Un progetto europeo ALCOTRA, 68.9 KB - Via-Alta

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Un progetto europeo ALCOTRA, 68.9 KB - Via-Alta
Un progetto europeo ALCOTRA
UN PORTALE WEB, FILMATI E CARTINE PER VALORIZZARE GLI ITINERARI
DEL TURISMO RELIGIOSO SULLA "VIA ALTA" DELL'ASSE TORINO-ARLES
Promuovere la dimensione culturale e spirituale dei territori di montagna, della Valle di Susa in Italia e
dell'alta Valle della Durance in Francia, attraverso la valorizzazione di un asse storico che collega due grandi
destinazioni turistiche e culturali, Arles e Torino. E' questo l'obiettivo del progetto europeo "Via Alta",
finanziato nell'ambito di ALCOTRA. Capofila del progetto è la Provincia di Torino, in partenariato con il
Comitato del Turismo del Dipartimento delle Hautes-Alpes e con il Comitato del Turismo della Regione
P.A.C.A. (Provence-Alpes-Côte d'Azur).
La Provincia di Torino lavora al progetto fin dal 2008, quando fu costituito un gruppo di lavoro con le
Diocesi di Torino e di Susa e le associazioni francesi "Amis de Saint-Jacques PACA" e "Maison Usher". Da
quel gruppo è scaturito il progetto "Via Alta" finanziato poi sul programma europeo ALCOTRA.
Le novità del progetto oggi sono dettagliate nel portale Internet www.via-alta.com e in cartine turistiche in
italiano, francese e inglese, disponibili nei punti di accoglienza dell'Atl "Turismo Torino e provincia".
Per valorizzare in maniera più immediata il fascino e l'interesse che scaturiscono dai luoghi attraversati alla
Via Alta, nei mesi scorsi il Centro Audiovisivi della Media Agency Provincia di Torino ha realizzato un filmato
dedicato al tratto italiano del cammino, che si ripercorre la Via Francigena, utilizzata per secoli dai
pellegrini diretti a Roma. Il video propone le immagini e le suggestioni di quei luoghi, ma anche una serie di
testimonianze di operatori turistici, imprenditori agricoli e studenti dell'Istituto di Istruzione Superiore
"Luigi des Ambrois" di Oulx, tutti a vario titolo impegnati a studiare e a promuovere la potenzialità di un
turismo legato al cammino come filosofia di vita e di scoperta di sé e del mondo.
Il video è disponibile nella sua versione integrale, in una versione ridotta (con le testimoninze degli
operatori turistici) e in una versione "spot" sul canale You Tube della Provincia di Torino alle pagine
https://www.youtube.com/watch?v=w6pLyQ7zTPM&feature=youtube_gdata
https://www.youtube.com/watch?v=9K-cyzldhCY
https://www.youtube.com/watch?v=G06Wpsux3Ds&feature=youtube_gdata
UN ITINERARIO NATO PER SCOPI MILITARI, COMMERCIALI E CULTURALI, MA IMPREGNATO DI RELIGIONE
E SPIRITUALITÀ
La Via Alta si pone come la testimonianza dei conflitti del passato, invitando gli escursionisti che la
percorrono a prendere coscienza della sua importanza politica, commerciale e spirituale. La Via riprende il
tracciato della Via Domizia, creata dai romani nel II secolo a.C. per assicurarsi il predominio militare sulla
Gallia e per diffondere la loro cultura: ne sono testimonianza le vestigia romane della città di Arles, che
figurano nel Patrimonio mondiale dell'umanità (vedi www.compostelle-paca-corse.info). La comparsa della
religione cristiana in Europa nell'Alto Medio Evo ha conferito alla Via Alta una dimensione spirituale del
tutto nuova. Alla congiunzione tra la Via Francigena verso Roma e il Cammino di Santiago di Compostela
verso la Spagna, la Via Alta offre la possibilità di scoprire molti monumenti del Cristianesimo: Notre Dame
du Réal a Embrun, Notre-Dame-du-Laus, la Sacra di San Michele, la Precettoria di Sant'Antonio di Ranverso,
la Basilica di Sant'Andrea a Vercelli, l'Abbazia di Boscodon, il Monastero di Ganagobie, l'Abbazia di
Novalesa. La Via Alta porta a riscoprire i periodi sfarzosi della storia, durante i quali i potenti dominavano
con ostentazione, come nella Avignone dei Papi del XIV secolo o nella Torino dei Duchi di Savoia e Re di
Sardegna (vedi www.ot-avignon.fr, www.turismotorino.org). Percorrendo la Via Alta si attraversa una
frontiera naturale e politica, punteggiata di imponenti opere di difesa militare, come il Forte di Exilles e le
fortificazioni di Vauban di Briançon e Mont-Dauphin classificate dall'UNESCO. I poli urbani di Embrun (mura
antiche), Tallard (Castello), Sisteron (Cittadella) e le Residenze Reali intorno a Torino sono la prova tangibile
dell'incubo ancestrale e plurisecolare delle invasioni (vedi www.vauban.alpes.fr, www.chateau-tallard.fr e
www.residenzereali.it). Oltre ad ammirare le vestigia del passato, percorrendo la Via Alta si attraversano o
si sfiorano veri e propri "gioielli naturali", non toccati dall'urbanizzazione eccessiva: il Lago di Serre-Ponçon,
i ghiacciai del Parco nazionale degli Ecrins, le riserve naturali del Parco delle Alpi Cozie in Val di Susa, il
Parco Naturale regionale del Luberon (vedi www.via-alta.fr e www.parchialpicozie.it). La Via Alta è adatta
agli escursionisti in cerca di esercizio fisico, di contemplazione o di ritorno alle origini. I prodotti ed i servizi
a disposizione dei turisti rispondono alle esigenze di una clientela di "senior attivi" ma non soltanto. Le
offerte spaziano tra relax, scoperta del patrimonio, gastronomia ed è il viaggiatore stesso che modella la Via
Alta a sua immagine (vedi www.hautes-alpes.net, www.tourismepaca.fr e www.turismotorino.org).
I segni di un territorio di frontiera
La Via Alta, sebbene possa essere percorsa interamente, invita anche a soffermarsi su alcuni punti in
particolare, come le numerose fortificazioni, per la maggior parte classificate patrimonio mondiale
dell'UNESCO: bastioni inespugnabili che dominano le valli o che ne circondano altre, suscitano la curiosità e
contrastano con la calma e la serenità del quadro naturale che caratterizza la Via Alta. Un esempio sono le
fortificazioni seicentesche a forma di stella del Briançonnais, opera del Maresciallo Vauban, Patrimonio
mondiale dell'UNESCO dal 2008 (vedi www.ot-briancon.fr). In Valsusa il Forte d'Exilles è un esempio di
conversione dell'architettura militare in museo, con la possibilità di ammirare sculture, modellini e disegni,
che danno un'idea della vita quotidiana dei soldati in montagna e dell'evoluzione del forte nei secoli (vedi
www.fortediexilles.it e www.vallesusa-tesori.it). Il rilievo consente all'escursionista di prendere coscienza
della posizione strategica di alcuni centri abitati, come nel caso di Sisteron, porta di accesso della Provenza,
dove sorge una delle più suggestive cittadelle visitabili delle Alpi, che offre una visibilità a 150 chilometri ed
è costruita su vestigia romane. Più discretamente, Embrun domina la Media Durance dalla sua roccia
glaciale e invita il turista ad attardarsi in un centro ricco di storia, con la Tour Brune (XIII secolo) e la
Cattedrale Notre-Dame-du-Réal, perla architettonica del Basso Medio Evo. Le tracce degli ultimi bastioni
dell'antica città fortificata sono anch'esse alla portata dei più curiosi (vedi www.tourisme-embrun.com).
Che Arles sia il punto di partenza o di arrivo, l'escursionista può ammitare l'anfiteatro romano, le terme, il
teatro, tutti classificati tra il patrimonio dell'UNESCO. Arles è anche una porta di accesso per il
pellegrinaggio verso San Giacomo di Compostela, attraverso la Via Tolosana (vedi www.arlestourisme.com).
Sul versante italiano, con una semplice occhiata dall'alto della città ci si può rendere conto della posizione
strategica di Susa per il controllo degli itinerari transalpini diretti verso i Colli del Moncenisio e del
Monginevro. L'Arco di Augusto, l'Arena e la Porta Savoia sono le testimonianze più importanti della Susa
romana, mentre il Museo Dioceano raccoglie oggetti e testimonianze di due millenni di spiritualità e
devozione cristiana nella Valsusa (vedi www.centroculturalediocesano.it). Le Residenze Reali torinesi,
anch'esse classificate nel patrimonio UNESCO, testimoniano la potenza acquisita dalla dinastia sabauda, dal
XVI al XVII secolo: sono palazzi del potere torinesi e dimore destinate ad accogliere la corte reale durante la
villeggiatura. Al fascino delle residenze urbane (Palazzo Reale, Palazzo Madama, ecc.) si affiancano quello
barocco della Reggia di Venaria, della Palazzina di Caccia di Stupinigi e del Castello di Rivoli (vedi
www.castellodirivoli.org, www.lavenaria.it, www.ilpalazzorealeditorino.it, www.palazzomadamatorino.it)
Un paesaggio montano di grande valore
Dalla campagna provenzale di Arles alla pianura padana, passando per le Alpi meridionali, la Via Alta
presenta un caleidoscopio di rilievi, vegetazione, colori, climi, parchi regionali, nazionali e riserve naturali.
Ad esempio, il territorio del Parco Naturale Regionale dell'Orsiera Rocciavré (10.900 ettari) si trova
all'incrocio degli influssi climatici montani, continentali e mediterranei, con habitat molto diversi ed una
flora estremamente varia: secca o steppica in Val di Susa, adattata all'ombra e all'umidità in Val Sangone.
Interessanti anche le tracce della presenza dell'uomo del Neolitico (vedi www.parchialpicozie.it). La
curiosità geologica qui può incoraggiare l'escursionista a fare una deviazione nelle Riserve Speciali degli
Orridi di Foresto e di Chianocco (206 ettari complessivi) in Val di Susa: un fantastico paesaggio geologico
che accoglie eccezionali specie floreali, come l'unica stazione di leccio spontaneo in Piemonte, ereditata
dall'ultima era interglaciale (vedi www.parchialpicozie.it). Anche la pianura padana propone paesaggi
inattesi, come quelli del Parco fluviale del Po Torinese: un vero e proprio corridoio, che permette la
convivenza tra la natura e la città (vedi www.parcopotorinese.it). Al di là del confine, da Guillestre, la valle
dell'Alta Durance si apre sull'imponente Massiccio degli Ecrins e sui suoi ghiacciai, tra i più meridionali delle
Alpi. Sono ben 150 le vette con un'altitudine superiore ai 3000 metri, compreso l'unico "4000 metri"
francese, Monte Bianco escluso. Ai confini con l'Italia si trova il Parco Naturale Regionale del Queyras, la più
alta valle abitata della Francia, con la sua fauna (gallo cedrone) e la sua flora (pino cembro) rarissime (vedi
www.ecrins-parcnational.fr e www.queyras-montagne.com). Uno dei siti che richiamano maggiormente
l'interesse degli escursionisti sulle Alte Alpi è invece opera dell'uomo: il Lago artificiale di Serre-Ponçon, con
i suoi 28,2 Kilometri quadrati e le sue numerose attività nautiche, i percorsi per le escursioni in mountain
bike e a piedi. Il Lago è anche un simbolo forte della costruzione del futuro sulle vestigia del passato: il
Museoscopio racconta la storia dei villaggi sommersi negli anni '50, prezzo da pagare per rientrare tra le più
importanti mete turistiche estive delle Alpi del Sud (vedi www.serreponcon-tourisme.com). Situato attorno
all'omonimo massiccio montano, il Parco Naturale Regionale del Luberon ha invece un clima mediterraneo,
che consente alla gariga a "Quercus cocciferae" di espandersi in un habitat tipico (vedi
www.parcduluberon.fr).
La Via dell'elevazione
Punto di collegamento tra il Cammino di Compostela e la Via Francigena che conduce a Roma, la Via Alta
offre una dimensione spirituale naturale e invita al pellegrinaggio in luoghi di pace e solennità favorevoli al
raccoglimento. E' anche la Via della guarigione dell'anima, dal momento che propone anche le località in cui
si sostava un tempo per curare i mali del corpo, come la Precettoria di Sant'Antonio di Ranverso (XII secolo),
all'entrata della Val di Susa, con la sua chiesa, il monastero e l'ospedale per la cura del "Fuoco di
Sant'Antonio". La chiesa in stile gotico, ristrutturata più volte nel XIV e XV secolo, è ricca di affreschi di
Giacomo Jaquerio che rappresentano scene del Nuovo Testamento, dall'Annunciazione alla Risurrezione di
Cristo (vedi www.mauriziano.it e www.piemonteitalia.eu). L'Abbazia francese di Boscodon, a due passi
dall'omonimo torrente, è un luogo di ritiro spirituale dall'atmosfera particolare, connessa all'architettura
romanica del XII secolo. L'Abbazia di Notre-Dame de Ganagobie, a sud di Sisteron, è un'altra testimonianza
dell'eccellenza dell'arte romanica, occupata da una comunità monastica (vedi
www.abbayedeboscodon.eu). L'Abbazia di Novalesa in Val Cenischia, fondata nel 726 da monaci cistercensi,
fu un faro di civiltà e cultura nei secoli più bui del Medioevo ed ha resistito ai saccheggi, all'abbandono e
alla laicizzazione, per tornare quarant'anno orsono alla sua funzione originaria di centro spirituale e
culturale della Valsusa (vedi www.abbazianovalesa.org). Se i segni esteriori della potenza della Chiesa
cattolica costellano la Via Alta, si raggiunge il culmine con il Palazzo dei Papi di Avignone, il più grande del
mondo in stile gotico. Le sue possenti mura, fiancheggiate da quattro torri massicce costituiscono un
insieme monumentale classificato come patrimonio mondiale dell'UNESCO (vedi
www.palaisdespapes.com). L'arcangelo Michele è oggetto di uno speciale culto in Europa, per la sua fedeltà
a Dio: un culto che si estrinseca nel pellegrinaggio tra il Mont-Saint-Michel in Bretagna e Monte Sant'Angelo
in Puglia, percorrendo la Via Alta e transitando per lo straordinario complesso romano-gotico della Sacra di
San Michele (X secolo). Collocata sulla vetta del Monte Pirchiriano, la Sacra simboleggia l'elevazione
dell'angelo verso il cielo. La Sacra è ancora oggi un luogo vivo, grazie all'organizzazione di concerti nella
basilica e all'accoglienza dei pellegrini (vedi www.sacradisanmichele.com). La città di Gap, capoluogo del
Dipartimento della Hautes Alpes, costituisce una tappa per il pellegrino che desidera recarsi a Notre-Damedu-Laus, luogo celebre per le apparizioni mariane a partire dal 1664. La Chiesa ha riconosciuto nel 2008
con decreto il carattere sacro e nel 2009 Notre-Dame è diventata città-santuario di Francia unendosi a
Lourdes (vdi www.sanctuaire-notredamedulaus.com).
Un invito costante alla sosta
Attraversare paesaggi e climi diversi è un'occasione per aprirsi soprattutto alle specialità gastronomiche
locali. I soggiorni proposti dai professionisti del turismo soddisfano sia il bisogno di comfort e di riposo tra
le fatiche del cammino, sia la contemplazione. Il viaggio dei sapori parte dall'ambiente mediterraneo, dove
si può gustare la frutta candita, procurarsi l'olio di oliva direttamente dai produttori, saziarsi con il torrone
provenzale, inebriarsi del profumo della lavanda. In montagna compaiono invece piatti "ricchi" come i
"tourtons" delle Hauts Alpes o i ravioli del Delfinato. Non mancano le cantine, le distillerie e le aziende tra
Tallard, Théüs e Valserres lungo la Strada dei Vini e della Frutta. I punti di vendita diretta fiancheggiano
tutta la Via. L'arrivo in Italia offre l'occasione per scoprire il Paniere dei Prodotti Tipici della Provincia di
Torino (www.letourtondesalpes.fr, www.confiserieflorian.com,
www.provincia.torino.gov.it/agrimont/sapori, www.routedesfruitsetdesvins.fr, www.turismotorino.org).
Lungo la Via Alta è facile trovare l'equilibrio tra fatica e comfort. L'agenzia Allibert Trekking propone ad
esempio un'escursione di 6 giorni tra le Hautes Alpes e le Alpes de Haute Provence, che coniuga cultura e
natura garantisce un alloggio confortevole (vedi www.allibert-trekking.com). Nella montagna rurale
francese, grazie al marchio dei Bistrot di Paese, l'escursionista può scoprire i locali che propongono una
gastronomia di qualità, animazioni e, in alcuni casi, un negozio di alimentari (vedi
www.lebistrotdepierrerue.com). Il pellegrinaggio dei giorni nostri non comporta necessariamente la
sofferenza o l'ascesi per raggiungere lo scopo. L'agriturismo di lusso Pot de Miel, a Montgenèvre propone
un alloggio di standard elevato con servizi di qualità (vedi www.lepotdemiel.com). Il rifugio serale del
pellegrino del XXI secolo può essere anche un castello come quello de La Robéyère a Embrun, costruito nel
XVIII secolo, e circondato da un bosco di 8 ettari,ì, con uno splendido panorama dall'alto sulla Durance (vedi
www.chateaularobeyere.com). Appena entrati in Italia, il Paniere dei Prodotti Tipici della Provincia di
Torino propone un autentico viaggio attraverso le tradizioni gastronomiche del territorio, con una varietà di
proposte e di specialità che spaziano dagli ortaggi alla frutta, dai dolci ai vini, dai salumi ai formaggi
d'alpeggio (vedi http://www.provincia.torino.gov.it/agrimont/sapori). Nel Medioevo chi si metteva in
viaggio per un lungo periodo si imbatteva in ospizi o luoghi di sosta, dove poteva gustare piatti a base di
prodotti locali e stagionali: un vero e proprio Menu del Pellegrino che ancora oggi si può assaporare lungo
la Via Alta nei ristoranti aderenti al progetto (vedi www.turismotorino.org/viafrancigena).
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