N°30 del 10/08/2007

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N°30 del 10/08/2007
Ann o IX n°30 - www.unicosettimanale.it - 10 agosto 2007 € 1,00
Editore: Calore s.r.l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 50 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale: Via della Repubblica, 177 - Capaccio-Paestum (Sa) — Poste Italiane - Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Dir. Com. Business Salerno - Abb. annuale 20,00€
PAESTUM
Schizofrenica
come Rimini?
Santi e briganti
Oscar Nicodemo
Quando nel nuovo non si scorge e non
si agita nulla di antico, vuol dire che la
linea di continuità della storia si è spezzata. La contemporaneità, talvolta, è totalmente estranea ai periodi che l’hanno preceduta e prende fattezze che mal
si coniugano con la morfologia del territorio.
Il Cilento, in tal senso, è una dei luoghi
che più di ogni altro soffre una mancanza di rispetto per il proprio passato. Eppure non mancano, ad onor del vero, volenterosi che si spingono a descriverne
con discreto impegno pezzi di storiografia e fatti che ne indicano la singolarità
delle tradizioni.
Si tratta, grosso modo, di sforzi letterari che sono vere e proprie dimostrazioni d’affetto di scrittori autoctoni per la
propria terra natia, forse nulla di più
anche nelle intenzioni degli stessi autori.
Ma questo, naturalmente, non basta per
dare ad una parte così importante del
Meridione un’identità intellettuale autentica che ne rappresenti, in ogni istante, le esigenze sociali.
La cultura è un affare abbastanza serio
che sfocia anche in leggiadria quando,
con gli anni e l’adattamento, si raggiunge un decente grado di idoneità alla critica e riguarda soprattutto la capacità di
rapportarsi al presente, per contrastarne
le alterazioni che si generano a dispetto
dell’etica. A costo di fare un dispetto (involontario) a tutti coloro che pensano di
rappresentare l’ambientale classe colta,
affermo, con la più assoluta convinzione, che il Cilento, oggi, è sciaguratamente disintellettualizzato. Non vi è un solo
nucleo di opposizione ad un andamento politico e burocratico che sta letteralmente trasformando i nuclei abitativi del
territorio in collettività improduttive e
passive; non vi sono uomini in grado di
organizzare (forse nemmeno ci ha mai
pensato qualcuno) un movimento unitario cilentano che si confronti nelle
competizioni elettorali con il potere consolidato; non vi si riscontra, infine, una
particolare volontà generale a reagire
alle condizioni vigenti. Pare ovvio abbastanza che questo Cilento, spesso decantato da chi ne ha una scarsa frequentazione e defraudato da chi ne amministra un angolo o un pezzo, abbia necessariamente bisogno di menti coraggiose
e capaci di sviluppare analisi concrete
per mettere fuori uso costumi e consuetudini che non appartengono alla sua
storia e ancor meno alla naturale foggia
di chi vi abita.
continua a pagina 17
EBOLI
pagina 12
Il revisore
della storia
SPORT
pagina 3
A G ROP O LI
La Bcc di Aquara
Corona, il “re”
sponsor della Salernitana
fa discutere
pagina 70
BANDA ALLARGATA
D a P ad ula a Felitto per mant enere il pa tto
POSTE RINNOVATE NEI PICCOLI COMUNI
A P AG. 2
Nicolais e I uliano
contro i l d igital d ivide
Areoporto, ad ottobre si vola
I componenti del consiglio della Camera di
commercio promuovono il lavoro di Strianese
Entrare in pista a bordo di un
pullman in compagnia di una
folta delegazione composta
dai componenti del consiglio
direttivo della Camera di
Commercio di Salerno, è
stato come effettuare un
passo decisivo verso l’emancipazione della nostra terra
verso l’unica dimensione accettabile: la velocità con cui
si possono immettere persone e cose nel circuito mondiale degli scambi.
Il bus che “rullava” sulla pista e azionava le strumentazioni
utili per l’atterraggio posizionate ai due estremi della pista
ha convinto tutti che, sostanzialmente, l’aeroporto di Pontecagnano è già funzionante con la sua pista lunga 1499
metri che, con l’aggiunta dei
150 metri di rispetto a monte
e a valle, raggiunge una lunghezza che va ben al di là di
quella necessaria per ottenere
il via dell’Enav che è l’ente nazionale preposto al collaudo e
alla sicurezza degli aeroporti.
A fare da guida nell’escursione
il presidente Augusto Strianese e Franco Giorgetti, presidente e direttore del consorzio aeroporto. La prima tappa è presso la nuova palazzina
destinata ad ospitare i mezzi dei vigili del fuoco. Sulla pista
sono all’opera i mezzi che spalmano gli ultimi strati del tappeto bituminoso che garantirà la “distanza e la portanza”.
SCANDIZZO
pagina 5
Parco, l’esistenza
inutile di un ente utile
Tonino Marino
Ritengo che sia stucchevole il dibattito a corrente alternata che appare su
questo giornale a proposito del Parco
Nazionale del Cilento. Io non sono un
estimatore di Giuseppe Tarallo. Ritengo che non abbia né capacità gestionali né capacità dialettiche adeguate
all’incarico che riveste ma non posso
accettare questa pletora di amministratori locali che grida allo scandalo
perché l’Ente è commissariato.
La cosa importante è denunciare le
inefficienze e le manchevolezze del
Parco non il Commissario. Occorre
denunciare lo spreco di denaro pubblico che lì si perpetua, occorre denunciare l’esistenza inutile di un Ente
molto utile. Si, perché il Parco è utile.
È utile per accompagnare la crescita
del turismo nel Cilento. Il Parco deve
preparare il territorio al turismo, non
fare turismo. Il Parco deve creare le
condizioni affinché l’iniziativa privata,
nel campo turistico, cresca e si sviluppi nel Cilento. Le potenzialità ci sono
tutte. Il Parco ha i soldi. Il Cilento
ormai è più che una promessa. Hanno
bisogno l’uno dell’altro.
Nessuno può negare che il turismo
prende piede sempre più nel Cilento.
È diventato un fenomeno economicamente rilevante.
Nessuno può negare che proprio in
momenti simili c’è bisogno di un Ente
che governi e regoli la crescita.
continua a pagina 15
IL LIBRO
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settimanale
“Unico” “Paestum
dal passato al
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TEC
CNO
OLOGIA
2
n°30 10 agosto 2007
Banda larga per uscire a testa alta dallo “splendido” isolamento
Nicolais: “A settembre il bando. Nel Cilento al via anche le poste interattive”
Banda larga nelle Gole del Calore è quello che spera Maurizio Caronna sindaco
di Felitto nell’accogliere un ministro e un
sottosegretario il consigliere per l’Ue di
Romano Prodi: Luigi Nicolais, Nando
Dalla Chiesa e Sandro Gozi accompagnati dal vice presidente della provincia
di Salerno, Gianni Iuliano. A loro si è aggiunto in un secondo tempo, Guglielmo
Vaccaro.
Nel breve saluto rivolto all’indirizzo dei
circa cinquanta convenuti nell’aula consiliare del comune di Felitto da parte del
ministro Nicolais c’è la speranza e la strada obbligata di un territorio che sconta
ritardi incolmabili in termini di viabilità
e affonda le sue speranze proprio nello
splendido isolamento in cui questo ritardo lo ha condannato finora.
“Tradizione e innovazione sono i due
convogli a cui attaccare le speranze di
sviluppo delle aree interne – dice il ministro dell’innovazione tecnologica . E
poi garantisce – la banda larga sarà una
realtà già da quest’anno. Con la sua realizzazione i giovani e le imprese di questo territorio potranno sperimentare direttamente quanto sia possibile lavorare
a distanza e trovarsi al centro del mondo
globalizzato vivendo anche a Felitto.”
Un fremito scuote perfino l’aria, poco
condizionata, della sala che ospita il pubblico composto soprattutto da un gruppo
di giovani che si apprestano a seguire le
lezioni della II Summer School che si
terrà nel week end presso il convento di
S. Antonio di Laurino.
Abbattere in pochi mesi il gap tecnologico che impedisce alle aree interne di
essere al passo con le fortunate realtà
della costa dove l’Adsl terrestre garantisce l’accesso alle autostrade informatiche è un’occasione troppo ghiotta per chi
vive in un territorio condannato, oggi
come ieri, a vivere ai margini del progresso.
Ma Nicolais coglie l’occasione per anticipare un’altra grande opportunità di riequilibrio per i piccoli comuni: “Firmeremo nei prossimi giorni un accordo con
Poste Italiane per garantire anche ai comuni (1300 per cominciare) più piccoli
dell’Italia del terzo millennio una postazione della pubblica amministrazione. Invece di chiudere gli uffici postali perché
non renumerativi sotto l’aspetto della
redditività
economica.
Cambieranno
la loro natura
e assumeranno
una
muova missione: diverranno il punto
più
vicino
dello stato e
saranno caratterizzati
per la loro interoperabilità.
Mi piacerebbe che Felitto
e i comuni
della Valle
del Calore facessero parte del gruppo di testa di questo grande accordo.”
Insomma, dall’incontro con i sindaci tenutosi a Padula pochi mesi fa, alla conferma di Felitto il ministro Nicolais è venuto a confermare l’impegno assunto ed
a portare ulteriori elementi di conforto
al capezzale di realtà che sanno bene di
NIcolais e Dalla
Chiesa in alto;
A lato, Sandro Gozi
L’INTERVISTA
Il progetto della banda larga in provincia è chiuso
Gianni Iuliano, ex senatore quando il Pci
si chiamò Pds, oggi vice presidente della
provincia di Salerno chiamato a co-gestire con Angelo Villani, le sorti di una delle
province più grandi d’Italia. È un politico
che svolge il suo ruolo con tranquilla e
serena consapevolezza di rappresentare
una fetta importante dell’elettorato che
ha confermato al governo di Palazzo S.
Agostino una coalizione di centro – sinistra dopo l’era di Alfonso Andria. A lui è
stato affidato il compito di traghettare la
provincia di Salerno dalla sponda stretta
dei tentativi di tenersi al passo con i cambiamenti epocali della globalizzazione
come i collegamenti analogici, il Wi-Fi, il
Wirless ecc, su quella della banda larga
che garantisce velocità e capienza senza
limiti.
È lui “l’interfaccia” istituzionale con cui il
ministro Luigi Nicolais ha avviato l’impresa di agganciare al primo passaggio la
locomotiva dell’innovazione che l’Unione Europea e la legge finanziaria 2006 ha
fatto partire. È anche onesto nel riconoscere che la provincia ha fatto sua
un’idea-progetto del Parco Nazionale del
Cilento e Vallo di Diano partorita dall’allora direttore Mimì Nicoletti e dall’allora presidente (oggi commissario), Giuseppe Tarallo che presiedeva un Consiglio direttivo nel pieno delle sue funzioni.
“A settembre sarà pronto il bando di
gara in base al quale cui i soggetti interessati potranno formulare le loro proposte. La gara sarà aggiudicata entro lo stesso mese di settembre e poi sarà dato il
via alla realizzazione della dorsale che
partirà da Sapri e risalirà tutta la provincia fino all’Agro-Nocerino-Sarnese. L’ag-
gancio con la rete nazionale sarà fatta a
Nola.”
In termini semplici, in cosa consiste
la
realizzazione
della dorsale?
“Saranno istallate un reticolo di antenne che,
collegate tra loro, realizzeranno la copertura
totale del territorio.
Una volta completato
chiunque potrà usu- Gianni Iuliano
fruirne.”
La morfologia e l’orografia del
Cilento interno è molto complessa. Sicuro che tutti i paesi
saranno raggiunti?
“Lo studio di fattibilità prevede la copertura satellitare per quelle poche zone impossibili da raggiungere con le antenne.”
A quanto ammonta l’investimento che i privati dovranno sostenere per la realizzazione della
dorsale?
“La base d’asta si aggirerà intorno ai cinque milioni di Euro. Risorse importanti
ma infinitamente ridotte se si confrontano con quelle necessarie per portare i
cavi in una zona difficile come il Cilento
e il Vallo di Diano.”
Una volta realizzata la dorsale.
Sarà necessario che i fruitori si
colleghino. Cosa è previsto per
invogliare le aziende e, soprattutto, i privati a connettersi?
“Le aziende dovranno provvedere direttamente e sono certo che non si faranno scappare l’occasione per dare una
svolta importantissima al loro modo di
operare. Per le scuole,
gli enti pubblici e i singoli cittadini è intenzione dell’amministrazione
provinciale di dare impulso alla volontà di collegarsi co-finanziando le
spese di istallazione e allacciamento. Sostanzialmente abbiamo già previsto la spesa di un milione e mezzo di euro
per ripetere anche in
“
essere predestinate alla desertificazione
senza la possibilità di allacciarsi alle autostrade informatiche avendo preso atto
che le altre, quelle di cemento, oltre ad
essere estranee all’aspetto morfologico
del territorio, oggi sono anche impossibili da realizzare.
“Torno volentieri nella Valle del Calore –
conclude Nicolais – perché l’incontro
con voi giovani consente il reciproco e
salutare scambio di sentimenti e sensazioni che solo una realtà a dimensione
umana come questa può consentire.”
Maurizio Caronna, che all’inizio della cerimonia aveva invocato “fatti e non parole”, può essere orgoglioso che una parte
del governo della repubblica
abbia scelto Felitto per annunciare che una promessa, quella
della realizzazione della dorsale
per la banda larga in provincia
di Salerno, diventa realtà operativa entro l’anno 2007.
“Oggi siamo qui per dirvi che il
progetto è chiuso: la provincia
di Salerno è la prima d’Italia a
dotarsi della banda larga che coprirà l’intero territorio con un sistema misto di antenne e copertura satellitare.” Conferma Gianni Iuliano.
Dopo il dovere il piacere: la carovana si
è trasferita all’oasi di Remolino per l’immancabile pranzo a base di fusilli, rigorosamente fatti a mano bagnati con il
vino delle cantine Rizzo che in poco
tempo si è già affermato e fatto apprezzare, oltre che dai consumatori, anche da
numerosi addetti ai lavori.
A noi non resta che prenderne atto e confidare che non intervengano imprevisti a
svegliarci dal sogno prima che diventi realtà.
Bartolo Scandizzo
Iuliano: “Entro
settembre bando
di gara e appalto.
A gennaio la
dorsale provinciale
sarà realtà.”
questo
campo
l’esperienza
positiva dei
“Mille tetti
fotovoltaici
che ha avuto
un grande riscontro di
adesioni”.
C’è qualche controindicazione di carattere ambientale o danni alla salute?
“È importante precisare che non c’è nessun impatto ambientale ed è escluso ogni
ipotetico danno alle persone. Dopo
tutto, le antenne hanno un’altezza di un
metro. Pertanto voglio invitare i sindaci a
collaborare al massimo per dare alle proprie comunità l’opportunità di mettersi
in rete con le autostrade informatiche
del terzo millennio che, questa volta, passeranno in via prioritarie sul tetto delle
case della nostra provincia.”
biesse
”
n°30 10 agosto 2007
C’è chi portò Selen, a Eboli, distribuendo preservativi gratis. C’è chi opta
per Gigi Sabani, a Vissi d’arte, creando un atmosfera da grande eventi (con
poche sedie). Da 10 anni, la sinistra gestisce la cultura a Eboli. Tra mille polemiche. Ogni estate, veleni e giudizi
roventi...gli assessori si alternano, ma
la musica non cambia. O meglio, la sostanza cambia tanto, senza scrollarsi di
dosso giudizi sferzanti. Con Donato
Santimone arrivarono Renato Curcio,
brigatista, Gigi D’Alessio, alle prime
armi, e O’ Cafone, personaggio comico di Telecapri. Ora, a San Francesco è
tutto uno scenario ovattato, miss Italia
con numeri da velina, un via vai di tacchi a spillo, vestiti eleganti, serate di
gala.
A sollevare l’ultima feroce polemica è
stato Peppe Barra, presidente del Centro Culturale Studi Storici. Dai microfoni di Discoradio, Barra ha dichiarato:
“le iniziative culturali fanno schifo, i
politici ancora peggio. Non parteciperò al prossimo Eburum Eboli, perchè
l’assessore Capaccio ha tradito la vera
anima di quest’iniziativa”. Un fulmine
a ciel sereno, per il Capaccio assessore. Punzecchiato dai presidenti delle
squadre di calcio, pressato dalle associazioni culturali, Capaccio ha risposto che “i soldi sono pochi, come am-
Settimana dalle mille novità. Di cronaca e di politica. Storie incredibili e
drammatiche, storie folli (di politica),
interventi scomposti e giudizi frettolosi.Iniziamo dal Consorzio di Bonifica
in Destra Sele. Marta Santoro, irrefrenabile dirigente della forestale, scopre
quattro dipendenti del Consorzio in
Destra Sele, mentre scavavano buche
nel terreno, in località Coda di Volpe,
accanto al depuratore mai inagurato.
Denunciati i quattri dipendenti di Vito
Busillo, la Santoro ha mandato le carte
in Procura. Nelle buche, infatti, la forestale ha trovato dei rifiuti speciali. La
risposta del Consorzio? Polifonica. Un
giorno han detto a bivio Cioffi:“domani spieghiamo tutto”. Un’ora dopo, han
precisato: “arriva il presidente Busillo
e precisa tutto”. Busillo è arrivato e ha
detto che non sapeva niente. Giustamente, lui era a Malta, in barca, mentre i suoi dipendenti infossavano i rifiuti. Dopo tre giorni di polemiche tenute vive dai dipendenti del Consorzio, è
arrivata la risposta più clamorosa: “in
quelle buche? Scaricavamo erba”. Ora,
di che erba si tratti, non ci interessa.
Ma delle due, l’una. O Marta Santoro
è impazzita all’improvviso, in concorso
con i suoi forestali. O la bufala dell’erba nelle buche è roba da trattamento
sanitario obbligatorio. Per i dipedenti
del Consorzio. All’abbronzato maltese Busillo chiediamo, oltre alla verità,
una versione univoca al Consorzio, esiste? Univoca e, possibilmente, non ridicola.Passano poche ore, è un bimbo
di 9 mesi ingerisce un seme d’anguria.
Sfortunato bimbo, il seme gli finisce nei
polmoni.Trasferito all’ospedale Santo-
3
EBOLI
Santimone: “Cultura per tutti”
Il nuovo uomo Fiat interviene sulle scelte di Capaccio & C.
ministrazione comunale
abbiamo deciso di portare avanti alcuni contenitori culturali. Vissi d’arte su tutti”. Appunto.
Vissi d’arte con Gigi Sabani. Giriamo la domanda a Donato Santimone.
Lei l’avrebbe mai chiamato Gigi Sabani? “Mi
viene in mente, proprio
in queste ore, il regista
Antonioni. Abbiamo
perso un grande regista,
la sua morte è una grosso lutto per il cinema italiano- risponde Santimone-. Era un genio del cinema, Antonioni, ma ai botteghini vendeva poco. Non era un regista commerciale, non era un Vanzina di Vacanze
di Natale, sul Nilo o a New York. Ecco,
noi questa linea di demarcazione non
dobbiamo mai perderla di vista”. Un
pò presuntuosello, lei lo è sempre stato.
Per la serie, tutto quello che fa Santi-
mone, è un capolavoro. Il resto, una
schifezza. “Io vado avanti per riflessioni ed esempi. E faccio i miei complimenti a Damiano Capaccio per le
splendide iniziative che ha promosso a
Sant’Antonio. Una grande intuizione,
vada avanti così”. Manca il resto, lascia intendere Santimone, meno vulca-
Le mille novità
bono di Napoli, il piccolo ebolitano
viene salvato dai chirurghi flegrei. Stanca di fare la figura della Cenerentola, la
politica si scatena. E lo fa con il redivivo Paolo Polito. L’esponente dello Sdi
lancia strali contro i giovani comunisti. Siete vecchi e retrogradi, basta
Giuliani, cancellate la Baraldini dalla cittadinanza ebolitana. Un merito a Polito va riconsciuto. Aver riunificato Rifondazione Comunista, dopo due anni
e mezzo di polemiche interne. La risposta di Carmine Caprarella (Rc):
“Polito sei un fascista” viene replicata
da Massimo Cariello:“Polito è un fascista”. I giovani comunisti si aggiungono
al tono, tacciandolo Polito di essere
“fascista retrogrado”. In pratica, in
poche ore, Polito riunifica Rifondazione e raccoglie il massimo dei risultati.
Ritornare a far parlare di se, mettere
il pepe tra giornalisti e politici, per
quasi una settimana di schizofrenico
dibattito. Polito fascista, i giovani comunisti ci stanno studiando un motivetto musicale. A Disco Radio, Mario
Conte, toglie la patente socialista a Polito: “Mai, Polito non può appartenere
mai ai socialisti”. Polito se la ride, non
c’è politico che non si esprima sulle
boutade del socialista che tutti chiamano fascista. Il sindaco Melchionda si
defila dalla polemica, rifugiandosi in
Calabria, in vacanza, sette giorni...senza
Polito.A metà settimana, la cronaca
torna prepotente al centro del dibattito. “Donna cade dalla scale e muore”.
E’ la festa di Sant’Anna, e mentre in
ospedale sparano i fuochi d’artificio,
una donna di 82 anni, a Eboli, inciampa per le scale e muore sotto gli occhi
dei familiari.A destare altrettanto scalpore è l’incidente sulla statale 18, a
metà settimana, con sette feriti ricoverati in ospedale. Sono tutti ragazzi di
Eboli e Capaccio. A quanto pare, quest’ultimi erano in fase di sorpasso. Ma
si tratta di un’ipotesi ancora al vaglio
degli investigatori. Macchine distrutte
e ossa rotte, salvi per miracolo i sette
ragazzi. Un pellegrinaggio a Santiago
de Compostela chissà se servirebbe a
cambiare certe teste. Dure e pericolose.L’anno scolastico è lontano ancora
dall’inaugurazione. Ma a Eboli già se ne
parla. Il liceo artistico verrà sfrattato.
La notizia scuote gli animi al Carlo
Levi. “Dove andremo? Chi ci ospiterà?
Pagateci la cablatura dell’istituto” rispondono gli insegnanti stizziti. Cosa
il comune intenda fare a Sant’Antonio,
non è chiaro. Secondo una prima versione, ci andrà la biblioteca comunale.
Che occuperà solo l’ingresso dell’istituto, per quanto poco è vasta. Secondo un’altra versione, dovrebbe nascerci un ospedale. Pubblico o privato, non
s’è capito. Ma l’ospedale è l’unico surrogato, costituzionalmente legittimo,
per sfrattare la scuola. Al ritorno dalle
vacanze, insegnanti e alunni aspettano
una risposta dall’assessore Cosimo
Cicia. E attendono le aule, dal collega
provinciale, Pasquale Stanzione.Dome-
nico del solito, da quando è diventato responsabile della rivendita Fiat a
Eboli. Lui chiede di essere capito, noi proviamo a
farlo. Il Santimone comunista a valanga, il Santimone di un tempo non
esiste più. Ora ce n’è uno
più imborghesito, ma
sempre tagliente nei giudizi. “Io rimprovero a Capaccio di dimenticare la
promozione sociale. Una
parte delle iniziative che
fa, deve dedicarle agli
ebolitani che non amano
la lirica, agli ebolitani che
vogliono O’ Cafone, che vogliono un
prodotto diverso”. Vissi d’Arte con
Gigi Sabani, ma soprattutto con Nello
Salza, la tromba di Ennio Morricone.
Il programma estivo ebolitano, a parte
il teatro a Sant’Antonio, sembra la replica della replica degli anni precedenti. Santimone scuote la testa, lui le sue
nica sera, però, avviene l’episodio più
paradossale. Un’insegnante muore
mentre chiede aiuto per la madre intrappolata nell’ascensore. Storia incredibile, vittima una 56enne di Eboli che
per salvare la madre cardiopatica, è
stata uccisa da un infarto. Molte le polemiche sui soccorsi. In ritardo. Notevole, giustificabile, inaccettabile? Si
vedrà. Dopo il tentato sequestro di
una bimba, a Palermo, scompare un
ragzzino di quattro anni, in spiaggia, a
Eboli. Il bimbo, a piedi, si era allontanato dal lido Arenella. E’ stato ritrovato al bar Bello. Per fortuna non è entrato in acqua. In assenza dei
bagnini...La settimana ebolitana si è
conclusa con un misterioso documento politico. Nessuno lo ha visto, tutti lo
hanno commentato. Pronti a tornare
in maggioranza. “Lo giuro”, urlarono i
Socialisti di Conte.“Lo giuro”, gli fanno
eco mezza Rifondazione e qualche costola di Aita. Da definire la posizione di
Verdi e Comunisti Italiani. Dopo mesi
e mesi di bulimia comiziale, Alfonso
Del Vecchio è sprofondato in un improvviso silenzio. Dall’abitudine a intervenire su tutto, anche sul colore dei
capelli tinti di alcuni consiglieri comunali, Del Vecchio si è fatto improvvisamente muto. In attesa di Del Vecchio e
del documento fantasma, chiediamo a
Polito di capire quanto sangue socialista e fascista scorra nelle sue vene. E
un dubbio ci assilla: non è che imitando Di Pietro e Pannella, ci ritroveremo
Polito segretario cittadino del Partito
Democratico?
FraFa
vacanze culturali se l’è godute ad Albanella: “Ho apprezzato davvero tanto il
cartellone musicale che hanno promosso. Ad Albanella hanno dimostrato che,
pur senza un grosso capitale, si possono fare tante cose di qualità”. Cose di
qualità, ma i soldi son sempre pochi.
Almeno questo dice Damiano Capaccio. L’assessore alle finanze, Adolfo
Lavorgna, gli lascia solo le briciole del
bilancio. Qualche aiutino, non proprio
piccolo, arriva dagli amici bassoliniani della Regione Campania. Capaccio
sospira sollevato. Senza i fondi diesse,
sarebbe veramente un’estate triste a
Eboli. “I soldi c’entrano relativamentespiega Santimone-. Sono le scelte che
fanno la differenza. Ai tempi miei, per
esempio, investimmo molto sulla biblioteca. Cinquecento lire all’anno, per
ogni ebolitano residente. Era un impegno dell’amministrazione Rosania, non
credo sia stato più mantenuto. Avemmo poi l’intuizione della mediateca,
aprimmo il museo. Sono state grandi
sfide, le abbiamo vinte”. Così come
quella dei preservativi gratis in piazza,
per predicare l’amore libero. Quell’estate, il clero ebolitano vi voleva
bruciare vivi in piazza. “Fu invece un
bel dibattito. Molto acceso, molto
vivo”. A proposito di preti, Santimone
dice di aver rilanciato le feste religiose: “tra chiese e feste religiose, nemmeno immaginate la giunta Rosania
quanto abbia investito. Il principio è
sempre lo stesso. Bisogno accontentare il popolo ebolitano in tutti i suoi
gusti sociali”. Ai borghesi, la lirica. Al
popolo, la canzone melodica napoletana. Santimone Cincinnato, di tornare
in politica è sempre tentato. Ma di fronte allo scenario macedone ebolitano, di
fronte a una sinistra mai così litigiosa,
sembra più preso dalla nuova Cinquecento della Fiat. La promozione dell’auto va avanti, la stagione culturale
ebolitana pure. Santimone promuove
Capaccio con riserva. E un pò si ritrova sulla scia di un suo acerrimo avversario politico, Massimo Cariello. L’assessore provinciale, nel dibattito radiofonico e giornalistico degli ultimi giorni, ha ribadito che “Eboli è una città
che si fa onore, per le molteplici iniziative che promuove. Il numero di manifestazioni estive in questa città non
ha eguali in tutta la provincia di Salerno”. Questo il commento di Cariello.
Santimone, un angioletto marchionnico è diventato, non lo commenta. Piuttosto, le ultime dichiarazioni se le riserva per la riapertura della radio a
Eboli: “Un’iniziativa culturale e musicale importantissima. Anni fa, quando
iniziammo noi a fare radio a Eboli, organizzammo il primo radiogiornale in
Italia. Con gli amici Tonino Adinolfi e
Nino Petraglia, senza la cronaca locale, riuscivamo a fare un radiogiornale
di oltre 20 minuti. Auguri e buon lavoro a tutti”. Parole da manager Fiat, più
che da Santimone da fine secolo scorso.
Francesco Faenza
SELE
4
Non so perché nel tardo pomeriggio del
26 luglio mi trovavo sotto una galleria
ad assistere all’inaugurazione di un
tratto di km 3,700 dell’autostrada tra
Campagna e Contursi Terme. Un tratto costato 150 milioni di Euro e, per
fortuna, senza incidenti sul lavoro.
Qualche settimana fa a Buonabitacolo,
nell’inaugurare la Bussentina, il ministro Di Pietro, pur senza alcuna colpa,
ebbe la sensibilità di chiedere scusa per
i circa 20 anni di ritardo e disagi.
Sotto la galleria e a una gigantografia
che annunciava l’apertura del tratto dal
Km 44,400 al Km 48,100 è andata in
scena la realtà della questione meridionale lungo la Salerno Reggio Calabria,
e non solo.
E’ una storia infinita, l’ammodernamento, iniziata nel 1997 tra lotti, minilotti, accorpamenti, maxilotti, ritardi,
costi economici diretti (quelli delle
opere) e indiretti (quelli a carico dell’utenza anche in termini di salute,
tempi di percorrenza, sorprese di chiusure e aperture dei cosiddetti e lunghi
percorsi alternativi, vedi SicignanoPolla-Atena).
Sotto la galleria niente scuse. I ritardi
sono dovuti, ricordava un manager, a
ritrovamenti archeologici: bene;
al fenomeno delle infiltrazioni mafiose
e al tentativo di respingerle: benissimo;
al lavorare a un’opera su arteria trafficata: ma questa variabile si conosceva
al momento degli appalti, non è intervenuta strada facendo.
Come a dire: rassegniamoci alle disfunzioni, ai ritardi, alla dilatazione dei
tempi e dei costi ovvero alla possibilità di usare risorse per risolvere altri
problemi di viabilità o di altro tipo.
Sotto la galleria abitava il surreale
mentre sull’autostrada aumentava la
“Finanzieremo il recupero di tutta la struttura alberghiera e termale”
La Regione ha già assegnato 1,2 milioni di
euro. Nascerà il “Borgo termale”.
Arriva per una visita informale il Presidente della Regione, Antonio Bassolino. Arriva per visitare il Parco delle Querce dopo
sei mesi dalla consegna al Comune del
bene sequestrato.Arriva per vedere il progetto di recupero.Ad accoglierlo c’è il sindaco, Giacomo Rosa, il consiglio comunale, Nando Morra della Lega delle Autonomie Locali, ci sono i lavoratori idraulico forestali della Comunità Montana Alto e
Medio Sele, grazie ai quali il Parco è stato
liberato dalle erbacce ed oggi si può ammirare e, con un pizzico di immaginazione,
pensare a com’era nei suoi tempi d’oro.
“Presidente – dice il sindaco Rosa – questo bene vogliamo che diventi il simbolo di
una rinascita della nostra città delle terme,
un luogo dove si produce lavoro, e sviluppo. Pensiamo per esso a mantenere la
struttura con le finalità tipiche, cioè albergo, ristorante, centro benessere, cure termali, imbottigliamento dell’acqua Cantani”. Il Presidente guarda la piscina, fa un
giro in quello che una volta era il parco,
guarda e riconosce persino le sedie recuperate da ciò che resta del Parco, beve
quell’acqua che fa digerire, anche se dice di
aver mangiato solo frutta a pranzo. Ma so-
n°30 10 agosto 2007
Le vie crucis sull’autostrada
Quei 3 Km in più a Contursi
coda chilometrica reale in attesa della
fine dei discorsi e della richiesta di
fondi sicuri per portare a termine tutti
i lavori.
La gente, educata, ascoltava e non
aveva altro modo di esprimere il disagio che applaudire appena, non applaudire o andarsene. Per fortuna il cardinale Martino ha ricordato che
sono, di fatto, 46 anni che si lavora
sulla Salerno Reggio Calabria e che
esiste il diritto della gente a opere
certe nei tempi di realizzazione oltre
al diritto di muoversi e di comunicare senza sofferenze inenarrabili. La
gente presente ha applaudito con
forza e lungamente come a dire: devono arrivare risorse al sud insieme
a efficienza, a rispetto degli impegni/tempi, a serietà amministrativa
e organizzativa.
Sotto la galleria c’era il territorio con
tante autorità che nei convegni parlano di concertazione, negoziazione, di
fare sistema.
Ti aspettavi che qualcuno, a nome
del territorio, avesse fatto presente
la via crucis che gli automobilisti
della superstrada Lioni- Contursi
sono costretti a compiere rispetto a
prima (circa km 2,7 in più) per imboccare la direzione nord: Eboli/Salerno. Fermo restando l’attuale svincolo Contursi/Postiglione, spostato
verso Sicignano, si poteva e si può disciplinare con più naturalezza la confluenza del traffico della superstrada
sulla carreggiata nord e utilizzare lo
svincolo, in uscita di ritorno da Salerno e in entrata/uscita per/da Reggio Ca- Italo Cernera
Antonio Bassolino, visita a
sorpresa al Parco delle Querce
prattutto guarda il progetto preliminare
già approvato. Un progetto diviso in tre
lotti, ognuno indipendente.
La Regione ha già stanziato un primo finanziamento. Il primo lotto funzionale può
contare su 1,2 milioni di euro, ottenuti grazie alle risorse Fas. Nascerà nell’area di
Ponte Mefita un vero e proprio “Borgo
termale”. Ma per realizzare tutto occorrono ben 10,6 milioni di euro complessivamente.
“Sono legato a questa realtà da tanti anni
labria. Invece niente. Sembra che essere classe dirigente nel sud significhi
contribuire al clima di rassegnazione
verso i tempi e i modi di fare le cose.
Bisogna ricordare che l’unico sindaco a porre con forza tale questione
fu SALVATORE MASTROLIA fino
a dimostrarlo con uno studio/progetto di un professore della Federico II.
Sotto la galleria c’era l’attuale sindaco
di Contursi fasciato a tutto petto: ti
aspettavi qualcosa, un prosieguo di impegno, una sottoscrizione volante, una
cortese sottolineatura, un bla bla a
nome dei colleghi e del territorio.
NIENTE: né prima, durante e dopo.
Era come sospeso tra presenza e assenza, tra essere e apparire, tra porte
aperte e chiuse, tra cultura moderna e
cartelloni pubblicitari.
Amministrare è arte difficile a tutti i livelli. Viviamo nel mondo della complessità. E i problemi bussano insieme
con un intrecciarsi tra vicino e lontano, locale e globale. Qui e altrove danzano sempre in contemporanea.
Ma le difficoltà sono un conto, giocare a fare le belle statuine è altra cosa: e
non solo sotto la galleria. Non basta
pronunciare la parola territorio per promuoverlo. Non basta impegnarsi a portare a termine opere pubbliche già iniziate e programmate.
Sono gli strumenti urbanistici che
tracciano la cornice e le linee essenziali dello sviluppo fino a essere volano
per la qualità del futuro. Non può un
territorio comunale essere attraversato
da quasi 10 Km tra superstrada e autostrada con 2-3 uscite strategiche e continuare a far finta di niente in termini di
scelte urbanistiche.
Sono gli strumenti urbanistici che
– dice Bassolino – Qui stiamo portando
avanti un’esperienza esemplare per tanti
aspetti, dimostrando che lo Stato c’è e sa
fare. Il Parco è un simbolo, è una delle
strutture più significative e tornerò più
volte a Contursi per seguire i lavori di persona”. E poi la promessa: “Siamo pronti a
finanziare ciò che serve per riconvertire
tutto il complesso, albergo, un ristorante di
qualità, la struttura termale. Lavoriamo per
accorpare i lotti e finanziare tutto in due
tranche”.
continua a pagina 7
Il Presidente Bassolino, inoltre, punta ad
avere qui un campo di lavoro dell’associazione Libera e della Caritas, conta di organizzare in autunno la manifestazione Polis,
ma anche attività convegnistiche, iniziative
di vario genere.
Cosa prevede il progetto
La struttura è formata da un grande parco
con piscina, dall’albergo e dallo stabilimento termale. L’obiettivo del progetto è quello di ristrutturare e riqualificare le aree, albergo e terme incluse, nel rispetto di quanto indicato negli atti deliberativi che si
sono prodotti finora. Gli interventi, secondo l’indicazione, dovranno essere realizzati attraverso fasi specifiche, con lotti autonomi ma anche accorpabili, così come ha
chiesto il Presidente Bassolino.
Struttura divisa in quattro aree
In particolare, le aree, secondo il progetto
preliminare, si dividono in Parco Urbano,
con la riqualificazione degli spazi esterni,
degli spazi aperti, inclusa la piscina. E questo costituisce il primo lotto, quello finanziato dalla Regione. Poi vi è la realizzazione di una Casa albergo con attrezzature
per attività convegnistica di formazione; un
Centro per cure termali, riabilitative e fisioterapiche; un Centro per lo sport e il
benessere.
FraSca
n°30 10 agosto 2007
AGROPOLI
Un coro di No per Corona nuovo re
Un cattivo esempio sotto gli occhi di tanti giovani disorientati
Sarà certamente contento Davide Pecora, gestore della discoteca New Carrubo, a pagare il biglietto per vedere
Fabrizio Corona sono stati quasi in
3000.
Una scelta che è stata da subito accompagnata dalle polemiche quella della
venuta del “re di Vallettopoli” ad Agropoli e che ha visto la parte più sana e
dinamica della città ribellarsi di fronte
all’ennesimo trionfo della logica mediatica del dio denaro.
Fanno certamente parte di questa i ragazzi del Forum giovanile, l’organo
promosso dall’Amministrazione comunale che racchiude i rappresentanti giovanili di quelle realtà associative quotidianamente impegnate nel volontariato a sostegno dei più deboli e della promozione di una crescita civile, sociale
e culturale della comunità.
Hanno detto il loro no a chiare lettere,
prima con una missiva privata indirizzata ai proprietari della discoteca, poi,
vista l’assoluta assenza di riscontri da
parte degli stessi, attraverso la raccolta di firme in città per denunciare quella che a poche settimane dai noti fatti di
cronaca è apparsa come uno schiaffo
in pieno volto alla sensibilità dell’intera comunità.
The show must go on, o semplicemente la forza dei dio denaro: quello che
spinge imprenditori dello spettacolo, ai
diversi livelli, a ragionare soltanto in
ottica di business per racimolare folle
deliranti ai piedi dell’ultima creatura di
un mondo mediatico senza contenuti
né valori.
Agropoli si è spaccata in due: c’è stato
chi ha immediatamente sostenuto questa campagna e chi l’ha tacciata di moralismo o di bigottismo; c’è chi ha accusato i giovani di cercare pubblicità e
chi invece ha fatto notare che la pubblicità facile è rappresentata dalle scelte
commerciali compiute senza badare
alla sensibilità della comunità su cui ci
si rapporta; c’è chi ha portato 15 – 20
– 30 euro ai proprietari del New Carrubo e chi dal mattino presto della domenica, sotto il sole cocente, era impegnato a mettere su i gazebo per partecipare ad IniziAttiva, una manifestazione
di promozione delle associazioni sociali e culturali presenti in città nel cui
ambito si è svolta anche la Serata della
Legalità che ha visto la partecipazione
di Don Luigi Merola nel ricordo –
forza delle coincidenze – di un altro
Davide Pecora, il benzinaio ucciso proprio ad Agropoli da tre giovani delinquenti.
Giovani sbandati alla ricerca dei soldi
facili e figli proprio dei Corona e del
Grande Fratello, delle veline sgambettanti e dei reality, della tivvù spazzatura e dei modelli patinati senza sostan-
Alfieri ricomincia dai patti
Fuori da “Agropoli Navigando” e
dentro il patto “Magna Graecia”
Fabrizio Corona, vita pericolosa
di un fotoreporter randagio…
ospite al New Carrubo
L’home page del fan club di Fabrizio
Corona ritrae quest’ultimo come un
fotografo spericolato che conduce una
vita altrettanto spericolata. Che la storia di Corona sia intrisa di avventure,
magari poco edificanti, questo è sicuro, e che, nonostante il carcere e gli
arresti domiciliari, il “Re di Vallettopoli” abbia riscosso ancora più denaro di
prima, c’era da aspettarselo: ma che
venisse ospite ad Agropoli, in una delle
più rinomate discoteche del Sud-Italia,
questo proprio non se lo aspettava
nessuno. Manifesti giganti, con la faccia
non proprio perbene del famoso fotoreporter, affissi sui muri della città:
“Fabrizio Corona, Sabato 28 luglio, al
New Carrubo”. Apriti cielo! Una settimana di polemiche, per la strada, tra
la gente, su forum e giornali locali, ma
anche nazionali. Gianluigi Giuliano di
Fi interviene dichiarando esagerate le
proteste per quest’ospite estivo, d’altronde fa spettacolo ed è un fenomeno momentaneo; in effetti è ospite di
una discoteca, non si pretendeva certo
di fargli fare una lezione di buona educazione come doveva farla Moggi, qualche tempo fa, in una scuola del posto.
La frangia opposta poi, arrivata notizia
della presenza del galeotto fotografo,
promette firme di protesta, dal Forum
dei giovani di Agropoli forte indignazione per questa scelta dei titolari del
Carrubo, la famiglia Pecora. Tra l’altro
in tempi non sospetti anche la moglie
di Corona, Nina Moric, è stata ospite
del Carrubo. Intanto i biglietti e gli inviti per la serata sono andati esauriti
subito e ci sono state quasi tremila
persone, lo conferma Francesco Pecora, p. r. del New Carrubo: “La serata
con Corona è andata benissimo, si è
dimostrata una persona molto disponibile, e la gente si è divertita; quando
è salito sul palco c’è stata un’ovazione.
Sono piovute le critiche- continua il
p.r. Pecora- e sono stati paragonati
l’evento di Corona con quello di
Moggi, ma l’entrata al Carrubo era libera, chi aveva voglia di vederlo è venuto a ballare, chi non apprezza il personaggio ha avuto la libertà di astenersi. Inoltre Fabrizio Corona prima di
confermare la sua presenza al New
Carrubo, aveva ricevuto altre richieste, che ha rifiutato, scegliendo come
prima volta per le sue “esibizioni” in
pubblico, proprio Agropoli.”
Daniela De Martino
za e senza storia creati dai media e
dalla morbosità di questa pseudo-cultura sempre più dilagante.
Agropoli è l’una e l’altra cosa, è la città
che segue il richiamo del pifferaio mediatico e quella che si indigna di fronte alle scelte che ne umiliano la dignità.
Meglio tacere per non fare pubblicità
o gridare a voce alta il proprio sdegno?
Seguendo la prima strada forse il portafogli di qualcuno sabato notte non sarebbe stato così pieno, ma è soltanto
perseguendo la seconda che – a dispetto di ciò – si è permesso all’intera città
di rialzare la testa e di non lasciare
scorrere con passività e noncuranza
un’ulteriore offesa ai propri danni.
Vito Rizzo
(un altro articolo a pag. 14)
Revoca della delibera di partecipazione del Comune di Agropoli alla società “Agropoli Navigando”, per la gestione del porto, rientro nel patto territoriale “Magna Graecia Sviluppo”,
e istituzione delle Commissioni Consiliari permanenti, tra le quali la Commissione Sanità. Sono alcune delle decisioni adottate nel corso dell’ultimo
Consiglio Comunale che si è tenuto lo
scorso 30 luglio 2007.
Nello specifico, su proposta dell’Assessore delegato al porto, Dott. Franco Scognamiglio, è stata chiesta la revoca della deliberazione del Consiglio
Comunale n. 43 del 18/07/2006 avente ad oggetto la “Partecipazione del
Comune di Agropoli alla società Agropoli Navigando s.r.l. – <<C’è una
nuova amministrazione, una nuova
Giunta, un nuovo Consiglio comunale che hanno portato avanti un programma elettorale che tra i principali punti prevede la revoca della partecipazione ad “Agropoli Navigando”
– ha spiegato il Sindaco di Agropoli,
Franco Alfieri, nel corso del Consiglio comunale - E’ un convincimento
profondo che nasce dalla
consapevolezza che il porto
debba diventare una delle
strutture più importanti e
strategiche per lo sviluppo
della città. Non è quindi la
fine, ma l’inizio di un percorso. Oggi dobbiamo ridiscutere del progetto porto.
Se era scellerata la scelta di
aderire ad Agropoli Navigando, diciamo pure di non
essere soddisfatti delle condizioni attuali del porto, che
è soltanto un parcheggio di barche,
dove non c’è cantieristica e mancano
tutti i servizi.>> All’unanimità dei
presenti (assenti per la maggioranza
Andreiuolo e De Rosa, per la minoranza Domini e D’Ascoli), quindi, è
stata votata favorevolmente la proposta dell’Assessore Scognamiglio volta
a configurare per il futuro atti a gestione maggioritaria assoluta del Comune di Agropoli.
Intanto già quest’anno con la navetta
che collega il porto ai templi di Paestum, il porto di Agropoli è anche il
porto di Paestum.
Il Consiglio Comunale, inoltre, ha accolto all’unanimità anche la proposta
del primo cittadino di Agropoli di revocare la Delibera consiliare n. 47 del
21/07/2006 con la quale si prevedeva
la cessione delle azioni societarie del
patto “Magna Graecia Sviluppo
S.C.P.A.”. Con questa decisione il Comune di Agropoli è pronto, quindi, a
rientrare nel patto territoriale e proporsi come ruolo guida.
FraSca
5
Don Luigi Merola
accende il cuore
al forum delle
associazioni
Domenica, 29 luglio, si è svolto il
primo forum delle associazioni operanti sul territorio, in via Patella, che
attraverso gli antichi scaloni porta al
castello bizantino-aragonese, che domina il promontorio su cui sorse il
primo insediamento abitativo di Agropoli con il suo groviglio di viuzze. Il
neosindaco Franco Alfieri e l’assessore alla solidarietà sociale,Angelo Coccaro, si propongono di “imparare ad
ascoltare la gente”, confrontandosi e
valorizzando “le risorse aggregative e
ricreative”. Si sono avvicendati sul palcoscenico i cantori dell’Hauser, la
compagnia teatrale dell’oratorio P.
Giacomo Selvi, mentre le altre associazioni illustravano i loro programmi negli appositi gazebo. Una festa
grande, allietata dalla banda musicale
Città di Agropoli.
Il momento più atteso è stato il dibattito sulla legalità in memoria di
Davide Pecora, il benzinaio ucciso a
seguito di una tentata rapina. La discussione è stata preceduta da un documentario sull’attività antiusura e
anticamorra dell’ex parroco di Forcella, che volle concelebrare l’eucaristia ai funerali del povero Davide.
Don Merola è stato chiamato, nell’ottobre del 2006, dal ministro della P. I.
Fioroni a far parte del Comitato Nazionale su scuola e legalità. L’anno
precedente gli era stato attribuito il
premio “Paladino dell’infanzia” dal
presidente della camera Casini. Ha
eletto Agropoli come sede privilegiata della fondazione per i bambini, che
sarà messa in piedi con i diritti del
libro “Forcella tra inclusione ed esclusione sociale”.
Il quartiere di Forcella è stato per il
giovane parroco il laboratorio di analisi per indagare la condizione di disagio dei giovani e dei diseredati, attratti dalle sirene della camorra. Anziché
aspettarli in chiesa, don Luigi va lui incontro ai ragazzi in giro per i vichi
anche in orario scolastico. Li avvicina,
li chiama per nome, s’intrattiene con
loro. Maieuticamente. Come Socrate,
per il quale conoscenza e virtù s’identificano. Ma quando si reca a scuola
per risolvere insieme il problema dell’evasione scolastica, la preside lo tratta in malo modo, dicendo di occuparsi della parrocchia, ché alla scuola ci
pensa il capo d’istituto.
Quando il magistrato chiede al ragazzo, che aveva accoltellato un poveraccio come Davide per rapinarlo,
perché avesse abbandonato la scuola,
il ragazzo gli risponde: “’A scola nu’
mme piacìa, pecché ‘u professore me
cacciava fore quanno facia ammuina”.
continua a pag. 7
ALTAVILLA
6
n°30 10 agosto 2007
Il Power... flop ed il sorriso di Claudia Cardinale
Villani: “Mi hanno convinto in trenta minuti”. Non più di duecento paganti
Powerstock? No, è stato un Powerflop!
Questa volta non è la solita storia del
bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto.
Il “flop” era visibile a tutti, soprattutto
agli organizzatori: 50 biglietti venduti
la prima sera e 150 nella seconda, in
questi numeri è tutto il potenziale attrattivo della manifestazione che gli organizzatori avevano definito più volte
epocale. Trovare 200 “pazzi” che
hanno speso almeno 35 euro a testa, di
questi tempi, è già di per sé, una notizia. Il resto delle presenze? 500 nella
prima serata e 1500 nella successiva? I
numeri sono dati per eccesso e non per
difetto. Effetto innegabile delle liste
“omaggio” a disposizione di sindaco,
consigliere provinciale Iosca ed altri
esponenti politici di Albanella. Esito finale: almeno centomila euro bruciati e
qualche beneficio “keynesiano” (ricordate: scavare le buche e poi chiuderle)
solo verso i promotori diretti. “Ci
hanno messo meno di trenta minuti per
convincermi ad aderire a quest’iniziativa”, ha confessato Angelo Villani nell’affollata anteprima della manifestazione. Un presidente decisionista, non
c’è che dire. Il genere musicale scelto
(techno, discoteca, house) era talmente tanto di nicchia da non aver determinato nessun tipo di appeal significativo, inesistente è stata anche la promozione pubblicitaria dell’evento. Lo
straordinario spazio delle colline di San
Chirico, illuminato a giorno e messo a
disposizione dell’ultima delle Pro Loco
, con due suonatori d’organetto e distribuzione di “melenzane con la cioccolata”, avrebbe sicuramente determinato
il pienone di partecipanti. Invece nella
“due giorni” il grosso della partecipazione era dovuto ai carabinieri in divi-
sa, ai poliziotti in borghese (tutti colpevolmente distratti da più importanti
compiti d’istituto), accompagnata da
una “sicurezza” con decine di ragazzotti con i muscoli bene in vista e dalle
lugubri magliette nere sulle quali le
scritte “Ordine!” e “Pitbull”, apparivano più ridicole che surreali visto che…
l’unico ordine che c’era da fare era fra
le forze dell’ordine e volontari della
protezione civile, del soccorso e i forestali della comunità montana. In
mezzo a questa folla in divisa vagavano poche centinaia di giovani e qual-
che curioso più attempato d’età. Ed
intanto i decibel
erano sparati al massimo ed erano perfettamente udibili
nelle località vicine.
Un tum tum continuo , che insieme
alla calura, ci hanno
tenuto svegli fin alle
6 di mattina. Il senso
di tutto ciò sfugge
alla comprensione di
persone di media intelligenza.
Fra i “turlupinati”
sicuramente ci sono
stati gli amministratori comunali di Albanella che hanno
concesso
grande
supporto organizzativo a Powerstock.
Davanti al fascino di
una Claudia Cardinale che “presenta”
il fervore di un team
di
organizzatori
poco più che ventenni dove primeggia
la sua bella figliola sono caduti tutti.
L’annunciato afflusso di folle oceaniche era accompagnato da grandi proclami ecologisti. Sembrava che qui si
potesse davvero oscurare uno dei tanti
concerti promossi da Al Gore. Si doveva parlare di sviluppo sostenibile,
equità sociale e risparmio energetico.
Sulla collina matinellese, durante la
due giorni, si doveva fare – annuncio
solenne di Angelo Paladino - anche la
raccolta differenziata dei rifiuti. Ed invece? Tum… tum… tum…ed il ritor-
L’8 AGOSTO IL LIBRO PRESENTATO AD ALTAVILLA
Con gli interventi di Liuccio e Manzo
L’8 agosto 2007 Piazza Castello –
spazio antistante BAR RUFO –
ore 20,30 l’Associazione ARGONAUTA – Arte, Cultura e Territorio, con il patrocinio morale del
comune di Altavilla Silentina organizza la presentazione del libro: “I
paesi delle ombre” di Oreste
Mottola. Presenziano: Antonio
Di Feo, sindaco di Altavilla Silentina. Antonio Bassi (Bcc di Altavilla e Calabritto) ed Enzo Baione (presidente del consiglio
comunale).
L’analisi critica dell’opera sarà
condotta dai docenti Fernando Iuliano e Gaetano Ricco. Sono programmati gli interventi di Marianna Bassi, avvocato e scrittore; Diomira Cennamo, gior-
nalista; Virgilio Mari, operatore culturale. Seguono gli interventi di Gerardo Iorio,
studioso di storia locale e colonnello dei Carabinieri; Giuseppe Liuccio Scrittore,
poeta, già giornalista Rai e Antonio Manzo, inviato speciale de “Il Mattino”.
Il dibattito sarà moderato da
Bartolo Scandizzo, direttore responsabile di “Unico” .
E’ prevista la partecipazione di
numerosi
esponenti del
mondo della scuola, della politica e dell’informazione. Si ringrazia: Bar Genesio Rufo per la
location, la Pro Loco Altavilla
Silentina per la fornitura dell’impianto audio.
nello dei “soldi che non ci sono” e così
il nostro patrimonio culturale ed artistico se ne viene giù a pezzi.
Anche sulla mancata partecipazione
del musicista francese Jean Michel
Jarre si sono addensate le polemiche.
Era l’unico artista, fra quelli annunciati, conosciuto ai più. Tre giorni prima
del concerto l’organizzazione annuncia che a Matinella lui non ci sarà. Il
dubbio, come la domanda di Lubrano,
vien su spontanea: non è che è stato
usato come specchietto per le allodole?
Conclusione: l’unico merito di Powerstock è di aver scoperto la straordinaria valenza paesaggistica delle colline
di Matinella… e la dabbenaggine di
molti nostri pubblici amministratori
pronti ad aprire la borsa di soldi non
loro davanti alle belle parole di una
bella donna.
Oreste Mottola
Due giorni
per ricordare
Giovanni
Saponara
Quella partita all’Arechi, lo spareggio che valeva la vittoria nel
campionato di promozione, ad
Altavilla sono almeno in seicento ad averla nella memoria. Si
perse di misura con la Pollese,
ma aver portato il nome di Altavilla nel più grande stadio della
provincia, fa ancora venire i brividi. L’artefice dell’impresa fu lui,
Giovanni Saponara, una laurea
in lettere ed una carriera di professore d’italiano nella scuola
presto accantonata per dare
forma e sostanza alla sua passione imprenditoriale e poi a
quella creditizia e sportiva. Alla
fine della scorsa settimana si è
tenuto un memorial per ricordare Giovanni Saponara, l’indimenticato presidente della Bcc
che l’anno scorso ci lasciò. Ad
onorarlo chi diede gambe e
forma ad una delle sue grandi
passioni, quasi tutti i calciatori
delle sue squadre. E poi i dirigenti ed allenatori che diedero vita
a quella stagione, da D’Eboli a
Mimmo Zoccola. Ad Enzo Adinolfi il compito di ricordare quegli anni dal punto di vista sportivo. A lui si sono aggiunti prima
il sindaco Antonio Di Feo, poi
Antonio Bassi che gli è successo
al vertice della Bcc ed ancora suo
figlio Antonio.
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SPORT
n°30 10 agosto 2007
Salernitana Calcio e Bcc di Aquara, accoppiata per vincere
Lombardi e Scorziello sottoscrivono il contratto di sponsorizzazione
Una società importante ha al suo fianco importanti sostenitori. E al fianco
della Salernitana Calcio 1919 quest’anno ci sarà anche una banca che, dalla
sua nascita, sta crescendo tanto, diventando punto di riferimento per l’imprenditoria sul territorio provinciale: la
Banca di Credito Cooperativo di Aquara. Con l’accordo sottoscritto nella serata di ieri tra il presidente Antonio
Lombardi e il presidente Luigi Scorziello, la BCC di Aquara è diventata
sponsor supporter dei granata per il
campionato 2007/2008. Un scelta lungimirante, quella del presidente Scorziello unitamente al direttore dell’istituto di credito Antonio Marino che, con
le sue otto punti operativi ubicati sul
territorio (Aquara, Castel San Lorenzo, Roccadaspide, Capaccio, Eboli-S.
Cecilia, Oliveto Citra, Felitto e Castelcivita) s’inserisce anche nell’importante discorso della vendita degli abbonamenti. In tutte le filiali, infatti, sarà possibile sottoscrivere l’abbonamento per
la stagione 2007/2008, facendo entrare sempre più sul territorio le offerte
della Salernitana. “Mettersi al servizio
degli utenti è sempre stato il nostro
primo obiettivo – ha dichiarato il presidente della BCC di Aquara Luigi
Scorziello – e con tutte le richieste che
arrivano dalla provincia di sottoscrive-
Da sinistra Lombardi e Scorziello
Negli otto punti
re abbonamenti
per la magica
Salernitana, non
potevamo rimanere indifferenti alla richiesta e
abbiamo deciso
di prestare la
nostra opera per
agevolare la società granata anche in questo campo.
Naturalmente, il connubio BCC di
Aquara– Salernitana Calcio 1919,
operativi si potrà
sottoscrivere
l’abbonamento
nasce principalmente per far sentire alla squadra e ai suoi
sostenitori che la provincia operativa,
quella che crea economia e lavoro,
quella che cresce, è vicina a loro
in una stagione che ha tutti i presupposti per essere vincente.”
Il direttore Antonio Marino precisa: “Abbiamo scelto di sponsorizzare la Salernitana perché
abbiamo interpretato il desiderio di ogni salernitano che vuole
fare qualcosa per la squadra
delle propria terra. L’augurio è
che la squadra sappia salire in
alto in classifica come speriamo
che sappia fare anche il territorio
che insegue il proprio riscatto
economico e sociale. Per la
banca è anche l’occasione per
“provincializzarsi”, ancora un
po’, e farsi conoscere. Non è un
atto di presunzione il
nostro, ma
la naturale
evoluzione
del cammino di questa
piccola
azienda che
opera,
ormai, in
gran parte
del territorio della provincia a sud di
Salerno.”
FraSca
si fuori dai problemi diventa sottilissimo. Non sempre la politica può allontanarsi dal dovere di guardare in faccia
i problemi e di affrontarli con la dovuta manutenzione.
La cerimonia sotto la galleria è la metafora della rassegnazione, della distanza, della politica che vive con l’illusione che bastano discorsi, convegni,
qualche finanziamento per il sud e il
proprio paese, qualche stretta di mano
e cullarsi per le più svariate ragioni
“nell’illusione di vivere in un mondo
tutto sommato accettabile”.
Siamo “alla sostanziale minimizzazione dei disagi che costellano la vita quotidiana al di sotto del Garigliano” come
ricordava Fabio Ciaramelli sul Corriere del Mezzogiorno a proposito del coraggio civile e dell’invito del cardinale Martino (meno male che ci sono i
preti a ricordarci che la testa non serve
solo a dividere le orecchie) a INDIGNARSI, OVVERO A RIFLETTERE, A PENSARE, A COSTRUIRE
DEMOCRAZIA, un mondo più giusto, più vero e più abitabile.
Italo Cernera
Germano Bonora
Quelle vie crucis sull’autostrada
gestire: è un muoversi con una sola
lampadina di posizione nel buio
della notte. E’ un guardarsi la polvere sulle scarpe.
La via crucis per andare a Salerno è un
disservizio. Come l’erogazione dell’acqua. Come la gestione rifiuti.
(Fermo restando la questione Serre finita come si temeva: non 200/300 mila
tonnellate a Valle della Masseria, ma
più tonnellate con distruzione di ettari
di macchia mediterranea-oasi naturale puntualmente ai confini con altro comune).
Far pagare i cittadini è normale. Decidere aumenti è normale. Non è normale aumentare tariffe e offrire in cambio cattiva gestione e disorganizzazione fino a non entrare nelle pieghe del
problema, a non lavorare per un piano
di risposte immediate e di programmazione che agisca sulle cause e non sugli
effetti. L’INDIFFERENZA VERSO I
PROBLEMI o l’affrontarli con semplici proclami (vedi raccolta differenziata con i cani che giocano ad acchiappare i sacchetti appesi alla recinzione delle case) è UN DISSERVIZIO.
Farsi cascare addosso i problemi già
noti l’anno prima è scegliere di essere
fuori dalle situazioni: dal futuro.
La mancanza di un PUC moderno e
compatibile è un disservizio. E’ chiamarsi fuori dallo sviluppo edilizio,
economico, turistico, commerciale,
abitativo. E’ non creare leve di sviluppo nei tempi e nei luoghi opportuni
laddove il territorio interno si intreccia con le vie di comunicazione e con
le possibilità del territorio esterno.
L’orologio dello sviluppo non sempre
aspetta chi pensa di fermarlo non caricando la batteria.
C’è un tempo per le cose grandi. C’è
un tempo per le cose piccole e necessarie. C’è un tempo per rotolarsi nei
problemi e investire intelligenze e
decisioni. La coltivazione di tutti
questi tempi fanno il buon governo e
creano una comunità in cammino.
Trascurarne uno in attesa dei
grandi/medi finanziamenti è collocarsi e collocare la comunità fuori dal
tempo. E’ rinchiudersi in una sorta di
autostima esagerata che è assoluta autoreferenzialità staccata dalla società.
Ma a questo punto il confine tra obbligo di stare dentro e scelta di chiamar-
Don Luigi Merola
accende il cuore
al forum delle
associazioni
Don Luigi parte dai fatti concreti per
sollecitare le famiglie al dialogo, a tavola, anziché guardare in silenzio le
scemenze propinate dalla televisione.
La scuola deve imparare ad ascoltarli anziché cacciare i ragazzi troppo vivaci, che sono i più intelligenti. Ha richiamato tutti al senso del dovere
quotidiano, bollando i cattivi maestri,
che imperversano alla TV. Ha ricordato con indignazione il pienone registrato in un noto night per la performance del famigerato fotografo accusato di estorsione e altri gravi reati,
che preannunzia la nascita del suo
partito, ovviamente contro la magistratura che lo perseguita…
Alla carità celebrata da S. Paolo con il
celebre inno, don Merola preferisce
la speranza, che considera oggigiorno la prima virtù da accendere nei
cuori delusi non solo dalla politica ma
anche dalla chiesa, alla quale non risparmia critiche. Le parole semplici e
colorite di don Luigi conquistano la
moltitudine dei presenti, che lo ascoltano applaudendo ripetutamente. Lo
applaudono anche quelli che - come
me - erano prevenuti contro “l’attivismo e il presenzialismo” del prete
scomodo, che ribatte giustamente ai
suoi critici:“Gesù dava anche da mangiare alle moltitudini che accorrevano
per ascoltare la sua parola”. Dio lo
benedica!
Nel 1958, alla stessa età di don Luigi
- 34 anni -, al poeta-educatore Danilo Dolci gli fu conferito il Premio
Lenin per la pace, pur non essendo
mai stato né comunista né marxista,
ma rivoluzionario nonviolento per il
riscatto dei poveri cristi, vittime dello
sfruttamento e del dominio politico,
mafioso e anche religioso. Il card. Ruffini, arcivescovo di Palermo sentenziò: “Tre sono i mali della Sicilia: la
mafia, Danilo Dolci e Il Gattopardo”.
La frase demenziale si commenta da
sola. Il fratello era ministro della DC.
Don Luigi Merola stia attento. Prima
o poi, per metterlo a tacere, i superiori tenteranno di farlo vescovo con
il pomposo titolo di “monsignore” ed
“eccellenza”. Per rimuoverlo. La trappola scatterà tra pochi anni. Troppo
giovane ora per fare il vescovo. Se poi
esagera, lo manderanno a…Barbiana.
Come don Milani.
Meglio fare il soldato semplice. Come
Gesù. Che respinse finanche l’attributo di “buono”, ribattendo ai provocatori: “Perché mi dici buono? Buono è
soltanto il Padre mio”.
continua da pagina 4
leggono, per tempo, i bisogni per
una restituzione in termini progettuali circa la crescita economica,
commerciale e demografica. Sono
requisiti indispensabili che richiedono cura, attenzione, lavoro quotidiano. Perdere tempo, agire in ritardo, nascondersi dietro opere del passato
prossimo significa stare fermi e giocarsi un paese possibile: il futuro. Significa optare per la stagnazione. E’
l’articolazione di un Piano Urbanistico Comunale con la rete dei servizi,
delle opzioni, delle occasioni, degli insediamenti, delle possibilità che crea
aspettative, investimenti, crescita, occupazione. E’ qui che bisogna agire per
intrecciare potenzialità e posizione
geografica/viaria, sviluppo produttivo/abitativo e bioarchitettura,
opere pubbliche e servizi all’altezza
delle esigenze, cultura ed eventi di
spessore. E’ l’innovazione, la flessibilità, la buona organizzazione, la velocità/qualità delle decisioni a fare la differenza. E’ il lavoro quotidiano orientato al domani. E’ governo/visione del
futuro prossimo nelle sue variabili fondamentali. Altrimenti è un semplice
continua da pag. 5
DIANO
8
n°30 10 agosto 2007
“Voci dal Sud”, incontri e vite in transito
Nel mese di agosto, a Sant’Arsenio, storie e memorie musicali
Il Sud del mondo conosce varianti e
rappresentazioni infinite: Macondo, la
città in cui Gabriel Garcia Marquez ha
ambientato “Cent’anni di solitudine”,
romanzo popolare dell’America latina; le strade, polverose e alcoliche, di
Jack Kerouac, che, nel Sud-Ovest
degli States, ha concentrato la sua vita
di scrittore in transito; il Sud-Est asiatico di un maremoto, di un’onda del
porto che non ha lasciato alcuna memoria in noi. E poi c’è il brulicante
Sud Italia, madido di sudore e cosciente traccia di arrivi e partenze che toccano tanti ragazzi ambiziosi. Sant’Arsenio proverà ad animare queste storie, nel corso della terza edizione di
“Voci dal sud”, consolidato sguardo
sugli scenari musicali e culturali della
nostra terra e del nostro tempo. Nelle
giornate del 23, 24 e 25 agosto, Sant’Arsenio ospiterà queste storie, che
saranno esplicate e narrate da voci,
suoni, immagini, fotografie e suggestioni teatrali. La serata del 23 sarà dedicata al conferimento del premio teatrale “Peppino Amabile”, uno degli interpreti più profondi e celebrati della
cultura teatrale del nostro Meridione.
La selezione dell’opera vincitrice, che
sarà sceneggiata e presentata in occasione della stessa serata, è stata affidata ad una giuria presieduta da Elio Pecora, stimata voce della poesia italiana
contemporanea. Le altre due serate of-
friranno spazi sonori
agli
appassionati
della musica più ricercata, ma al tempo
stesso diretta, che sa
parlare e profondere
energie ed alchimie
sporche e laboriose.
Nell’appuntamento
del 24, dopo una
serie di opening acts
dedicati a gruppi
emergenti selezionati nel mese di luglio,
“Voci dal sud” ospiterà i Nidi d’Arac,
gruppo dal cuore salentino ma che si è
formato in ambiente
capitolino. La formazione pugliese, epigona della ricerca salentina basata su pizzica e taranta, corroborata però dal genere trance, molto in
voga nei club, è guidata dal tamburellista
e cantante Alessandro Coppola, accompagnato da Vera Di
Lecce (voce e performance),
Caterina
Quaranta (flauto), Rodrigo D’Erasmo
(violino), Maurizio Catania (batteria),
Edoardo Targa (basso) e Stefano Miele
(tastiere e campionamenti). Tra le produzioni di maggior spessore, si ricordano Figli d’Annibale (1998), Tarantulae (2001), Jentu (2003) e St. Rocco’s
Rave (2005). L’appuntamento conclusivo, in programma per il 25 agosto,
porterà a Sant’Arsenio Daniele Silvestri, il principale esponente di quell’ambiente musicale romano degli anni
Novanta che seppe coniugare ricercatezza e intuito artistico e musicale. I
suoi esordi risalgono al 1994, con l’ effervescente album eponimo, cui seguirono Prima di essere un uomo (1995),
Il dado (1996), Sig. Datapas (1999),
Occhi da orientale (raccolta del 2000),
Uno’-due’ (2002), Livre transito (live
del 2003) e Il latitante (2007), da cui
sono stati estratti i singoli Mi persi, La
paranza e Gino e l’Alfetta. Silvestri
rappresenta l’equilibrio più perspicace tra l’intimità denudata in maniera
non banale e l’impegno politico e sociale che raccoglie esiti e soluzioni di
vigoroso impatto su ascoltatori ed appassionati.
“I fiumi sono strade che corrono”, diceva Pascal. A Sant’Arsenio le voci del
Sud sono memorie che chiedono di
non essere tralasciate.
Carmine Marino
TUTTO D’UN
FIATO
Maurano con Tarallo e l’Uncem contro Prodi
Un estimatore Giuseppe Tarallo lo ha trovato, si tratta di Costabile Maurano, sindaco di Castellabate che
non le ha mai mandate a dire quando si è trattato di
criticare l’ente parco sia in sede di Comunità del
Parco sia in pubblici consessi; ma il 25 luglio, seduto di fronte al presidente/commissario/presidente in
occasione della presentazione del libro sulle vecchie
ricette cilentane nello splendido scenario della villa
Materazzo a Santa Maria, Maurano ha tessuto le lodi
di un “Giuseppe Tarallo decisionista, finalmente libero dai condizionamenti di un consiglio che ne frenava l’azione e, grazie ai poteri commissariali, ha
potuto assumere decisioni importanti che sono andate incontro alle aspettative del sindaco che ha chiamato l’applauso del pubblico sulla sua richiesta, imperativa, di confermare, per il secondo mandato, il
presidente/commissario!” Non è dato sapere (rimaniamo in religiosa attesa di conoscere le decisioni
assunte) su quali basi Maurano abbia basato la sua
conversione, certamente ha avuto i suoi buoni motivi e ne prendiamo atto; ma visto che il connubio
funziona, perché non dare una mano allo stesso
Maurano per entrare nel consiglio del parco quale
uno dei cinque rappresentante dei sindaci; continuiamo ad occuparci di Maurano a causa di altre due iniziative: la prima riguarda la bella idea di porre un ticket d’accesso alla villa Matarazzo (ogni cittadino,
turista, curioso ... viene fermato all’ingresso, con
molta gentilezza, e
invitato a versare
l’obolo nelle casse
comunali (la manutenzione della villa,
invece, è a carico
dell’ente parco che
ne è proprietario);
altro caso che ha
fatto infuriare il sindaco/avvocato di
Tarallo è stato
ascoltato nel corso
dell’inaugurazione della manifestazione “Libri &
Libri”: alla presenza di un folto pubblico e di Franco Alfieri e Gennaro Mucciolo, non ha voluto far
mancare la sua forte critica nei confronti di “certa
stampa” che osa “scrivere cose false e che danneggiano l’immagine della città dove gli stessi giornalisti vivono!” il tutto perché una collega ha avuto
l’ardire di scrivere quello che è sotto gli occhi di
tutti e confermato da tutte le statistiche: il calo delle
presenze turistiche e sulla difficoltà di ritirare e smaltire i rifiuti si sa, l’immagine è tutto nella nostra società e non è importante la realtà ma quella che appare...
Altro argomento scottante per la nostra zona è il Ddl
sui “costi della politica” che, se approvato, dovreb-
be falcidiare la consistenza numerica dei comuni che
fanno parte della Comunità Montane, con un veloce passaggio su internet (www.uncem.it) ci si può
rendere conto di quanta solidarietà è arrivata agli
enti montani da parte di altrettanti enti locali che si
stanno prodigando per far recedere la ministra Linda
Lanzillotta dal procedere come da decreto e di trovare “soluzioni concordate” che evitino che la “ghigliottina” si abbatta sulle consolidate ed inderogabili necessità di rappresentanza del territorio in seno
agli enti montani che si troverebbero, altrimenti, orfani dei “marinai di montagna” che manovrano con
le loro corpose (ogni comune non è rappresentato
per territorio montano ma per numero di abitanti)
rappresentanze, senza tema del ridicolo, per approdare a postazioni di comando per gestire le risorse di
un territorio che, in molti casi, conoscono solo per
qualche occasionale pranzo a cui sono invitati; in
questo, dobbiamo dirlo, aveva visto giusto l’ex sindaco di Piaggine, Angelo Pipolo, che aveva chiesto,
in tempi non sospetti, la fuoriuscita dei comuni balneari (Albanella, Altavilla e Capaccio), dall’ente
montano del Calore Salernitano ed è proprio su questi tre comuni, con l’aggiunta di Castel S. Lorenzo,
che calerebbe (il condizionale è d’obbligo) la scure
delle decisioni del Parlamento se la proposta del Governo andasse in porto.
velina
Acido folico: un
integratore dalle
mille virtù!
L’acido folico è una vitamina del gruppo B
importantissima durante la gravidanza
per la prevenzione dei
difetti del tubo neurale e in misura minore
di altre malformazioni congenite quali le
cardiopatie congenite, le labiopalatoschisi, i difetti del tratto urinario, le malformazioni agli arti ecc… Oltre a questo, è ormai certa anche la relazione
tra acido folico e prevezione del rischio
cardiovascolare per mezzo della riduzione dell’omocisteinemia. Infatti,
l’omocisteina prodotto di degradazione
della metionina, introdotta con la dieta,
viene oggi considerata come uno dei
più importanti fattori di rischio cardiovascolare. Un alto tasso di omocisteina
aumenta difatti di tre volte il rischio di
ictus o infarto cardiaco. Un suo aumento è determinato dalla carenza di vitamine del gruppo B (soprattutto acido
folico). Per questo motivo la somministrazione di acido folico diventa indispensabile nelle persone ad alto rischio
vascolare.
Recentemente altri studi hanno associato la concentrazione totale di omocisteina al calo cognitivo negli individui
di età avanzata. In particolare, i ricercatori dell’ospedale di Wageningen hanno
selezionato 818 soggetti di età compresa fra i 50 e i 70 anni con valori medioalti di omocisteina; a 405 di questi sono
stati somministrati per tre anni 800 mg
di acido folico al giorno, mentre i restanti soggetti non hanno assunto niente. Al termine dello studio, la terapia
con folati ha determinato una riduzione significativa dell’omocisteina (26%)
e un miglioramento della performance
cognitiva in termini di memoria, di rapidità sensitivo-motoria e di velocità di
elaborazione delle informazioni alle
prove eseguite.
I vari studi indicano che alti livelli di
omocisteina e/o basse concentrazioni
di acido folico, possono portare ad un
peggioramento delle capacità cognitive
in tarda età negli uomini e nelle donne.
E’ un’area ancora da approfondire, tuttavia esiste un possibile meccanismo
biologico alla base di tale correlazione
che potrebbe essere rappresentato da
un disturbo cerebrovascolare subclinico o dall’effetto dell’omocisteina sulla
neuroregolazione e la trasmissione chimica nel cervello. Sebbene sia necessario attendere i risultati di ulteriori studi
per chiarire definitivamente la relazione tra omocisteina e acido folico, è opportuno seguire una dieta equilibrata
che preveda un adeguato apporto di alimenti ricchi in folati come i vegetali a
foglia larga, il fegato, gli agrumi, i legumi
e il pane integrale.
Alberto Di Muria
[email protected]
n°30 10 agosto 2007
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VALLO DELLA LUCANIA
Festival artisti di strada a Moio della Civitella
Un’occasione per conoscere le risorse turistiche e valorizzare i prodotti della tradizione cilentana
Giocolieri, giullari, mimi, musici, funamboli, acrobati, fachiri, danzatrici del
ventre, cabarettisti, trampolieri, statue
viventi, maghi. E poi, ottima musica,
grandi esibizioni circensi, strepitose
evoluzioni acrobatiche, esilaranti spettacoli raffinate performance, colori e
passioni mescolati dal grande respiro
dell’arte di strada. Siamo al “Mojoca”,
il Festival degli artisti di strada, che si
tiene il 3 e 4 agosto nelle strade, i vicoli e le piazze di Moio della Civitella.
Il teatro di strada per la sua immediatezza, spontaneità, le sue espressioni corporee ha da sempre affascinato grandi
e piccoli. I buskers, “gli artisti camminanti” che rappresentano la loro maestria, nelle strade del mondo, ritrovano,
nella cornice del borgo antico del paese
cilentano, calda accoglienza e pittoresco palcoscenico. La carovana gitana
che sprizza energia, la trasmette, accende la festa vera, attesa, partecipata, dal
carattere schietto, dall’umore sincero.
Si tratta di una grande opportunità che
unisce ed avvicina gente diversa con un
grande spirito: il buonumore, le risa, i
sorrisi, attimi di divertimento spensierato che Moio e i suoi numerosi ospiti
potranno vivere nelle calde sere del 3
e 4 agosto. Il tutto è ideato dall‘Asso-
ciazione culturale “Mojoca“ nata nel
gennaio 2007 con l’intento primario di
promuovere il territorio cilentano attraverso ideazione e organizzazione di
manifestazioni a carattere culturale ed enogastronomico. E’
formata dall’impegno di un
gruppo di giovani laureati, laureandi ed artigiani di età compresa tra i 26 e i 33 anni, tutti
residenti nel comune di Moio
della Civitella. “E’ un’occasione per conoscere le risorse turistiche e soprattutto valorizzare i prodotti della tradizione
enogastronomica cilentana –
spiega Giovanni Bertone, presidente della Mojoca -. Gli artisti si esibiranno nella cornice
del centro storico di Moio, tra
le viuzze e le raccolte piazze,
seguendo uno schema di rotazione che porta ciascun artista
nei diversi angoli del paese. Artigiani, musici e geniacci fattivi, mostreranno le loro creazioni frutto di passione, di gusto e
tanta voglia di esserci”. Associazioni
culturali, ambientaliste, di volontariato
e di impegno sociale saranno presenti
per proporre, spiegare le ragioni e sen-
sibilizzare sulle motivazioni del loro
impegno.
Particolare è anche l’attenzione riservata ai bambini, i quali potranno assistere agli spettacoli dei burattinai e
degli scultori di palloncini o sottoporsi all’abilità dei truccabimbi in appositi spazi a loro dedicati. È una festa popolare, semplice e raffinata, che ammalia, coinvolge, crea forte complicità. Un
evento, che mette al centro lo scambio
di relazione ed emozioni tra culture che
si rispettano, si confrontano e si divertono
divertendo.
L’Associazione è intenzionata anche a
promuovere la comicoterapia attraverso spettacoli organizzati nei giorni della
festa presso il reparto di pediatria del
nosocomio e il centro per anziani di
Vallo della Lucania.
Nella serata del 4 agosto alle 23 si procederà all’estrazione dei biglietti vincenti della “Lotteria Mojoca” abbinata al Festival, primo premio una Tv al
plasma 50” Philips.
www.mojocafestival.com
Nicola Nicoletti
Gli ex seminaristi di “Don Rocco De Leo” a confronto
Liuccio ospite d’onore dell’incontro estivo, in programma la pubblicazione di un libro memoriale
28 luglio, teatro diocesano La Provvidenza di Vallo della Lucania, momento
di incontro tra i componenti dell’associazione per la prima volta aperto
anche ai familiari. Dopo il benvenuto
dato ai soci intervenuti da parte del
presidente Nicola Ragni che ha ringraziato per la presenza il vescovo, Giuseppe Rocco Favale, ha dato la parola
a Peppino Liuccio, ospite d’onore del
pomeriggio culturale, racconta qualcosa della sua esperienza nel seminario
di Vallo della Lucania. “Quattro anni
della sua vita trascorsi nel seminario
di Vallo hanno segnato la sua giovinezza e determinato la sua formazione.
Condivide lo spirito dell’associazione
perchè i momenti d’incontro portano
a momenti di riflessione, di crescita,
raccontano ciò che ciascuno di loro è
sul territorio, ciò che al territorio ha
dato e ciò che potrebbe essere per la
sua terra. Ci si interroga su come restituire alla terra d’origine talento e
interesse. Ciascuno di noi ha fatto ciò
che ha potuto: ha dato tutto o niente,
spesso siamo rimasti chiusi ognuno nel
proprio ambiente allora è arrivato il
momento di esprimerci, di confrontarci, di proporre per permettere al territorio di crescere. È bello incontrarsi, confrontarsi su argomenti di interesse pubblico, proporre attività culturali, ma per il momento cominciamo a
confessarci. Raccontiamo le nostre
esperienze legate agli anni trascorsi in
seminario, i nostri ricordi più particolari, quelli che ci hanno fatto crescere.
Mettiamo a confronto ciò che oggi noi
siamo, offriamo le nostre capacità intellettive alla nostra terra di origine.”
Tutto questo lo ritroveremo nel libro
“Memoriale” che hanno intenzione di
scrivere, sarà motivo di riflessione, di
confronto, sarà un’esperienza raccontata a più mani sotto l’aspetto cattolico e politico, critico e sociale. Sarà l’occasione per rappresentare uno spaccato della società cilentana che ce l’ha
fatta. Sarà la dimostrazione che quando si semina bene i frutti non mancano. Insomma, gli anni in seminario non
sono passati invano.
Luigi Rossi condivide il pensiero di
Liuccio e sottolinea con più vigore il
desiderio di dare al Cilento le opportunità che merita. “Ci manca la capacità di fare rete, di amalgamazione eppure dal 1931 circa 1300 persone sono
passate per il Seminario di Vallo e di
professionisti capaci la nostra zona ne
ha prodotti.” Ricorda, poi, l’esperienza di Don Rocco che nel suo libro autobiografico (La Spada Schiavone) sottolinea il suo fallimento di non aver saputo dare al proprio territorio tutto
ciò di cui aveva bisogno. Ma quello che
il seminario ha prodotto, per gran
parte è stato merito della sua grande
cultura e della sua capacità di trasmet-
terla ai suoi allievi. “È arrivato il momento di recuperare “la spada gettata
nel mare di Amalfi e riportarla nel Cilento conclude Rossi - Partiamo dalla
scuola, dai problemi enormi che in essa
si evincono, lì dove vengono formate
le nuove generazioni, e ricominciamo a
riprodurre cultura. Basta con l’ignoranza, recuperiamo i veri valori, l’etica. Noi
ex seminaristi, siamo stati il sale della
classe dirigente del Cilento, proponiamo nuove soluzioni attraverso dibattiti apriamo dei forum di discussione.Affrontiamo, ad esempio, il problema
della sanità, dove vince chi ha più santi
in Paradiso o sulla questione Parco che
se fossimo stati, semplicemente, al
nord un commissariamento così lungo
non sarebbe stato consentito.”
Il vescovo, dopo aver preso atto che il
suo invito rivolto circa un anno fa agli
ex seminaristi che si erano ritrovati per una semplice rimpatriata a Vallo era stato accolto e
tradotto in una struttura organizzata, è entrato nel merito
della discussione e ha rilanciato
tutte le tematiche affrontate da
Liuccio e da Rossi: “bisogna ricostruire lo spirito libero di una
popolazione che per troppo
tempo ha piegato la testa di fronte al
potente di turno! Voi potete farlo perché ne avete le capacità e la possibilità. I successi professionali che avete
conseguito vi rendono liberi. Pertanto
iniziate un’opera missionaria e predicate libertà di giudizio e risvegliate al
capacità di indignazione che per troppo tempo è rimasta chiusa nel recinto
del bisogno. Io come vescovo marcerò
al vostro fianco. Il libro che avete in-
tenzione di scrivere è solo un primo
passo di un viaggio che vi dovrà potare al centro dei problemi sociali ed
economici del territorio.”
La serata si è conclusa con l’esibizione
del gruppo del Piccolo teatro di Vallo
della Lucania che ha presentato la
“Quadriglia della brigantessa”. I presenti hanno accompagnato le evoluzioni del ballo con il battito delle mani
che, alla fine di ogni brano, si sono trasformati in applausi di consenso nei
confronti di un gruppo che lavora per
mantenere vive le tradizioni cilentane.
A concludere la serata è stato chiamato Peppino Liuccio che ha declamato la
poesia che è diventata la colonna sonora del Cilento: Chesta è la terra mia!
Gina Chiacchiaro
CALORE
10
n°29 03 agosto 2007
Roccadaspide, la frana eterna delle Cesine
La Valle del calore è a rischio isolamento. Di chi le colpe?
“Cristo si è fermato ad Eboli... le tasse
no”, è lo striscione che provocatoriamente è stato depositato da un cittadino benpensante, per denunciare i
ritardi sulla sistemazione della frana
sul tratto Cesine-Roccadaspide della
S.S. 166.
“Cristo si è fermato ad Eboli …..le tasse
no”, è la scritta apparsa su uno striscione a ridosso della S.S. 166, a segnalare
allegoricamente la frana non ancora sistemata in località “Cesine” tra Castel
S. Lorenzo e Roccadaspide. Amministratori, politici e rappresentanti istituzionali sovra comunali, si sono interessati della frana in passato, ma senza produrre soluzioni. Si dice che vi è stato un
passaggio di consegne delle competenze della SS.
166, dall’Amministrazione provinciale di Salerno all’ANAS. C’è un dato, tuttavia che supera la burocrazia stessa. Per tutto l’inverno, del 2006/07 ogni
qualvolta pioveva, l’acqua creava delle grosse pozzanghere e gli operatori addetti alla manutenzione
della strada spargevano del misto per coprirle, appena ritornava la pioggia si ricreavano. Dopo l’inverno u. s. si sono decisi di cospargere sul tratto, uno
strato di asfalto. Dopo di questo intervento, la manutenzione è stata diradata perché non vi è stato bisogno di interventi di manutenzione in emergenza. Si
viaggia sempre su una sola carreggiata. Le macchine, i pullman i camion, ecc., sono costretti a transitare uno per volta. La strada è rischiosissima sulla
parte sud. C’è il rischio reale che, specialmente di
notte, possa essere causa d’incidenti o di fuoriuscita di carreggiata. Se s’interrompe questo tratto di
strada, tutto il traffico proveniente dai paesi a sud,
resta bloccato, in quanto non vi è un’altra via di collegamento, a meno che non si arrivi sulla strada per
Controne/Castelcivita, verso Salerno. Ci si domanda,
Si è discusso di innovazione e di
ascensori sociali, di meritocrazia e di
lotta alla partitocrazia, di partito democratico e di primarie per la scelta
del leader. Questo e altro ancora è
stata la Summer School 2007, organizzata dal Centro Studi Ideura, in collaborazione con Laboratorio Democratico Europeo e Associazione 360,
e svoltasi dal 28 al 29 luglio per il secondo anno consecutivo a Laurino
(SA).
L’ex Convento di Sant’Antonio è stato
il laboratorio del confronto e della riflessione che ha portato in questo angolo del Cilento un Ministro, Gino Nicolais, un sottosegretario, Nando
Dalla Chiesa, un parlamentare, Sandro
Gozi, un consigliere regionale, Guglielmo Vaccaro, il vicepresidente della
Provincia Gianni Iuliano, oltre agli amministratori locali, tra cui molti giovani, a rappresentare l’intera filiera istituzionale.
Molto attenta l’organizzazione curata
da Angelo De Vita, da segnalare tra l’altro la genuinità dei prodotti offerti
nella colazione di lavoro, come il carattere dei temi oggetto di confronto
e ogni cittadino si pone il problema, perché non viene
sistemata questa frana? Non sono interventi di
somma urgenza? Ci sono problemi di finanziamenti? …Di competenze? …Di conferenze di servizi?
Di chi è la colpa di tutto ciò, se su questa frana, sono
stati fatti più interventi in passato e nessuno è stato
risolutivo? Allora, è presto detto, si può ipotizzare
una sola risposta, seppur fatalistica: siamo al Sud e
di quello più bistrattato, tanto che qualche
benpensante ha sistemato sulla frana, lo striscione provocatorio (ma non tanto): “Cristo
si è fermato ad Eboli ….. le tasse no”, dall’omonimo e famoso libro di Carlo Levi:
“Cristo si è fermato ad Eboli”. I cittadini del
posto, fuorché i sindaci e i rappresentanti
politici e istituzionali non se ne rendono
conto e si palleggiano le responsabilità e non
sollecitano la soluzione a chi di competenza. Questo territorio, così, non decollerà mai,
perché tutti sono convinti (quelli che contano), “tanto i cittadini della Valle del Calore
stanno tranquilli” e quando “il manovratore”
decide di premere l’acceleratore, per sistemare la frana, nel nostro caso, che di qui a
qualche anno, pure sarà sistemata, allora il
problema sarà risolto. A meno che non si verifichi, nel frattempo, una triste emergenza
sul tratto, e si crea l’imprevisto (cosa che
non mi auguro vivamente), si aggiusta prima
e solo allora, si cercheranno d’individuare i
colpevoli dei ritardi. Purtroppo, non si può
fare a meno di teorizzare il solito fatalismo:
“così va il mondo” da queste parti, ecco perché tanta gente poi, abbandona questi luoghi e ci ritorna in vacanza e magari si lamenta pure, nel momento in cui ritorna (nel posto
natio) e non trova acqua potabile nelle case
o è razionata: mattina e sera, e, molte volte,
è razionata pure d’inverno e non vi sono servizi adeguati ad una società moderna. In quel momento, ci si dimentica del bel luogo e si preferisce
partire al più presto, lontano da questa terra benedetta/maledetta dal Signore, a secondo dei punti di
vista, ma più di tutto, abbandonata dai governanti,
non importa se di centro destra o centro sinistra. La
sostanza è la stessa.
Cosmo Guazzo
Summer School: laboratorio
politico nel cuore del Cilento
Dal Governo ai rappresentanti delle Istituzioni locali:
confronto aperto nella due giorni organizzata da Ideura
scelti dal presidente di Ideura Carmine Pacente, dal Responsabile Analisi e
Ricerca Nunzio Mastrolia e da Maria
Rosaria Capozzoli,Assessore all’Unione dei Comuni Alto Calore.
Se la presenza del Ministro Nicolais è
ormai una costante sia nel Cilento,
terra alla quale il professore è molto
legato, che verso l’attività di Ideura,
molto incisivi e apprezzati
sono stati anche gli interventi dell’onorevole Sandro
Gozi, già consigliere del presidente della Commissione
Europea, Prodi prima e Barroso poi, e del sottosegretario all’Università e alla Ricerca Nando Dalla Chiesa che
ha puntato la sua attenzione
sulla meritocrazia e sugli
ostacoli che vengono spesso frapposti sul cammino di
chi non ha una rendita di posizione
sulla quale poter puntare.
Naturalmente ha tenuto fortemente
banco l’imminente campagna per le
primarie che sceglieranno il segretario del nascente partito democratico,
con un confronto molto franco che
non ha taciuto posizioni molto critiche sulle modalità della competizione
e sulle regole che restringono di fatto
la partecipazione spontanea a vantaggio degli equilibri e delle combinazioni correntizie tra gli apparati dei DS e
della Margherita.
Molto netta la posizione dell’On.Vaccaro e di Carmine Pacente a sostegno della candidatura di Enrico Letta,
ma non sono mancate prese di posizione diverse a sostegno di Walter Veltroni, su tutti il Ministro Nicolais, e di
Rosy Bindi.
Bilancio comunque ampiamente positivo per la qualità del confronto e dei
relatori sebbene, come ha evidenziato
a conclusione dei lavori Carmine Pacente, <<dobbiamo ancora una volta
constatare la totale assenza e copertura mediatica da parte delle emittenti televisive locali e – salvo rare eccezioni - della carta stampata che continuano ad ignorare un evento che se
si svolgesse a Napoli vedrebbe la partecipazione senza alcun dubbio della
stessa Rai e delle testate nazionali.>>
Resta comunque la bontà ed il tenore dell’iniziativa che sull’asse Milano Roma – Cilento sta lavorando alla crescita di una nuova classe dirigente.
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CAPACCIO
Consiglio straordinario per bloccare la chiusura della
stazione ferroviaria di Capaccio - Roccadaspide
Chiuso il cancello e la sala d’aspetto l’accesso avverrà attraverso tre “cunicoli”
Convocazione di urgenza del Consiglio comunale di Capaccio per il 31 luglio 2007 con un unico punto all’ordine del giorno: l’ eventuale chiusura
della stazione ferroviaria di Capaccio - Roccadaspide e relativi accessi.
Promosso dal consigliere Luigi Di Lascio, antico trenista, il consiglio è straordinario anche per la coesione che
unisce maggioranza e opposizione di
fronte al pericolo di ulteriore impoverimento del territorio.Tutti in piedi per
ascoltare l’inno nazionale. Prende la
parola un altro cliente affezionato delle
Ferrovie dello Stato il presidente del
Consiglio Paolo Paolino. Assente il
segretario ne assume le funzioni il più
giovane dei consiglieri Carmine Caramante. Paolino presenta la questione dando atto al consigliere Di Lascio
di aver fatto pervenire al Comune le
problematiche connesse alla chiusura
della stazione. Riferisce che il sindaco
Pasquale Marino ha verificato personalmente la precarietà dei sottopassi e
la pericolosità per chi resta sulle banchine. Il responsabile del settore l’ingegnere Carmine Greco ha fornito una
relazione tecnico descrittiva da cui si
evince che l’utilizzo delle strutture
come realizzate “metterebbe a rischio
l’incolumità dell’utenza in generale”. Il sindaco Pasquale Marino conferma di aver fatto un sopralluogo tecnico per “verificare questo scempio
che le ferrovie hanno prodotto alla stazione di Capaccio per cui si aprirà un
contenzioso con le ferrovie, anche per
la stazione di Paestum. Visto che ho
potuto verificare le inadempienze che
l’amico Di Lascio e l’amico Paolino
conoscono più dei ferrovieri”. Intende
avvalersi della collaborazione del ministro Alessandro Bianchi come promesso in campagna elettorale nell’incontro all’hotel Excelsior di Capaccio
Nino Pagano vuol ricordare che nel
2004 si stava operando per migliorare
la situazione della stazione per cui occorre riprendere i progetti interrotti.
Roberto Voza comunica che il deputato Gaetano Fasolino oggi stesso ha
fatto, su loro richiesta, un’interrogazione parlamentare.
Il consigliere Di Lascio chiede un
tempo superiore ai cinque minuti a cui
era stato richiamato nell’ultimo consiglio, e, al centro della scena, (il presidente gentilmente lo invita a tornare al
suo posto) con un’oratoria infuocata
distribuisce foto dei vari tratti del sottopasso e della stazione quindi scagliandosi contro le RFI che “ci trattano
come un paese da terzo mondo”, chiarisce che con la chiusura dell’attuale
accesso alla stazione le nuove strutture siano improponibili per una stazione frequentata da 700 passeggeri ogni
giorno per “motivi di sicurezza idrogeologica: il progetto sfonda una paratia per regimentare le acque che si
vedono scorrere copiose all’ingresso
delle tre rampe di accesso… motivi di
sicurezza per i viaggiatori, motivi di
I L FAT TO
Si è svolto martedì 31 luglio il
Consiglio comunale. Affrontato il nodo della stazione ferroviaria. “Il sindaco Pasquale
Marino – è scritto nel verbale
– porta a conoscenza della cittadinanza che il Consiglio comunale nella seduta del 31 luglio 2007 con il contributo di
tutti i gruppi consiliari ed all’unanimità dei voti ha contestato e condannato la gravissima ed irresponsabile decisione
della società R.F.I. di chiudere
la stazione ferroviaria di Capaccio Scalo e gli attuali in-
gressi per l’accesso ai binari
obbligando così gli utenti ad
usufruire, per recarsi ai treni,
esclusivamente delle anguste,
inadeguate e pericolose scale
ricavate in zona attigua al sottovia. Il Consiglio, infine, dopo
ampio approfondimento della
situazione ha condiviso l’iniziativa sindacale di emanare
ordinanza volta a prevenire i
pericoli quali sarebbero esposti i cittadini utenti a causa
della chiusura degli attuali accessi alla rete ferroviaria”.
impossibilità di accesso alle persone
con disabilità, motivi di confort: i
700 viaggiatori trovano solo una “capanna” stretta corta con pochi posti a
sedere, motivi di accesso generale:
per arrivare agli ingressi si percorre un
tratto nel sottopasso molto stretto che
non permette a due persone con valige
di passare, motivi di condizioni generali: illuminazione, qualità della pavimentazione, segnaletica di sicurezza,
motivi di sicurezza sanitaria: il sottopasso ferroviario su cui si aprono gli
accessi è molto trafficato, quindi ricco
di emissioni nocivi e potenzialmente
cancerogene, motivi di sicurezza sociale: i viaggiatori su una stazione praticamente solitaria possano essere oggetto di atti di rapina, motivi di intelligenza ingegneristica: perché sono
stati realizzati tre accessi pericolosi irrazionali e che pongono nel tempo
costi di manutenzione e non è stato realizzato il sottopasso nella sua posizione naturale vicino alla picciola? Attualmente le macchinette obliteratrici
restano nella sala di attesa costringendo i viaggiatori a veri e propri “viaggi”
per obliterare e raggiungere il marciapiedi di arrivo del treno per non attraversare i binari. Incredibile. Inoltre
alla stazione arrivano centinaia di turisti nel periodo estivo dagli alberghi,
con pullman o pulmini Essi devono
con le loro valige essere scaricati nella
migliore dell’ipotesi più o meno all’altezza della rotonda e quindi avviarsi
verso l’infelice ingresso”. Il consigliere ricorda inoltre che in passato ci sono
state due interrogazioni parlamentari
una di Iannuzzi, Annunziata e Molinari del giovedì 25 luglio 2002 e quella di
Iannuzzi del 18 febbraio 2003. Nella
risposta delle Ferrovie dello Stato si
legge “sono in corso, e proseguiranno
per tutto il 2003, interventi atti a mi-
gliorare il decoro e la fruibilità dell’impianto da parte degli utenti quali il rifacimento delle pavimentazioni dei
marciapiedi, il ripristino delle pavimentazioni dell’atrio e della sala d’attesa, il rifacimento degli intonaci danneggiati, la verniciatura degli ambienti aperti al pubblico, il rinnovo dell’arredo di stazione e l’installazione della
nuova segnaletica. Inoltre, è programmata la realizzazione di un nuovo sottopasso, il cui completamento è previsto entro il 2004”. Nessun impegno è
stato mantenuto. Questo è “un paese
di occupazione dei corrotti”. Conclude ringraziando il sindaco, il presidente e il consiglio che daranno una “risposta di forza e dignità istituzionale”. I vari capigruppo prendono la parola per confermare la loro piena adesione alle azioni da intraprendere.
Franco Longo dichiara l’Ulivo vicino
al sindaco e invita a coinvolgere anche
i sindaci dei paesi vicini. Lorenzo Tarallo conferma l’intervento del sindaco
e dell’assessore ai lavori pubblici per
dare ai turisti un aspetto diverso di civiltà. Giuseppe Troncone vede l’urgenza di manifestazioni decise e corali e di provvedimenti che portino al potenziamento della stazione, con fermate di Intercity, la realizzazione di un
sottopasso a norma e, inoltre, perché
non autorizzare un punto di ristoro
proposto da un cittadino che vede da
quattro anni bloccato un simile progetto?
L’unanimità è rotta da un alterco tra
Carmine Caramante che legge una
lettera riportata in un “articolo sul mio
giornale” come afferma, indirizzata al
senatore Gaetano Fasolino e il consigliere Voza, interrotto dal presidente.
Vito Scairati fa proprie le dichiarazioni del consigliere Di Lascio rende atto
al sindaco di aver subito preso le opportune decisioni, anzi propone l’occupazione della stazione qualora le ferrovie persistano nelle loro decisioni,
coinvolgendo gli organi di stampa.
Luigi Ricci auspica che il consiglio
possa continuare su questa linea di
unità per la soluzione dei problemi. Infine viene letta e approvata all’unanimità l’ordinanza del sindaco con cui,
premesso che la stazione ferroviaria ha
un bacino di utenza di 60 mila abitanti, 100 mila durante la stagione estiva
e le condizioni impossibili per i disabili, precarie e pericolose per tutti “ordina e fa divieto a chiunque di procedere alla chiusura degli impianti pubblici serventi la rete ferroviaria della stazione di Capaccio Scalo – Roccadaspide, nonché di chiudere gli attuali accessi ai binari della stazione”.
Enza Marandino
LA STORIA
La storia, quella più recente, inizia
con gli ani ’90 quando finalmente
venne dato il via alla costruzione del
sovrappasso pedonale per l’attraversamento dei binari. Al termine dei lavori l’opera venne immediatamente
messa in ristrutturazione per poi essere demolita a causa dell’instabilità
che si manifestava con preoccupanti
oscillazioni al passaggio di ogni
treno! A memoria di questa bella impresa è rimasto da oltre un decennio
un pilastro lesionato in più punti al
centro della banchina, una vera e propria stele della vergogna. Finalmente
con l’avvento del nuovo millennio
Trenitalia decise di porre riparo alla
vergognosa situazione della stazione
che oltre a una serie infinita di disservizi vedeva l’obbligo di utilizzare una
passerella in legno per prendere il
treno, con la costruzione di un sottopassaggio realizzato con il contemporaneo allungamento della banchina
che rendeva più funzionale anche il
parcheggio situato di fronte. Purtroppo un ingegnere “distratto” ha voluto
iniziare l’opera di scavo su una falda
freatica, la qual cosa ha dato vita ai
disagi che tutti abbiamo vissuto legati al continuo allagamento anche nelle
giornate di sole della strada che collega Capaccio Scalo al Rettifilo, la situazione è stata tamponata solo grazie
all’intervento del comune che ha dovuto piazzare alcune pompe che come
idrovore aspirano l’enorme flusso
d’acqua. Le sorprese non finiscono
qui, a lavori ultimati, è passato più di
un anno, qualche sventato turista o
saltuario viaggiatore si incammina
verso le scalinate per vedersi poi intrappolato dalle sbarre che non sono
mai state aperte. Volete sapere perché? Anche noi saremmo curiosi ma
dalla ferrovia tutto tace. Di sicuro c’è
che mancano gli scivoli per consentire l’accesso ai diversamente abili,
davvero una bella mossa degna ciliegina su questa fantastica torta. Recente poi è la dismissione dell’opera a
causa di infiltrazioni che hanno determinato la totale rimozione dei marmi,
degli scalini, e di tutto quanto era
stato realizzato. Nuovi lavori e nuova
apertura del famigerato sottopasso,
questa volta pare che ci siamo, unico
particolare mancano le obliteratrici e
i tabelloni con gli orari che sono rimasti nel vecchio accesso, morale
della favola: entri dal sottopasso attraversi i binari sulla sempre più vecchia passerella in legno timbri il biglietto e ritorni indietro vicino al sottopasso! Oppure opti per la maratona
che consiste nello scendere i gradini
che dal 2 e 3 binario conducono al
primo, raggiungere le obliteratrici
poste all’interno della sala d’aspetto,
tornare indietro, ridiscendere i gradini e risalirli per ritornare al punto di
partenza!
Antonio Fraiese
CAPACCIO
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Estate 2007. Paestum: schizofrenica come Rimini?
Formata l’associazione “Amici del Calpazio” per reagire
La giornata di lavoro è appena finita e
corro su, verso la piazzetta del santuario del Granato, per rispettare un incontro spontaneo con altri amici finalizzato a costituire un’associazione per
la tutela e la valorizzazione dell’area
archeologica medievale del monte Calpazio di cui si conservano importanti
e consistenti ruderi come i resti della
civitas, le mura con i torrioni di difesa
e il castello, realtà cancellate da Federico II di Svevia nel 1246. Il massimo
tesoro di queste ‘antichità’ è la Basilica della Madonna del Granato, finalmente riaperta al culto, dopo un lungo
restauro, nel marzo 1991. Il fine di promuovere e rivalutare il sito, definito
giustamente ‘Culla di Capaccio’ è lodevole. Quando arrivo trovo già qualcuno in attesa: Enzo Monzo, il neo
consigliere comunale di Capaccio capoluogo. Ci salutiamo e cominciamo
a parlare del più e del meno rimarcando con chiarezza che l’incontro non
aspira nel modo più assoluto ad avere
la benché minima sfumatura politica
ma è mosso soltanto da una forma di
volontariato socio-territoriale accessibile a tutti. Attirato dal vivace mormorio ci raggiunge anche padre Domenico, l’instancabile rettore del santuario
del Granato. Si ferma sorridente per
qualche minuto in nostra compagnia
fino a quando, di lì a poco, uno squillo del telefono non lo richiama all’interno dell’edificio. Il buon padre Domenico è venuto da lontano a ridare
vita e mantenere in esercizio, con solitario sacrificio, l’antico luogo di culto,
icona tangibile e ancora attiva di un
passato che appartiene alla nostra storia e che deve essere conservato. Volgo
svagatamene lo sguardo verso l’orizzonte: sotto di noi si apre la vista magnifica del mare al tramonto e della
pianura lussureggiante, irrigata dai
getti di decine di zampilli, che comincia ad essere illuminata da un’infinità
di lucine. In fondo, sulla linea dell’orizzonte, gli ultimi riflessi del sole
fanno risaltare le sagome scure di
Capri e di Punta Campanella. Penso
che è uno spettacolo meraviglioso e mi
sento appagato di poter vivere in questo seducente angolo del Creato. Ma
l’emozione cosmica dura poco e presto mi costringo a rientrare nella dolente realtà. Con un repentino guizzo
degli occhi torno sulla terraferma per
seguire il barbaglio metallico della
strada ferrata che taglia a metà la piana
e mi sovviene alla mente un difficile
accostamento. Sembra incredibile eppure esiste una lampante similitudine
tra Rimini e Capaccio. Entrambe le
città sono costituite da due ‘città’ contrapposte. Quella al di sotto della ferrovia, votata all’industria balneare e al
turismo, e quella al di sopra con altre
caratteristiche economiche. Capaccio,
come Rimini, è una città «schizofrenica» che non riesce ad amalgamare gli
aspetti molteplici della sua realtà sociale. Ma mentre una è diventata la capitale europea delle vacanze l’altra è
rimasta ripiegata su se stessa in un eter-
L A LETTERA
L’Ambassador nuova sede dell’alberghiero
Carissimo Direttore,
tu sai che le mie idee politiche non
coincidono con quelle dell’Assessore
alla Scuola della Provincia di Salerno;
ma sai altrettanto bene che l’amicizia,
la stima, la collaborazione istituzionale ed il plauso per la sua fattiva azione amministrativa non sono mai mancati.
Ed oggi sono ancor più rafforzati dalla
solidarietà che sento, come dovere e
come scelta, di esprimere all’assessore Pasquale Stanzione, nel momento
in cui non è sfuggito all’arma vile delle
telefonate minatorie, avendo portato
a termine un’operazione amministrativa innovativa ed unica in Italia; solidarietà che estendo con convinzione al
dirigente dell’Ufficio tecnico arch. Angelo Cavaliere, il cui lungimirante apporto tecnico è stato prezioso, anche
lui fatto oggetto di “avvertimenti”
poco amichevoli. Credo che tutta la
Comunità civile ed istituzionale dell’intera Area dovrebbe far sentire la
sua voce perché il progetto vada avanti. Di che si tratta? L’acquisizione da
parte della Provincia dell’hotel Ambassador, ubicato in località Santa Venere
di Capaccio-Paestum, per farne la
sede dell’Istituto Alberghiero “Rosanna Paolillo”, attualmente associato a
quello di Salerno ma a presto autonomo, non è la semplice operazione
per dare un edificio ad una scuola che
n’è priva, ma di sperimentare un mo-
dello di formazione professionale
unico in Italia. Quando poco più di un
anno fa, in un colloquio presso l’Ufficio tecnico della Provincia, nacque
quest’idea, entusiasticamente sponsorizzata ed elaborata dall’Assessore Pasquale Stanzione, mi rivolsi all’allora
sindaco Vincenzo Sica, a sua volta convinto tifoso della proposta, perché individuasse nel territorio di Paestum
una struttura che potesse consentire
un simile progetto. Da questo immediato e sinergico consenso di enti ed
istituzioni cominciò l’operazione Ambassador, nella prospettiva di un rinnovato Istituto Alberghiero.
L’idea era ed è quella di unificare concretamente mondo del lavoro e
mondo della formazione, di trovare in
se stessi forme di autofinanziamento
e di investimento produttivo, aprendo ed utilizzando
la scuola per tutti i 365
giorni dell’anno e trasformandola da costo e spesa
in fonte di reddito; nello
stesso tempo di dare vita
ad un modello di Istituto
professionale che, richiamando alcuni principi del
modello ENALC, costruisca percorsi formativi che
abbinino teoria e pratica,
contatti diretti con i clienti, con gli ospiti e con la
complessità del lavoro in
presenza, in modo che l’apprendimento teorico sia inserito nell’orario di servizio tipico della ristorazione e dell’accoglienza alberghiera.
Questi in breve l’idea ed il progetto
ai quali silenziosamente e con determinazione si è lavorato da più di un
anno; difenderli con forza e ad alta
voce spetta ora a tutti, a cominciare
dalle Amministrazioni comunali di Capaccio-Paestum e di Agropoli e dai politici dell’Area affinché il profitto di
pochi non sia di danno all’interesse
generale di un territorio e dei suoi
giovani.
Con la stima di sempre.
Aurelio Di Matteo
Dirigente scolastico dell’Istituto Alberghiero “R. Paolillo” di Capaccio Paestum.
no pianto greco. Mi fermo un attimo a
considerare se si possa guardare al modello turistico della città regina della
costa romagnola come a un faro utile
ad orientare lo sviluppo di Capaccio.
Ma a parte la similitudine territoriale,
è velleitario credere che il nostro processo di sviluppo possa ricalcare le
stesse fasi evolutive di Rimini. Soprattutto perché lì non tutto è stato positivo e noi, sulla scorta dell’esperienza,
potremmo evitare gli stessi errori di
percorso degli amici romagnoli. Di
certo non dovremo replicare l’assurdità della loro politica del cemento. Venti
anni fa il Dizionario della lingua italiana registrò la nuova voce «riminizzazione» per indicare il deturpamento del
paesaggio con troppo cemento. In effetti sarebbe meglio «pestanizzare»
Capaccio, cioè mettere in maggiore
evidenza le sue vestigia classiche e valorizzarle con un’idoneo piano urbanistico che non le soffochi e che non faccia del cemento il suo unico business
ma, al contrario, renda la città ‘vivibile’ sia per i residenti che per i visitatori. Invero c’è anche un’altra parola celebre coniata per Rimini che è «divertimentificio»: il paese dei balocchi
aperto 24 ore su 24. Atteso che Paestum non dovrà essere «riminizzata»
resta il fatto che occorre comunque
creare anche da noi occasioni di svago
per il tempo libero delle persone ospitate. Il nostro turismo, infatti, deve sì
affermare maggiormente il suo peso
culturale, la sua vantaggiosa «diversità» (Paestum è la più bella città magnogreca), ma nella piana dei templi
anche lo svago dovrà avere diritto di
cittadinanza. Il turismo moderno lo reclama. Tuttavia non dimentichiamo
che ci sono dei risvolti drammatici che
sarebbe utile non ripetere a Capaccio:
la piaga della droga e le «stragi del sabato sera». Serve molta lungimiranza, ma anche competenza, coraggio,
cultura e cooperazione per sperare in
un verosimile rilancio del nostro turismo. Intanto però l’estate sembra scivolare via rendendo ancora più nera la
crisi: anche il consumo dei gelati è in
calo! Il dato la dice tutta, l’acqua (metaforicamente) ci è già arrivata alla
gola. D’un tratto mi accorgo che il
tempo è passato e sono arrivati anche
Vittorio Merola e Franco Sica. Gli altri
stanno sopraggiungendo. La riunione
può finalmente cominciare. Alla fine
della serata la Onlus ‘Associazione
Amici del Calpazio’ da semplice idea
condivisa si è trasformata in un consorzio umano, un sodalizio aperto a
quanti sono disposti ad impegnarsi gratuitamente per la propria terra.
Giorgio Cafasso
[email protected]
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CAPACCIO
Bonifica, Matteo Franco si stacca da Quaglia
“Il presidente trascura gli agricoltori e fa di testa sua”
Stanco di sentirsi dire “Io sono il Presidente e faccio quello che voglio”
Matteo Franco, componente del consiglio dei delegati e membro della deputazione amministrativa, ha preso cappello ed ha deciso di abbandonare la
maggioranza che a Paestum sostiene il
presidente Pasquale Quaglia al vertice
del Consorzio di Bonifica di Paestum.
Quaglia, il vivaista di Ponte Barizzo,
come è noto ai più, basa la sua maggioranza su un solo voto in più, quello
di Luigi Ciliberti, più volte all’onore
delle cronache locali, ultimo episodio
quello dello “schiaffo” a Giancarlo
Carrano, consigliere d’opposizione
nello stesso ente. “Sì, l’episodio occorso a Carrano ha acuito il mio disagio”,
confessa Franco, agricoltore di Gromola. “Sono stato eletto per garantire ai
consorziati servizi sempre migliori. Io
non ho mire politiche o di altro”, dice.
Non passa all’opposizione, semplicemente dichiara di non fornire più sostegno “organico” ed “incondizionato”
all’esponente dell’Udeur. Franco tira
fuori un ricco carteggio di lettere mandate a Quaglia. L’ultima, datata 27 luglio 2007, è quella più sorprendente.
Racconta del sequestro della “terna”
del Consorzio, un prezioso e costoso
mezzo multiuso che pulisce anche i canali, ad opera della Forestale. Il fatto
si verifica in contrada Laura. Matteo
Franco mette nero su bianco le sue domande a Quaglia: “Chi ha dato incari-
co di effettuare lavori senza la dovuta
autorizzazione della deputazione amministrativa? Quali provvedimenti disciplinari intende applicare alla persona che ha autorizzato tutto ciò?”. Segue
la tirata d’orecchi: “Ricordi, signor presidente, che gli automezzi del consorzio devono essere a disposizione degli
utenti che pagano i ruoli contributivi i
quali permettono al consorzio di esistere”. Ed ancora: “Rammenti ancora
che siamo in emergenza idrica sia con
l’irrigazione che con l’acquedotto, e
con un mezzo meccanico in meno io
non so come potrà sopperire a tutto ciò.
Quale giustificazione troverà con gli
“Tele al vento”, vince il grafico
Carmine D’Amoato
E’ un progetto del grafico battipagliese Carmine D’Amato a vincere
“Tele al vento”, il primo Concorso
nazionale di grafica per la caratterizzazione della vela di randa di “Stabiavela”, manifestazione in programma a Castellammare di Stabia dal 29
giugno al 1° luglio.
Stabiavela ha come obiettivo principale quello di far conoscere, anche ai
non addetti ai lavori, una sorta
di “fronte acquatico” perfetto per
tutte le attività relative al mare ed alla
vela: quello di Castellammare di Stabia e dell’ideale “stadio della vela” che
si estende da Napoli a Capri.
Unendo sport, spettacolo e solidarietà, in vista della tre giorni, l’Associazione “Stabiavela” ha affidato a professionisti della creatività provenienti da tutta Italia il disegno del logo
della vela di randa dell’imbarcazione “Meteor Stabiavela”. L’imbarcazione prenderà parte alla grande festa
del mare patrocinata dalla Provincia
di Napoli, dalla Città di Castellammare di Stabia, dalla Regione Campania
e dalla Federazione Italiana Vela in
programma domenica 1 luglio, dove
è prevista la partecipazione di almeno settanta equipaggi e un totale di
circa cinquecento velisti in mare.
Carmine D’Amato è diplomato all’Istituto Europeo di Design. Ha collaborato con diversi studi di grafica
del salernitano ed ha partecipato alla
realizzazione del manifesto
di benvenuto ai rappresentanti istituzionali convenuti al G7 di Napoli del
1994. Ha stilato diversi progetti per organizzazioni,
enti e fondazioni. Attualmente lavora autonomamente tra Battipaglia e
Capaccio.
Diomira Cennamo
utenti che sono ormai all’esasperazione?”. Due settimane prima è ancora
Matteo Franco a scrivere e a ricordare
come: “per l’ennesima volta, la quarta
per l’esattezza, mi accingo a scriverle
nell’intento di comunicarle i problemi
presenti nel nostro comprensorio”.
Segue un elenco, è in tre punti, ed alla
fine c’è la conclusione: “Qualora non
ci siano riscontri positivi sarò costretto ad informare i giornali”. I risultati
non sono arrivati, ed eccoci noi a “riscontrare” le doglianze di Matteo Franco. “La pulizia dei canali Acque Basse
e Compagnone è stata iniziata ma dopo
due mesi non conclusa. Venga a vedere di persona”. Altre sollecitazioni per
“Vasca di Colmata”, “Acque Medie”,
“Cifrone”, località che preoccupano
Franco perchè “ho il timore che al verificarsi di un possibile temporale estivo si possano avere delle serie conseguenze”. Franco si fa anche interprete
del disagio degli agricoltori :”costretti
a turni esasperanti, talvolta di due, tre
giorni, seguiti addirittura dalla chiusura dei reparti, senza che venisse avvisato qualcuno di loro”. E qui non rinun-
cia a censurare l’atteggiamento di “arroganza, strafottenza e menefreghismo” assunto da un piccolo gruppo di
dipendenti. Perché se le riparazioni incidono sono a carico degli utenti, le
perdite incidono sui costi di pompaggio
per sollevare l’acqua dai pozzi. E c’è
“A Laura Antonio Chiumiento non può
entrare nei suoi terreni”. “Davanti alla
Floricoltura Paestum ci sono delle pozzanghere perenni”. “Palma, Di Spirito
ed altri chiedono il rifacimento di una
condotta idrica fatiscente a Spinazzo,
ma il geometra Guarino risponde che
è tutto pronto ma manca il personale”.
Però il 12 marzo sono stati assunti 25
operai avventizi. E poi ancora altre assunzioni. “Fatto ‘o ‘rre, viva ‘o ‘rrè!”.
Il presidente sembra muoversi su questa linea. Troppo semplice!. Le guerre
legali per farlo andarsi a sedere laddove è oggi a me, come ad altri amici, mi
sono costate 5mila euro. Vorrei non
pentirmi. La smetta con il clientelismo
politico ed affronti i problemi!”. Cambia Quaglia, sembra dire Franco, hai
ancora un’altra chance!
Oreste Mottola
La personale di Silvana Mazzaro
“Le Voci di Rocca, Paese d’amore”
ROCCADASPIDE. Aspido (documentato nel XII secolo), aspide, Cleopatra se ne innamorò morendone, Da
cui Rocca d’aspide, Roccadaspide : di
questo paese, alto e superbamente
dolce, pietra e colori, è difficile sentir
parlare Silvana Mazzaro senza immaginarla giovinetta volare per le sue
strade scoscese, trasformarsi nelle
ombre chiare del giorno in un’inquieta metamorfosi. Di questo grande
amore nulla è per lei mutato in questi
anni e ora, dalla sua prospettiva di artista, ci chiede di ascoltare il racconto che la sua memoria continua a suggerirle, quelle pietre tenere come carni
materne, i balconi da cui s’apre a precipizio uno spazio familiare e sempre
nuovo, e soprattutto i suoni. Perché
Mazzaro ha voluto dipingere le voci di
quelle pietre, i dialoghi mai scordati,
il notturno ritirarsi
del canto? I suoi dipinti parlano di questo suo paese e lo ritraggono apparentemente vuoto, il castello, i palazzi borghesi,
le case povere, un
paese corale, rappresentato da una pittura
da ascoltare, e non
solo da vedere. Le
pietre e le tonalità dei
colori esprimono infatti suoni trattenuti, grida, l’urlo nascosto, la voce, la
gioia complice e il rassegnato dolore.
L’assenza dei personaggi indica che il
protagonista è il paese amato e contro cui la pittrice mostra di adombrarsi, di conservare asprezze che l’antica adolescenza le presta. Un paese che
Silvana Mazzaro traduce e rinnova, ne
fa un grande strumento musicale, e
gloriosamente esalta nel suono alto
del ricordo ancora pungente. La prospettiva nei suoi dipinti continuamente si ribalta ma è sempre uno scendere o un salire, un correre verso qualcosa che ci insegue. Interessante, intensa, questa mostra che Silvana Mazzaro dedica a Roccadaspide e a se stessa, e in cui esprime la maturità della
distanza. Quelle pietre non sempre
sono belle ma sempre sono vere: questo vuol comunicare l’artista allo spettatore nel donargli un frammento della
propria vita, una traccia oltre la quale
potrebbero apparire i volti che non si
vedono e che la sua pittura mostra nascosti nella loro voce.
Rino Mele
La mostra è allocata nella Chiesa
“del Carmine” in Piazza XX Settembre ed è visitabile fino al 10 agosto
p.v., dalle ore 9,00 alle 13,00 e dalle
18,00 alle 21,00.
Appuntamenti
Paestum
Sabato 4
Sipario Aperto: Miseria e Nobiltà. Associazione Amici del Teatro LauraPaestum. Piazza della Basilica, ore 21.15.
Ingresso gratuito. Info Azienda Turismo Paestum 0828.811016.
Domenica 5
Accademia Magna Graecia in “Oh
Sire!”. Paestum Villa Salati, ore 21.30. Bigliettoeuro 15. Abbonamento per tutti e tre
gli spettacoli della rassegna euro 35.
Domenica 5
Concerto bandistico. Capaccio capoluogo, piazza Tampone ore 20. Ingresso
gratuito.
Lunedì 6
Insieme per Caso in concerto. Paestum
piazza Basilica ore 21. Ingresso gratuito
Martedì 7
Paestum Festival X edizione. Pooh in
concerto. Paestum Teatro dei Templi, ore
21. Euro 30 gradinate, euro 40 posto numerato.
Mercoledì 8
Paestum Festival X edizione. SpellBound
Dance Company presenta Carmina
Burana, coreografia di Mauro Astolfi.
Paestum Teatro dei Templi, ore 21. Euro 18
gradinate, euro 22 posto numerato.
Giovedì 9
Paestum Festival X edizione. Paola Quattrini in Tesmoforiazuse – la festa
delle donne di Aristofane, regia di
Beppe Arena. Paestum Teatro dei Templi,
ore 21. Euro 18 gradinate, euro 22 posto
numerato.
Giovedì 9
Notte di San Lorenzo, Spettacolo musicale anni 60/70 con Claudio Tortora
e la sua band. Capaccio capoluogo Piazza Tampone, ore 21.
Venerdì 10
Paestum Festival X edizione. Alessandro Siani in Per tutti. Paestum Teatro dei Templi, ore 21. Euro 20 gradinate,
euro 30 posto numerato.
Sabato 11
Paestum Festival X edizione. Balletto di
Roma presenta Giulietta e Romeo
con Kleidi Kadiu, coreografie di Fabrizio
Monteverde. Paestum Teatro dei Templi, ore
21. Euro 18 gradinate, euro 22 posto numerato.
Domenica 12
Paestum Festival X edizione. La notte
del tango conla partecipazione di Luis
Bacalov Premio Oscar e Annamaria Castelli e con i Todo Tango diretti da Mauro Barras. Paestum Teatro dei Templi, ore 21. Euro
18 gradinate, euro 22 posto numerato.
Domenica 12
Accademia Magna Graecia in “Yerma,
donna sul filo!”. Paestum Villa Salati,
ore 21.30. Biglietto euro 15. Abbonamento per tutti e tre gli spettacoli della rassegna euro 35.
Questo servizio è a cura di:
Quality Tourism s.n.c.
E-mail: [email protected]
Paestum.it
E-mail: [email protected]
14
ECONOMIA
n°30 10 agosto 2007
Perdifumo, cittadinanza onoraria
a Lar r y Nazario Parag ano
Il 27 luglio 2007 nell’aula consiliare
del Comune di Perdifumo è stata conferita la cittadinanza onoraria a Larry
Nazario Paragano, fondatore nel 1998
dell’associazione “Amici per Camella
e Perdifumo”, nata per promuovere la
cultura dei luoghi della sua adolescenza, in particolare attraverso la creazione di un fondo dedicato alla manutenzione degli edifici ecclesiastici. A
causa di un grave lutto familiare Larry
Paragano non è potuto essere presente
alla cerimonia ed è stato rappresentato dal giovane nipote, Nazario Paragano. E’ stata inoltre conferita la cittadinanza onoraria al prof. Frank Gargione, consulente della Nasa ed amico fraterno di Larry.
La serata è proseguita a Camella con
la prima edizione del “Premio Sant’Arcangelo” istituito per promuovere la
cultura sotto ogni aspetto rivalutando,
nel contempo, i valori fondamentali
della cilentanità. Dopo i saluti dell’avv.
Francesco Pecora, sindaco del Comune di Perdifumo, e del presidente dell’associazione “Amici per Camella e
Perdifumo”, Paolo Avella, sono stati
premiati il prof. Bartolomeo Farzati,
docente di patologia clinica II Università di Napoli, Frank Gargione, consulente di sistemi satelittari e rappresentante della Nasa alla Lockeed Martin,
il tenentecolonnello
Maurizio Di
Gregorio,
comandante
del Gruppo
Carabinieri
Antisofisticazioni –dirige i Nas
presenti nell’Italia Meridionale-, ed
il prof. Francesco Volpe,
docente di
storia moderna e storia sociale
all’Università di Salerno.
Erano presenti alla cerimonia in
qualità di relatori
la
dr.ssa Gilda Rorro Baldassari, vice console onorario d’Italia a Trenton (USA),
mons. Salvatore Della Pepa, mons.
Guglielmo Manna e l’on. Giuseppe
Fronzuti. La giuria è stata presieduta
dal prof. Vincenzo Pepe, docente di di-
ritto costituzionale comparato alla II
Università di Napoli nonché presidente della Fondazione G.B. Vico Vatolla.
Hanno condotto la serata Anna Rita
D’Andretta, di TeleSalerno Uno, ed il
giornalista di Telecolore Guido Carione.
L’OPINIONE
Corona, una presenza indecente
Non so se sono io che percepisco male la situazione attuale o è proprio così? Io, da un
po’ di tempo, ho la sensazione
che qui quasi nessuno più fa il
suo dovere. Vi sono una serie
di cose piccole e grandi che
non funzionano, soprattutto
nel settore pubblico. Ognuno,
se si ferma un attimo a riflettere, si rende conto che il
senso del dovere si è ridotto
notevolmente. Occorre una
nuova stagione dei diritti e dei
doveri. L’altra sera parlavo
con un funzionario della Regione Campania e mi diceva
che anche lì non si decide più
niente per merito ma solo per
“amicizia”. È un po’ così dappertutto negli enti pubblici, c’è
mercimonio dappertutto. Chi
non fa il proprio dovere è un
ladro perchè percepisce uno
stipendio che non merita.
L’indolenza (e l’incompetenza)
verso il proprio dovere è così
diffusa che il cittadino ne esce
fortemente penalizzato. Ma
anche il cittadino non fa il suo
dovere. Non ci s’indigna di
fronte a questo stato di cose e
si diventa complice. Il cittadino che non ha “voglia di pulizia” è complice. E questo mi
preoccupa ancora di più. Questo vuol dire che c’è uno stato
di assuefazione. Più cresce
questo stato di assuefazione e
più stiamo male. Non ci vuole
molto a capire ciò. Mi hanno
fatto riflettere, di recente, due
eventi verificatisi ad Agropoli. Una esibizione di un tale
Corona, noto per essere stato
in galera per affari di foto ai
VIP rubate e poi vendute o
cose simili, a cui hanno assistito, mi dicono, circa 4.000 persone. Un fatto indecente, in
una società normale questo signore non avrebbe dovuto
trovare nessuno ad ascoltarlo!
Poi ho ascoltato, sempre ad
Agropoli, don Luigi Merola, il
giovane prete anti camorra di
Napoli, che ha detto delle cose
sacrosante proprio a proposito del fatto che qui nessuno fa
più il suo dovere e lui era
molto
preoccupato
perché
un simile
atteggiamento incoraggia
anche il
malaffare e la
delinquenza. C’era meno
gente! Vi rendete conto di
come ci ha ridotto certa televisione? Siamo dentro una
“tragedia” di enormi dimensioni e non ce ne rendiamo
conto... Come mai non ce ne
rendiamo conto? Come mai
devono venire delle persone
da lontano per elevare qui il
grido d’allarme e noi non lo
facciamo? Alziamo la testa,
drizziamo la schiena, prima
che sia troppo tardi!
Antonio Marino
[email protected]
RIVERBERI
aforismi di Germano Bonora
-Nessuno è detentore della verità, ma ognuno
può aiutare l’altro, maieuticamente, a cercarla.
-La domenica per molti è il giorno
della partita di pallone o del weekend.
Bene ha fatto il papa ad ammonire
che la domenica è il giorno del Signore: dies Domini nel Vecchio Testamento, dies Christi nel Nuovo.
-Nessuno è più democratico di Dio,
che rispetta a tal punto la volontà
degli uomini da non intervenire neppure quando crocifissero il Figlio.
-Padre Giacomo Selvi amava dire
evangelicamente: “Vivi nel mondo,
ma non come il mondo”.
-Chi confida in Dio, non teme i pericoli di questo mondo.
-La fede in Dio, quando è autentica,
non limita, ma esalta la libertà dell’uomo.
-In tutte le religioni - è stato detto
da san Giustino martire nel secondo secolo e ribadito da Giovanni
Paolo II - si trovano semi della rivelazione di Dio.
-La religione e la morale non si insegnano né si impongono con la
forza, ma si comunicano con l’esempio e la coerenza quotidiana.
-La ragione ti fa riconoscere i pericoli, suscitando in te la paura per
evitarli. Ma soltanto la fede in Dio
ti dà il coraggio e la forza di vincere sia i pericoli sia le paure.
-Gesù volle dare agli apostoli un
esempio concreto di umiltà, lavando i piedi a ciascuno di loro. L’umiltà, dunque, è servizio reciproco. Carità.
-Non si può vincere il male con il
male. Come non è possibile scacciare i demoni - vizi e peccati capitali in nome di Beelzebùl, principe dei
demoni.
-L’uomo teme più la sofferenza che
non la morte. Ma senza il dolore
non si rinasce a nuova vita.
-Il perdono è la virtù dei forti, e
nasce dalla forza dell’amore.
-Gesù non condanna la ricchezza in
sé, semmai l’uso disonesto che se
ne fa.
-La ricchezza potrà essere giudicata onesta o disonesta soltanto dal
modo in cui si è andata accumulando.
-Ministro deriva dal latino minor e
dovrebbe significare minore, servo.
Minori sono i seguaci di Francesco.
Molti dei quali sono autentici servi
di Dio.
-Quando la ricchezza è frutto d’inganno, se non te la senti di fare
come Zaccheo, restituisci almeno il
maltolto.
n°30 10 agosto 2007
15
CILENTO
Una gustosa sorpresa attende i turisti di Ascea: la
bio-spiaggia a base di prodotti tipici e calici di Fiano doc
ASCEA MARINA, CILENTOCi sarà una gustosissima sorpresa per i
bagnanti affezionati alle chilometriche
spiagge di Ascea Marina: arriva la biospiaggia.
Già alla ribalta grazie all’assegnazione
della bandiera blu ad opera del Free,
l’organismo internazionale deputato al
riconoscimento delle acque più azzurre
e pulite, Ascea torna sotto i riflettori grazie alla bio-spiaggia e al bio-distretto
“Colline di Elea-Velia”, di cui il Comune è soggetto promotore. Ma cos’è la
bio-spiaggia?
Come ampiamente spiegato dal sindaco
Mario Rizzo in una precedente intervista ad “Unico”<<Il turismo nel Cilento
ha bisogno di essere destagionalizzato e
tipicizzato, a dire che non c’è soltanto il
mare e le spiagge, c’è anche la possibilità effettiva di ampliare il punto di vista
di una realtà
specificamente
balneare, per
condurlo verso
una fruizione
del territorio a
360 gradi>>.
Il Cilento non è
soltanto
un
luogo da vacanza estiva, è altrettanto
meritevole d’attenzione durante l’intero corso dell’anno.
Tutto ciò è possibile grazie al Parco Na-
continua da pagina 1
Parco, l’esistenza inutile di un ente utile
C’è bisogno di un Ente che detti regole certe che armonizzi la crescita, che
armonizzi le regole affinché ci sia un
eguale rispetto per l’ambiente, ci sia
una eguale attenzione a ciò che resta
nei nostri paesi delle antiche tradizioni, ci sia una eguale atteggiamento
degli operatori turistici, ci sia una crescita della cultura dell’accoglienza che
è l’anticamera del turismo. Tutto ciò è
compito del Parco. Fare da collante di
questa grande esperienza che è il turismo nel Cilento. Questo il Parco non
l’ha, quasi mai fatto, di certo non lo sta
facendo adesso. Eppure per bocca del
ministro Alfonso Pecoraro Scanio, su
queste colonne, abbiamo appreso che
l’ultima finanziaria ha riservato anche
maggiori fondi ai Parchi. Occorre
spenderli e spenderli bene: con le giuste finalità e senza clientelismi. Anche
se, a mio avviso, per gestire un Parco
non ci vogliono solo i soldi. Ci vuole
gente di un grande spessore culturale
perché il turismo è soprattutto cultura.
Invece, vedo che si candidano a succedere a Tarallo una serie di politici
che non ragionano di ciò, ma si accaniscono solo contro Tarallo. Con loro
la situazione di certo non migliorerebbe. Li vedo solo attenti ad un unico
cambiamento, quello del Presidente.
Togliti tu, che mi ci metto io. Sento
parlare di candidati nel Consiglio Direttivo che non sanno niente di turismo, anzi come amministratori locali
hanno fatto solo danni nel proprio
paese. Con una spudoratezza esemplare si candidano a gestire il Parco come
fosse la gestione di un condominio. Al
peggio non c’è fine: vi sono dei politici per mestiere che ormai fanno solo
quello, che vivono alle spalle di chi lavora, che percepiscono stipendi che
non meritano e che altri devono sudare, che si vanno candidando ogni giorno ad ogni carica vacante e non vacante. La cosa peggiore è che più sono in-
competenti e più fanno fortuna. Sarebbe ora che qualcuno cominciasse ad indignarsi per queste cose… prima che
sia troppo tardi! Il ministro Pecoraro
Scanio prima ancora che intestardirsi
per Tarallo farebbe bene a dettare un
vademecum delle giuste qualità che
deve avere un buon amministratore di
Parco in modo da mettere dei paletti
che non lascino passare gli avventurieri altrimenti sprechiamo il denaro pubblico ed il progresso si allontana ancora di più.
Antonio Marino
zionale, che preserva l’ambiente; grazie
alla presenza di aree interne quasi “incontaminate” che conservano le loro antiche tradizioni nelle produzioni agroalimentari. Complice è anche il clima non
particolarmente afoso d’estate e mite
d’inverno. Inoltre, la presenza giacimenti culturali come Paestum e Velia e la
cresciuta ricettività turistica fatta soprattutto di hotel e strutture agrituristiche
completano l’opera.
Elementi favorevoli che hanno incoraggiato il Comune di Ascea ad attivare
tutta una serie di iniziative finalizzate
alla promozione e allo sviluppo bio-sostenibile integrato del territorio. Così,
Ascea è il primo bio-distertto in Europa.
Da tutto ciò è nata la bio-spiaggia.
Ed allora lunedì 13 agosto i bio-bagnini
di Ascea distribuiranno vassoi di cacioricotta cilentana, di “mozzarella nella
mortella”, di maiale nero e fichi bianchi
del Cilento, il tutto bagnato con calici di
ottimo Fiano Doc. Ma non finisce
qui…a seguire il concerto dei Tinturia,
famosa band siciliana, presso l’anfiteatro della cittadina.
Mariana Lerro
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CILENTO
16
IMPRONTE
n°30 10 agosto 2007
Storie di Cilentani a Salerno
Antonio Scuderi, un avvocato per caso mancato archeologo
Virginia Woolf diceva: “Trova una collocazione a qualsiasi frammento si presenti sulla tua strada”.
Questa affermazione potrebbe calzare
a pennello al personaggio di questa settimana perché è uno dei tanti che si
sono lasciati trasportare dalle onde dell’imprevisto, pur mantenendosi ancorati a principi e valori sempre saldi nella
mente e nel cuore.
Affabile, dai modi di vero gentleman,
dallo sguardo vivace, parliamo dell’ avvocato Antonio Scuderi, nativo di Agropoli, della cui cittadina parla come di
una donna, innamorato…Con lui l’intervista acquista i toni informali di una
bella chiacchierata perché è una persona che mette a proprio agio chiunque.
Snello e longilineo nell’aspetto, porta
un bel paio di baffi da esploratore d’altri tempi, sopra un sorriso sincero ed accattivante. Dapprima comincia a parlare con posata nostalgia, cadenzando le
parole, ma sempre con grande voglia di
raccontarsi, poi la comunicazione si caratterizza sempre più da uno scroscio
di sillabe che rimbalzano nell’ aria fino
a trasformarsi in un musicale crepitio.
“Mio padre era di Catania, mia madre
agropolese…Si è cercato, con me, di
“combinare” l’esplosione sicula e la gaiezza campana…”, comincia a dire con
entusiasmo.
Poi riprende: “Per me lo sguardo è un
fondamentale mezzo di comunicazione. Non mi sottraggo mai allo scontro o
incontro dialettico, ma adoro guardare
negli occhi la gente. Attraverso lo
sguardo, ci si accorge di molte cose…
per esempio se chi sta di fronte è imbarazzato o sereno, se è una persona sincera o meno, insomma, lo sguardo è
espressione dell’anima…”.
Sta evidenziando non a caso un lato
del suo carattere…Qual è, invece, il
lato che vorrebbe presentare per
primo?
“Oltre ad essere appassionato al rapporto diretto con gli altri, credo che il lato
preponderante del mio carattere sia la
curiosità…”.
Qual è la sua giornata tipo?
“La mia giornata tipo è caratterizzata
da segmenti di vera routine… Si può
dire che vivo più a Salerno, dove mi occupo degli affari del mio studio legale,
che ad Agropoli…Prendo il treno ogni
mattina, con tutti i pro ma soprattutto i
contro dell’essere pendolare… Se è
vero che bisogna trarre il lato positivo
da quello negativo, devo dire che, nonostante tutto, il viaggio in treno mi aiuta
a riprendere in mano un buon libro da
leggere o mi invoglia a meditare e ad
organizzare
mentalmente il mio
tempo…
Ma prima di chiudere la porta di casa,
c’è un particolare a cui tengo molto
ogni mattina, appena sveglio. Si tratta
della prima colazione in compagnia di
mia moglie. Per me è un rituale al quale
non mi sottraggo facilmente, è un modo
per dedicare del tempo a me e di conseguenza anche a lei ma soprattutto per
iniziare bene la giornata, in maniera che
possa essere un ritaglio di tempo di vita
privata nel quale rilassarsi almeno un
po’…”.
Può raccontarci del ragazzo di ieri e
dell’ uomo di oggi?
“Volentieri…Desidero precisare subito
che i miei percorsi di vita sono stati frastagliati come le nostre coste cilentane…Voglio dire che mi trovo ad esercitare la professione di avvocato, veramente per caso e vi racconto
perché…cominciando da lontano. Già a
diciassette anni ho conseguito la maturità classica ad Agropoli, poi la laurea in
giurisprudenza, ma non volevo fare
l’avvocato. La dico tutta? Mi sono laureato per accontentare in special modo
mio padre… Ho cominciato, invece, a
lavorare come operaio in una fabbrica a
Battipaglia, la Stirosir che produceva
films propilenici…Nell’’80, intanto, diventai consigliere comunale ad Agropoli. Mi iscrissi, poi, alla pratica forense, e mentre lavoravo, feci l’esame da
procuratore per avere due giorni di ferie
retribuite. Intanto, mio malgrado superai l’ esame e adesso mi trovo a fare
l’avvocato…”.
Se non voleva fare l’ avvocato, che
cosa le sarebbe piaciuto essere?
“Il politico e… l’archeologo. La politica, con l’alternanza delle vicissitudini,
costituisce per me una droga da cui cerchi di disintossicarti ma non ci riesci…
I veri appassionati del mondo politico
mi potranno capire: puoi starne anche
lontano ma rimane sempre una grande
nostalgia e una gran voglia di estrinsecarsi e di agire… Intanto mi sarebbe
piaciuto fare l’archeologo perché sono
appassionato di testi geroglifici e di
grammatica egizia”.
Mi perdoni, ma ha proprio l’aspetto
dell’esploratore…Anche in politica ha
sempre cercato di esplorare qualcosa o
qualcuno?
“Sì, naturalmente, anche e soprattutto
in politica: ho tentato di fare il sindaco,
ad Agropoli, ma non ci sono riuscito per
una manciata di voti… Sono un esponente dello Sdi che si appropinqua alla
“Costituente socialista”. Credo fortemente che in Italia ci sia l’ esigenza di
un partito socialista. In molti di noi c’
era un senso di rivalsa contro il partito
comunista e questo ha impedito a tanti
di ragionare di socialismo. Questo momento è finito e aumenta la voglia di
essere nelle schiere del partito socialista europeo che si contrappone al polo
moderato che è rappresentato dal partito popolare europeo”.
Che tipo di padre è?
“Né troppo permissivo, né troppo repressivo… La mia attuale moglie era
già separata con figli. La forte soddisfazione è che i ragazzi mi hanno accettato… Dal nostro matrimonio, invece, è nata Benedetta che adesso ha sedici anni. Con loro cerco di colloquiare molto, cerco di capire i loro umori e
le loro esigenze, di vivere i momenti sia
belli che brutti della loro vita. Il rapporto padre e figlio è una di quelle materie
da apprendere strada facendo e di cui
non puoi farti maestro…”.
Che cosa si augura per loro?
“Mi auguro che facciano sempre ciò
che desiderano…”
Che cosa le piace di Agropoli?
“Io invito tutti ad andare giù al porto
all’ imbrunire, quando la luce del giorno comincia a calare, acquistando nuovi
colori… Mi soffermo a guardare anche
la luce dei lampioni sull’Agropoli vecchia… E’ una vista che mi rapisce l’anima. Mi piace poi scorgere la chiesa di
Costantinopoli e le casette bianche abbarbicate come in un presepe sulle
rocce che si ergono dal mare…”.
E’ anche un poeta… parla di Agropoli come un uomo innamorato della sua
donna…
“Sì è vero… amo Agropoli, è il mio
paese, non solo perché ci sono nato ma
perché puntualmente mi ci ritrovo. Mi
metto, poi, sempre negli occhi di una
persona che la vede per la prima
volta…”.
Avrà anche difetti?
“Certamente, d’altronde come tutti i
paesi…Agropoli si è sviluppata senza
sapere dove volesse andare… Io poi
dico: vogliamo fare turismo? E allora
facciamolo!
L’euro è oramai dappertutto: gli imprenditori non hanno più problemi di
nazionalità. Ci sono mercati che aspettano gli investitori. Nelle nostre aree, il
costo è alto e i servizi scadenti: occorre una strategia che si chiama “sistemaCilento”, il quale non può essere legato a un solo paese… Dobbiamo essere
territorio: il sistema, l’unione crea fascino.
La classe politica, intanto, deve uscire
dal guscio e deve maturare, una buona
volta! Viviamo una realtà che è quella
dell’unione europea. Abbiamo avuto
fondi europei che sono stati distribuiti
“a pioggia” ma così non va bene perché non tutti i nostri paesi hanno i depuratori e sussistono ancora problemi di
viabilità, senza la volontà, invece, di
creare vere e proprie infrastrutture…”.
Che cosa vuol dire, per lei, la parola
giustizia?
“Pensare a far del bene. Dare lavoro alla
gente. Essere solidali. Pensare agli altri.
Rimuovere le grandi sacche di povertà.
Il colonialismo è finito, non c’è più la
via delle spezie. I paesi vanno aiutati.
La terra va aiutata, ma la stessa deve far
leva su veri uomini che si prodigano per
il suo equilibrio ecologico. Il senso
della giustizia, per me, è dunque salvare, salvarci, salvare la terra: se non
riusciamo a farlo, saremo uomini che
possono dichiarare apertamente il loro
totale fallimento!”.
A lei, una persona curiosa quale si definisce, quale paese piacerebbe esplorare?
“Sono tanti i luoghi che vorrei visitare…Instanbul, la Terra Santa, la Cina, il
Perù… Nella vita è davvero importante essere curiosi, allena lo spirito…”.
Un modo per definirsi?
“La gente o mi ama o mi odia. Non ci
sono vie di mezzo. Certo è che non
penso proprio di suscitare totale indifferenza, anzi…”.
Rossella Oricchio
[email protected]
n°30 10 agosto 2007
CULTURA
17
“ C a p o l a vo r i m i n i m i / m a s s i m i ”
“ I l v e r de e i l b l u ” d i M a r c o
Dorfles “benedice” Carol Rama
Vecchio dal 30 luglio al 6 agosto a Le Trabe
A ridosso delle poderose mura
dell’antica Poseidonia, immerso nelle sconfinate coltivazioni di granturco, si trova
il Museo dei Materiali Minimi. Gli steli delle pannocchie,
alti e fitti, impediscono la
vista delle architettura doriche, ma la loro presenza si avverte nell’aria, come se in
ogni attimo la luce del sole
spandesse in tutti gli angoli
della città un frammento della
eterna ombra delle sacre vestigia care agli dei dell’Olimpo. È in questa cornice mitica, fantasmagorica, che riprende
l’attività
del
MMMAC, che vive di nuova
linfa grazie al sapiente intervento di ristrutturazione del
maestro Pietro Lista. La galleria viene prima di tutto ampliata, dopo l’abbattimento di
una parete che originariamente divideva il capannone in
due parti, articolando l’ambiente in aree spezzate qua e
là da diversi separè. La perfetta illuminazione a lampade alogene fa il resto. Per finire, il cavallo di Paladino
viene rivestito del suo mantello di sabbia dorata dei lidi
di Paestum, mentre all’ingresso troneggia il colosso luminoso opera di Marco Lodola.
Ovviamente in questo fervente clima
di rifondazione artistica non poteva
mancare la figura cardine dell’attività
culturale di Paestum: il cittadino onorario Gillo Dorfles.
Dorfles si è premurato di organizzare,
coadiuvato da Nuvola Lista, una mo-
stra per celebrare la riapertura del
museo, e la scelta è caduta sull’artista
torinese Carol Rama.
Carol Rama entra a far parte del MAC
(Movimento Arte Concreta) alla fine
degli anni’50. Oltre a Gillo Dorfles,
che è uno dei fondatori del movimento, Carol Rama coltiva tante altre amicizie illustri: Edoardo Sanguineti (che
ha accompagnato con poesie capricciose e piccanti la sua produzione fin dagli anni ’60), Italo
Calvino, Andy Warhol, Orson
Welles e Man Ray.
Ma l’opera di Carol Rama viene
riconosciuta e rivalutata dopo
l’incontro, avvenuto nel 1980,
con Lea Vergine, che organizza
un’esposizione in cui vengono
apprezzati anche i lavori giovanili dell’artista torinese.
In Carol Rama, per dirla con
Gillo Dorfles, “il naïf si mescola
al perverso; il lirico al tenebroso;
il candido al sarcastico”: dalle
agonizzanti figure monche all’inquietante serie della “mucca
pazza”, dalla lingue infuocate
delle “Lusinghe” fino alle personali rivisitazioni della Tomba
del tuffatore e del puntinismo
con “Edmo I” e “Nuova Caritide”, Carol Rama esprime tematiche irriverenti in modo non
maleducato, vuole essere cruda
e violenta, ma senza essere mai
pornografica e sanguinaria. Dorfles parla di “capolavori minimi
– massimi”, ed è proprio questa
relatività dell’opera d’arte che
rende legittimo l’inserimento di
Carol Rama in quella classifica
che la vede tra le cento più importanti artisti del secolo scorso.
Tuttavia, le sue “Appassionate”
e i bricolages come i “Pissoir”
vorrebbero incontrare con più frequenza gli occhi dei visitatori, che però, attualmente, sembrano più attirati dalla
tranquilla vita balneare e, anche se si
spingono un po’ più avanti, non riescono a guardare oltre le colonne doriche e gli alti steli di granturco…
Elio Di Pace
“Il verde e il blu”. Questo il titolo della mostra
(aperta al pubblico dal
30 luglio al 06 agosto 2007, dalle ore
11,00/14,00
e
19,00/23,00 – ingresso libero) che
attraversa le produzioni artistica di Marco
Vecchio.
Pittura, ceramica, scultura: sono alcuni dei procedimenti adottati da Vecchio per esprimere la propria
linea artistica. Una linea che pur guardando i dettati estetici transavanguardistici rivolge il proprio interesse entro dinamiche “deboliste” (Vattimo) per instaurare un rapporto di piacevole disinteresse rispetto alle cose e fare del lavoro e della ricerca un passionale impulso
che volge alla vivificazione ludica della
dimensione creativa. Con questa mostra Marco Vecchio dà origine ad un
gioco silenzioso (impalpabile, sottinteso): il proprio progetto confida sui copioni mentali – le immagini stereotipate
– di chi guarda l’opera, lasciando, a chi
osserva, l’arduo compito di ricreare,
nella propria mente, i tasselli mancanti
alle rappresentazioni messe in mostra.
(E il fruitore, costretto a riparare la mancanza, vive un rapporto di assembramento, ma anche di compartecipazione
e di compenetrazione con l’opera).
Così, la superficie – legno, tela, lastra –,
si fa luogo della sperimentazione gestaltica; e
la pennellata – segno,
graffio polisemico, scricchiolio agitato, colatura
erotica –, tracciato da
seguire per ritrovare un
originario disegno, un
primitivo gusto di fare
arte.
«Dopo un lungo e affascinante percorso ritrattistica» avvisa Antonello Tolve nella
Presentazione in catalogo, «(ritrarre
qualcosa vuol dire «mettere in luce la
struttura del soggetto: la sua sub-gettità» avvisa Jean-Luc Nancy) – che in questa nuova produzione ritorna energicamente rinnovato pur mantenendo forte
un discorso legato a Jachson Pollock, ad
Amedeo Modigliani, a Francis Bacon, al
graffitismo americano, ai murales metropolitano, all’underground, al postmoderno, alla cybercultura post-punk, all’androginia – sempre carico di effetti spaesanti, sintetici e profondamente realistici,
Marco Vecchio prolunga la propria riflessione sul corpo, sulla verticalità (sull’eroticità del supporto che coincide con un
ritorno alla tela), sulla temporalità della
pittura – non già intesa come messa in
movimento dell’opera ma piuttosto
come vibrazione, narrazione creativa e
messa in questione della solidità dell’opera a favore di un processo decisamente metamorfico con il quale non
solo l’arte ma anche la vita deve fare i
conti».
Tel 0828.720114 Fax 0828.720859
e-mail: [email protected]
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Direttore Responsabile
Bartolo Scandizzo
Condirettore
Oreste Mottola
[email protected]
In Redazione
dalla prima
SANTI E BRIGANTI
Non vorrei entrare in polemica con chi
mi ha dato utili insegnamenti e verso
cui nutro una familiare simpatia, ma
credo che lo stesso professor Liuccio,
poeta autorevole ed originale, sicuramente la figura cilentana intellettualmente più competitiva degli anni settanta e ottanta e che ancor oggi rappresenta magnificamente l’essenza del
suo “pizzo” d’origine, stenti a riconoscere (non ne ha mai scritto e non me
ne ha mai parlato, forse per eccesso di
compostezza) che tutta l’intellettualità
di questa intrigante fetta della provincia salernitana riesce solo a produrre
insignificanti premi di poesia, vagamente letterari, che hanno il pallido effetto di inorgoglire qualche professio-
nista di provincia con l’hobby della
prosa e della versificazione.
Invito, pubblicamente, i professorini e
gli impiegati del “poetic tour operator”
cilentano a dare sfogo alla loro superficiale vanità nell’ambito di associazioni bocciofile e di smetterla di richiedere le sovvenzioni degli enti locali sprecando banalmente danaro pubblico.
Manifestazioni messe su da patetici logorroici che sgrammaticano vergognosamente e grottescamente autoreferenziali non meritano nemmeno l’attenzione di un pubblico analfabeta, ci si
figuri se possono essere organizzate
con i soldi dei contribuenti.
Al fine, istrionico ed opportunamente
“zelluso” trentinarese (Liuccio), inve-
ce, rivolgo un appello che di personale potrebbe avere ben poco e che forse
riflette le aspettative di tutte le anime
sensibili e di collaudata intelligenza del
Cilento. Si prenda la briga, l’ottimo
professore, se ha tempo e se si trova
nelle condizioni per farlo, di valorizzare, dall’alto della sue competenze ed
esperienze, i giovani talenti intellettuali ed artistici, tristemente penalizzati da
un sistema che privilegia gli “ammanicati” e le mezze tacche. Intorno ad un
maestro del genere le nuove generazioni cilentane potrebbero prendere coscienza dei propri mezzi e del proprio
valore e trovare lo slancio per riscattare il passato reazionario di una zona
abitata da sempre da uomini e donne
di altissima e ancestrale dignità. Diventa brigante, professor Liuccio! In parte,
lo sei già stato. Forse che il sottoscritto non ne interpreti una fattispecie moderna?Logicamente, bisogna nascondere bene rozzezza e brutalità; diversamente a che serve fare un discreto
uso delle parole e osservare decentemente la consecutio temporum? Che
uomini ignoranti e ben in vista vengano fatti santi è finanche regolare. Non
è normale che questi predichino e razzolino indisturbati. Ci vediamo al “rifugio”, professore. E fai attenzione che
la gendarmeria non ti segua, altrimenti sono …zzi!
Oscar Nicodemo
Vincenzo Cuoco, Enza Marandino
Segreteria di Redazione
Gina Chiacchiaro
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Periodica Italiana
n°30 10 agosto 2007
È uscito “Le Ricette del Cilento”, un
grande libro ad un piccolo prezzo!
Basta guardarsi in giro nelle edicole, librerie o bancarelle e ci rendiamo conto
che siamo invasi da libri di ricette per
tutti i gusti e le tasche. La maggior parte
di questi libri sono scritti in modo molto
approssimativo. Per esempio: capita che
sono elencati degli ingredienti che non
sono richiesti nella preparazione, le misure e le proporzioni sono errate oppure
che vengono utilizzati ingredienti introvabili e poco noti. Mi è bastato un rapido sguardo sull’ultimo libro di Luciano
Pignataro, “Le ricette del Cilento – La
dieta mediterranea nel Parco Nazionale
in 700 piatti della tradizione familiare e
della ristorazione”, per capire che avevo
tra le mani qualcosa di diverso che non
vuole essere un libro qualsiasi, ma uno
strumento preposto alla divulgazione
della cultura enogastronomica del nostro
La ricetta
Fusilli agli
ortaggi del
Monte Carmelo
Ingredienti per 4 persone:
500 g di fusilli freschi - 200 g di melanzane - 100 g di zucchine -100 g
di falde di peperoni rossi e gialli 30 g di olive nere snocciolate –
aglio – basilico - 1 cipolla piccola pomodorini freschi - olio extravergine d’oliva - sale – pepe - rucola
- pecorino.
Procedimento: Lessate i fusilli in
abbondante acqua bollente salata,
colateli al dente. Tritate finemente la cipolla, soffriggetela in un po’
d’olio, unite la melanzana pelata e
ridotta a cubetti e inserite le zucchine e i peperoni, fate insaporire
a fuoco vivo. Aggiungete il prezzemolo, le olive sminuzzate, i pomodorini freschi, il sale e il pepe. Lasciate cuocere il tutto a fuoco
lento per 10 minuti, aggiungendo
un po’ d’acqua se necessario, successivamente unite i fusilli lessati
e scolati al dente e fateli saltare nel
sugo per farli insaporire bene con
rucola e pecorino, cospargendoli
alla fine con un trito di basilico.
Vino consigliato: Cilento Aglianico Doc,
Az. Cuomo - I Vini del Cavaliere, Capaccio Paestum
La ricetta è tratta dal libro
“Le Ricette del Cilento”
Cilento e alla dieta mediterranea. La
stessa, ed è cosa nota, che il famoso
scienziato americano Ancel Keys, che
visse a lungo a Pollica, studiò e descrisse sin nei minimi particolari. Keys aveva
notato che con il modo di mangiare dei
cilentani erano praticamente assenti le
malattie cardiovascolari. Lo ripetiamo
per chi non lo sa, la “nostra” dieta è caratterizzata da abbondanti quantità di
prodotti vegetali (frutta, verdura, pane,
altri tipi di cereali, legumi, noci e altri
frutti a guscio, semi), frutta fresca al
posto del dolce per concludere i pasti,
olio d’oliva come principale fonte di
grassi, latticini (soprattutto formaggio e
yogurt), piccole o medie quantità di
pesce e pollame, da zero a quattro uova
alla settimana, poca carne rossa e vino
consumato in modeste quantità, solitamente durante i pasti. Come detto sopra,
l’autore del libro è Luciano Pignataro,
giornalista del “Mattino” e autore di numerose guide enogastronomiche della
Campania e del Mezzogiorno, inoltre,
per la guida Vini Buoni d’Italia del Touring Club (guida che si sta imponendo
per la sua serietà), cura le selezioni in
Campania, Basilicata e Calabria. Nel
libro, fresco di stampa, ci sono testi di
Carmine Battipede, Geppino D’Amico e
Eugenio Luigi Iorio, oltre a ricerche di
Diodato Buonora, Anna Caramante,
Gianpaolo Calzolaro, Daniela Di Martino e Marianna Lerro. Le 700 ricette
sono suddivise in 50 preparazioni con il pane e le
pizze, 151 ricette di pasta,
153 piatti della autentica
cultura vegetariana dell’orto e dei campi, 130 proposte
di pesce e 110 di carne,
oltre a 70 dolci e 25 tecniche di conservazione del
cibo, sono state proposte da
gente comune e da ristoratori e chef che lavorano nei
locali più rinomati da Paestum a Palinuro, dagli Alburni al Vallo di Diano, dall’Alto Sele al Golfo di Policastro. Esse sono state scritte, redatte ed impaginate in
modo da essere facilmente
leggibili e con una semplicità senza eguali. Il libro è
uno strumento utilissimo a
chi si vuol avvicinare alla
nostra storia e cultura locale dell’enogastronomia. In
esso troviamo un’ampia
parte dedicata al vino con
gli indirizzi di tutte le aziende cilentane, delle enoteche
e dei winebar e per chi vuol
sapere di più, ci sono i disciplinari delle nostre doc e igt. Poi, in
appendice, troviamo le aziende
dell’extravergine Cilento, i ristoranti e le trattorie segnalati dalle
guide, i forni, le pescherie, le
macellerie e le salumerie, le
carni e i formaggi di capra cilentana, la carne di bufala, la mozzarella di bufala, il caciocavallo
e i formaggi, la mozzarella nella
mortella, i carciofi, i ceci, i fagioli, i fichi, i marroni, le conserve di frutta e ortaggi e il miele.
“Le ricette del Cilento” è un
libro adatto sia a chi cucina in
casa, sia a chi lo fa al ristorante
e cosa molto importante, costa
solo 10 euro, la stessa cifra che
spendiamo, se ci va bene, per
mangiare una pizza e bere una
birra. Veramente un’opera che
non può mancare nella vostra biblioteca o … in cucina.
Luciano Pignataro, Le ricette
del Cilento, Edizioni dell’Ippogrifo, 576 pagine, euro 10,00.
Per chi non riuscisse a trovarlo
può richiedere il volume scrivendo a [email protected] o telefonando all’editore
Franco
Ciociano
(347.0503455 e 081.5177000).
L’associazione “diVini Assaggi”
propone “Fragole & Spumante”
Ancora un’interessante manifestazione proposta dall’associazione enogastronomia
cilentana “diVini Assaggi”.
Domenica 12 agosto, allo
Shiné Club, presso il Lido
Clorinda (Laura di Paestum),
sarà organizzata la prima
festa “Fragole & Spumante”,
un appuntamento destinato
ai gourmet e agli amanti del
divertimento. Di cosa si tratta? In questa serata scorreranno fiumi di Selim, l’unico
spumante cilentano che è
prodotto dalla rinomata
azienda De Conciliis; ci sarà
un angolo (Sigar bar) dove si
potranno fumare sigari di
qualità accompagnati da cioccolato e da ottimi rhum; per
gli amanti dell’Egitto sarà allestito un angolo (Arabian
Place) dove si potrà fumare
il famoso “Narghilé”; “diVini
Assaggi” e lo “Shiné” allestiranno un mega buffet
con diverse variazioni di
fragole e ananas; per concludere tanta musica
“blues and jazz” del maestro Nicola Andreioli, le
telecamere di Telesalerno
1, gli amici di Salerno by
night … e tante sorprese.
Per partecipare all’evento
è necessario acquistare il
biglietto in prevendita
(euro 20 con diritto a 3
consumazioni). Posti limitati. Per informazioni:
www.diviniassaggi.it 380
4149451
–
www.shineclub.it
339
5202930. Un’occasione da
non perdere per una serata piena di divertimento.
Dibbì
Aeroporto Pontecagnano
Ecco i vettori
Attività commerciali Avjatjon in corso:
Alitalia: ulteriore incontro nel pomeriggio.Disponibilità ad operare un volo Fco/Qsr/Fco
con aereo D0328
Alitalia express: il vettore si é detto interessato ad
operare su Salerno con ATR72 o Erj145 o 170
siamo in attesa degli sviluppi.
Air Valleè: il vettore valdostano si è dichiarato interessato ad inserire un collegamento su Salerno.
Al momento però gli aerei sono impegnati su altre
rotte D0328j
Blu express opera come pay less con a/m b737 collega diverse città italiane ed estere da Milano e
Roma
Air one sono in corso trattative con Dott Toto per
verificare possibilità di impiego dei loro aeromobili.
ltaly il vettore opera con D0328J al momento ha la
macchina impegnata ma sta vedendo come inserire su QSR
Volando la società svizzera opera con 737 200 si sta
verificando la possibilità tecnica di impiego su rotte
QSR MIL
Helvetic la società dispone di 2 Fokker 100 è molto
interessata ad operare su Salerno Sono in corso verifiche tecniche e commerciali.
REPORTAGE
n°30 10 agosto 2007
19
Augusto Strianese, ecco la mia pag ella
Il ruolo di socio di riferimento nel consorzio ci ha comportato oneri. Ora la soddisfazione è ancora più grande
L’occasione è troppo ghiotta per Augusto Strianese, navigato ed esperto
condottiero della Camera di Commercio Industria e Artigianato della provincia di Salerno, per lasciarsela sfuggire. Si è trattato di concedere ai suoi
più diretti consiglieri e collaboratori il
privilegio di toccare con mano lo stato
dei lavori di completamento dell’aeroporto della cui Spa lui è presidente.
Allo stesso tempo, ha voluto puntualizzare, tappa per tappa, il lungo cammino che ha portato (forse costretto)
l’associazione da lui presieduta ad assumere per intero la responsabilità di
far arrivare in porto la nave arenatasi
in molte secche burocratiche e finanziarie.
“Il primo bilancio preventivo del consorzio aveva un’esposizione di oltre 5
milioni di Euro. Ma lo scoglio più difficile da superare è stato il recupero di
risorse pari a 14 milioni di euro, metà
finanziamenti regionali e metà dell’Ue.
Per rendicontare abbiamo dovuto chiedere una linea di credito ad un pool di
banche di credito cooperativo del territorio che, grazie ai buoni uffici di Luigi
Scorziello, allora vice presidente della
Bcc di Aquara, accettarono di aprire.
Anche l’allora Banco di Napoli finanziò metà dell’importo.”
Così comincia la relazione di Strianese al Consiglio generale convocato proprio nella sala d’attesa del Gate 1 dell’aerostazione dell’aeroporto di Pontecagnano.
Poi è un continuo e puntiglioso snocciolare di numeri e di date che hanno
scandito l’intera esperienza, anche
umana, di un’impresa che molti ritenevano impossibile.
Strade, radar, pista, segnaletica, recinzione, Vor, opere edili ... il tutto condito con voci di spesa, gare d’appalto,
inizio e fine dei lavori: una vera e pro-
dalla prima
Sopra: Arzano, Strianese e Rusticale;
Sotto da sinistra: Giorgetti e i consiglieri in
attesa di effettuare l’escursione sulla pista;
Busillo, La Porta e Galiano
pria tabella di marcia che alla fine, durante le sue conclusione, lo stesso
Strianese ha definito “una pagella” con
cui si è presentato alla sua assemblea
per raccogliere il plauso personale ma,
soprattutto, la convinta volontà e
un’iniezione di fiducia necessaria per
affrontare l’ultimo tratto di strada
prima di “scollinare” e vedere il decollo dell’intera struttura.
A sostegno e a testimone che ormai ci
siamo ha chiamato di fianco a lui Franco Giorgetti, il direttore dell’aeroscalo
assunto a gennaio e che da un mese
AEREOPORTO, A O TTOBRE S I V OLA
Le due “croci di S. Andrea” sono
ancora lì, disegnate sulla pista ad
attestano ancora l’impossibilità di
utilizzarla, ma le facce di quelli che
finora sono stati appesi al solo filo
della speranza di veder realizzato
un sogno, oggi sono distese.
La tensione, sia pur allentata, è ancora palpabile nonostante le
opere sai ormai tutte in dirittura
d’arrivo e l’elenco che snocciola
Strianese punta dritto alla conclusine di una maratona iniziata
oltre venticinque anni prima.
Il piazzale antistante l’aerostazione è stato completamente rifatto
e coperto con un manto d’asfalto,
necessita solo della segnaletica
per il posteggio degli aeromobili
che attenderanno i passeggeri in
partenza dal Gate 1 e 2, uno per i
voli Ue e l’altro per quelli extra
Shenghen.
Sono stati montati i due caroselli
per i bagagli e sta per essere allocato al suo posto il sistema radiogeno per i controlli di sicurezza.
Si aggirano già nei locali gli addetti alle pulizie e gli spazi, ampi ma
vuoti, sono in attesa di accogliere
il vociare classico di una aerostazione che accoglie e fa partire turisti e persone che si spostano
per ogni dove e per i più svariati
motivi.
Ottobre è la data non “detta” ma
che in molti hanno indicato come
data limite per il volo passeggeri
inaugurale. Per scaramanzia nessuno conferma ma, confidenzial-
mente, c’è chi già ritiene funzionante l’aeroporto e senta già il
vento a prua degli aerei che decollano. Intanto, i segnalatori di sicurezza per gli atterraggi sono sul
rosso, avvisano il nostro autista
che il veicolo è troppo vicino alla
pista nella fase d’atterraggio.
Essi non sanno che è solo un bus
di osservatori interessati che, per
ora, ha la precedenza su un ‘piper’
nero, dalla forma di un falco, che si
appresta al decollo.
A noi non resta, per ora, che rimettere i piedi per terra con la
speranza che entro il 2007 possiamo, ancora una volta, essere liberi di volare.
Bartolo Scandizzo
segue, giorno per giorno, i lavori e
cura ogni singolo particolare. Quarant’anni di attività nella Sea (la società che gestisce gli aeroporti milanesi)
sono garanzia di efficienza e di conoscenza delle problematiche relative al
settore. È lui che, con voce pacata, ad
assegnare il colpo di grazia anche ai
più scettici e disillusi tra i presenti.
La parola apertura viene pronunciata
solo dopo un’ora e più. Incidentalmente è comparsa più per dare conto del
completamento dei lavori che per comunicare la data effettiva del volo
inaugurale: “Da ottobre in avanti, completata l’informatizzazione, l’aeroporto sarà pronto.”
Giorgetti è qui anche per dare volto all’attività commerciale (traffico merci e
persone) allo scalo. Snocciola un elenco di possibili vettori interessati (elenco nel box) e, allo stesso tempo, spiega le dinamiche che incidono sulle
scelte che le compagnie nell’individuare gli aeroporti su dove atterrare.
“Sarà il mercato a dare al spinta giusta
al nostro aeroporto- assicura Strianese
quanti pongono interrogativi sulla effettiva capacità dello scalo di vivere di
vita propria- ecco perché stiamo già
pensando al potenziamento che richiederà investimenti per oltre 35 milioni
di Euro. Il ministro Bianchi ha già fir-
mato e il sottosegretario Annunziata ci
ha assicurato il suo interessamento.”
Ma Strianese è un esperto navigatore
nel mare agitato della politica e trova il
modo di tirare dentro nella partita
anche chi, come Gaetano Fasolino, si è
prodigato nel passato per sbloccare la
situazione: “Tutti i partiti e i loro rappresentanti in Parlamento della nostra
provincia non hanno mai fatto mancare il loro appoggio. Tutti hanno spinto
il vento per gonfiare la vela della nostra
nave che oggi è vicina all’approdo.”
La prudenza è proporzionata allo scetticismo che circonda ormai la storia
dello scalo aeroportuale, ecco perché
tutti gettano acqua gelata sull’entusiasmo del possibile traguardo all’orizzonte.
“Non vorrei che dovessimo dare un
addio ad un sottosegretario” dice scaramanticamente uno dei presenti riferendosi alla promessa fatta da Andrea
Annunziata.
“C’è un ruolo anche per la vecchia aerostazione – dice Giorgetti guardando
già al futuro- si dovrebbe acquistare
dall’amministrazione dell’Esercito, riadattarla e metterla a disposizione delle
compagnie per la manutenzione degli
aerei.”
Nella discussione fa capolinea anche
la querelle relativa al nome da dare all’aeroporto. Le proposte sono diverse:
Aeroporto di Salerno, di Salerno e
Costa d’Amalfi, Elea, come ha richiesto Antonio Valiante. Strianese stronca la polemica citando cosa prevede la
legge in materia: “Il nome deve imporlo il comune dove insiste il terreno adibito ad aeroscalo. Siccome la pista è
nel comune di Pontecagnano e l’aerostazione è in quello di Bellizzi (per un
totale di 57 ettari), saranno questi due
comuni a decidere in merito. Il ministero non potrà far altro che prenderne
atto.”
Qualcuno dei presenti solleva il problema dei collegamenti viari. Le strade
d’accesso all’aeroporto sono strette e
quasi sempre intasate dal traffico.
Strianese assicura che è già prevista la
sistemazione di alcune strade secondarie in accordo con l’assessore regionale Cascetta. Questo vale sia per la direttiva Nord che Sud, in attesa che si
realizzi la bretella, già prevista e finanziata, dallo svincolo di Pontecagnano.
L’ultima battuta di Strianese è per i collegamenti: ”Se date un’occhiata alle
compagnie interessate, potrete capire
già dove si potrà cominciare a volare.
Sarebbe già importante, ed in questo
sono fiducioso, sapere che a fine autunno da Pontecagnano partiranno due
voli giornalieri per Roma e Milano.
Vorrebbe dire avere già fatto un grande balzo verso il mondo del volare.”
biesse