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PROCURA DISTRETTUALE DELLA REPUBBLICA CATANIA RELAZIONE ANNUALE SULL’ANDAMENTO DELLA GIUSTIZIA NEL DISTRETTO (periodo 01/07/2012 – 30/06/2013) 1. Risultati ottenuti. La rideterminazione degli organici degli uffici giudiziari ha finalmente riconosciuto, anche se ancora parzialmente, lo squilibrio esistente tra gli organici della Procura Distrettuale di Catania e quelli di altri uffici analoghi. Così, pur nella generale restrizione del numero dei magistrati assegnati alle Procure del Sud e in particolare dell’Isola, la dotazione di Catania è stata aumentata di due magistrati. Va però segnalato che questa previsione non è entrata in forza. Non solo, ma la decisione di non valutare l'ormai accertata sproporzione tra gli organici al momento di deliberare l'assegnazione dei Mot ha portato a non destinare alcun magistrato di prima nomina al nostro ufficio. La previsione per i mesi a venire è dunque di una perdurante carenza di organico di magistrati e di conseguenza di polizia giudiziaria e di personale amministrativo, i cui ruoli sono ai primi rapportati. Nonostante questa situazione, l’impegno dell’intero ufficio ha consentito di consolidare gli ottimi risultati già descritti nella relazione per l’anno 2011/2012. I risultati sono particolarmente significativi sia dal punto di vista statistico che dell’effettività della tutela apprestata agli interessi sottesi alla sanzione penale. La DDA, lavorando in stretta collaborazione con le Procure del Distretto, in particolare con quelle di Ragusa, Siracusa e Caltagirone, i cui magistrati sono stati spesso e proficuamente applicati alla DDA, ha operato efficacemente sia nei procedimenti relativi alle organizzazioni tradizionali, in primis Cosa Nostra, sia in aree diverse. Va segnalata la conferma dibattimentale conseguita in numerosi processi. La DDA ha operato con particolare impegno nelle indagini volte a individuare gli organizzatori del favoreggiamento dell'immigrazione, attraverso strutture associative. Le fondamenta investigative poste nel periodo in esame hanno dato importanti frutti nel secondo semestre del 2013. Non solo e' stato possibile sequestrare al di fuori delle acque territoriali la c.d. Nave madre, utilizzata dall'associazione, ponendone in stato di fermo l'equipaggio; e' stata anche elaborata, in collaborazione con le Procure del distretto, con gli organi di p.g. e - per il tramite del Dipartimento della Pubblica Sicurezza - con la Marina Militare e la Guardia Costiera, una linea di intervento che tenga conto dei profili attinenti alla giurisdizione. Le terribili tragedie dei primi mesi del secondo semestre 2013 hanno peraltro reso evidente l'inanità dell'approccio meramente repressivo a un fenomeno epocale, facendo peraltro risultar chiare le implicazioni negative per l'accertamento dei reati di favoreggiamento e associativi della previsione dell'immigrazione in sé come reato. Tra le più significative indagini che hanno portato all’emissione di provvedimenti di custodia si segnalano quelli relativi alla strage di Vittoria del 2 gennaio 1999 e agli omicidi di Luigi Ilardo, Mario Mauceri, Sapiente Angelo, Nicastro Paolo, Campione Salvatore, Bennici Roberto, Sandri Pierantonio. Sono stati così attinti i più alti livelli delle organizzazioni criminali. La collaborazione di importanti esponenti delle cosche mafiose (tra cui Santo La Causa, Paolo Mirabile e Giuseppe Mirabile) ha consentito di penetrare nelle dinamiche più recondite dei gruppi criminali, portando anche all’individuazione degli autori dell’omicidio di Angelo Santapaola e di Nicola Sedici. L’ufficio è stato particolarmente impegnato nei procedimenti a carico dell’ex Presidente della Giunta Regionale, on.le Raffaele Lombardo, e dell’on.le Angelo Lombardo. Chiesto il rinvio a giudizio di entrambi, si è in attesa, al momento in cui si scrive, dell’esito del giudizio abbreviato nei confronti del primo e della decisione del Gip sull’apertura della fase dibattimentale per il secondo. Di particolare rilievo l’esito delle indagine Fiori Bianchi, che ha portato all’emissione di 77 misure di custodia in carcere, tutte molto significative per la vita dell’associazione Cosa Nostra. Sul versante del traffico di stupefacenti, va segnalato il sequestro di ingenti quantità di droghe (tra cui oltre tre tonnellate di marijuana) e la cattura di numerosissimi esponenti anche di spicco dei vari clan coinvolti nei traffici. Va segnalato che la stretta collaborazione con le Prefetture ha consentito lo scioglimento di due amministrazioni comunali (Augusta e Mascali) infiltrate dalla criminalità organizzata. Infine, sono in corso indagini molto complesse seguenti alla collaborazione, manifestatasi nelle ultime settimane dei mesi in esame, di esponenti di vertice della Famiglia Santapaola. Il primo dei collaboratori, Santo La Causa, ha già avuto modo di testare la sua attendibilità, contribuendo a fondare misure cautelari e sottoponendosi all’esame dibattimentale. Gli incidenti probatori nel processo per l'omicidio di Angelo Santapaola e Nicola Sedici si sono conclusi con esiti totalmente positivi per l'attendibilità del collaboratore. Il modulo organizzativo volto a operare con la maggiore rapidità possibile nel settore delle estorsioni e dell’usura (Gruppo 3) ha consentito di coinvolgere nelle indagini i magistrati della Procura ordinaria, con brillanti risultati. Va citata in particolare, come esemplificativa del metodo di lavoro in atto, l’estorsione in danno di un imprenditore, in cui nove soggetti appartenenti a Cosa Nostra sono stati posti in stato di custodia cautelare e tratti a giudizio in meno di 15 giorni. Per la tutela delle vittime è stato migliorato il sistema di relazioni con la Prefettura, al fine di fornire informazioni complete e tempestive, tali da consentire all’Autorità amministrativa di adottare i necessari provvedimenti nei tempi più brevi. Resta invece da risolvere il grave problema causato dalla difficoltà di completare entro il termine di 300 giorni l’utile interlocuzione finalizzata a evitare alle persone offese le procedure esecutive. Risultati significativi si sono avuti anche in tema di reati contro la pubblica amministrazione, settore nel quale si è anche proceduto al sequestro per equivalente del danno e del profitto del reato, ogni volta che è stato possibile. Vanno segnalati anche gli interventi in materia di sequestro a fini di confisca, sia per fatti di mafia che per la tutela di interessi pubblici, con la collaborazione di INPS e dell’Agenzia delle Entrate. Per il contrasto all’abusivismo urbanistico è stata predisposta l’attività di demolizione, con la creazione di un gruppo di lavoro, al quale ha dato un contributo significativo il Corpo Forestale, dello Stato e Regionale. Si è già proceduto alle prime demolizioni e molte se ne sono avute di spontanee. Questo lavoro consente ora di passare alla fase esecutiva del progetto che prevede il risanamento innanzitutto dell’Oasi del Simeto, con la fattiva collaborazione di diverse Istituzioni tra cui l’Amministrazione comunale di Catania. Da segnalarsi come aspetto molto positivo l’avvio di demolizioni da parte di altre amministrazioni comunali e l’inizio dell’interlocuzione con la Regione Sicilia, per gli aspetti di competenza degli organi regionali. In tema di tutela dell’ambiente sono state condotte alcune significative operazioni, anche in collaborazione tra DDA e magistrati della Procura ordinaria, come quelle relative alla gestione di Aimeri ambiente (area dell’alto ionico etneo, comprendente i comuni di Fiumefreddo, Giarre, Riposto, Mascali, Calatabiano e altri), del Parco di Monte Po, della gestione del ciclo dei rifiuti nel calatino. Da queste indagini sono scaturite responsabilità anche degli amministratori pubblici, di conseguenza perseguiti, e si è proceduto a richiedere il sequestro o l’amministrazione controllata di discariche e di rami di azienda. Tutela ai “soggetti deboli” è stata data dal Gruppo specializzato, che ha portato a termine significative indagini, con sofisticati strumenti investigativi e con l’impiego di consolidate prassi dei magistrati specializzati, sia nel settore della pedopornografia, che nella soluzione di una serie di gravi fatti delittuosi in danno di donne. Analoga capacità di offrire reale tutela si è avuta grazie all’impegno del gruppo specializzato nei reati contro la persona. Sono stati qui ottenuti risultati davvero importanti nell’avviare a soluzione delitti rimasti a lungo senza possibilità di interventi giudiziari, ora al vaglio del giudice. Particolare impegno è reso nei reati in materia di tutela delle condizioni di lavoro, che sempre più spesso vedono il diretto intervento in loco del p.m., secondo il modulo organizzativo del Gruppo specializzato. Infine va sottolineato la presenza attiva del p.m. nelle procedure concorsuali, al fine di realizzare la tutela degli interessi pubblici che il legislatore ha devoluto al pubblico ministero anche in questo settore. Non è possibile effettuare confronti tra la Sezione Affari Semplici e il precedente sistema di assegnazioni “a pioggia” dei fascicoli del c.d. “Gruppo 6”. Può tuttavia affermarsi che il primo anno di sperimentazione della nuova struttura ne confermano l’utilità. I vantaggi più significativi possono essere ravvisati (a) nell’uniformità della trattazione e dei tempi di definizione dei procedimenti (b) nella concentrazione in una struttura autonoma di gran parte del carico di lavoro (oggi circa il 43%) dell’intera Procura della Repubblica, con conseguente diminuzione del carico per gli uffici dei Sostituti (c) nella possibilità di realizzare protocolli investigativi basati su una concreta e continua collaborazione con la polizia giudiziaria dislocata sul territorio e con gli Enti pubblici che rappresentano le principali fonti di notizie di reato (Inps, Enel, Ispettorato del Lavoro ecc.). La S.A.S. non costituisce solo un modulo organizzativo finalizzato all’efficiente e rapida definizione di procedimenti a trattazione semplificata, ma un vero e proprio tavolo di lavoro aperto alla sperimentazione di meccanismi innovativi di gestione del fascicolo, anche con l’ausilio di strumenti informatici, nella prospettiva di renderli applicabili ad altre tipologie di reato che richiedono indagini seriali. Dal buon funzionamento di questi moduli ci si attende anche una significativa semplificazione della fase del giudizio. Dal punto di vista statistico si è riusciti a ridurre ulteriormente le pendenze così consolidandosi il risultato positivo già raggiunto nel primo semestre del 2012. A mod. 21 sono stati iscritti 19.435 procedimenti e ne sono stati definiti 20.627. La pendenza si è così ridotta da 21.607 a 20.415. I procedimenti contro ignoti sopravvenuti sono 16.732 mentre i definiti sono 17.549, con la conseguente riduzione della pendenza da 9.112 a 8.295 Sono poi stati iscritti 6.175 fatti a mod. 45 e ne sono stati definiti 6.811, cosicché la pendenza è ridotta da 1.730 a 1.094. I procedimenti dinanzi al Giudice di pace hanno visto una sopravvenienza di 2.848 fascicoli e una definizione di 3.174, con la riduzione della pendenza da 2.362 a 2.036. La durata media delle indagini è scesa da 396 a 352 giorni. Questi risultati sono anche il frutto del buon funzionamento della Sezione Affari Semplici. E’ tuttavia necessario porre rapidamente rimedio alle difficoltà insorte per la notificazione degli avvisi ex art. 408 c.p.p e 415 c.p.p., rischiandosi altrimenti l’intasamento del settore. L’ufficio esecuzione ha ormai completato la sua riorganizzazione e ha completamente eliminato l’arretrato, consentendo finalmente l’effettività della sanzione penale, con la sistematica revoca delle sospensioni condizionali della pena. Unitamente al buon funzionamento delle convalide degli arresti in sede di giudizio direttissimo, che evita le carcerazioni brevi e inutili, si cercherà così di indirizzare il sistema punitivo verso obbiettivi di effettiva sanzione dei comportamenti più gravi (tra questi la reiterazione del reato). Significativo incremento vi è stato anche nella definizione degli affari civili: • pareri e visti in materia di volontaria giurisdizione, di diritto di famiglia in genere e contenzioso n. 7909 a fronte di n. 6790 per l’anno precedente; • ricorsi civili del P.M. n. 119 a fronte di n. 76 per l’anno precedente; • apostille e legalizzazioni n. 2304 a fronte di n. 1679 dell’anno precedente. Infine, il completamento della prima fase del Progetto Buone Prassi, con la collaborazione di ASPI, ha consentito di realizzare la ristrutturazione dei servizi di segreteria relativi al rilascio delle attestazioni ex art. 335 c.p.p., i certificati penali, quelli ai fini assicurativi per gli incidenti stradali e ai fini assicurativi per furto e incendio. E’ stato di conseguenza adeguato il portale della Procura e a Ottobre sarà possibile aprire lo Sportello Unico per il pubblico, nei nuovi locali al pianterreno. Entro il 2013 sarà possibile rilasciare con gli stessi metodi anche i certificati dei carichi pendenti, per i quali prosegue il complesso lavoro preparatorio di riordino degli archivi, in collaborazione con il Tribunale e con l’apporto dell’Arma dei Carabinieri. 2. Riorganizzazione degli uffici a risorse invariate. E’ stata completata la riorganizzazione delle segreterie addette alle iscrizioni. Ciò ha consentito il recupero di personale e di spazi, con buoni risultati anche circa tempi e correttezza delle registrazioni. Nel settore delle intercettazioni è stato portato a completamento il riordino già avviato, con l’adozione di misure tecniche (realizzazione del locale protetto per la custodia delle registrazioni; previsione di sistemi di sicurezza per l’accesso ai dati ecc.) e di strumenti contrattuali. E’ ormai avviato il nuovo sistema di intercettazioni ambientali, basato su quattro server autonomi, che potranno essere utilizzati anche da altri fornitori di apparati. Risultati molto positivi si sono avuti nei rapporti con l’Amministrazione penitenziaria. Grazie alla collaborazione con la Direzione dell’Ospedale Cannizzaro è stata realizzata la struttura penitenziaria sanitaria. E’ stato poi chiuso il reparto Nicito ed è stato aperto un nuovo reparto di isolamento, mentre sono stati avviati i lavori per la ristrutturazione del Nicito e la riapertura di un padiglione dismesso. 3. Andamento dei flussi delle notizie di reato e attività dei gruppi specializzati. Sono stati trasmessi i dati statistici relativi alle notizie di reato. Essi non indicano in maniera univoca l’andamento della criminalità, ma solo l’emersione della stessa. L’aumento o la diminuzione di notizie in un determinato settore non corrisponde necessariamente a un corrispondente segno dei reati sottostanti. Il dato quindi va considerato di per sé e cioè come indice della sussistenza di notizie di reato. Per esemplificare, l’assenza di notizie di reato relative ad estorsioni in una zona controllata da un clan criminale non necessariamente indica l’assenza del fenomeno criminale ma può, al contrario, essere indice della sua diffusione e gravità. Per tale ragione, per proseguire l’esempio, l’ufficio è stato organizzato in maniera da consentire una stabile collaborazione con la polizia giudiziaria per monitorare il territorio più esposto. Gruppo 1 (reati contro la pubblica amministrazione) Nel periodo in esame il numero dei procedimenti iscritti per delitti contro la Pubblica Amministrazione si è di poco ridotto rispetto al precedente periodo nei confronti di soggetti noti (da 1352 a 1348) mentre è lievemente aumentato nei confronti di ignoti (da 304 a 306). Per quanto riguarda i reati di peculato le iscrizioni contro soggetti noti sono diminuite da 88 a 67 e contro ignoti sono aumentate da 8 a 10. Per quanto riguarda i reati di corruzione si è registrato un aumento delle iscrizioni dei procedimenti contro noti (da 11 a 19) mentre eguale è il numero di iscrizioni contro ignoti (1). Per i reati di concussione sono stati iscritti 9 procedimenti contro noti (10 nel precedente periodo) e 4 contro ignoti (1 nel precedente periodo). Tra i procedimenti in danno di pubbliche amministrazioni va segnalato il complesso procedimento relativo ad indebiti rimborsi percepiti da consiglieri provinciali di Catania; per gli stessi fatti ed a seguito della richiesta di rinvio a giudizio di questa Procura, la Corte dei Conti ha iniziato procedimento a carico di 47 soggetti. Si segnalano inoltre altri procedimenti relativi all’affidamento dell’appalto della pulizia del nuovo aeroporto di Catania e quello concernente l’affidamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti del Comune di Catania. Con riguardo all’attività di questo Ufficio nel periodo di interesse va segnalato come siano stati richiesti ed ottenuti numerosi sequestri preventivi per equivalente in relazione a delitti di truffa aggravata ai danni dello Stato o di enti pubblici, delitti in materia tributaria disciplinati dal D. Lgs 74/2000, delitti contro la Pubblica Amministrazione, nonché in applicazione dell’art. 12-sexies D.L. 306/92 con riferimento ai delitti presupposti ivi elencati. E’ opportuno segnalare che nonostante siano stati ottenuti decreti di sequestro per cifre ingenti, spesso anche molti milioni di euro, in fase esecutiva non di rado si è potuto sequestrare solo una piccola parte del valore corrispondente al prezzo o al profitto del reato. In tal senso va segnalato che in parte tale problema deriva dal fatto che i delitti in materia tributaria di cui al D.Lgs 74/2000 non sono contemplati tra i reati per i quali risponde anche l’ente (ad es. la società) nel cui interesse sono stati commessi e, dunque, anche alla luce delle più recenti pronunce della Suprema Corte si è potuto procedere ai sequestri solo nei confronti del legale rappresentante della società che aveva evaso le imposte, non di rado soggetti del tutto incapienti con conseguente frustrazione delle finalità proprie del sequestro e della successiva confisca. Gruppo 2 (Delitti contro la libertà sessuale; di stalking e in tema di pedopornografia) Dall’esame dei dati statistici emerge, con riferimento ai delitti contro la libertà sessuale (artt. 609 bis – 609 decies c.p.), che il numero delle iscrizioni è sensibilmente aumentato (n. 161 procedimenti a mod. 21 a fronte dei 109 del precedente periodo; n. 35 procedimenti a mod. 44 a fronte dei 25 del precedente periodo). Anche in relazione al delitto di stalking emerge una impennata delle sopravvenienze (pari al 54 %) in quanto il numero delle iscrizioni, nel periodo di riferimento, è stato di n. 243 procedimenti a mod. 21 a fronte dei 161 dell’anno precedente; mentre si registrano n. 10 procedimenti iscritti a mod. 44 a fronte dei n. 3 procedimenti dell’anno precedente. Analoga tendenza all’incremento delle sopravvenienze si è registrato con riferimento al delitto di maltrattamenti in famiglia (art. 572 c.p.) atteso che il numero delle iscrizioni, per il periodo in questione, è stato di n. 305 procedimenti a fronte dei n. 263 del periodo precedente (all. B). Questo generale fenomeno all’incremento delle denunce per le suddette tipologie di reato verosimilmente è dovuto al valido lavoro svolto dai magistrati del gruppo specializzato che sono riusciti a dare alle vittime risposte tempestive ed adeguate. Determinante è anche il ricorso all’istituto dell’incidente probatorio che, assicurando l’assunzione giudiziale (in forma protetta) delle dichiarazioni della persona offesa, a breve distanza dalla presentazione della querela, consente alla vittima di poter uscire rapidamente dal circuito processuale. Significativo è il numero degli incidenti probatori espletati nel periodo di riferimento: n. 19 per il reato di cui all’art. 572 c.p.; n. 6 per i delitti di pedopornografia on line; n. 40 per i delitti di violenza sessuale; n. 3 per il delitto di cui all’art. 612 bis c.p.. Inoltre va segnalato la sempre più affinata specializzazione, nella conduzione delle indagini in siffatta materia, da parte degli organi di P.G. che, già da tempo, sono impegnati in una costante formazione con il contributo dei magistrati del G 2. Altrettanto rassicurante per la persona offesa è la tempestività della emissione delle misure cautelari, richieste dal P.M., nei casi più gravi, che vengono adottate dal Gip, in media, dopo 21 giorni circa dalla richiesta. Nel periodo di riferimento sono state emesse: · · · per il delitto di cui all’art. 572 c.p. n. 27 misure di custodia cautelare in carcere; n. 19 di arresti domiciliari; n. 12 misure ex artt. 282 bis e 283 ter c.p. ; per il delitto di cui all’art. 600 ter, quater complessivamente n. 7 misure in carcere e n.2 agli arresti domiciliari; per i delitti di violenza sessuale complessivamente n. 29 in carcere e n. 5 agli arresti domiciliari. Per i delitti di pedopornografia on line (art. 600 ter e quater c.p.) nel periodo di riferimento si registra un apparente decremento in quanto il numero delle iscrizioni è stato di n.144 procedimenti iscritti a mod. 21 a fronte di n. 291 del precedente periodo; mentre i procedimenti iscritti a mod. 44 sono stati 91 per il periodo di rilevazione, a fronte dei 140 dell’anno precedente. Tale circostanza in realtà non corrisponde ad una reale diminuzione delle segnalazioni da parte della Polizia Postale atteso che l’incremento registrato nel precedente anno (1 luglio 2011- 30.6.12), in parte, era dovuto agli stralci di diverse posizioni di indagati (poi trasmesse per competenza ai vari uffici giudiziari) effettuati nell’ambito della macro operazione di P.G. denominata “Strike” già evidenziata nella relazione dello scorso anno. Le sopravvenienze per i delitti di pedopornografia on line, nel periodo 1 luglio 2012/30 giugno 2013, sono sostanzialmente allineate con i dati registrati nell’anno 1 luglio 2010/ 30 giugno 2011, come si evince dall’allegato A). Giova inoltre evidenziare che le scelte investigative operate dalla Polizia Postale di Catania si sono concentrate in indagini sempre più sofisticate – e in quanto tali più impegnative sotto il profilo temporale – che, attraverso l’approfondito studio delle immagini, hanno consentito di identificare alcuni minori vittime di sfruttamento sessuale. Meritevole di citazione è l’operazione denominata “TOR” di particolare rilevanza non solo per i risultati conseguiti ma principalmente per la peculiarità del nuovo metodo investigativo seguito dalla Polizia postale che ha permesso di giungere all’identificazione di minori vittime di abusi sessuali partendo da un’indagine on-line sul cosiddetto web invisibile. L’indagine, assolutamente innovativa, ha preso avvio da un’attività sotto copertura sulla rete “invisibile” denominata deep web e rappresenta la prima investigazione avviata in Italia in questo mondo parallelo di internet. Il deep web è una porzione del web che non viene indicizzata dai motori di ricerca; di fatto, è un enorme contenitore di informazioni composto da oltre 200.000 siti, raggiungibili e fruibili solo da chi ne conosce l’allocazione rendendo gli utenti che vi accedono non tracciabili e quindi non individuabili. Gli agenti attraverso l’utilizzo del sistema di comunicazione TOR (acronimo di The Onion Routine), ossia una comunicazione anonima che utilizza la crittografia a strati (espressione dalla quale deriva il vocabolo onion) sono riusciti a risalire ai reali utenti che pubblicavano il materiale pedopornografico in questione. Particolarmente significativo il risultato, frutto di un approfondito lavoro investigativo, che ha portato all’identificazione di un minore, le cui immagini apparivano sul web, e all’emissione di misure restrittive in carcere nei confronti di quattro abusanti. Gruppo 3 (reati economici e finanziari) Il già significativo incremento nei reati fallimentari, rilevato lo scorso anno, appare confermato. Sono infatti stati iscritti nel registro noti 184 reati in materia di bancarotta fraudolenta (119 nell’anno precedente). Anche in materia di riciclaggio si registra un incremento delle iscrizioni nei confronti dei noti, da 104 a 138. Una lieve diminuzione si registra per le iscrizioni in materia di usura (da 48 a 38), mentre è sensibile l’incremento delle iscrizioni per il delitto di cui all’art. 640bis c.p.(da 38 a 92), compensate dalla diminuzione (da 140 a 106) per il il reato di cui all’art. 640 ter. Stazionario il numero dei reati tributari e finanziari, mentre irrilevante appare il numnero delle iscrizioni per i delitti di falsità in bilancio (8 iscrizioni). E’ ormai entrato a regime il funzionamento delle richieste di sequestro per equivalente per i reati in materia tributaria, grazie alla collaborazione di Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza. Gruppo 4 (reati ambientali) Si segnala l’aumento sensibile del numero di iscrizioni rispetto all’anno precedente (n. 199 rispetto alle precedenti 129). Si è conferito un particolare impulso alla trattazione di siffatti reati e alla tempestiva adozione da parte dei P.M. del settore di tutte le misure idonee al contenimento del fenomeno dell’abusivismo edilizio (anche con riferimento alla dovuta attuazione dell’art. 2 L.R. 37/1985) e di quello riguardante l’illecito smaltimento dei rifiuti. Sulle demolizioni di immobili abusivi conseguenti alle sentenze penali di condanna, il Gruppo di lavoro ha provveduto in un primo periodo a puntualizzare le migliori modalità di esecuzione da promuovere ed adottare, avviando nel contempo, a tal fine, i necessari contatti con gli Enti locali ed una piena collaborazione, in alcuni casi (Catania, Paternò) particolarmente affidabile e propositiva. Tanto che, registrati sempre più frequenti casi di autodemolizioni, si è passati alla fase della reale esecuzione degli abbattimenti sui manufatti selezionati con criteri di priorità prefissati e al costo minimo (poco più del prezzo di costo rivolgendosi a ditte proposte dall’Ance ed altre confiscate alla mafia) previsto in relazione al territorio preso in considerazione . Le spese per le demolizioni saranno anticipate in parte dai Comuni (ricorrendo ai criteri del D.L. 269/2003 quelli che non hanno attivato la procedura di riequilibrio di cui all’art. 243 bis T.U. 267/2000) ed in parte da questo Ufficio attraverso le norme del D.P.R. 115/2002. Per individuare i manufatti da abbattere prima degli altri, gli abitanti dei vari immobili, gli indirizzi, per acquisire immagini fotografiche, per predisporre gli elenchi etc. va sottolineato il contributo notevole del Corpo Forestale dello Stato e di quello Regionale in servizio presso questa Sezione di P.G. Gruppo 5 (reati contro la persona) Vi è stata una significativa diminuzione dei procedimenti per omicidio volontario consumato (93 a fronte dei 112 dell’anno precedente) o tentato (30 a fronte dei 50 dell’anno precedente), rispetto al passato. Le statistiche disponibili, per questo come per gli anni trascorsi, non consentono la rilevazione specifica degli infortuni sul lavoro, come distinti da quelli di altro genere. Non risultano pertanto ancora attuate le disposizioni per l’inserimento di apposite note e per la cura anche di questo aspetto della rilevazione statistica, pur apparendo siffatto fenomeno ancora di particolare rilievo nel Circondario. Sono state confermate le disposizioni per modalità di intervento particolarmente accorte, anche con l’immediata ispezione dei luoghi da parte del P.M. in caso di infortuni mortali o di particolare gravità. Restano in vigore i vigenti protocolli di lavoro, distribuiti pure alla P.G. Sezione Affari Semplici (SAS). Nel periodo 01 luglio 2012 – 30 giugno 2013 la S.A.S. ha iscritto un numero complessivo di 9.338 procedimenti, e ne ha definito 6.361, pari al 49, 98 % del carico di lavoro complessivo dell’intera Procura della Repubblica. Attualmente la SAS ha definito il 68,11 % delle sopravvenienze. L’allegato grafico mostra il numero delle iscrizioni dei procedimenti raggruppati per titolo di reato: al primo posto i reati di furto (circa 2.898), seguono le violazioni del codice della strada ( circa 1.368 ), quindi i reati contravvenzionali ( circa 791), i reati in tema di falsità documentali ( 619) e via via gli altri reati. Il procedimento per decreto penale rappresenta l’esito del maggior numero dei procedimenti. Efficace in proposito si è rivelato il contributo offerto dai vpo e dal personale di pg operanti all’interno della S.A.S. nella redazione delle richieste di emissione di decreto penale di condanna mediante l’utilizzo di sperimentata modulistica. Contribuisce alla massima speditezza della definizione di tali procedimenti l’automatismo delle iscrizioni in re.ge mediante la consegna per via informatica da parte dell’INPS dei dati relativi alle cnr ed agli atti ad essi allegati secondo un innovativo procedimento di connessione interfacciale di recente sperimentazione, che, si spera, possa essere esteso ad altri procedimenti che comporto un maggior carico di lavoro seriali (es.furti enel). I lusinghieri risultati conseguiti vanno attribuiti al lodevole impegno dei magistrati togati e onorari e di tutto il personale di segreteria e di polizia giudiziaria. In particolare merita uno speciale apprezzamento il prezioso lavoro svolto dai colleghi togati nella organizzazione e nella gestione di tutte le attività della Sezione: essi, infatti hanno costantemente fornito preziosi suggerimenti per il miglioramento della resa produttiva della struttura. Gli aspetti organizzativi della SAS sono stati raccolti in un documento, predisposto dai magistrati della Sezione, che si allega e che sarà trasmesso alla Struttura Tecnica per l’Organizzazione del CSM per le migliori prassi. Misure di prevenzione e misure cautelari reali Nel periodo in considerazione sono state avanzate n. 240 proposte di misure di prevenzione di cui 20 misure patrimoniali, con un incremento superiore al 100% rispetto all’anno precedente (106 e 12 rispettivamente). Con le misure patrimoniali è stato possibile sottoporre a sequestro aziende, appartamenti, terreni, autovetture ed altro per un valore complessivo di diversi milioni di euro. Tra i beni sequestrati vi sono anche immobili appartenenti ad esponenti apicali della Famiglia mafiosa Santapaola (come la villa di Zuccaro Maurizio), nonchè aziende che operano nell’edilizia, impiantistica, movimento terra, raccolta e gestione rifiuti, trasporti. Particolare attenzione è stata prestata alla provincia di Siracusa, con risultati davvero significativi. Infine si è provveduto a garantire un’efficace presenza dell’ufficio in udienza. Ufficio Esecuzioni L’ufficio esecuzioni ha notevolmente incremento l’attività, con un aumento dei provvedimenti emessi pari a 1791 unità (n. 7426 provvedimenti emessi dall’1/07/2012 al 30/06/2013 – n. 5635 emessi dall’1/07/2011 al 30/06/2012). In particolare si elencano di seguito, distinti per categorie, i provvedimenti in più emessi nel periodo di riferimento: + 85 cumuli + 22 provvedimenti di computo + 52 ordini di esecuzione + 53 liberazioni anticipate + 110 affidamenti + 51 detenzioni domiciliari + 380 richieste al G.E. + 1040 archiviazioni. Il trend positivo dell’Ufficio va anche commisurato al fatto che il numero di iscrizioni di sentenze con pena detentiva è rimasto pressoché invariato rispetto al periodo ricompreso tra l’ 1/7/2011 ed il 30/6/2012 (n. 1693 sentenze iscritte, a fronte del n. 1700 sentenze iscritte nel periodo di 1/07/2012 – 30/06/2013), mentre con riguardo alle sentenze con pena detentiva sospesa si è registrato un sensibile aumento delle iscrizioni per il periodo intercorrente dall’ 1/7/2012 al 30/6/2013, pari a circa 62 unità (risultano iscritte al Siep n. 1735 sentenze dall’1/7/2012 al 30/6/2013 a fronte del n. 1673 sentenze iscritte nell’anno precedente). Ne deriva che, nonostante sia sostanzialmente rimasto immutato il numero di iscrizioni complessivo (anzi leggermente più elevato rispetto all’anno precedente), l’ufficio è riuscito a potenziare la propria attività emettendo un numero significativamente superiore di provvedimenti conclusivi, come sopra rappresentato. Inoltre sono stati promossi, anche grazie alla costante e preziosa collaborazione dei V.P.O., n. 366 incidenti di esecuzione per revoca benefici su 1864 iscrizioni di sentenze con pena sospesa esaminate ed archiviate, a fronte delle n. 90 istanze avanzate nell’anno precedente. Occorre rilevare che i V.P.O. hanno anche provveduto a garantire il servizio di iscrizione delle suddette sentenze a seguito del trasferimento ad altro ufficio di un addetto. La promozione dei suddetti incidenti di esecuzione per revoca dei benefici ha consentito di rendere effettivamente esecutiva la pena in molti casi in cui il beneficio della sospensione era stato erroneamente concesso dal Giudice. 4. Linee di andamento della criminalità organizzata. Le strutture criminali diverse da Cosa Nostra sopra mantengono invariate le loro zone di “influenza” e le loro modalità operative. Invariati risultano anche i settori tradizionali di intervento nelle attività illecite, fatta eccezione per l’interesse (ora documentato) verso la gestione dei rifiuti ed il traffico illecito degli stessi. Sono stati, peraltro, registrati nel settore del traffico degli stupefacenti collegamenti con soggetti fornitori di nazionalità albanese. Altre investigazioni, ormai concluse, hanno consentito di disvelare collegamenti con soggetti sudamericani, oltre che con gruppi camorristici campani. In particolare, il clan Cappello-“Carateddi”, a struttura “confederale”, continua a vantare una capillare diffusione nel territorio cittadino con solide ramificazioni nella provincia (Calatabiano, in particolare) e anche nel territorio siracusano di Porto Palo, in quello ragusano e in quello di Catenanuova (al confine tra la provincia etnea e quella di Enna). Anche per il periodo in esame è stato confermato come il traffico degli stupefacenti costituisca la principale attività illecita di tale clan che mantiene, come in parte già accennato, consolidati collegamenti anche con esponenti di gruppi camorristici. Verso il traffico degli stupefacenti orienta prevalentemente il proprio interesse anche il clan dei “cursoti milanesi”, allo stato alleato con il gruppo Cappello. Tale settore non è stato neppure trascurato dal clan Pillera , storicamente nato dalla scissione con il clan Cappello. Con riguardo al clan Laudani, storicamente alleato con quello Santapaola, pur se dotato di un’organizzazione assolutamente autonoma, va ribadito che esso estende la propria influenza dalla zona di Canalicchio a tutta la zona nord della città ed alla provincia pedemontana, oltre che nella fascia ionica e nella zona di Adrano (con la famiglia Scalisi), Paternò (con il clan Morabito) e territori limitrofi. Le recenti attività del gruppo (estorsioni, traffico di stupefacenti, reinvestimento del denaro di provenienza illecita e infiltrazione nei principali gangli istituzionali e amministrativi) sono state disvelate dalle dichiarazioni di più collaboratori, due dei quali di estremo rilievo, quali Laudani Giuseppe e D’Aquino. Altro settore di estremo interesse per le organizzazioni criminali di cui all’Area 1 è stato accertato essere, come già accennato, quello della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani e differenziati. Prescindendo dalle indicazioni provenienti da altre indagini ancora in corso, va qui segnalato come una complessa attività investigativa abbia permesso di acclarare l’infiltrazione di alcuni singoli soggetti di spicco della criminalità organizzata, operativa nel comprensorio dell’alto ionico etneo (Fiumefreddo, Giarre, Riposto, Mascali, Calatabiano e altri comuni) e riconducibile alla cosca Cintorino, a sua volta “consorziata” con il gruppo dei “cursoti catanesi”, nell’attività di gestione dei rifiuti facente capo alla Aimeri Ambiente s.r.l., aggiudicataria dell’appalto bandito dall’Ato CT1 Ionia Ambiente. SIRACUSA E PROVINCIA Anche con riferimento al territorio di Siracusa e provincia, può affermarsi che nessun sostanziale mutamento è stato registrato circa le strutture e gli assetti criminali preesistenti e circa i prevalenti settori illeciti di operatività nel periodo in questione. Continuano ad operare, con particolare riferimento ai territori d Lentini ed Augusta, il clan Nardo, strettamente legato alla famiglia Santapaola, e, con riferimento ai territori di Solarino e Floridia, il clan Aparo, diretto dai fratelli Aparo Paolo e Aparo Concetto. Il predetto clan e' stato gravemente colpito da numerose ordinanze cautelari e da sentenze di condanna definitive, con conseguenti mutamenti nell'organigramma di comando, anche questo però immediatamente colpito. Si pensi, a tal riguardo, alla recente misura cautelare, per tentata estorsione, eseguita nei confronti di Salafia Nunzio, appena nominato “reggente” del clan nella zona di Solarino. Con riferimento al territorio di Cassibile, opera il clan Linguanti (espressione del più vasto cartello criminale Aparo, Nardo, Trigila), recentemente “colpito” nell’ambito della indagine c.d. “Knock-out”. Con riguardo ai comuni di Noto, Avola e Pachino, opera, ormai da diversi anni, il clan Trigila, i cui capi storici, Trigila Antonino e Trigila Giuseppe, sono detenuti. Nella città di Siracusa continuano ad operare due sodalizi mafiosi: il clan di S. Panagia (zona nord), come propaggine del “cartello”, già citato, Aparo-Nardo-Trigila e lo storico clan Bottaro-Attanasio, operante prevalentemente nell’isola di Ortigia, cui sono riconducibili il gruppo della Borgata (ormai sostanzialmente confluito nel predetto clan) ed il gruppo di via Italia, quest’ultimo dedito prevalentemente al traffico di stupefacente e recentemente oggetto di attenzione nell’ambito della misura cautelare di cui al proc. c.d. Itaca. Le indagini che hanno determinato l’applicazione della misura cautelare, sopra citata, nei confronti del Salafia evidenziavano, peraltro, il tentativo di quest’ultimo di portare a termine un progetto ambizioso e, cioè, quello della fusione tra i due clan siracusani (S. Panagia e Bottaro Attanasio), duramente provati dall’azione di contrasto giudiziario. Particolare rilievo ha assunto nel periodo in esame il procedimento (c.d. “Morsa 2”), relativo ai rapporti mafia-politica, nell’ambito del quale sono stati indagati diversi amministratori comunali di Augusta e alcuni mafiosi locali, appartenenti al clan Nardo. E’ stato richiesto il rinvio a giudizio del Sindaco e di un assessore del Comune di Augusta per i reati di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione elettorale aggravata (artt. 110, 416 bis c.p., 110 c.p., 86 D.P.R. n. 570/1960, 7 D.L. n. 152/91). Parimenti è stato richiesto il rinvio a giudizio di un candidato alle elezioni comunali di Siracusa del 2004 e successivamente a quelle regionali del maggio 2006 e dell’aprile 2008 per i reati di cui agli artt. 416-ter c.p. e 86 D.P.R. n. 570/1960, 7 D. L. n. 152/91, in concorso con autorevoli esponenti del clan Bottaro- Attanasio, oltre che di quello Nardo. In esito alla medesima investigazione è stato pure richiesto il rinvio a giudizio del Sindaco di Melilli per il reato di corruzione elettorale aggravata ex art. 7 D. L.vo n. 152/91, in concorso con un esponente del clan Nardo. Le risultanze investigative sono state comunicate alla Prefettura di Siracusa che ha tempestivamente avviato una verifica ispettiva conclusasi, nei mesi scorsi, con lo scioglimento del Consiglio comunale di Augusta per infiltrazioni mafiose. Va, inoltre, segnalato che nello stesso periodo hanno avuto inizio numerose e significative collaborazioni di: Pandolfino Attilio (clan Bottaro-Attanasio), Randazzo Lucia (gruppo della Borgata), Mandragona Massimiliano (clan S. Panagia), Campo Giuseppe (clan Trigila) e Cutelli Concetto (ramificazione del clan Cappello operante in provincia di Siracusa). RAGUSA E PROVINCIA Nel territorio della provincia di Ragusa sono risultati ancora attivi, nel periodo in esame, i gruppi criminali storici riconducibili alla “stidda” e “cosa nostra”, pur se va confermata la già segnalata in passato contrazione delle capacità operative del gruppo di cosa nostra. Di contro va confermato l’incremento, in via generale, del contrapposto gruppo della “stidda”, segnatamente nei territori di Vittoria, Pozzallo, Comiso, dove si è registrata la riorganizzazione delle locali compagini, riconducibili, appunto, alla “stidda”, che hanno ripreso ad operare nel settore del traffico delle armi e della droga, oltre che in quello della infiltrazione nel tessuto della economia locale. In Scicli, invece, con il ridimensionamento del gruppo storico stiddaro dei fratelli Ruggeri, si è affermato un nuovo gruppo, non riconducibile alla “stidda” o a “cosa nostra”, facente capo a Mormina Francesco, operante nel settore della droga e delle estorsioni con straordinaria capacità d’intimidazione nei confronti degli imprenditori e non solo. In Comiso la riorganizzazione del gruppo della “stidda” si è realizzata, dopo l’arresto di Firrisi Carmelo, con la scarcerazione di Mario Campailla, subito contrastata con l'emissione di fermi nei confronti di cinque indagati in ordine ai reati di associazione di tipo mafioso, estorsioni aggravate dall’uso del metodo mafioso e detenzione di armi comuni e da guerra. Catania, 14 ottobre 2013. IL PROCURATORE DISTRETTUALE DELLA REPUBBLICA Giovanni Salvi Procura della Repubblica di Andamento delle denunce di particolari categorie reati ‐ Iscrizioni nel periodo ad opera di noti (mod. 21) e ignoti (mod. 44) 1/7/010‐30/6/11 Categoria Delitti contro la pubblica amministrazione di cui corruzione di cui concussione di cui peculato di cui malversazione a danno dello Stato e indebita percezione contributi di cui attività terroristiche Delitti di associazione a delinquere di stampo mafioso Omicidio Volontario consumato di cui vittima di sesso femminile Omicidio i idi Volontario l i tentato di cui vittima di sesso femminile Omicidio Colposo per Violazione norme circolazione stradale (omicidio colposo in genere) Omicidio Colposo per Infortuni sul lavoro Lesioni Colpose per Violazione norme circolazione stradale (lesioni colpose in genere di cui gravissime Lesioni Colpose per Infortuni sul lavoro di cui gravi e gravissime Delitti contro la libertà individuale di cui Riduzione in schiavitù di cui Tratta di persone 1/7/11‐30/6/12 noti ignoti 1562 228 2 3 4 38 314, 316 cp 36 12 56 316 bis e ter cp 29 241, 255-256, 270-270 sexsies, 276278, 280, 280 bis, 289 bis, 290292, 294, 301-313, 314, 316 bis e ter, 317-348, 353-360 cp, DL 625/79 318- 320 cp 317 cp 270-270 sexies cp 416 bis e ter cp 575, 578, 579 cp 56, 575, 578, 579 cp 589 co 2 e 3 cp noti ignoti andamento Variazioni (*) ultimo anno 1352 304 1 1 8 12 60 11 10 88 2 31 47 0 0 - 124 1 48 24 32 111 9 44 589 co 2 e 3 cp 590 co 2 e 3 cp noti ignoti 1348 306 1 4 10 20 96 19 9 67 2 49 15 2 1 3 125 116 1 72 55 57 totale 1.790 15 41 155 438 339 590 co 2 e 3 cp 777 303 601 cp 600 bis ter, quater e quinquies cp 144 Delitti contro la libertà sessuale 609 bis-609 decies cp Stalking L. 38/2009 (artt. 7-12), 612 bis c.p. 600 cp 106 10 48 totale 1.656 401 346 1.654 -4 % 0% 77 67% 18% -20% 1 16 -23 % -67% 0 1 1 n.d. -67% 117 150 6 156 +12 % 33% 112 64 3 32 5 29 3 4 0 93 +11 % -17% -6 % -28% 103 63 166 +3 % 8% - n.d. 604 -12 % - n.d. 50 154 747 358 246 - 141 1 0 441 2 300 1 0 146 290 291 108 23 131 188 1 189 7 totale -39 % -8 % +11 % 11 - - 151 2 1 600-604 cp 40 - 152 5 1 di cui Pedofilia e pedopornografia 1/7/12‐30/6/13 Riferimenti normativi 13 6 36 5 104 2 1 220 - 116 0 0 140 431 144 91 109 25 134 161 161 3 164 243 2 -19% -13 % -68 % n.d. -50% 0% 235 -9 % -45% 35 196 +21 % 46% 10 253 +16 % 54% 2 1 Procura della Repubblica di Andamento delle denunce di particolari categorie reati ‐ Iscrizioni nel periodo ad opera di noti (mod. 21) e ignoti (mod. 44) 1/7/010‐30/6/11 Categoria Reati informatici (accessi abusivi e danneggiamento 615 ter-615 quinquies cp dati e sistemi informatici) Reati informatici (illecita intercettazione di 617, 617 bis, ter quater, quinqiues e sexies comunicazioni informatiche o telematiche) Reati contro il patrimonio: Reati informatici Reati contro il patrimonio: Furti di cui Furti in abitazione Reati contro il patrimonio: Rapine Reati contro il patrimonio: Estorsione Reati contro il patrimonio: Frodi comunitarie Reati contro il patrimonio: Usura Reati contro il patrimonio: Riciclaggio Falso in bilancio Bancarotta fraudolenta patrimoniale Reati in materia tributaria Inquinamento e rifiuti Lottizzazione abusiva 635 bis-635 quinquies , 640 ter, 640 quinquies cp 624, 624 bis cp 624 bis 628 cp 629 cp 640 bis cp, L898/86 644 cp 648 bis cp 2621, 2622 cc art. 216 L.267/42 Dlvo vo 74/00 7 /00 203/88, 100/92, 22/97, 209/99, 36/03, 59/05, 152/06 art. 18 L.47/85; D.P.R. 380/2001 * variazione media in rapporto all'entità del fenomeno ottenuta come incremento medio diviso la media dei valori Nel caso degli omicidi, consumati e tentati, si tratta di reati iscritti e non commessi nel periodo. 1/7/11‐30/6/12 1/7/12‐30/6/13 andamento Variazioni (*) ultimo anno Riferimenti normativi noti ignoti noti ignoti 48 276 324 67 302 8 13 21 5 1 133 515 648 140 660 2272 122 250 249 30 42 89 5 40 588 31264 3219 1418 153 1 6 13 1 61 588 4431 168 275 242 38 48 104 5 119 530 31056 3826 1228 148 4 12 11 3 128 2 97 42 139 64 1060 6 822 totale 33.536 3.341 1.668 402 31 48 102 6 101 1.066 noti ignoti 91 266 6 3 107 676 532 53 2898 184 301 284 92 38 138 8 184 598 34263 5412 1623 187 19 8 14 1 77 5 65 129 131 40 862 1220 totale 369 6 800 35.487 3.994 1.503 390 42 60 115 8 247 totale 357 +5 % -3% 9 -50 % 50% 783 +9 % -2% 603 +5 % +26 % +8 % +8 % +65 % -2 % +20 % +20 % +39 % +1 % 5% 40% 28% 21% 164% -23% 32% 13% 6% 13% 68 199 +19 % 54% 28 1.248 +9 % 45% 37.161 5.596 1.924 471 111 46 152 9 261 PRINCIPI GENERALI DELLA SEZIONE AFFARI SEMPLICI L’esigenza di una rapida definizione dei procedimenti a trattazione semplificata, ovvero i procedimenti per reati di minore gravità caratterizzati da indagini standardizzate, è stata affrontata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania con l’istituzione, in data 2.5.2012, della Sezione Affari Semplici (acronimo S.A.S.) secondo le linee fondamentali tracciate nel Progetto Organizzativo del 23.3.2012. Dall’indagine statistica, effettuata in vista della redazione del nuovo P.O., risultava una notevole disparità nei tempi e nelle modalità di trattazione dei procedimenti relativi ai reati c.d. minori. Una parte consistente delle iscrizioni veniva rapidamente definita con richiesta di decreto penale, alla cui predisposizione era deputata una struttura centralizzata, mentre la restante parte finiva per appesantire il ruolo dei singoli magistrati e spesso per avviarsi alla prescrizione. Ciò determinava anche incertezza circa tempi e modalità di definizione dei procedimenti, pur per fattispecie analoghe. A tale ricognizione basata sul dato statistico si aggiungeva la valutazione circa una disomogeneità di trattazione dei procedimenti, nelle diverse fasi, con conseguenti appesantimenti, derivanti anche dalla mancanza di adeguati moduli di indagine e di trattazione dibattimentale; si pensi, ad esempio, alla redazione di liste testimoniali spesso sovrabbondanti rispetto alle effettive esigenze di prova. Il P.O. previgente attribuiva una larga parte di queste notizie di reato, individuate sulla base del titolo di reato, al Gruppo 6, in realtà non un gruppo di lavoro ma un criterio di distribuzione diffusa degli affari tra tutti i sostituti. L’esame della tipologia delle notizie di reato del Gruppo 6 rivelava l’esistenza di alcuni grandi “produttori” di notizie seriali (come l’ENEL) e il significativo problema costituito dall’incombente prospettiva dell’invio di decine di migliaia di notizie di reato di provenienza INPS, in passato non trattate dall’Istituto e dalla Procura. Per affrontare questi aspetti, tra loro intersecantisi, si è preso spunto da esperienze già maturate in altri uffici di Procura, introducendo alcune significative innovazioni, finalizzate a fronteggiare gli specifici problemi posti al nostro ufficio. Particolare attenzione si è prestata, poi, al rapporto con il Tribunale, nella consapevolezza che una trattazione dei procedimenti nella fase delle indagini che non avesse come punto centrale di riferimento il giudice, nelle sue diverse articolazioni, correva il rischio di arenarsi, sommergendo gli uffici giudicanti con il numero dei procedimenti e con la presentazione di richieste difficilmente gestibili. L’interlocuzione con il Tribunale e in particolare con il Giudice delle indagini preliminari non è ancora cessata, dovendosi oggi meglio tarare le scelte compiute, ad esempio in materia di decreti penali di condanna. E’ infatti indispensabile calibrare attentamente le richieste sul possibile esito, sia circa la possibilità di notificazione del decreto alla parte, 1 sia circa la prevedibilità dell’opposizione in relazione ad esempio alle sanzioni accessorie e ai provvedimenti di confisca. Analoga indagine finalizzata a verificare la rispondenza delle scelte di semplificazione effettuate alle esigenze probatorie ritenute dal giudice va fatta con riferimento alla strutturazione delle indagini e alle conseguenti scelte in materia di richieste di prova in sede di giudizio (ad esempio, attraverso la produzione documentale, organizzata sin dal momento di origine della notizia di reato, piuttosto che attraverso la prova dichiarativa). La scelta di fondo del P.O. consiste nella creazione di un gruppo di lavoro reale, affidato ad una struttura autonoma ed autosufficiente rispetto alle diverse articolazioni amministrative dell’Ufficio, di cui fanno parte stabilmente quattro Sostituti Procuratori ed un Coordinatore, direttamente assistiti da un nucleo di personale amministrativo e di polizia giudiziaria. Ciò ha rappresentato un notevole salto di qualità in termini di efficienza rispetto al passato, quando i procedimenti per reati cd. “minori” facevano parte del cd “Gruppo 6”, gruppo di lavoro meramente virtuale, e venivano distribuiti indistintamente a tutti i Sostituti. I vantaggi di una Sezione Affari Semplici rispetto al sistema delle assegnazioni “a pioggia” dei fascicoli del “Gruppo 6” consistono principalmente: - nell’uniformità della trattazione e dei tempi di definizione dei procedimenti; - nella concentrazione in una struttura autonoma del 40% del carico di lavoro dell’intera Procura della Repubblica, con conseguente diminuzione del carico per gli Uffici dei Sostituti non inseriti nella S.A.S; - nella possibilità di realizzare protocolli investigativi basati su una concreta e continua collaborazione con la polizia giudiziaria dislocata sul territorio e con gli Enti pubblici che rappresentano le principali fonti di notizie di reato (Inps, Enel, Ispettorato del Lavoro ecc.) - nella predisposizione degli atti, sin dalla fase della formazione della notizia di reato, al prevedibile loro uso nel dibattimento. La S.A.S. non costituisce unicamente un modulo organizzativo finalizzato all’efficiente e rapida definizione di procedimenti a trattazione semplificata ma un tavolo di lavoro aperto alla sperimentazione di meccanismi innovativi di gestione del fascicolo, anche con l’ausilio di strumenti informatici, nella prospettiva di renderli applicabili ad altre tipologie di reato che richiedono indagini seriali. E’ infatti previsto che il sistema di registrazione e trattazione informatizzata della notizia di reato, elaborato grazie alla collaborazione dell’INPS, venga esteso a tutte le notizie seriali, prima, e infine a quelle provenienti dalle diverse forze di polizia; a tal fine saranno utilizzate le risorse del Progetto regionale Best Practices per il miglioramento delle prestazioni degli uffici giudiziari. I reati di competenza della S.A.S. sono stati individuati specificamente nel Progetto Organizzativo (cfr. pagg. 53, 54, 55) che ha regolato anche i criteri di distribuzione dei 2 fascicoli in caso di connessioni tra reati attribuiti alla S.A.S. e reati attribuiti ai gruppi specializzati. Dopo una prima fase incentrata sulla necessità di stabilizzare il funzionamento della struttura, le attribuzioni della S.A.S. sono state ampliate con provvedimento del 15.6.2012 fino a ricomprendere i fascicoli incamerati dal pubblico ministero di turno per gli affari urgenti ed iscritti per reati di competenza della S.A.S., ad eccezione dei fascicoli nei quali il sostituto di turno ha richiesto la convalida di arresti in flagranza effettuati dalla polizia giudiziaria. Le statistiche relative al primo anno di entrata in funzione della Sezione Affari Semplici, hanno messo in evidenza che la S.A.S. dal 2.5.2012 al 2.5.2013 ha iscritto un numero complessivo di 7265 procedimenti penali, dei quali 5997 risultano definiti, con un residuo di 1268 procedimenti pendenti. Il totale dei procedimenti iscritti a mod. 21 dalla Procura della Repubblica di Catania nello stesso periodo è pari a 19.098 e pertanto la Sezione Affari Semplici tratta il 38% del carico di lavoro complessivo dell’intera Procura. I dati statistici più recenti indicano che la SAS ha ormai raggiunto la trattazione di quasi il 50% degli affari iscritti. Le maggiori criticità al momento emerse sono costituite dai ritardi generati dalle notificazioni, in particolare per gli avvisi ex art. 415 bis e art. 408 c.p.p.. Per porvi riparo si è avviata un’interlocuzione con gli uffici a ciò deputati. Il problema non è facilmente risolvibile e rischia di costituire un grave ostacolo al buon funzionamento dell’intero sistema. La Sezione Affari Semplici è coordinata dal dr. Vincenzo Serpotta ed è formata dai s.procuratori della Repubblica, Fabrizio Aliotta, Alessia Minicò, Alessandro Sorrentino, Alessandra Tasciotti. Di seguito verranno analizzati i diversi ambiti che hanno caratterizzato l’istituzione e l’organizzazione della S.A.S. Ciascuna area, pur se gestita da tutti i quattro magistrati membri della Sezione sotto la supervisione del Coordinatore, è stata organizzata concretamente nello specifico da uno in particolare che ha curato la redazione della rispettiva relazione. 3 ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO (a cura del dott. Alessandro Sorrentino) Obiettivo prioritario della “Sezione Affari Semplici” è quello di garantire una trattazione rapida di tutti i procedimenti aventi ad oggetto notizie di reato che comportano procedure di indagine e di definizione semplificate. Al suo interno, la Sezione è articolata in quattro organi: la Segreteria, i Magistrati, i Vice Procuratori Onorari e il personale di polizia giudiziaria. Annualmente la S.A.S. tratta circa 8000 procedimenti. A fronte di un tale dato numerico, unica strada percorribile per garantire il raggiungimento dell’obiettivo suindicato è stata quella di riunire in locali contigui tutto il personale (amministrativo, magistrati togati e onorari, polizia giudiziaria), in modo da garantire il necessario coordinamento delle varie fasi di iscrizione e definizione del fascicolo nonché la fluidità e celerità nelle procedure. In questa sede si procederà dapprima ad illustrare la composizione delle singole articolazioni della Sezione e, successivamente, le competenze e le specifiche attribuzioni delle stesse nelle varie fasi della procedura di trattazione e definizione delle notizie di reato. In particolare, nel plesso di via Crispi, nella stanza numero 1 del piano terra, si trova la sede della Segreteria della Sezione. Fanno parte della Segreteria un dirigente amministrativo, che riveste compiti di controllo delle notizie di reato e di coordinamento del personale, due cancellieri e due unità di personale amministrativo, quest’ultimo, addetto esclusivamente alle iscrizioni delle notizie di reato. La stanza n. 2 è la stanza dei 4 Pubblici Ministeri che fanno parte della Sezione e che, a turno, settimanalmente, si alternano nell’espletamento delle funzioni loro riservate. All’interno della stanza è altresì presente un’altra postazione di lavoro, utilizzabile, in caso di necessità, da un altro magistrato ovvero da personale ausiliario di polizia giudiziaria e, infine, un armadio, diviso in spazi che indicano i fascicoli in entrata (da esaminare e trattare) e in uscita (contenenti provvedimenti definitori o che necessitano di esecuzione). Il personale della polizia giudiziaria è composto complessivamente da 6 unità che hanno compiti differenti tra loro. Nella stanza n. 3 sono presenti 3 ufficiali e agenti di polizia giudiziaria appartenenti a diverse Aliquote della Sezione di P.G. della Procura della Repubblica. Ciascuno dei tre ha competenze specifiche che riguardano la predisposizione di provvedimenti definitori ovvero compiti precipuamente investigativi relativi alla predisposizione e trasmissione di deleghe di indagine, espletamento di attività istruttorie e la cura dei rapporti con le diverse forze dell’ordine dislocate sul territorio. Un’ulteriore unità di polizia giudiziaria, specializzata nella trattazione delle notizie di reato provenienti dall’INPS, è invece allocata in una altra stanza posta nelle vicinanze 4 avendo sostituto, nell’espletamento di tali incombenze, precedente personale amministrativo dell’INPS che per un determinato periodo di tempo era stato distaccato presso la Sezione Affari Semplici. Infine, altre due unità sono poste in un ufficio a parte, essendo loro attribuito il compito di provvedere alla scannerizzazione degli atti dei procedimenti definiti con avviso di conclusione delle indagini preliminari e di curare, opportunamente, le notifiche dei provvedimenti ai difensori (tramite fax o a mani proprie). Infine, nella stanza n. 4 sono allocati i 4 Vice procuratori Onorari, i quali, si alternano nelle loro presenze in modo da assicurare e garantire la presenza giornaliera di almeno due di essi. Il metodo più chiaro e, dunque, preferibile per descrivere il funzionamento e l’organizzazione della Sezione Affari Semplici nonché le specifiche competenze attribuite al personale che ne fa parte, è senz’altro quella di seguire idealmente l’origine del fascicolo contenente la notizia di reato, la sua trattazione e la sua definizione. Inizialmente, la notizia di reato – sia essa comunicazione da parte delle forze dell’ordine ovvero denuncia-querela proveniente da privati – viene depositata o trasmessa alla Segreteria della Sezione Affari Semplici. Prima di apporre il timbro del depositato il personale della Segreteria verifica i presupposti di ammissibilità della notizia, cioè se l’ipotesi di reato rientri tra quelle attribuite alla competenza della Sezione dal Progetto Organizzativo e, qualora si tratti di c.n.r. presentata dalla polizia giudiziaria, se presenti e rispetti i protocolli e le linee guida predisposti con riferimento alle modalità di redazione e trasmissione della notizie di reato (cfr. PROTOCOLLI INVESTIGATIVI). Superato questo vaglio, la notizia di reato viene posta all’attenzione del P.M. di turno. Il provvedimento iniziale del pubblico ministero indica non solo la qualificazione giuridica (titolo di reato, nominativi degli indagati), ma anche le direttive in ordine al successivo sviluppo procedimentale (richiesta di decreto penale, richiesta di archiviazione, avviso di conclusione delle indagini preliminari ai sensi dell’art. 415 bis c.p.p., delega di indagini) e i soggetti che la prenderanno in carico (VPO, polizia giudiziaria ovvero lo stesso P.M.). La notizia di reato viene così trasmessa in Segreteria alle due unità di personale esclusivamente addetto all’iscrizione che, dopo aver formato il fascicolo, previa annotazione su un apposito registro della singola unità di personale al quale viene affidato ( 1 ), provvederanno a smistarlo secondo le precedenti indicazioni del P.M.. 1 In modo tale da assicurare la “tracciabilità” del fascicolo e consentire altresì la rilevazione statistica e il controllo della produttività del personale. Il redattore del provvedimento, inoltre, apporrà in calce al singolo provvedimento le iniziali del proprio nominativo. 5 Il VPO oppure l’ufficio di polizia giudiziaria provvedono quindi a predisporre il provvedimento richiesto dal P.M. secondo contenuti standard e predeterminati in modo da garantire uniformità di definizione (cfr. STANDARDIZZAZIONE) e, successivamente, il fascicolo verrà nuovamente trasmesso al P.M., il quale, dopo la valutazione, il controllo e la firma, lo trasmetterà alla Segreteria per quanto di competenza. Un cenno a parte merita la definizione delle notizie di reato provenienti dall’INPS. Rinviando a quanto descritto nella parte dedicata al Protocollo d’Intesa intervenuto tra la Procura della Repubblica di Catania e l’INPS, in questa sede può evidenziarsi che avuto riguardo alla notizia di reato proveniente dall’Ente Pubblico, il fascicolo verrà formato direttamente dalla Segreteria contenendo, peraltro, all’interno, già il provvedimento definitorio predisposto dall’unità di polizia giudiziaria addetta alla ricezione e trattazione della notizia, per cui al P.M. competerà esclusivamente il momento del controllo e della firma. Resta da precisare, infine, che ciascun cancelliere è addetto e segue il ruolo di due Sostituti Procuratori e che a ciascun P.M. sono attribuite tutte le notizie di reato depositate nei sette giorni in cui è di turno alla Sezione. STANDARDIZZAZIONE DEI PROTOCOLLI DI INDAGINE (a cura della dott.ssa Alessia Minicò) Nell’ambito dell’organizzazione della nuova articolazione interna dell’ufficio di Procura un ruolo centrale ha assunto la previsione di moduli investigativi “standardizzati” per tipologia di reato. Ed invero, come già ampiamente illustrato, l’organizzazione della nuova ‘Sezione’ è basata su meccanismi automatici di funzionamento da attivare dal momento dell’iscrizione della notizia di reato sino a quello della definizione del procedimento. Occorre rilevare che per l’avvio della Sezione si sono rese necessarie alcune scelte organizzative. Infatti, una volta ripartiti i ruoli e le funzioni tra tutte le componenti amministrative e giudiziarie della SAS e dopo aver definito il c.d. “percorso virtuale” che ogni procedimento iscritto dal Pubblico Ministero di turno deve seguire per pervenire in tempi rapidi alla definizione del procedimento, l’Ufficio ha agito in tre direzioni. 1) In primo luogo è stato attuato il coordinamento dei diversi enti e uffici coinvolti affinché le notizie di reato destinate alla SAS, relative ad uno o più titoli di reato tra quelli attribuiti alla trattazione della nuova Sezione, contenessero tutti gli elementi necessari per una definizione immediata del procedimento che nasceva dalla loro iscrizione. L’obiettivo realizzato è stato quello di garantire la ricezione delle notizie di reato predisposte dagli organi di polizia giudiziaria in maniera tale da poter definire il procedimento “allo stato degli atti”, ossia senza la necessità di ricorrere a deleghe di indagine spesso in passato 6 destinate solo ad ottenere la semplice trasmissione del verbale di identificazione dell’indagato o di copia del provvedimento giurisdizionale o amministrativo che si assumeva violato (ad es. nei casi di procedimenti per art. 650 o 385 0 388 c.p.). Tale aspetto è subito apparso di primaria importanza perché l’assai ingente mole di atti da gestire dalla cancelleria della nuova Sezione ha imposto la riduzione al minimo del ricorso alla delega di indagine che avrebbe comportato l’assai difficoltosa gestione dei c.d. “seguiti” con relativa necessità: a) di tenere in “stand by” il singolo procedimento in attesa che la P.G. evadesse la richiesta dell’A.G.; b) di onerare la cancelleria dell’inserimento del c.d.“seguito”, una volta pervenuto, nel relativo fascicolo di indagine; c) di far ricadere su personale appartenente alla SAS la predisposizione di richieste alla P.G. delegata per la sollecita trasmissione degli esiti non pervenuti in tempi ragionevoli, così tradendo lo spirito della nuova struttura improntata invece alla rapida definizione dei procedimenti. Si è subito compreso, infatti, che “il collo di bottiglia” della nuova struttura era rappresentato dalla cancelleria, in quanto prevedibilmente oberata da una molteplicità di adempimenti legati al rilevante numero di procedimenti da trattare. Per tale ragione è stato necessario prevedere e predisporre ogni possibile “automatismo” idoneo ad evitare un aggravio di adempimenti per l’apparato amministrativo della nuova struttura. È chiaro, poi, che la possibilità di predisporre moduli investigativi standard è strettamente legata alla tipologia di reati che in sede di istituzione della nuova Sezione si è deciso di attribuirle. In quest’ottica di efficienza e di efficacia dell’azione del nuovo ufficio, è stato stilato un elenco di direttive destinato alla polizia giudiziaria operante sul territorio per individuare meccanismi standard di redazione di tutte le comunicazioni di notizie di reato contro noti destinate alla SAS. Particolari direttive hanno riguardato, invece, specifiche tipologie di reato, mentre ulteriori direttive venivano predisposte per la trasmissione delle notizie di reato a carico di ignoti. In questo contesto, durante la fase organizzativa della costituenda sezione, è stato necessario condurre un’opera di sensibilizzazione delle Forze dell’Ordine, organizzando più incontri nel corso dei quali è stata esposta e spiegata la necessità e l’importanza della collaborazione degli organi di polizia giudiziaria con la Procura per il buon avvio della nuova sezione. Nel corso di tali incontri si è evidenziato, tra l’atro, come la redazione di c.n.r. confezionate in maniera completa deve intendersi come una “buona prassi” a beneficio di entrambi gli interlocutori perché, da un lato, garantisce al ricevente (cioè all’Ufficio di Procura) di lavorare in maniera spedita senza necessità di interloquire ulteriormente con il “mittente” (cioè con l’organo di P.G.) che, dal canto suo, una volta inoltrata la C.N.R. redatta nel rispetto delle direttive diramate, non sarebbe più stata compulsata dall’Ufficio di Procura con richieste di indagine talvolta anche più laboriose del necessario 7 Sotto tale ultimo profilo va infatti detto che l’istituzione della SAS, tra i vari vantaggi e benefici in termini di produttività e di qualità che ha generato, ha anche reso possibile un nuovo modo di interloquire con le Forze dell’Ordine più celere ed efficace. Infatti, nello stilare le suddette direttive ci si è posti l’obiettivo di individuare gli atti di indagine strettamente necessari per la trattazione delle diverse tipologie di notizie di reato consentendo alla P.G. una accelerazione anche del proprio lavoro. Prima dell’istituzione della SAS, infatti, le deleghe di indagine provenivano da tutti i Pubblici Ministeri in servizio presso la Procura e si presentavano, per necessità di cose, eterogenee tra loro. Inoltre l’organizzazione di questi incontri si è rivelata molto proficua anche perché ha consentito di apportare alle iniziali “direttive” stilate “a tavolino” le giuste modifiche nate dal confronto con le Forze dell’Ordine e quindi dall’opportunità di venire incontro ai loro suggerimenti e alle loro esigenze organizzative, ciò al fine di creare uno spirito di collaborazione senza il quale il funzionamento della nuova struttura sarebbe rimasto pregiudicato. 2) In secondo luogo sono state previste per ogni tipologia di reato le modalità di definizione del relativo procedimento (se nelle forme ordinarie o con richiesta di decreto penale di condanna) fatte salve le specificità del caso concreto. 3) In terzo luogo (ma questo specifico aspetto verrà approfondito in seguito) sono stati approntati schemi di provvedimento, capi di imputazione e richieste di archiviazione “tipo” da mettere a disposizione dei vice procuratori onorari e della polizia giudiziaria. In questo modo il “percorso virtuale” di ogni procedimento (come sopra descritto) viene riempito di contenuti lasciando poco spazio alla libera iniziativa di ognuno per garantire, da un lato, la speditezza nella trattazione e, dall’altro lato, uno standard qualitativo uniforme dei provvedimenti di definizione. Si allega copia delle direttive in questione. 4) Infine, particolare cura di presta nel prevedere l’utilizzo dibattimentale dei diversi atti, che vengono di conseguenza redatti secondo modalità differenziate, atte a evitare il ricorso alla prova dichiarativa, quando non necessario. RAPPORTO DI COLLABORAZIONE CON L’INPS (a cura della dott.ssa Alessandra Tasciotti) 8 In considerazione della necessità di far fronte alla sopravvenienza di circa 42.000 denunce provenienti dall’INPS per il reato di cui all’art. 2 d.l. n. 463/83, conv. in legge n. 638/83, già dai primi mesi dell’anno 2012, in previsione dell’istituzione della Sezione Affari Semplici e della conseguente attribuzione alla stessa dei procedimenti aventi ad oggetto gli omessi versamenti di contributi previdenziali da parte del datore di lavoro, venivano avviati numerosi contatti con l’INPS finalizzati alla creazione all’interno della S.A.S. di un nucleo di lavoro che potesse occuparsi unicamente di tali denunce. Lo scopo di tale collaborazione era la semplificazione e lo snellimento delle procedure di trasmissione e definizione delle notizie di reato di cui sopra a partire dalla creazione di un sistema informatizzato di ricezione delle denunce provenienti dall’INPS. Tale obiettivo, in ossequio ai principi generali della S.A.S., è stato raggiunto mediante una standardizzazione della comunicazione di notizia di reato che oggi contiene tutta la documentazione necessaria all’immediata definizione del fascicolo consentendo altresì di evitare che i funzionari dell’INPS vengano citati come testi in un futuro dibattimento, trattandosi di accertamento interamente documentale. Le denunce contengono la seguente documentazione: ‐ Copia della diffida ad adempiere, corredata del prospetto delle inadempienze, inviata al responsabile dell’azienda; ‐ Copia della cartolina A/R di detta diffida; ‐ Copia dei modelli DM10/DMAG, UNIEMENS; ‐ Copia della visura camerale del datore di lavoro; ‐ Copia della residenza risultante da Anagrafe Tributaria. Per un’efficace e coerente gestione sia dell’arretrato sia dei nuovi procedimenti, l’INPS predispone le comunicazioni di notizie di reato su base soggettiva, ovvero raggruppando gli omessi versamenti mensili relativi ad ogni azienda nelle diverse annualità. Le denunce relative agli omessi versamenti per i quali il contribuente risulta avere adempiuto entro tre mesi e le notizie di reato già prescritte vengono inoltrate separatamente per consentire l’archiviazione per estinzione del reato e per prescrizione. In questi casi l’INPS si limita a trasmettere un prospetto riassuntivo contenente gli elementi essenziali della violazione accertata. Le notizie di reato concernenti omessi versamenti di notevole entità, possibile indice di reati più gravi, vengono trattati dal competente Gruppo di lavoro della Procura specializzato in materia di criminalità economica e, già al momento della trasmissione, l’INPS mette in evidenza l’esistenza di una situazione di allarme. L’iscrizione delle denunce avviene con modalità informatiche grazie alla creazione di un file di export, in cui sono racchiuse le informazioni relative al soggetto indagato, alla parte offesa, alla qualificazione giuridica del fatto, al periodo e agli importi non versati. Il file è stato predisposto dall’INPS sulla base di un tracciato fornito dai gestori Re.Ge., realizzando un’interfaccia tra i due sistemi informatici, in modo tale da consentire 9 l’attribuzione immediata del numero di procedimento e la compilazione automatica dei campi del Re.Ge. per ciascuna delle notizie di reato, che vengono trasmesse sia su supporto informatico (file PDF) sia in cartaceo. La Sezione Affari Semplici provvede alla formazione materiale del fascicolo, che viene definito in tempi rapidi con richiesta di emissione di decreto penale di condanna oppure, quando si tratta di importi di notevole rilevanza, con avviso di conclusione delle indagini preliminari. Infine, nella predisposizione del modulo che l’INPS utilizza per la formazione della notizia di reato si è avuto cura di prevedere l’utilizzo dibattimentale dei diversi atti, che vengono di conseguenza redatti secondo modalità differenziate, atte a evitare il ricorso alla prova dichiarativa, quando non necessario. Il rapporto di collaborazione sopra illustrato è stato formalizzato in un Protocollo d’Intesa firmato il 19 marzo 2013 presso gli Uffici della Procura della Repubblica che si allega in copia. STANDARDIZZAZIONE DEI PROVVEDIMENTI DEFINITORI (a cura del dott. Fabrizio Aliotta) Al fine di garantire l’uniforme trattazione dei procedimenti che ricadono nella competenza della SAS, si è ritenuto opportuno in primo luogo stabilire le modalità di definizione del procedimento, distinguendo, nell’ambito dei procedimenti per i quali sussistono i presupposti per l’esercizio dell’azione penale, i casi per i quali procedere nelle forme ordinarie da quelli per i quali procedere con richiesta di decreto penale di condanna. A titolo esemplificativo è stato stabilito che, in relazione ai reati previsti dal Codice della strada (D.Lgs 285/1992) e per i “furti ENEL” il procedimento venga definito mediante la procedura per decreto penale. Al contrario, con riferimento alle ipotesi di evasione o violazione delle misure di prevenzione (D.Lgs 159/2911), si è ritenuto procedere con il rito ordinario, ovvero con la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, seguito dal decreto di citazione a giudizio, oppure dalla richiesta di rinvio a giudizio. Nel delineare tale criterio distintivo, tuttavia, occorre precisare che è fatta salva l’autonomia di ciascun sostituto nello stabilire se, in ragione di particolari circostanze del caso ovvero delle condizioni soggettive dell’indagato, procedere con rito diverso da quello prestabilito. Al fine di assicurare uno standard qualitativo uniforme dei provvedimenti di definizione, inoltre, sono stati approntati schemi di provvedimento, capi di imputazione e richieste di archiviazione “tipo”, consegnati ai Vice Procuratori Onorari ed al personale di polizia 10 giudiziaria che collaborano con la SAS, che li utilizzano nell’espletamento delle rispettive mansioni. Da questo punto di vista l’esigenza di uniformità è stata avvertita in modo significativo in considerazione della natura “seriale” di numerosi reati di competenza della SAS, natura che ben si presta alla predeterminazione dei provvedimenti di definizione attraverso la redazione di modelli definitori destinati a poter essere utilizzati in via generale ed indefinita per ciascuna tipologia di reato, salve le particolari circostanze che può presentare ciascuna fattispecie, nel qual caso si procede ad una trattazione “individualizzante” del procedimento. Al fine di garantire l’efficienza della SAS si è reso necessario adattare l’esigenza di uniformità così delineata con l’esigenza di assicurare una trattazione celere dei procedimenti, esigenza questa resa impellente dall’elevato numero di procedimenti che confluiscono nel meccanismo della SAS. In tal senso si è previsto che, sin dal momento dell’iscrizione del procedimento nel registro delle notizie di reato, il Pubblico Ministero provveda anche a determinare le modalità con le quali il procedimento deve essere trattato, nonché ad individuare il personale della SAS (Vice Procuratori Onorari o Polizia Giudiziaria) che deve provvedere alla redazione dell’atto. A tal fine è stato predisposto un modulo di iscrizione dei procedimenti SAS che si caratterizza per la presenza di una sezione appositamente dedicata alla indicazione delle modalità di definizione. Tale modus procedendi è risultato in grado di garantire l’effettiva utilità di entrambi i meccanismi di standardizzazione di cui si avvale la SAS e che riguardano i protocolli di indagine ed i provvedimenti definitori. Ed infatti, da un lato, la completezza della CNR che giunge in Procura attraverso il meccanismo di standardizzazione dei protocolli di indagine, consente, nella maggior parte dei casi, di evitare il compimento di ulteriori indagini e pervenire direttamente alla fase definitoria. Dall’altro lato, la fase definitoria risulta accelerata attraverso la previsione di modelli standardizzati di definizione che consentono al personale delegato di procedere speditamente, adattando i modelli generali alle circostanze del caso. Infine, ed è questo uno degli aspetti più importanti alla base dell’intera struttura, l’adozione delle procedure descritte consente di organizzare la fase del giudizio a partire dalla redazione della notizia di reato. Infatti la consapevolezza del possibile uso a fini di prova consente la formazione della documentazione con modalità utili a tal fine. Ad esempio, la separazione netta negli atti tra le parti dichiarative e quelle documentali, direttamente acquisibili nel dibattimento, riduce in maniera consistente la necessità della prova dichiarativa. E’ evidente che ciò comporta vantaggi per tutti i soggetti interessati e prefigura un dibattimento snello ed efficace. La prospettiva di un giudizio più celere 11 potrebbe anche indurre, come effetto indiretto, un maggior ricorso ai riti differenziati e quindi, ancora una volta, un beneficio in termini di effettività del processo. Catania, 14 ottobre 2013 Il Procuratore della Repubblica Giovanni Salvi 12