see and treat - Servizio Sanitario della Toscana
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SEE AND TREAT APPARATO: MUSCOLOSCHELETRICO: Torcicollo-Contusioni minori-Trauma dita mano e piedeDolore acuto monoarticolare ricorrente-Lombalgia non specifica semplice ricorrente-Pronazione dolorosa Protocollo TORCICOLLO Definizione: Il torcicollo è uno spasmo tonico o intermittente dovuto a una contrattura dei muscoli del collo che determina dolore in regione antero-laterale o posteriore del collo, limitazione funzionale ai movimenti di torsione laterale e flessione della testa e, talora, atteggiamento obbligato della testa che si presenta inclinata da un lato con il mento rivolto dal lato opposto. Tale quadro può riconoscere diverse cause, lo spasmo dei mm del collo può infatti essere provocato da: esposizioni a correnti di area fredda, brusco movimento della testa, posizione errata durante il sonno o il lavoro, infezioni (virali o batteriche: in questo caso è presente una componente infiammatoria) o patologie del rachide cervicale (ernia del disco, slittamento delle faccette articolari, ascesso epidurale) AREA TRIAGE Modalità di presentazione al Triage: Il paziente si presenta per dolore ed impotenza funzionale dei movimenti del collo I quadri attribuibili a patologia del rachide cervicale o infezioni batteriche devono essere esclusi dal SEE&TREAT. Segnali d’allarme/esclusione: • • • • Età < 10 aa Febbre >o =38 °C associata o meno a : linfoadenopatia laterocervicale, tonsillite-faringite, disfagia (possibile infezione batterica ,eventuale ascesso) Recente trauma Cefalea grave • • • • Dolore >7 urente e/o lacerante Dolore in regione posteriore /centrale del collo in corrispondenza dei processi spinosi vertebrali Irradiazione del dolore al braccio e/o alla nuca Presenza di alterazioni sensitivo/motorie dell’arto omolaterale • AREA SEE&TREAT Conferma dell’eleggibilità al percorso in See and Treat: Confermare l’esclusione dei segnali di allarme in particolare indagare all'anamnesi: il tipo di dolore (escludere dolore da irritazione radicolare, la presenza di parestesie iper/ipo-anestesia, difficoltà al movimento dell'arto superiore); le condizioni scatenanti (vedi sopra). All'esame obiettivo valutare: • l'atteggiamento obbligato della testa inclinato in avanti e ruotato dal lato opposto a quello dolente. • l'esacerbazione del dolore con i movimenti di torsione laterale e flessione della testa • la dolorabilità spiccata alla palpazione del cucullare e dello sternocleidomastoideo e la contrattura muscolare. • Importante escludere spiccata dolorabilità alla digito-pressione dei processi spinosi del rachide cervicale • Confermare l’assenza di alterazioni sensitivo motorie dell’arto omolaterale Attenzioni/Trabocchetti: - Indagare la recente assunzione di farmaci che possono dare effetti extrapiramidali: fenotiazine butirrofenoni metoclopramide (Plasil) In questo caso il torcicollo è un'effetto collaterale del farmaco, consultare il medico • Il torcicollo spasmodico è una malattia neurologica (distonia focale) caratterizzata dalla presenza di spasmi muscolari involontari e protratti che colpisce i muscoli del collo e causa stiramento, torsione e movimenti rapidi della testa verso la spalla. Generalmente i primi sintomi compaiono in età adulta e può durare tutta la vita. In caso di sospetto consultare il medico. Scopo/Finalità: Alleviare la sintomatologia dolorosa Materiale: • Guanti monouso non sterili di varia misura • Contenitore per smaltimento rifiuti urbani • Contenitori per smaltimento rifiuti speciali Interventi/ Trattamento: Lavaggio sociale delle mani Informare il paziente Trattamento del dolore (vedi protocollo trasversale) Istruzioni per la dimissione: Prescrivere terapia analgesica (vedi protocollo trasversale) AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER: TORCICOLLO Gentile signore/a Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo a seguire le raccomandazioni sotto riportate: Nelle prossime 48 ore dovrà tenere la parte dolente al caldo (sciarpa, applicare la borsa dell'acqua calda). Prosegua la terapia antidolorifica nelle prossime 48 ore come prescritto. Appena il dolore lo consente è opportuno cercare di mobilizzare la parte con esercizi dolci del collo. Dovrà farsi rivalutare dal suo medico curante fra 3-4 gg o prima se nonostante la terapia antidolorifica non vi è alcun miglioramento della sintomatologia o compaiono altri sintomi associati. Bibliografia di riferimento: Pain in the neck CMAJ 164: 1182, 2001 Tintinnalli JE Emergency medicine ,edizione 2004 LA COLONNA VERTEBRALE Richiami di anatomia e fisiopatologia I dischi intervertebrali sono costituiti da uno spesso strato periferico fibroso e resistente (anulus fibrosus) formato da lamelle collagene concentriche e da un nucleo centrale acquoso, turgido ed elastico (nucleo polposo) formato da tessuto fibrocartilagineo. Le lesioni discali sono comunissime nei tratti di colonna (cervicale e lombare inferiore) che sono maggiormente sottoposte a carico e sono ampiamente mobili. Sono rarissime nel tratto dorsale della colonna. Dopo i 30 aa l'anulus fibrosus perde la sua resistenza, può fissurarsi e dar luogo ad un'ernia del nucleo polposo. In età più avanzata il nucleo polposo si disidrata progressivamente, tutto il disco diviene anelastico e può schiacciarsi, l'anulus deborda dai margini dei corpi vertebrali che a loro volta divengono più sporgenti per la produzione di cercini osteofitici (discopatia degenerativa, artrosi disco-somatica) I nervi spinali sono 31 per ciascun lato (8 cervicali, 12 toracici, 5 lombari, 5 sacrali e 1 coccigeo), sono costituiti dalla riunione delle radici anteriore e posteriore corrispondenti a ciascun segmento del midollo spinale. La radice anteriore ha la sua cellula d'origine nelle corna anteriori del midollo spinale, le fibre costituenti le radici posteriori hanno la loro cellula d'origine nei gangli spinali. Il prolungamento centrale costituisce la radice posteriore che entra nelle corna posteriori del midollo spinale, il ramo periferico subito dopo il ganglio si fonde con la radice anteriore per formare il nervo spinale. I nn spinali fuoriescono dal canale spinale attraverso il foro di coniugazione e si dividono in un ramo anteriore che a seconda del livello va a formare i plessi (cervicale, brachiale, lombosacrale e coccigeo- tranne in sede toracica dove i rispettivi nervi non formano plessi), e un ramo posteriore che innerva i mm della nuca, del dorso e della cute di queste regioni. I nn periferici che originano dai plessi ricevono fibre da più radici nervose e ogni radice invia fibre a più nervi: pertanto è evidente che l'innervazione periferica e quella radicolare non sono corrispondenti. Là dove la radice spinale esce dal sacco meningeo fino all'imbocco del canale di coniugazione corrisponde alla parte laterale di un disco intervertebrale e può pertanto essere compressa da un'ernia del disco postero-laterale. La compressione di una radice nervosa può comportare: irritazione radicolare: qualora la compressione è lieve/o iniziale, caratterizzata da dolore irradiato nel territorio di distribuzione delle fibre sensitive eventuali parestesie. ü deficit delle funzioni: sensitiva (con iperestesie o ipo-anestesia) e/o motoria e/o autonomica ü interruzione funzionale della radice: se la compressione è intensa e/o protratta può dare soppressione della funzione radicolare. • L'ernia discale posterolaterale comprime una sola radice spinale (sindrome monoradicolare), generalmente la radice di numero corrispondente alla vertebra sottostante al disco erniato: esempio un'ernia fra L4 e L5 dà compressione di L5, mentre un'ernia fra L5 e la prima sacrale da compressione di S1. Un'ernia del disco postero-centrale o un grosso cercine disco-osteofitico tendono a comprimere il sacco meningeo. Il sacco meningeo contiene il midollo spinale fino ad L1, inferiormente a L1 contiene le radici spinali che formano la cauda equina. Pertanto una compressione a tale livello dà origine a sindrome pluriradicolare Sindrome della Cauda Equina: incontinenza sfinterica, impotenza,parestesie bilaterali arti inferiori INQUADRAMENTO DELLE LOMBALGIE Definizioni: Lombalgia semplice (senza interessamento radicolare): dolore, con presenza o meno di limitazione funzionale, avvertito fra il margine inferiore dell’arcata costale e le pieghe glutee inferiori, con possibile irradiazione posteriore alla coscia, ma non oltre il ginocchio. Lombalgia con interessamento radicolare: il dolore è unilaterale, pungente , associato nei corrispondenti dermatomeri, ad alterazioni della sensibilità (formicolii, iper/ipo/anestesia), possibili deficit motori fino alla paralisi, eventuali deficit autonomici. Sono generalmente presenti altri sintomi. Lombosciatalgia (interessamento delle radici L5-S1): lombalgia con irradiazione dolorosa al di sotto il ginocchio, fino al piede; il dolore all’arto può essere presente in assenza di dolore lombare. Per interessamento di L5 dolore e parestesie seguono la faccia postero esterna della coscia, la faccia esterna della gamba, il dorso del piede fino all'alluce; per interessamento di S1 la sintomatologia interessa faccia posteriore della coscia, della gamba, il tallone, la pianta del piede fino al V dito. In questo caso se ho alterazione della motricità ho diminuzione fino alla scomparsa di riflesso achilleo. Lombocruralgia (interessamento delle radici L3-L4): lombalgia con irradiazione dolorosa all’inguine. In relazione all'andamento temporale una lombalgia si definisce: acuta, se la sintomatologia dolorosa ha durata inferiore ad un mese, 4 settimane subacuta, se la sintomatologia dolorosa si protrae oltre il mese fino a 3 mesi cronica, se i sintomi si protraggono oltre i 3 mesi ricorrente, quando gli episodi acuti si ripresentano dopo un periodo di benessere in assenza di terapia farmacologica In relazione all'eziologia le lombalgie possono essere classificate in: Lombalgie da causa meccanica: oltre il 95% delle lombalgie ha una causa meccanica, che può derivare da un uso eccessivo o da un’abnorme stimolazione di una normale struttura anatomica ( muscoli, legamenti, fasce, faccette articolari, radici nervose spinali) oppure essere conseguenza di un trauma o di deformità di una struttura anatomica (frattura, spontanea o a seguito di traumi anche lievi in pazienti con grave osteoporosi o in terapia cronica con corticosteroidi, erniazione del nucleo polposo, artrosi interapofisaria posteriore). Le cause più comuni sono le lesioni muscolo-legamentose o le alterazioni degenerative età-correlate dei nuclei polposi e delle faccette articolari. In questi casi il dolore è acuto, a rapida insorgenza, in seguito a sforzo o trauma, esacerbato dalla palpazione del rachide e mm paravertebrali, accentuato dal movimento, attenuato dal riposo e dal clinostatismo. Può essere o meno presente interessamento radicolare. • Lombalgie da possibile grave patologia spinale: nell’1% dei casi l’origine non è meccanica ma da possibile grave patologia spinale: tumori primitivi o metastatici, infezioni, ascessi, Sindrome della cauda equina. In questi casi il dolore è costante, sordo, progressivo non attenuato dal riposo, peggiora nelle ore notturne, l'interessamento radicolare spesso coinvolge più radici a livelli diversi. • Lombalgie in cui il dolore è riferito da malattie viscerali (pelviche, addominali, retroperitoneali) o espressione di malattia sistemica: le più comuni cause di dolore non muscoloscheletrico sono: ulcera peptica, pancreatite, colica renale, aneurisma dell'aorta addominale, emorragie/ematomi retroperitoneali, tumori di organi retroperitoneali, malattie pelviche (prostatite, endometriosi, m. infiammatoria pelvica cronica). Questi casi, che rappresentano circa il 2% del totale, si presentano con un dolore lombare non modificato dai movimenti, generalmente associato a dolore anche in altre sedi: addominale, a cintura, toracico, con irradiazione ai quadranti inferiori dell'addome e all‘inguine; sono assenti segni locali (dolore alla palpazione del rachide, contrattura dei mm paravertebrali, deviazioni della colonna in cifo-scoliosi ). • PROTOCOLLO: LOMBALGIA SEMPLICE O COMUNE O NON SPECIFICA ACUTA RICORRENTE QUINDI almeno il secondo episodio (deve esistere già una precedente diagnosi) di un quadro di lombalgia acuta (presente da meno di un mese) di natura muscolo-scheletrica senza interessamento radicolare. Tale quadro come già detto riconosce generalmente una causa meccanica (distorsioni, strappi, discopatie); nel 70% dei casi la causa può non essere identificabile (forme idiopatiche). AREA TRIAGE Modalità di presentazione al Triage: Dolore è acuto e di rapida insorgenza, localizzato fra il margine inferiore dell’arcata costale e le pieghe glutee inferiori, con possibile irradiazione posteriore alla coscia, ma non oltre il ginocchio. Compare generalmente in seguito a sforzo in flessione del tronco anche modesto, è esacerbato dal movimento e dalla palpazione dei mm paravertebrali, si attenua con il riposo, possono essere presenti deviazioni della colonna in cifo-scoliosi, e limitazione funzionale. Segnali di allarme/esclusione: Ø Ø Ø Ø Ø Ø Ø Ø Ø Ø Ø Ø Ø Primo episodio Dolore > 7 Dolore che si protrae da più di 4 settimane nonostante terapia Dolore associato a dolore toracico inferiore o addominale Irradiazione del dolore oltre il ginocchio fino al piede o anteriormente all'inguine Alterazioni della sensibilità: (parestesie, ipo-anestesia) • all'arto inferiore (regione posteriore-esterna della coscia, della gamba fino al piede), • all'inguine • con distribuzione a sella (Sindrome della cauda equina) Presenza di deficit motori: riferita perdita di forza fino alla paralisi ( ipovalidità dell'estensore proprio dell'alluce, dell'estensore comune delle dita e tibiale anteriore) Incontinenza/ritenzione urinaria e/o incontinenza fecale (S.della cauda equina) Presenza di massa pulsante addominale (aneurisma aortico) Febbre > 38°(infezioni, ascessi) Alterazione di PA e FC Età maggiore 60 aa e minore 20 (negli anziani sono più frequenti cause gravi quali fratture anche spontanee, tumori, aneurisma aortico; sotto i 20 aa forte sospetto per tumori) Storia di : ü aneurisma aorta addominale ü neoplasie ü importante perdita di peso negli ultimi mesi ü tossicodipendenza (uso di droghe e.v.) (possibili infezioni, ascessi) ü gravidanza in atto ü recente trauma: maggiore a tutte le età anche trauma minore negli anziani o in pz. con grave osteoporosi o in terapia cronica con corticosteroidi ü terapia con A.O. AREA SEE&TREAT Conferma dell’eleggibilità al percorso in See and treat Assenza dei segnali di allarme con particolare riferimento all’anamnesi e all’esame obiettivo per escludere deficit sensitivo-motori: iper/ipo anestesia agli arti inferiori o in regione perianale (anestesia a sella), l'assenza di deficit di forza degli arti inferiori, piede o dita dei piedi (esempio ipovalidità dell'estensore dell'alluce), l'assenza di incontinenza/ritenzione sfinterica (fecale/urinaria), E.O. mirato ad escludere segnali di allarme “neurologici” TRATTAMENTO: Scopo e finalità: Controllare/trattare il dolore in acuto Materiali: • Guanti monouso non sterili di varia misura • Contenitore per smaltimento rifiuti urbani • Contenitori per smaltimento rifiuti speciali Interventi: Lavaggio sociale delle mani Informare il paziente Misurare e trattare il dolore (vedi protocollo trasversale) Istruzioni per la dimissione: Prescrivere terapia antidolorifica a domicilio per i successivi 3 gg (vedi protocollo trasversale) e la terapia comportamentale. Specificare le circostanze che richiedono un ricorso al medico curante prima dei tre gg AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER LOMBALGIA ACUTA Gentile signore/a Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo a seguire le raccomandazioni sotto riportate: Nei prossimi tre giorni prosegua la terapia antidolorifica consigliata e appena la sintomatologia dolorosa lo consentirà riprenda la sua normale attività quotidiana. Il riposo a letto non serve a guarire più velocemente, anzi una volta alleviato il dolore è consigliabile iniziare una moderata attività fisica (nuoto, camminare). Per ridurre al minimo il rischio di recidive adotti i seguenti comportamenti : 1. Portare scarpe comode, con tacco basso. Le solette nelle scarpe possono aiutare chi deve stare in piedi per lunghi periodi di tempo. 2. Porre le superfici di lavoro ad un’altezza comoda. 3. Usare una sedia con un buon sostegno a livello lombare. - 4. Quando solleva un peso da terra per raccoglierlo piegare le gambe, evitare sollevamenti in torsione, flessione e allungamento e tenere gli oggetti vicino al corpo. 5. Evitare di sollevare oggetti pesanti Fra 3 gg dovrà farsi rivalutare dal proprio medico curante, per definire con lui quanto e se proseguire la terapia antidolorifica e rivalutare le sue condizioni cliniche. Si rivolga comunque prima di 3 gg al medico curante se: ü ü La sintomatologia dolorosa, nonostante la terapia in atto dovesse peggiorare (il dolore aumenta molto di intensità) Se la sintomatologia si modifica, in particolare se: Il dolore cambia la sua irradiazione (scende fino alla gamba ed al piede) Compare dolore anche in altre sedi (torace, addome), Compaiono formicolii, bruciore o deficit di forza (debolezza, difficoltà a muovere) agli arti inferiori (anche solo il piede o le dita dei piedi) Compare incontinenza urinaria/fecale Compare febbre Bibliografia di riferimento : - Consiglio Sanitario Regionale ; Linee Guida : Mal di Schiena, Regione Toscana 2005 - Tintinnalli JE, Emergency Medicine, 6th Ed. 2004 DOLORE MONOARTICOLARE ACUTO NON TRAUMATICO Richiami di anatomia e fisiopatologia Struttura e Funzioni delle articolazioni Le articolazioni sono dispositivi giunzionali fra capi ossei, interconnessi tramite tessuti connettivi, si dividono in mobili, poco mobili o immobili In base alla costituzione e alla capacità di movimento si dividono in: Sinartrosi ed Anfiartrosi che sono articolazioni per continuità, poco mobili o immobili, nelle quali fra le strutture ossee è interposto tessuto connettivo denso fibroso (sinartrosi), cartilagineo o fibrocartilagineo (anfiartrosi) Diartrosi che sono articolazioni per contiguità o sinoviali con ampia capacità di movimento. Sono queste le più numerose ed elettivamente interessate dalle malattie reumatiche. Modello di un’articolazione diartrodiale (sinoviale) Liquido sinoviale: è presente normalmente in scarsa quantità, serve alla lubrificazione articolare e alla nutrizione della cartilagine, contiene acqua, elettroliti, glucosio, proteine principalmente a basso peso molecolare, acido ialuronico, monociti, linfociti e macrofagi. E’ un dialisato del plasma che deriva dalla membrana sinoviale Membrana sinoviale: è costituita da un'intima con 1-4 strati di cellule (sinoviociti con funzione macrogafica, fibrobalstica, intermedia)e da tessuto subsinoviale: un connettivo lasso molto vascolarizzato Capsula articolare: tessuto connettivo fibroso denso (fibre collagene in fasci paralleli), spesso, con poche cellule e mollta acqua. Si inserisce nel tessuto osseo con un complesso di transizione specializzato chiamato entesi, frequente sede di patologie reumatiche. La distensione della capsula articolare determina dolore qualunque ne sia la causa Cartilagine articolare: variante del tessuto connettivo con funzione di ammortizzare e distribuire il carico e permettere lo scorrimento delle superfici articolari. Sono assenti i vasi sanguigni, linfatici, e le terminazioni nervose. Il nutrimento avviene per diffusione dal liquido sinoviale e dai vasi dell'osso subcondrale. APPRACCIO AL PAZIENTE CON: DOLORE MONOARTICOLARE ACUTO NON TRAUMATICO Dolore monoarticolare non traumatico Non Infiammatorio Osteoartosi Osteonecrosi M.di Charcot Infiammatorio Gotta Pseudogotta Artrite settica Si parla di dolore • di tipo INFIAMMATORIO e quindi di ARTRITE-:quando il dolore è indipendente dal carico e dal movimento, è presente anche la notte e a riposo, si associa a rigidità mattutina superiore a 30 minuti e sono presenti segni locali di flogosi: tumefazione, calore, arrossamento della cute. All'interno delle forme infiammatorie rientrano le artriti infettive/settiche che costituiscono un'emergenza medica, possono distruggere un' articolazione in pochi gg con esiti permanenti. • di tipo NON INFIAMMATORIO (meccanico) e quindi di ARTRALGIA quando il dolore è aggravato dal carico e/o dal movimento, si attenua con il riposo, la rigidità mattutina è di breve durata, inferiore ai 30' e non sono presenti segni locali di flogosi; il dolore è sordo, gravativo, profondo. Si ricorda che nell'ambito della patologia articolare-muscoloscheletrica non traumatica si considera: acuta: la sintomatologia dolorosa con durata inferiore a 4-6 settimane subacuta: la sintomatologia dolorosa che si protrae oltre il mese fino a 3 mesi cronica: una sintomatologia che si protrae oltre i 3 mesi ricorrente: quando gli episodi acuti si ripresentano dopo un periodo di benessere in assenza di terapia farmacologica Si parla di forme: monoarticolari quando è colpita una sola articolazione oligoarticolari quando sono interessate fino a 3 articolazioni poliarticolari quamdo sono interessate più di 3 articolazioni Le forme poliarticolari possono essere simmetriche o asimmetriche. Nell'Area SEE&TREAT si possono valutare i quadri di dolore monoarticolare acuto (presente da 4-6 settimane) non traumatico non infiammatorio (osteoartrosi/osteoartite) o infiammatorio da recidiva di artrite gottosa acuta (deve esistere una precedente diagnosi di gotta) PROTOCOLLO: DOLORE MONOARTICOLARE ACUTO NON TRAUMATICO RICORRENTE AREA TRIAGE Modalità di presentazione al Triage: Il paziente si presenta per DOLORE ACUTO (< 6 settimane), non traumatico, che interessa una sola articolazione, in presenza di storia di gotta acuta o osteoartrosi, non altri sintomi sistemici o d’organo associati. Segnali di allarme/esclusione: ü Età <10 aa ü Febbre Elevata > 38°c suggestiva di forma settica ü ü ü ü Dolore >7 Dolore da più di 6 settimane Primo episodio Comorbilità importante o terapia cronica immunosoppressiva in atto (compresa terapia CCS e chemioterapia) ü Compromissione delle condizioni generali ü ü ü ü Tossicodipendenze recenti traumi penetranti o manovre iatrogene presenza di un focolaio di infezione extrarticolare (es. ascesso cutaneo) recenti (1- 4 settimane) infezioni acute genito-urinarie, gastroenteriche, faringo-tonsillite acuta AREA SEE&TREAT Conferma eleggibilità percorso See and treat Confermare quadro di gotta acuta o osteoartrosi/osteoartrite mediante anamnesi ed esame obiettivo Artralgia da osteartrosi/osteoartrite § § § § § § § § storia di osteoartrosi all'articolazione interessata dolore meccanico, accentuato dal movimento, si attenua con il riposo, assente la notte dolore di tipo gravativo profondo, può acutizzarsi quando è presente componente infiammatoria o contrattura muscolare limitazione funzionale modesta rigidità mattutina se presente di breve durata (meno di 30 minuti) scarsi segni di flogosi locale; l’articolazione si presenta “ingrossata”, la tumefazione è dura dovuta agli osteofiti, può essere presente modesto versamento (tumefazione molle); segni caratteristici: crepitii e scrosci articolari le articolazioni più colpite sono le articolazioni interfalangee delle mani, anca e ginocchio assenti segni sistemici Artrite gottosa § § § § § § precedenti attacchi di gotta acuta dolore che insorge tipicamente a riposo nelle ore serali o notturne oppure scatenato da traumi locali anche lievi, arriva all'acme nell'arco di poche ore dolore molto forte con limitazione funzionale, costringe il paziente all'immobilità (limitazione al movimento attivo e passivo). spiccata dolorabilità (non sopporta il lenzuolo) importanti segni di flogosi locale: articolazione è rossa, calda, la tumefazione non è molto marcata generalmente estesa oltre i confini articolari stessi. Le articolazioni più frequentemente interessate sono: le articolazioni periferiche degli arti inferiori (nel 50% casi è interessata la prima metatarsofalangea che è coinvolta almeno una volta nel 90% dei pazienti § con gotta), ma anche caviglia, ginocchio, polsi, gomiti. Segni sistemici: lieve rialzo termico E' fondamentale escludere con certezza quadro di ARTITE SETTICA o altre artriti con interessamento sistemico rivalutando i segnali di allarme sopra elencati. TRATTAMENTO: Scopo e finalità: Controllare/trattare il dolore in acuto Materiali: • Guanti monouso non sterili di varia misura • Contenitore per smaltimento rifiuti urbani • Contenitori per smaltimento rifiuti speciali Interventi: Informare il paziente Misurare e trattare il dolore 1. in caso di dolore osteoartrosico seguire le indicazioni del protocollo trasversale del dolore 2. in caso di dolore da artrite gottosa acuta: sono di prima scelta in pazienti senza controindicazioni i FANS: INDOMETACINA, cps 50 mg, 3 volte al giorno per totale di 150mg/die (max di 200 mg al giorno) in pazienti con normale funzione renale. Proseguire per 3-5 gg. Generalmente si ottiene un beneficio entro 2 ore dalla somministrazione. Negli anziani ed in particolare in pazienti con insufficienza renale ridurre il dosaggio o somministrare colchicina Controindicazioni: allergie note, anche ad aspirina o altri FANS, storia di ulcera peptica attiva, diatesi emorragiche, insufficienza renale, scompenso cardiaco congestizio Possibili effetti collaterali: gastrointestinali (ulcera gastro-duodenale, emorragie intestinali, diarrea), cefalea, vertigini. Avvertire il paziente di consultare il medico curante in caso di comparsa dei suddetti sintomi. IN CASO DI CONTROINDICAZIONI ALLA SOMMINISTRAZIONE DI INDOMETACINA CONSULTARE IL MEDICO PER LA SOMMINISTRAZIONE DI COLCHICINA ATTENZIONI e TRABOCCHETTI • fra i FANS non somministrare Aspirina e salicilati che possono aggravare l'attacco • se non si ha miglioramento con la terapia sopraindicata sospettare una forma settica, anche in assenza di febbre elevata o altri segnali di allarme, pertanto consigliare al paziente di rivolgersi tempestivamente al proprio medico curante • non iniziare la somministrazione di farmaci per la riduzione dell'uricemia durante l'attacco acuto, può esacerbare l'attacco stesso; se la terapia è già in atto non va comunque sospesa. AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER DOLORE MONOARTICOLARE ACUTO Gentile signore/a Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo a seguire le raccomandazioni sotto riportate: Nei prossimi giorni mantenga a riposo l'articolazione interessata e l’arto coinvolto in posizione di scarico. Prosegua la terapia farmacologia consigliata Se la sintomatologia persiste senza alcun miglioramento oppure alla comparsa di: • febbre • interessamento di altra articolazione • comparsa di rash cutanei o sintomi a carico di altri organi apparati si rivolga urgentemente al proprio medico curante Si presenti comunque al medico curante entro 2-3 gg per una rivalutazione clinica e l'aggiustamento della terapia farmacologica Bibliografia - Tintinnalli JE, Emergency Medicine, 6th Ed. 2004, - Cecil, Medicine, 23°th Ed., Philadelphia 2008 Protocollo: CONTUSIONI MINORI DEGLI ARTI Definizione: Le Contusioni sono lesioni conseguenti ad un trauma diretto, che determina pressione o frizione dei tessuti, lacerazione dei vasi sottostanti ed eventualmente abrasione dei tessuti superficiali. A seguito di un trauma contusivo si possono rilevare diversi tipi di lesioni: Ecchimosi : la cute rimane integra ma la rottura di piccoli vasi sanguigni determina modesto stravaso emorragico rilevabile in superficie come una macchia della cute ovvero un’ alterazione cromatica circoscritta di oltre 1-2 cm che non scompare con la diascopia (digitopressione). • Ematoma: la cute è sempre integra, ma lo stravaso emorragico è di maggior entità e determina una tumefazione della parte interessata. La raccolta di sangue può rimanere circoscritta o infiltrare i tessuti circostanti. • Escoriazione: è un’abrasione traumatica dovuta alla presenza di una forza tangenziale al tessuto che determina una frizione con conseguente lacerazione degli strati superficiali dell’epidermide o del derma superficiale • AREA TRIAGE Modalità di presentazione al Triage: Dolore ad un arto, più o meno intenso, a seguito di trauma contusivo. Il dolore è localizzato alla sede del trauma. La parte può presentare solo edema e arrossamento della cute oppure si possono realizzare le lesioni sopra descritte: ecchimosi, ematoma, escoriazioni superficiali. Può essere presente lieve limitazione funzionale. Segnali di allarme/esclusione: Età: < 10 aa Sedi articolari Dinamica maggiore del trauma Traumi associati in altre sedi: testa, collo, torace, addome Dolore > 7 Deformità dell’arto (codice giallo) Grave limitazione funzionale (sospetto di frattura) Motilità preternaturale (movimento possibile su piani in cui normalmente è impedito: sospetto di lesione di legamenti) Alterazioni della sensibilità (parestesie, ipo-anestesia) Segni di ischemia dell'arto (cute fredda, pallida, assenza di polsi periferici distali alla lesione) Alterazioni della coagulazione congeniti o acquisiti (Terapia con A.O. ) AREA SEE&TREAT Conferma elegibilità percorso See and Treat: Confermare la presenza di trauma contusivo e l’assenza dei segnali di allarme sopra indicati mediante: - l’anamnesi: che indaghi la dinamica del trauma, la presenza di trauma anche in altri distretti, pregressi traumi nella stessa sede (che possono comportare conseguenze più gravi a parità di dinamica del trauma), la presenza di diatesi emorragiche o l'assunzione di anticoagulanti orali. - l’esame obiettivo: Ø Localizzare con la palpazione la zona di maggior dolorabilità, verificare idoneità della sede. Ø Escludere: Ø Deformità dell’arto Ø Grave limitazione funzionale (sospetto di frattura) Ø Motilità preternaturale (movimento possibile su piani in cui normalmente è impedito: sospetto di lesione di legamenti) Ø Alterazioni della sensibilità (parestesie, ipo-anestesia) Ø Segni di ischemia dell'arto (cute fredda, pallida, assenza di polsi periferici distali alla lesione) Attenzioni/Trabocchetti: Dalla semeiotica dell’ecchimosi/ematoma si può risalire al tempo della lesione: entro le prime 48 ore il colore è rosso/violaceo ed i margini sono netti; oltre le 48 ore il colore è giallo/verdognolo ed i margini sono sfumati. La presentazione in DEA per questo tipo di problematica è spesso ritardata. Trattamento: Scopo/finalità: Ridurre la sintomatologia dolorosa e l’edema Alleviare l’ansia del paziente Materiale: • Guanti monouso di varia misura • • • • • • • • • • • • Garze sterili Disinfettante Bacinelle reniformi ( Arcelle , Spassetta ) Forbici Cerotti (tela, carta ) Cerotti garzati di varie misure Telini Borse da ghiaccio Contenitore con ghiaccio a cubetto e/o frammenti Ghiaccio sintetico Contenitore rifiuti speciali Contenitore rifiuti urbani Interventi: Lavaggio sociale delle mani Informare il paziente Trattamento del dolore (vedi protocollo trasversale) Trattamento abrasioni superficiale se presenti (vedi protocollo abrasioni) Applicazioni locali fredde (ghiaccio sintetico o borsa del ghiaccio) Riordino del materiale Lavaggio sociale delle mani Istruzioni per la dimissione: Prescrivere terapia antidolorifica a domicilio per i successivi 3 gg (vedi protocollo trasversale) e la terapia comportamentale. Specificare le circostanze che richiedono un ricorso al medico curante prima dei tre gg. AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER CONTUSIONI MINORI ARTI Gentile signore/a Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo a seguire le raccomandazioni sotto riportate: Nelle prossime 24-48 ore dovrà mantenere a riposo la parte interessata e in posizione di scarico. Se è coinvolto l'arto inferiore dovrà evitare di camminare. Applichi localmente del ghiaccio per 10 minuti ogni ora nelle prime 24 ore ad eccezione che quando dorme, questo servirà a ridurre l'edema; tuttavia è normale che nonostante l'applicazione locale di ghiaccio nelle prime 24 ore la tumefazione possa aumentare; la sintomatologia (il gonfiore, il dolore e la lieve impotenza funzionale) andrà progressivamente migliorando nei giorni successivi. Se è presente dolore assuma la terapia analgesica consigliata. Se entro 3-4 gg la sintomatologia non migliora o compaiono altri sintomi si faccia rivalutare dal proprio medico curante. Bibliografia di riferimento: • Tintinalli JE, Emergency Medicine ,ed.2004 • Medicina pratica – Emergenze- E. Altomare UTET • Medicina pratica – Ortopedia – V. Patella, B. Moretti, P. Verde • Emergency Medicine Practice – Lesioni del polso : diagnostica per immagini e trattamento in emergenza. 2007 • NCEMI -Contusions anno 2004 • Tecniche Infermieristiche di base – Chiesa, Clementi, D’Alessandri, Pascoli, ed. ambrosiana Milano 1991 • Emergency Care Journal – L’infermiere di triage nella gestione precoce del dolore acuto in Pronto Soccorso. 2007 TRAUMA DELLE DITA MANO E PIEDI Cenni di Anatomia: LA MANO La mano è formata da: carpo, metacarpo e dita Le ossa del carpo sono: Nella fila prossimale (dal quinto dito al pollice ): pisiforme , piramidale , semilunare e scafoide; Nella fila distale (dal quinto dito al pollice): uncinato, capitato, trapezoide e trapezio. Il Metacarpo è formato dalle 5 Ossa Metacarpali . Le teste delle ossa del metacarpo si articolano con la falange prossimale delle ossa delle dita. Le dita della mano sono formate da tre falangi (prossimale,intermedia,distale) ad eccezione del pollice composto da due falangi. IL PIEDE Il Piede è formato da:tarso, metatarso e dita Le ossa del tarso sono: -Fila prossimale: medialmente il talo o astragalo, lateralmente il calcagno -Fila intermedia: medialmente navicolare o scafoide, lateralmente cuboide -Fila distale anteriormente al navicolare i cuneiformi (laterale, intermedio, mediale) Il Metatarso è formato dalle 5 ossa metatarsali. Le teste delle ossa del metatarso si articolano con la prima falange delle dita. Le Dita del piede sono formate da 3 falangi (prossimale, intermedia e distale) ad eccezione dell’alluce composto da due falangi. Protocollo: AREA TRIAGE TRAUMA DELLE DITA MANO E PIEDI Modalità di presentazione al Triage: Dolore di una o più dita della mano e/o del piede sottoposte a trauma contusivo; il dolore è accentuato dal movimento della parte interessata; dolorabilità alla palpazione. Il dito/dita presentano segni di contusione locale e circoscritta, eventualmente associate ad abrasione/i. Una certa limitazione funzionale è spesso presente ed è legata alla sintomatologia dolorosa e all’edema. Segnali d’allarme/esclusione: Ø Età <10 aa Ø Articolazione metacarpo-falangea del I dito Ø Traumatismi associati in altre sedi ad eccezione degli arti (vedi prot. specifico) Ø Febbre > 38 °C in associazione o ad importanti segni di flogosi locale (tumefazione, arrossamento, calore) o a ferite superficiali (possibile infezione) Ø Presenza di alterazione della sensibilità al dito/dita interessate (parestesie, ipo-anestesia) Ø Sospetto di ischemia e/o necrosi (un dito ischemico si presenta pallido e freddo) Ø Deformità (sospetta di lussazione o frattura) AREA SEE&TREAT Conferma elegibilità percorso See and Treat: Confermare il quadro di trauma non complicato del/delle dita della mano e/o del piede attraverso accurata anamnesi e accurato esame obiettivo. Sia con l’anamnesi che con l’esame obiettivo oltre ad evidenziare eventuali segnali di allarme: alterazione della sensibilità al dito/dita interessate (parestesie, ipo-anestesia), sospetto di ischemia e/o necrosi (un dito ischemico si presenta pallido e freddo), andranno in questo caso ricercati i segni/sintomi in base ai quali richiedere l’esame radiologico. Chiedere RX dito/dita se: 1. impatto ad alta velocità o schiacciamento con oggetto pesante 2. dolore severo spontaneo e/o alla mobilizzazione 3. edema imponente 4. Presenza di grave alterazioni della motilità (difficoltà ai movimenti di flessione e/o estensione del dito; valutare la motilità di tutte le falangi) Se l’esame radiologico evidenzia una frattura scomposta inviare il paziente fuori dall’Area See And Treat Attenzioni/trabocchetti: Escludere dal See&treat i traumi distorsivi dell’articolazione metacarpofalangea del I dito: in questo tipo di lesioni è comunque necessaria la consulenza ortopedica indipendentemente dalla presenza di fratture evidenziate ai RX. E’ quindi opportuno escludere dal See&Treat. Una certa limitazione funzionale è spesso presente ed è legata alla sintomatologia dolorosa ed all’edema; una grave limitazione funzionale e l’assenza completa di movimento di un’articolazione depongono per forte sospetto di lussazione, frattura o lesioni tendinee. Trattamento: Scopo/finalità: Ridurre la sintomatologia dolorosa Evidenziare e trattare eventuali lesioni ossee (non fratture scomposte) Migliorare la funzionalità dito/dita Interventi/Trattamento: 1) Dita delle mani: contusione grave o frattura composta Materiali : ü Stecche metalliche rivestite di alluminio e gomma adattabili alla lunghezza delle dita ü Ovatta sintetica ü Cerotto ü Retelast ü Fasce di cotone sintetico ü Fasce di garza Interventi/trattamento: Ø Lavaggio sociale delle mani Ø Rivalutazione e trattamento del dolore: vedi protocollo trasversale Ø Informare il paziente Ø Applicazione stecca metallica : § Adattamento e prova della stecca sulla parte volare del dito § Tagliare la stecca secondo la lunghezza desiderata includendo il dito compresa la punta ungueale, mano e polso § Il dito deve essere in flessione, mano in lieve estensione § Includere nella steccatura sempre un dito adiacente a quello lesionato per una maggiore stabilità della stecca § Iniziare la fasciatura con l’ovattina di Germania facendo un giro fermo al terzo inf. dell’avambraccio § Fasciare con giri a otto sul palmo della mano e § § § § § § § § trasversalmente sul dorso ritornando al polso Salire verso le dita con fasciatura incrociata Applicare sulle dita e sulla mano la stecca tagliata e precedentemente modellata Iniziare la fasciatura con fasce di garza partendo sempre con giro fermo dal terzo medio inferiore del polso e salire verso il palmo della mano e le dita con bendaggio a otto incrociato sul dorso Terminare la fasciature e fissarla con cerotto Applicare Retelast Controllare lo stato circolatorio e neurologico (assenza di parestesie e formicolii) Riordino del materiale Lavaggiosociale delle mani Istruzione per la dimissione: § Terapia antidolorifica per 48 ore al bisogno come da protocollo trasversale § In caso di persistenza di forte dolore dopo 3 giorni controllo in PS § In assenza di frattura inviare il paziente a controllo per rimozione della stecca metallica dopo 7 gg dal medico curante § In caso di frattura inviare il paziente a controllo non prima di 20 gg secondo le modalità previste dalla propria organizzazione (ambulatorio ortopedico…) AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER: TRAUMA DITA MANO Gentile Signore/a Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo a seguire le raccomandazioni sotto riportate: • Se è presente dolore assuma la terapia analgesica consigliata per le prossime 48-72 ore ore, tuttavia se persistesse forte dolore fra tre giorni torni per effettuare un controllo presso questo Pronto Soccorso • Si dovrà recare a controllo presso………………………..fra……….giorni 2) Dita dei piedi a) frattura dorsale metatarso-falangea o dell’articolazione interfalangea Materiali: • • • • • • Guanti monouso di varia misura Cerotto in tela Fasce di garza Maglia tubolare Ovattina di Germania Rete-last • Contenitore rifiuti urbani Interventi/trattamento: Ø Lavaggio sociale delle mani Ø Informare il paziente Ø Intervento di cerottaggio: - Applicare una garza intorno al dito, girare intorno un cerotto comprendendo anche un dito adiacente per dare maggiore stabilità - Girare il cerotto in modo da coprire ¾ delle dita lasciando ben visibili le unghie - Consigliare l’uso di scarpe con suola rigida - Controllare lo stato circolatorio e neurologico (assenza di parestesie e formicolii) b)contusione grave Materali: • Guanti monouso di varia misura • Contenitore rifiuti speciali • Contenitore rifiuti urbani Interventi/trattamento: Ø Lavaggio sociale delle mani Ø Misurare e trattare il dolore: vedi protocollo trasversale Ø Informare il paziente Ø Prescrivere terapia comportamentale Istruzione per la dimissione : Prescrivere terapia analgesica (vedi protocollo trasversale) e terapia comportamentale AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A TRATTAMENTO PER: TRAUMA DITA PIEDE Gentile Signore/a Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo, a seguire le raccomandazioni sotto riportate: • Se è presente dolore assuma la terapia analgesica consigliata per le prossime 48-72 ore • Nelle prime 24 ore, se il dolore è forte, tenga il piede a riposo (arto inferiore in scarico) evitando di poggiare il piede e camminando il meno possibile; effettui applicazioni locali di ghiaccio per 10’ minuti ogni ora nelle prime 24 h ad eccezione delle ore notturne. • Nei prossimi giorni usi scarpe con suola rigida possibilmente aperte davanti (zoccoli) • Se fra 3 gg il dolore, la tumefazione e la limitazione funzionale non migliorano si rechi per rivalutazione ed eventuale RX dal suo medico curante; la informiamo comunque che anche qualora una radiografia evidenziasse una piccola frattura ciò non modificherebbe il trattamento necessario (le dita del piede non si ingessano) • Effettui in ogni caso un controllo dal suo medico curante fra 7 giorni anche per eventuale rimozione del cerottaggio Bibliografia di riferimento: - M. Carli, M.Fasciolo, R.Machieraldo, C.Marsaglia: “ Ortopedia e Traumatologia”, Ed Libreria Cortina Torino, 1986; - F.Pipino, R.Mantero, M.I. Rossello, G.Priano: “corso propedeutico di Chirurgia della mano”, Facoltà di Medicina e Chirurgia Università di Genova, Fondazione Savonese per gli studi sulla mano, 2002; - G. Gasolo : L’infermiere in ortopedia - S.Smith, D. Duell, Il manuale dell’nfermiere: l’assistenza infermieristica principi e tecniche dal nursing alla specialità”, Ed. Sorbona Milano, 1990 - P.G. Bullough, Orthopedic Pathology, 5° Ed, Mosby 2009 Protocollo: PRONAZIONE DOLOROSA Definizione: E’ la lussazione incompleta (sublussazione) dell’articolazione del gomito per fuoriuscita dell'estremità del radio dal legamento anulare che lo unisce all'ulna. E' molto frequente nel bambino, quando l'avambraccio viene stirato verso l’alto e contemporaneamente ruotato verso l'interno: tipicamente quando il bambino, tenuto per mano, scivola oppure si volta all'indietro e viene ripreso con forza da chi lo conduce, o quando un bambino venga sollevato per le braccia. AREA TRIAGE Modalità di presentazione al Triage: Dolore, impotenza funzionale arto (Il bambino viene condotto in PS perché improvvisamente non muove più l'arto superiore, piange ogni volta che si tenti di muoverglielo, l’arto viene tenuto tipicamente lungo il corpo, leggermente ruotato all'interno). Segnali d’allarme/esclusione: Traumatismi che possano far sospettare una concomitante frattura. Precedente tentativo infruttuoso Traumi in più distretti AREA SEE&TREAT Conferma eleggibilità percorso See and Treat: Ricostruire l’anamnesi dell’insorgenza se corrisponda ad uno degli eventi tipici scatenanti: quando il bambino, tenuto per mano, scivola oppure si volta all'indietro e viene ripreso con forza da chi lo conduce, o quando un bambino venga sollevato per le braccia. Accertarsi con maggior cura che non vi siano stati traumi diretti da caduta e che non ve ne siano segni apprezzabili. Trattamento: Scopo/finalità: Ridurre la sintomatologia dolorosa Ripristino della funzionalità area interessata Interventi: • Informare il paziente/genitore: Il problema si risolve con una manovra codificata che riporta il radio al proprio posto • Per la riduzione della lussazione l’articolazione del gomito non può essere mantenuta estesa in quanto in estensione la capsula si torce impedendo il rientro del capitello radiale nel legamento anulare. • Tenere l’articolazione flessa a 90° poiché in questa posizione la capsula si rilascia e la successiva manovra di supinazione (o anche di pronazione) riporta il capitello radiale in sede. • Afferrare delicatamente il gomito appoggiando, senza premere, il pollice sul capitello radiale e con l’altra mano si flette il gomito a 90° quindi eseguire una lenta ma decisa supinazione (è possibile anche la pronazione ma è meno facile) fino a che si avverte, sotto il pollice, lo scatto di riduzione. Schema della manovra di supinazione: (Manovra di ripristino) In caso di tentativo infruttuoso far uscire il paziente dal percorso See and Treat Istruzioni per la dimissione: Informare i genitori ( o chi per loro) sulla possibilità di recidiva AVVERTENZE PER IL PAZIENTE SOTTOPOSTO A VALUTAZIONE PER: PRONAZIONE DOLOROSA Gentile signore/a Per il problema che l’ha portata alla nostra osservazione, la invitiamo a seguire le raccomandazioni sotto riportate: Poiché quando si è verificato una volta tende a recidivare (forse esiste una lassità ligamentosa predisponente), porre molta attenzione a tutte quelle situazioni in cui la lussazione si può ripresentare: quando il bambino, tenuto per mano, scivola oppure si volta all'indietro e viene ripreso con forza da chi lo conduce, o quando un bambino venga sollevato per le braccia. Bibliografia di riferimento: Buttaravoli & Stair , Common Simple Emergencies Washington 2007