Devianza

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Devianza
Controllo Sociale
Controllo sociale: metodi usati per far in modo che i membri di un
gruppo rispettino le norme e le aspettative di questo gruppo
interno
Socializzazione
primaria
Competenze di base
esterno
Socializzazione
secondaria
Competenze
specifiche
Quando il processo
di socializzazione
fallisce
Punizioni e
ricompense
La Devianza
Ogni atto o comportamento che viola le norme della collettività e
che di conseguenza va incontro a qualche forma di sanzione
Per essere considerato un atto sociale deve essere analizzato nel
contesto socioculturale in cui viene posto in essere
Concezione relativistica
Non esistono azioni intrinsecamente cattive e, dunque
meritevoli di punizioni, ma solo atti che sono illeciti perché
proibiti
Il reato
Reato: un comportamento che viola una norma del codice
penale e che comporta una sanzione penale
Reati ufficiali: sono quelli commessi e denunciati
Reati non ufficiali: quelli che, pur essendo stati commessi, non
vengono denunciati (per esempio: numero oscuro dei delitti)
Le teorie della criminalità
1. Le spiegazioni biologiche
- i comportamenti devianti dipendono dalle caratteristiche fisiche e
biologiche degli individui
Cesare Lombroso: il delinquente nato presenta delle caratteristiche
ataviche simili a quelle degli animali inferiori e dell’uomo
primitivo, che rendevano impossibile il suo adattamento alla società
civile e lo spingevano a commettere reati (ripresa e sviluppata da
William Sheldon: tipo endomorfo, mesomorfo, ectomorfo)
Sindrome XYY: si verifica quando un essere umano nasce con 47
cromosomi e il cromosoma in più è Y (ereditato dal padre), in
questi casi è più probabile che queste persone commettano reati di
vario tipo (perché grandi e grossi)
Le teorie della criminalità
2. La teoria della tensione
-
Durkheim: quando si ha contrasto tra struttura sociale e struttura
culturale, si genera anomia (assenza di norme) e nascono fenomeni
di devianza
Struttura culturale:
definisce le mete verso cui tendere e i mezzi con cui raggiungerle
Struttura sociale:
rappresenta le effettive opportunità che si hanno nel raggiungimento
delle mete prefissate, con i mezzi scelti
Le teorie della criminalità
Forme di comportamento adattivo in caso di tensione tra struttura sociale e
culturale (R.Merton)
- conformità: si accettano sia le mete che i mezzi per raggiungerle; tutti gli altri
comportamenti saranno devianti
-
innovazione: si aderisce alle mete ma non si accettano i mezzi
-
ritualismo: si abbandonano le mete e si rimane fedeli solo alle norme sui
mezzi
-
rinuncia: sia ai fini (le mete culturali) che ai mezzi
-
ribellione: rifiuto di mete e mezzi con la loro relativa sostituzione
Le teorie della criminalità
3. La teoria del controllo sociale : l’essere umano è
moralmente debole e non commette reati solo se c’è un forte
vincolo che lo obbliga a non farlo (controlli esterni, diretti e
indiretti).
Secondo Trevor Hirschi, una persona commetterà un reato
quanto più debole è il vincolo che lo lega alla società
(attaccamento ai genitori o adulti significativi, impegno
verso obiettivi convenzionali, credenze)
Le teorie della criminalità
4. Teoria della subcultura: una persona commette un reato
perché si è formata in una subcultura criminale. Chi commette
un reato lo fa perché si conforma alle aspettative del suo
ambiente. (es. tasso di delinquenza – Scuola di Chicago).
Secondo Edwin Sutherland, il comportamento deviante non è
né innato né libera invenzione dell’attore, ma è appreso
durante i processi di comunicazione, per conformarsi alla
aspettative di gruppo (non è possibile violare le regole del
gruppo di appartenenza o di riferimento, ma soltanto della
società esterna).
Le teorie della criminalità
5. La teoria dell’etichettamento: il reato è il prodotto
dell’interazione tra coloro che creano e fanno applicare le
norme, da una parte, e coloro che invece le infrangono,
dall’altra parte (Howard Becker).
Edwin Lemert: distingue tra devianza primaria (i reati che
si compiono hanno rilievo marginale e presto verranno
dimenticati) e secondaria (l’atto compiuto suscita una
reazione di condanna da parte degli altri, che lo considerano
un deviante; da qui, questa persona riorganizzerà i suoi
comportamenti sulla base delle conseguenze prodotte dal
suo atto).
Le teorie della criminalità
6. La teoria della scelta razionale: i reati sono il risultato non
di influenze esterne, ma di un’azione intenzionale adottata
attivamente dagli individui, alla ricerca dei loro interessi,
piaceri, vantaggi. La messa in atto di un atto deviante è il
risultato di un ragionamento razionale rispetto allo scopo
(dinamica mezzi-fini).
Secondo Hiroshi Tsutomi, le persone commettono reati non
perché affette da patologie o perché malvagie, ma perché
normali e razionali (capacità di analisi dei costi della
devianza).