ritornare alla sorgente dell`amore

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ritornare alla sorgente dell`amore
RITORNARE ALLA SORGENTE DELL’AMORE
(Vorno 24 – 11 – 2007)
Famiglia, credi in ciò che sei! Diventa ciò che sei!
«Se tu conoscessi il dono di Dio!» (Gv 4,10). È confidenza di un cuore innamorato dell'uomo; è fremito
della tenerezza divina che abbraccia la nostra umanità e la illumina di bellezza ineffabile. Si avverte la
gratuità di un dono che sollecita la nostra risposta. «Se tu conoscessi il dono di Dio!» (Gv 4,10). Sapremo
riconoscere il «dono» che definisce la nostra identità di sposi e di famiglie? «La domanda (di Gesù) riguarda
anche voi, sposi cristiani, che mantenete e sviluppate l'impegno di risalire all'origine del vostro amore e della
vostra grazia».
Sosta a Sicar
Il villaggio evoca antichi ricordi di patriarchi, memorie di incontri stupendi che scandiscono l'intrecciarsi del
Mistero con la storia umana.
a - Gesù è in cammino dalla Giudea alla Galilea. «Stanco per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso
mezzogiorno» (Gv 4,6). Ha incontrato molta diffidenza in Giudea. Il suo cuore di sposo, innamorato di
Israele, soffre. La sua stanchezza fisica riflette anche la sofferenza causata dal rifiuto dell'amore. La sua
sosta presso il pozzo non ha il sapore della delusione e della rinuncia. È attesa ardente di un incontro con «la
sposa infedele»; conosce la trepidazione del cuore che scruta una presenza desiderata.
b La scelta del luogo non è senza significato. Il pozzo di Giacobbe lascia intravedere un orizzonte sponsale.
È un luogo di ritrovo pubblico, dove sono nate bellissime storie d'amore nuziale (Gen 24,29: Isacco e
Rebecca; Es 2,11-22: Mosè e Zippora). La fresca e pura acqua che si può attingere è metafora dell'amore
sponsale fedele (Pr 5,18; Ct 4,15). L'amore nuziale evoca il rapporto tra Dio e il suo popolo: una vicenda di
tenerezza incredibile che spinge lo sposo verso la sposa, anche quando questa è infedele.
c La donna della Samaria che viene al pozzo è simbolo della sposa infedele all'unico vero Dio che ama come
sposo il suo popolo. A lei è rivolto il richiamo accorato di Gesù: «Se tu conoscessi il dono di Dio! ... Chi
beve dell'acqua che io gli darò non avrà mai più sete. L'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di
acqua zampillante per la vita eterna ... Va' a chiamare tuo marito» (Gv 4,10.14.16). Gesù invita a scrutare la
freschezza del suo «dono». È«acqua che zampilla per la vita eterna», amore che comunica vivacità divina,
eco della convivialità trinitaria e dell'appassionata ricerca che conduce Dio sulle strade dell'uomo. Sollecita a
contemplare la bellezza della propria identità sponsale che Dio stesso costruisce.
Ritornare alla Sorgente dell'amore
La scoperta è stupenda: ci si sente amati e sollecitati ad amare. Gesù invita gli sposi a sostare presso il loro
pozzo, alla Sorgente della loro storia, per scoprire con stupore «le grandi cose» che Dio opera nella relazione
che li unisce. La tenerezza di Cristo sposo accende «il mistero grande» e invita a viverlo. Si delinea così
l'orizzonte della spiritualità coniugale e familiare come risposta al dono ricevuto. Essa esige stupore
contemplativo per scoprire la ricchezza che è nel cuore e coerenza entusiasta per esprimerla nella trama
concreta della vita.
a-«Nel disegno di Dio creatore e redentore la famiglia scopre non solo la sua identità, ciò che essa è, ma
anche la sua missione, ciò che essa può e deve fare ... Risalire al "principio" del gesto creativo di Dio è allora
una necessità per la famiglia, se vuole conoscersi e realizzarsi secondo l'interiore verità non solo del suo
essere ma anche del suo agire storico. E poiché, secondo il disegno divino, è costituita quale "intima
comunità di vita e di amore", la famiglia ha la missione di diventare sempre più quello che è, ossia comunità
di vita e di amore ... La famiglia riceve la missione di custodire, rivelare e comunicare l'amore, quale riflesso
vivo e reale partecipazione dell'amore di Dio per l'umanità e dell'amore di Cristo Signore per la Chiesa sua
sposa» (FC 17). Nata dal cuore di Dio, la famiglia è chiamata a diventare ciò che è, un miracolo di
comunione personale nell'amore.
b
«Se tu conoscessi il dono di Dio!» (Gv 4,10). Si tratta di prendere in mano la propria situazione
coniugale/familiare («Va' a chiamare tuo marito»: Gv 4,16) e riportarla alla Sorgente, per interpretarla in
tutta la sua bellezza. Si intravede il delinearsi di un cammino che chiamiamo «spiritualità coniugale e
familiare», cioè vita coniugale e familiare coerente con «il mistero grande» che Dio accende in essa.
Affacciati al loro «pozzo», gli sposi possono attingere «acqua che zampilla per l'eternità». E il miracolo
dell'Amore che si dispiega in loro. E il mistero.
•
Il dono di Dio all'uomo è la vita e l'amore. Esso ha il volto di un uomo e di una donna che, amandosi,
esistono «due in una sola carne» e creano spazio al progetto creatore di Dio. Dalla loro unità scaturisce
nuova vita; dal loro amore sbocciano la paternità e la maternità.
•
Dio si innamora dell'umanità che ha creato e l'abbraccia con ineffabile tenerezza. Vive un'intensa
storia d'amore, nella quale la sua fedeltà si intreccia con la ricorrente infedeltà di Israele. Egli ama come uno
sposo che non sa rinunciare alla sua donna che lo tradisce. Sogna un'alleanza d'amore sempre più forte.
•
In uno slancio incredibile di premura, Dio dona suo Figlio, Verbo fatto carne. In Gesù egli diventa
«una carne sola» con l'umanità. Gesù è «il vero sposo; arriva al culmine dell'amore; sigilla l'alleanza con il
sangue della croce ed "effonde" il suo Spirito alla Chiesa, alla sua sposa. La Chiesa appare così come il
termine dell'alleanza: colmata dal dono di Dio, essa è la sposa amata e feconda».
.
Il matrimonio dei battezzati è il simbolo reale dell'alleanza nuova ed eterna, sigillata dal sangue di
Cristo. Lo Spirito, che il Signore effonde, dona loro un cuore nuovo e rende l'uomo e la donna capaci di
amarsi come Cristo ci ha amati ... L'alleanza non solo ispira la vita della coppia, ma si compie in essa, nel
senso che l'alleanza dispiega le sue energie nella vita degli sposi: essa modella dall'interno il loro amore; essi
si amano non solamente come Cristo ha amato, ma già, misteriosamente, dell'amore stesso di Cristo, poiché
il suo Spirito è loro donato ... nella misura in cui essi si lasciano modellare da lui »
«Se tu conoscessi il dono di Dio!»
Accanto alla Sorgente dell'amore possiamo contemplarne la bellezza e gustarne il fascino.
Nasce così la nostalgia di un percorso che permetta il pieno sviluppo delle risorse d'amore che Dio ha
seminato in noi. È il percorso della spiritualità coniugale/familiare.
a Non è qualcosa di raffinato, per poche coppie privilegiate, ma è l'orizzonte normale di tutti gli sposi, nati
dal cuore di Dio come «immagine e somiglianza» della Trinità, ripresentazione di Cristo sposo, esultanza
dello Spirito Santo. Nutriti al banchetto eucaristico, inseriti nel vivo del mistero pasquale, ricchi della
reciprocità uomo-donna, chiamati alla santità, presenti nella comunità cristiana in relazione cordiale con altre
vocazioni, protagonisti dell'evangelizzazione, gli sposi e le loro famiglie sono meraviglia di Dio e vivono la
loro esperienza coniugale e familiare secondo le movenze dello Spirito Santo. Il percorso della spiritualità
coniugale e familiare permette alla coppia/famiglia di ritrovare la sua identità e di diventare ciò che è, un
miracolo di vita e d'amore.
b- A Sicar il percorso inizia con una famiglia «irregolare»; sulla spianata del tempio di Gerusalemme
riprende con un matrimonio frantumato dall'adulterio; a Cana conosce la gioiosa esultanza dei primi tempi; a
Nazaret si apre ad una prospettiva misteriosa che fa della famiglia il luogo in cui il Verbo diventa carne.
Nulla è impossibile all'Amore!
La spiritualità coniugale e familiare è il cammino di ogni coppia/famiglia, ricca del dono di Dio, ma anche
segnata dai propri fallimenti. È anelito della coppia/famiglia che vuole ritrovare se stessa fino a gridare a
tutti la gioia dell'Amore ritrovato. Nulla è impossibile a Dio!
Ogni coppia/famiglia, nata dal cuore di Dio, può osare le vette della santità, cioè della vita coniugale e
familiare interpretata «secondo lo Spirito», alitato dal Padre creatore e riversato nei cuori da Cristo.
Primo momento
Il nostro pozzo
Gesù giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a
Giuseppe suo figlio: 6 qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il
pozzo. Era verso mezzogiorno. 7 Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù:
«Dammi da bere».
Domande:
1 – Ricordiamo il luogo dove per la prima volta ci siamo incontrati?
2 – Dove il Signore ci ha incontrato? Qual è il nostro pozzo di Sicar?
Secondo momento
Se tu conoscessi il dono di Dio
Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene
avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11 Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per
attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? 12 Sei tu forse più grande del nostro
padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?». 13 Rispose Gesù:
«Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; 14 ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai
più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna». 15
«Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad
attingere acqua». 16 Le disse: «Và a chiamare tuo marito e poi ritorna qui». 17 Rispose la donna: «Non ho
marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito".
Domanda.
Qual è il “dono”, quali i doni che Dio fa alla coppia e alla famiglia?