada
“Pedale”, e destinati alla coltivazione del vitigno “Nero
di Troia”. Da ciò si ottiene uva per la produzione del
vino rosso che trae il suo nome proprio dalla contrada
in cui il vitigno è coltivato: il “Vigna Pedale Castel del
Monte D.O.C. Riserva”.
b. 12.00ha, confinanti con la superficie vitata di cui sopra,
impiantati di recente con la medesima varietà “Nero di
Troia” e già in produzione, destinati sia alla lavorazione
del vino “Vigna Pedale Castel del Monte D.O.C. Rosso”
che del “Kebir I.G.T. Puglia” con affinamento in
Barrique (Nero di Troia e Cabernet).
c. 20.00ha ubicati in agro di Andria (Ba) e destinati alla
coltivazione dei vitigni “Nero di Troia” per l’80% e
“Aglianico” per la restante parte. Da essi si ottiene uva
per la produzione del vino “Bolonero Castel del Monte
D.O.C. Rosso”.
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d. 7.00ha ubicati in agro di Corato (Ba), in contrada
Pedale, e destinati alla coltivazione dei vitigni Bombino
Nero per l’80% e Montepulciano per la rimanente
parte, da cui si ottiene uva per la produzione del vino
“Primaronda Castel del Monte D.O.C. Rosato”.
e. 10.00ha ubicati nel comune di Corato (Ba), in contrada
Friuli e destinati alla coltivazione dei vitigni Bombino
Bianco per il 70% e Pampanuto per la restante parte, da
cui si ottiene uva per la produzione del vino “Pezzapiana
Castel del Monte D.O.C. Bianco”.
f. 10.00ha, ubicati in Corato (Ba), in contrada Friuli e
destinati alla coltivazione dei vitigni Cabernet Franc,
Cabernet Sauvignon e Nero di Troia.
g. 5.00ha, a Corato (Ba) in contrada Regina, sono invece
destinati alla coltivazione del vitigno Moscato di Trani
da cui si ottiene uva per la produzione del vino “Dulcis
in fundo Moscato di Trani D.O.C. Dolce”. Le uve
vengono lasciate sulla pianta sino ad avere una presenza
di acini appassiti del 10-15%.
h. 55.00ha ubicati in agro di Corato (Ba), in contrada
Pezzapiana, sono coltivati con le varietà Nero di Troia,
Merlot e Aglianico.
i. 4.00ha ubicati in agro di Corato (Ba), in contrada
Regina, sono coltivati con la varietà Fiano Minutolo.
j. 2.00ha ubicati in agro di Corato (Ba), in contrada
Regina sono coltivati con la varietà Falanghina.
k. 12.00ha ubicati in agro di Corato (Ba), in contrada Regina
e Friuli sono coltivati con la varietà Chardonnay.
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l. 10.00ha ubicati in Valle d’Itria, nei pressi dei comuni
di Locorotondo e Martina Franca, sono coltivati con le
varietà Fiano Minutolo e Bianco d’Alessano.
Accordi commerciali con altri Produttori.
Azienda Vinicola Torrevento S.r.l. ha definito accordi con
alcuni produttori per il controllo e l’acquisto di uve atte alla
produzione di ulteriori tipi di vini.
L’Azienda infatti seleziona ulteriori uve, tra Montepulciano
e Nero di Troia, nelle località ritenute più idonee della
Murgia, destinate alla produzione del vino rosso “Solstizio
I.G.T. Murgia Novello”.
L’Azienda ha definito accordi anche con produttori della
zona Salento (su un’area di circa Ha 15.00) per la produzione
dei vini rossi “Faneros Salice Salentino D.O.C.” e il “Sine
Nomine Salice Salentino D.O.C. Rosso Riserva” ottenuto
con uve Negroamaro e Malvasia Nera e della zona Primitivo
per la produzione del “Ghenos Primitivo di Manduria
D.O.C.”
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I Vini Torrevento
I Castel del Monte DOC:
• Pezzapiana Bianco
• Primaronda Rosato
• Bolonero Rosso
I Classici:
• Vigna Pedale Castel del Monte DOC Rosso
Riserva
• Torre del Falco Nero di Troia Murgia IGT
Rosso
• Bacca Rara Puglia IGT Bianco
• Kebir Puglia IGT Rosso
La Docg: - novità • Veritas Castel del Monte Bombino Nero
Rosato
I Varietali “MATERVITAE” Puglia IGT:
• Matervitae Bombino Bianco bianco
• Matervitae Falanghina bianco
• Matervitae Fiano bianco
• Matervitae Bombino Nero rosato
• Matervitae Aglianico rosso
• Matervitae Negroamaro rosso
• Matervitae Primitivo rosso
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Le Rare Vigne:
• Faneros Salice Salentino DOC rosso
• Sine Nomine Salice Salentino DOC rosso
Riserva
• Ghenos Primitivo di Manduria DOC rosso
Gli “Innovativi”:
• Dulcis in Fundo Moscato di Trani DOC
Dolce
• Solstizio Murgia IGT vino novello
• Maremosso Puglia IGT vino frizzante bianco
• Maremosso Puglia IGT vino
frizzante rosato
I Quotidiani Puglia IGT:
• èARTE Puglia IGT bianco
• èARTE Puglia IGT rosso
Il Biologico:
• Proemio Castel del Monte DOC
Rosso.
Vino ottenuto da Uve da Agricoltura Biologica
L’ Olio extra vergine di oliva
• Appios olio extra vergine di oliva
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Certificazioni
I controlli di Qualità della Cantina Torrevento comprendono
tutto il processo produttivo dell’Azienda, dalla produzione
all’affinamento, dal confezionamento fino alla vendita.
Di seguito si riporta l’elenco delle Certificazioni, ottenute
dall’Ente CSQA, Società impegnata a certificare le qualità
italiane dell’agroalimentare per inserirle nei circuiti
internazionali, grazie ad accreditamenti, riconoscimenti e
autorizzazioni internazionali.
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UNI EN ISO 9001:2008
Torrevento, già certificata UNI EN ISO 9002:1994 dal
1999, in occasione della verifica di rinnovo del certificato,
è passata all’ultima revisione della norma: UNI EN ISO
9001:2008. L’attestazione è stata rilasciata da CSQA Italia,
uno dei più severi istituti di certificazione. Il Sistema di
Gestione Qualità di TORREVENTO comprende tutto il
processo produttivo dell’Azienda e precisamente:
“produzione, affinamento, confezionamento e vendita di
vini di pregio”. Con il raggiungimento di questo importante
e prestigioso obiettivo TORREVENTO dimostra di sapersi
adeguare alle esigenze di un mercato in cui è sempre più
presente la cultura della qualità: il raggiungimento della
certificazione UNI EN ISO 9001:2008 è infatti un ulteriore
garanzia di sicurezza e affidabilità.
UNI EN ISO 22005:2008
Nel 2011 TORREVENTO ha deciso di integrare il Sistema
di Qualità Aziendale con l’ottenimento della Certificazione
secondo la norma UNI EN ISO 22005:2008; si tratta della
certificazione di rintracciabilità di filiera che permette un
completo monitoraggio di tutto il processo produttivo
partendo con i controlli in vigna proseguendo con i controlli
in fase di trasformazione, affinamento e fase finale di
imbottigliamento e confezionamento.
Con l’ottenimento di tale ulteriore Certificazione, Torrevento
vuole dimostrare la sua grande sensibilità e attenzione verso
il consumatore finale in un periodo in cui la genuinità dei
prodotti alimentari è in continua osservazione.
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BRC (GSFS - BRC Global Standard for Food Safety
“Grado A”)
In un mercato globale in cui la qualità ha assunto un ruolo
di pre-requisito indispensabile, Torrevento ha deciso di
ampliare l’iter già intrapreso, ottenendo la certificazione
BRC. Questa certificazione, molto richiesta dal mercato
Inglese e nord europeo in genere, opera per garantire il
consumatore finale; certifica sia il processo produttivo sia
lo standard igienico in cui l’azienda opera. La Certificazione,
ottenuta con il massimo grado di efficienza “A”, riguarda le
seguenti fasi: “Produzione, imbottigliamento e
confezionamento di vini DOC e IGT – Production, bottling
and packing of DOC and IGT wines”.
IFS (INTERNATIONAL FOOD STANDARD “Higher
level”)
Altra certificazione ottenuta da Torrevento è l’IFS
(International Food Standard). Questo standard richiesto in
particolar modo dal mercato Tedesco e Francese si prefigge
il raggiungimento di una sicurezza globale degli alimenti a
fronte di una completa trasparenza dell’intera catena
alimentare. I requisiti posti dall’IFS ai fornitori delle GDO
Tedesche e Francesi sono relativi alla gestione della qualità
e dell’HACCP, alla gestione delle risorse e alla gestione dei
processi produttivi, di misurazione, di analisi e di
miglioramento. Lo standard IFS tre livelli di qualità: High
(alto), Medium (medio) e Standard; Torrevento ha ottenuto
il livello più alto “Higher Level” per il seguente campo di
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applicazione: “Produzione, stoccaggio e confezionamento
di vini DOC, IGT e da tavola – Production, preservation
and packing of DOC, IGT and table wines”.
ISO 14001:2004 (la QUALITA’ AMBIENTALE
Certificata)
In tema di “Sostenibilità Ambientale”, Torrevento ha deciso
di certificare in un sistema volontario di norme, l’attenzione
che da sempre rivolge all’Ambiente e alla sua tutela,
soprattutto in riferimento all’area di produzione in cui la
Cantina è inserita e che è il “Parco Rurale dell’Alta
Murgia”.
Per questo Torrevento ha ottenuto la Certificazione ISO
14001:2004; è stata redatta una completa analisi ambientale
finalizzata all’approfondimento di tutti gli aspetti ambientali
connessi all’attività di Cantina, alla valutazione degli
eventuali impatti negativi sull’ambiente e alla definizione
di una Politica aziendale rivolta alla riduzione degli sprechi
e dei consumi per la salvaguardia del patrimonio
ambientale.
Anche per questo l’Azienda Torrevento ha realizzato un
enorme Impianto di produzione di Energia da fotovoltaico
che permette all’azienda di essere autosufficiente per una
percentuale di oltre il 50% nella produzione dell’energia di
cui necessità per lo svolgimento della propria attività.
Torrevento è anche Certificata ICEA (Istituto Certificazione
Etica e Ambientale) per cui è conforme ai requisiti del
Prodotto Biologico relativamente all’attività di
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trasformazione ed imbottigliamento di vino ottenuto da
Uve da Agricoltura Biologica.
In un’ottica di continuo miglioramento, l’Azienda
Torrevento è attualmente in corso anche di Certificazione
EMAS , un Sistema comunitario di ecogestione e audit
(EMAS = Eco-Management and Audit Scheme) a cui
possono aderire volontariamente le imprese che desiderano
impegnarsi nel valutare e migliorare la propria efficienza
ambientale.
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Attenti a recepire le novità del mondo della comunicazione e delle tecnologie, da oggi
Torrevento presenta la sua azienda, i suoi vini e tutto il suo mondo, in un’applicazione di
piacevole e semplice consultazione. Un modo per essere vicini a tutti gli amanti del buon bere
attraverso i supporti tecnologici di ultima generazione.
L’Applicazione Torrevento ti invita a compiere un viaggio virtuale tra
i vini “Classici”, “Varietali” e “Innovativi”, per scoprire, e in un certo
senso “pre-gustare”, il vino in un modo del tutto nuovo.
Una sezione dedicata alle prelibatezze della cucina pugliese, arricchita
da sapienti consigli di abbinamento con i vini Torrevento, suggerisce
la ricchezza della cultura gastronomica della nostra regione.
Splendide immagini corredano la presentazione dell’Azienda e
raccontano di un territorio affascinante, ancora tutto da scoprire, che
sa offrire ai suoi visitatori la suggestione di una terra antica, ricca di
profumi, di colori e sapori indimenticabili.
L’appicazione è disponibile per iPad, iPod e iPhone.
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CORATO (BA)
S.P. 234 KM 10,600 (ex S.S. 170)
web www.torrevento.it
e-mail [email protected]
tel. (+39) 080 8980923
Come raggiungere la cantina Torrevento
-A14 uscita Trani, proseguire per Corato e poi per Castel del monte, seguendo la segnaletica per Torrevento, per circa
10km dall’uscita dalla città
- S.S.98 Bari- Foggia, uscita Minervino-Castel del Monte. Seguire per Castel del Monte; l’azienda è a 9 km.
dall’uscita dalla superstrada, sulla destra
Campagna finanziata ai sensi del regolamento CE n.1234/07