Il cervello in fiamme
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Il cervello in fiamme
Settembre/Novembre 2006 Anno 2 - N. 5 Il cervello in fiamme di Giuseppe Nappi Che cosa è un'allucinazione? Il senso neurologico del termine non si discosta molto dall'uso quotidiano: allucinazioni sono "percezioni senza oggetto" o in cui l'oggetto percepito subisce imponenti distorsioni. Elencare tutte le situazioni in cui un'allucinazione può realizzarsi è praticamente impossibile. Accompagnano numerose patologie (emicrania, epilessia, sifilide avanzata, psicosi, condizioni di stress psicologico, sinestesie, le cosidette neardeath experiences, ecc.), e stati di intossicazione (LSD; mescalina, ecc.), ma possono anche apparire per stimolazione elettrica oppure da un eccesso o una mancanza di stimoli. Sono stati fatti esperimenti con apposite camere di deprivazione sensoriale, ambienti senza rumori, con una luce fioca e costante in cui il soggetto sta a letto con le mani fasciate in mode da evitare persino la tattilità; in queste condizioni bastano poche ore perché la mente cominci ad elaborare da sola immagini e pseudo-percezioni. Le allucinazioni non sono solo visive: ad esempio nelle psicosi sono più frequenti quelle uditive, che vanno da semplici acusfeni a vere e proprie voci. Poi ci sono quelle somatiche e cenestetiche, ossia relative alla percezione del corpo e del movimento, olfattive e gustative. Si tratta di fenomeni eccezionali? Un recente studio condotto in Inghilterra su 13.000 soggetti indica che il 40% ha conosciuto almeno una volta un fenomeno allucinatorio. Molto frequenti sono le allucinazioni ipnagogiche e ipnopompiche, che da sole costituiscono il 30%. Sono esperienze percettive molto vivide, molto simili al sogno, che si presentano quando ci si sveglia oppure quando ci si addormenta. Il soggetto può avere la sensazione di essere già (o ancora) sveglio e mostrare consapevolezza di questo stato anche se 1'elettroencefalogramma indica onde cerebrali tipiche dello stato di sonno. Senza contare, poi, che anche nella vita quotidiana si possono eccezionalmente creare le condizioni per una percezione allucinatoria: uno stato di deprivazione sensoriale può essere raggiunto anche guidando per ore in un'autostrada in condizioni di forte nebbia. E al contrario, una iperstimolazione sensoriale può essere raggiunta, a certe condizioni, anche in discoteca. 18 DIOGENE FILOSOFARE OGGI Arte emicranica, Rappresentazione dei sintomi della Sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie Se le allucinazioni inventano una nuova realtà o deformano in modo imprevedibile quella esistente come è possibile studiarle scientificamente? Bisogna fare una distinzione fra allucinazioni complesse e geometriche. Le prime sono vere e proprie costruzioni pseudo-percettive immaginarie di oggetti più o meno riconoscibili, le seconde, che possono presentarsi isolatamente o precedere le prime, sono conformazioni geometriche particolarmente interessanti per la neurologia, dato che è ormai ben noto che si presentano sempre come elaborazioni di alcune forme costanti. E' stato Heinrich Kluver, nel 1928, a indicare questo vocabolario fatto di sole sette lettere: linee, curve, grate, spirali, griglie, tunnel, caliedoscopio. Assumendo egli stesso mesacalina, Kluver trovò che pattem colorati e cangianti di combinazioni di queste forme basilari precedevano l'arrivo di allucinazioni complesse. Confrontò queste sue esperienze soggettive in altri soggetti e in una serie molto lunga di altre condizioni allucinatorie e questo è particolarmente interessante dal punto di vista neurologico, perché indica che fenomeni tanto variegati e occorrenti in situazioni tanto diverse possono dipendere da ben precisi meccanismi neurologici. E' possibile individuare una patologia dal tipo di allucinazione che essa produce? Solo in certi casi. L'apparire di una "teicopsia", ad esempio, suggerisce una diagnosi di emicrania. E' un'allucinazione detta anche "spettro di fortificazione", che si presenta in modo molto strano: in una parte del campo visivo appare uno scotoma scintillante (dal greco skòtos, buio, oscurità ombra), ossia una zona di forma variabile (spesso sembra un fagiolo o un, ferro di cavallo) in cui la visione viene a mancare. Il fenomeno è fortemente dinamico; lo scotoma nasce come un piccolo punto ma si i ngrandisce sempre più sovrapponendosi alla percezione ambientale, fino ad occuparne buona parte. L'aggettivo scintillante indica che il fronte di avanzamento dello scotoma è costituito da un arco formato da linee a zigzag tremolanti e scintillanti, in perenne agitazione e movimento. Il tutto ricorda una città fortificata vista dall'alto, da cui il nome di teicopsia (letteralmente visione di .fortificazioni). Ebbene, l'apparire di questi fenomeni suggerisce di indagare in direzione di una patologia emicranica. Ma l'emicrania , ossia la presenza di mai di testa, non è già un sintomo sufficiente ad una precisa diagnosi? In questo caso il linguaggio neurologico si discosta da quello comune. Contrariamente alla definizione di qualsivoglia vocabolario, nella corretta accezione neurologica il termine emicrania non indica solo una cefalea occasionale limitata ad una parte del capo, ma un complesso sintomatico molto variegato. La cefalea, ovvero il comune mal di testa, può esserne il sintomo principale, secondario, oppure può addirittura mancare del tutto. Fra i numerosi tipi di emicrania, la tabella diagnostica della International Headache Society prevede il caso in cui la cefalea può essere sostituita da altri sintomi detti equivalenti emicranici: ricorrenti attacchi di dolore periombelicale, nausea, vomito, pallore, sudore, diminuzione delle pulsazioni, febbre, occasionalmente diarrea e dolore agli arti. Come si vede, è un complesso sintomatico molto vario, non facilmente caratterizzabile. ed in fondo un po' paradossale, poiché implica l'idea che un paziente di emicrania addominale possa non aver mai avuto un solo mal di testa in tutta la sua vita. E' significativo, comunque, che il primo nome dato a questa sindrome, dopo la scoperta da parte di Edward Liveing e Paul J. Mobius alla fine dell'Ottocento, sia stato hemicrania sine hemicrania. E in che modo le allucinazioni hanno a che fare con una semplice emicrania? L'emicrania è un disturbo molto comune: nei paesi occidentali ne soffre il 5-10 % della popolazione. Solo l'uno per cento, però, soffre di una particolare variante detta emicrania con aura o emicrania classica, la cui caratteristica saliente sta nel fatto che la cefalea è preceduta dall'aura, un termine che in neurologia sintetizza un insieme quanto mai variegato di eventi. Oltre alla teicopsia e alle forme geometriche costanti descritte da Kluver, compaiono disordini complessi della percezione visiva, ad esempio la "visione lillipuziana" in cui i fenomeni ottici sono interpretati come una folla di piccoli omini in movimento. Ci sono poi effetti a zoom, in cui la percezione sembra avvicinarsi o allontanarsi dagli oggetti come fa una cinepresa, oppure "a mosaico", in cui la visione appare come se si guardasse in un caliedoscopio, oppure ancora "cinematografica", con effetti di rallentamento delle immagini. Vi possono essere poi difficoltà nella percezione e nell'uso del proprio corpo, come nella "Sindrome di Alice nel paese delle meraviglie", oppure può presentarsi un'intera gamma di disturbi della parola e del linguaggio. Non mancano gli stati di sdoppiamento o moltiplicazione della coscienza, spesso associati a sensazioni di déjà vu o di jamais vu e ad altri disordini e dislocazioni della percezione temporale. Come si presenta questa condizione auratica? L'aura sorge all'improvviso, senza cause apparenti, non è dolorosa, non è invalidante e non intacca le capacità intellettive. Può presentarsi al momento del risveglio o anche nel sonno, influendo così sui sogni. La lentezza con cui si svolge, in media 20 minuti, rende possibile osservarne con accuratezza i fenomeni ed eventualmente disegnarne in diretta l'eventuale contenuto visivo. Solitamente l'aura precede lo scoppio della cefalea, ma si possono presentare anche auree isolate, non seguite da alcun altro disturbo ed anche non in connessione all'emicrania. Per quanto rari, sono casi interessanti, in particolare dal punto di vista delle possibili interpretazioni da parte del soggetto e soprattutto per quanto riguarda i tempi passati, in cui questi fenomeni non erano ancora sufficientemente spiegati dalla scienza. Qual è lo stato di coscienza di chi sperimenta questi fenomeni? Chi soffre di allucinazioni auratiche è sottoposto alla pressione di due considerazioni contrastanti. Da una parte lo sa: le strane cose che gli capita di vedere non esistono nel mondo reale, tant' è che alcune può osservarle anche ad occhi chiusi, altre scompaiono se guarda in uno specchio e tutte hanno durata limitata. D'altra parte, però, queste allucinazioni sono fenomeni prodotti da modificazioni fisiologiche a differenti livelli del sistema ottico, fra la retina e la corteccia cerebrale. Ciò significa che per chi le vive le percezioni allucinatorie non sono facilmente distinguibili da quelle normali; proprio in quanto sensazioni sembrano mostrare cose vere e reali. E' notevole che quest'impressione di effettività sia soverchiante persino per i medici pazienti. Oliver Sacks riferisce il caso di un medico-emicranico ben consapevole dell'origine allucinatoria delle percezioni olfattive cui andava soggetto, eppure tutte le volte si metteva a cercare la fonte di quell' odore che sentiva con tanta evidenza. E' difficile non credere ai propri occhi (o al proprio naso) anche quando ci sono motivi razionali per farlo. DIOGENE FILOSOFARE OGGI 19 E' possibile che i fenomeni auratici siano stati alla base di esperienze mistiche? Un caso celebre in neurologia è quello di Ildegarda di Bingen, una mistica tedesca dell'XI secolo, autrice di vari libri profetici corredati da miniature elaborate di suo pugno. Ebbene, esaminando la sua biografia e le sue opere, Charles Singer è giunto alla conclusione che alla base dei fenomeni mistici da lei vissuti vi sarebbero allucinazioni tipiche dell'emicrania: del resto sembra quasi inevitabile che, nelle sue condizioni spirituali, lo "spettro di fortificazioni", un'allucinazione che richiama la pianta di una città, fosse interpretata come l'immagine della Città Celeste. Dopo queste esperienze la santa accusava forti mal di testa, ma invertendo la prospettiva diagnostica moderna, considerava centrali i fenomeni auratici, da lei considerati visioni mistiche, ed attribuiva la conseguente cefalea a uno stato di spossatezza ben comprensibile e quasi inevitabile dopo un'esperienza tanto coinvolgente. Siamo di fronte ad una diversa lettura della malattia, dove ciò che per noi è accessorio (le allucinazionia auratiche) diventa fondamentale. Viceceversa, il dolore emicranico, che noi consideriamo l'essenza del fenomeno patologico, è ridotto a mera conseguenza accessoria. Come possono essere studiate le allucinazioni emicraniche? Un grosso aiuto viene dalla cosidetta arte emicranica, un'esperienza nata in Inghilterra negli anni Ottanta, quando una potente associazione dedita all'aiuto reciproco fra pazienti, la British Migraine Association (dal 1997 Migraine Action Association) ed una casa farmaceutica, la Boehringer Ingelheim UK Limited, decisero assieme di sponsorizzare un concorso di pittura riservato esclusivamente a soggetti emicranici. Una precisa clausola del bando chiariva che i pazienti dovevano cercare di rappresentare visivamente i fenomeni allucinatori da loro stessi vissuti. L'iniziativa ebbe grande successo e da allora i concorsi di pittura emicranica si sono succeduti in gran numero in molti Paesi del mondo, così che oggi abbiamo intere collezioni di rappresentazioni allucinatorie. Approfondire ° M.M. Ohayon, Prevalence of hallucinations and their pathological associations in the general population. Psychiatry Research, 2.000, 97(2-3), 15364. ° H. Kluver, Mechanisms of hallucination. In: McNemar Q, Merrill MA, (a cura di). Studies in personality, New York McGraw-Hill; 1942. p.175-207. ° W.R. Gowers, Subjective visual sensations, Trans Ophthahnol Soc UK 1895;15:1-38. ° A. Klee, R Willanger, Disturbances of visual perception in migraine,Acta Neurol Scand 1966; 42: 400-14. ° M. Wilkinson, D. Robinson,. Migraine Art, Cephalalgia 1985; 5:151-7. ° K. Podoll, Migraine art The migraine experience frorn within, Cephalalgia 1998;18:376. ° ll sito italiano della cefalea: www.cefalea.it 20 DIOGENE FILOSOFARE OGGI