intervento di giacomo gilardi al congresso dei giovani democratici
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intervento di giacomo gilardi al congresso dei giovani democratici
RELAZIONE CONGRESSO PROVINCIALE GIOVANI DEMOCRATICI DI LECCO – 18.12.2010 “Spingere con la forza e non tacere, usare la vostra forza giovanile per sovvertire” cosi diceva il 3 giugno di quest’anno il grande maestro e registra Mario Monicelli di fronte ad una platea di studenti della “Scuola di cinematografia Rossellini” di Roma. Quanta voglia di cambiare, giovani che scendono in piazza, che occupano le sedi delle Università, che fanno sentire la loro voce contro un governo e un sistema che li danneggia, che toglie loro il futuro, la speranza e la voglia di sognare un domani migliore. Tutti questi ragazzi però stanno, giorno dopo giorno, perdendo fiducia nelle istituzioni, nei partiti, nelle organizzazioni giovanili come la nostra, non più in grado di parlare la loro voce, sordi e incapaci di capirli come se parlassero una lingua incomprensibile, incapaci di intercettare il loro entusiasmo, il loro dire NO alla deriva in cui stanno inesorabilmente andando il nostro paese, le nostre città, i nostri quartieri. La voglia di sognare, si forse ci manca troppe volte questo piccolo ma nello stesso tempo immenso gesto. Quanto è cambiato rispetto a soli tre anni fa, sembra passato un secolo da quando ci apprestavamo a fondare il nostro grande Partito e ci accingevamo alla campagna elettorale del 2008. Eppure li c’era tanta speranza, c’era la consapevolezza che cambiare era possibile. “Un’Italia moderna ,SI PUO’ FARE…” Cosi scrivevamo sui manifesti e urlavamo a gran voce in una campagna che ci ha visto coinvolti, esaltati e vogliosi di lottare, consapevoli che la strada era difficile ma non impossibile. Gli eventi e le sconfitte da li ci sono crollate addosso. Alle disfatte elettorali tutto il nostro Partito si è fatto ritrovare spento, smarrito, come se la terra sotto i nostri piedi si fosse sgretolata, e sommerso in un “incubo politico” da cui non ci si riesce a risvegliare. Sono cosi emersi con vigore e forza vecchi personalismi, litigi che hanno contagiato tutto il movimento, vecchie logiche e vecchie politiche che non hanno fatto altro che allontanare tutto quel popolo che aveva visto nel Partito Democratico un’alternativa valida, che avevano trovato in questo grande progetto il nuovo, il futuro. Il terreno certo però non è arido, anzi tutt’altro, è ricco di risorse ed energie pronte ad esplodere e le manifestazioni pacifiche degli studenti, dei ricercatori e di migliaia di lavoratori di questo ultimo periodo ne sono un chiaro esempio. Già, perché oltre alla scuola e all’Università c’è un mondo economico e lavorativo in piena emergenza che chiede risposte chiare, che chiede uno scatto in avanti della politica e la capacità di questa di ritornare a rispondere ai reali bisogni di un paese che vive un periodo di estrema difficoltà. Risposte che tuttavia stentano ad arrivare da un governo in piena crisi, arrovellato attorno ai problemi del suo premier e da una maggioranza traballante sia politicamente ed ora anche numericamente. Qualcosa si sta muovendo, stiamo forse uscendo dal torpore e da un letargo che ci ha tenuti spenti ormai da troppo tempo. Si inizia ad alzare la testa, ad uscire dal guscio, ed è qui che noi dobbiamo esserci. Pronti a far si che il malcontento si trasformi in una nuova prospettiva per il futuro. Ma perché ciò avvenga c’è bisogno di un grande lavoro, di un grande sforzo non solo da parte della dirigenza nazionale ma da parte di tutto il partito, dal segretario fino all’ultimo dei suoi iscritti. I Giovani Democratici qui devono e possono svolgere un ruolo decisivo. Le nostre organizzazioni hanno delle potenzialità enormi. In uno degli ultimi incontri tenuti dall’organizzazione regionale ho visto tanta capacità, tanta preparazione e tanto impegno, ma in alcuni anche grande svilimento per una situazione che stenta a cambiare e che pare a noi sempre più avversa. Non molliamo, crediamoci perché qui ci sono il futuro e le idee per un partito che ha bisogno di crescere e per un paese che ha bisogno di cambiare. Le idee appunto, quelle certamente non ci mancano e lo abbiamo dimostrato nel grande lavoro fatto e nelle iniziative proposte fin qui come giovanile provinciale. Noi, convinti che la politica, nel senso più alto del termine, sia spendersi per gli altri, sia passione, sia forza per il cambiamento e l’emancipazione, mai ci sottrarremo a trattare e a riflettere su tutti quei temi e quelle problematiche in cui crediamo e che riteniamo debbano essere punti cardini anche per il nostro partito. E’ così, con questo spirito, che abbiamo deciso di affrontare tematiche difficili soprattutto se si vive nel cosiddetto “profondo Nord” in cui sempre più vistosamente la cultura dell’individualismo la fa da padrone e con forza si afferma una paura che tende a renderci schiavi del nostro passato, delle nostre tradizioni, che ci spinge a guardare e a virare sempre verso porti sicuri e incontaminati da altre persone, come noi, che tuttavia hanno un bagaglio di esperienze, una storia e delle radici diverse dalle nostre; senza capire che è nell’integrazione, nella condivisione e nella multiculturalità, la strada del nostro oggi e lo sarà del nostro domani. Partendo da questi concetti se vogliamo astratti, che per alcune culture politiche razziste e xenofobe rappresentano “il male assoluto”, siamo riusciti ad organizzare delle iniziative concrete e coinvolgenti come “Polenta e Kebab”. Questo bel momento di condivisione e di festa ci ha portati sempre più alla consapevolezza che l’integrazione è possibile se la si vuole veramente, come è possibile conciliare la tanto santificata Polenta con il kebab. L’iniziativa, che in entrambe le sue due edizioni ha riscosso un enorme successo, ci ha visto anche partecipi in una discussione ed un confronto con la proposta di legge sull’estensione della cittadinanza dell’ On. Andrea Sarubbi cercando di analizzare, con serietà e con la dovuta delicatezza, un problema reale evitando la propaganda. Abbiamo dimostrato di non avere paura di risultare impopolari e non ce l’avremo, perché crediamo fermamente che la politica abbia il dovere di affrontare le questioni non per fini elettorali o propagandistici ma per dare risposte ai bisogni e soprattutto alle paure dei cittadini. Nel solco di questa esperienza ci siamo ritrovati, durante la Festa Democratica di quest’anno, ad organizzare un incontro con l’ On. Paola Concia dal titolo “Diversi da chi, uguali perché?” affrontando un’altra materia fondamentale per far si che la nostra società si evolva in senso ancor più democratico, quella sui diritti civili. Tematica questa che durante l’anno era stata più volte oggetto di discussione sia al nostro interno che nello stesso Partito e che ci aveva portato a proporre in alcuni Consigli Comunali della nostra provincia, rifacendoci alla bella iniziativa promossa dai GD della provincia di Milano, un’ Odg sulla lotta all’omofobia che purtroppo non ha avuto un grande successo anzi. Segno evidente di arretratezza di molte Amministrazioni non solo di centro-destra che ci deve spingere ad un lavoro sempre più forte e costante perché questi diritti trovino, soprattutto nel Partito Democratico, una risposta efficace. L’impegno contro il global-warming, la proposta sbagliata di voler istallare in Italia centrali nucleari e il mondo delle energie rinnovabili per uno sviluppo eco-sostenibile sono tutti argomenti cari ai Giovani Democratici su cui mai smetteremo di battagliare e di fare sentire la nostra voce. Tocca a noi mettere in atto un’opera forte di sensibilizzazione, e proporci, in quanto giovani, come la nuova generazione politica che riuscirà a realizzare questi importanti cambiamenti. Lo abbiamo già cercato di fare con l’organizzazione di una serata, “Nucleare per una notte”, alla presenza di Carlo Monguzzi in cui abbiamo dibattuto sul problema e l’inefficacia che avrebbe il nucleare rispetto alle fonti di energia rinnovabile. Ma certamente non basta. Dovremo continuare, ossessivi e instancabili, su questa strada, proporre nuove iniziative e far aprire gli occhi di fronte alle problematiche ambientali legate alla mancanza di politiche energetiche efficienti e sostenibili. Un’altra battaglia sempre in tema di ambiente è stata la raccolta di firme per la promozione del Referendum per l’acqua pubblica. Qui i dissapori con la Federazione Provinciale e con il Partito sono emersi in modo molto più evidente, ma ancora una volta, ed è necessario e giusto che sia cosi, abbiamo voluto in piena autonomia e anche responsabilità farci carico di una lotta che sin dal principio ci è parsa giusta e i risultati ottenuti anche grazie al nostro contributo sono stati più che soddisfacenti, con 12000 firme raccolte in tutta la provincia. Il prossimo anno ci sarà presumibilmente il referendum e li ci spenderemo come nostra consuetudine con tutte le nostre energie per tutelare e difendere un bene che è e che deve assolutamente restare pubblico. Il nostro percorso futuro dovrà prevedere, oltre ad una ulteriore riflessione e ad una riproposizione, anche con modalità differenti rispetto al passato, delle iniziative sui temi sin qui trattati (integrazione, diritti civili, acqua pubblica, ambiente ed eco-sostenibilità), lo studio di nuovi argomenti e problematiche che stanno emergendo sia a livello nazionale che regionale, ma anche nella nostra Provincia. Penso alle mafie e al fenomeno della criminalità organizzata così come al forte problema del lavoro e del precariato giovanile, ai trasporti, alla cultura, a spazzi ricreativi e di socializzazione per i giovani, alla lotta contro piccole ma preoccupanti manifestazioni di neo-fascismo. Tutti temi questi che necessitano: di momenti di formazione interna, quanto mai utili ad un movimento giovanile, di approfondimenti ed iniziative con la presenza personalità politiche e della società che possano incrementare il nostro bagaglio culturale, di prese di posizione da parte nostra oltre che di un’opera di sensibilizzazione dell’Intero Partito Democratico provinciale e degli Amministratori locali. Fondamentale è e deve essere il rapporto con questi ultimi, soprattutto della fascia under 30 che vanno coinvolti il più possibile nelle iniziative che verranno di volta in volta proposte. I giovani amministratori costituiscono sicuramente un elemento di crescita per tutto il nostro movimento e delle risorse per meglio capire ed interpretare le dinamiche giovanili che si sviluppano nei vari territori. Dovremo concentraci sulla messa in rete delle loro esperienze vissute offrendo momenti di crescita, di condivisione e soprattutto di formazione per rendere più efficace il loro lavoro. Oltre ai giovani amministratori una risorsa arriva da tutto il mondo delle scuole secondarie presenti nell’intero territorio provinciale e dell’Università. Qui il terreno, soprattutto per quanto riguarda le prime, è sicuramente più ostico. Ci si trova infatti a confrontarsi con ragazzi difficili, chiusi in se stessi, dominati da un personalismo ed un egoismo strisciante e portati ad esaltare in negativo qualsiasi tipo di diversità sia essa razziale, culturale o sessuale, incapaci di capire la ricchezza che gli sta attorno e da cui potrebbero trarre esperienze di vita irripetibili. Tentativi ne sono stati certo già fatti senza un esito particolarmente positivo ma non possiamo rinunciare a questa via per allargare tutta la nostra organizzazione. Dobbiamo riflettere sulla migliore strategia da adottare nel confronto con queste realtà, farci conoscere, allacciare contatti con le consulte studentesche, diffondere ed organizzare con loro eventi… Dovremo parlare a tutti coloro che avranno la voglia di ascoltarci senza pregiudizi e veti per nessuno. Dovremo essere una forza inclusiva e aperta per meglio intercettare i bisogni delle realtà giovanili ma soprattutto, e penso sia questo il compito più importante ma nello stesso tempo più difficile, dovremo lavorare per strutturare nel modo migliore e più efficiente possibile i Giovani Democratici, sia in città che nelle varie zone di tutta la Provincia, costituendo gruppi territoriali con un referente che ne coordini i lavori, che tenga i rapporti con l’organizzazione provinciale e che segua le varie dinamiche politiche e sociali che dominano le diverse realtà. Dovremo cercare di invogliare i ragazzi ad interessarsi alla politica dei loro territori, renderli protagonisti, costruire qui dei luoghi di confronto ed un’organizzazione giovanile in grado di ascoltarli, di appassionarli e di coinvolgerli. Nell’ultimo anno a Lecco è nato un gruppo di giovani “LC 18-30” che ha svolto un enorme e stupendo lavoro a sostegno della candidatura alle elezioni comunali di Virginio Brivio e che si poneva l’obbiettivo di portare nuove idee per la città. Nel meratese sta succedendo lo stesso. Sono due chiari esempi che, in un mondo giovanile dove esporsi è diventato sempre più difficile e dove il giudizio è facile verso chi non si omologa, vi sono ragazzi che hanno voglia di mettersi in gioco, di informarsi, di dedicare del tempo a tutte quelle problematiche che li riguardano da vicino. Ragazzi che tuttavia hanno paura di mostrarsi troppo perché ormai la politica è diventata un “affare sporco”, qualcosa da cui starne lontani e tutto ciò non fa altro che ripercuotersi anche contro la nostra organizzazione. A noi quindi il compito di dimostraci aperti, in grado di integrare e di soddisfare le loro aspettative, di intercettare il loro malessere e farcene carico, di dimostrare la nostra estraneità alla politica affarista, del posto assicurato in parlamento, della carriera. Tutto ciò non ci rappresenta. La loro fiducia dovremo sapercela conquistare, ci vorrà del tempo certo, ma demordere non può che essere la via più sbagliata. Rischieremmo di ritrovarci chiusi in un ghetto, mentre fuori c’è la vita, capaci di parlare solo a noi stessi e rassegnati al fallimento. Banchetti, iniziative pubbliche, volantinaggi. La vera politica si fa in mezzo alla gente cercando di cogliere da una parola, da uno sguardo, da un semplice saluto come il nostro lavoro sta procedendo. Questo però, in una società tecnologica e computerizzata come la nostra, certamente non può bastare. Facebook, blog, mail e tutta la comunicazione web devono essere al centro del nostro lavoro come strumenti di comunicazione, confronto, partecipazione e soprattutto condivisione. Dobbiamo rendere il nostro blog, il nostro sito, la nostro gruppo di Facebook dei luoghi aperti, riflessivi ma nello stesso tempo accattivanti e provocatori per suscitare interesse in chi legge e soprattutto la voglia di esprimersi, di lasciare anche un semplice commento. La comunicazione deve essere uno dei nostri punti di maggior forza e su cui dobbiamo ancora lavorare parecchio per rendere più efficiente la nostra campagna informativa, ed efficace il nostro rapporto con tutti i giovani. In tutte queste posizioni chiare e trasparenti, in queste iniziative, in questi programmi di lavoro si svilupperà il rapporto con il Partito Democratico, che sino ad oggi ha visto sprazzi di luce ma anche molte, anzi troppe, ombre. Non saremo la copia giovane del Partito, come alcuni ci vogliono. L’organizzazione giovanile, i Giovani democratici, ha ragione di esistere se pensa, agisce e si pone obbiettivi anche differenti dal Partito. Questo certamente non significa antagonismo ma stretta collaborazione, rimarcando tuttavia la nostra autonomia politica ed organizzativa. Non avremo la presunzione e l’arroganza di imporre al Partito cosa deve e non deve fare, ma ci sentiremo sempre liberi di dire la nostra chiedendo maggiore confronto e sinergia. Anche noi vogliamo un Partito Democratico forte, vincente, grande nei numeri e nelle prospettive, proiettato al futuro e costruttore di politiche efficaci. Ci aspetta un grande lavoro, dovremo essere determinati, comprensibili, chiari e aperti. La partecipazione e la condivisione devono essere valori fondanti, il personalismo e il protagonismo non possono che danneggiare il nostro progetto e tutta la nostra organizzazione. Fin qui è stato svolto un intenso ed eccezionale lavoro. Ringrazio Michele, Veronica, Bibo, Stefano e tutti quelli che nel corso di questo periodo hanno dedicato del tempo alla costruzione dei Giovani Democratici. Continueremo su questa strada. E’ una sfida che raccolgo con entusiasmo, convinto che, se riusciremo nel nostro piccolo a cambiare qualcosa, allora avremo la speranza che si possano attuare anche i grandi cambiamenti. Ordine del giorno: “Giovani Democratici, giovani amministratori” La nostra Provincia si caratterizza per avere molte Amministrazioni comunali, seppur rappresentate da liste civiche, composte da Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali, iscritti o comunque vicini al Partito Democratico. Sono inoltre presenti molti Amministratori con meno di trent’anni, spesso non coinvolti nell’attività del Partito. E’ indubbio che questi giovani siano una risorsa per l’organizzazione dei Giovani Democratici, essendo a conoscenza delle problematiche territoriali e direttamente a contatto con i cittadini e vadano valorizzati, perché possono portare al centro del nostro dibattito i temi concreti dell’amministrazione locale, quelli con cui i cittadini si confrontano ogni giorno e dei quali rischiamo di dimenticarci. I Giovani Democratici, si impegnano • ad ascoltare e coinvolgere i giovani amministratori per comprendere meglio il territorio su cui si sta operando • intraprendere iniziative che consentano di mettere in rete le esperienze dei singoli amministratori • sostenere la loro attività con corsi di formazione e informazione, per migliorare l’efficacia del loro operato. Ordine del giorno: “Giovani Democratici per il lavoro, di qualità e per tutti, e per la crescita economica” Da due anni il mondo occidentale si trova ad affrontare una delle più gravi crisi economico-finanziarie dal 1929 ad oggi, pagando scelte iperliberiste con scarse regole e pochi poteri alle autorità di controllo. L’Italia, all’interno di questo quadro, non si distingue per scelte brillanti e capaci di rimettere in moto un circolo virtuoso che permetterebbe alla nostra economia di uscire dalle secche in cui si trova da molto tempo. Diversi sono i fattori che mancano al nostro Paese per tornare ad essere una realtà industriale di rilievo. Un piano industriale nazionale, con scelte precise e investimenti concreti in pochi e qualificati settori e una nuova politica del lavoro che permetta alle aziende di essere competitive al pari dei loro concorrenti esteri e ai lavoratori di avere maggiori garanzie e un livello retributivo migliore. Oggi viviamo ancora nell’epoca del dualismo esasperato, dove i padri godono di diritti e garanzie che i figli non si sognano nemmeno di avere, oppure dove lauree e master contano ancora meno di una buona parola di un amico o di un parente influente, o dove il cognome paterno aiuta nei concorsi pubblici e nei test che permettono l’accesso al mondo delle professioni. Un Partito e un movimento giovanile, moderni e progressisti, devono porsi l’obiettivo, non di riformare il mondo del lavoro, ma di rivoluzionarlo. Pertanto, i Giovani Democratici della provincia di Lecco si impegnano: • A proseguire nel percorso di riflessione sui nuovi modelli organizzativi del mondo del lavoro. • A valorizzare le elaborazioni prodotte da esponenti del nostro Partito e che, all’interno dello stesso, faticano a trovare cittadinanza. • Ad incontrare e ascoltare tutte le rappresentanze del mondo del lavoro: da quelle imprenditoriali a quelle sindacali, per poterne fare una sintesi che permetta a tutti di sentirsi parte di un progetto di rilancio della nostra realtà locale. Ordine del giorno: “Giovani Democratici contro l’omofobia e per una buona legge di riconoscimento delle coppie di fatto” Ancora troppi sono gli episodi di intolleranza che nel nostro Paese vedono come vittime omosessuali, lesbiche e transessuali. Pestaggi violenti hanno caratterizzato la cronaca degli ultimi mesi a Roma come a Milano. Questi gesti di violenza fisica e verbale denotano un’arretratezza culturale di cui siamo rimasti unici portabandiera in tutta Europa. L’assenza di una legge antiomofobia è sintomatico di quanto scarso interesse ci sia, anche nella classe politica italiana, un disinteresse verso il tema della tutela dei diritti. Anche il dibattito per una buona legge sui diritti civili delle coppie di fatto si è arenato nel silenzio generale. Dopo una battaglia durissima condotta dalla destra contro alcune proposte elaborate dal centrosinistra, ora il silenzio è calato inesorabile con il bel risultato di relegare, ancora una volta, l’Italia a fanalino di coda tra i paesi occidentali. I Giovani Democratici della provincia di Lecco • Ritengono urgente la calendarizzazione e l’approvazione da parte del Parlamento di una legge antiomofobia. • A contrastare ogni forma di intolleranza verso il movimento lgbt, i suoi aderenti e i luoghi di ritrovo. • Si impegnano attraverso campagne e iniziative a tenere vivo il dibattito sul tema dei diritti civili e del riconoscimento delle coppie di fatto. Ordine del giorno: “Giovani Democratici contro ogni mafia” Le recenti inchieste portate avanti dalla Magistratura, hanno mostrato come le mafie siano sempre più radicate nel Nord Italia, territorio ricco, che può portare grandi profitti grazie al riciclaggio del denaro ottenuto illecitamente. Tuttavia nell’opinione pubblica il problema della Mafia al Nord non è percepito: si pensa ancora che ‘Ndrangheta, Camorra e Cosa Nostra, siano fenomeni tipici ed esclusivi del Meridione del nostro Paese. Purtroppo la realtà mostra come, non solo elementi dell’imprenditoria lombarda, ma anche politici locali vengano coinvolti nei traffici delle Organizzazioni criminali: ultimo caso è stato il Comune di Desio, dove i Consiglieri comunali dell’opposizione, insieme a quelli della Lega Nord (in maggioranza) hanno rassegnato le dimissioni per sospette infiltrazioni mafiose all’interno dell’Amministrazione, facendo così decadere il Sindaco e la Giunta. E’ chiaro come questo problema non vada in alcun modo sottovalutato, anzi, i Giovani democratici della Provincia di Lecco si impegnano • A proporre iniziative per sensibilizzare l’Opinione pubblica su questi temi, senza timore di “rovinare” l’immagine del nostro Territorio, che può solo trarre giovamento dalla lotta alla Mafia. • A coinvolgere tutte le Amministrazioni comunali, a partire dai giovani Amministratori, per far sì che tutti i Comuni della nostra Provincia adottino strumenti utili al contrasto e alla prevenzione delle infiltrazioni mafiose, soprattutto nelle imprese locali. Ordine del Giorno: “Giovani Democratici contro il Nucleare e per un programma energetico innovativo” Il Governo Berlusconi ha dichiarato di voler riprendere la produzione di energia elettrica attraverso l’utilizzo del Nucleare, fonte energetica che da più di vent’anni non è più sfruttata in Italia. Questa scelta viene presentata come una sorta di panacea di tutti i mali per il problema energetico: si dice che il Nucleare renderà meno care le bollette dell’energia elettrica, ridurrà sensibilmente le emissioni di anidride carbonica, risolverà il problema della dipendenza che l’Italia ha per l’approvvigionamento di risorse energetiche, quali il gas naturale, il carbone e il petrolio. Inoltre il Governo afferma che il problema delle scorie radioattive, con gli impianti nucleari di ultima generazione, è del tutto risolto, data la scarsa quantità di scorie prodotte, oltre alle nuove e più sicure tecniche di stoccaggio. L’immagine con cui viene presentato il Nucleare è chiaramente deformata: lo smaltimento delle scorie è tuttora una delle principali problematiche, data l’estrema difficoltà a trovare un luogo adatto e sicuro (senza infiltrazioni di acqua per migliaia di anni e in zona non sismica) e gli elevati costi di gestione degli impianti di stoccaggio. Non va nemmeno dimenticato un aspetto fondamentale, cioè l’acquisto di uranio: sappiamo infatti che il primo Paese fornitore del combustibile per le centrali è la Russia e, quindi, si riproporrebbe il problema di approvvigionamento da paesi non affidabili, come già accade per il gas naturale. Il dibattito sull’energia viene quasi del tutto monopolizzato dalla questione Nucleare, senza occuparsi del presente, dato che i primi impianti, se mai verranno attivati, cominceranno a produrre energia non prima del 2020. Ci si dimentica spesso che l’Italia non ha un piano energetico valido (l’ultimo risale al 1988), e nonostante il grande sviluppo delle energie rinnovabili, siamo ancora molto lontani dagli standard europei. Non vanno poi dimenticati gli accordi che l’Italia ha stipulato con gli altri paesi: con il protocollo di Kyoto ci siamo impegnati a ridurre del 18% le emissioni di gas serra entro il 2012, e con i Paesi dell’Unione europea abbiamo stabilito, entro il 2020 di produrre almeno il 20% di energia da fonti rinnovabili, aumentare del 20% l’efficienza energetica e ridurre del 20% le emissioni di gas serra rispetto al 1990. Per ora sappiamo solo che l’Italia ha aumentato le emissioni del 12% rispetto al 1990: saremo dunque costretti a pagare pesanti sanzioni per i mancati obiettivi. La distanza tra noi e l’Europa si può notare con questi tre dati: la Spagna già dal 2008 produce più energia da fonti rinnovabili, rispetto ai suoi impianti nucleari, che prevede di chiudere entro il 2014; la Germania ha stabilito di ridurre del 40% le emissioni di CO2 entro il 2020, data in cui dismetterà anche le sue centrali nucleari; la Gran Bretagna ha stabilito di ridurre del 30% le emissioni entro il 2020 e del 60% entro il 2050. I giovani democratici della Provincia di Lecco hanno già dimostrato una grande sensibilità su questo tema, organizzando l’iniziativa “Nucleare per una notte”, in cui è stato presentato il libro “Illusione Nucleare” di Sergio Zabot e Carlo Monguzzi e che ha visto la partecipazione di molti cittadini. Pertanto, i Giovani democratici della Provincia di Lecco si impegnano: • a proseguire nell’opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, proponendo iniziative e dibattiti in cui si mettano in luce le problematiche legate al Nucleare e più in generale i problemi del Paese causati dalla mancanza di politiche energetiche atte a raggiungere gli obiettivi stabiliti dagli accordi internazionali. Ordine del giorno: “I Giovani Democratici per la scuola, per una crescita intelligente, inclusiva e sostenibile” Come recita il documento approvato all’assemblea nazionale del Pd tenutasi l’8 e il 9 ottobre scorso: gli obiettivi di Europa 2020 chiedono a tutti gli Stati membri di promuovere una crescita intelligente, inclusiva e sostenibile. Per il futuro dell’Italia, per tornare ad avere alti tassi di occupazione, produttività e coesione sociale, dobbiamo raggiungere un risultato molto concreto: dimezzare il nostro tasso di dispersione scolastica e triplicare il numero dei laureati. Solo se sapremo investire sui saperi, scommettendo sulla qualità del capitale umano del nostro Paese e su una conoscenza diffusa in tutta la società, potremo tornare a crescere. Questi obiettivi sono però stati messi da parte dal Governo Berlusconi, che, attraverso l’opera dei Ministri Gelmini e Tremonti, ha inflitto 8 miliardi di tagli al settore della Scuola, eliminando 132.000 posti di lavoro tra insegnanti e personale ATA. Questo non ha portato a una seria razionalizzazione delle risorse o ad una eliminazione degli sprechi esistenti, ma ha aggravato i problemi già cronici del Sistema scolastico nazionale. Il Partito Democratico nazionale non si sta battendo per il mantenimento dell’esistente, ma richiede con forza l’adeguamento degli investimenti per portarli almeno alla media dei pesi OCSE: l’obiettivo è quello di ottenere una Scuola Pubblica che garantisca a tutti pari opportunità di apprendimento e di educazione. L’organizzazione Provinciale dei Giovani Democratici di Lecco si trova ad agire su un territorio complesso, composto da tre zone (Brianza, Lecco e Valsassina) con caratteristiche molto diverse e con la presenza di plessi scolastici che, in molti casi, non hanno una organizzazione studentesca che sia in grado di lavorare attivamente e di mettersi in rete con le altre Scuole. I Giovani Democratici della provincia di Lecco si impegnano: • nella creazione e nello sviluppo di un movimento studentesco radicato nelle scuole superiori della Provincia. Questo per coinvolgere gli studenti ed aumentare la consapevolezza dell’importanza dell’istruzione pubblica e per far si che si instauri, direttamente con gli studenti, un proficuo dialogo da cui nascano proposte concrete per migliorare la Scuola pubblica. Ordine del Giorno: “Giovani Democratici per l’Università Pubblica” La ricerca e il sistema universitario italiano versano in pessime condizioni. Il Governo, con il Ministro Gelmini, si sta prodigando per destabilizzare definitivamente l’Università pubblica, a vantaggio delle Istituzioni private. I tagli sono pesanti e vanno ad aggravare una situazione già difficile, constatabile anche confrontando i fondi destinati dai Paesi europei alla ricerca, rispetto all’Italia. Un altro grave problema delle Università italiane è determinato dai cosiddetti “Baroni”, vale a dire il sistema clientelare che favorisce la vincita nei concorsi per ricercatore a quelle persone legate, anche per vincoli di parentela, a membri delle commissioni che dovrebbero valutare i candidati in base ai propri meriti. Anche a causa di ciò, si assiste ad un grande flusso di nostri ricercatori verso le Università straniere, che hanno invece sistemi di valutazione efficienti. Carenza di fondi e sistema clientelare sono la causa principale dell’inefficienza delle nostre Università: per questo motivo i ricercatori che negli ultimi mesi hanno protestato e contestato fortemente il ddl Gelmini non chiedono il mantenimento dello status quo, ma pretendono una seria riforma universitaria, che elimini del tutto il baronato dai nostri istituti e ridia spazio ai ricercatori meritevoli, eliminando il precariato, oltre a stabilire una seria copertura finanziaria che garantisca un elevato livello di ricerca anche per il nostro Paese. Nel territorio lecchese è presente un distaccamento del Politecnico di Milano, una delle più importanti Università italiane. Pertanto, i Giovani Democratici della Provincia di Lecco si impegnano: • Ad instaurare un rapporto collaborativo con gli studenti e i ricercatori del Politecnico, al fine di comprendere meglio le esigenze di chi studia e lavora in quella sede. • Ad essere punto di riferimento per tutti gli studenti universitari che studiano fuori Provincia, proponendo iniziative che li informino correttamente sulla situazione delle Università italiane, e sulle proposte che il Partito Democratico mette in campo per migliorare veramente l’Università e la ricerca.