LA BELLE EPOQUE
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LA BELLE EPOQUE
LA BELLE EPOQUE Tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 fino alla guerra mondiale, l’economia ebbe una fase di prosperità: fu il periodo della BELLE EPOQUE (si legge BEL EPOQ ) . In quegli anni ci fu lo sviluppo dell’ industria, una crescita dei mercati perché l’economia stava diventando globale attraverso movimenti di merci, di denaro e di persone. Fu questa l’epoca delle grandi invenzioni tecnologiche: dell’elettricità, della chimica, della costruzione del motore, il telefono, le automobili e l’aereoplano. Grazie alle migliori condizioni economiche ci fu l’aumento della popolazione e quindi del reddito. Nelle fabbriche Henry Ford introdusse la catena di montaggio; Taylor divise il processo produttivo in segmenti di operazioni molto semplici da compiere in un tempo cronometrato per cui proponeva di organizzare il lavoro in modo che ogni operaio doveva compiere solo un’operazione, ripetendola meccanicamente. Si ebbe così la creazione di prodotti tutti perfettamente uguali e in numero sempre maggiore: si ebbe la standardizzazione. La belle Epoque finì con la guerra, la produzione industriale crollò, si dovette passare da una economia di guerra ad una di pace, inoltre grave fu l’inflazione, con la conseguente perdita del potere di acquisto dei salari ed una grave disoccupazione. Uno degli aspetti più importanti del dopoguerra fu proprio il ruolo degli Stati Uniti nell’economia mondiale. Dopo un periodo di protezionismo (politica economica che difende i prodotti nazionali dalla concorrenza straniera ) gli Stati Uniti aiutarono economicamente l’Europa perché diventasse mercato di esportazione e perché potesse pagare i debiti di guerra. Con il piano Dawes, si diedero soldi alla Germania per far sì che si riprendesse la sua economia e anche quella degli altri paesi. Negli Stati Uniti che si ebbe un boom economico. con uno sviluppo dell’industria aeronautica. Furono impiegati per la prima volta carri armati, i sommergibili e si espanse tutta l’industria degli armamenti. Si diffusero le tecniche di perforazione e di estrazione del petrolio con il conseguente sviluppo dell’industria chimica e siderurgica e con la creazione di infrastrutture e servizi. Durante la prima guerra mondiale ricordiamo poi le comunicazioni – radio tanto che ebbero una diffusione straordinaria negli anni 30 e divennero strumento di propaganda politica. Gli anni 20 erano stati anni di forte espansione economica, sia per le innovazioni tecnologiche e sia per l’aumento di consumi, tanto che le quotazioni delle azioni erano cresciute in maniera impressionante. La situazione cambiò radicalmente nell’ottobre del 29, quando si verificò il crollo della borsa di Wall Street e centinaia di azionisti furono rovinati . Inoltre ci fu crisi agricola e industriale: quali chiusura delle fabbriche , fallimento delle banche, disoccupazione e dagli Stati Uniti la crisi si estese in Europa, perché furono ritirati i capitali americani ed arrivarono prodotti a prezzi bassissimi che misero in crisi le produzioni europee. I governi per poter superare la crisi dovettero intervenire. Grande importanza ebbero le teorie di Keynes che definì 3 linee di intervento statale: 1°distribuzione dei redditi, pagamento delle tasse dei ceti più abbienti, lotta alla disoccupazione, aumento dei salari per aumentare il potere d’acquisto, 2° abbassamento del costo del denaro per favorire gli investimenti creare nuovi posti di lavoro, 3° ampliamento della spesa pubblica con costruzione di opere pubbliche che avrebbero dato lavoro ai disoccupati e alle imprese. Negli Stati uniti il presidente Roosvelt varò un piano chiamato New Deal, cioè nuovo corso con un vasto programma di lavori pubblici e la creazione del sistema di previdenza sociale. Il new Deal si basò sulla idea che per far ripartire l’economia bisognava fare in modo che la gente ricominciasse ad acquistare le merci prodotte dall’industria e dalla agricoltura. Fare ciò significava risolvere il problema della disoccupazione, in quanto i senza lavoro che vivevano dell’assistenza pubblica, lavorando, avrebbero guadagnato e quindi acquistato. In tal modo le industrie avrebbero guadagnato e assunto altri lavoratori. Dopo si sarebbero bilanciati i bilanci e l’economia sarebbe diventata più ricca.