idb luglio bozza2.PUB - Società Italiana di Scienze Infermieristiche

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idb luglio bozza2.PUB - Società Italiana di Scienze Infermieristiche
Foglio di informazione professionale per gli Infermieri
e gli altri Professionisti Sanitari non medici del Meyer
a cura della Sezione di Scienze Infermieristiche e delle Professioni Sanitarie
del Dipartimento di Pediatria, Università di Firenze
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Anno III, Numero 33, Luglio 2008
di IdB
Reg. Trib. FI n.5619
PRELIEVO EMATICO NEL NEONATO A TERMINE:
VENIPUNTURA O PUNTURA DEL TALLONE?
Shah V., Ohlsson A. “Venipuncture versus hell lance for blood sampling in term noeonates (Review).” The Cochrane Library 2008; 3: 1-18
Gli Infermieri dei bambini si trovano spesso di fronte alla necessità di effettuare un prelievo di quantità di sangue molto
piccole. Un campione ematico piccolo è necessario per alcuni dei più importanti test di screening (ad es. fenilchetonuria
e ipotiroidismo), come anche per alcuni esami di routine come la misurazione della bilirubina sierica o della glicemia.
Ma qual è la migliore tecnica da utilizzare? La necessità di effettuare prelievi ematici è molto maggiore per i neonati
ricoverati in terapia intensiva, per i quali può essere necessario reperire dei campioni ematici più volte al giorno. La
tecnica generalmente più usata nei neonati è la puntura del tallone (in inglese heel lance o HL) mediante un’apposita
lancetta. I neonati sottoposti a questa procedura mostrano sia un’espressione facciale che dei movimenti corporei che
sono indicativi di dolore. Fino a poco tempo fa si riteneva che i neonati non fossero in grado di percepire il dolore a
causa di un’immaturità del sistema nervoso periferico, tuttavia è ormai ben dimostrato che le strutture neuronali
responsabili della trasmissione della sensazione dolorosa sono ben sviluppati anche nel neonato a termine e nel
prematuro. La tecnica della puntura del tallone non è priva di complicanze, sono infatti riportati in letteratura casi di
osteocondriti ed ecchimosi del tallone sottoposto ad HL oltre che emolizzazione del campione prelevato e casi di
puntura accidentale dell’operatore preposto ad effettuare la tecnica. Recentemente è stato introdotto l’uso della
lancetta meccanica per effettuare l’HL. I vantaggi di questo tipo di lancetta sono un volume di sangue prelevato
complessivamente maggiore rispetto alla HL manuale, un minor tempo di esecuzione, una
ridotta emolizzazione del campione prelevato rispetto al metodo tradizionale ed una maggior
facilità d’esecuzione.
La venipuntura (VP), al contrario, è una tecnica utilizzata soprattutto per i lattanti più grandi e
per i bambini. I vantaggi della venipuntura sono legati ad una diminuzione del rischio di
emolizzazione del campione e dal maggior volume di sangue prelevabile. Lo svantaggio della
VP è la necessità che la tecnica venga eseguita da un operatore con esperienza nel
reperimento di accessi venosi.
L’obiettivo principale di questa revisione sistematica è stata di confrontare il dolore
derivante da HL con il dolore derivante da VP nei neonati a termine (età gestazionale > 37 settimane). Gli obiettivi
secondari sono stati di confrontare le due tecniche rispetto a: rischio di dover eseguire nuovamente il prelievo per
campione danneggiato o insufficiente, tempo di esecuzione e percezione da parte del genitore del dolore del
bambino. Sono stati inclusi nella revisione 5 studi, con trial di tipo randomizzato o quasi randomizzato nei quali
venivano confrontate VP e HL. Complessivamente gli studi selezionati hanno arruolato 457 neonati. Nei vari studi sono
stati utilizzati i seguenti strumenti per la misurazione del dolore:
1) Neonatal Infant Pain Score
2) Neonatal Facial Action Coding System
3) Premature Infant Pain Profile
4) Pianto (tempo di latenza, ovvero tempo intercorso tra lo stimolo doloroso ed il
pianto, durata del pianto e percentuale di bambini che piangono dopo essere stati
sottoposti alla procedura).
I risultati della revisione indicano che la VP è preferibile alla HL per il
prelevamento di un campione ematico da neonato a termine, infatti:
1) la VP è meno dolorosa rispetto alla HL secondo tutte le scale per la
misurazione del dolore utilizzate nei vari studi. Questo si verifica probabilmente
perché mentre la VP è una tecnica che permette di ottenere il campione di sangue
rapidamente, la HL è costituita da diverse fasi: puntura con la lancetta, spremitura del tallone per ottenere il campione
ematico (la durata di questa fase può variare a seconda di caratteristiche individuali legate al tipo di flusso ematico), la
disinfezione del tallone e l’applicazione di una medicazione.
2) il numero dei bambini che piange dopo HL è significativamente più alto rispetto al numero di bambini che
piangono dopo VP, mentre la durata del pianto è significativamente più breve nei pazienti sottoposti a quest’ultima.
3) La VP è associata ad un ridotto stato di ansia del genitore che assiste alla procedura, mentre lo stato di ansia
osservato nei genitori durante la procedura di HP è risultato maggiore.
4) Il dolore del bambino percepito dal genitore è risultato significativamente minore nei bambini sottoposti a VP
rispetto a quelli sottoposti ad HL
5) Sebbene non vi siano differenze statisticamente significative tra il tempo impiegato nell’esecuzione delle due
tecniche, i bambini sottoposti a VP hanno avuto meno bisogno di ripetere la procedura rispetto ai bambini sottoposti ad
HL, quindi il tempo complessivo necessario al prelevamento del campione ematico risulta statisticamente
inferiore nei bambini sottoposti a VP.
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IL TRATTAMENTO NON FARMACOLOGICO
DELLE COLICHE INFANTILI
Arikan D, Alp H, Gozum S, Orbak Z, çifçi E K, “Effectiveness of massage, sucrose solution, herbal tea or hidrolysed formula in the treatment of infantile colic”
Journal of Clinical Nursing 2008;17:1754-61.
La colica infantile è una sindrome che si verifica durante i primi quattro mesi di vita, caratterizzata da
parossismo, pianti eccessivi ed inconsolabili senza una causa identificabile in un bambino in buona
salute. Queste crisi di pianto possono essere molto allarmanti e fonte di grande stress per i genitori.
Secondo alcuni studi la prevalenza delle coliche nei lattanti varia dal 3% al 40%. Studi precedenti hanno
riscontrato che tra il 12-20% delle madri sono sconvolte da questo tipo di pianto e si rivolgono ai
clinici per far visitare il bambino. Le cause delle coliche infantili sono ancora sconosciute e non è stato
ancora studiato un efficace protocollo per il loro trattamento. Sono state avanzate molte ipotesi sulle
cause, che possono essere riassunte in cause organiche e cause comportamentali. Le cause
comportamentali sarebbero ascrivibili a criticità nel rapporto madre-figlio, dovute all’ansia della madre.
Le cause organiche sarebbero riconducibili ad una anormalità nella funzionalità gastrointestinale o a disordini di tipo
allergico. In quest’ultimo caso le misure più frequentemente adottate sono l’introduzione di latte con proteine idrolizzate (latte
ipoallergenico), l’uso di infusi di erbe o una specifica terapia farmacologia. Lo scopo dello studio presentato è di valutare
l’efficacia di alcune tecniche comunemente utilizzate per attenuare il pianto che si verifica durante le coliche infantili. I sistemi
valutati sono: il massaggio, la soluzione di acqua e zucchero, l’infuso di erbe ed il latte ipoallergenico. Sono stati arruolati nello
studio 175 bambini.
I criteri di inclusione nello studio sono stati:
1- presenza di coliche infantili
2- età tra le 4 e le 12 settimane
3- nascita a età gestazionale tra le 37 e le 42 settimane con peso alla nascita tra 2,5 e 4 Kg
4- indici antropometrici nella norma
I criteri di esclusione dallo studio sono stati:
1- precedente trattamento farmacologico per le coliche
2- evidenza clinica di malattie gastroenterologiche
3- madre che all’osservazione appare evidentemente in uno stato di ansia
I bambini sono stati assegnati casualmente a cinque diversi gruppi, quattro dei quali sperimentali ed uno di controllo. Ai
genitori che hanno scelto di partecipare allo studio è stato chiesto di tenere un diario delle coliche per una settimana prima
dell’inizio dello studio e durante lo studio. I gruppi in sperimentazione hanno ricevuto i seguenti trattamenti:
Massaggio: il massaggio sulla colonna vertebrale è stato prescritto due volte al giorno per 25 minuti durante la sintomatologia
dolorosa.
Soluzione zuccherina: è stata somministrata ai bambini una dose di 2 ml di saccarosio diluito al 12% per
due volte al giorno
Infuso di erbe: un infuso di finocchio è stato somministrato tre volte al giorno con una dose di 35 ml
Latte ipoallergenico: a questo gruppo non sono stati assegnati i bambini che già seguivano un
allattamento al seno. I bambini che ricevevano il latte artificiale e che erano stati randomizzati in questo
gruppo hanno proseguito l’allattamento con il latte ipoallergenico.
Al gruppo di controllo non è stato assegnato nessun trattamento. I ricercatori hanno riscontrato che dopo
una settimana di trattamento, l’ammontare medio delle ore di pianto per giorno era
significativamente diminuito nei gruppi in sperimentazione, mentre era rimasto invariato nel gruppo di
controllo.La differenza tra la durata media del pianto (ore/giorno) prima e dopo il trattamento è risultata maggiore nei gruppi
che hanno sperimentato il latte ipoallergenico e l’infuso di finocchio, mentre è risultata minore nel gruppo che ha
sperimentato il massaggio.
IdB non sarà pubblicato nel mese di Agosto. Ci vediamo a Settembre!
Buone vacanze a tutti!
La Redazione di IdB
Rispondi al quesito e vinci un libro
Tra tutti coloro che invieranno entro il 12.08.08 la risposta corretta alla mail: [email protected] verrà estratto a sorte un nominativo
che vincerà il libro: ”L’Infermiere Case Manager” di P.Chiari e M. Santullo edito da McGraw Hill
Il Quesito di Luglio
Un Infermiere sta valutando un paziente appena
ricoverato. Si tratta di un bambino di 6 mesi che
mostra irritabilità, turgore delle fontanelle e occhi
deviati verso il basso (a sole calante).
Cosa deve sospettare l’infermiere ?:
1– un aumento della pressione intracranica
2– presenza di ipertensione arteriosa
3– una frattura del cranio
4– la presenza di un mielomeningocele
Child Health Nursing, Reviews & Rationales pag. 124
La risposta di Giugno:
Un lattante di tre mesi viene ricoverato per encefalite. Quale
tra i seguenti è l’intervento infermieristico che ha la priorità ?
1- valutare la reazione delle pupille alla luce
2- valutare il livello di coscienza
3- valutare la capacità di mantenere la pervietà delle vie
respiratorie
4- misurare la glicemia con reflettometro
La risposta esatta era la 3: valutare la capacità di
mantenere la pervietà delle vie respiratorie. L'intervento 3
ha la più alta priorità tra quelli elencati, infatti costituisce il
primo step del PBLS che prevede il controllo, in sequenza, di
vie aeree, respiro e segni di circolo.
Al quesito di giugno hanno risposto 27 colleghi, con 11 risposte esatte e 16 non corrette. Tra i colleghi che hanno dato risposta esatta è
stata sorteggiata la collega Cristina Raumi della Chirurgia del Meyer, che ha vinto il lettore MP3. Congratulazioni !
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