i riflessi nell`alleanza nella rivelazione biblica

Transcript

i riflessi nell`alleanza nella rivelazione biblica
COMUNITA’ PARROCCHIALE DI SANTA CHIARA.
INCONTRI BIBLICI DI AVVENTO 2004 (A cura di C. Bissoli, Università Salesiana, Roma)
I GRANDI TEMI DELLA BIBBIA :ALLEANZA – BENEDIZIONE (3)(9XII04)
I RIFLESSI NELL’ALLEANZA NELLA RIVELAZIONE BIBLICA
1. L’A. è un’trascendentale’ nella religione ebraico-cristiana, di cui esprime almeno tre tratti costitutivi: (1)una
singolare relazione di reciprocità tra Dio e l’uomo, ove Dio per sua scelta si autoobbliga (berit) di ‘salvare’
l’uomo con precisi atti storici e l’uomo ( popolo) vi corrisponde ascoltando la parola di Dio come legge di vita; (2)
la consapevolezza di tale legame matura nel solco dei profeti ( Deuteronomio), ma ha il suo fondamento storico
nell’esodo e la dichiarazione rituale al Sinai, tramite Mosè; purtroppo si registra una continua rottura del patto
a causa dell’infedeltà del popolo, tanto da proiettarsi come dono per il futuro;(3) ha senso pieno e consistenza
stabile nella missione di Gesù, nell’evento storico della sua Pasqua e la dichiarazione rituale nell’Eucarestia
2. Modello esemplare è detto nel Deuteronomio, costruito sul formulario dell’A.:4,44-28,68; 29-30. V. 26,17-19.
Il legame poggia sulla gratuità totale di Dio che ama il popolo, e sull’amore e il servizio totale del popolo a Jahvè
Tale rapporto nato al Sinai continua “ con noi che siamo qui oggi”(Deut 5,3).
3. Questa esperienza di relazionalità diventa criterio di rilettura di tutta la storia del popolo di Dio
* A. con Noè (Gen 9,8-15): il berit di Dio è senza riserve per mantenere in vita l’umanità e il cosmo(gli animali, le
stagioni). Questo impegno incondizionato di Dio con la sua creazione è alla base di ogni vita. La vita è A. di Dio!
Il segno è l’arcobaleno, la festa dopo la tempesta( il diluvio)
* A. con Abramo (Gen 15,7-18; 17): il berit di Dio con il popolo comincia con i Padri come promessa gratuita e
fedele della terra ( vita, figli…), cui i patriarchi sono impegnati con un fede incondizionata , e il segno della
circoncisione. Il rito del passaggio di Dio fra le carni squartate (Gen 15,17), testimonia un legame eterno tra Dio
e Abramo, compresa la sua discendenza:” sarò il vostro Dio”(Gen 17,8). Abramo è il modello di A.(v. Paolo)
* A Sichem (Gios 24): rinnovo dell’A. all’entrata della Terra promessa:”Noi serviremo Jahvè” (24,19.21.24)
Splendida pagina della chiara opzione di fede richiesta al popolo da Dio, da lui espressa e da Dio accolta
* A. con Davide (2Sam 7; Sal 89): l’A. non consacra la dinastia e dunque la nazione, ma la disponibilità di Dio di
proteggere il suo popolo se le guide saranno fedeli. Purtroppo tali non furono e dunque l’A. si ruppe presto.
4.La ritornante infedeltà del partner umano obbliga in certo modo il partner Dio, che si è autoobbligato
irrevocabilmente di essere Dio del suo popolo, a rilanciare( nel futuro ) un’A. nuova: A. nel cuore e messianica.
*Osea(sec. VIII) rilegge l’A. secondo una ‘teologia del cuore’. Paragona la relazione fra Jahvè e Israele al legame
sponsale tra sé, marito fedele, e Israele, sposa infedele, che pure Dio converte e riprende (cfr Os 1-3)
* Geremia(sec.VII) riafferma il tratto sponsale di A., ma ne denuncia anche le trasgressioni, per spingere lo
sguardo ad A. nuova, scritta nel cuore: Ger 31,31-34. Il risultato è una vera appartenenza reciproca, una
relazione personale di ciascuno con il Signore, che renderà inutile una motivazione puramente esteriore. Ciò è in
forza di una iniziativa estremamente generosa del Signore:il perdono accordato al popolo da tutte le sue colpe
* Ezechiele ( sc. VI) riprende la promessa dell’A. inscritta nel ‘cuore di carne’, grazie al dono delloSpirito di Dio,
coniando la formula tipica di A..” Voi sarete il mio popolo, voi sarò il vostro Dio” (Ez, 36,26-28)
Chiaramente con i profeti, l’A. pur riespressa anche dopo l’esilio (Neem 9), nella sua sostanza nuova, è attesa
nel futuro messianico. L’A. nata dalla promessa giurata di Dio (berit) resta promessa, rilanciata per il futuro in
una svolta decisiva, grazie sempre alla fedeltà irrevocabile di Dio di restare ’alleato’ con l’uomo.
4. Tale svolta, come sappiamo, avviene con Gesù, con l’”Alleanza nel suo sangue”. Il popolo di Dio riceve una
qualifica nuova, si chiama Chiesa. La relazione di A., alla scuola dei profeti, assume la qualità dell’intimità
sponsale, la Parola di Dio si imprime , come Vangelo, bella notizia, nel cuore grazie al dono dello Spirito di
Gesù, per cui diventa autoimpegno nei cristiani ( legge) di osservare il comandamento dell’amore, anzi di
osservare ogni legge con atteggiamento di amore, di dedizione generosa.
Tale A. inizia con il Battesimo, ma ha un suo profilo visibile e quotidiano nel matrimonio(cristiano) dell’uomo e
della donna : questi infatti vivono l’A. battesimale nell’espressione storica della loro dualità amorosa e feconda ,
compresa quale segno e canale dell’amore reciproco fra Cristo e la Chiesa, fra Dio e il suo popolo
Lo afferma Paolo in Efesini 5,25-33
* Il discorso, al di là di certe espressioni culturali, si svolge tutto sotto il segno (‘sottomessi’) dell’amore
reciproco, del reciproco accogliersi, non prendersi ( V. “ accolgo te”, non “ prendo te” nel nuovo rito del
matrimonio)
* l’amore di Cristo e Chiesa non è solo esempio da imitare, ma Cristo afferra l’amore umano dei battezzati, lo
fermenta dal di dentro, lo purifica dalle inevitabili scorie di ogni amore umano, per farne un’immagine, anzi un
segno tangibile del suo rapporto con la Chiesa. Quando due sposi si vogliono bene, abbiamo un segno chiaro che
Dio e il suo popolo si stanno amando; quando non si vogliono bene, in certo modo è sminuito il calore tra Dio e il
suo popolo, tra Cristo e la sua chiesa, ovviamente per responsabilità di questa e inerente ‘autoperdita’.
* tale amore è immerso nel” mistero” di Dio, nel suo progetto di salvezza, esprime la qualità ecclesiale
dell’amore: famiglia piccola chiesa.
Chiaramente tutto questo alto significato si compagina con la condizione anche umile della coppia e soprattutto
vi è bisogno che gli sposi siano messi in grado di comprendere e vivere efficacemente tale ‘divina rappresentanza’
Purtroppo agli sposi e alla loro famiglia è riconosciuta più una funzione sociale o professionale, non questa
testimonianza del “mistero” dell’A. di Dio con l’umanità.
5. “Un’alleanza mai revocata”
La differenza fra i due testamenti, rafforzata dai termini di vecchio o antico e nuovo, hanno creato una
(mentalità di) separazione, secondo cui Dio avrebbe ritirato definitivamente, avrebbe ‘rotto’, la sua A. con
Israele a favore della Chiesa. Ora questo è falso, giacchè, come attesta Paolo nella lettera ai Romani, “ Gli
israeliti anche dopo Gesù, hanno le alleanze” (Rom 9,4-5). Dio è irrevocabilmente fedele al suo giuramento
(berit) in quanto ha giurato per se stesso, Dio è fedele perché è Dio. La situazione attuale non vede Israele fuori
A., giacchè esiste un ‘unica A. che Dio ha fondato nel Sinai e che finalmente Gesù ripropone con i caratteri della
vivibilità permanente. In questa A. ‘nuova’ ( di qualità, non di tempo), il popolo ebraico non rimane escluso, ma è
un ‘fratello maggiore’ atteso a prendere il suo posto di primogenito accanto a Gesù suo consanguineo e con i
nuovi israeliti secondo lo Spirito che sono i cristiani. Chiesa è soltanto un nome più adeguato per dire, non un
altro popolo di Di, ma lo stesso di ieri e di oggi che rimane realtà per sempre.
6. Conseguenze nella vita del credente
* L’A., esprime per sempre la fede cristiana come relazione religiosa fra Dio e il popolo( e il singolo uomo), una
relazione di reciprocità asimmetrica, dove sappiamo che Dio si impegna per sua unilaterale iniziativa in una fedeltà
che salva( che ama, guida, protegge, corregge, benedice, perdona…) e l’uomo vi corrisponde con una risposta di
fedeltà che ascolta la parola di Dio( legge) e la mette in pratica. L’uomo sa anche delle sue infedeltà storiche ed
attuali. Si denuncia come trasgressore pentito e riacquisisce l’ A., scoprendo che Dio è misericordioso fino a
1000 generazioni; ma anche sa che la scelta dell’infedeltà, e la vita in essa, porta ad un destino di perdizione.
L’essenza dell’ è una co-appartenenza mutua di Dio e il suo popolo, che si concentra in “Mio popolo, mio Dio”
* Grazie ai profeti , l’A. si prospetta fatto di coscienza, si gioca nella interiorità, si esprime nell’ osservanza della
Parola (Torah/Vangelo dunque nella concretezza storica di atti , ma nell’animazione profonda di una risposta di
amore. Amare Dio e il prossimo si profila come il comandamento dei comandamenti: il primo! Insomma è la
riproduzione da parte dell’uomo v erso Dio della condotta di Dio verso l’uomo.
* Chiaramente l’AT termina con un promessa di A. nel futuro (“In quei giorni”) per cui si colora di attesa
messianica. Gesù la attualizza in forza della sua piena corrispondenza all’amore di Dio fino a dare la vita
(Pasqua), per cui “ l’A. nel suo sangue” si fa nuova ed eterna, cioè stabile per sempre.
* In Gesù l’A. assume un pieno carattere sponsale, di profonda intimità, ma insieme di visibilità storica. Come del
resto fu la sua vita. Gesù e la Chiesa, espressione del popolo di Dio, stanno fra loro con un legame sponsale,
come sposo a sposa . L’A. non si può vivere senza una appartenenza sincera e creativa alla Chiesa
* L’Eucaristia è l’atto di Gesù che la Chiesa ricorda e rinnova grazie al quale ci è dato di vivere l’A.
(riconoscerla, ritrovarla, rafforzarla, raffinarla). ‘ Senza E. non possiamo vivere’
* I cristiani vivono in stato permanente di A., escludendosene con la trasgressione del peccato, ma anche
acquisendone lo status con la misericordia di Dio che perdona e riconcilia. I cristiani assumono come impegno
di alleati l’ascolto della parola di Dio e l’osservano con la forza di un comandamento, dove l’eteronomia
dell’ascolto, per non finire con l’ascoltare se stessi richiede autonomia della decisione, per dare il sigillo della
propria libertà.
* Segnatamente l’A. fra Dio e il popolo(Cristo e la Chesa) come atto nuziale ha un suo sacramento universale, il
Battesimo , ma insieme ha una visibilità storica attiva e responsabile che è il matrimonio, chiamato patto o
contratto o alleanza naturale che assume una valenza più che naturale, si fa segno dell’amore di Cristo con la
sua Chiesa.
* Se l’A. abbraccia due popoli in uno, i cristiani devono conoscere, amare e stimare come propria la storia
dell’AT( che perciò altri chiamano testamento primo, rispetto a secondo o NT, o anche alleanza priore e
posteriore, oppure unica A. in due fasi. Certo non chiamano più Vecchio Testament). Per lo stesso motivo
hanno un religioso rispetto verso gli Ebrei anche quando non ci fosse il contraccambio: loro sono l’olivo e noi
l’olivastro inserito sul primo olivo (Rom 11,16ss). Come ebbe a dire Giovanni Paolo II nella Sinagoga di
Magonza: quella con Israele è una’alleanza mai revocata”.
* Nella visione del mondo come creazione di Dio, affiora naturalmente una lettura della creazione come A., ossia
come unilaterale decisione di Dio di dare la vita all’uomo con l’habitat del giardino ed una profonda armonia
o A. fra uomo e donna e fra uomo e ambiente. Vi è una clausola da accogliere: Solo Dio è Dio(‘Non toccare la
pianta del bene e del male’ e la vita ( la terra…) è un dono da spartire fra tutti.
* L’antropologia dell’A. si manifesta nel dinamismo del ‘ tutto è dono’ e della risposta corrispondente del ‘dono
è tutto’ ossia di accogliere e vivere la vita come dono , davanti a Dio e verso le altre persone come fratelli e
sorelle, nella pienezza esemplare di Gesù Cristo.