Da DICOFARM Le coliche gassose e i dolori addominali ricorrenti
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Da DICOFARM Le coliche gassose e i dolori addominali ricorrenti
Da DICOFARM Le coliche gassose e i dolori addominali ricorrenti nel bambino: evidenze e razionale di un approccio naturale Il pianto ricorrente del neonato ed altre forme di malessere del bambino sono spesso associati a disturbi gastrointestinali come le coliche gassose e i dolori addominali (1,2). Le coliche infantili sono una condizione clinica diffusa e transitoria che migliora con il tempo, si risolve spontaneamente entro i 3-4 mesi di vita e che molto spesso fa parte del normale sviluppo di ogni neonato (3). Le evidenze disponibili suggeriscono che le coliche possano avere diverse cause indipendenti, di natura organica, funzionale o comportamentale. Le ipotesi includono ipersensibilità o allergia alimentare, immaturità della funzione intestinale, disturbi della motilità, alterata percezione del dolore ma anche inadeguata interazione madre-figlio, ansia della madre e difficile temperamento infantile (4,5). In realtà, è molto probabile che le coliche gassose siano il risultato della interazione sinergica di fattori biologici e comportamentali e che necessitino una strategia terapeutica personalizzata. I dolori addominali ricorrenti del bambino nella maggioranza dei casi sono spesso associati a dolori non riferibili a cause organiche dimostrabili bensì a cause funzionali (alterazione della motilità intestinale ed iperalgesia) o psico-relazionali (famiglia, scuola o coetanei) in relazione a stress e stimoli di varia natura (5). Il sistema nervoso enterico subisce continui cambiamenti anche dopo la nascita, quando l’intestino continua a crescere e ad ingrandirsi. Questo può essere considerato un processo normale che permette al sistema nervoso enterico di adattarsi alla crescita, alle modifiche alimentari e agli stimoli esterni. Stress ed infiammazione nei primi anni di vita possono indurre alterazioni della sensibilità viscerale e della percezione del dolore (iperalgesia), della permeabilità della mucosa così come della microflora intestinale e della densità dei mastociti mucosali, caratteristiche comuni alla sindrome dell’intestino irritabile (IBS) e alla dispepsia che si manifestano in età scolare (1). Di fatto, nei primi 3 mesi di vita, l’eccessivo pianto del bambino spinge una famiglia su sei a consultare il pediatra, per il grande impatto sulla qualità della vita Pubblicazione riservata ai Sigg. Medici familiare (4). I genitori che si rivolgono al pediatra sono il più delle volte frustrati, si sentono stanchi, inadeguati e temendo che il bambino possa avere una malattia seria sono alla ricerca di rassicurazioni da parte del medico. Non va dimenticato che seppur in una bassa percentuale il pianto eccessivo del bambino può avere una causa organica, non banale che necessita di trattamenti seri (4). La prima linea di intervento del medico dovrebbe essere convincere i genitori che il pianto molto spesso non è l’espressione di una specifica malattia né il segno di un difetto di attenzione o di cure, e che metodi semplici volti a calmare il neonato possano essere sufficienti (1). Non c’è nessun intervento che si dimostri utile in tutti i casi anche perché, come già detto, si tratta di una condizione multifattoriale. I genitori vanno rassicurati e tranquillizzati, consigliando loro i comportamenti corretti da tenere (4). La letteratura riporta evidenze in crescente aumento circa l’efficacia di terapie dietetiche, farmacologiche, complementari e comportamentali in caso di disturbi gastrointestinali in età pediatrica (3). L’insuccesso della medicina tradizionale spinge però molti genitori a cercare opzioni terapeutiche alternative e complementari per alleviare i disturbi gastrointestinali del neonato e del bambino (6). In assenza di interventi farmacologici sicuri ed efficaci, le strategie complementari alla medicina tradizionale, basate sui rimedi naturali offerti dalla fitoterapia stanno assumendo sempre un maggior ruolo nel management delle coliche infantili e dei dolori addominali ricorrenti. Sotto consiglio del medico o del pediatra, al neonato e al bambino possono essere somministrati preparati vegetali, integratori o tisane formulati con principi attivi estratti da piante medicinali ad azione spasmolitica, carminativa e distensiva, come il finocchio, la camomilla, la melissa, il cumino e l’aneto, etc.. (7) Il preparato vegetale impiegato va caratterizzato chimicamente utilizzando ove presenti metodi riportati nelle Farmacopee nazionali e/o in quella europea, monografie ESCOP e similari. La sicurezza, l’efficacia e la qualità sono raggiunte da processi produttivi che impongono la standardizzazione e titolazione dei componenti, non sempre rispettati. La titolazione garantisce la presenza costante dei principi attivi in ogni dose, in particolare misurando la concentrazione del costituente considerato quale “marker” per l’identificazione della pianta. La standardizzazione impone invece il controllo di altri importanti aspetti come, per esempio: le modalità di coltivazione e raccolta, l'identificazione della droga, il controllo dell'assenza di pesticidi, metalli pesanti, aflatossine e radionuclidi, il Pubblicazione riservata ai Sigg. Medici metodo di estrazione, i processi di concentrazione ed essiccamento, i vari controlli di qualità, il contenuto in principi attivi, la stabilità dell'estratto. L’attività farmacologica di alcune piante sono ben note avere un effetto sul sistema nervoso enterico e la motilità intestinale (8). Tre studi clinici ben condotti (RCT) hanno dato risultati promettenti sull’uso delle piante in neonati con coliche gassose, tra la 2° e 3° settimana dopo la nascita. Alexandrovich I et al. (7) hanno riportato un significativo miglioramento della sintomatologia nel 65% dei casi trattati con un’emulsione a base di finocchio rispetto al 23% dei controlli (placebo), dopo 1 settimana di somministrazione. Anche il numero di ore di pianto risultava significativamente ridotto nel gruppo trattato rispetto al placebo. Weizman et al. (10) ugualmente hanno dimostrato l’efficacia di un tisana a base di piante medicinali (tra cui finocchio e melissa) somministrata in ciascun episodio di colica nell’arco di 1 settimana. Dopo 7 giorni, nel 57% dei neonati trattati con la tisana (vs 25% del gruppo placebo) il disturbo delle coliche si risolveva. Savino et al. (9) infine hanno comparato una miscela di piante medicinali contenente finocchio, melissa e camomilla, rispetto al placebo, somministrata per 1 settimana 2 volte al dì, registrando una significativa riduzione della durata del pianto dopo 1 settimana di trattamento (osservata nel 85,4% del gruppo trattato vs il 48,9% del gruppo placebo; p<0.005) e nessun evento avverso tra quelli considerati (vomito, insonnia, stitichezza, perdita di appetito, reazione cutanee). Il finocchio viene utilizzato prevalentemente in pediatria, tanto che un suo impiego viene consigliato in numerose monografie ufficiali, da solo o in associazione con altri fitocomplessi, in caso di flatulenza e di coliche del lattante (7-9), ed in caso di disturbi gastrointestinali di tipo spastico, in alcune forme di colite cronica e nelle dispepsie. La melissa è nota per il suo effetto rilassante, distensivo, eupeptico, carminativo ed antispasmodico, anche in pediatria (10,11). Uno dei campi d’applicazione elettivi della melissa è quello dei disturbi funzionali gastroenterici, è pertanto utilizzata come coadiuvante nei 'dolori gastrici nervosi' e nei casi di particolare eccitabilità nervosa; in particolare risulta utile in tutte le alterazioni della funzionalità gastrointestinale di origine psicosomatica. Pubblicazione riservata ai Sigg. Medici La natura offre una vasta gamma di piante e altre sostanze che secondo la medicina popolare e tradizionale hanno ormai riconosciuti e generalmente accettati effetti benefici a livello intestinale, agendo non solo lì dove si manifesta il sintomo, ma anche su altre sfere associabili allo sviluppo del problema come “la sfera dello stress”, secondo il modello interpretativo del Gut-Brain-Axis (asse intestinocervello) che mette in stretta relazione il cervello con l’intestino. Uno stato di ansia e stress potrà quindi dar vita a fenomeni di somatizzazione intestinale che il bambino vive come “mal di pancia” e nello stesso tempo un problema intestinale potrà dar luogo a nervosismo e stress (12,13). La passiflora è nota per le proprietà rilassanti e distensive, anche nella popolazione pediatrica (14-17). E' generalmente impiegata come leggero sedativo negli stati di agitazione nervosa, nelle insonnie e nei disturbi gastrointestinali di origine nervosa. La passiflora aiuta il sonno ed è utilizzata anche come spasmolitico, trovando quindi indicazione nelle condizioni spastiche della muscolatura gastrointestinale, specie se accompagnate da una componente ansiosa psicosomatica. Pubblicazione riservata ai Sigg. Medici BIBLIOGRAFIA: 1. Shamir R, St James-Roberts I, Di Lorenzo C, Burns AJ, Thapar N, Indrio F, Riezzo G, Raimondi F, Di Mauro A, Francavilla R, Leuchter RH, Darque A, Hüppi PS, Heine RG, Bellaïche M, Levy M, Jung C, Alvarez M, Hovish K. 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