non prima ne dopo nelle donne la più alta frequenza di
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non prima ne dopo nelle donne la più alta frequenza di
NON PRIMA NE DOPO NELLE DONNE LA PIÙ ALTA FREQUENZA DI EMICRANIA SI HA IN FASE PERIMENOPAUSALE Il rischio di cefalee ad alta frequenza risulta aumentato nelle donne durante il periodo perimenopausale rispetto a quello premenopausale. Tale rischio appare aumentato anche in postmenopausa ma in modo non significativo, suggerendo che differenti meccanismi sono coinvolti nell'incremento della cefalea nel periodo di transizione dalla premenopausa alla menopausa. Sono questi i principali risultati di uno studio americano apparso online su Headache. 21 febbraio 2016 Il rischio di cefalee ad alta frequenza risulta aumentato nelle donne durante il periodo perimenopausale rispetto a quello premenopausale. Tale rischio appare aumentato anche in postmenopausa ma in modo non significativo, suggerendo che differenti meccanismi sono coinvolti nell’incremento della cefalea nel periodo di transizione dalla premenopausa alla menopausa. Sono questi i principali risultati di uno studio americano apparso online su Headache. L'effetto della fase di transizione menopausale sulla prevalenza e sulla frequenza dell’emicrania non è stato ampiamente studiato. «I pochi lavori disponibili hanno dimostrato una minore prevalenza di cefalea e/o emicrania durante la menopausa rispetto alla premenopausa. Non stati effettuati però studi per determinare se la frequenza degli attacchi fosse alterata durante la perimenopausa» premettono gli autori, capitanati da Vincent T. Martin, del Dipartimento di Medicina Interna Generale dell’University of Cincinnati College of Medicine (USA). Un tassello mancante: la vulnerabilità alla cefalea tra premenopausa e post-menopausa Per colmare la lacuna, è stato condotto uno studio osservazionale trasversale basato sui dati ottenuti dall’American Migraine Prevalence and Prevention Study (AMPP) relativi al 2006. L’ipotesi degli autori era che la frequenza dell’emicrania potesse peggiorare durante la perimenopausa e migliorare durante la menopausa. In particolare, specificano, «il nostro obiettivo primario era quello di determinare se la percentuale di donne con emicrania che sperimentavano un’alta frequenza di cefalea (=/> 10 giorni/mese) fosse maggiore durante la perimenopausa e la menopausa rispetto alla premenopausa in un modello aggiustato solo per fattori sociodemografici (modello 1) e in un secondo che teneva conto anche dell’uso di farmaci preventivi, dell’indice di massa corporea (BMI), dell’abuso di farmaci e della depressione (modello 2)». Un campione di oltre 3.500 donne con rigorosi criteri di inclusione ed esclusione Sono state incluse nelle analisi donne di età compresa tra 35-65 anni che soddisfacevano i criteri per emicrania dell’International Classification of Headache Disorders (ICHD-3 beta mod.). Sono state escluse le donne che non avevano mai mestruato o in stato di gravidanza, in allattamento o che facevano uso di ormoni sessuali esogeni. La survey del 2006 è stata scelta perché comprendeva domande dettagliate sul ciclo mestruale. Le fasi della transizione menopausale sono stati definiti in base alla lunghezza del ciclo di auto-riportato e/o alla durata dell’amenorrea. L'outcome primario, ossia il rapporto tra alta e bassa frequenza di cefalea, è stato definito da un cut-off ≥10 giorni di cefalea al mese. Modelli binari di regressione logistica sono stati usati per valutare l'influenza della fase della menopausa sulla categoria “frequenza della cefalea” utilizzando la premenopausa come gruppo di riferimento. Il campione in studio ha incluso 3.664 donne con un'età media di 46 anni. Tra le donne che erano in premenopausa, l’8,0% (99/1.242) erano nel gruppo cefalea ad alta frequenza rispetto al 12,2% (154/1.266) di quelle in perimenopausa e il 12,0% (131/1.095) in post-menopausa. Rispetto alle donne in premenopausa, la probabilità corretta di essere nel gruppo emicrania ad alta frequenza era di 1,62 in perimenopausa e di 1,76 in post-menopausa (modello 1). Nel modello 2, la cefalea ad alta frequenza è apparsa aumentata solo nelle donne in perimenopausa con un odds ratio (OR) di 1,42. Il legame tra variazioni ormonali, sintesi di prostaglandine e innesco degli attacchi «I nostri risultati identificano la perimenopausa come un periodo di maggiore vulnerabilità agli attacchi di mal di testa nelle donne con emicrania» osservano gli autori «e suggeriscono che l'ambiente ormonale della perimenopausa, specie nella sua fase finale, provoca in modo particolare un’alta frequenza di mal di test. È in questa fase che le donne incontrano la loro "prima" esposizione a livelli bassi e minimamente fluttuanti di estrogeno e progesterone sierico a seguito di periodi prolungati di amenorrea». Il fatto che la cefalea ad alta frequenza sia risultata 1,8 volte più probabile durante la menopausa nei modelli aggiustati per aspetti sociodemografici ma che gli stessi risultati abbiano perso importanza nei modelli integralmente corretti implicano, secondo gli autori, che il periodo della menopausa è sì legato a elevata frequenza di mal di testa, ma che uno o più variabili nel modello 2 (corretto integralmente) potrebbero mediare o confondere tale rapporto. In tal senso, le variabili confondenti più probabili sembrerebbero la depressione e l’uso eccessivo di farmaci. Secondo i ricercatori, meccanismi causali unidirezionali potrebbero essere mediati dall’ambiente ormonale unico di ogni fase della transizione della menopausa e dai loro effetti sulla vie del dolore trigeminali. «Gli ambienti ormonali che si ritiene possano far precipitare la cefalea includono la sospensione degli estrogeni nella fase luteale tardiva, i bassi livelli sierici di estrogeni e progesterone e l’aumento del rilascio uterino di prostaglandine. Questi stati ormonali possono anche alterare le caratteristiche dei cicli mestruali (per esempio: cicli mestruali più o meno frequenti, flussi più abbondanti o mestruazioni di maggiore durata), che potrebbe influenzare secondariamente la frequenza della cefalea». Necessario un trattamento preventivo ottimizzato nella fase di transizione Il milieu ormonale meglio conosciuto come fattore precipitante l'emicrania è la “sospensione degli estrogeni”. Quest’ultima, spiegano gli esperti, richiede la presenza di livelli sierici di estrogeni relativamente stabili seguita da un declino brusco o graduale nell’arco di vari giorni. «Le donne in perimenopausa sperimentano un aumento della frequenza di periodi mestruali con una più lunga durata di sanguinamento vaginale e con flusso più abbondante» sottolineano. «Ciò è stato associato, rispetto ai flussi normali, a un’aumentata sintesi di prostaglandine uterine che, rilasciate nella circolazione sistemica, si ritiene possano scatenare gli attacchi di emicrania legati alle mestruazioni». Un altro potenziale meccanismo che potrebbe aumentare la frequenza di emicrania mestruale è la carenza di ferro indotta da un flusso abbondante. «Pertanto, i nostri risultati confermano la convinzione diffusa che la perimenopausa peggiora la cefalea, ma contrastano il diffuso convincimento che l’emicrania migliori "sempre” durante la menopausa» sostengono Martin e collaboratori, i quali concludono che «il riconoscimento del maggior rischio di emicrania ad alta frequenza durante la perimenopausa suggerisce la necessità di un trattamento preventivo ottimizzato durante questo periodo della vita delle donne». Martin VT, Pavlovic J, Fanning KM, et al. Perimenopause and Menopause Are Associated With High Frequency Headache in Women With Migraine: Results of the American Migraine Prevalence and Prevention Study. Headache, 2016 Jan 21.